Vai al contenuto

Kursk

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    5.106
  • Registrato

  • Ultima attività

  • Giorni vinti

    15

Inserzioni blog inviato da Kursk

  1. Kursk
    SI RICOMINCIA.
    Come avevo già scritto all'inisto di questo diario/blog/racconto, questo “diario” in realtà è un resoconto strano, scarno e scritto in fretta di quello che i miei giocatori combinano durante le spaziali sessioni di Star Wars Saga edition.

    Insomma è un racconto di quello che hanno fatto... delle decisioni che hanno preso… delle persone che hanno incontrato… ecc ecc. scritto di getto dallo “space master” (che sarei io) per valutare il loro comportamento ai fini del gioco.

    Come sempre non posso garantire alcuna puntualità nell'aggiornamento del diario: il tutto lo faccio a tempo perso, e lo riporterò qui mano a mano che i resoconti delle sessioni saranno pronti e dopo aver "fato i punti"...

    Quindi rimane valido il "non aspettatevi un romanzo" che avevo scritto a suo tempo.

    Come sempre... Buona lettura! E, hemm, ... Siate clementi!

    Kursk – The dung… hemmm ... The Spacemaster!


    Vediamo di rispolverare dalla memoria chi sono gli "eroi" di cui vado a narrare.
    Questi sono gli avventurieri che sfidano il cosmo...
    Questi sono i personaggi che giocano in questo pazzo universo...
    Questi sono i nostri eroi...
    Questi sono i "quattro dispossenti a spasso per il cosmo" di cui continuerò a narrare le gesta!

    I PERSONAGGI

    Geego-Gin (Shar) = twi’lek – soldier = il cacciatore di taglie col braccio bionico; ha rimesso in gioco le sue doti da leader portando a buon fine diverse trattative (con gli ithorians e con l’inquisitore Tarkin). Alla luce delle novità scoperte sulla sua famiglia, intravede davanti a se solo un percorso oscuro e misterioso. Di chi fidarsi? La risposta che sceglie è la più semplice: di nessuno!
    Highbecca (The Faith) = wookie – scout / soldier = conoscenze meccaniche in continuo aumento; rappresenta il “buonsenso e la moderazione del gruppo”; ha abbandonato volentieri il ruolo di “comandante” per dedicarsi alla sua amata navetta (rimessa a nuovo, migliorata ed armata di tutto punto) ed a diventare il miglior pilota peloso che si sia mai visto.
    Jere Mee Kohlson (Aerys II) = jawas – scoundrel / gunslinger = un cacciatore di taglie che mentre si rende conto di quanto possa essere pericolosa per lui la spasmodica ricerca di ricchezza a scapito di tutto e tutti, coltiva le sue abilità di “combattente”. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: arricchirsi; ma ora sembra un jawas più maturo e prudente. Un pensiero oscuro continua a frullargli nella testa “Quanti soldi farei se vendessi i due jedi all’impero?”…
    Hope (Celestine) = human – jedi = senza più un maestro il giovane jedi continua a perfezionare le tecniche di uso della spada: sono pochi i jedi che sono riusciti a padroneggiare la tecnica con due spade, lui sembra essere uno di questi. Per contro si è rinchiuso in una sorta di autoisolamento; per proteggere se stesso, ma sicuramente anche per proteggere gli altri (andare in giro con uno jedi non è salutare di questi tempi): la notizia della taglia sul suo salvatore e “maestro” lo ha toccato, ma non sconvolto (almeno stando a quanto dà a vedere). Comincia a vedere con curiosità i timidi segnali di “comportamento jedi” mostrati da Nova.
    Paul Waterflyer (Phate) = human – jedi = il gruppo e l’allievo sono ormai poco più che una felice parentesi del passato; le sue ricerche sulla FORZA lo hanno portato in giro per la galassia alla ricerca di ogni minimo segno di un maestro o di “qualcosa” che lo aiuti a capire. Ora l’addestramento col “vecchio Ben” lo sta impegnando a fondo, la sua percezione della FORZA e del mondo migliora di giorno in giorno. E così, di giorno in giorno, aumenta la sensazione di un oscuro destino ad attenderlo. Non si sente ancora un jedi completo ed il pensiero torna spesso ai compagni di viaggio del passato: che sia con loro la chiave per sfuggire all’oscurità?

    --------------------------------------------------------------

    ANTEFATTO (della seconda parte)
    Sono passati 50 giorni da quando i nostri eroi hanno raggiunto Yavin a bordo della Vortex. La cifra pattuita è stata pagata; ed ora il gruppo è libero da qualsiasi accordo stretto col generale Tarth. Paul, dal canto suo, è ormai da quasi due mesi che si addestra col vecchio Ben.
    Nova viaggia ancora in cerca di taglie assieme a Geego-Gin, Jere Mee Kohlson, Highbecca ed Hope; si è dimessa dal servizio come trooper imperiale; qualcosa in lei sta cambiando e sente che questo cambiamento sarà più tollerabile se rimarrà vicino a questi quattro pazzi eroi.

    La necessità di mettere a frutto i soldi guadagnati investendo sulla Exxudus, porta i nostri eroi a tornare alla lontana stazione spaziale dove già hanno delle conoscenze, per sfruttarne le officine per rimettere a nuovo la nave. Tra viaggio in hyperdrive e lavori di manutenzione 30 giorni volano.

    In seguito i nostri eroi si dedicano, finalmente, alla vera e propria professione di cacciatori di taglie raggiungendo Coruscant e mettendosi sulle tracce di un “baro”. La cattura è facile e veloce; la riscossione della taglia è invece più complessa: la taglia è stata bandita dagli Hutt pertanto è dagli Hutt che i nostri eroi dovranno farsi pagare.
    Prossima tappa Tatooine.
  2. Kursk
    GIORNO 238: TANTO TEMPO FA...
    È passato molto tempo da quando i nostri eroi si sono conosciuti ed hanno accettato la loro prima missione come “gruppo”; quel relitto nei pressi del pianeta Ithor ormai è lontano e gli eventi hanno diviso e cambiato i nostri eroi. Cosa riserverà ora per loro il destino (o lo spacemaster)?

    Tutto ricomincia su Tatooine dove, mentre i quattro (più una) “cacciatori di taglie” sono ancora in hyperdrive alla volta del pianeta, Paul viene coinvolto in un “problema imperiale”.

    I soli splendono alti nel cielo ed il nostro jedi, svegliatosi da poco dopo un addestramento notturno si ritrova da solo. Ha delle commissioni da fare in città (Mos Esley) per conto dell'amico Ben e non perde tempo... si veste, prende la sua fida spada laser (ben nascosta dalle pieghe della tunica e del mantello) e si incammina fuori di casa.

    Uscendo dalla casa del vecchio Ben, il nostro jedi si trova circondato da ben otto trooper che lo dichiarano in arresto semplicemente in quanto “conoscente di Ben”; a nulla valgono i trucchi mentali che Paul prova a mettere in atto, gli avversari sono troppi e più di uno non si fa trarre in inganno.

    L’uomo viene trascinato in un hangar di Mos Esley dove due inquisitori imperiali lo tempestano di domande sulla sua vita, sul suo rapporto con Ben e su qualsiasi cosa frulli loro in testa. Il colloquio, anche se non proprio amichevole, potrebbe anche andare bene per il povero Paul se non avesse la malsana idea di dire il suo vero nome; infatti non appena i due inquisitori si rendono conto della taglia sulla sua testa (e soprattutto della motivazione – “presunto jedi”) decidono di trasportarlo su uno star destroyer in orbita attorno al pianeta dove sarà sottoposto ad un nuovo interrogatorio da parte del “capitano”.

    Dopo un breve viaggio in navetta il buon Paul si ritrova in una nuova cella a bordo di uno “star destroyer” in orbita, e lì viene rinchiuso; non appena è da solo prova a saggiare con la spada laser (nessuno lo ha perquisito) la resistenza delle pareti e della porta della cella: niente da fare tutto sembra troppo resistente. Non resta che attendere gli interrogatori.

    GIORNI 239 – 240: IN ATTESA.
    Due giorni di attesa… per tutti.

    Paul resta in cella con poco cibo, poco sonno, pochi contatti umani ed un solo colloquio/interrogatorio con i suoi carcerieri. Durante uno dei colloqui la sua spada laser viene sequestrata.

    Gli altri sono in hyperdrive alla volta di Tatooine; durante il volo Nova ed Hope fanno degli strani sogni premonitori sul destino di Paul.

    GIORNO 241: NOVITA’.
    Mentre il gruppo arriva su Tatooine alla ricerca di un modo per avere i crediti guadagnati con la cattura del baro, Paul si trova coinvolto in un nuovo pericoloso interrogatorio.

    Lasciati Geego-Gin e Nova sulla Exxodus per sicurezza (meglio essere pronti a partire “al volo”), gli altri scendono per cercare soldi e notizie (anche sul loro ex compagno di viaggio disperso).

    Ci vuole tutta l’abilità del jawas sia a parole sia con le pistole per ottenere i contati giusti per incassare la taglia. Dapprima un “bruto” si pone sulla strada del gruppo ed impedisce chiacchiere utili con il barista del caso: nessun problema, un colpo di blaster ed il bruto è morto (ora bisognerà disfarsi del cadevere).

    Tuttavia sembra che anche questo genere di "incontri" possa aprire qualche porta speciale in questo mondo di frontiera.
    Prima i nostri eroi riescono ad incontrare un “burocrate” al servizio degli Hutt e di conseguenza ritirano la taglia. Subito dopo investono parte della taglia per mantenere buoni rapporti con lo stesso burocrate in cambio di informazioni preferenziali su alcune taglie (tra cui quella su Paul), venendo così a scoprire che il vecchio jedi è stato catturato dagli imperiali.
    Dopodiché, in un altro locale, il piccolo jawas diventa di nuovo protagonista sfoderando tutto il suo fascino per sfruttare una procace e disinibita cameriera per riuscire a fare quattro chiacchiere in sicurezza con un rodian (chiamato Shogo) dall'aspetto pericoloso. Una volta intavolato un discorso scoprono che anche Shogo è al servizio degli Hutt; il rodian quindi ha tutto il tempo di raccontare ai nostri eroi alcuni ultimi brutti accadimenti avvenuti sul pianeta di recente (ad esempio lo sterminio di un gruppo di mercanti jawas).

    Alla fine vengono a sapere che per sbarazzarsi dell’ingombrante cadavere causato da Jere Mee Kohlson nella breve sparatopria nella prima locanda, basta contattare (e pagare) Spork: un gamorrean che gestisce l’inceneritore di Mos Esley.

    Nel frattempo tra le stelle…

    Paul viene finalmente prelevato dalla sua cella per il colloquio con il comandante. Viene condotto sotto scorta in una strana sala completamente bianca arredata solo con un grande tavolo e due sedie. Paul entra appena e la porta si chiude alle sue spalle.

    Qualche minuto di attesa… a Paul sembra un’eternità.

    All’improvviso una porta si apre sul fianco della stanza (Paul è talmente agitato che non ne aveva nemmeno notato l’esistenza) e…

    FFFFFF-WOSH!

    FFFFFF-WOSH!

    Un umano molto alto (circa due metri) vestito di nero e con una vistosa armatura che sembra, almeno in parte, robotica entra nella sala e comincia subito ad interrogare con foga il malcapitato Paul.

    Ebbene sì! È proprio il simpaticissimo Darth vader.

    Le risposte del nostro jedi non lo convincono sebbene continui a negare di essere uno jedi con tutte le sue forze. A questo si aggiunga l'infelice frase "I jedi sono solo feccia!" pronunciata come ultimo tentativo di scagionarsi. (NdSM: )
    L’interrogatorio non è lungo ma è faticoso per il nostro eroe tant’è che alla fine sviene (o meglio viene stordito dal suo interlocutore).

    GIORNO 245: UN BRUSCO RISVEGLIO.
    Paul si risveglia in una nuova cella. Anche questa è grigia e senza finestre ma le sensazioni che arrivano al nostro eroe sono diverse: si sente “solo e lontano” ed anche i suoni e le “vibrazioni” che gli giungono dalla nuova prigione gli suonano strani: non crede più di essere su uno star destroyer, ma non ha la più pallida idea di dove può trovarsi.
  3. Kursk
    Ho perfezionato le MIE schede per giocare a StarWars d20 (Saga Edition)... ed ho deciso di condividerle con voi...
    La scheda per le navette:
    [ATTACH]21[/ATTACH]
    E la scheda per i personaggi (giocanti e non):
    [ATTACH]22[/ATTACH]
    Spero vi piacciano o per lo meno vi siano utili!


  4. Kursk
    Dopo un po' di peripezie (ed un laurea ) presto tornerò nei panni di SPACEMASTER e presto ricominceranno le avventure di QUATTRO DOSPOSSENTI A SPASSO PER IL COSMO!
  5. Kursk
    GIORNO 166: UNO STRANO INCONTRO.
    La notte arriva presto, e con essa arriva il gelo pungente del deserto; Paul non può fare altro che rannicchiarsi su se stesso e sfruttare la protezione ed il calore garantito dei vestiti protettivi. Il sonno è poco, ed è agitato.
    All’improvviso si alza il vento, un vento impetuoso che porta con se grandi quantità di sabbia; il jedi intuisce che la mattina debba essere alle porte (la luminosità dell’ambiente sta cambiando) ma la sabbia gli impedisce di vedere i soli.
    “Resterò qui rannicchiato al sicuro, stando attento a non farmi ricoprire dalla sabbia; almeno finché la tempesta non si placherà un po’!” pensa tra se e se, ma non conosce le tempeste di sabbia di Tatooine.

    Le ore passano e la temperatura aumenta, ma la tempesta non accenna a placarsi; anzi rinforza sempre più carica di elettricità. Per due volte piccoli fulmini colpiscono il nostro eroe e lui resiste alle scariche restandone solo appena intorpidito; deve essere quasi mezzogiorno quando una scarica più forte delle altre lo stende… Paul sviene… convinto ormai di non avere speranze.

    Riapre gli occhi al buio…
    Si rende conto di essere disteso su un letto di roccia, di essere impolverato, certo, ma non sepolto dalla sabbia…
    L’ululato del vento sembra distante…
    Si tira sui gomiti a fatica… si guarda intorno: una grotta…
    In un angolo un fuocherello che brucia a fatica spande una tenue luce…

    “C’è qualcuno?”
    Nessuna risposta…
    Paul si guarda attorno…
    Vicino a lui giacciono dei vestiti puliti ben ripiegati e la pistola recuperata dal cadavere del pilota… manca la spada laser…
    “Di nuovo!” pensa il jedi…
    “Beh, se mi senti, chiunque tu sia, grazie per avermi portato al riparo…” altre parole gettate nel vuoto.
    Ancora nessuna risposta…
    Il jedi decide quindi di riposare ancora un po’ per recuperare ancora un po’ di energie… il sonno arriva immediatamente.

