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raemar

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di raemar

  1. sai cosa, è che se penso alle tipiche domande che un poliziotto medio farebbe a un presunto medium, non mi vengono in mente quelle che tu hai inserito (intendo le tre che coppieri non ha fatto e che di marzo ripete nel dialogo immaginario, le altre vanno benissimo).. magari potresti inserire domande che esulano dal caso in questione: ad esempio, il poliziotto medio, mediamente stupido e curioso di fronte a una cosa che non conosce e/o comprende, potrebbe trovarsi a chiedere quanti casi ha risolto grazie alle sue visioni, se ha mai parlato con un morto, se può mettersi in contatto con la nonna defunta, se sa chi ha ucciso kennedy, cose di questo tipo.. si sdrammatizza un po' ironizzando sulla stupidità media di una persona di fronte a un fenomeno di questo genere, senza però perdere il filo.. è solo un'idea..
  2. raemar

    Nuova campagna in 4ed

    per la mia esperienza, sia di giocatore che (scarsa) di dm, ti sconsiglio fortemente di delineare solo gli aspetti principali di una ambientazione in progress, a meno che tu non abbia dei giocatori che seguono per filo e per segno quello che tu dai loro in pasto (o a meno che questo non sia il tuo obiettivo, ma non mi pare).. alla prima domanda fuori da ciò che hai preparato o sei un brillante improvvisatore o ti troverai in difficoltà, e non è mai bello avere un dm in difficoltà.. insomma, anch'io adoro avere libertà, ma una base è bene averla e quanto più è solida meglio è.. io mi sto trovando bene con l'atlante di greyhawk, una trentina di pagine che danno solidità e lasciano ampi margini di manovra.. in più, su internet trovi una quantità di materiale impressionante per approfondire determinati fatti, aree, regioni, personaggi, ecc..
  3. perché ho bisogno di smussare gli angoli, intessere rapporti, ritrovare la socialità, risentirmi parte di qualcosa.. rediscover communication.. - tool I know the pieces fit cuz I watched them fall away Mildewed and smoldering. Fundamental differing. Pure intention juxtaposed will set two lovers souls in motion Disintegrating as it goes testing our communication The light that fueled our fire then has burned a hole between us so We cannot see to reach an end crippling our communication. I know the pieces fit cuz I watched them tumble down No fault, none to blame it doesn't mean I don't desire to Point the finger, blame the other, watch the temple topple over. To bring the pieces back together, rediscover communication The poetry that comes from the squaring off between, And the circling is worth it. Finding beauty in the dissonance. There was a time that the pieces fit, but I watched them fall away. Mildewed and smoldering, strangled by our coveting I've done the math enough to know the dangers of our second guessing Doomed to crumble unless we grow, and strengthen our communication. Cold silence has a tendency to atrophy any Sense of compassion Between supposed lovers/brothers
  4. TU sei responsabile del fatto che io oggi non lavorerò più..
  5. e se invece i malati fossimo noi e lui avesse capito tutto? io credo che ci siano più assurde coerenze nei suoi lavori, e questo è quello che adoro di lui.. in fondo, non c'è mai un solo punto di vista.. per inciso, inland empire è maestoso.. mulholland drive semplicemente la più grande storia d'amore mai raccontata.. e qui chiudo, che ci vorrebbe un topic a parte..
  6. hai ragione, in rete c'è una gran voglia di pubblicare e una totale mancanza di impegno nella lettura.. quando ho aperto il tuo topic, ammetto di averlo fatto per ricambiare il 'favore'.. tuttavia, sono lieto di essermi sentito in debito, perché il tuo breve racconto mi è piaciuto: decisamente hai scelto un genere e un tema piuttosto inflazionati dalla letteratura e dalla narrazione in generale, eppure, probabilmente con lo stile, sei riuscito a non rendere il tutto banale e scontanto.. mi piace come entri nella scena, hai uno stile descrittivo che, se posso permettermi, sento molto mio, nel senso che somiglia molto all'approccio che io ho alle situazioni descritte (mi immagino una sorta di telecamera che va in giro per l'ambiente e raccoglie dettagli a destra e a sinistra, non necessariamente pertinenti alla storia, ma che danno un senso globale impagabile nella lettura..) forse, se devo trovare una cosa negativa, il dialogo preparato tra il poliziotto medio e di marzo è un po' tirato (impressione mia personale è stata che avessi esaurito le domande tipiche e volessi tirarla ancora un po' in lungo).. ed eviterei "anche se fossi uno abituato dal mestiere": non è un errore, ma meglio "al mestiere", così mi suona male.. poi sono le piccole cose che rendono bello un racconto.. ad esempio, geniale quanto semplice l'idea di mettere nomi italiani.. bravo.
  7. raemar

