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athelorn

Circolo degli Antichi
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  1. ooook... ora ritorna agghiacciante penso mentre passa a parlare delle espressioni di cui è stato testimone E causa. Una fitta allo stomaco mi torna all'idea della quantità di innocenti morti per lui mentre parla sopprimendo pero' questa sensazione. Ok, questo inizia ad essere una parte tosta. gli dico fermandolo A tal proposito voglio raccontarti una storia. divago bevendo un altro sorso. Vista la mia altezza e aspetto maturo me ne sono andata di casa molto presto. All'inizio vivevo di espedienti ma alle volte mi davo alle truffe. Non ero tipa da cantare all'angolo di una strada per delle monete, ma col canto mi sono guadagnata sempre da vivere. Truffavo ogni tanto quei mercanti ricchi che si fanno la fortuna rubando soldi alla povera gente: mi fingevo una nobile ereditiera in fuga dalla famiglia oppressiva e guarda come quelli ci si buttavano a pesce. Mi facevano regali per attirare la mia attenzione, vestiti, oggetti e stanze pagate pur di aver la mia riconoscenza e provarci con me. L'ho fatto tre o quattro volte e ti assicuro che se lo meritavano per le cose che han fatto e soprattutto per il fatto che all'epoca ero pure minorenne legalmente e lo sapevano pure mentre nessuno di loro aveva meno di 35 anni umani. Avuto in regali quello di cui avevo bisogno smascheravo i loro traffici di nascosto alle guardie e finivano arrestati. Mi interrompo per deglitire un boccone e un sorso di vino. LA loro espressione esterrefatta era un vero spettacolo. Ci potevo diventare asuefatta quindi posso capirti, ma ho visto anche qualcosa di meglio. Dalla casa di uno di quei simpaticoni presi un bastone che aveva comprato per una miseria ad un ragazzo, ma in realtà era un bastone metamagico. Avendolo incontrato per strada un ragazzo che somigliava alla descrizione gli chiesi cosa ne sapeva del mercante. Questo era un contadino che lavorava i campi con genitori, nonni e fratelli: l'oggetto era un cimelio del bis bis nonno e riaverlo dopo avergli spiegato il valore gli cambio' la vita. Ha detto che avrebbe studiato la magia come voleva suo padre e con quella partì. Non l'ho piu' visto, ma essendo stato 10-15 anni fa' sara' diventato un mago suppongo. Non mi ricordo piu' il suo nome e all'epoca viaggiavo camuffata da elfa normale per non essere scambiata per una drow. Prendo respiro prima di concludere. Il punto è che quella sensazione goduriosa che si prova quando vedi qualcuno tinto dallo stupore non è altro che il senso di vittoria. E' magnifico perchè leggi nella loro faccia la prova genuina che hai vinto sulla loro psiche. marco bene le parole Ma questo vale anche quando porti un aiuto inaspettato. Vedere queste persone stupite dal piu' profondo del cuore e che poi fanno del loro meglio per ricambiare è unico. Puoi pure viverci della generosità ricambiata della gente a differenza dell'odio concludo poggiando la mani sinistra sul tavolo Con questo stupore di felicità mi sono costruita un ordine intero. 145 persone per cui mi batto e che darebbero quasi tutte la vita per me. Niente male aiutare la gente, eh? finisco sorridendo, evidenziandogli i vantaggi di aiutare le persone anche senza farlo per spirito di bonta'. Ma tornando a te. riprendo. Hai altro da volermi raccontare?
  2. Ascolto quanto dice con sguardo diretto che velocemente si calma passando dal misto di umori precedente alserioe concentrato sul racconto. Mi siedo al tavolo con lui lasciandolo parlare e sorseggiando vino. Ecco perché... No, nulla chiudo bevendo All'appunto sulle nevi insanguinate replico poggiando il bicchiere. Fascino comprensibile devo dire. Il rosso sul bianco, la violenza sul puro, la corruzione sull'intoccato. E' una figura poetica ricorrente in ogni opera e si dice sia anche questa estrema dualita'a stimolare la violenza nelle genti barbariche del nord. Che sia vero o no, e' una figura potente per chiunque. Parlando ho osservato il vino muovendolo in maniera circolare, girando poi lo sguardo verso il commensale. Oh, scusa, ti ho interrotto. Continua pure.