    Si sveglia di nuovo: “Ma quanto tempo ho dormito?” si chiede fra se e se senza riuscire a darsi una risposta.
    Il fuoco ora brilla più intenso… c’è una pentola che borbotta ed uno strano odore si spande nella stanza.
    Il vento di tempesta continua ad ululare in lontananza…

    Paul ha fame…
    Si guarda di nuovo attorno rialzandosi in piedi… questa volta scorge una figura seduta in un angolo…
    “Grazie… grazie di avermi portato in salvo…chi sei?”
    “Di nulla…” risponde la misteriosa figura “Sono solo un pastore ma conosco il deserto…meglio di te a quanto pare... è stato solo un caso che ti abbia trovato…” detto questo invita Paul a mangiare qualcosa con lui… prende due ciotole di legno le riempie di una scura zuppa presa dal pentolone, ne porge una al nostro eroe e comincia a mangiare voracemente dall’altra…
    Paul non esista e spinto dalla fame e stimolato dal buon profumo che la zuppa emana, imita il suo ospite cominciando a mangiare voracemente… qualcosa però non va… la sua testa si fa pesante… ed in breve perde i sensi…

    Si sveglia di nuovo sul suo letto di pietra… di fronte a lui stavolta si erge una figura più alta e forzuta… “Chi sei tu? Che fine ha fatto il vecchio che era qui?”
    Per tutta risposta una spada laser di un colore rosso accesso balena nel buio… “Sono qui per ucciderti Paul Waterflyer!”
    Paul si alza… “Perché?”
    “Perché è il mio compito…”
    Paul raduna le sue poche forze… e facendo affidamento sulla Forza prova a disarmare il suo avversario… il “trucco" funziona e la spada ora è nelle mani del nostro eroe… “Perché vuoi uccidermi?”
    “Così mi è stato ordinato di fare!” ed una seconda spada rosso sangue compare tra le mani del misterioso nemico.
    Paul non demorde… non vuole ricorrere alla violenza… così fa uno sforzo e sfruttando ancora una volta i poteri della Forza, di nuovo prova a disarmare l’avversario… e di nuovo ce la fa: due spade rosse ora sono nelle mani di Paul: “Chi ti ha ordinato di farlo? Per chi lavori?”
    L’intruso non demorde… sorride in modo beffardo.. e sfodera una terza spada, identica alle altre due: “Si tratta di un ordine del mio Maestro ed io non li discuto gli ordini del mio maestro… almeno questo dovresti capirlo; o forse no?”…

    Da qui comincia un delirio fatto di minacce… contraddizioni… provocazioni… insulti… inviti a passare al lato oscuro... e simili…
    Un lungo discorso improntato su cosa sia “male” e cosa no e su quanto sia importante obbedire ai maestri… ma non si arriva mai al combattimento…
    Paul comincia a sospettare che non sia una cosa del tutto reale… con un iommane sforzo di volontà si aggrappa ai suoi sensi, scoglie l'illusione che lo circonda e si riprende…

    Di fronte a lui sta il vecchietto… che scuote la testa: “Sei pericoloso giovane jedi…”
    “Non sono molto giovane… ma tu chi sei in realtà?” ribatte Paul.
    “Mi hai detto che cercavi un uomo nel deserto… beh lo hai trovato…”
    Da qui in poi scatta un altro scambio di battute delirante tra Paul ed il “pastore”. Il discorso va per le lunghe… alla fine il vecchio accetta, anzi si offre, di insegnare qualcosa a Paul purché egli faccia tutto ciò che gli viene detto senza discutere.

    Paul è un po' perplesso, ma alla fine accetta.

    L’addestramento sarebbe cominciato di lì a cinque giorni… nei quali il nostro eroe avrebbe dovuto restare nella grotta a leggere uno strano libro.
    Il vecchio si appresta ad uscire, ma prima di inoltrarsi nella tempesta si rivolge di nuovo a Paul: “…puoi chiamarmi Ben!”.

    NdSM: tra i vari svenimenti di paul sono passati in tutto circa 7 giorni.

    GIORNO 168: GUAI IN HYPERDRIVE!
    Il viaggio in hyperdrive procede monotono e regolare…

    Questo almeno per i primi giorni, finché durante uno dei suoi turni di guardia in sala comando Jere Mee Kohlson non nota una “perdita di energia” in un comparto della nave dove dovrebbe essere tutto spento. Urge un’indagine.
    Il jawas, lo wookie, il twi’lek ed il giovane jedi umano si recano sul posto.
    Qualcuno ha tentato più volte di usare una trasmittente… senza successo a quanto pare dato che la nave è in hyperdrive; la cosa è comunque preoccupante. I nostri eroi decidono di lasciare lì uno dei loro droidi protocollari che si finga spento e che controlli la trasmittente per scoprire chi l’ha usata nel caso dovesse tornare.

    Passano alcuni giorni senza rapporti da parte del droide, che comunque è ancora in funzione.
    Questa volta è Highbecca a notare qualcosa di insolito… qualcosa si è staccato dalla nave e si è “perso nello spazio” sganciato da uno dei compartimenti di coda.
    Di nuovo i nostri quattro eroi si precipitano sul posto per controllare: qualcuno ha lanciato nello spazio qualcosa di simile ad una boa per inviare un segnale registrato (un pericoloso sistema di comunicazione di emergenza delle grandi navi stellari più vecchie)… “A questo punto è evidente che qualcuno a bordo gioca sporco! Dobbiamo scoprire chi è farci dire tutto quello che sa… con le buone o con le cattive!” sono le parole di Geego-Gin. Nessuno lo contraddice.

    Cominciano le indagini… gli indizi sono pochi, tuttavia sono sufficienti a creare una rosa di sospetti. A questo punto sono le doti investigative del twi’lek a fare la differenza ed a portare a nuovi piccoli passi avanti che restringono via via la rosa fino ad un solo “indiziato” (NdSM già identificato come “colpevole” dal solerte twi’lek).

    Così i nostri eroi decidono di tendergli un tranello… inscenano un finto guasto (NdSM: grazie alla delicatezza di Highbecca il guasto simulato diventa un guasto vero) che lo spione, un valente tecnico, possa riparare e lo mandano a chiamare…
    L’uomo arriva con tutto il suo armamentario per effettuare la riparazione e comincia a lavorarci aiutato dallo wookie mentre gli altri fingendo una innocente chiacchierata cominciano una specie di interrogatorio volto dapprima ad accertarsi che sia veramente lui il sospettato, e quindi volto ad incastrarlo.

    La cosa non sembra portare da nessuna parte ed Highbecca persa la pazienza lo accusa in modo un po’ più diretto. Il tecnico (NdSM: in realtà si tratta sul serio di una spia imperiale; è stato lui ad accedere alla trasmittente e quindi non si presenta certo impreparato all’incontro con i nostri eroi) nega con convinzione ogni accusa, ma nel frattempo comincia a prendere le sue precauzioni: nasconde una potente carica esplosiva in uno dei condotti che sta riparando.
    L’uomo si allontana di qualche passo… Geego-Gin gli sbarra l’uscita… dallo wookie arrivano altre accuse… non resta che una soluzione: con un telecomando fa saltare la carica appena installata (ferendo Highbecca, l’unico coinvolto nell’esplosione); nel frattempo estrae una pistola ed apre il fuoco verso il twi’lek.
    I nostri eroi reagiscono prontamente (si aspettavano un tradimento) e rispondono al fuoco colpendo duramente la spia.
    Hope prova ad usare la Forza per costringere alla resa il nemico utilizzando un trucco mentale. Niente da fare.
    La spia spara di nuovo, ma questa volta il colpo va a vuoto.
    Una nuova salva di colpi dei nostri eroi ed il poveraccio è gravemente ferito…
    Hope non ha tempo di reagire né di provare altri “trucchi”, la spia gli passa accanto e si fa esplodere coinvolgendo il jedi ed il twi’lek nello scoppio e causando dei gravi danni alla nave.

    Lo scontro è finito… purtroppo senza prigionieri da interrogare…

    Successive perquisizioni negli alloggi della spia portano al ritrovamento di tre piccoli computer portatili. Una volta decrittate le informazioni ivi contenute, i nostri eroi si convincono che la spia lavorasse da tempo per l’impero col compito di spiare in particolare le mosse del generale Tarth.

    Cosa li aspetta ora al loro arrivo su Yavin?
  6. Kursk
    GIORNO 140 – 142: YAVIN.
    Finalmente raggiunto il gigante gassoso dopo ben dieci giorni di hyperdrive, sorge il problema di trovare la base ribelle: “Su una delle lune, OK, ma quale?”
    La ricerca è complicata anche da una strana nube gassose che avvolge la navetta; gli strumenti non rispondono a dovere; le comunicazioni sembrano impossibili.

    “Contatto: quattro velivoli leggeri, forse caccia, alle nostre spalle… Ci seguono…” è l’allarme lanciato da Highbecca. “Non cerchiamo rogne… prepariamoci alla fuga!” replica Geego-Gin.
    La nube gassosa si dirada.
    Paino piano i sistemi della nave tornano on-line.
    “Sono Y-wing… caccia ribelli… proviamo a contattarli.” Propone rassicurato lo wookie; ma i nostri eroi non fanno in tempo ad avviare la comunicazione che la radio comincia a gracchiare: “Chi siete?” chiede uno dei piloti dei caccia.
    “Siamo la nave Exxodus, in missione per conto del Generale Tarth…” replicano i nostri eroi.
    “OK… seguiteci! .. Ma senza fare scherzi.”

    In breve la luna “giusta” viene avvistata ed è la stessa base ribelle a contattare la navetta dei nostri eroi per fornire loro adeguate coordinate di atterraggio.
    La manovra di avvicinamento ed atterraggio riesce straordinariamente bene allo wookie.
    A breve distanza dalla pista, dentro alcuni antichissimi edifici costruiti da chissà quale antica civiltà (NdSM: si tratta di edifici simili nell’aspetto alle “nostre” piramidi e rovine Maya!) sono stati ricavati hangar nascosti e locali per una grande base ribelle. Non sembra essere a pieno regime di attività: pochi caccia negli hangar, poco personale in giro (soprattutto tecnici); e relativamente poca sorveglianza.

    Dopo aver chiesto indicazioni ad una guardia, il gruppo fa in fretta a raggiungere l’ufficio del Generale Tarth; l’incontro è veloce ed inconcludente, il generale avendo ospite una anziana senatrice in fuga, preferisce non discutere di certe cose di fronte ad estranei e rimanda ogni discussione ad ora di cena.
    Ed all’ora stabilito l’incontro può avere luogo; i nostri eroi ottengono soddisfatti il pagamento pattuito ed acconsentono a proseguire la missione: la corazzata va recuperata in fretta.

    Nei due giorni che seguono i tecnici ribelli montano a bordo della Exxodus il bacta-tank pattuito, nel frattempo i nostri eroi (Highbecca in particolare) discutono i dettagli dell’operazione di recupero assieme al generale ed ai suoi ufficiali e tecnici che dovranno accompagnarli.

    Completate le riparazioni alla Exxodus e recuperata una nave-soccorso da mandare a recuperare la corazzata, il gruppo si mette di nuovo in viaggio verso Sal’aaha.
    Ci vorranno quindici giorni di Hyperdrive.

    GIORNI 140 – 163: A SPASSO NEL DESERTO DI TATOOINE.
    Paul è pronto a partire.
    La carovana intera è pronta a partire: quattro goffi cingolati si metteranno in viaggio nel deserto per consegnare e prendere in consegna merci, attrezzature e materie prime estratte dalle miniere.
    Come tutte le altre guardie (gente di dubbia fama e dalle dubbie capacità) anche Paul viene equipaggiato con un leggero giubbetto protettivo ed un vecchio fucile blaster.
    “Ci sono i predoni in giro nel deserto” gli spiega uno dei compagni di viaggio “Speriamo bene!”
    Dopo soli tre giorni di viaggio tra le desolate distese sabbiose di Tatooine arriva il primo agguato: sabbipodi.
    Una decina attaccano da un’altura al riparo di alcuni massi e provano a mettere fuori uso i cingoli del primo veicolo con un razzo… l’agguato fallisce; la guardie mettono in fuga i predoni uccidendone una manciata.
    Il giorno seguente finalmente la prima tappa: una miniera, 24 ore scarse di sosta.
    Paul cerca informazioni sul vecchio eremita; tutto quello che ricava sono notizie frammentarie e d in parte palesemente esagerate su un luogo chiamato “Pozzo di Karthum” dove apre che gli eremiti si riuniscano di tanto in tanto per celebrare strani rituali.

    Si riparte.
    Il paesaggio comincia a cambiare: si passa dalle distese sabbiose battute da continue tempeste di sabbia, ad un altipiano roccioso, arido e battuto da venti carichi elettricità statica.
    Questa volta ci vogliono ben dieci giorni per raggiungere finalmente la seconda tappa: una fattoria. La sosta è di nuovo di circa 24 ore: giusto il tempo scoprire qualcosa di nuovo sugli eremiti e sul Pozzo di Karthum.
    Le ricerche di Paul sono fruttifere e portano ad una conferma dell’esistenza del pozzo ma ad una smentita sulla sua importanza per gli eremiti.
    A breve distanza dalla fattoria sorgeva (su uno sperone roccioso) un monastero, ora abbandonato, Paul si riserva di tornarci… ora il tempo a sua disposizione è poco.
    Si riparte.
    Altri sei giorni sull’altipiano, diretti verso una misteriosa fabbrica di speeder. Una volta raggiunta la sorpresa: la sosta è brevissima, appena qualche ora per scaricare il dovuto e ricevere il pagamento, nessuno deve scendere dai trasporti; più che una fabbrica sembra una fortezza (mura rinforzate, artiglieria sulle torrette e mote guardie).
    Paul si tiene in disparte senza farsi notare. Tutto fila liscio si riparte.
    Sei giorni di viaggio verso un’altra fattoria
    Si scende all’altipiano attraverso una stretta gola: “…è il posto ideale per una imboscata” commenta sprezzante Paul mentre osserva il paesaggio che lo circonda. Forse è stata un premonizione da jedi, ma un fatto è certo di lì a pochi minuti l’imboscata scatta.
    Di nuovo i sabbipodi.
    Sono molti dfi più questa volta.
    Il volume di fuoco che generano contro il veicolo di testa (quello su cui viaggia Paul) è impressionate ed impedisce a chiunque di affacciarsi per rispondere. Partono alcuni razzi. I cingoli sulla sinistra del veicolo esplodono… il veicolo è sbilanciato e si rovescia.
    Al di fuori infuria la battaglia; dentro al veicolo Paul si ritrova circondato da cadaveri: sono sopravissuti solo in due.
    In breve il jedi sente gli altri veicoli che si allontanano tornando indietro: li hanno abbandonati!
    Gli spari e le urla attorno al cingolato rovesciato sul fianco continuano ancora.

    Poi, all’improvviso la calma.
    Il portellone viene fatto saltare dall’esterno: una cinquantina di sabbipodi hanno catturato Paul, uno dei piloti ed un’altra delle guardie.

    I tre superstiti (tutti umani) vengono portati in disparte e lasciati in piedi sotto il sole nessuno pensa di disarmarli, bastano una ventina di sabbipodi a tenerli a bada puntando i loro rudimentali fucili.
    In breve il carico viene portato via dal cingolato… ed in breve il cingolato viene dato alle fiamme. Il fuoco innesca alcune rapide esplosioni che lasciano solo pochi rottami contorti e fumanti dove prima c’era un cingolato.

