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Bille Boo

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  1. Mai avuto dubbi: acquisto a punti tutta la vita, sin dai tempi della 3.5. La dea bendata ha sempre avuto un grosso impatto in D&D, visto che sono coinvolti dadi. Che un tiro sfortunato possa farti fallire un'azione cruciale o mandarti all'aria un'intera scena ci può stare. Ma che un tiro sfortunato ti condizioni per un'intera campagna per me è davvero troppo. Diverso, ovviamente, è il discorso se si gioca "Old School" spinto e il "ricambio" di PG per un giocatore è relativamente frequente. Dall'altro lato, personalmente trovo interessante che ci possa essere un elemento casuale nella generazione del personaggio, inducendo i giocatori ad orientarsi in direzioni originali e impreviste, e aggiungendo un po' di brivido. Solo, vorrei un sistema che garantisse che i PG fossero comunque "bilanciati tra loro" come caratteristiche. Per il futuro sto considerando di playtestare un sistema, supportato da calcolatore, per generare caratteristiche in questo modo (casuali, ma con un "valore in punti" fisso e predefinito). Lascerò ai giocatori la scelta se affidarsi al caso o spendere i punti a loro scelta. E, per incentivare la prima opzione, concederò a chi si affida al caso un ammontare di punti leggermente superiore.
  2. Ho iniziato seriamente a fare il DM quando, con un gruppo di amici del liceo, abbiamo comprato in società i manuali 3.5. (Prima avevo avuto qualche esperienza con AD&D 2e, sia con loro che con altri, sia come giocatore che come DM, ma sempre in modo sporadico.) Nessuno di noi aveva mai giocato con quell'edizione. Si trattò di scegliere chi avrebbe masterato e il consenso fu unanime. Nel gruppo sono sempre stato quello con il pallino di "smontare le cose per vedere come funzionano", e di inventare cose nuove e provarle. Sospetto, poi, che l'altra ragione per cui la scelta ricadde su di me è che ero un discreto rompiscatole, fin troppo puntiglioso e scrupoloso, e quindi gli altri preferivano avermi dietro lo schermo che davanti 😂 Sono passati molti anni. Ho fatto il DM molto a lungo con quel gruppo, poi con altri gruppi, sempre più numerosi, anche di gente che non conoscevo affatto. Nel frattempo il mio gruppo "storico" di amici del cuore si è dissolto da anni. Il ruolo non mi dispiace, mi permette di dare libero sfogo alla mia vena creativa e di sperimentare nuove idee (temi, ambientazioni, meccaniche, regolamenti interi...) sulle povere cavie che accettano di giocare con me. Ciò nonostante mi piace anche fare il giocatore, lo trovo rilassante, e vorrei riuscire a farlo più spesso. Ora sono curioso di sentire l'ipotesi che attanaglia @nolavocals... 🙂
  3. Messer Moretti fa una smorfia dubbiosa. È difficile che la siniscalca accetti di rinviare il processo. Ma è vero che le prove che dite di avere sono qualcosa di bello grosso. Si può tentare. Quindi voi dite di chiedere alla siniscalca di aspettare che arrivi la refurtiva, mostrargliela, dire che secondo voi è collegata al delitto, e poi chiedere un rinvio? Senza fare il nome del capitano? Beh... siete stati voi a scoprire queste cose. Perché non vi rivolgete direttamente alla corte? Se qualcosa non andasse come previsto... deciderete voi stessi cosa dire.
  4. Al sondaggio non ho risposto perché la mia risposta è ancora diversa, cioè "dipende dal mostro". Alcuni mostri sento che non hanno bisogno, nelle mie ambientazioni, di alcuna spiegazione o giustificazione (sono solo creature "naturali" di quel mondo, che è diverso dal nostro). Per altri posso inventare un'origine ad hoc, naturale, mitologica o artificiale. Altri ancora possono essere raggruppati in categorie con un'origine comune inserita in modo coerente nella storia del mondo. La tua interpretazione mi sembra molto simpatica, interessante e ben inserita nel contesto del tuo mondo. Faccio solo una domanda: i draghi sono intelligentissimi, significa che anche loro hanno abbandonato l'evoluzione Lamarkiana?