  3. Vedimi come un tuo confessore replico diretta guardandolo negli occhi. Sfogarti completamente ti aiuterebbe se vuoi raccontarmi qualcosa, o se vuoi che ti racconto qualcosa. Cio' che veramente importa è che tu sia pentito e che non voglia piu' fare nulla di cio' mi siedo a gambe incrociate distendendomi per tirare la catenella e richiedere di portare il necessario pure per lui (e qualcosa pure per me visto che la cena lasciata a metà era carne essiccata semplice) chiedendo anche una tisana e del vino. Il rossore sul volto per star parlando con l'uomo con il quale aveva condiviso un tale intenso bacio, anche se non di propria totale volontà, fomentava l'imbarazzo e faticavo ogni tanto il suo sguardo arrossendo e sentendo quella fitta allo stomaco. Quello che vuoi raccontare per togliere un peso, racconta. Non giudichero' nulla. dico onesta bevendo un altro bicchiere
  4. Gli sorrido estremamente imbarazzata andandomi a sedere sul letto raccattando i libri per impilarli e appoggiarli al suolo. Bene gli replico cercando di tornare alla normalità. La speranza anche davanti all'impossibile è quello che fa di un eroe un uomo. gli replico con una frase che ho detto spesso negli anni ai miei uomini ma che qua non so' ben come infilare senza aggravare la situazione. Cioe', forse non si applica qua, ma la speranza è un diritto di tutti. provo a concludere schiarendomi la gola mentre mi metto a carponi sul letto per raccattare gli ultimi libri vicini allo stipite e poi appoggiarli anche essi alla base del letto. Prima che entrassi io stavo cenando. Vuoi unirti a me? Non mi infastidisce concludo prendendo il bicchiere di alcol che era appoggiato sull'ultimo libro sul letto bevendoci da esso e appoggiandolo. Magari possiamo parlare un po' delle nostre storie o chiacchierare. Mi stavo parecchio annoiando negli ultimi giorni.
  5. Col fiato corto apro gli occhi come lo sento ritrarre, sistemandomi la camicia per tirarmi seduta sul pavimento. La faccia rossa come un peperone nonostante la carnagione violacea, alzo lo sguardo verso di lui con questa espressione imbarazzata. Sento quasi male al petto per la sensazione oppressiva che sento ricacciandola per ora. Allora? gli chiedo tirandomi in piedi a fatica con le gambe scosse da un tremolio che mi rende difficile alzarmi e tenermi in piedi. Soddisfatto? gli chiedo col mio tono materno di prima anche se con un tremore di imbarazzo nella voce. Espormi tanto con qualcuno che non è Will mi toglie le forze...
  6. Ancora vivo commento con voce terribilmente stanca per la situazione appoggiandomi ad una parete per riprendermi un attimo a mia volta. Si, sono d'accordo sull'istante di pausa, ne ho proprio bisogno, ma un paio di minuti poi ci muoviamo. Dobbiamo impedire il peggio a tutti i costi.
  7. Tengo gli occhi chiusi nel frattempo, lottando con quella sensazione di profondo malessere che monta alla bocca dello stomaco da quello che sto' facendo, quello che ho ceduto a fare, sperando che questo serva a salvarlo dalla palude di malvagità in cui rischia di calare. Per evitare di rendere tutto questo inutile mi lascio comunque andare ricambiando il bacio, in modo che non prenda il tutto a male o che ancora peggio tutto questo fosse pure inutile perchè la prende male. Il cuore che batte all'impazzata, le braccia mi tremano e cedono facendomi scivolare piano piano con la schiena al suolo. Mi ricordo solo ora che indossavo solo una camicia lunga e questa posizione in cui Thenardier si trova addosso a me non fa altro che portare il suo bordo inferiore al bacino. Nel bacio porto una mano al bordo della camicia tenendola distesa lungo le gambe mentre l'altra afferra il suo fianco quasi come se dovessi tenermi ferma, aspettando che lui sia soddisfatto del bacio mentre sopprimo nel petto la sensazione che mi attanaglia.