    Finalmente quello che sembra il capo dei predoni si avvicina, minaccia i tre umani chiamandoli semplicemente “cibo” divertendosi nel valutare le loro reazioni.
    Paul sfrutta l’occasione al balzo: usa i suoi trucchi mentali jedi per convincere il capo dei sabbipodi che lui e gli altri due umani meritano solo di essere abbandonati a morire nel deserto.
    Il trucco funziona e questa nuova sadica idea si fa largo nella mente del predone che richiama i suoi sottoposti ed abbandona alla calura del deserto Paul e gli altri due.

    La prospettiva è tragica, ma almeno per ora la vita è salva.
    La prima cosa da fare è cercare se sono rimaste un po’ di provviste o comunque qualcosa di recuperabile dal rottame del cingolato. Il pilota è fortunato e trova qualcosa: cibo ed acqua per tre giorni per tre persone.
    Paul mette insieme alcune lamiere contorte per costruire un riparo di fortuna… la prima notte i nostri eroi la trascorrono lì, presso le macerie fumanti del cingolato.

    Il giorno dopo comincia in modo strano: Paul decide di sondare la Forza per vedere se qualche “utilizzatore” sia nei dintorni e per un breve istante gli sembra di aver individuato qualcosa; poi più nulla. Alla fine rinuncia ad ulteriori ricerche per il momento; c’è una difficile decisione da prendere: muoversi verso la destinazione originale della carovana o tornare indietro?
    Il pilota non ha dubbi, l’unica soluzione è andare avanti:; con un po’ di fortuna in tre giorni dovrebbe essere possibile raggiungere la fattoria.
    La marcia comincia, ma presto ci si rende conto che il terzo superstite non sta bene… è ferito e finirà per morire se non si riuscirà a fare qualcosa per lui. Paul ci prova, ma senza adeguati medicamenti e sotto l’impietoso sole del deserto la situazione non può che peggiorare.
    Dopo una nuova notte fredda all’addiaccio il nuovo giorno si sveglia s due soli superstiti: il ferito non ce l’ha fatta ed è morto durante la notte.
    “Meglio! Un giorno in più di razioni per noi.” Commenta il pilota…
    Paul naturalmente non è d’accordo ma non dice nulla.
    Il viaggio, anzi il vagabondaggio nel deserto riprende.
    Un altro giorno di fatiche passa; la direzione sembra essere quella giusta.
    Quando sta per calare il sole i due umani decidono di fermarsi e mentre Paul, da bravo jedi, si mette a meditare l’altro non perde tempo, si stende a terra e si addormenta.

    La meditazione non dura molto.
    Paul sente un brivido corrergli lungo la schiena… si sente in pericolo.
    Apre gli occhi.
    Il pilota è davanti a lui e gli punta contro una pistola.
    “Che vuoi fare?” chiede il jedi.
    “Semplice, con le tue razioni avrò più possibilità di sopravvivere!” risponde a tono il pilota.
    Paul non ha tempo di replicare, l’altro apre il fuoco e colpisce duramente il nostro eroe.
    Il jedi esita… prova ad utilizzare un trucco mentale per placare l’avversario… ma vuoi per le ferite subite, vuoi per la stanchezza vuoi perché al mente del nemico è più allenata del previsto il trucco fallisce e l’altro ha il tempo di sparare di nuovo.
    Paul non ha scelta, deve combattere.
    Prima prova a sfruttare la Forza, sua possente alleata per disarmare l’avversario… Fallisce! Il pilota spara ancora.
    Poi usa la Forza per stritolare e soffocare il suo nemico… ma non basta l’altro continua a sparare ed a colpire ripetutamente il povero jedi…
    Alla fine si arrende all’evidenza, sfodera la sua spada laser e dopo aver parato un paio di colpi nemici affonda violentemente uccidendo il nemico con un unico preciso e mortale colpo.

    Paul ora è da solo.
    È vivo… ma è solo… perso nei deserti infuocati di Tatooine.

    GIORNI 157 – 164: RECUPERO!
    Il lungo viaggio in hyperdrive è stato noioso; l’unica distrazione almeno per il jawas e lo wookie è stata riprogrammare i quattro droidi recentemente acquisiti.
    Ma ora il viaggio è finito.
    Il gruppo è finalmente giunto su Sal’aaha. Assieme alle le altre 70 persone circa che il Generale Tarth ha mandato con loro.
    I lavori di recupero iniziano immediatamente guidati da Highbecca e supervisionati dagli altri eroi. In soli sette giorni la corazzata è rimessa in grado di volare.
    Tocca al solito wookie pilotare la grande nave o meglio coordinarne le manovre di pilotaggio: al giovane jawas viene quindi affidata la Exxodus.
    Sorprendentemente Jere Mee Kohlson risulta molto più capace di quanto previsto dai suoi compagni ed esegue i compiti che gli vengono assegnati con precisione…
    Nel giro di qualche ora la nave entra faticosamente in orbita lasciando la superficie del pianeta boscoso. In breve le navi ribelli (NdSM compresa la Exxodus pilotata egregiamente dal jawas) vengono sistemate negli hangar superiori della grande corazzata classe Venator; il ponte di volo viene richiuso e la gigantesca nave può cominciare il suo viaggio di ritorno verso Yavin.
    Il computo per il salto in hyperdrive è complicato viste le cattive condizioni della nave… e per giunta si può contare solo sul sistema ausiliario…
    Il salto va comunque a buon fine.

    Ci vorranno “solo” 24 giorni di hyperdrive prima di consegnare la nave e ricevere i 5000000.
  7. Kursk
    GIORNO 122: PARTENZA VERSO 5000000 DI CREDITI

    L’incontro col Generale Tarth si è quasi concluso e mancano da definire solo alcuni dettagli: “…il luogo dove potrete rintracciarmi, sia per ricevere l’acconto, sia per aggregarvi alla squadra di recupero, sia in definitiva per portare la nave recuperata è il pianeta Yavin… si tratta di un gigante gassoso, la nostra base è su una delle sue lune che è abitabile…” con queste parole il contratto è concluso.
    A questo punto è Geego-Gin che richiede un colloquio privato col Generale che non ha motivi per rifiutare.
    “Avrei tre cose da dirle.” esordisce il twi’lek.
    “Avanti!”
    “Due richieste da farle ed un… vogliamo chiamarlo avvertimento?”
    Il generale sembra un po’ dubbioso su quest’ultima affermazione ma invita il suo interlocutore a continuare il suo discorso.
    “Primo: dato che voi avete u ottimo sistema per la ricerca di informazioni, vorrei avere informazioni su questi twi’lek “ e dalla mano di Geego-Gin spunta la foto della sua presunta famiglia…
    “Secondo: esiste un “elenco” di tutti i jedi? O un modo per scoprire se una certa persona era uno jedi? E sarebbe possibile per me avere accesso a queste informazioni!” e qui spunta fuori la foto del twi’lek jedi che l’inquisitore Tarkin ha asserito essere il padre si Geego-Gin.
    “Terzo: se anche stavolta finiremo in pericolo perché lei ci ha nascosto qualcosa verrò a cercarla, la prenderò a calci in ****, e la consegnerò all’impero… sono certo che c’è una bella taglia sulla sua testa!” con questa frase minacciosa il twi’lek conclude ed attende le risposte del suo interlocutore.
    Il generale si fa pensieroso: “Beh per la prima cosa non ci sono problemi; reperire informazioni su Ryloth dovrebbe essere abbastanza facile… La seconda questione è più complessa; esisteva una banca dati con registrati tutti i jedi in servizio fino ad una trentina di anni fa ma se esiste ancora, e sottolineo il se, è nelle mani dell’imperatore… Forse conosco qualcuno che può aiutarti… uno storico, o meglio una specie di storico; ma sarà difficile trovarlo e solo allora sapremo se sarà disposto ad aiutarci e quale sarà eventualmente il suo prezzo.
    Infine… sappi che non mi piace essere minacciato. Capisco il vostro risentimento anche se non so bene a cosa sia dovuto di preciso. Ti assicuro che non ho mai fatto nulla con al deliberata intenzione di mettervi nei guai. E comunque, si c’è una taglia sulla mia testa!”
    “E, per curiosità, a quanto ammonta?”
    “Circa 100000 crediti…”
    “Non mi sporco le mani per così poco…” aggiunge il twi’lek ridendo.

    Il colloquio termina con una atmosfera un po’ più distesa ed in breve la Exxodus è di nuovo pronta a volare in hyperdriove verso il pianeta boscoso Sal’aaha alla ricerca del relitto di una potente e gigantesca nave spaziale.

    GIORNO 124: IL PIANETA BOSCOSO.
    Bastano due giorni di hyperdrive ed i nostri eroi giungono in vista di Sal’aaha un grosso pianeta boscoso che riporta alla memoria di Highbecca il suo lontano Kashyyyk. Il sole è una gigante rossa che ha evidentemente già inglobato i pianeti più interni rendendo vivibili quelli adatti ma più esterni.

    Si cominciano le ricerche della nave “atterrata” sul pianeta; la strumentazione della navetta non è adatta a questo compito e questo prolunga i tempi: ci vogliono una quarantina di ore, ma alla fine i nostri eroi individuano il relitto.

    La grossa nave (NdSM: la corazzata è lunga oltre 1000 metri) giace ricoperta da un leggero strato di vegetazione al termine di una “strisciata” nella foresta lunga una decina di kilometri.
    “Evidentemente l’atterraggio non è stato dolce.” commenta Highbecca; “Noi dovremo fare meglio di così!”.

    GIORNO 126: SI SCENDE.
    La discesa è ben gestita dall’ormai esperto pilota wookie, e per facilitare l’atterraggio i nostri eroi decidono di cannoneggiare una parte di foresta per crearsi un varco e non rischiare di rovinare la navetta; se ne occupa Geego-Gin con buoni risultati.
    L’atterraggio non è dei migliori, ma sono tutti a terra sani e salvi e senza danni alla nave.

    “La nave è da quella parte… l’atmosfera è respirabile… andiamo!”
    E seguendo gli ordini del twi’lek, il gruppo sbarca e in marcia.
    A pochi metri dal “relitto” due strane lucertole arboricole (NdSM: grandi come una pantera o un altro grosso felino; si tratta di due Katarn) saltano giù dagli alberi andando ad attaccare il primo malcapitato che passa sotto di loro (il twi’lek). Il combattimento è inevitabile e mentre i nostri eroi aprono il fuoco per consentire a Geego-Gin di portarsi fuori dalla portata degli artigli delle due creature e di fare fuoco a sua volta, il giovane jedi si fa sotto. È spavaldo ed avventato e bastano un paio di assalti ben eseguiti dai due lucertoloni per farlo cadere a terra ferito e stordito. Tuttavia gli altri sono abbastanza abili da mettere fine alla minaccia (uccidendo entrambe le creature) in pochi secondi.
    “Due semplici predatori… dovremo stare attenti ce ne saranno altri simili, o peggiori, in giro!” è il commento dell’esperto wookie.

    Curato alla buona il giovane jedi si riprende e finalmente si comincia l’esplorazione del relitto: usando la vegetazione per agevolare la scalata verso la cabina di guida (NdSM: una trentina di metri) i nostri eroi penetrano all'intero del veicolo.

    NdSM: Geego-Gin fa il pigro, e lo "sborone" utilizzando il suo jetpack per volare fino alla cabina di guida invece di lanciarsi in una agevole scalata.

    La nave è gigantesca; non vi è la minima traccia di energia, i nostri eroi ci mettono quasi un’ora (una volta entrati) per raggiungere la sala macchine. Qui Jere Mee Kohlson ed Highbecca riescono a riattivare un po’ di energia: “Qualcuno prima di abbandonare la nave ha fatto di tutto per preservare un minimo di energia arrivando fino a costruire un interruttore con il quale ha spento tutto; l’energia è troppo poca per un decollo, ma per attivare qualche sistema ce n’è per almeno una quindicina di giorni.”

    Riattivata un minimo l’energia si ricomincia a dare un’occhiata in giro per scoprire cosa sia successo alla nave e per vedere cosa si possa “recuperare” per il proprio tornaconto. Geego-Gin analizza un po’ i computer: gran parte delle informazioni è stata cancellata, ma pare che la nave sia fuggita verso questo sistema per sfuggire ad una battaglia rischiosa e che qui sia precipitata, o meglio abbia dovuto fare un atterraggio di emergenza sull’unico pianeta abitabile per mancanza di carburante e quindi di energia.
    Notizie in un certo senso rassicuranti: la nave non deve essere molto danneggiata.

    Il twi’lek esamina anche quello che rimane delle note di carico: lo incuriosisce un misterioso "progetto dragonfly" i cui risultati sono ancora stivati in uno dei compartimenti di uno degli hangar; decide quindi di avviarsi verso gli hangar per controllare cosa sia rimasto: poco e niente una ventina di vecchi “walker” troppo grossi e malandati per essere portati via; la delusione scompare in fretta: guidato dalle indicazioni verso il misterioso progetto “dragonfly”, in un piccolo hangar il nostro eroe scova uno strano caccia monoposto: due paia di ali ed un monoreattore piuttosto possente spingono una aereo che sembra costruito attorno ad un unico cannone turbolaser. “Meglio avvertire Highbecca”.
    Lo wookie accorre in tutta fretta dopo aver ricevuto la notizia; le sue prime impressioni sul velivolo sono buone… la cabina di pilotaggio si apre: “Sembra in perfette condizioni, il serbatoio del carburante è quasi pieno, le armi sono il linea, per quel che ne so potrebbe volare anche adesso!” è il commento eccitato dello wookie.
    “Teniamocelo!” ribatte Geego-Gin.
    “Perché no!? Dobbiamo solo smontare il lanciamine della nostra nave e riadattare un minimo la zona cargo e potremmo per lo meno portarlo con noi. Ci vorrà del tempo, qualche giorno… ma direi che si può fare!” è la conclusione di Highbecca.

    E così per quattro giorni i nostri eroi si dividono i compiti: lo wookie ed il jawas lavorano alla nave per costruire un alloggio per il piccolo caccia; nel frattempo gli altri tre (NdSM: eh si, Nova è ancora col gruppo) si dividono tra il cercare altre “cose utili”, il dare un po’ di aiuto ai due meccanici, ed il ripulire la pista di decollo che servirà per far uscire il piccolo caccia.

    GIORNO 130: DI NUOVO IN VOLO
    L’hangar provvisorio è pronto, i controlli sulla nave da recuperare sono finiti; non resta che caricare le merci recuperabili e partire verso Yavin.

    Highbecca si siede alla guida del piccolo caccia, è un po’ scomodo per lui ma non avrebbe lasciato a nessun altro il piacere e l’onore di provarlo per primo.
    Il motore si accende.
    I comandi rispondono perfettamente.
    In breve è in volo.
    “Eccezionale! Ha una manovrabilità superba…anche un idiota potrebbe pilotarlo in modo decente e farne buon uso.”
    L’atterraggio vicino alla Exxodus è perfetto… in breve il caccia è imbarcato.

    “Deve trattarsi di qualcosa di poco diverso da un prototipo… non ho mai visto né pilotato un veicolo simile… è veramente spettacolare… anche se avrà bisogno di parecchia manutenzione temo… sembra delicato!” così commenta Highbecca dopo il volo di prova.

