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Informazioni su Fruscìo
- Compleanno 01/05/1976
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Località
Brindisi
Obiettivi di Fruscìo
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dnd 3e Cerco/Non trovo/Esiste? (3)
Fruscìo ha risposto alla discussione di Morwen in Dungeons & Dragons
Dove trovo la loro descrizione? Grazie -
Grazie ragazzi!Mi avete dato un sacco di belle idee Chiaramente se vi viene in mente qualcos'altro ... ho una settimana di tempo x elaborare il tutto Mi intriga l'elfo grigio necropolitano...ma col chiericuzzo del gruppo come la mettiamo? presterebbe troppo il fianco al suo potere di scacciare? Presumo sarà un chierico versato al combattimento (di Tempus forse, con dominio guerra sicuro) dai metodi spicci, CN che dispensa cure solo qnd estremamente necessario (specie ai maghi e soprattutto fa pesare in gdr questa sua funzione) non molto intelligente l'odio x i maghi deriva proprio dal fatto che sono + intelligenti di lui (ad es. non sopporta qnd riescono a parlare in lingue a lui non note)
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si accettano suggerimenti x creazione e successivo sviluppo del mio prossimo pg. partendo proprio dalle basi: razza, talenti, multiclasse o no, cdp... conto sul vostro aiuto... p.s. presumo partiremo almeno dal 3 livello. mi servirebbe un mago powa xkè nel gruppo ci sarà un chierico che non "ama" gli incantatori e farà di tutto x dimostrare la mia inutilità (in gdr, ovvio :ghgh: ) devo far di tutto x non sfigurare help!!!! p.s. non so ancora se il DM ammetterà come "fonti" i manuali non tradotti... Help, amanti dei maghi quel chierico mi darà filo da torcere:banghead: ehm ...scusate ho sbagliato sezione..sorry!!!!
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x generare nomi dei vostri pg png, lo conoscevate? http://www.wizards.com/dnd/article5.asp?x=dnd/dx20010202b,0 questo invece "trasforma" il vostro nome nel nome di un drago (e se volete vi dice ancghe che tipo di drago sareste) :olè: come drago io sarei Frogo the Flamebreath (drago di bronzo) e se aggiungo il secondo nome sarei Frogo the Ash Maker (Silver Dragon) http://rumandmonkey.com/widgets/toys/namegen/3267/
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Complesso e reale, ma in realtà l'equilibrio è fondamentale... Non sempre la lentezza dipende dalla "complicatezza" o dal realismo... a volte mi son capitati alcuni combattimenti interminabili, di una noia mortale che x round e round hanno ridotto il gioco al tiro di dadi
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Il vostro miglior BackGround o Cronistoria!
Fruscìo ha risposto alla discussione di Galdor in Ambientazioni e Avventure
-=00=- Il racconto di George e Rowen proseguì. “Avevamo intenzione di curarlo e di ottenere così qualche informazione sui drow nel Cormanthor, ma sapevamo che le nostre speranze di ottenere qualche indizio dal drow erano vane. Tebryn rimase in silenzio per molti giorni. Anzi, il fatto di essere stato salvato da due umani lo aveva particolarmente irritato e contrariato, quasi fosse un’onta per un drow. Sapemmo da alcuni dei nostri che gli autori dell’imboscata erano stati intercettati ed abbattuti da una squadra di Cavalieri della Spada dell’Ombra e quando informammo il nostro “prigioniero” un ghigno gli si stampo sul volto e il suo unico occhio brillo di un bagliore rossastro. Da allora man mano che le sue condizioni miglioravano anche il suo atteggiamento nei nostri confronti si ammorbidiva, ci eravamo, in un certo senso, conquistati la sua fiducia”. “Ci rivelò dell’esistenza del clan e degli attacchi dei Predatori, ci disse che un altro casato si era poi stanziato nel Cormanthor, ma non ci rivelò altro.” “Probabilmente la presenza del nostro “amico” non era sfuggita ad alcuni occhi indiscreti. E così iniziarono a circolare delle voci circa una alleanza stretta tra alcuni agenti Arpisti e i drow e il fatto che Lord Mourngrym non si