  8. v-v-va bene... balbetto. Imbarazzo e al contempo disagio si mescolano portandomi il cuore a mille. Solo questo, poi basta... balbetto di nuovo a mezza voce mentre si avvicina distendendo un po le gambe per farlo avvicinare e chiudendo gli occhi. Will... Scusa...
  9. Mi mostro evidente mbarazzata distogliengo lo sguardo e scivolando lentamente all'indietro per distanziarmi da lui e dall'essere in ginocchio davanti a lui sono seduta a terra tenendomi al terreno parzialmente eretta per i gomiti. Rimango in silenzio per un pochino con lo sguardo su di lui ma perso in parte. V-Va bene allora. dico col battito a mille, sentendomi sporca come mai mentre lo dico, ma al trmpo stesso sentendomi tra incudine e martello. S-se puoi però schermaci dallo scrutamento..
  10. Il mio sguardo si inacuisce leggermente diventando più serio e al coltempo chiara di essere stata colta un po' alla sprovvista. Vuoi un...? Solo per...? chiedo tentennante in parte per il disagio che sento. Il mio cuore era tutto per Will, ma quest'uomo stava andando sulla retta via solo grazie a questi sentimenti. Non potevo e non volevo dargli l'amore che chiedeva, ma spezzargli il cuore in toto poteva riportarlo sulla via sbagliata a danno suo e di tanti innocenti. Sul momento non sapevo che dire e pensare, rimanendo in silenzio a lungo distogliendo lo sguardo, guardando il suolo imbarazzata e un bal po'a disagio. Se giuri che questo ti basta e ti farebbe mettere una pietra sopra... gli dico arrossendo sulla pelle di colore unico per un elfa normale per la mia stirpe stellare per la situazione imbarazzante mista al disagio. Will... Se questo fara' cambiare e migliorare lui, spero un giorno di riuscire a farmi perdonare da te per questo...
  11. Al suo tentativo appoggio la mia fronte alla sua per tenere una distanza. Gli dico al gesto sorridendogli. Che ho detto sulle mani? Era sottointesa la bocca provo a fermarlo con piu' morbidezza possibile. Vai a sederti che ti faccio portare una tisana o la cena.
  12. Rimango abbracciata a lui per tutto il tempo che gli occorre per sfogarsi senza forzarlo e massaggiandogli la schiena con la sinistra e tenendogli dolcemente la testa con l'altra mentre si sfoga come deve. Aspetto che si sia calmato anche se fosse passata un ora prima di parlare. Con le parole e le magie sono illusionista pure io, e so' quanto e' importante qualcuno che conosca il tuo vero volto sotto la maschera e che ti sostenga. gli dico quando si e' calmato. Se vuoi per stasera puoi restare qua dopo una bella tisana che ti aiuterà parecchio, basta solo che tu non ti faccia strane idee con le mani. lo ammonisco in maniera molto piu' materna e un po' ironica che in maniera accusatoria o seria, intendendo quello che dico, mentre lo tengo abbracciato.
  13. Vedendolo cedere comprendo di aver colpito in pieno su quanto ho visto su di lui. Mi inginocchio a mia volta di fronte a lui togliendogli le mani dal volto e abbracciandolo come una madre con una mano dietro la sua nuca per guidare il suo volto contro il mio collo in un silenzio che non ha bisogno di parole per tutto il tempo che gli serva.