    In breve sono tutti di nuovo a bordo della Exxodus pronti ad un nuovo viaggio in hyperdrive; dalal nave sono stati prelevati:
    - Il prototipo del caccia Beta-wing “dragonfly”.
    - 4 droidi (tutti da riprogrammare):
    - Un droide medico 21B.
    - Un droide protocollare piuttosto malconcio (serie TC).
    - Un droide Gonk standard.
    - Un droide astromech di tipo R4.
    - Una cassa di vecchi fucili (vendibile per circa 4500 crediti)
    - Una cassa di vecchie pistole (vendibile per circa 2500 crediti)
    NdSM: un buon bottino mi sembra…

    Ci vorranno dieci giorni di Hyperdrive per raggiungere Yavin.

    GIORNO 131 – 140: ALLARICERCA DEL MAESTRO PERDUTO.
    Finalmente Paul raggiunge il misterioso pianeta dove pare viva ancora (nascosto) un vecchio maestro jedi. Un mondo arido, illuminato da diversi soli che lo hanno trasformato in una palla desertica: Tatooine.
    “Da dove cominciare le ricerche?”
    Il jedi decide di svolgere allo spazioporto le sue prime indagini: deve corrompere un paio di funzionari (non grandi cifre, per la verità, ma sembra che la prassi sia quella) per avere accesso ad alcuni registri delle navi atterrate e partite dal pianeta.
    In base a queste ricerche scopre che parecchi anni prima una nave si è schiantata al suolo: uno dei passeggeri ha medicato alla meglio tutti gli altri, salvando loro la vita e poi è l’unico risultante scomparso. Paul si procura una lista di coloro che erano a bordo e comincia una nuova indagine: “…è una traccia molto labile… ma è pur sempre meglio di niente… ed è pur sempre una traccia!”.

    Gli ci vuole una settimana per trovare un barlume di speranza: il vecchio proprietario di un bazar sembra essere l’unico dei sopravvissuti ancora residente nei dintorni.
    Il colloquio col vecchio negoziante non è particolarmente fruttuoso; il vecchio si ricorda l’accaduto e si ricorda di una figura incappucciata che dopo averlo medicato si è allontanata verso il deserto e verso i soli al tramonto.
    Insomma una conferma della veridicità della storia e poco più.
    “Bene… la prossima tappa sarà il deserto!”

    In parte per venire incontro alle sue necessità, in parte per ringraziare il vecchio commerciante Paul si equipaggia un minimo per affrontare i pericoli del deserto… e proprio mentre compra queste cose viene informato dal vecchio umano che farebbe meglio ad aggregarsi ad una carovana mercantile.

    Così la decisione è prese ed in capo ad un paio di gironi paul è pronto a partire con una carovana verso il deserto; prima di andarsene il jedi va a salutare i due rodian che sono stati suyoi compagni di viaggio, in questa occasione riceve da una dispiaciuta Stella Impazzita (NdSM: è dispiaciuta ma non lo dà a vedere; è una vera rodian!) uno strano com-link per poterli contattare in caso di bisogno (NdSM: ovviamente il com-link ha una portata ridotta e funzionerebbe solo se i due rodian fossero nelle vicinanze; ma è pur sempre un aiuto). Finalmente si parte con Paul, assunto come scorta per una carovana, che fa affidamento sulla FORZA per “sondare” il territorio alla ricerca del maestro jedi perduto.
  8. Kursk
    GIORNO 112: DI NUOVO NELL’ARENA.
    È ancora stanco e dolorante dopo lo scontro col tozzo e violento rettiloide, ma Paul sa che non ha altra scelta se non apprestarsi ad un nuovo duello: due ore di pausa sono poche ma dovrà farsele bastare.
    Giunge il momento del secondo scontro.
    Cigolando l’ascensore solleva il nostro eroe al livello dell’arena. Paul si guarda in giro: nell’altro ascensore non riesce a distinguere chi sarà il suo avversario, anche perché è distratto dalla presenza di uno strano personaggio che levita (a circa 50 metri d’altezza) sopra l’uscita dell’altro ascensore.
    Finalmente il suo avversario esce allo scoperto: si tratta di un Kel-Dor, la maschera fissata al volto che gli permette di sopravvivere in una atmosfera normale non lascia dubbi.
    A prima vista è disarmato: “Che sia un esperto di arti marziali?” si chiede il nostro eroe. È proprio così. Ed il rispettoso inchino rivolto al “levitante” identifica questo ultimo come il suo maestro.
    “Che stranezza!”
    Paul si prepara, in attesa della mossa dell’avversario. L’avversario non si fa attendere un paio di rapidi balzi di lato prima da una parte e poi dall’altra e svanisce. Svanisce nel nulla! Paul non lo vede e non lo sente; non gli resta che ricorrere alla forza.
    Niente da fare!
    Il suo avversario è scomparso e Paul non sa cosa fare. Decide di avanzare lentamente ed in guardia verso il centro dell’arena… non riesce a fare che pochi passi. Il Kel-Dor riappare davanti a lui come un fantasma e come se niente fosse e lo colpisce con un violentissimo colpo dato col palmo della mano: un colpo che avrebbe tramortito una persona normale, ma non il nostro jedi che, anzi, ha il sangue freddo di reagire proprio facendo uso della forza sua alleata ricorrendo ai suoi trucchi mentali.
    Dapprima tenta di spaventare il suo avversario; Paul ottiene un mezzo successo lasciandolo in uno strano stato di trance. Poi prova a convincerlo alla resa… il secondo tentativo di fare breccia nella disciplinata mente del combattente kel-dor scatena in lui una strana reazione violenta: con uno sforzo sovrumano si sdoppia ed attacca contemporaneamente dai due fianchi lo smarrito Paul. L’attacco va a segno ma è troppo debole: Paul è ancora in piedi. La furia svanisce ed il kel-dor sanguinante e stremato cade a terra privo di sensi.
    La vittoria è per l’umano, ancora sorpreso dallo strano combattimento.

    In breve lo strano alieno si rialza in piedi barcollante e, senza nemmeno sollevare lo sguardo da terra, si dirige verso il suo "angolo”. Il levitante atterra sopra la torre che sostiene l’ascensore, estrae una lunga lancia lucente e la scaglia contro il suo allievo, urlando una singola parola, uccidendolo sul colpo.

    Paul non sa cosa volesse dire di preciso, ma l’idea che si è fatto è che avesse il senso di INDEGNO!

    L’ascensore lo riporta al suo spogliatoio con una vittoria in più e con la sensazione che ci sia un altro utilizzatore della forza nascosto tra i partecipanti a queste strane lotte.

    Passano altre due ore tra medicamenti ricevuti, pensieri contraddittori su come stanno andando le cose e preoccupazione per gli eventi futuri.
    È ora del terzo ed ultimo scontro.
    L’ascensore sale, cigolando come sempre.
    Il cancello dell’arena si apre e questa volta Paul non deve sforzarsi per capire chi sia il suo avversario: una lama di luce bianca illumina parzialmente un umanoide ricoperto di una strana armatura (un elaborato elmo ne cela le fattezze).
    Un breve istante di concentrazione per averne la conferma: è un utilizzatore della forza.
    Lo scontro ha inizio immediatamente.
    Paul esordisce coi soliti trucchi mentali ma contro questo disciplinato jedi (che jedi non è – NdSM: si tratta di un Jenserai Defender) non hanno effetto si passa allo scontro tra spade laser ma qui viene fuori la notevole esperienza di combattimento dell’altro a dispetto dei talenti mentali di Paul. In breve, dopo pochi colpi scambiati, dopo uno stritolamento con la forza tentato da Paul e dopo un colpo di pura forza messo a segno dell’essere in armatura, il combattimento ha termine: l’umano è a terra svenuto; Paul ha perso.

    Quando riprende i sensi si trova di nuovo negli spogliatoi: è stato medicato in modo da salvargli la vita, ma è debole ed è ancora frastornato.
    Si guarda intorno e vede l’ormai solito medico assieme a Stella Impazzita e Nebbioso: sorridono.
    “Alzati forza!” intima la donna rodian, “Jak-Thal è ansioso di vederti!”.
    Paul tenta di replicare che ci deve essere uno sbaglio, in fondo ha perso; la rodian, per contro, gli spiega che i jedi sono rari e per questo anche un nobile potente come Jak-Thal è curioso di poter scambiare quattro chiacchiere con uno di essi: "...quindi sii educato, asseconda il nobile Jak-Thal nelle sue richieste, e soprattutto non fare mosse azzardate; ne va della vita di tutti e tre!"

    Mentre si dirige verso la terrazza dove il nobile rodian lo attende Paul riprende lucidità e finalmente realizza una cosa: la sua spada laser (NdSM: la psada laser che fu del suo maestro morto per salvargli la vita, unico ricordo tangibile del maestro in questione) è sparita.
    Facendosi coraggio non dice niente e spera di poter scoprire qualcosa proprio dal vecchio e nobile Jak-Thal.

    L’incontro è piuttosto formale: Jak-Thal è un vecchio (e non lo nasconde) seduto su una specie di trono, al suo fianco, sulla destra, un giovane rodian (uno dei figli del nobile secondo Stella Impazzita) e sulla sinistra lo strano guerriero "jedi che jedi non è" che ha vinto il torneo appena conclusosi.
    Paul ha il buon senso di mantenere un “profilo basso” assecondando il senso di superiorità manifestato dal nobile rodian; così facendo riesce ad intavolare un dialogo proficuo ed a venire a conoscenza di molti più dettagli rispetto a quello che si sarebbe aspettato sulle fantomatiche Lune Gemelle di Rodia
    “Si trattava delle due lune più vicine al pianeta… Erano molto simili ed orbitavano lungo la stessa orbita ma in posizione diametralmente opposta rispetto al pianeta… oltre un secolo fa qualcosa, nemmeno io so cosa, le ha fatte uscire dall’orbita e le ha allontanate per sempre dal pianeta… ora vagano nello spazio… nessuno sa di preciso dove siano o anche se semplicemente esistano ancora… questa è la verità sulle lune gemelle di Rodia! Qualsiasi altra cosa tu possa sentire a riguardo è una bugia o nel migliore dei casi un’esagerazione.”

    Il colloquio dura oltre un’ora durante la quale Jak-Thal si informa lungamente sull’identità di Paul e sul cosa voglia dire essere un jedi; il rodian arriva persino ad offrire all’umano un lavoro come sua guardia del corpo, da svolgere assieme al misterioso guerriero in armatura. Paul cortesemente rifiuta, spiegando al vecchio che lo scopo della sua vita è quello di crescere come jedi, come aveva promesso al suo vecchio maestro tanti anni prima. Per tutta risposta Jak-Thal indica a Paul il luogo ove potrebbe risiedere un vecchio jedi suo amico: il rodian lo ha tenuto nascosto per qualche tempo dall’impero, ma poi il jedi (un umano) ha voluto a tutti i costi andarsene per evitare brutte sorprese all’amico rodian così disponibile nell’offrirgli riparo. La rotta presa dal vecchio jedi era quella verso
    Spoiler:   NdSM: dato che questa destinazione la conosce solo Phate (il padrtone di Paul), non me la sento di renderla pubblica: non vorrei "rovinare" il resrto della storia al gruppo! .
    Dopo aver parlato col nobile Paul ha anche l’occasione di scambiare poche parole col guerriero in armatura; l’elmo è fatto in modo da alterare in modo metallico la voce di chi lo indossa ed il nostro eroe fatica addirittura a stabilire se il suo interlocutore sia maschio o femmina (NdSM: Paul non ha ancora nessuna idea di quale sia la sua razza!); il colloquio è freddo: l’essere in armatura tratta Paul con la stessa freddezza e superiorità con cui un uomo adulto tratterebbe un bambino impertinente.
    Alla fine una cosa è chiara la spada del nostro eroe ora brilla tra le mani dello strano jedi in armatura; dopo poche parola a riguardo quest’ultimo lancia a paul un’altra spada (quella bianca usata contro di lui nello scontro) commentando “…e se rivuoi la spada che fu del tuo maestro, sai dove trovarmi!”.
    Tuttavia anche questo colloquio è tutt’altro che inutile; rispondendo alle domande di uno stranamente curioso Paul, il "jedi che jedi non è" in armatura indica al nostro eroe un lontano pianeta (chiamato Jessen): qui in un monastero insegnano a seguire le vie della forza in modo “nuovo”; qui è dove lo strano jedi in armatura ha imparato.

    Finiti i colloqui Paul se ne va con Stella Impazzita e Nebbioso e con una nuova spada laser (bianca) indeciso su quale delle due piste seguire: cercare un monastero perduto (dove Paul potrebbe perdere la vita nel solo tentativo di raggiungerlo) o seguire le diafane orme di un maestro jedi forse ancora in vita?
    La decisione è presto presa: i due rodian che lo accompagnano sono diretti, per seguire i loro affari personali, proprio verso la presunta dimora del maestro jedi: Paul non può far altro che aggregarsi al loro viaggio. La partenza è fissata per l’indomani.

    GIORNO 113: UN NUOVO VIAGGIO.
    È così ora di una nuova partenza per Paul. Lascerò Rodia assieme ai due “amici” (oltretutto la nave è la loro) che ha incontrato qui per partire alla ricerca di un maestro jedi scomparso.
    NdSM: ci vogliono ben 18 giorni di viaggio per arrivare a destinazione (magie dell’hyperdrive)!
    Il viaggio è lungo ed il nostro eroe ha tempo sia di guarire completamente dalle ferite, sia di chiacchierare coi suoi due compagni (in particolare con Stella Impazzita), sia di scoprire che altro non sono se non contrabbandieri.

    GIORNO 112 – 118: L’INQUISITORE TARKIN.
    Veniamo ora agli altri.
    Sono appena ri-attraccati alla stazione spaziale dopo aver chiarito lo spiacevole equivoco con l’inquisitore. È ora di riscuotere i propri crediti e di pensare a rimettere in sesto la navetta.

    L’incontro con gli ithorian proprietari della fabbrica “disinfestata” è proficuo. È Geego-Gin a gestire le trattative ma gli ithorian sono dei clienti “facili” e ben presto ci si accorda su un cospicuo risarcimento pari a 25000 crediti (i 10000 pattuiti più altri 15000 per le indagini svolte ed i dati “extra” recuperati dai computer dei mandanti). L’incontro va così bene che gli ithorian si informano anche sulla disponibilità dei nostri eroi per un nuovo lavoro di tipo del tutto diverso: un semplice trasporto e scorta; visto l’interesse dimostrato dal twi’lek e dallo wookie, viene stabilito un nuovo incontro di lì a pochi giorni (NdSM: tanto con la nave ridotta in quelle pessime condizioni dove volete che vadano i nostri eroi?!).

    Così i giorni passano tra le riparazioni alla nave, la ricerca di equipaggiamenti e gli incontri romantici di Highbecca con la cameriere dal famoso locale di cucina wookie “La Tana Pelosa”.

    Durante il secondo giorno di sosta alla stazione spaziale, ai terminali da cacciatori di taglie dei nostri eroi arriva una segnalazione:



    Una nuova opportunità di guadagno. anche se sorgono leciti dubbi sul perchè di una tagli atanto generosa per un criminale "da poco" e poco pericoloso come questo sembra essere; tali dubbi vengonmo tuttavia liquidati garzie alle spiegazioni forntite da Jere Mee Kohlson sulle abitudini degli Hutt: "... è normale che offrano tanti soldi; per loro è più importante dimostrare di aver ricatturato un uomo che gli è sfuggito piuttosto che questi pochi spiccioli! Eh già... per loro 12000 crediti non sono nient'altro che spiccioli!"