    I miei racconti

    che dire, grazie, anche solo per aver preso un po' di tempo per leggere le mie cose.. ti dirò che il racconto era nato "più dark", e anche più "pulp", però poi mi sono detto "ehi, è una fiaba, lascia un attimo da parte i tuoi gusti e pensa a come vorresti che tuo figlio la leggesse".. insomma, mi piaceva l'idea di mettermi a confronto con un genere ben definito.. ci ho provato.. hai ragione, forse mi ha un po' influenzato la passione per csi.. ancora una volta, sono d'accordo.. concessaci, concessacivi, concessavicisi.. mi sono lasciato prendere dallo spirito della marchesini (non che sia morta).. grazie, grazie e ancora grazie.. sì, ho altre cose, per lo più incomplete, che devo recuperare (nel senso che non so realmente dove stiano) e sistemare.. quando riesco le posto.. grazie (l'avevo già detto?)..
  8. lynch è il mio regista preferito (o forse uno dei preferiti), ho scoperto twin peaks grazie a ghezzi che ha passato entrambe le stagioni all'una di notte nel periodo in cui io mi preparavo per la tesi (si parla di quattro anni fa).. cioè, io stavo sveglio fino all'una di notte, iniziavo la registrazione, poi andavo a nanna e guardavo l'episodio il giorno dopo, perché vederlo di notte, al buio, solo, no grazie! recentemente ho acquistato il cofanetto che ha mostrato anche aerys, lo aspettavo da tempo.. la serie è molto intrigante, ha in sé parecchio del cinema di lynch, e diciamo che è sicuramente consigliata a chi si lascia trasportare da sensazioni come l'inquietudine e la paura, facendosi cullare da quell'adrenalina un po' malsana ma allo stesso tempo incredibilmente appagante canalizzata nel puro terrore.. non so cosa ho detto, e questo fa molto twin peaks.. scherzi a parte, lynch è uno dei pochi registi che riesce, a mio parere, a fare iniziare un film (o anche un episodio di una serie) nel momento in cui finisce.. questo, insieme a una capacità unica di entrare nella mente umana, fa dei suoi lavori un'opera in continua evoluzione, sempre stimolante.. twin peaks, trattandosi di una serie, è l'apoteosi di questo discorso.. da vedere (accompagnati)..
  9. raemar

    -Noi- (IV)

    c'è un'intensa storia dietro.. io sono di bologna e per tre anni ho lavorato a imola, quindi mi faceva comodo fermarmi a toscanella di rientro la sera.. in quel periodo ho conosciuto la mia ragazza, che viveva a forlì, quindi mi faceva sempre meno comodo.. ora mi sono trasferito a forlì con lei e ho pure cambiato lavoro, con sede a castel san pietro terme.. per la serie, la via emilia è il mio dominio..
  10. raemar

    -Noi- (IV)