  5. @Masked00: Andross inizia a correre a perdifiato, mentre Zasheir ed Elured rimangono alla guida dei carri. In un quarto d'ora raggiunge la piazza principale, praticamente in contemporanea con Obrekt, che si è trattenuto a fare rapporto al mercante per cui lavora. Il processo è nelle fasi conclusive ma non è ancora finito. Il grande palco di legno su cui, nelle notti della fiera, sedevano il Duca e le autorità è stato attrezzato con un tavolo e un unico scranno. Su quello siede una donna umana piuttosto anziana, con capelli ricci grigi tagliati corti. È molto corpulenta e si muove a fatica. Porta una sfarzosa veste lunga di broccato e una collana di perle. Dev'essere la siniscalca, madama Giuditta dell'Ova, delegata dal Duca ad amministrare la giustizia. Di fronte a lei, Adele sta in piedi, in catene, sorvegliata a vista da una guardia. Tiene la testa alta e ha un'espressione sdegnosa e furente. La piazza è gremita di gente. Solo la prima fila, riservata ai nobili e ai cittadini illustri, è dotata di sedie, per il resto gli spettatori stanno in piedi. Guardie cittadine armate circondano, a coppie, tutto il perimetro. Seduta in prima fila riuscite a scorgere madama Ivana Aguineschi, la vedova, vestita di nero e pallida in volto. Accanto a lei ci sono da un lato il gabelliere Moretti, che spicca per il suo vestiario elegantissimo, dall'altro la gran sacerdotessa Guaglia, nel suo abito talare. Non lontano da loro è seduto il capitano Raghianti, con un sorrisetto di trionfo. Non vedete il Duca. Quanto al cancelliere Armandi, potrebbe essere uno dei notabili, ma non sapreste dirlo: non lo conoscete. Vedete che madama Ivana fa scorrere spesso lo sguardo qua e là, come se cercasse qualcuno. La siniscalca prende un appunto con una penna d'oca, quindi si schiarisce la voce e torna a guardare severamente Adele. Hai sentito le persone che ti accusano. Hai molti precedenti. Questa comunità è stata già molto indulgente con te, e finora l'hai ripagata solo con furtarelli e disprezzo delle regole. Potresti almeno rispondere alle domande. Sei sicura di voler continuare a far scena muta? Per tutta risposta, la giovane tiefling sputa platealmente per terra. La folla ha un mormorio di ostilità. L'espressione della siniscalca è disgustata. Una vera teppistella. Ma le prove contro di lei scarseggiano, capitano... Raghianti balza subito in piedi: Vossignoria, la prigioniera era l'unica sul luogo del delitto. Tace per non ammettere la sua colpa. L'incontro tra il compianto conestabile e messer il gabelliere, che lui ci ha gentilmente raccontato, era segreto, ma lei li ha sicuramente sentiti salire, come ha sentito lui scendere: tutto combacia! Solo la sfortuna, facendo precipitare la sua vittima dalla torre prima del tempo, le ha impedito di rapinarla e dileguarsi senza lasciare tracce! Monsignora Guaglia ribatte con foga: Il povero messer Aguineschi, che San Tocco lo abbia in gloria, è stato pugnalato alle spalle! Mi prendo cura di Adele da anni, e so che può essere... spigolosa, ma non è un'assassina! Se solo... Madama dell'Ova annuisce stancamente, e sospira: Lo so, lo so, monsignora, l'abbiamo già sentita due volte la vostra predica in materia. Risparmiateci la terza, ve ne prego. In quel momento madama Ivana vi vede, e si affretta a farvi cenno di avvicinarvi. Si alza in piedi, e Moretti, accanto a lei, cavallerescamente la imita. Si rivolge alla siniscalca: Chiedo venia, madama dell'Ova, avrei bisogno solo di un momento per conferire con alcune persone di fiducia. Si dirige quindi verso di voi. Moretti la accompagna. Vedete che la folla si volta a guardarvi con curiosità, parlottando. La vedova bisbiglia: Meno male che siete arrivati! Tobia vi ha trovati? Avete scoperto qualcosa? Ho cercato di guadagnare tempo ma... Interviene Moretti, lisciandosi i baffi: ...non abbiamo ancora fatto testimoniare Ravanello. Ivana mi ha raccontato tutto, ma l'ho messa in guardia: accusare un alto notabile senza abbastanza prove è un gesto molto rischioso. Non abbiamo un movente. Il pubblico è tutto contro Adele. Voglio sperare che abbiate qualcosa di interessante... Sono le 13:20. I due carri sono più o meno a metà strada tra l'ingresso della città e la piazza dove si sta svolgendo il processo.
