Sulla censura della stampa in Italia siamo tutti d'accordo (anche se la bulimia delle intercettazioni private - vedi storie d'amore o di corna tra personaggi pubblici - secondo me andrebbe proibita).
Non dimentichiamo, però, che il padre di Sortino prima era il direttore generale della FIEG, la "famigerata" e potentissima federazione italiana degli editori (contro cui i giornalisti sono sovente in sciopero per - censure, - contratti capestro, ecc.), un po' come dire che mio padre è Montezemolo e io sono amministratore delegato dell'Alfa Romeo...
E poi ora è Commissario per l'Authority delle comunicazioni, un po' come dire che mio padre è il capo della Consob e io sono amministratore delegato di una società quotata in borsa...
Con questo non voglio togliere nulla alla bravura giornalistica di Sortino (che personalmente apprezzo), semplicemente invitare a una certa cautela nel giudicare le situazioni, cercando le due facce della medaglia. Nel caso specifico, tra l'altro, Sortino aveva "fallito" il servizio, mancando questo della sua proverbiale incisività (le cose che diceva erano giuste, solo "smorte") e abbandonando il campo con la coda tra le zampe. Tutto questo detto da un giornalista