    il mio rapporto con la palestra è, come dire, conflittuale.. sono stato in quella palestra con un abbonamento trimestrale un paio d'anni fa, mi sembra.. non ricordo di averti visto, ma a dire il vero non ricordo praticamente nessuno (tra le mie abilità, *socializzare* non è propriamente di classe ).. stiamo andando ot, mi sa..
  11. passeggiando in libreria, mi è caduto l'occhio (e buona parte della mia curiosità) su questo libro di tale patrick rothfuss.. ora, probabilmente non ho bisogno di nuovi libri da leggere e sicuramente non ho bisogno di nuovi libri fantasy da leggere (per di più di 800 e rotte pagine), ma per caso qualcuno ne sa qualcosa o lo ha letto? grazie in anticipo.. alla fine non ho saputo resistere e ho comprato questo libro.. sarà per la copertina.. sarà per il titolo.. sarà per l'incipit.. 'era di nuovo notte. la locanda della pietra miliare era in silenzio, e si trattava di un silenzio in tre parti.' sarà per la dedica.. 'a mia madre, che mi ha insegnato ad amare i libri e mi ha aperto la porta per narnia, pern e la terra di mezzo. e a mio padre, che mi ha insegnato che se avevo intenzione di fare qualcosa, dovevo prendere il tempo che ci voleva e farla bene.' ho sensazioni positive.. quando avrò finito di leggerlo, cioè credo fra un anno, spero di poterle confermare in questo topic (se qualche mod vuole unire i miei due post..)..
  12. sei così lontana.. e non posso veramente fare niente per il tuo dolore.. vermilion (pt. 2)- slipknot She seemed dressed in all of me Stretched across my shame, All the torment and the pain Leaked through and covered me. I'd do anything to have her to myself, Just to have her for myself. Now I don't know what to do, I don't know what to do When she makes me sad. She is everything to me, The unrequited dream, The song that no one sings, The unattainable. She's a myth that I have to believe in, All I need to make it real is one more reason. I don't know what to do, I don't know what to do when she makes me sad. But I won't let this build up inside of me. I won't let this build up inside of me. I won't let this build up inside of me. I won't let this build up inside of me. A catch in my throat choke Torn into pieces I won't. No. I don't want to be this but I won't let this build up inside of me (won't let this build up inside of me) She isn't real. I can't make her real. She isn't real. I can't make her real.
  13. forse allora ho capito male, mi spiace.. comunque, per la conquista del mondo, non sei mica solo.. sarà un problema poi spartirselo, ma intanto pensiamo a conquistarlo, no? ;-)

  14. raemar

    -Noi- (IV)

    molto belle, soprattutto il cielo.. si stenta a credere che sia veramente di quel blu! massimo rispetto per voi che siete riusciti a fare ciò per cui io avrei bisogno di almeno un anno di preparazione (e questo, me ne rendo conto, mi tiene lontano da posti stupendi).. p.s.: nelle foto ho riconosciuto il mio vecchio istruttore della palestra.. il mondo è piccolo..
  15. se è vero ciò che ho letto, sono molto felice per te.. grande vin! ti vedo presto a dare ordini di conquista del mondo al mini balder.. ok, sto precorrendo i tempi.. :-D

  16. raemar

    -Noi- (IV)

    alzi la mano chi è stato in africa! eccolo, il mio resoconto dal camerun, in foto e (piccoli) video.. salute a tutti! p.s.: maledetto flickr che mi ha fatto dannare coi video.. piccoli trailer Spoiler: a kribi, appena arrivati, dopo un viaggio estenuante il parco di waza.. e la sensazione di essere piccoli.. narcisismo? sì, sì.. mi paleso al forum.. a limbe, che momento meraviglioso..
  17. raemar

    I miei racconti

    dio salvi il demiurgo! grazie per il commento, sono lieto che ti sia piaciuto..
  18. sono con te.. in the arms of sleep - smashing pumpkins Sleep will not come to this tired body now Peace will not come to this lonely heart There are some things I'll live without But I want you to know that I need you right now I need you tonite I steal a kiss from her sleeping shadow moves Cause I'll always miss her wherever she goes And I'll always need her more than she could ever need me I need someone to ease my mind But sometimes a someone is so hard to find And I'll do anything to keep her here tonite And I'll say anything to make her feel alright And I'll be anything to keep her here tonite Cause I want you to stay, with me I need you tonite She comes to me like an angel out of time As I play the part of a saint on my knees There are some things I'll live without But I want you to know that I need you right now Suffer my desire Suffer my desire Suffer my desire for you
  19. raemar