  6. Non sono sicuro di aver capito, stiamo parlando di un videogioco o di un GdR "da tavolo"?
  7. @Casa:
  8. @Casa @Voignar
  9. @Lord Danarc, SPOLIER ALERT:
  10. Obrekt si allontana in fretta, tagliando per i campi. L'entrata più vicina della città, quella da cui siete usciti, è a una ventina di minuti di marcia, ma lui devia perché vuole entrare da un'altra porta, evitando la caserma delle guardie. Cerca di affrettarsi più che può. @Casa Andross, Elured e Zasheir caricano l'omaccio barbuto, unico prigioniero rimasto, su uno dei carri, e aggiogano rapidamente i buoi. Alle 12:35 sono pronti a partire. Il cammino dei carri carichi è lento, più di quanto non lo sia un uomo a piedi. Percorrete i sentieri sterrati di campagna sotto il sole a picco, senza un alito di brezza. I pochi contadini ancora indaffarati vi scrutano con curiosità da lontano, ma nessuno si fa appresso. Raggiunta finalmente la strada principale, bella larga e piana, vi avviate con decisione verso la città, le cui mura si vedono già chiaramente. Non l'avete ancora raggiunta quando un uomo di una certa età, che cammina in senso opposto al vostro, si ferma a guardarvi e poi si sbraccia per attirare l'attenzione e farvi fermare. Lo riconoscete come Tobia, il giardiniere-tuttofare di casa Aguineschi. Madama Ivana mi ha mandato a cercarvi, signori, ma ci ho messo un po' a trovare Monsignora Guaglia, che era stata convocata al castello. Poi lei mi ha dato le indicazioni per quel magazzino... ma per fortuna non sono dovuto arrivare fin là! La siniscalca, madama dell'Ova, è rientrata in città e il processo è stato convocato immediatamente. Di sicuro è già cominciato, a questo punto! Madama Ivana ha detto che farà il possibile per rallentarlo, ma non potrà fare molto. Vi prega di sbrigarvi! Sono le 13:00. Guardate le porte della città: stimate almeno altri cinque minuti per raggiungerle e un'altra mezz'ora per attraversare la città, con quei carri ingombranti, sempre che nessuno cerchi di fermarvi. A piedi fareste prima: venticinque minuti al massimo, in tutto, se camminate; e ancora meno se forzate l'andatura. D'altro canto, sui carri avete la refurtiva e il prigioniero. Che cosa decidete? @SamPey @Voignar @Masked00
  11. Esatto. E aggiungo solo che, da grande amante di Asimov, ho provato la stessa cosa (anzi, peggio) con il film Io, Robot, che ha fatto secondo me rivoltare il poveretto nella tomba. Concordo comunque al cento per cento con il tuo discorso. @Lord Danarc, @Alonewolf87, circa Demerzel, SPOLER ALERT:
  12. Ok! Allora io cerco di postare domani pomeriggio, se prima di allora avete qualcosa da aggiungere da parte vostra a quello che c'è in Avventura fate pure 🙂
  13. Buongiorno, bene! Io ho una connessione un po' incerta ma potrei esserci. Vediamo quando ci siamo tutti 🙂
  14. Credo che il discorso di @bobon123 (come d'altronde quello del post originale) vada oltre lo specifico confronto tra le edizioni 3.5 e 5 per fare considerazioni generali. Non ha detto che un sistema più semplice è necessariamente migliore. Ha detto (e condivido) che esistono due tipi di semplicità: la "semplicità negativa", che è la negazione di quella che ha chiamato "complessità": semplificare togliendo contenuti, scelte strategiche, varietà di situazioni; la "semplicità positiva", che è la negazione di quella che ha chiamato "complicazione": semplificare senza togliere contenuti, scelte strategiche, varietà di situazioni, ma rendendo più agevole, diretta, intuitiva l'interfaccia verso quegli stessi contenuti, scelte, situazioni. Ha poi ammesso, credo (e anche qui concordo), che la quinta edizione, rispetto alla 3.5, ha sia una maggiore "semplicità negativa" che una maggiore "semplicità positiva". Quindi la scelta tra le due è opinabile, è appunto questione di gusti: ognuno di noi sceglierà se la maggiore complessità (cosa bella) della 3.5 vale la candela della sua maggiore complicazione (cosa brutta). Ha però concluso che non è corretto generalizzare asserendo che qualunque richiesta di maggiore semplicità sia necessariamente un sintomo di stupidità / instupidimento: è invece una richiesta perfettamente naturale e comprensibile, che andrebbe solo incanalata, da parte dei designer, verso una maggiore "semplicità positiva" anziché "semplicità negativa".