stesse impegnando più di tanto nella lotta contro i Vhaerauniti e la circostanza che questi ultimi stessero risparmiando Shadowdale da razzie ed attacchi attribuì un manto di verosimiglianza ad una montatura politica costruita ad arte per colpire soprattutto gli Arpisti che attribuiva a costoro il ruolo di mediatori tra i governanti di Shadowdale e i drow”. “Ovviamente io e tua madre eravamo nell’occhio del ciclone! Così ci fu “caldamente” consigliato di liberare Tebryn, di lasciare gli Arpisti e rinnegare la nostra appartenenza ad essi, in modo che il polverone sollevato potesse senza clamore riassorbirsi.” “Così liberammo Tebryn, e con l’aiuto e la benedizione di Elminster ci trasferimmo qui a Shadowdale dove acquistammo questa fattoria.” “Capisco.” disse Caelith “Avete preferito non rivelarmi nulla del vostro passato..è comprensibile! Mi domando se mai l’avreste fatto qualora Tebryn non fosse ritornato.” “Te lo avremmo rivelato quando i tempi sarebbero stati maturi” intervenne Rowan “ e l’incontro con il drow li ha fatti solo maturare più in fretta!” Devi sapere, però, che quando liberammo Tebryn, egli prima di scomparire nella boscaglia ci disse con un sorriso sarcastico che al momento dovuto sarebbe tornato a cercarci per saldare ogni pendenza nei nostri confronti! Non abbiamo mai capito se si trattava di una minaccia o una promessa, ma presumo che lo scopriremo presto!” -=00=- Giunti al punto prestabilito videro una figura elegante appoggiata al tronco di una quercia avvolta da un mantello scuro con un cappuccio che ricopriva interamente il capo. “Eccovi qui, rivvilen (umani), vi aspettavo!” disse abbassando il cappuccio e mostrando il suo volto con un unico e vispo occhio! “George, Rowen” disse il drow porgendo un inchino sornione ai due. “Vedo che è venuto anche il vostro rampollo, ma non c’era bisogno di venire al nostro appuntamento armati fino ai denti” osservò notando l’equipaggiamento dei tre. “Ti fideresti di un drow?” rispose George abbozzando un sorriso ironico. Tebryn scosse il capo, rispondendo al sorriso, “Eppure io mi sono fidato di voi rivvilen” aggiunse “Avreste potuto uccidermi, invece mi avete salvato la vita con tutto quello che ne è conseguito! Ancora non capisco perché l’avete fatto, sicuramente non solo per ottenere quelle poche notizie che vi ho rivelato.” “Il grande Illmater” disse Rowen “insegna ad aiutare chiunque stia soffrendo a prescindere da chi sia. Un drow è una creatura come le altre, il tuo sangue è rosso come quello degli esseri che tu chiami iblithen (escrementi). Le tue ferite bruciano come quelle di ogni altro essere.” Il drow storse il naso. “Sappiate che a parti invertite, se mi fossi trovato al vostro posto e voi nel mio,” osservò l’elfo scuro “l’unico gesto di pietà che avrei potuto avere nei vostri confronti sarebbe stato quello di darvi il colpo di grazia e porre fine così alle vostre sofferenze. Ah… gli umani…”disse sghignazzando. “Cosa vuoi ancora da noi?” chiese George. “Come ho già detto al vostro figlio, sono qui per azzerare le nostre pendenze: il tempo è maturo!” disse portando una mano verso la cintura. “Fermo!” intimò Caelith puntandogli contro il suo arco “non ti permetterò di usare i tuoi trucchetti!” Tebryn non curandosi delle parole di Caelith continuò il suo movimento ed il giovane ranger scoccò una freccia, ma prima che la stessa raggiungesse il bersaglio l’elfo scuro riuscì a bloccarne la corsa afferrandola con le mani e pronunciate alcune parole arcane la freccia saettò verso l’arciere andandosi a conficcare proprio al centro del suo buckler. “Centro perfetto!” disse Tebryn sorridendo e, rivolgendosi al giovane ranger disse “Ti ho già detto che non sono venuto qui per scontrarmi con voi!” “Vi potrà sembrare strano, potete non crederci, ma sono qui per saldare il mio debito… un atto decisamente strano per un elfo scuro. In questi anni ho acquisito ricchezza e potere all’interno del mio clan ed ho condotto parecchie battaglie vittoriose contro i