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Sigil VTT: Un Sogno Infranto nel Multiverso Digitale di D&D
@Lord Danarc prima che l'Europa decida che dazi mettere passeranno mesi... 😅 Anche fosse, concordo che non c'è correlazione.
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Sigil VTT: Un Sogno Infranto nel Multiverso Digitale di D&D
Non credo che i dazi si applichino sui prodotti digitali, almeno al momento. Personalmente credo che l'ultimo punto dell'articolo sia quello chiave. Per chiudere un progetto che sostanzialmente non è ancora iniziato, ci devono essere dietro per forza questioni economiche. Un team lo puoi rimpiazzare, un sistema organizzativo che non funziona puoi cercare di raddrizzarlo in corsa, ma se hai un progetto che succhia soldi e tu quei soldi non li hai, e non hai certezze sul fatto che il progetto stesso possa ripagarsi, allora chiudi prima che sia troppo tardi. A mio avviso la chiave è tutta lì: hanno ricevuto risposte fredde dalla beta e ogni previsione di mercato è crollata come un castello di carte.
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Z˙HERO: il sistema generico per chi vuole solo giocare di ruolo
Per tutti coloro che passeranno al Play di Bologna e volessero provare il gioco, sarò venerdì 4 ai tavoli dell'Independence PLAY per tutto il giorno. Mentre sabato 5 mattina sono ai tavoli della Call for Master Se passate, fatevi riconoscere 😉
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Z˙HERO: un nuovo sistema per ogni avventura!
Per tutti coloro che passeranno al Play di Bologna e volessero provare il gioco, sarò venerdì 4 ai tavoli dell'Independence PLAY per tutto il giorno. Mentre sabato 5 mattina sono ai tavoli della Call for Master Se passate, fatevi riconoscere 😉
- Consiglio software per fare mappe
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Guida all'Interpretazione #2: Psicosofia del ruolare
Io non credo che sfugga, semplicemente uno fa come vuole. Se gli piace la coerenza, mantiene coerenza. Se vuole che il suo personaggio faccia una "pazzia", la fa. Non ho mai contestato questo. Ma giocare di ruolo è anche mettere insieme un racconto collettivo, dove le azioni del mio pg hanno conseguenze per tutti. Quindi, come ho già detto, trovo del tutto naturale che gli altri al tavolo chiedano le ragioni di questa "pazzia", senza che il gioco ne risenta. Tutto qui 🙂
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Guida all'Interpretazione #2: Psicosofia del ruolare
@Bille Boo Quando si è tra persone civili, tutto funziona. Ho un amico che gioca da una vita personaggi tutti uguali, sono tutte copie di se stesso. E va bene così perché al nostro tavolo nessuno bada troppo all'interpretazione. E alla fine tutto sta lì: a come si decide tutti insieme di giocare. Se giochiamo "sfonda la porta e uccidi il mostro" a nessuno fregherà niente di quello che fa il personaggio, e il gioco funziona alla grande. Se decidiamo di puntare sull'interpretazione invece sì, fregherà molto a tutti, anche se il regolamento non prevede nulla in merito. In un contesto come questo, il gioco funzionerà ugualmente nelle sue meccaniche ma nelle dinamiche si incrinerà nel momento in cui qualcuno "esce" dal personaggio che si è costruito sessione dopo sessione. Lì è indispensabile che il Master intervenga e chieda chiarimenti. Poi, se civilmente non si arriva a un accordo, concordo che è il Giocatore a dire l'ultima: lui decide per il proprio personaggio. Gli altri prenderanno atto di questo cambio di approccio e continueranno a giocare di conseguenza.
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Guida all'Interpretazione #2: Psicosofia del ruolare
Io parto sempre dal presupposto che al tavolo ci siano persone civili e aperte al confronto (presupposto non sempre vero, lo so bene). Che siano tutti aperti al confronto, Master e Giocatori. Se la risposta è "Sì" e il giocatore ha una motivazione valida, si prosegue e sono tutti felici. Se la risposta è "Sì" ma il Master dimostra le ragioni della sua perplessità e convince il Giocatore a cambiare approccio, si prosegue e sono tutti felici. Se la risposta è "Sì" e si finisce per litigare perché ognuno si arrocca sulle proprie posizioni, allora c'è un problema. Ma il problema molto probabilmente c'era già, e non è di interpretazione.