  15. La complessità non è un pregio (come ben sa chi ha avuto a che fare, ad esempio, con la burocrazia del nostro amato paese); la complessità è un costo, quindi deve corrispondere a un beneficio pari o superiore, altrimenti è dannosa. Con questo non voglio criticare i gusti di nessuno, sia chiaro: sono un grande amante della 3.5 e penso che i gusti di tutti vadano rispettati; oltretutto è solo un gioco. Ma credo che sia troppo duro, e forse troppo facile, liquidare la richiesta di semplicità (di interfacce meno sofisticate) come un sintomo dell'instupidimento delle masse. Penso invece che sia il sintomo che i creatori del gioco non sono riusciti ad offrire a codeste masse dei benefici sufficienti a giustificare la complessità proposta, o, se i benefici ci sono, non sono riusciti a comunicarli in modo adeguato. Oltretutto, la "complessità" non è un valore oggettivo ma dipende dalla percezione, che varia da persona a persona. Nel mio piccolo ho il pallino dello sviluppo di regole alternative e perfino di interi regolamenti. E mi rendo conto sempre di più di come la complessità percepita da me (che conosco bene le regole, le maneggio tutti i giorni, vedo chiaramente il senso che c'è dietro) è quasi sempre molto minore rispetto alla complessità percepita dai giocatori. Ma è la loro percezione che conta, perché sono loro i miei utenti, le persone che devo andare a soddisfare e divertire. Quindi, o riesco a far loro percepire anche i vantaggi in modo almeno altrettanto "forte", o devo rassegnarmi a semplificare. È giusto così.
  16. Iniziare con avventure già pronte, come suggerito da @Pippomaster92, è senz'altro il consiglio migliore. Se e quando arriverai a scriverne una tua, la mia raccomandazione è di partire innanzitutto dall'obiettivo (lo scopo dei PG, il risultato da ottenere per "vincere" l'avventura). Molte fonti di spunti/idee che si trovano online si concentrano invece sull'aggancio (la situazione iniziale, diciamo), e spesso le persone equivocano credendo che sia quello il miglior punto di partenza per progettare l'avventura; ma conviene fare il procedimento inverso: dalla fine verso l'inizio. Saluti!
  17. Ciao, mi interesserebbe sapere quali problemi hai incontrato in questi sedici anni di campagne, cosa è andato storto e come hai cercato di risolverlo. Se è fuori tema possiamo anche parlarne in privato, se vuoi: scrivimi pure. Per il resto, solo riguardo a D&D e affini, non so se sei mai capitato sul mio blog, ma mi permetto di pubblicizzartelo perché riguarda proprio quello che hai messo nel titolo, "trucchi da DM". Ha alcune sezioni che potrebbero aiutarti: Per quanto riguarda la preparazione della "trama" (anche se è un termine che trovo improprio, perché la trama è quello che succede al tavolo, non è che si prepara prima): https://dietroschermo.wordpress.com/indice/home-page-della-serie-progetta-le-tue-avventure/ Per quanto riguarda i dungeon: https://dietroschermo.wordpress.com/indice/home-page-della-serie-crea-il-tuo-dungeon/ Per quanto riguarda il setting (ma ricorda che crearne uno personalizzato non è necessario): https://dietroschermo.wordpress.com/indice/home-page-della-serie-crea-la-tua-ambientazione/ Come ha detto @Checco, fammi sapere se la domanda riguarda prevalentemente D&D e affini (nel qual caso sposto il topic). Se invece riguarda altri giochi, la mia risposta è inutile 😅, e sarebbe utile specificare quali per aiutarci nella risposta. Ad esempio, in molti giochi cosiddetti "narrativi" la creazione del setting è un atto collaborativo che coinvolge i giocatori e fa proprio parte della prima sessione, non è compito del master.
