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Lorenzo Volta

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Informazioni su Lorenzo Volta

  • Compleanno 23/02/1983

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  • Sesso
    Maschio
  • Località
    Verona
  • GdR preferiti
    AD&D 2ed
  • Occupazione
    Impiegato
  • Interessi
    Lettura, Canto, GdR

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  1. Bisogna anche saperci ridere su...😅 https://www.ilgiornale.it/news/musica/offende-litalia-polemica-sulla-canzone-dellestonia-2439758.html Purtroppo c'è anche chi la prende così...
  2. Giusto. Ma attenzione alla parola chiave: "intesi"...è il termine dirimente, secondo me, in questo discorso e ci riporta alle intenzioni. Se la mia intenzione è proprio usare lo stereotipo in questo senso starei sì offendendoli e consapevolmente. Ma attenzione che potrei farlo senza quell'intenzione e qui si possono aprire sfumature che andrebbero dalla semplice gaffe (non volendo ho reso la rappresentazione urtando la sensibilità di qualcuno) all'espressione del libero pensiero (sto facendo satira pungente e utilizzando proprio questo stereotipo per toccare un nervo scoperto). Ricordo, e qui ci spostiamo sul piano reale, che tempo fa alcune vignette satiriche sull'islam causarono come ritorsione un massacro dei terroristi nella redazione di Charlie Ebdo. Furono sicuramente offensive verso i fedeli di un credo e usarono probabilmente tutti gli stereotipi di allora legati all'islam. Certamente non si può pensare che ogni musulmano sia un terrorista, d'altra parte non si può neanche dire che questi "se la sono cercata" o "se lo sono meritato". Mi rendo conto che ho citato un fatto piuttosto delicato, è stato uno di quei casi che hanno molto contrapposto il dibattito pubblico. Ci sono tutti gli ingredienti che stiamo rimestando, in modo diverso, qui: sensibilità diverse, stereotipi e loro uso ecc...il tutto per dire che il mondo non è solo bianco nero e non è tutto definibile a priori come giusto o sbagliato. Mi fermo perché altrimenti potremmo andare avanti all'infinito e chiudiamo, per sdrammatizzare, con una Peppa pig pizzaiola che canti "O sole mio" 🌞
  3. E allora se ragioni così non si può proprio parlare di ciò che concerne le tradizioni di un popolo a prescindere solo perché nel tempo possono assumere una connotazione negativa. Un po come pizza mafia mandolino per i Napoletani...sbagliatissimo farne uno stereotipo assoluto, su questo ci mancherebbe. Ma dire che la pizza è tradizione napoletina mica sarà sbagliato? e parlare purtroppp di un problema come quello della criminalità, che certo è tristemente presente e non si può ignorarlo però non fa diventare per questo ogni napoletano un criminale a priori. Quello che sto dicendo è che ci vuole un pò di intelletto e discernimento per capire, quando si sta parlando di una cosa, come e in che termini e contesto se ne sta parlando. Non ci possono essere stereotipi sbagliati a prescindere dal testo e contesto, altrimenti diventa censura. Non so se riesco a farmi capire in maniera corretta
  4. A cosa si riferisce te l'ho spiegato io in due parole le frasi prima, mica potevo mettere tutto il modulo. Questa è una tua opinione, non un fatto. Posso essere d'accordo fino alla prima parola dopo le virgolette, la seconda mi sfugge se siano stati caratterizzati come rapitori di bambini ma qualcuno ha ricordato che ne è stata data una motivazione all'interno dell'ambientazione, per la terza secondo me fraintendi che il "diavolo" a cui sono associati è probabilmente è Strahd. Certo, son ben conscio che questi elementi sono quelli che nella realtà dipingono lo stereotipo negativo che ben conosciamo ma ripeto:sei certo che nasca per rappresentare allegoricamente questo? o sei tu che ci vedi ciò che vuoi vedere, come per le nuvole? Sono certo piu simili tra loro del caso storico sul medico...sono entrambe opere letterarie di fantasia che prendono da elementi della realtà. Sul nuovo ovviamente d'accordo