    I miei racconti

    no, scherzi a parte, un qualche mod o admin può modificare il terribile titolo che diedi a questo thread a suo tempo? un "i miei racconti" sarebbe più gratificante, o anche "i miei (mezzi) racconti", "i miei scritti", "i miei poemi", "i miei patemi", insomma, qualunque cosa va bene.. detto questo, riesumo questo spazio perché mi è tornata voglia.. e lo faccio riprendendo una favola che avevo scritto su espressa richiesta di una mia ex che mi chiese, in un momento molto tenerorso, di raccontarle la storia della befana.. sul momento feci il burbero, poi il mio essere romanticone ebbe il sopravvento e scrissi questo (poi riveduto e corretto).. se ve lo state chiedendo, no, non sono un pedofilo e non stavo con una bambina (almeno non anagraficamente) e no, non mi ha lasciato dopo aver letto questa favola.. ----- la leggenda di bheor e phània Spoiler: Viveva un tempo, in una terra lontana, un re potente e ammirato, temuto dai nemici e benvoluto dai sudditi. Il suo regno era in guerra ormai da moltissimi anni, da quando ancora egli era niente più che un audace giovinetto intento a giocare con spade di legno contro mostri e draghi partoriti dalla sua fantasia. Il re aveva una figlia, di nome Phània, tra le fanciulle la più bella, tanto che in tutto il mondo conosciuto veniva chiamata “Phània la lucente”: i suoi capelli, lunghi fino alla vita, erano del colore dell’oro, e nulla sembrava poter competere con essi in quanto a splendore; il suo viso pareva essere stato plasmato dal più abile degli scultori direttamente sul più prezioso dei materiali che la natura avesse donato all’uomo; il suo corpo riconosceva e ampliava in ogni forma l’armonia di ciò che le stava intorno. Si sussurrava che a volte, quando usciva dall’acqua, o si alzava da terra, o raccoglieva frutti dai rami, le sue ancelle faticassero a distinguerla dal mondo che la circondava, tanto il suo essere era in equilibrio con esso. Phània era l’unica figlia che la regina fosse riuscita a partorire. Il re amava troppo la moglie per ripudiarla e cercare un’altra donna che fosse in grado di dargli un erede. In più, riusciva a scorgere nella sua bambina una tale sintesi di bellezza, amore e saggezza che era certo gli Dèi non gli avrebbero concesso una così grande gioia del cuore una seconda volta. Nell’arco di una vita il sovrano era riuscito a estendere il suo regno quasi fino al limite del mondo conosciuto. Tuttavia, un’ampia fascia di terra restava ancora nelle mani del suo più acerrimo nemico. Un po’ per l’età, un po’ per il desiderio prioritario di trovare un buon marito per la figlia (e quindi, un buon futuro re), egli esitava a lungo prima di sferrare l’attacco finale. Giunse un giorno al castello un’ambasciata guidata dal principe figlio del suo rivale. Il re ne fu estremamente sorpreso, ma la sua meraviglia giunse al culmine quando sentì parlare il suo interlocutore in questo modo: “Sire, il vostro regno e quello di mio padre sono in guerra da molto, troppo tempo. Non intendo mancarvi di rispetto, ma fra pochi anni la vostra forza cesserà di pulsare e lo stesso varrà per il mio amato genitore. Ora, voi non avete discendenza maschile e io non desidero far crescere i miei figli nello stesso scenario di morte e distruzione che ha accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza. Datemi in sposa vostra figlia e vi prometto che la pace regnerà sulle nostre terre unite fino a che ciò dipenderà dalla mia volontà.” Lo smarrimento del re di fronte a questa proposta era tale che solo le parole della regina riuscirono a farlo tornare in sé. “Nonostante l’importanza della questione, sia nostra figlia a decidere. È giovane, certo, ma intelligente abbastanza, e pura di cuore, per compiere una scelta assennata.” Quando Phània entrò nella stanza del trono le fu spiegata la situazione e subito lei andò intimorita alla ricerca degli occhi dei genitori per riceverne un seppure accennato consiglio. Il principe le si avvicinò e le prese una mano. Fu solo un istante. Phània incrociò il suo sguardo e comprese che il suo sposo non avrebbe potuto essere lui. Ella ritrasse la mano tra i mormorii di disapprovazione di tutti i presenti. Di certo dovettero pensare alla leggerezza tipica della giovane età della ragazza, la quale non avrebbe altrimenti potuto non provare nobili sentimenti per quel principe così bello e dai modi gentili. Presto, tuttavia, dovettero ricredersi. Non appena intuita la sentenza, il giovane che stava di fronte alla principessa mutò le sue sembianze e si trasformò in una vecchia strega anziana e decrepita. “Tu hai osato sfidarmi!”, stridette la sua voce. “Che tu sia maledetta! E con te il tuo nome e la tua discendenza”. Svanì quindi nel nulla, non senza aver sussurrato tra i denti: “Avrò la mia vendetta!”