Il vecchio vi guarda. Sospira. Calmi, sedetevi pure. Non ho intenzione di farvi del male, anche perché, se siete fuggiti a tutte quelle peripezie, di sicuro sapreste difendervi bene da un vecchio. si accomoda. Io sono Vipera Aspis. Le lettere sono tutte quelle che scambiai con il mio caro amico, Jormungand, prima che mi tradisse. Eravamo stregoni potenti, lui era un dio, certo, e io il suo protetto. Eravamo amici. Ci aiutavamo l'un l'altro. Io con i miei saper e lui con i suoi. Un giorno decise di farmi diventare immortale. Io, contento, accettai la proposta. Lui, che però era molto sibillino e pianificava sempre la sua salita al trono, mi ingannò. Creò una versione migliore di me, la versione che vi ha spedito qui, o almeno apparentemente più forte. Non sarebbe mai morta, e io sarei stato prosciugato da lui e dal Serpente. Mi disse: di che ti lamenti, amico mio? Tu starai per sempre nella tua casetta, senza morire, e la tua versione migliore starà nella sua! il vecchio sospira, prima di riprendere. E così fu. Mi imprigionò qui, e l'altro venne assoggettato da quella bestia! Quando scomparve, Vipera Aspis, l'altro, cercò in tutti i modi di riportarlo qui. Ogni anno spediva cacciatori, e ogni anno questi morivano! Ma non si sarebbe mai stancato, e ora ha mandato a morire voi. Avete scelto questa porta, e siete venuti da me. Se aveste scelto quella dell'insetto, avreste trovato il cimelio, nella tana degli Ankheg!