  14. Se e' con la mia psiche che vuole giocare si faccia avanti. replico estremamente decisa alzandomi in piedi. Voglio essere onesta. Sono forte e determinata io, so' quello che faccio, so' quello che ho intorno e soprattutto so' cosa ho visto in te! dico puntando un dito al suo petto. Sei uno abituato a prendersi le cose con la forza, tutto quello che vuoi, ma ora hai visto che c'e' qualcosa che non puoi prendere con la forza e stai imparando a contenerti, ad amare, il concetto di famiglia e tanto altro! Per quanto tu possa essere stato malvagio o aver fatto cose brutte o di cui forse ti penti, tutto questo passa in secondo piano se migliori te stesso! il tono deciso e onesto mentre lo fisso negli occhi. Potevi uccidere ostaggi per obbligarci a uscire, e non lo hai fatto. Potevi torturarmi e farmi usare dai mercenari come un oggetto e sarei probabilmente ceduta dicendoti pure il nome dei nonni di ogni mio uomo nell'ordine, ma non l'hai fatto. Potevi farmi quello che volevi e cancellarmi inricordi e non l'hai fatto. Convertirmi a te e non l'hai fatto! Sei una persona stanca di quello che hai intorno e che hai una morale e una bontà anche se non lo sai, io l'ho vista anche se tu non la vedi! E niente potra' convincermi del contrario. concludo incrociando le braccia sorridendogli. Chiamami testarda, ma non mi schiodo da quello che vedo coi miei occhi. In cambio chiedo solo non avere una singola bugia da te. Sono una donna forte, non hai detto così? Stai tranquillo per me.
  15. Aspetta, vuole sperimentare su di me? mi sorge allarmata la domanda. Che vorrebbe farmi?! continuo entrando e sedendomi sul bordo del letto.
  16. Eh? chiedo sorpresa. No, sto bene. Mi son trovata murata dentro e con nulla da fare, anzi mi stavo struggendo per l'ozio tanto che mi son messa a studiare ogni cosa sui draghi potessi trovare e ficcarmi in testa. indico i libri a letto. Dovevo temere qualcosa da tuo fratello?
  17. Con ancora la bocca piena deglutisco velocemente alzandomi e mi sistemo i capelli a coda di cavallo togliendo il nastro a mo' di bandana in fronte per fermare i capelli dall'occludermi la vista sui libri, aprendo la porta. Ehila?
  18. Ignorando ogni altra cosa da fare che non posso fare con la pila di libri mi dedico con intensità allo studio. Avevo perso questa passione e questa dedizione tanti anni fa' e poi il lavoro con l'ordine mi aveva preso totalmente. Questa inattività totale mi avrebbe fiaccato la psiche molto presto e di questo ne ero certa, è passato solo un giorno ma se questo era l'andazzo avrei perso piano piano la calma e la determinazione. Questo era un modo per correre ai ripari in anticipo, studiando e leggendo tutto quello che poteva sulla cultura draconica sui draghi. Biologia, storie, cultura, lingua, tipi, ecologia, modi di vivere per ogni razza. Tutto. Ogni singolo dettaglio su ogni singolo drago disponibile in quei tomi, sommergendomi di libri, bevendo un sorso ogni tot pagine quando sento la gola secca ignorando anche il giardino e tutta la stanza in generale.
  19. Capito, ciao dico girandomi e andandomene al chiarissimo segnale. Torno verso la mia stanza tirando un pugno al muro seccata. ****** dico tra me e me. Non ci avevo fatto caso, ma avere una possibilità di fuga, una possibilità di girare, esplorare e scoprire risorse da usare pianificando mi stava tenendo occupata. L'immobilità d'azione invece mi distrugge piano piano logorandomi. Non poter fare nulla, in sintesi, mi faceva sentire male. Mi massaggio la nocca arrossata dal pugno mentre torno in camera. Guardo la pila di libri e di vestiti stanca, non sapendo troppo che farmene e esattamente che FARE. Mi butto sul letto annoiata, seccata, senza idea di che fare. La fuga ora era semplicemente impossibile anche volendo scappare, da esplorare non c'era. Cielo, piuttosto mi mettevo a dar da mangiare alla manticora studiandola a mia volta per conoscerla. Conoscere. Questa parola forse poteva aiutarmi. Concentrarmi su qualcosa anche se poco importante poteva tenermi impegnata. Chiamo la cameriera. Portami una bottiglia del primo alcolico che trovi e tutti i libri sui draghi che puoi portarmi dico decisa a riprendere almeno quella passione che la aveva spinta da bambina a diventare una cantrice. La passione per i draghi e le storie epiche, ma soprattutto per quelle creature maestose. Dato quello che ora sembrava piu' un ordine butto il vestito lungo che avevo indosso sul letto, indosso la camicia di uno degli abiti sedendomi a letto a gambe incrociate attendendo i libri, decisa a memorizzarne ogni singola riga.