Predatori! Ora posso saldare il mio debito!” “Non vogliamo nulla da te” disse George, tu e la tua gente rappresentate una minaccia per le Valli, tornatevene da dove siete venuti oppure imparate a vivere in pace con le altre razze!” “Oh, bè… se è per questo anche la tua gente rappresenta una minaccia per la mia … quindi siamo pari! Dubito che molti tra gli umani e gli elfi siano disposti a vivere in pace con i drow come professano utopisticamente i seguaci di Eilistraee! Quanto a tornare nel sottosuolo significherebbe una guerra aperta contro i casati matriarcali delle nostre città! Per cui, caro George, dovrai dirmi quanto vale la vita di un elfo scuro?” “Non vogliamo oro da te, Tebryn!” irruppe Rowen “Sono qui per saldare il mio debito e lo farò!” disse pensieroso l’elfo scuro. Dopo alcuni attimi di silenzio Tebryn disse “Vi faccio una proposta, lasciate che il vostro ragazzo venga con me per il tempo necessario affinché possa addestrarlo all’arte della magia e così salderò il mio debito con voi!” Rowen e George si scambiarono un’occhiata increduli, Caelith sconcertato abbassò l’arco. “Mio figlio non ti seguirà mai, drow! Quale è il tuo vero obiettivo? Perché questo desiderio di saldare il tuo debito?” disse Rowen. “Va via per la tua strada e ci considereremo soddisfatti!” aggiunse George. “Comprendo la vostra diffidenza verso di me, ma Tebryn Xiltyn tiene fede alle sue promesse e voi avete salvato la mia vita, questo per me ha valore!” detto questo volse lo sguardo verso Caelith “E tu, ragazzo, che ne dici? E’ un’occasione irripetibile per un umano”. L’attenzione di Caelith fu attratta dal simbolo di Vhareaun “Cerchi di convertirmi al tuo Dio, drow? Ti avviso che è impossibile!” disse Caelith d’istinto. Sorpreso il drow scosse la testa, ma sapeva di mentire: quella della conversione del giovane umano era una evenienza che aveva considerato e che anzi avrebbe, pur non apertamente, favorito e ciò avrebbe rinforzato il Clan Auzkovyn, e Tebryn saldando il suo debito avrebbe finito per avere anche dei vantaggi. “La mia offerta rimane in piedi sino a domani al crepuscolo, se il giovane ranger si farà trovare qui lo porterò con me e faro di lui un mago, sarò costretto, però a sedarti perché la collocazione nel Cormanthor dell’ avamposto che io comando dovrà rimanere segreta. Sappi anche che dovrò farti passare come mio roth rivvil (schiavo umano) per non destare sospetti, formalmente sarai di mia proprietà. Aluvè, rivvilen! (addio, umani)” -=00=- Caelith, pensieroso, passeggiava nervosamente lungo l’ampia sala illuminata dal camino e da alcuni candelabri. Cosa fare? Poteva fidarsi di quel drow o era una trappola? A cosa sarebbe andato incontro se avesse accettato? I drow sono esseri infidi ed inaffidabili per natura, sicuramente sarebbe andato incontro ad alcuni rischi, ma aveva notato che un rapporto del tutto peculiare si era rinsaldato tra Tebryn e i suoi genitori, un rapporto che ben poteva dirsi di reciproca fiducia per quanto il termine fiducia potesse essere riferito alle relazioni interpersonali tra drow e iblithen. Eppure non erano gli stessi dettami del Cavaliere dei Venti (Shaundakul) a spingerlo verso questa inusuale esperienza? Egli che in Shaundakul vedeva il proprio patrono non avrebbe dovuto forse lasciarsi trasportare verso orizzonti lontani fare nuove esperienze e diffonderne l’essenza? Rowen e George si accostarono al figlio “Figliolo, sento che il tuo cuore è diviso, ma questa decisione potrà cambiare il tuo futuro e noi saremmo troppo egoisti nel chiederti di non accettare anche se posso solo immaginare ciò a cui andrai incontro in un avamposto drow” disse il padre. “Qualcosa mi dice, però, che Tebryn non permetterà che ti accada nulla di male” osservò Rowen “ ma se andrai con lui allerta i tuoi sensi e stai attento”. Quelle parole rafforzarono il convincimento che si stava facendo strada nella mente di Caelith, al crepuscolo del giorno dopo sarebbe partito con Tebryn. -=00=- L’addestramento all’avamposto