    Qualche giorno dopo, invece, è il solo Geego-Gin ad avere una sorpresa: l’inquisitore Tarkin lo invita a bere qualcosa ed a fare quattro chiacchiere “tra amici”, dopo averlo incontrato “casualmente” per strada. Le chiacchiere sono, al principio, abbastanza amichevoli, ma ben presto risultano sconcertanti per il twi’lek. L’inquisitore, infatti, dopo essersi fatto raccontare tutto il possibile sul passato del nostro eroe ed averlo ascoltati con grande interesse, gli rivela alcuni dettagli che per il twi'lek erano oscuri: per prima cosa gli rivela che suo padre era uno jedi (una bella foto di un twi’lek che impugna una spada laser fa la sua comparsa davanti agli occhi di Geego-Gin - il nostro eroe non è molto convinto e rifiuta categoricamente l'idea; ma ormai il duibbio ha messo radici), ed è per questo che era stato “tradito ed ucciso” mentre era in missione su Kashyyyk per conto del vecchio governo della repubblica; quindi aggiunge che il nostro eroe ha ancora una famiglia su Ryloth: una madre e tre sorelle (l’inquisitore fornisce anche ora una foto come prova - e questa volta Geego-Gin sembra molto più colpito).
    Il twi’lek, come detto, non sembra del tutto convinto; continua a negare le notizie appena ricevute ma è chiaro che lo hanno segnato; anzi si può dire che sia senza dubbio sotto shock.
    A questo punto l’inquisitore cala la mannaia: “…inoltre, stando alle nostre ultime indagini, anche un uomo che viaggiava con voi risulta essere un jedi!” e qui è una bella foto di Paul a finire tra le mani del twi’lek ancora sconvolto. La foto di per se non prova nulla ma le reazioni di Geego-Gin vengono valutate attentamente dall’inquisitore che aggiunge: ”Domani dirameremo una segnalazione di taglia ufficiale. Per ora te la lascio, ci tenevo che tu l’avessi in anteprima!”



    Detto questo l'inquisitore Tarkin si alza dal tavolo, saluta velocemnte il twi'lek e se ne va (pagando da bere), soddisfatto di aver messo in crisi il nostro eroe.

    Geego-Gin è sconvolto.
    L’unica cosa che riesce a fare è bere. Così continua… fino a ridursi ad uno straccio. Riesce a malapena a trascinarsi alla navetta ed a chiudersi nella sua cabina; non prima di aver lanciato uno stentato “Il nostro amico jedi ci ha messo nei casini di nuovo!” verso i suoi compagni.

    Il giorno dopo arriva la conferma e la taglia diventa ufficiale.
    Nessuno però ne parla. Ed il gruppo decide di non darle peso… almeno per il momento.

    Arriva in compenso il famoso nuovo incontro con gli ithorian. La nuova missione sarebbe trasportare una parte di un grosso carico e, nel frattempo, scortare la nave da trasporto del capitano Barnaba (un umano con un braccio cibernetico) che trasporta la parte più consistente. Il premio sarebbe di 10000 crediti. La destinazione un piccolo pianeta chiamato Maetin che si trova vicino a Coruscant. I destinatari della spedizioni sono altri ithorian che sono anche incaricati del pagamento. Dopo la consegna ed il pagamento i servizi dei nostri eroi non saranno più richiesti.
    Dato che la taglia sul jawas è a Coruscant, i nostri eroi accettano l’incarico.

    GIORNO 118 – 122: SPEDIZIONI.
    La partenza è fissata e le due navi decollano come da programma. Dopo qualche semplice manovra per sincronizzare il viaggio, si entra in hyperdrive e tutto sarà tranquillo fino a destinazione.
    Il viaggio è stranamente breve: quattro soli giorni. Quattro giorni durante i quali i nostri eroi (ancora accompagnati da Nova) non perdono l’occasione di discutere in pace dei nuovi sviluppi che coinvolgono il loro vecchio compagno.
    Geego-Gin non fa nessun accenno alle notizie sulla sua famiglia che ha ricevuto; è più taciturno, silenzioso e scontroso del solito, ma nessuno ha l’ardire di chiedere spiegazioni (nemmeno papà-wookie).

    GIORNO 122: PACCO A SORPRESA.
    Finalmente Maetin è in vista. In breve i destinatari si fanno trovare ed inviano ai nostri eroi le coordinate per l’atterraggio per la consegna di quanto pattuito. La voce alla radio suona stranamente famigliare ai nostri eroi, ma nessuno la riconosce.
    Solo una volta a terra arriva la sorpresa: davanti a loro non ci sono ithorians ma ribelli guidati dal solito generale Tarth.
    Il generale fa fatica a trattenere i nostri eroi ma, se non altro per il tempo necessario a scaricare le merci dalla loro nave, riesce a convincerli a fare quattro chiacchiere con lui. L’atmosfera è tesa, dopotutto li ha abbandonati nei guai su una stazione spaziale imperiale dopo un attentato, ma i 10000 credi ti pattuiti aiutano la distensione.
    Il generale non perde tempo: “Avrei un lavoro per voi. Una operazione di ricerca ed eventualmente recupero. In premio ci sarebbero molti soldi.”
    “E vorrei ben vedere… visto come si è conclusa l’ultima operazione di recupero a cui ci ha destinati!” commenta sarcastico Geego-Gin.
    “Già… ma questa volta è diverso. Non dovrebbero esserci grandi rischi abbiamo avuto notizia del ritrovamento di un relitto di nave spaziale “Venator Class Corvette” su un pianeta boscoso chiamato Sal’aaha… il vostro compito sarebbe quello di andare lì e controllare se le informazioni che abbiamo ricevuto sono vere ed eventualmente qual è lo stato della nave… dopotutto è abbandonata là da quasi 30 anni… riportateci queste notizie ed avrete 25000 crediti.” Propone il generale.
    “Troppo poco… ma possiamo accordarci… noi facciamo le indagini e voi installate un bacta tank pieno e funzionante sulla nostra navetta…e se la nave fosse recuperabile? Ci spetterebbe un premio vero?” rilancia il twi’lek.
    “Un bacta tank eh? Affare fatto; lo smonteremo dalla mia nave per rimontarlo sulal vostra... questo è l'unico modo in cui potremmo fornirvene uno! Comunque, se la nave sarà recuperabile e se riuscirete a portarla alla base che vi indicherò, avrete un grosso premio cinque milioni di crediti!”

    Di fronte a questa cifra i nostri eroi non hanno dubbi: “Affare fatto!”.
  9. Kursk
    GIORNO 104: RITORNO.

    La minaccia dei droidi invasori è finalmente scongiurata ed i nostri eroi (ancora orfani dello jedi anziano disperso su Rodia) possono finalmente riposarsi.
    In realtà di tempo per riposare ce n’è poco…
    Hope va curato, ed è il droide medico comprato solo pochi giorni prima a prendersene cura in modo efficace; nel frattempo Highbecca e Jere Mee Kohlson si dedicano a piccole riparazione alla nave: “Ogni bullone stretto un po’ di più può aiutare… La condizione della navetta è disastrosa, saltare in hyperdrive equivarrebbe ad un suicidio… anche un semplice volo a velocità sub-luce è rischioso”.

    In un paio d’ore i preparativi per il decollo sono completati ed i nostri eroi si rimettono in viaggio verso la stazione spaziale: lo wookie al posto di pilota, il twi’ek al posto di armiere ed il piccolo jawas al posto di motorista (con l’incarico principale di mantenere in efficienza gli scudi della navetta).
    L’uscita dal campo di asteroidi è brusca, ma in breve la nave è comunque diretta verso la stazione spaziale dove gli ithorian attendono il ritorno dei nostri eroi.

    NdSM: Non così in fretta!

    Una trasmissione radio, un messaggio ripetuto ad intervalli regolari, raggiunge la navetta: “Arrendetevi. La vostra nave sta trasportando un ricercato. Per ordine dell’inquisitore Tarkin siete in arresto. Arrendetevi!”
    E ben presto si scopre la fonte del segnale: un incrociatore imperiale da battaglia (NdSM: un "Imperial I-class Star destroyer. con la sua scorta di tie fighter) sta attendendo al varco la malconcia navetta dei nostri eroi.

    Geego-Gin prova ad instaurare un dialogo via radio con gli imperiali ma ottiene ben poco…
    Un raggio traente,dopo un tentativo andato a vuoto che ha scatenato l’ilarità dei nostri eroi, cattura la loro navetta che viene chiusa in un hangar depressurizzato per non lasciare alcuna via di fuga ai suoi occupanti. In breve la nave imperiale riparte e, stando alle sensazioni dello wookie salta in hyperdrive con tutto il suo carico…

    Geego-Gin continua a provare ad instaurare un dialogo via radio; ricorre addirittura a delle velate minacce. È tutto inutile. L’equipaggio della nave imperiale è intenzionato a rispettare gli ordini: silenzio assoluto e cattura dei fuggiaschi; per tanto si limita a poche laconiche risposte che lasciano insoddisfatto il twi'lek.

    Ci vogliono sei giorni prima che il viaggio da prigionieri veda una fine.

    GIORNO 108 – 109: PAUL VERSO IL POLO SUD.

    Paul Watreflyer è su Rodia da ormai un paio di settimane e sono dieci giorni che il nostro jedi lavora su una carovana diretta verso Delekria; finalmente la grande città è in vista: il Polo Sud e le “Lune Gemelle di Rodia” sono più vicini.

    In realtà la situazione non è così rosea.
    Se già nella grande Equator City il nostro umano si sentiva un pesce fuor d’acqua (vista la scarsità di non-rodian) qui questa sensazione è addirittura accentuata. Gli “alieni” si contano sulla punta delle dita e questo non fa che complicare le ricerche del povero Paul.

    Sfruttando le conoscenze del capo-carovana il jedi viene a sapere che la sua unica speranza di raggiungere il Polo risiede in due rodian un po’ folli che potrà incontrare alla locanda “La melma butterata”; si fanno chiamare “Stella Impazzita” e “Nebbioso”.
    Inutile dire che il nostro eroe vi si dirige senza ulteriori indugi o indagini e soprattutto senza preoccuparsi della possibilità di risultare poco gradito ai due. Dopo un breve cammino raggiunge la sua meta; l’atmosfera del locale è tutt’altro che amichevole e gli basta sfiorare uno degli avventori per causare la cessazione completa di ogni brusio e per trovarsi decine di sguardi carichi di odio e curiosità puntati addosso.
    “Devo parlare solo col locandiere come mi è stato suggerito… Calma Paul… Puoi farcela.” Sono i pensieri che gli fluiscono in mente…
    Detto, fatto. Paul si muove con attenzione e finalmente raggiunge la sua meta: dietro il bancone sta un enorme rodian dalle scaglie giallo brunastre che curiosamente è il meno ostile presente nel piccolo locale.A fatica cominica un rapido scambio di battute con il locandiere: cosa che, se non altro, rasserena l'atmosfera tesa del locale (gli avventori piano piano riprendono a farsi i fatti propri).
    Dopo poche parole per presentarsi e prendere un minimo di confidenza col suo interlocutore, il jedi immediatamente chiede notizie dei due rodian che sta cercando: “… devo trovare Stella Impazzita e Nebbioso… mi hanno detto di cercarli qui.”
    “E, di grazia, perché li stai cercando?” ribatte il locandiere.
    “Devo contattarli perché, stando a quanto mi è stato detto sono gli unici che possono aiutarmi.”
    “Rischierai la pelle ad avere a che fare con loro, lo sai questo vero? … sai combattere almeno?”
    “Si, me la cavo.”
    “E sai anche fuggire velocemente?”
    “Certo, me la cavo anche meglio nella fuga che nel combattimento!” (NdSM: alla faccia dello jedi! )
    “Allora forse hai qualche speranza di portare a casa la tua pellaccia rosa anche avendo a che fare con quei due… E, per pura curiosità, cosa ti spinge ad aver bisogno dell’aiuto di due soggetti così pericolosi?”
    “Devo raggiungere il Polo e…”
    Paul viene interrotto dallo scoppiare di feroci risate di scherno nei suoi confronti (condito dal lancio di cibarie con il povero jedi come bersaglio), mentre uno degli avventori sta ribadendo in rodian l’intenzione dell’umano di raggiungere il Polo, in modo da mantenere elevato il livello di ilarità suscitato dalla folle idea esplorativa del jedi.
    Mentre il rodian continua la sua performance di scherno ed il povero Paul viene bersagliato da pezzi di cibo lanciati da tutta la sala, esplode un colpo di blaster ed il rodian che per primo ha deriso l’umano giace a terra, con la faccia spappolata…
    Cala il silenzio…
    Paul si volta e nota, in un angolino buio, un rodian con le scaglie color verde chiaro e con un’unica “antenna” rimasta sulla testa, col fucile ancora fumante appoggiato al tavolo…
    “Quello è Stella Impazzita!” spiega il locandiere con la voce ancora un minimo tremolante dopo l'accaduto.
    L’umano prende coraggio e si dirige al tavolo. Il rodian lì seduto gli rivolge una domanda che ovviamente Paul non capisce… Fortunatamente ha il buon senso di non chiedere spiegazioni e di presentarsi; il rodian mostra un sorriso e con una voce femminile (NdSM ebbene sì… è un rodian femmina) ribadisce… “Piacere Paul, io sono colei che stai cercando… e, per la cronaca, ti avevo solo chiesto come stavi!”
    Comincia così un primo dialogo tra Paul e Stella Impazzita sul perché lui la stesse cercando e su cosa possa il giovane umano offrire in cambio dei servigi dei due avventurieri rodian…
    È proprio durante il colloquio che appare, sorprendendo alle spalle il povero jedi, il secondo rodian: Nebbioso. Costui è piccolo di statura e gracile di corporatura; contrariamente alle abitudini dei suoi simili non porta con se armi ed anzi non indossa nemmeno un vestito che lo possa coprire del tutto, solo una specie di gonnellino fatto della pelle di chissà quale strano animale.
    “Dunque cosa abbiamo qui…” il nuovo arrivato sibila all’orecchio di Paul… “Un umano… 1500 crediti per una missione pericolosa…” poi aggiunge con palese sarcasmo “…una spada laser nascosta dal mantello… e magari sei pure un jedi… e se è vero che lo sei magari hai pure uan taglia sulla testa…”. Paul sorpreso dall’apparizione improvvisa nopn può far altro che confermare la sua “professione” e negare (più volte) di avere una taglia sulla testa…
    La discussione riprende e non è carica di buona notizie per Paul: le informazioni che ha ricevuto da Mett “lo Sporco” sono false; non c’è niente di quello che ha sentito da gamorrewan al Polo Sud (e tanto meno al Polo Nord). L’unico che porebbe fornirgli qualche notizia credibile sarebbe proprio Jak-Thal (il nobile rodian) ma per un umano come paul le possibilità di incontrarlo sarebbero veramente ridottissime.