  5. Perché sarebbe a casaccio? stavamo parlando dei Vistani e mi sono collegato con un esempio a quella che è probabilmente l'origine della rappresentazione in questione. L'esempio citato aveva lo scopo di mettere il focus sul richiamo alla rappresentazione del folklore attraverso la descrizione. Attenzione che tra un pò arriviamo non solo a non poter pronunciare la parola "zingari" ma nemmeno a poter parlare di abiti a colori vivaci e gonne alla gitana...a questo punto perché non diamo fuoco a "il gobbo di notre dame", romanzo che certamente abbonda di queste rappresentazioni folkloristiche. Mi sembra che si arrivi ad una deriva un pò estremista dall'altra parte così. Nel caso specifico non vedo un intento negativo in questa rappresentazione e secondo me l'intenzione è un punto abbastanza dirimente. Poi ribadisco la necessità di scindere il fantastico dal reale e proprio per questo non commento il tuo riferimento ai medici antichi che operavano nell'ignoranza di ciò che invece oggi sappiamo: si parla di realtà e di ben altra situazione e non c'entra con ciò di cui si sta dibattendo.
  6. Bene, e fin qui mi ci sta. Non l'ho letto (se puoi segnalarmelo anzi son curioso) ma probabilmente come dici tu chi lo ha scritto ha tirato fuori uno sproloquio sessista della peggior specie...non so se si trattasse di un articolo di ieri o di oggi ma anche fosse di ieri dipingerebbe sicuramente una rappresentazione piuttosto svilente della donna sbagliata oggi come 100 o 1000 anni fa. Allo stesso modo è sbagliato fare di tutta un'erba un fascio e definire a priori lo zingaro/rom/sinti un ladro e rapitore di bambini impenitente senza scampo anche se non è certo il primo individuo appartenente alla categoria che balza all'attenzione per condotte, sbagliate, di questo tipo. E sottolineo che sarebbero sbagliate a prescindere dalla categoria/gruppo/popolo di appartenenza di chiunque le pratichi. Qui però stiamo parlando di realtà. Il mio ribaltamento di paradigma, se vogliamo un pò provocatorio, era diretto a guardare in retrospettiva un popolo immaginario dipinto sui canoni stereotipati del rom/zingaro. La mia domanda è: davvero possiamo pensare che sia stato fatto con l'intenzione di offendere un intero popolo raffigurandolo come condensato dei suoi peggiori vizi? O piuttosto si è voluto modellare un popolo immaginario prendendo dal folklore legato alla tradizione zingara? Se vogliamo fare un esercizio di lettura contesto dobbiamo anche entrare nelle intenzioni e nei significati che chi scrive vuol dare. Se stessimo leggendo un romanzo orwelliano, dove l'immaginario è usato come caricatura e rappresentazione satirica della realtà allora probabilmente potremmo rientrare nel primo caso. Ma stiamo parlando di narrativa fantasy quindi forse adrebbe letta nel secondo e un ipotetico lettore teale di etnia rom/sinti non dovrebbe sentirsi offeso. Ravenloft è un modulo di avventura dell'83 che ha poi dato origine all'ambientazione omonima. Uno dei primi incontri che i personaggi potrebbero avere è con un clan di zingari (da cui poi sono derivati gli immaginari "Vistani" dell'ambientazione). Questa è la descrizione dell'incontro in una versione tradotta dal sottoscritto: "Il baldacchino di nebbia e rami sopra la testa lascia improvvisamente il posto a nuvole nere che ribollono molto più in alto. C'è una radura qui. L'erba secca e fragile fruscia nel vento pungente. Sul lato opposto della radura ci sono diversi carri colorati parcheggiati sulle rive di una polla. Le note malinconiche di una fisarmonica si mescolano docilmente con il gemito del vento. Diverse figure vestite con colori vivaci circondano un grande fuoco scoppiettante. La strada sembra passare vicino a questo campo." Onestamente, che lettura ne daresti? che immagine ti evoca? Ti sentiresti di giudicare Tracy e Laura Hickman, gli autori, come dei pericolosi razzisti che vedono questi individui come la peggior feccia del mondo da estirpare? Ecco, in questo caso sì se vuoi essere malizioso...