fu particolarmente duro ed intenso a questo si aggiungeva anche la particolare condizione in cui Caelith si trovava, al di là del patto con l’elfo scuro, e del fatto che il Clan Auzkovyn, tuttavia, è noto per essere aperto perfino agli umani, egli agli occhi dei drow rimaneva un iblith e alcuni membri del clan ben si sarebbero “divertiti” con lui se la riconosciuta autorità di Tebryn, a cui egli formalmente apparteneva, non avesse fatto da deterrente. Ciò, però, non impediva a costoro di insultarlo, umiliarlo e schernirlo o percuoterlo quando ne avevano l’occasione. Altri, invece, non lo consideravano degno nemmeno di uno sguardo. “Impari in fretta, giovane umano” osservò Tebryn guardando Caelith all’opera con alcuni semplici trucchetti di prestidigitazione e porgendogli un tomo antico che sarebbe stato oggetto dei suoi prossimi studi. Lo studio gli consentì di avere familiarità con formule magiche note agli abitanti del sottosuolo L’addestramento a cui Tebryn lo sottoponeva, però, era anche fisico gli insegnò a muoversi furtivamente e a sfruttare ogni anfratto per nascondersi alla vista dei nemici; talora lanciando pelle coriacea ed altre magie di protezione su di sé e sul ragazzo, in modo che entrambi potessero affondare i propri colpi senza timore di ferirsi, lo affrontava in combattimento per saggiarne i progressi. Alcune volte lo portava con sé in alcune ronde di esplorazione nel bosco del Cormanthor e lontano da orecchie indiscrete gli suggeriva movimenti di combattimento o gli spiegava il significato di alcuni simboli arcani, come leggere ed interpretare le pergamene e quant’altro. -=00=- Tebryn era nella sua stanza intento a pianificare le prossime mosse del clan. Caelith, probabilmente più per mettersi alla prova che per minacciare concretamente l’elfo scuro, scivolò lentamente nell’ombra alle sue spalle impugnando il suo pugnale, con movimenti fluidi era giunto silenziosamente a pochi passi dal drow. Con un agile balzo gli fu addosso e bloccando con il suo braccio sinistro quello del drow, punto la sua lama alla gola di Tebryn. “Pensi che non mi sia accorto di nulla, ragazzo?” “Devi migliorare ancora molto per potermi sorprendere, ho sentito troppo nitidamente il tuo fruscio!” “Sì, Fruscio, ti chiamerò così!” disse Tebryn sghignazzando. “Il tuo fianco destro, poi, era totalmente scoperto, anche questa volta avrei potuto ucciderti”. Caelith osservò la punta della daga che il drow aveva impugnato verso il basso con la sua mano destra che premeva contro il suo fianco. -=00=- “Dobbiamo spostare questo avamposto, siamo rimasti fermi in questo accampamento per un tempo abbastanza lungo. Perché non entri a far parte del clan, Fruscio?” chiese Tebryn, era passato circa un anno da quando l’umano lo aveva seguito. Caelith sapeva che prima o poi l’elfo scuro gli avrebbe fatto quella domanda e che la stessa costituiva un modo attraverso il quale Tebryn gli dimostrava stima e rispetto e gli riconosceva i progressi fatti. Caelith sentiva che qualcosa lo legava a quel drow, forse riconoscenza, forse amicizia…forse Tebryn in fondo era diverso dagli altri drow, forse quell’esperienza così vicina alla morte alla quale George e Rowen l’avevano strappato lo aveva cambiato. Non adorerò mai Vhaeraun!” disse a denti stretti il ragazzo “Non è necessario, ma comprendo che per te sarebbe difficile combattere per una causa che non senti tua” “L’addestramento può dirsi concluso, ma devi superare un’ultima prova, dovrai tornare a Shadowdale da solo! Potrai approfittare della confusione che si creerà per lo spostamento del mio gruppo per non dare nell’occhio e “fuggire”, ma non potrò condurti là dove ci siamo incontrati. Ti posso solo suggerire di dirigerti verso sud-est dovresti così giungere ad Ashabenford, al momento quella zona è tranquilla per quanto possa esserlo il Cormanthor.” “So che anche tu hai rischiato tenendomi qui e mentendo alla tua gente” osservo l’umano “E ti ringrazio per ciò che hai fatto, spero che un giorno