    Ad un tratto i due rodian si disinteressano di Paul e cominciano a discutere tra loro nella loro lingua; l’umano non capisce, ma il tono sembra tranquillo; sembrano due persone che ragionano e prendono accordi.
    Infine, dopo un veloce spuntino a base di lucertole arrostite (del quale paul non approfitta), i due rodian si accordano e Stella Impazzita ha una proposta da fare all’umano:
    “Sai combattere?”
    “Si, me la cavo, come stavo dicendo prima al locandiere…”
    La rodian interrompe Paul e contina con le domande:
    “Quanto è importante per te raggiungere le Lune gemelle di Rodia? Saresti disposto a combattere per raggiungere il tuo obbiettivo?”
    “Ovviamente sono disposto a combattere per raggiungerle, forse non sono disposto ad uccidere…”
    “Su Rodia non c’è molta differenza tra combattere ed uccidere!” replica l’avventuriera seccata… “Dunque sei disposto a rischiare la tua vita per raggiungere il tuo obbiettivo? E sei anche disposto a rischiare di dover uccidere qualcuno per farlo?”
    “Solo per difendermi potrei arrivare, comunque a malincuore, ad uccidere un altro essere vivente!”
    “Bene direi che può bastare…”
    La rodian si fa pensierosa ed aggiunge “Abbiamo una proposta da farti… Tu sei uno jedi… sai combattere… e ti serve il nostro aiuto… ma hai solo 1500 crediti giusto?”
    “Si, tutto giusto!” replica Paul.
    “Allora ascoltami bene. Jak-Thal è ormai vecchio e non va più a caccia. Per questo ha messo in piedi una arena nei suoi possedimenti dove fa combattere gladiatori… Tu combatterai per noi… Noi ti iscriveremo ad uno dei prossimi combattimenti… punteremo su di te i tuoi 1500 crediti… tu vincerai i tre combattimenti che ti attendono… noi ci terremo il premio delle scommesse e ti restituiremo i tuoi 1500 di partenza… e se sarai fortunato e riuscirai ad impressionare il vecchio Jak-Thal, forse avrai l’onere di incontrarlo di persona… Che ne pensi? Accetti?”
    “Accetto!” Risponde con tono sicuro il jedi “Non ho altra scelta dopotutto…” aggiunge quindi a mezza voce.
    La rodian soddisfatta replica: “Perfetto. Si parte domani. Ti porteremo noi di nuovo ad Equator City… considerati nostro ospite fino ad allora”.

    GIORNO 110 – 111: DI NUOVO IN VIAGGIO.
    Si parte di buon’ora. Paul, Stella Impazzita e Nebbioso a bordo della navetta degli esploratori (uno strano veicolo aperto… un residuato bellico a prima vista) si mettono in viaggio verso la grande capitale equatoriale. Ci vorranno due giorni di volo; due giorni durante i quali Paul non può far altro che chiacchierare con i suoi due ospiti per ottenere qualche dettaglio in più sul tipo di combattimento che lo aspetta.

    GIORNO 110 – 111: L’INQUISITORE TARKIN.
    La navetta viene finalmente sganciata dall’incrociatore imperiale e trascinata da un nuovo raggio traente dentro uno degli hangar militari della stazione spaziale che i nostri eroi ben conoscono. Non appena l’hangar è chiuso e pressurizzato viene “invaso” da una trentina di trooper pesantemente armati. Tra loro si fa poi avanti un uomo in divisa scura con mantello rosso ed una specie di scettro rosso tra le mani: l’inquisitore.
    È Geego-Gin a farsi avanti per primo.
    Una volta sbarcato è il primo ad andare a presentarsi all’inquisitore per sapere i motivi che hanno portato al loro arresto. L’inquisitore risponde in tono stranamente gentile e spiega al twi’lek che ci sono delle prove che coinvolgono il suo amico jawas nel deplorevole attentato avvenuto quasi un mese prima… in particolare ci sono due “colpevoli” che lo accusano di complicità.
    Il twi’lek non è molto convinto ma decide che la cosa migliore da fare è lasciare che il jawas si spieghi da solo…

    Così anche il piccolo Jere Mee Kohlson è costretto a sbarcare.

    Riprende il colloquio allargato a tre persone a questo punto… ed è un colloquio lungo… l’inquisitore accusa, il jawas si difende ed il twi’lek assiste…
    Si va avanti per più di un’ora, in piedi in mezzo all'hangar di fronte trenta trooper ben armati...
    Alla fine l’inquisitore sembra quasi convinto dell’innocenza del piccolo jawas, ma preferisce imporre alla navetta ed a tutto il suo equipaggio una sosta forzata di due giorni per permettergli di valutare al meglio e con calma le nuove testimonianze acquisite.

    Due giorni chiusi in un hangar… giusto il tempo per cominciare a riparare la nave (così Highbecca ed il jawas saranno comunque occupati) e per curarsi le ferite. Solo in seguito si potrà uscire (forse) e contattare gli ithorian per ricevere il pagamento pattuito.

    GIORNO 112: RITORNO ALLA STAZIONE SPAZIALE.
    È metà mattina quando l’inquisitore si ripresenta davanti ai nostri eroi… questa volta le notizie sono buone: il jawas è scagionato da ogni accusa (NdSM: compresa quella di essere un killer a pagamento); i due “colpevoli”, un jawas ed un umano zoppo di nome Spud, in seguito ad un nuovo e più energico interrogatorio hanno ritrattato le accuse rivolte a Jere Mee Kohlson. Il caso non è ancora chiuso, ma se non altro i nostri eroi ne sono usciti puliti.

    Così non resta che accendere i motori, liberare l’hangar imperiale e noleggiarne di nuovo uno (NdSM: sempre 120 crediti per 10 giorni) per avere il tempo di riparare a dovere la navetta e di portare a termine tutti gli affari che legano i nostri eroi a questa sperduta stazione spaziale.

    GIORNO 112: L’ARENA.
    La navetta/residuato bellico atterra nel “giardino” di un grande palazzo: l’arena di Jak-Thal. Paul viene scortato agli spogliatoi (eccessivamente lussuosi per i suoi gusti) e comincia ad attendere il momento del primo combattimento.
    Il tempo trascorre lentamente è solo metà mattina e combatterà nel pomeriggio…
    Il jedi decide di studiare i suoi probabili avversari visionando alcuni video di vecchi combattimenti… dopodichè si procura un’arma (una semplice mazza ferrata)… e quindi si informa sulle regole:
    - Una campana dà inizio e segna la fine del combattimento.
    - Non si può uscire dall’arena.
    - Non si possono usare armi da fuoco (se non nelle gare apposite).
    - Chi sopravvive vince e continua a combattere.
    Poche e semplici regole… Paul è un po’ perplesso.

    Passano le ore e finalmente viene il momento del primo combattimento. Un montacarichi lo solleva fino alle porte dell’arena.
    La campana suona…

    DOOONGGG!

    Il suo avversario è un bipede, rettiloide tozzo e violento… non ha armi… gli bastano i suoi artigli…
    Paul esordisce coi suoi poteri jedi: rimanendo nascosto nel vano del montacarichi prova a stritolare il suo avversario che gli corre incontro con irruenza… “…niente da fare… se sta soffrendo non lo da a vedere!”
    Un paio di artigliate ed un morso inaspettato colpiscono lo jedi… il veleno entra in circolo e si fa sentire annebbiando i riflessi del malcapitato umano.
    La folla (un migliaio scarso di rodian) urla in preda all’esaltazione dovuta al combattimento.
    Paul si affida di nuovo ai suoi poteri jedi e prova un trucco mentale… niente da fare… la creatura che ha di fronte è troppo stupida, primitiva ed infuriata per cedere ad un effetto simile…
    Nuove artigliate… nuovi morsi… nuovo veleno…
    Paul sempre più intorpidito si decide a combattere. Si affida alla mazza pesante che si è procurato negli spogliatoi (non vuole ricorrere da subito alla sua fidata spada laser)… un paio di colpi vanno a segno ma il tozzo rettiloide, a questo punto palesemente ferito, non sembra dare troppo peso ai "graffi" che l'umano gli ha provocato...

    Una nuova sfuriata fatta di artigli, morsi e veleno e Paul sembra sul punto di soccombere.. non resta che la spada laser… La sfodera e con due eleganti fendenti (NdSM: l’ultimo dei quali molto fortunato) getta a terra il mostruoso avversario finalmente stremato.
    Paul ha vinto…
    Ma è una maschera di sangue e tra poco meno di due ore dovrà affrontare una nuova sfida: ha giusto il tempo di scendere negli spogliatoi per prendere fiato e per farsi medicare dagli addetti.
  10. Kursk
    GIORNO 104: IMBOSCATA.

    I nostri eroi, stanchi e feriti dopo il breve ma feroce combattimento col droide trappola, devono decidere il da farsi.
    “…è ancora presto…” sentenzia lo wookie; “…recuperiamo Geego-Gin ed andiamo avanti… almeno esploreremo ancora qualche stanza; dopotutto non siamo nemmeno a metà.”
    E così si decide di fare.
    Il twi’lek abbandona la navetta e raggiunge i suoi compagni in poco meno di dieci minuti; dandogli giusto il tempo di medicarsi al meglio…
    Il gruppo riunito si muove verso un nuovo “anello”: la zona abitativa.

    La situazione si presenta subito preoccupante: aperta la prima porta i cinque esploratori si trovano di fronte a due cadaveri di ithorian fatti a pezzi e parzialmente decomposti… la tensione sale; tutti temono un altro droide-trappola… ma non accade niente.

    Tra corridoi e stanze private l’esplorazione diventa quasi noiosa: niente droidi; niente terminali di computer da esplorare; niente di utile (nemmeno in due stanze adibite ad infermeria ma molto poco fornite); niente di niente.
    Unica nota curiosa è una sala mensa dove alcuni distributori/preparatori automatici di cibo sono in funzione e continuano a sfornare ed a disperdere sul pavimento una discreta quantità di cibarie… “Le più vecchie hanno almeno 20 giorni… e stanno marcendo sotto a quelle più nuove che sono cadute più di recente.” È l’analisi del twi’lek.
    “Già! Ma qualcuno deve aver manomesso questi aggeggi…” continua lo wookie, “… è assurdo pensare che siano impazziti per caso proprio tutti… temo un’altra trappola… meglio se ce ne andiamo.” E così i nostri eroi si allontanano, magari un po’ affamati, ma comunque salvi e certi di aver evitato una trappola.

    L’esplorazione continua…
    Altre catene di montaggio più o meno danneggiate; qui si producono parti di droidi: torsi dalle fattezze umanoidi (NdSM: come quello di un droidi protocollare come C3BO o di un droidi medico standard). Niente di strano da segnalare…
    La tensione aumenta.
    Un anello di uffici… inserendosi in un computer Geego-Gin sfrutta le sue abilità informatiche per spegnere tutti i sistemi ed accendere tutte le luci della “seconda metà” della struttura… in qualche ufficio si trovano dei droidi da battaglia molto semplici e disattivati… un piccolo mistero.
    Si va avanti!

    Il gruppo si appresta ad attraversare un nastro trasportatore ormai spento… Hope è passato… Nova resta in retroguardia col fucile carico e pronto all’uso… e gli altri sono sopra al nastro…

    Scatta un’imboscata…

    Alcune porte sulla parete di fronte ai nostri eroi si aprono contemporaneamente…
    E contemporaneamente fanno il loro ingresso una ventina di droidi da battaglia che aprono il fuoco contro i nostri eroi colti alla sprovvista.
    Inizia un combattimento violento… i droidi cominciano a prendere di mira gli avversari più vicini: Hope e Geego-Gin.

    Hope corre verso il gruppo di nemici più numero sfoderando la spada… ma prima di arrivare al corpo a corpo usa la forza per sollevarne uno ed abbatterlo con violenza contro i propri simili…
    Geego-Gin non perde la calma e sfodera una granata che, lanciata con cura, va a colpire un paio di nemici…
    Nova si getta a terra e comincia ad aprire il fuoco per coprire le spalle al giovane jedi (il più bersagliato dai droidi)…
    Highbecca non è da meno e si lancia con impeto verso i droidi andando ad offrire un nuovo bersaglio ai nemici che distraggono un po’ di fuoco dai primi due bersagli, e rincarando la dose di granate andando a distruggere i due avversari danneggiati dal twi’lek….
    Jere Mee Kohlson comincia a fare fuoco col suo fucile a ioni… danneggia qualche droidi ma diviene anche lui un bersaglio…

    Il contrattacco dei droidi si fa presto sentire… qualche colpo ed il jawas, già gravemente ferito, è di nuovo a terra in un lago di sangue… districandosi dal corpo a corpo una decina di droidi concentrano il loro fuoco su Hope causandogli gravi ferite… altri droidi continuano a bersagliare lo wookie ed il twi’lek, ma con meno fortuna rispetto ai loro compagni…

    Così il combattimento va avanti tra granate colpi di blaster di Highbecca e Geego-Gin, azioni di cecchinaggio di Nova, e fendenti di spada laser del giovane Hope che continua a far uso della forza per sbattere i nemici uno contro l’altro…

    Dopo qualche minuto rimane in piedi un unico droidi… il twi’lek finite le munizioni non perde tempo a ricaricare e si getta in un corpo a corpo utilizzando una spranga di ferro… un colpo ben assestato ed il droidi cede… anche questa battagli è finita e vede i nostri eroi ergersi feriti ma vincitori!

    Nova è la prima preoccuparsi per il jawas: corre da lui e comincia a medicarlo per fargli riprendere conoscenza… aiutata dal giovane jedi che pur ferito non esita a trasferire parte della sua energia vitale nel corpo esanime del compagno…

    Passa un bel po’ di tempo prima che il jawas riprenda i sensi; i quattro “sopravvissuti” devono decidere il da farsi ma sono dubbiosi… Highbecca e Geego-Gin si allontanano per un piccolo controllo alle stanze da cui sono spuntati i droidi: niente da segnalare.

    Dopo una breve discussione i cinque decidono quindi di dividersi; mentre lo jawas ed il jedi riposano e si curano con Nova che resta con loro per aiutarli n caso di attacco, lo wookie ed il twi’lek continuano ad esplorare la struttura “…dopotutto… dopo tutti questi… quanti droidi volete che ci siano ancora?”

    L’esplorazione è breve… oltre l’ultimo anello di uffici si trova l’ultimo anello di produzione. Qui ha stabilito la sua base l’invasore.
    I due eroi stanno ben attenti a restare nascosti… aprono la porta (venendo investiti da un forte odore di idrocarburi che porta con se un po’ di nausea per i nostri due eroi) e guardando con circospezione dall’altra parte notano un grosso droidi da guerra…

    Il droidi comincia a muoversi…
    Cammina, lento ma inesorabile verso di loro.