. Nei giorni successivi, mentre gli uomini che avevano accompagnato il principe all’interno del castello venivano interrogati per capire chi fosse il mandante di un tale affronto, il re aveva già puntato tutti i suoi sospetti sul sovrano nemico, il cui intento era evidentemente quello di rapire la figlia così da poterla poi scambiare con una resa incondizionata. Quando giunse la conferma dalle guardie, il re aveva già delineato un piano di azione, forse maggiormente guidato dal furore che non dalla ragione. Tutto venne preparato per un lungo assedio. Furono scelti gli uomini più valorosi, i destrieri più adatti al combattimento e allo stesso tempo più veloci nel coprire lunghe distanze, le armature più resistenti, le spade e gli archi più letali. Furono messi all’opera i migliori ingegneri per la costruzione delle catapulte, delle torri d’assedio e degli arieti. Un’intera città era ormai pronta al di fuori delle mura in attesa di mettersi in moto. Durante i preparativi per la spedizione, un giovane guerriero di nome Bheor ebbe più volte modo di consigliare per il meglio il sovrano nell’allestire quell’immensa macchina distruttrice. Nonostante la giovane età, egli si era già distinto nelle precedenti battaglie e nei tornei come uomo valoroso e impavido, incredibilmente intelligente anche nelle situazioni più difficili. Poco prima di partire, il re lo chiamò a servire nella sua guardia personale. Bheor passò molto tempo al castello in quei mesi e non poté rimanere indifferente di fronte alla bellezza della giovane Phània, la quale a sua volta dimostrò di gradire le attenzioni del ragazzo, essendo lui l’unico uomo, a parte suo padre, con cui si fermasse a conversare. Giunse il giorno della partenza. Mentre tutti si allineavano secondo gli ordini ricevuti, Bheor spezzò per un momento quella perfetta sincronia di movimenti per avvicinarsi a Phània, così da passarle un piccolo oggetto. Si trattava di un pezzo di legno lavorato a mano, su cui erano stati incisi i nomi dei due giovani. La principessa non riuscì a trattenere il rossore sul viso e il re suo padre, accortosi dell’episodio, si avvicinò deciso ai due. Nel cuore di Bheor per un istante comparve un sentimento simile al pentimento per quel gesto avventato, che si doveva senz’altro a quella forma particolare di coraggio concessaci nei momenti in cui sappiamo di dover partire. “Ascoltatemi bene tutti!”, richiamo a sé l’attenzione il re. “Ci apprestiamo a partire per una battaglia, dalla quale non torneremo se non vincitori.” Qualche grido si alzò, ma un gesto del sovrano non faticò a spegnere l’entusiasmo. “Non sono un veggente, ma se gli Dèi ci concederanno la vittoria, stabilisco ora che al nostro ritorno mia figlia andrà in sposa a Bheor, mio fedele compagno d’armi, mio consigliere, mio figlio.” La folla questa volta non ebbe freni, né qualcuno li impose, ed espresse il suo consenso come meglio poté. Bheor sorrise a Phània, e questa ricambiò. Una lacrima, senz’altro di gioia, solcò il suo viso, e quella fu l’unica vittoria che ella concesse all’amore, poiché ben sapeva quanto delicata fosse la situazione. Passarono le settimane, quindi i mesi, e non vi furono notizie, fino a quando un gruppo di cavalieri con il vessillo del re si avvicinò al castello. La regina, che ormai aveva trasferito le sue stanze nella torre più alta per scrutare l’orizzonte, corse loro incontro. “Quali notizie?” “Il nemico è sconfitto, mia regina. Il re in persona lo ha ucciso.” “Dove si trova ora? Al castello?” “Mia signora e regina, ciò che vedete di fronte ai vostri occhi sono i resti della nostra vittoria.” La regina allora diede forma al sentimento che già albergava nel suo cuore da giorni. Il marito era morto, con lui il promesso sposo di sua figlia. Stando a quanto raccontarono i superstiti, quando ormai l’esercito nemico, compreso il rivale del re, giaceva morto sul campo di battaglia, un enorme drago era spuntato dalle montagne dietro al castello e si era lanciato con imprevisto impeto proprio contro il sovrano e il giovane guerriero, facendoli svanire tra le fiamme che la sua bocca sputava. Appresa la notizia, Phània pianse a lungo, con la madre che cercava di consolarla pur avendo in petto un dolore forse più grande di quello della figlia. Passarono alcuni mesi. La pace regnava, ma la tristezza era ancora compagna della corte. Un giorno, mentre faceva il bagno nel lago, Phània fu richiamata da una voce nella foresta. Era certa che non potesse essere, eppure le pareva che fosse Bheor a guidarla tra gli alberi e gli arbusti pronunciando più volte il suo nome. Giunta in una radura, la voce cessò. Phània stava per voltarsi e tornare indietro quando un’altra voce, stavolta stridula e maliziosa, prese il posto della prima: “Ti ho ingannata. E ho avuto la mia vendetta. Su tuo padre e sul tuo promesso sposo.” La strega era comparsa a fianco del tronco di un albero, la stessa strega che si era presentata sotto le false sembianze del principe nemico e che l’aveva maledetta. “Il mio potere è quello di assumere varie forme. Sono riuscita a confondere quegli allocchi semplicemente con qualche minuscola fiamma. Alla vista del drago, avrebbero certo voluto fuggire per lo spavento, ma le gambe hanno fallito e il loro cuore ha ceduto mentre credevano di essere avvolti nelle spire del fuoco.” Una risata sinistra