ci su Faerun ci sia la possibilità di una pacifica convivenza tra le razze!” “ Stai attento a quello che dici,” disse Tebryn “parli come un sacerdote della Vergine Oscura e tra i Vhaerauniti può essere intesa come una bestemmia!” -=00=- Era il momento di fuggire “Aluvè, ilythiiri” (addio, drow) pensò tra sé Caelith. I drow dell’accampamento di Tebryn erano in fermento, preparando il loro trasferimento altrove, nessuno avrebbe prestato attenzione ad uno schiavo umano, un iblith; nessuno tranne lo stesso Tebryn che sapeva. “Addio, umano. Forse un giorno le nostre strade si incontreranno nuovamente!” mormorò mentre dirigeva ed organizzava le ultime operazioni di sgombero. -=00=- Caelith, avanzava con estrema prudenza nella boscaglia iniziava a scorgere in lontananza le luci di Ashabenford, lì avrebbe trovato riparo per la notte ed avrebbe avuto modo di rifocillarsi e ripartire il giorno dopo per la sua Shadowdale, magari con una carovana o comunque risalendo il fiume. -=00=- Finalmente a Shadowdale! Pareva che nulla fosse cambiato da quando aveva deciso di seguire il suo “maestro”, infatti ad essere cambiato era principalmente lui. Durante il duro addestramento aveva appreso molte cose, vivere a stretto contatto con i drow l’aveva reso diffidente verso il prossimo e comunque più prudente, meno impulsivo nelle sue reazioni, ma anche più determinato e consapevole delle sue possibilità e dei suoi limiti. -=00=- Dal suo punto di osservazione Caelith poteva vedere George e Rowen seduti accanto al camino che discutevano. Facendo ricorso a tutto quello che aveva imparato e a tutta la sua destrezza si avvicinò a passi felpati verso di loro. “Pensi che tornerà presto?” chiese Rowen al marito “Sono già, qui madre!” irruppe dal silenzio Caelith “e stavolta nessuno ha udito alcun Fruscio!” ed un sorriso radioso gli si stampò sul volto. Rowen abbracciò forte il figlio ed una lacrima le scese lungo il volto. George balzò in piedi felice “Figliolo raccontami tutto!” -
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Fruscìo ha risposto alla discussione di Galdor in Ambientazioni e Avventure
Background Fruscìo - parte 1 - In assoluto il migliore che abbia mai scritto (lunghetto - l'ho dovuto dividere in due post - ma ha fruttato anche +2 a conoscenze su drow al mio pg) -=00=- Gli zoccoli percuotevano incessantemente a ritmo serrato le lisce lastre di pietre della strada principale di Shadowdale, George Vassel spronava ripetutamente il suo cavallo nella piovosa notte senza luna, seguito a breve distanza da un altro cavaliere. “Presto!Dobbiamo fare presto!” - gridava George all’indirizzo di Myriam, la levatrice che era andato a chiamare e che cercava affannosamente di stargli dietro in quella folle corsa lungo le vie di Shadowdale. I cavalli ben presto abbandonarono la strada principale per inoltrarsi lungo vie secondarie fino a raggiungere, al limitare della cittadina, la fattoria Vassel. Legati in fretta i cavalli, George e Myriam si precipitarono all’interno della abitazione. Una fioca luce proveniva dal piano superiore dell’edificio dove Rowan Tallstag era in procinto di dare alla luce il frutto della sua unione con George. Myriam si avvicinò all’ansimante Rowan e, tenendole il capo, fece preparare dell’acqua calda e dei panni bianchi, rivolse una preghiera alla Dea Madre e si mise all’opera. “Un ultimo sforzo” – disse Myriam – “ci siamo quasi, Rowen!”. La donna, stremata dalla fatica, sentiva che le forze stavano per abbandonarla, ma sapeva che ce la poteva fare e quando un tenero vagito si levò nella stanza, la sua gioia fu tale da vincere dolore e stanchezza. “Ecco il primogenito di George e Rowen!” – urlò Myriam, poi, volgendo lo sguardo verso i genitori - “è un maschio” – disse, fasciando il piccolo con i panni caldi e porgendolo con delicatezza alla madre, – “ Come lo chiamerete?”