    La porta viene chiusa ed i due arretrano fino alla officina precedente… il grosso droidE li segue… non dovrebbe passare attraverso porte “piccole” ma è in grado di compattarsi per adattarsi a passare attraverso spazi angusti…

    I nostri eroi lo osservano meglio: “…bipede… di taglia grande… tre bocche da fuoco: due gemelle, coassiali sopra la testa ed una indipendente sulla spalla sinistra… armi pesanti: molto distruttive… due enormi pinze come arti superiori… e “sul palmo” di ogni pinza quella che sembra la punta della lancia di un lanciafiamme…”.
    La situazione sembra disperata e la fuga viene accolta subito come ottima opzione di comportamento.
    Raggiunto il gruppo si discute ancora brevemente e si opta per dividersi in due gruppi ed attendere l’arrivo del grosso droidi per stabilire se attaccarlo o meno: Hope, Geeo-Gin e Jere Mee Kohlson (appena appena cosciente) si nascondono in attesa in una stanza; Highbecca e Nova si ritirano in un’altra più lontana.
    Il grosso droidi si ripresenta dopo qualche minuto di fronte ai nostri eroi… si tenta di elaborare una strategia…
    Il droidi spara, praticamente alla cieca, verso le due stanze in cui i nostri eroi si sono rintanati… non colpisce nessuno ma la potenza dimostrata e la pioggia di scintille provocata dall’impatto dei due colpi delle bocche da fuoco gemelle (evidentemente indipendenti l’una dall’altra, a questo punto) mettono in grande apprensione i nostri eroi…
    “Dobbiamo pensare a duna strategia risolutiva… e che ci permette a di portare a casa la pelle…” sta dicendo tramite com-link il twi’lek, quando Hope decide per tutti: si pone bene in vista e prova ad usare i suoi poteri per sbilanciare il grosso droide… lo sforzo richiesto è troppo grande ed il giovane jedi non ce la fa.
    Per tutta risposta il droide apre di nuovo il fuoco e con uno dei suoi colpi centra in pieno il giovane Hope che cade a terra in un lago di sangue…
    Geego-Gin ordina la ritirata e tutti obbediscono… quindi raccoglie il corpo del povero jedi e dà fondo al suo jetpack per allontanarsi il più velocemente possibile…

    Il droide riprende il suo flemmatico ma inesorabile inseguimento… sembra incerto su chi seguire (dato che i nostri eroi furbescamente scappano in direzioni diverse)… ma alla fine decide di seguire lo wookie…
    Il twi’lek, a questo punto ha un’illuminazione… sempre sfruttando il jetpak vola velocemente nella stanza da cui il grosso droide è partito e forte di un: “…spero che sia impegnato ad inseguire gli alti…”, cerca di scoprire se là ci sia un modo per fermarlo…

    Comincia una lunga gara di resistenza tra lo wookie in fuga ed il droide in perseverante ed inesorabile caccia….

    Geego-Gin raggiunge la stanza… è stata svuotata dagli impiantidi costruzione… al suo interno si trova una grande apparecchiatura… il twi’lek la studia velocemente: un computer piuttosto potente ed una trasmittente ugualmente di buon livello…”Posso spegnerlo da qui!” … e si mette al lavoro.
    Comica così un confronto tra hacker… ma Geego-Gin riesce in breve a d aver la meglio sul suo sconosciuto e lontano avversario… il computer è suo… “Si! Posso farcela! Adesso posso spegnere quel dannato bestione!”.
    Gli ci vogliono dieci minuti per forzare il sistema… dieci minuti in cui continua la gara di inseguimento tra il lesto wookie e l’inesorabile droide…
    Il lesto e resistente wookie...
    Gli altri sono ormai tutti nascosti al sicuro…
    Dopo dieci minuti si arriva ad un punto cruciale… il twi’lek inserisce gli ultimi comandi… “O la va.. O la spacca!” …Comandi inviati…pochi secondi e… “La va!” il grosso droide si ferma… Geego-Gin ne ha il controllo (almeno parziale).

    I com-link gracchiano di nuovo… “…raggiungetemi nella stanza della benzina…” è la voce di Geego-Gin a richiamare i compagni.
    Mentre gli altri lo raggiungono il nostro twi’lek non perde tempo; si impegna da subito a ricavare quanti più dati possibile dal computer e dalla trasmittente che sono, per ora, sotto il suo controllo (le informazioni recuperate indicano che il mandante di questa “follia” si trova su Tatooine); la sua esperienza gli dice che come lui è riuscito ad entrare nel computer estromettendo un altro, anche l’altro potrebbe tentare di fare la stessa cosa… E difatti dopo qualche minuto è un nuovo duello tra hacker… questa volta Geego-Gin non ha la maglio ed il suo avversario impone una cancellazione di tutti i programmi contenuti nel computer ed una autodistruzione del grosso droide da guerra.

    Il twi’lek non resta lì a vedere se il suo avversario abbia avuto successo e si rintana in una stanza vicina con gli altri eroi che nel frattempo lo hanno raggiunto… un paio di esplosioni confermano l’avvenuta distruzione del grosso droide e del serbatoio di carburante posto vicino al computer…

    I nostri eroi sono stanchi, un po’ nauseati dai vapori di benzina e feriti, ma la fabbrica è disinfestata: MISSIONE COMPIUTA!

    NdSM: Grazie a Silverrleaf che miha sveltao uno dei misteri di Office!
  11. Kursk
    GIORNO 103: LA STANCHEZZA SI FA SENTIRE

    I nostri eroi sono appena riusciti a sconfiggere i quattro druidi pesanti da battaglia (NdSM: i droideka della scorsa sessione) e, mentre controllano i “cadaveri” per controllare se ci sia ancora qualcosa di recuperabile, discutono sul da farsi. La decisione è praticamente unanime: “Abbiamo bisogno di riposo… e queste ferite devono essere medicate in modo migliore… Si torna alla navetta: dormiremo lì… è più sicuro.”
    Dai resti dei quattro droidi i nostri eroi recuperano un generatore di scudi quasi integro (NdSM: sarà comunque difficile montarlo su un droide diverso da un droideka) ed alcuni circuiti di memoria da analizzare.

    Prima del meritato riposo Highbecca e Jere Mee Kohlson provano ad analizzare le memorie sottratte ai druidi distrutti… le cose non vanno per il verso giusto; in risposta ai tentativi dello wookie di analizzare le memorie, scatta un sistema di protezione: una sorta di virus informatico comincia a diffondersi nei sistemi della navetta…
    Lo wookie interviene tempestivamente e limita i danni a pochi dati astrometrici ed archivi di inventario persi; inoltre pare che la trasmittente della navetta abbia trasmesso un messaggio non meglio identificato verso un destinatario altrettanto ignoto e che i “diari di registro” della trasmittente siano stati cancellati.
    Oltre al danno la beffa: i dati raccolti dai droidi sono pochi ed inutili…

    “Forse è veramente ora di riposare!”

    GIORNO 104: DEMOLIZIONI!

    Poco più di otto ore di sonno ed i nostri eroi sono di nuovo in piedi, carichi di energia. È ora di continuare il lavoro.
    Questa volta Geego-Gin rimane sulla navetta: “Meglio se resto a riparare i danni che avete combinato ieri sera…” spiega puntando il dito contro lo wookie ed il jawas… “…inoltre voglio provare a scoprire qualcosa di più sul messaggio che è partito… e credo anche che sia bene fare la guardia al nostro unico mezzo di fuga… seppur malridotto!”

    Così sbarcano solo tre dei nostri eroi (il jawas, lo wookie e l’unico jedi rimasto – NdSM: Paul è ancora disperso su Rodia), aiutati, come d’accordo, da Nova.

    L’esplorazione della fabbrica continua…
    Superato l’anello dove si erano imbattuti nei droidi da battaglia pesanti, si inoltrano in una fila di uffici: sembrano inutilizzati da tempo… non vi si trovano nemmeno effetti personali di chi normalmente li avrebbe dovuti usare.
    Dall’altra parte di una paratia si sente un rumore assordante: qualcosa di metallico e di pesante si muove lentamente…
    I nostri eroi si appostano nascosti dietro le paratie; solo il jawas si avvicina alla porta e la apre cercando di essere il più silenzioso possibile. Dall’altra parte l’anello è immerso nell’oscurità; illuminato solo da continui lampi di elettricità e da scintille sprigionati da una infinità di cavi tagliati: il responsabile sembra essere un enorme droide che sta demolendo una intera area della “catena di montaggio” di questa fabbrica: schiaccia tutto quello che trova sul suo cammino e con una enorme tenaglia trancia tutti i cavi elettrici che trova…

    Non appena il la porta si apre il droide torna sui suoi passi e comincia ad avvicinarsi alla posizione dei nostri eroi… Jere Mee Kohlson non si rende subito conto del pericolo e non fa in tempo a dare l’allarme… si limita a richiudere la porta sperando che il bestione non si sia accorto di loro.

    Vana speranza.

    Un’esplosione di energia spazza via una intera parete della stanza dove stavano rintanati i nostri eroi (e ferisce il giovane jedi ed il giovane jawas). La battaglia ha inizio…
    Il jawas tenta di allontanarsi ma esita e la tenaglia cala su di lui con violenza inaudita e lo colpisce duramente: il piccoletto cade a terra svenuto.
    Hope si muove per recuperare il piccolo jawas prima che il bestione robotica lo calpesti a morte… ce la fa… aiutato dalla Forza in un impeto di agilità trascina il piccolo Jere mee Kohlson ancora incosciente fuori dalla stanza. Ma anche per lui la tenaglia è in agguato, e viene ferito.
    Highbecca e Nova escono dalal stanza a loro volta (NdSM: tutti i nostri eroi, a questo punto, sono tornati nell’officina che fu teatro dello scontro con i droideka) ed aprono il fuoco contro il bestione… è facile colpirlo, ma sembra tuttavia molto resitente e due colpi di blaster non bastano certo a fermarlo.
    Così come non basta una parete…

    Anche questa parete esplode colpita dalle armi del droide demolitore… la battaglia continua… Hope, dopo aver curato il jawas (sempre grazie alla Forza), si offre come bersaglio contando sullo scudo di Forza che sempre gli è stato “amico”.
    Nova ed Highbecca, spostandosi in direzioni diverse per non farsi trovare come bersagli vicini continuano a sparare sul droide… anche il jawas si unisce al fuoco… ma è troppo debilitato ed i suoi primi colpi vanno a vuoto.
    Il droide usa una nuova arma contro Highbecca… lo colpisce con un getto di plasma incandescente nonostante la grande distanza che li separa…
    Highbecca risponde al fuoco… Nova continua a sparare… e questa volta anche Jere Mee Kohlson colpisce…
    Il droide è disabilitato… ma con sommo dispiacere e grande sorpresa dei nostri eroi esplode andando a danneggiare ancora più seriamente la struttura portante della fabbrica ed a ferire gravemente tutti tranne lo wookie (l’unico abbastanza lontano).

    Il jawas è in punto di morte e solo un colpo di fortuna, o la Forza, se voelte dar retta all’interpretazione di Hope lo mantengono in vita abbastanza a lungo da permettere ai suoi compagni di medicarlo.

    “Dopo questa faticaccia, ci vuole un po’ di riposo!” suggerisce il giovane Hope… e così i quattro eroi si fermano per un po’ per bendare le ferite e riprendere fiato.

    Dopo un po’ l’esplorazione riprende…

    Un altro “anello” di uffici… sono stati messi a soqquadro e perquisiti… “Qui qualcuno cercava qualcosa… Frughiamo in giro alla ricerca di qualche indizio.” commenta lo wookie. E qualcosa si trova… è proprio il piccolo jawas a frugare tra le carte “giuste” ed a trovare dei pezzi di softwere… qualcosa che spinga i druidi ad ignorare i loro inibitori e ad usare violenza contro i viventi.
    Non è molto… ma è un indizio… un presagio di brutte situazioni!

    L’esplorazione continua…
    Lasciati gli uffici i nostri eroi si ritrovano in anello attivo delal fabbrica: qui vengono assemblate le parti di armatura destinate a coprire le braccia di chi la indossa: tutto sembra fu8nzionare perfettamente…
    Si passa da una officina a quella successiva. Anche qui continua la lavorazione delle “braccia”… ma qualcosa di strano attira l’attenzione dei nostri eroi.
    È Nova ad accorgersene per prima e a richiamare gli altri: un ithorian gravemente ferito giace disteso tra un gruppo di braccia robotiche vicino al nastro trasportatore che sta in mezzo all’anello.
    “Andiamo a vedere… ma con prudenza… potrebbe essere una trappola!” ordina lo wookie.

    Pochi metri davanti ai nostri eroi, disteso in una pozza di sangue si trova un ithorian senza un braccio… sembra che la ferita sia già infetta da un bel po’ di tempo: “Cancrena” sentenzia lo wookie. Il ferito si guarda in giro … gli occhi persi nel vuoto… e sembra delirare in ithorese.
    Hope e Nova si avvicinano… sospettano la trappola.. ma non possono restare insensibili di fronte ad un ferito…
    Anche gli altri due si avvicinano ma si tengono qualche metro più indietro rispetto ai loro compagni…
    All’improvviso Highbecca nota degli strani cavi che, ben nascosti, dalla schiena del moribondo si vanno ad innestare nei macchinari lì intorno… lo wookie dà l’allarme… ma non fa in tempo.
    Il moribondo si alza in piedi rivelando il suo essere un “droide camuffato” ed una serie di cavi si gettano come serpenti contro i nostri eroi per bloccarli: Highbecca ed Hope vengono legati. I cavi cominciano a tentare di stordire i loro prigionieri con forti scosse elettriche… Comincia una nuova battaglia: mentre i due legati si divincolano a forza per liberarsi, Nova ed il jawas aprono il fuoco contro il doride.
    Lo scontro è breve… in pochi secondi sia lo wookie sia l’umano si liberano dai cavi stordenti… nel frattempo l’abilità e la mira di Nova fanno il resto, facendo praticamente a pezzi il “…debole droide camuffato da ithorian…”.

    La verità è ben diversa: ad una attenta analisi i nostri eroi si rendono conto che è come se il droide avesse “indossato” il cadavere di un vero ithorian. La situazione si fa inquietante.
  12. Kursk
    GIORNI 94 – 98: DA SOLO SU UN MONDO OSTILE.

    Siamo su Rodia, nello spazioporto della capitale.
    La nave si è appena sollevata dal suolo dello sapzioporto per riportare i suoi “amici” alla loro missione precedente… Paul Waterflyer adesso è solo…
    Sperava che i due scienziati salvati dalla base segreta di Ceti II lo aiutassero o perlomeno gli fossero di compagnia, ma si sbagliava: i due lo hanno liquidato freddamente dicendo di avere già un modo ed un posto per nascondersi e di volersi arrangiare per conto loro; unica eccezione, forniscono allo jedi un contatto, tale Dottor Martin: un medico umano che opera in una clinica di Equator City la grande capitale in cui si trovano.

    Sconosolato il jedi se ne va un po’ in giro, osservando la grande città e la curiosa razza che la abita. I rodian sono violenti, aggressivi, rissosi… e xenofobi. Almeno ad un primo sguardo.
    Così andando in giro, si spaccia per uno storico alla ricerca di testimonianze su antiche leggende di questo popolo…
    Chiede informazioni in diverse bettole dove prova ad entrare ma non ottiene granchè… il massimo è un rodian ubriaco che, vedendosi offrire da bere, gli indica come fonte di informazioni un certo Jak-Thal.
    Ulteriori ricerche e scopre che Jak-Thal è un vecchio nobile rodian che risiede ai margini della grande città… e che le sue possibilità di ottenere un incontro con lui sono pressoché nulle.

    Decide così di ritirarsi per la notte e scrglie di tornare a dormire nei pressi dello spazioporto: “…non sarà il quartiere più sicuro della città ma se non altro è quello dove gli “stranieri” sono accettati meno malvolentieri....”.
    Paul opta per una locanda gestita da un umano… scambia quattro chiacchiere col portinaio che pur dimostrandosi scontroso, antipatico e poco propenso al dialogo, risulta comunque utile al nosto eroe sconsigliando la visita al nobile rodian ed indirizzandolo verso il “Governatore delle fogne di Eqautor City”: un gamorrean chiamto Mett “Lo Sporco”.
    Il jedi si mette a nanna indeciso se puntare sul gamorrean o se provare a sfruttare i suoi “trucchi mentali” per ottenere un colloquio col vecchio Jak-Thal.