si levò da quell’essere, andando ad attutire i rumori della foresta. Phània non comprese subito cosa stesse succedendo. In pochi secondi la sua mano strinse un sasso a terra e lo scagliò con brutale forza contro la vecchia che, certamente sorpresa da quella reazione, crollò a terra inerme. Quando tornò in sé, la giovane principessa comprese che il dolore, la disperazione e la derisione l’avevano portata ad agire contro ragione con quella parte di noi che, per timore, teniamo sempre nascosta. Non poté fare a meno di ricordare le leggende che le venivano raccontate quando era una bambina: chi toglie la vita a una strega, ne assume i poteri. Aveva già chiaro in testa cosa doveva fare. Tornò al castello, prese poche cose, salutò la madre con un bacio, dicendole che sarebbe partita per un viaggio. La regina capì che non l’avrebbe più rivista, ma non fu capace di fermarla, poiché avrebbe significato andare contro il suo volere. Phània rientrò nel bosco, strinse nel pugno il piccolo oggetto di legno che Bheor le aveva donato prima di partire. Non avrebbe amato un altro uomo. Non avrebbe concesso agli altri uomini di guardarla con desiderio. Pensò alla strega. Sollevò le mani e queste erano divenute grinze, vecchie, con lunghe unghie che parevano artigli. Riflesse il suo viso nell’acqua del lago e nulla era rimasto del suo precedente aspetto: era simile in tutto e per tutto a quella vecchia causa della sua disgrazia. Prese a girovagare per il mondo. Dopo molti anni, il primo essere vivente che le rivolse la parola fu un bambino. Nessuno mai aveva osato anche solo guardarla, proprio come lei aveva desiderato. Il bambino, tuttavia, la fissò negli occhi e sembrò poter mirare la bellezza che un tempo era stata. “Hai un regalo per me?” Phània fu talmente sorpresa che il bambino dovette ripetere la domanda. “Hai un regalo per me?” La principessa frugò nelle tasche e nel fagotto che aveva con sé, ma non riusciva a trovare nulla che potesse avere sufficiente valore da ricambiare l’attenzione di quel bambino. Alla fine, trovò qualcosa. “Tieni.” Sorridendo, gli diede il prezioso dono che Bheor le aveva fatto. “Oh, è bellissimo!”, fece il bambino. “Grazie signora!”. Quindi si voltò e si mosse per ritornare a casa. Prima di scomparire nella foresta, però, chiese: “è questo il tuo nome? Bhephània?”. Il tempo aveva roso le lettere sul legno. Phània sorrise di cuore, come da anni non le capitava più di fare, e rispose: “Sì, tesoro, è proprio quello il mio nome”.
  20. apprezzo l'intento di non flammare e lo farò mio, pertanto ti dico che potrei aver sottostimato la tua domanda o potrei averla compresa male.. ma.. se intendi dire che dato un incontro qualunque si sa già a priori chi vincerà (ovvero presumibilmente i pg), non mi sembra questa grande rottura con il passato e mi sento di dire vivaddio che è così.. insomma, il party deve sopravvivere e i mostri perire, mi sembra sia questa la logica di qualunque gioco di ruolo, o no? poi, chiaro, ci sono le serate no ai dadi, quell'incantesimo (o potere) che proprio non ci aspettavamo, il giocatore che fa la cavolata, ma in linea di massima il party sopravvive..
  21. nella mia vita.. spero di non aver creato false speranze..
  22. un gruppo che ritorna, in questo periodo.. down in a hole - alice in chains Bury me softly in this womb I give this part of me for you Sand rains down and here I sit Holding rare flowers In a tomb...in bloom Down in a hole and I dont know if I can be saved See my heart I decorate it like a grave You dont understand who they Thought I was supposed to be Look at me now a man Who wont let himself be Down in a hole, feelin so small Down in a hole, losin my soul Id like to fly, But my wings have been so denied Down in a hole and theyve put all The stones in their place Ive eaten the sun so my tongue Has been burned of the taste I have been guilty Of kicking myself in the teeth I will speak no more Of my feelings beneath Down in a hole, feelin so small Down in a hole, losin my soul Id like to fly but my Wings have been so denied Bury me softly in this womb Oh I want to be inside of you I give this part of me for you Oh I want to be inside of you Sand rains down and here I sit Holding rare flowers (oh I want to be inside of you) In a tomb...in bloom Oh I want to be inside... Down in a hole, feelin so small Down in a hole, losin my soul Down in a hole, feelin so small Down in a hole, outta control Id like to fly but my Wings have been so denied
  23. would? - alice in chains Know me broken by my master Teach thee on child of love hereafter Into the flood again Same old trip it was back then So I made a big mistake Try to see it once my way Drifting body its sole desertion Flying not yet quite the notion Into the flood again Same old trip it was back then So I made a big mistake Try to see it once my way Into the flood again Same old trip it was back then So I made a big mistake Try to see it once my way Am I wrong? Have I run too far to get home Have I gone? And left you here alone If I would, could you?
  24. raemar