  20. Vado davanti alla cameriera, decisa. Suppongo che non mi farai passare nemmeno se dico che la parola d'ordine è aconito antora, vero?
  21. La mattina metto un altra delle vesti che mi ha portato lui, scrivendo una nuova pagina. Finisco appoggiandola a fianco a me insieme alle altre quattro Aspettero' fino a dopo pranzo. Di piu' non resisto poi andro' di la'. mi dico. Guardo fuori il giardino optando ad un buon modo per passare il tempo. Chiamo la serva per chiederle di portare l'acqua calda per farmi questa volta un lungo bagno, riposandomi per mezza mattinata per poi pigramente lavarmi verso mezzogiorno, curando molto i capelli e asciugandomi. Vestita, sistemata e pranzato, se non è successo nulla o arrivato nessuno, punto alla porta di bronzo.
  22. L'inattivita' inizia a mettermi di pessimo umore. Abituata come sono a lavorare anche 22 ore al giorno se capita e se ho un minuto libero piuttosto me lo trovo qualcosa da fare mi logora i nervi e non poco. Mi metto a pensare quella canzone che volevo cantare per la vittoria trascrivendola, per poi mettermi a ragionare trascrivendo i prossimi passi per l'ordine. Poggiata la penna vedo il tramonto, sbuffando stanca e mi alzo, andandomi a sdraiare di nuovo sul prato per guardare il cielo. Deciso di dormire un po' in attesa della cena o che accada qualcosa. Avviso la cameriera chiamandola. Dormo un paio d'ore. La cena preparala per allora e svegliami per allora. le chiedo cortese sdraiandomi sul prato. Ora mi sento proprio in gabbia... Avessi qualcosa da fare mentre la vita degli altri va avanti..
  23. ...p-perché? chiedo all'aria tastando i muri. Mi hanno chiusa dentro del tutto? Che fosse per via del litigio? mi chiedo, domandandomi se l'avesse fatto questo fratello per non avermi in giro oppure proprio lui per proteggermi. Spiegherebbe il pallore: troppa magia usata? Con nulla in mano se non la via per andare alle porte di bronzo torno in camera per scrivere la lettera e poggiarla al mio fianco stanca mentalmente. Anche volendo scappare ora sono chiusa. Posso andare solo di la'... penso guardando il giardino ma pensando alla porta di bronzo
  24. Dopo una mezza giornata di nulla e senza nulla da fare esco dalla porta con i libri sotto braccio insieme a carta, penna e inchiostro e chiedendo alla cameriera se possibile di portarmi qualcosa da bere nel plametario. Esploro gli ultimi due corridoi per completezza per poi salire le scale del planetario e sedermi al suolo coi libri mentre osservo con attenzione il castello nell'altra ala per vedere se noto qualcosa. Seduta a terra poi scrivo la terza pagina. Concluso il foglio osservo il panorama per poi riprendere a leggere e cantare.
  25. Seduta mi gusto la colazione con ancora la mente al giorno prima. La mia posizione era particolare e in in bilico. Non per me, che dopotutto non ero in una pessima situazione, ma paradossalmente per il mio carceriere. Il suo futuro sarebbe cambiato parecchio a seconda di come finiva questa storia, e avendo in parte in mano questo destino la responsabilità su Kalana era grande. Mentre mangia penso a casa e a quantoho da fare, pensandoa quanto ci sarà ancora da fare. Mangiato mi sistemo i capelli e mi mettoai libri a leggere in attesa dell'uomo. Devo chiedergli libri di geografia, politica ed economia della regione
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