  7. Ah, ma come mai ci dovrebbe vedere una raffigurazione del proprio popolo? Volendo capovolgere la prospettiva si potrebbe dire che "la malizia sta negli occhi di chi guarda". Il che forse è un po ciò che succede quando si guarda con gli occhi di oggi ciò che è stato scritto ieri...
  8. Sarà che vengo da AD&D ma l'ho sempre trovata una cosa ben circostanziata motivata nella logica del gioco è nel suo contesto fantasy. In effetti non mi è mai passato neanche per i sette sentimenti di leggere in questo cose discriminatorie verso qualcuno o con fini che non fossero semplicemente quelli di un regolamento di gioco ovvero fornire un modo meccanico per tradurre maggiori o minori predisposizioni di un ipotetico individuo a fare una cosa piuttosto che un'altra. Naturalmente essendo diventato ora il tema d'attualità (non in questa discussione ma in generale negli anni recenti) mi trovo a pensarci e formulare i conseguenti ragionamenti e opinioni
  9. Scelta grandiosa e controcorrente, la stravoto alla grande! Perché basare tutto solo sulla meccanica pure e cercare di ottenere solo vantaggi e quanti più possibile? A meno che non si voglia solo creare delle specie di caterpillar su due gambe...è un po il problema che ho avuto con il gruppo con cui gioco a 5e: focalizzati quasi esclusivamente su quello c'è voluto un po per far capire che molto divertimento viene anche dal personaggio e BG. Poi per fortuna si è introdotto un giocatore che ha voluto fare uno stregone selvaggio e approfondendo ho scoperto l'interessante e casuale fenomeno delle ondate selvagge e relativa tabella...son qui che aspetto di vederlo trasformare sé o qualcuno degli altri in pecora 😅
  10. Ottima sintesi di ciò che è il nocciolo reale della discussione al netto dei fervori che un tema di questo tipo può (comprensibilmente) generare 😅
  11. Motivo in più per riflettere che forse è opportuno lavorare di più sulle persone che sul linguaggio. Educare di più al rispetto i bambini e ragazzi come gli adulti...
  12. Appunto, questa è la conditio sine qua non per essere inclusivi. Si ritiene che qualche elemento narrativo o caratteristico vada "cambiato" per venire incontro alle esigenze? liberissimo ogni gruppo di farlo in qualsiasi momento e con qualsiasi sistema proprio perché già di per sé elastico e "personalizzabile". Personalmente la cosa che trovo fastidiosa quando si parla del tema inclusività in generale è che si ritenga che siano necessarie forzature linguistiche o lessicali per sensibilizzare. Non comprendo perché, ad esempio, si debba scrivere "tutt*" invece che "tutti" tanto per fare un altro classico esempio quando si voglia fare un riferimento collettivo: nella grammatica italiana il plurale maschile ha proprio la funzione di inclusivita. A questo proposito mi sono imbattuto in questo articolo (che parla di inclusività nel linguaggio giuridico), da cui cito un passaggio: “in una lingua come l’italiano, che ha due generi grammaticali, il maschile e il femminile, lo strumento migliore per cui si sentano rappresentati tutti i generi e gli orientamenti continua a essere il maschile plurale non marcato, purché si abbia la consapevolezza di quello che effettivamente è: un modo di includere e non di prevaricare”. Ecco, per fare un'analogia allo stesso modo non trovo assulamente scandaloso o sconveniente in D&D l'uso del termine "razza" per diversi motivi: Il termine, in italiano come nell'inglese, è utilizzato semplicemente con il suo significato grammaticale di identificare gruppi di individui con caratteristiche morfologiche omogenee all'interno del gruppo e differenti tra i gruppi (le famose differenze cui si faceva cenno). Non esprime alcun giudizio, se lo vediamo così è perché diamo noi oggi questa accezione al termine in conseguenza di un errato riferimento alla specie homo sapiens sapiens rispetto alla quale non ha