    La prigione

    ora mi piacerebbe capire se questa follia è fine a se stessa o se si intreccia con qualcosa di più complesso, una storia, una trama, un racconto lungo. scrivi bene, scrivi molto bene, padroneggi il linguaggio e il ritmo in modo esperto, mi piace il tuo stile che dice e (soprattutto) non dice. attenta però, se non dai una forma alla follia, rischi di perderti in essa (te lo dice uno che ne ha esperienza, letterariamente parlando). fuor di metafora, dai un senso a questo piccolo brano, svisceralo, costruiscici attorno qualcosa di più concreto, aggancialo a una storia. un piccolo appunto, forse un consiglio o un suggerimento: a un certo punto, quando descrivi il rapporto e l'amplesso, fai un utilizzo troppo forzato, a mio parere, dei possessivi ("tuo", "suo"). forse, vista la simbiosi raggiunta dai due corpi, io lo avrei evitato. vorrei leggere altro.
  25. raemar

    I miei racconti

    non vedo bene in cosa discordi , non ho certamente fatto la mia analisi nel tentativo di stroncare l'autore, quanto piuttosto cercando costruttivamente di fargli vedere le cose da un altro punto di vista (non necessariamente migliore, semplicemente diverso). altrimenti, non mi ci sarei nemmeno messo..
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