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Guida all'Interpretazione #2: Psicosofia del ruolare
@Bille Boo ho compreso benissimo il senso del tuo articolo, e mi trovo d'accordo per la gran parte di esso. Quello che sto dicendo io è che possano esistere (rare) situazioni in cui la cavolata da sottolineare è una scorrettezza interpretativa, anche se non c'è nessuna idea di personaggio condiviso al tavolo; e in queste situazioni non è un male assoluto se il Master lo sottolinea. Il caso più eclatante è il già citato paladino, che però è anche regolamentato. Ma vale per qualunque altro personaggio: se fino a ieri ho interpretato il mio ladro elfo come un introverso professionista del borseggio e improvvisamente in una sessione mi metto a urlare in una locanda e sfidare il più grosso mercenario che vedo, mi pare naturale che qualcuno mi chieda "sicuro che il tuo personaggio lo farebbe?" al di là del rischio che posso far correre al gruppo. Oh, poi magari nessuno lo chiede, e siam tutti felici uguale. Ma se qualcuno obietta, non è la fine del mondo o del gioco…
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Guida all'Interpretazione #2: Psicosofia del ruolare
Premessa: non ho mai detto che è frequente, ma che può succedere. Personalmente ho, nel mio gruppo di amici storici, sia l'esempio di quello che si stufa (in genere i suoi pg diventano apatici, non fanno mai troppo "danni" alla storia, e poi chiede di cambiarli), sia quello che una sera si ricorda che il suo personaggio è caotico (quando prima di allora non lo ha mai giocato tale, e a tutti andava bene così) e inizia a fare cose a caso. Lo conosciamo, lo si insulta un po', ci si fanno due risate, e si continua. (farti un esempio specifico è difficile, di recente non ho giocato spesso con loro, ma ho ben chiare le discussioni nate per azioni "sconsiderate" come derubare qualcuno o stuzzicare inutilmente mostri). Sono d'accordo che nel caso di un giocatore che si è stufato, il problema è insito nel perché si è stufato, e non nel come lo manifesta. Ma se esterna il suo malessere nell'interpretazione, invece che parlandone con il gruppo, allora - per gli altri - diventa prima un problema di interpretazione.
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Guida all'Interpretazione #2: Psicosofia del ruolare
Sono d'accordo quasi su tutta la linea. Il quasi è dovuto al fatto che, se si gioca insieme per molto tempo in avventure o campagne lunghe, ritengo impossibile tenere fuori dal tavolo la propria interpretazione del personaggio, anche se non c'è stata una "presentazione" antecedente e non si è mai condiviso nulla in merito. Il personaggio assumerà la personalità che il giocatore gli plasmerà addosso sessione dopo sessione, e questa diventerà parte di esso e familiare anche agli altri giocatori; se a un certo punto il Gino di turno cambiasse completamente approccio, ritengo normale che gli altri al tavolo glielo facciano notare. Porterà a discussioni? Probabilmente sì, ma non puoi evitarlo, e ritengo che sia anche giusto così. Il personaggio in fondo non è solo di Gino, ma è un po' anche dei suoi compagni, perché è parte del gioco e della storia, e se a un certo punto questo comincia a comportarsi in modo totalmente diverso dal solito, magari perché Gino si è stufato di usarlo, e così facendo crea scompiglio in tutte le dinamiche di gruppo, è giusto che si discuta insieme della cosa. In una situazione così è più che legittimo a mio avviso che qualcuno (il Master in primis) alzi l'obiezione "il tuo personaggio non farebbe questo", perché se lo fa senza una motivazione plausibile nella storia, allora c'è un problema che va risolto prima che peggiori.
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Dungeon Letali #18: Stanza degli Scheletri Danzanti
Bellissima idea, prima o poi la userò 😁
- Consiglio software per fare mappe
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Riflessioni sul Drago #13: come vincere a D&D!
È un grande classico, anche mia moglie mi chiede "Hai vinto?" (anche se ormai ha capito come funziona...)
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Sigil, il VTT di Wizards of the Coast, debutta ufficialmente
Ero curioso anch'io di provarlo ma il mio vecchio pc non lo regge... 😅 Ad ogni modo, era solo curiosità, non penso che lo sfrutterò mai, dal mio punto di vista non è necessario per giocare di ruolo come intendo io, anche online. Serve se vuoi fare tattica. Punto. E ai creator che fanno streaming. Ma poi, quanto tempo serve al master per preparare ogni sessione? 😶 Comunque, mi rendo conto che appartengo a un'altra generazione, il target qui sono i giovani, quelli sotto i 25 anni intendo, che sono cresciuti con smartphone, tablet e pc...