. Dopo uno sguardo d’intesa con il marito, con un filo di voce Myriam rispose sorridendo – “Caelith.” “Che gli Dei Immortali possano sempre vegliare su di te, Caelith Vassel!” – disse Myriam benedicendo il neonato e sollevandolo verso l’alto come per mostrarlo alle divinità e al mondo intero. -=00=- Il bosco del Cormanthor non è certo un luogo per viandanti, ma Caelith, addestrato come ranger dal buon vecchio Philis, riusciva ad orientarsi e a ben districarsi quanto meno in quelle (poche) zone del sottobosco che aveva imparato a conoscere e ad apprezzare e nelle quali spesso si addentrava alla ricerca di essenze o all’inseguimento di cinghiali o cervi dei quali riusciva ad individuare le tracce anche là dove la vegetazione iniziava ad infittirsi. Il giovane ranger ben sapeva, però, che il Cormanthor è infido e che penetrarvi per tratti eccessivi poteva essere letale, soprattutto da quando i drow si erano trasformati da leggenda a concreta minaccia. Ma si sa, quando si è giovani si riflette poco e l’eccitazione di essere sulle tracce di un bell’esemplare di cervo offuscò la mente del giovane Vassel quanto bastava per spingersi un po’ più in là del solito. Da dietro alla roccia dove si era acquattato Caelith seguiva con lo sguardo il cervo muoversi placidamente verso un rivo per abbeverarsi. Con movimenti rapidi e silenziosi, avendo cura di non essere sottovento, Caelith raggiunse il tronco di una grossa quercia il cervo era lì, al di là del tronco, cacciatore e preda separati solo da una quindicina di metri. La traiettoria della freccia che il giovane Vassel avrebbe scagliato era libera, ne sarebbe bastata una, pensò. Appoggiando la schiena al tronco, imbracciò senza esitazione l’arco e posizionò la freccia pronto a voltarsi e a scoccare il colpo con esito cer5tamente mortale. Si voltò verso sinistra, flettendo la corda di budello del suo arco composito, ma il suo movimento non potè essere completato: una figura scura gli si parò davanti. Per la sorpresa Caelith trasecolò, perse l’equilibrio ricadendo all’indietro e perse la presa sull’arco. “Iblith” – sghignazzò la figura. Un brivido percorse la schiena di Caelith!!!Escremento!!! Sapeva che quella era la parola con cui i drow solevano chiamare quelli che loro considerano le razze inferiori. Suo padre George gli aveva insegnato la lingua degli elfi scuri, così come sua madre l’elfico. Fece per rialzarsi e per correre via. “Xuat zahan (non correre)!!!” Caelith si fermò, strinse l’elsa della sua spada con la mano destra, e si voltò urlando: “Usstan uil (io sono ), Caelith Vassel!!!” “Ah”- disse la figura con sorpresa- “parli la mia lingua, iblith, ma io so chi sei tu!!!!” Caelith inarcò il sopracciglio sorpreso, quel drow sapeva il suo nome, come poteva essere?!?Perchè?!? Il drow continuò “Tranquillo, umano, non sono qui per ucciderti, se avessi voluto farlo l’avrei fatto già da quando eri dietro a quella roccia!”. Un ghigno si stampò sul volto della creatura del sottosuolo. Caelith, strinse ancora più forte l’elsa della spada “Non te lo consiglio, mio giovane ed impulsivo amico. Sono qui per lasciarti un messaggio che dovrai portare ai tuoi genitori. Dì loro che Tebryn è pronto per quel debito!”. Il ragazzo fissò l’elfo scuro, una benda nera copriva l’occhio sinistro, alla cintura due daghe di pregevole fattura, un mantello scuro copriva le sue spalle. Caelith notò che al collo l’essere del sottosuolo aveva un ciondolo che raffigurava due lenti di vetro nero che finivano con il formare una maschera; un simbolo che gli sembrava di conoscere, ma non ricordava cosa rappresentasse. “Perché fissi l’emblema del sommo Signore Mascherato, umano?”. Caelith, distolse lo sguardo, quello che gli si parava davanti era un adoratore di Vhaeraun, il Dio Mascherato della Notte. “Devi dire a George e a Rowen che domani li aspetterò qui con ansia e se il suo giovane rampollo vuole farci compagnia – Tebryn fece un inchino di scherno – sarà un ospite gradito! Ora, raccogli il tuo arco, è una buona arma…per essere stata costruita da umani, ovviamente!”