in effetti senso come faceva notare l'autore del pezzo proposto da firwood La narrativa del gioco (d&d e simili per lo meno) descrive mondi e individui fantastici, non è una rappresentazione con creature variamente antropomorfe del nostro mondo reale. Certamente i canoni da cui trae ispirazione sono condizionati dai tempi e dalle convenzioni sociali in cui hanno vissuto gli autori che immagino non si potessero nemmeno il problema La scelta del termine 'specie' in luogo di 'razze' mi sembra peraltro ancora più infelice oltre che anche lessicalmente poco adatta. Sarebbe in fatti il livello gerarchicamente più basso della classificazione tassonomica degli esseri viventi...volendo fare un'esposizione di trasposizione nel fantastico ci azzecca poco. Ma diciamo che questo può essere soggettivo e che la scelta sia ricaduta su un sinonimo per estensione. Il punto a monte di tutto è che è proprio questo tentativo di forzatura lessicale a rendere palese che il 'movimento woke' o come vogliamo chiamarlo esista e non lo condivido. Nella migliore delle ipotesi la ritengo più una trovata di marketing che oggi va di moda cavalcare, come proporre il gluten free o il vegano a sinonimo di salutare.
  13. Ma forse non c'erano per il semplice fatto che un regolamento per un gioco, in questo caso fantasy ma può valere in generale, non c'entra proprio nulla nulla con l'inclusività o meno. E per il semplice fatto che sono i giocatori al tavolo a farla non il regolamento di gioco, né i personaggi. Posso organizzare una partita al gioco dell'oca ma se decido che possono partecipare solo giocatori di pura razza ariana coi capelli rasati e non sono ammessi giocatori diversamente abili o LGBTQ il problema sono io o il regolamento? e servirebbe a qualcosa che il regolamento specificare diversamente? E qui, si può dire, molto facile...l'esempio non era su un gdr. Bene, scendiamo nello specifico: innanzitutto è bene sempre ricordare che arbitro ultimo del gioco rimane sempre il DM e che una delle cose più apprezzabili in questo caso è la flessibilità del regolamento. Nell'esempio del gruppo precedente probabilmente un gruppo del genere potrebbe voler giocare una banda di Paladini biondi e nerboruti che vanno in giro ad ammazzare ogni creatura a loro avviso inferiore...possono farlo? Certo che sì... Viceversa un gruppo di gioco che abbia una sensibilità diversa, in primo luogo non porrebbe discriminazione ai partecipanti e questo ancora prima di cominciare a parlare di ambientazione o regole. In secondo luogo il DM ascolterebbe i propri giocatori e cercherebbe di capire come vogliono interpretare i propri personaggi. Un giocatore, magari, vuole interpretare un personaggio di una qualsiasi razza gay...oppure che abbia una disabilità, ad esempio sia storpio: lo possono fare anche giocando con le regole del becmi. Perché poi starà al gruppo creare il giusto clima,anche in game, affinché tutti si sentano a proprio agio. Il personaggio del giocatore storpio subirebbe delle penalità in alcune situazioni fisiche? Ha perfettamente senso ma potrebbe invece essere un incantatore con un'elevata intelligenza e saggezza. Così come il personaggio gay potrebbe avere un grande carisma ed essere un valido elemento quando si tratti di negoziare. Passatemi gli esempi che stanno forse molto a "luogo comune" ma tutto questo per dire che non serve che l'inclusività sia scritta nelle regole del gioco. Deve stare alle persone, le regole hanno un'altra funzione
  14. Letto con molto interesse! Decisamente d'accordo con le considerazioni proposte dall'autore. Per essere inclusivi in un gioco non occorre certo stravolgere personaggi immaginari fantastici pretendendo di trattarli con gli stessi canoni e stili delle persone reali. Si tratta una volta di più di scindere il personaggio dalla persona
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