  18. Come dice giustamente Ian, D&D 5 è molto più semplice, oltre che più recente. La differenza chiave tra Pathfinder 1 e D&D 5 è che il primo dedica molto più spazio a quel "gioco nel gioco" che è la creazione e personalizzazione del personaggio, scegliendo e combinando le varie capacità, opzioni e così via. Questo aumenta notevolmente la complessità e la quantità di materiale disponibile. D&D 5, d'altra parte, è più semplice e lineare, con meno meccaniche e meno scelte da fare; questo la rende più accessibile, specialmente per i neofiti, ma può renderla meno soddisfacente per chi ricerca specificamente la possibilità di fare "build" complesse. Si tratta, quindi, di capire quanto questo aspetto conta per te. Aggiungerei un altro consiglio: se non hai mai giocato prima, qualunque versione tu scelga, non dedicarti a "studiare" le regole in astratto, a meno che non sia proprio l'approccio per te più congeniale, quello che non ti pesa. Per esperienza ho notato che la cosa migliore, per la maggior parte delle persone, è iniziare a giocare e imparare giocando, piuttosto che studiarsi un "librone" come se fosse un esame universitario. Poi, per carità, le persone sono diverse, e io stesso mi trovo bene a ingerire un quintale di dati prima di passare al gioco vero e proprio, ma in generale l'approccio che ho trovato più efficace per i neofiti è prima giocare, e poi imparare le regole.
  19. Ciao, anche io andrò in ferie, non la prossima settimana ma quella dopo sì. Direi che possiamo semplicemente rallentare il ritmo: finché ce la facciamo ok, altrimenti aspetteremo che la gente riesca a postare, non ci rincorre nessuno. Grazie per le info! 🙂
  20. @Masked00: @Casa: Andross fa la sua proposta di dividere il gruppo e andare a chiamare le guardie cittadine per portarle sul posto. I prigionieri non sembrano reagire in alcun modo particolare a quell'idea: d'altronde Obrekt ha già detto a tutti loro, tranne il capo (l'omone barbuto che aveva la balestra), che possono andarsene. Li vedete allontanarsi dapprima con cautela, un passo alla volta, senza darvi le spalle, increduli; quindi, appena giunti oltre i carri, voltarsi e darsela a gambe di gran carriera lungo il sentiero, nella direzione che si allontana dalla città. Zasheir ed Elured sembrano propensi a usare i carri tenendoli come prove. Si dedicano, quindi ad aggiogare i buoi in modo da poterli mettere in moto, senza toccare ulteriormente il carico. L'idea è rifare a ritroso lo stesso percorso fatto all'andata: prevedete che ci vorrà una mezz'ora ad arrivare alle porte della città con i carri carichi, e un'altra mezz'ora ad arrivare alla piazza principale oppure alla villa del gabelliere Moretti, se è a lui che Elured stava alludendo. Obrekt, però, non è affatto convinto dell'idea di passare così vicino alla caserma delle guardie cittadine: lui si dice deciso a cercare un altro accesso, e si avvia per conto proprio. L'omone barbuto incrocia le braccia e vi guarda, diffidente: Beh, e io? @tutti:
  21. @PioloHK, forse sarebbe utile se indicassi un limite di tempo (battere il T. 1v1 in N round). Come hanno detto gli altri, il metodo più semplice è tenersi fuori portata ed eroderlo piano piano. Questo rende il combattimento un po' noioso, ma soprattutto costringe a riflettere sul significato di "battere". Se ci immaginiamo PG e T. rinchiusi in una sorta di arena dimensionale da cui solo uno può uscire vivo, le tecniche proposte sono sicuramente le migliori. Generalmente, però, il problema da risolvere non è tanto il T. in sé quanto i disastri che sta causando: "batterlo" vuol dire soprattutto impedirgli di distruggere un certo luogo, o simili. Allora il fattore tempo diventa determinante (e lo scontro più divertente).
  22. @Masked00, @Casa:
  23. @SamPey @Voignar:
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