. La risata del drow riecheggiò nel bosco. Caelith si voltò spalle al drow per recuperare il suo arco “A proposito, il tuo cervo è lì, vicino la riva del ruscello! Aluvè (addio), iblith" disse il drow sghignazzando. Caelith non fece in tempo a girarsi che l’elfo scuro era già sparito senza lasciare traccia alcuna Recuperato l’arco, il giovane ranger si avvicinò frastornato al corpo del cervo che giaceva riverso sul fianco destro con il muso ancora immerso in parte nell’acqua. Respirava ancora, esaminato l’animale, Caelith notò una piccola freccia sul collo proprio all’altezza della gugulare. Una freccia soporifera! Realizzò come Tebryn in pochi attimi fosse riuscito a piazzare un colpo preciso all’animale e pararsi davanti a lui proprio nel momento in cui si accingeva a d abbattere il cervo: doveva essere un combattente di rara maestria. Estratta la freccia soporifera dal collo, Caelith, attendeva che l’animale si svegliasse da quell’innaturale sonno, molteplici dubbi e domande si affastellavano nella sua mente. I suoi genitori conoscevano Tebryn? Questo era probabile, del resto era stato suo padre ad insegnargli la lingua dei drow, e ricordava anche che era stato George a parlargli di Vhaeraun. L’elfo scuro aveva parlato di un debito, ma chi era creditore di chi? Era la sua famiglia che doveva qualcosa a quell’essere? O quell’essere doveva qualcosa alla sua famiglia? Possibile? Cosa legava i suoi genitori ad un drow Vhaeraunita? Lentamente il cervo si alzò in piedi scrollandosi il torpore dalle membra, Caelith lasciò che l’animale si allontanasse lentamente, spaesato, prima di iniziare a correre libero tra gli alberi. “Oggi pensavo di essere il cacciatore, invece ero preda!” disse a denti stretti tra sé e sé, mentre imboccava la via del ritorno. -=00=- George e Rowen si scambiarono una rapida occhiata quando Caelith terminò di raccontare loro lo strano incontro avuto nel bosco. “Mi dovete delle risposte” – disse corrucciando la fronte – “chi è Tebryn? Come può conoscere me e voi?” . Prima che i genitori potessero rispondergli il giovane ranger li incalzò “E il debito? A cosa si riferiva?” “Hai ragione” – disse sconcertata Rowen , poi con un sospiro continuò – “Come già sai, io e tuo padre siamo originari del Cormyr e ci siamo trasferiti a Shadowdale qualche anno prima che tu nascessi”. Caelith annuì, Rowen continuò guardando intensamente negli occhi suo marito “Quello che non sai è…che io e tuo padre non ci siamo dedicati sempre e soltanto alla fattoria e al nostro piccolo laboratorio alchemico ed erboristico, ma siamo stati avventurieri!” Caelith ebbe un moto di stupore e inarcando il sopracciglio fece per parlare, ma il padre lo precedette “Guarda” disse George slacciando le corde dorate che stingevano l’apertura di un sacco di velluto rosso e facendo cadere il contenuto nelle sue mani. Due spille d’argento raffiguranti quattro stelle ai punti cardinali intorno ad una mezzaluna che abbracciava un arpa brillavano nelle mani dell’uomo. “Siamo stati agenti Arpisti, figliolo!” disse George. Caelith, osservava stupito le due spille ed i suoi genitori, restando in silenzio. “Abbiamo conosciuto Tebryn durante una sopralluogo nel Cormanthor.” disse George. Eravamo diretti, insieme ad altri compagni, a Myth Drannor. Quel Vhaeraunita fa parte di un groppo di drow, per lo più nomadi, che si fa chiamare Clan Auzkovyn. Il clan annovera anche alcuni umani, elfi e mezz’elfi adoratori del Signore Mascherato.” Una smorfia di disprezzo mista a compassione si dipinse sul volto della madre. “Devi sapere, figlio mio, che i drow di superficie, come i membri del Clan Auzkovyn, devono spesso difendersi dai loro stessi simili. Le indagini che stavamo conducendo rivelarono che alcuni ambiziosi comandanti di Menzoberranzan, sfruttando probabilmente alcuni portali, conducono incursioni contro i loro vecchi compagni”. Caelith, incuriosito e sorpreso, fissava il padre. “Quella volta assistemmo, non visti, ad una imboscata che i drow adoratori di Lolth avevano preparato ai danni di un gruppetto di esploratori