Otto
Appena entrato in locanda tolgo il mio cappello a tesa larga e lo tengo sottozampa.
I miei occhi si spalancano alla vista del mio tavolo. Mi avvicino, sposto la sedia, e mi siedo facendo attenzione a non urtare il tavolo con la mia grossa pancia.
Passo una zampa sul ruvido tavolo di rovere, solcando con il dito l'incisione "8 + 7" un sorriso malinconico si fa strada sul mio volto, ricordo di un amore passato. Poggio poi il mio cappello alla mia destra, sul tavolo.
E tu come ti chiama, tesoro? chinando la testa verso la giovane coniglia Tu porta pure tre piatti di specialità di giorno e una bier...una birra, crazie.
Il mio sorriso abbastanza stupido rimane fisso sul volto quando osservo il nuovo venuto, un puma Preco, tu siede pure a mio tavolo batto il pugno facendo tacchettare il robusto rovere Oggi tu fortunato, non molti può vantare di fare pranzo con famoso artista Otto Memmingers dico tutto impettito come un barbagianni, mentre con la zampa a palmo aperto indico la sedia di fronte alla mia.
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