del clan massacrandoli. Fu uno spettacolo rapido e cruento. Non intervenimmo, ma quando i Predoni del Sottosuolo si allontanarono, ci avvicinammo al luogo dell’imboscata.” L’uomo continuò: “Cadaveri di elfi scuri giacevano privi di vita e l’odore della morte permeò l’aria circostante, quando udimmo una flebile voce levarsi da dietro uno spuntone di roccia - dortho (aiuto) – disse. Imbracciate le nostre armi ci avvicinammo con circospezione allo spuntone girandovi poi intorno. Un drow con una profonda ferita sull’addome ed il volto in una maschera di sangue giaceva a terra agonizzante.” Rowen intervenne “Appena ci avvicinammo quell’essere cercò di afferrare una delle sue daghe come per difendersi, ma lo sforzo gli fece perdere completamente conoscenza.” Incredulo Caelith scoccò un’occhiata alla madre, “Conoscendoti avrai cercato di aiutarlo.” Rowen annuì. “Pulimmo le sue ferite con dell’acqua e le fasciammo, poi gli versai lentamente una pozione nella bocca. Lo trasportammo nel rifugio di fortuna che avevamo approntato per condurre le nostre indagini nel bosco e lì finimmo di curarlo” “Era Tebryn, non è vero?” chiese Caelith intuendo già la risposta. -
Anche io avevo capito così la mia perplessità era proprio legata al fatto di non aver trovato il cd allegato al manuale ed in negozio non mi hanno saputo dire di più
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Alla fine o acquistato il manuale del giocatore appena uscito;-) chi mi sa dare qualche dritta su DnD insider con i relativi character visualizer, builder ecc... sarà un software da acquistare o sarà disponibile sul sitop dndinsider.com
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ambientazione Ambientazione preferita per un PBF
Fruscìo ha risposto alla discussione di andrea15172 in Ambientazioni e Avventure
Forgotten Realms:bye: -
halfling xkè ladro...e poi?
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Io avrei optato x una fuga "assistita" da qualche png la notte prima dell'esecuzione...
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dnd 3e Arciere... quale classe base è meglio?
Fruscìo ha risposto a una discussione in Dungeons & Dragons
Io dico ranger... sia per lo stile di combattimento (arco) che per una questione di attitudine... il guerriero deve puntare sulla forza ed andare avanti a menare. il ranger è un buon combattente, ma può puntare sull'agilità, destrezza...sta a lui a specializzarsi nell'arco se c'è un altro combattente nel gruppo -
personaggio [Libri] Personaggi celebri di D&D
Fruscìo ha risposto alla discussione di M@jere in D&D 3e personaggi e mostri
era l'unico volume sul quale non avevo controllato... ho trovato anche questo link http://forums.gleemax.com/wotc_archive/index.php/t-554278.html Straordinario, cmq... anche non avrei pensato ad un guerriero puro -
personaggio [Libri] Personaggi celebri di D&D
Fruscìo ha risposto alla discussione di M@jere in D&D 3e personaggi e mostri
Non so se questa è la sezione giusta...cmq Ho appena finito di leggere la Strada del Patriarca ch conclude la trilogia de I soldati di Ventura di R.A. Salvatore che narra delle vicende di Jarlaxle e di Artemis Entreri. Ho scoperto un modo nuovo di essere malvagi al di là degli stereotipi e delle descrizioni degli allineamenti che tendono semplicisticamente ad incasellare (x motivi comprensibili) i pg A parte Artemis di cui c'è traccia nell'atlante di Faerun è quel drow ad avermi alquanto interessato anche per la sua personalità bene la domanda ...secondo voi quali statistiche possiede? quali, secondo voi, le statistiche delle armi di Artemis: - Artiglio di Caronte (secondo me spada lunga senziente chiede un TS su vol x evitare morte ed infatti viene impugnato con un guanto magico assorbi incantesimi - ma Entreri può farne a meno avendo domato la personalità della spada -, può generare un muro di cenere che crea occultamento...e poi?) - Pugnale Vamprico (mi sembra molto di più di un pugnale con rigenerazione vampirica..) che ne pensate?