    La mattina porta consiglio e Paul opta per provare a parlare con Mett: perciò si dirige verso il centro della grande città con l’intenzione di raggiungere il palazzo della “direzione fognaria” che si trova là.
    Raggiunta la piazza che ospita l’enorme palazzo (un “cubo” bluastro con una infinità di tubi delle dimensioni più varie che entrano ed escono) il nostro jedi viene sopraffatto dalla puzza di liquami che vi aleggia…
    Raggiunge a fatica l’ingresso ma due guardie rodian gli sbarrano il passo impugnando delle armi simili ad alabarde… il jedi tenta di convincerli che ha necessità di parlare con il “Signor Mett”, ma questi non cedono alle parole… vogliono che il vecchio umano fissi un appuntamento, come previsto dalla. Per questo lo indirizzano verso un ufficio poco distante…
    Paul raggiunge l’ufficio (dopo aver attraversato di nuovo tutta la piazza) e qui si trova ad avere a che fare con un burocrate puntiglioso e con un droide che cade a pezzi… ma dopo un po’ di peripezie (tra le traduzioni imprecise del droide e la puntigliosità del burocrate) ottiene un appuntamento per un’udienza immediata con il Governatore delle fogne di Eqautor City.
    Perplesso il nostro eroe torna dalle guardie che questa volta lo fanno passare senza problemi…

    Il colloquio con Mett è breve ma fruttuoso… pare che lui conosca l’ubicazione delle famose “Lune Gemelle di Rodia”… per 750 crediti (NdSM: una miseria) ne rivela l’ubicazione allo jedi: “… si trovano ai poli… una a nord e l’altra a sud…”.

    Ora Paul è soddisfatto e deve solo trovare un modo di raggiungere un luogo così lontano ed inospitale quale il polo del pianeta. Ritorna nella zona dello spazioporto e si reca da uno spedizioniere segnalatoli sempre da Mett per organizzare il viaggio. Qui decide di aggregarsi ad una carovana in partenza verso il sud come manovale… recupererà qualche soldo e si avvicinerà alla sua meta: il Polo Sud.

    La partenza è fissata di lì a tre giorni… ed il viaggio ne durerà 10.

    Gli altri, nel farttempo, sono impegnati nel lungo viaggio in hyperdrive che li condurrà alla fabbrica di armature da disinfestare...

    GIORNO 103: LA FASCIA DI ASTEROIDI.

    Il viaggio in hyperdirve è stato pieno di scossoni ma ha comunque portato i nostri eroi a destinazione: una fascia di asteroidi che rappresenta il limite esterno di un piccolo sistema solare (9 pianetini inospitali orbitano allegramente attorno ad una piccola stella dall’aspetto freddo – una palla di fiamme bianco azzurre).
    Una breve indagine coi sensori della nave indica che molti degli asteroidi più grandi ospitano installazioni industriali…
    In breve tempo la fabbrica di armature Ithoriana viene identificata … “Prima di entrare voliamoci intorno e diamo un’occhiata…” suggerisce Highbecca mentre già inizia la manovra…
    “Quelli devono essere stati i portelloni di sicurezza di cui gli ithorians ci hanno parlato… Qualcuno evidentemente li aveva chiusi... ma sono stati fatti saltare dall’interno…” commenta lo wookie mentre prosegue nel suo volo… “Forse sarebbe meglio…” non fa in tempo a finire la frase… un missile parte “dal portellone dell’asteroide” e centra la navetta… con un’abile mossa lo wookie si muove in modo da inquadrare il “nemico” nei sensori e possibilmente rispondere al fuoco… richiam Jere Mee Kohlson al suo posto di armiere ma il jawas è lontano… un secondo scambio di colpi ed una manovra evasiva… un altro missile colpisce la nave… il responsabile è un droide ma gli attacchi del wookie non vanno a segno…
    Hope salta velocemente al posto di armiere… “Ti do una mano io… devo solo inquadrare qui e sparare vero?” Un’altra salva di razzi in arrivo… la manovra di Highbecca ha successo e li evita… ed anche il contrattacco stavolta è efficace…
    Un ultimo scambio di colpi ed il droide è distrutto… la nave è danneggiata… “Entriamo! Non possiamo fare altro in queste condizioni…” commenta lo wookie.

    Il jawas ed il twi’lek fanno appena in tempo a raggiungere la cabina quando dalla parte opposta dell’asteroide cavo (NdSM: dall’altro portellone, in partica) parte un nuovo attacco… la reazione è più pronta… anche se Highbecca non riesce a schivare un missile, mentre lui ed Hoper rispondono al fuoco con precisione… il piccolo jawas si occupa di mantenere gli scudi in efficienza… questa “conformazione dell’equipaggio” sembra dare i suoi frutti ed in pochi attimi anche il secondo droide è sistemato…
    La nave è seriamente danneggiata: “…in queste condizioni niente Hyperdive” sentenzia lo wookie…

    Una buona manovra e la nave si ancora ad un portello di attracco della grande fabbrica… i nostri eroi entrano (seguiti da Nova, la ex-soldatessa imperiale, che ha promesso di aiutarli).
    Il primo scontro che si trovano a dover affrontare è contro quattro semplici druidi da battaglia…in realtà non si tratta di un vero e proprio scontro: i druidi non fanno nemmeno in tempo a puntare le armi che vengono già abbattuti dai colpi precisi dei nostri eroi… sembra un lavoro facile!

    In un’altra sezione della fabbrica la situazione si complica: quattro druidi da battaglia pesanti (NdSM: sono droideka, per la cronaca), protetti da poderosi scudi energetici sbarrano il passo ai nostri eroi e li impegnano in un duro scontro… le abilità con le armi da fuoco del jawas, dello wookie e di Nova, coordinate dalle intuizioni tattiche del twi’lek ed aiutate dalla presenza dello jedi che si “pone a fare da bersaglio” confidando sulla Forza che gli fa da scudo, mettono i nostri eroi in condizione di superare anche questo ostacolo… La battaglia dura solo un paio di minuti… ma sembra un’eternità…
    I nostri eroi sono stanchi e feriti… ma alla fine anche l’ultimo dei quattro druidi viene disattivato… anzi distrutto.
    “… e questo è solo l’inizio!” è il triste commento dello wookie.
  13. Kursk
    GIORNI 84 – 90: ANCORA SULLA STAZIONE SPAZIALE.

    Siamo ancora sulla stazione spaziale… il tempo passa lentamente tra le riparazioni alla nave (che impegnano perlopiù Highbecca), le cure mediche necessarie a riprendere al meglio il proprio lavoro (nella fattispecie l’installazione di una protesi cibernetica in sostituzione del braccio perso da Geego-Gin), nuove spese ed acquisti per il bene proprio e dell’intero gruppo (ottima l’idea del piccolo Jere Mee Kohlson di comprare un droide medico), lunghe ore spese in meditazione per decidere cosa fare della propria vita e per scoprire, magari, qualcosa sul proprio destino (è quanto Hope si dedica a fare), e colloqui e scambi di opinioni con i prigionieri ed altri personaggi che si aggirano nella stazione (cosa che impegna Paul Waterflyer più degli altri).

    Tutto sembra procedere per il meglio, almeno per un paio di giorni (NdSM: fino al giorno 86). Una mattina, infatti, la stazione spaziale sembra invasa dai trooper imperiali che si aggirano guardinghi in tutti i locali e gli hangar.
    “Cosa è successo?” è la domanda che i nostri eroi si pongono… raccogliendo qualche voce qua e la mentre portano a compimento le loro attività, vengono a sapere che pare ci sia stato un attentato… che qualcuno abbia fatto esplodere una nave diplomatica imperiale che era attraccata all’esterno della stazione… pare ci siano stati centinaia di morti… si dice che l’inviato dell’imperatore sia in arrivo a giorni per condurre le indagini…

    La questione non sembra impensierire molto né gli abitanti della stazione spaziale (NdSM che comunque è di “competenza” imperiale) né tantomeno i nostri eroi… insomma la vita continua come prima.
    Beh… non proprio come prima… il Generale Tarth si è dato alla fuga lasciando “soli” i nostri eroi con i loro tre ospiti (a questo punto inutile parlare di prigionieri).
    La cosa non va giùa nessuno ma meno di tutti a Geego-Gin che aumenta la sua diffidenza nei confronti dello strano generale ribelle che si autodefinisce jedi.
    “Che ne facciamo ora di loro tre?”
    “Li portiamo con noi… ovvio… mica possiamo abbandonarli qua… in mezzo ai trooper!”
    Questo breve scambi tra lo wookie ed il twi’lek sintetizza bene l’atmosfera che si respira a bordo della navetta dei nostri eroi…
    Solo l’intervento di un “amico del generale Tarth” (il barista finto omosessuale che lo ospitava nella sua cantina) fornisce ai nostri eroi quattro possibili contatti per rintracciare il generale ribelle: un agente ribelle a Coruscant, uno su Naboo, uno su Tatooine (che è lo stesso di cui il generale aveva parlato ai nostri eroi qualche tempo prima) ed uno su Ithor… tutti umani.

    Così i giorni passano… la navetta viene riparata… l’equipaggiamento viene “aggiornato”… si fanno scorte di tutto quello che può servire… ed in breve il gruppo è di nuovo pronto a partire… portando con se i tre ospiti…

    Piccola nota: il giorno prima della partenza, i nostri eroi assistono all’arresto di un jawas che viene portato via da alcuni trooper ed un ufficiale imperiale… pare che l’ufficiale fosse il famoso investigatore inviato direttamente dall’imperatore… il jawas, mentre lo portavano via “in catene”, urlava continuando a protestarsi innocente … “… ma non lo fanno tutti?!” è stato il commento dei nostri eroi.

    GIORNI 90 – 94: DI NUOVO IN VIAGGIO
    Destinazione: la fascia di asteroidi poco lontano dalla stazione spaziale, dove ha sede la “fabbrica di armature” che li ithorians vogliono sia liberata.
    Il viaggio comincia bene… ma la calma a bordo della navetta dura molto poco…
    Non si fa nemmeno in tempo a dare il benvenuto “in società” alla ex-soldatessa imperiale che subito Paul vuole essere portato su Rodia… insiste che deve cercare le “Lune gemelle di Rodia” come gli è stato suggerito dal vecchio maestro jedi twi’lek… e che la cosa è prioritaria (per quanto lo riguarda) molto di più di qualsiasi lavoro da “mercenari” che gli altri abbiano accettato.
    A nulla servono le parole di Highbecca: “Lune gemelle? Ceh io sappia Rodia ha si due lune… ma non sono gemelle… sono due lune normalissime… anzi sono addirittura piuttosto “distanti” dal pianeta… Sei proprio sicuro che il vecchio maestro ti abbai detto lune gemelle di rodia?” ma il vecchio jedi è convinto.
    La discussione, quindi, non è lunga… il jawas, il twi’lek e lo wookie accettano con un po’ di disappunto la “pretesa” del vecchio jedi… Hope se ne sta in disparte… in silenzio senza dire se abbai intenzione di seguire il suo maestro o di restare con gli altri…

    La nuova rotta è inserita… e con un brusco salto in Hyperdrive Rodia è a soli quattro giorni di viaggio: un viaggio tranquillo fatto di lunghi silenzi… intervallati solo da brevi chiacchierate con la nuova “collega”.

    GIORNO 94: ADDIO?
    La nave giunge a Rodia senza troppi problemi… in breve i nostri eroi si accordano col governatore della città più grande per un atterraggio sicuro allo spazioporto…

    La nave atterra dolcemente…

    È l’ora dei saluti… ma il clima è freddo tra i nostri cinque eroi… Hope ha stranamente deciso di rimanere con gli “amici” sulla navetta e di lasciare a Paul Waterflyer, il vecchio amico e maestro, la sua ricerca…

    Il gruppo si divide… lo jedi anziano è da solo su un pianeta a lui sconosciuto alla ricerca di qualcosa di cui conosce solo il nome… gli altri si rimettono in viaggio… una nuova dose di scossoni da hyperdrive e dopo otto giorni (NdSM: si arriva così al giorno 103) la fascia di asteroidi è in vista… non resta che trovare la fabbrica.

    Piccola noticina aggiuntiva... anche i due tecnici salvati sulla base imperiale di ceti II sbarcano su Rodia ... convinti di poter restarsene lì per un po' nascosti dalla vista dell'impero.
  14. Kursk
    GIORNO 64 – 80: HYPERDRIVE!

    Il viaggio trascorre tranquillo con i nostri eroi che hanno il tempo per riposare, chiacchieraretra loro ed imparare cose nuove (il jawas sta tentando di imparare ad usare meglio i computer)… a tutto ciò si aggiunge anche un senso di sollievo quando il povero Geego-Gin riesce finalmente ad alzarsi dal letto nonostante la ferita ancora grave.
    NdSM: per i malus per l’arto principale perso del twi’lek ho optato per un -5 al colpire e -5 alle skill basate sull’uso delle mani; -2 alle altre skill basate su forza o destrezza.

    GIORNO 81: LA STAZIONE SPAZIALE.

    Un BIP segnala ai nostri eroi che il balzo in hyperdrive si sta per concludere.
    La nave rallenta a velocità sub-luce e dopo pochi minuti si trovano davanti alla stazione spaziale. Si tratta di una strana struttura modulare con un corpo centrale dalla forma bizzarra (ma vagamente basato sull’esagono) da cui partono sei braccia di collegamento verso altrettante piattaforme. Ogni piattaforma ospita tre hangar per navette medio-grandi (per un totale di 18 hangar). Dal centro pseudo-esagonale si dipartono poi altre due “protuberanze” che terminano rispettivamente con una grande infermeria e con il centro direzionale (e le strutture delle guardie imperiali e di “polizia”) della stazione.
    Il tutto è tenuto costantemente sotto controllo da sei caccia imperiali (dei semplici tie-fighter) che pattugliano a coppie l’area.

    L’avvicinamento avviene grazie ad un raggio traente… ma non prima che una solerte impiegata, grazie alla radio, abbia indagato sull’identità dei nostri eroi, sui motivi che li hanno guidati verso la stazione spaziale ed infine sulla necessità o meno di un hangar piuttosto che di un attracco “esterno”.

    Dopo aver risposto alle richieste della burocrate ed aver optato per un hangar, la nave atterra aiutata da un comodo raggio traente… ed il primo incontro è con un secondo burocrate che richiede il pagamento (anticipato, ovviamente) dell’uso dell’hangar e che fornisce ai cinque nuovi arrivati una pianta della stazione… il colloquio avviene senza troppi intoppi e senza scenate, a parte Geego-Gin che prova a barattare un po’ sul prezzo… 120 crediti e l’hangar sarà a disposizione dei nostri eroi per 10 giorni (nota: costa meno di una notte in albergo).
    Espletate le prime formalità burocratiche il gruppo di divide…

    Jere Mee Kohlson (che si è presentato come Ammiraglio alla solerte burocrate che li ha contattati via radio) viene incaricato dallo wookie della ricerca dei pezzi necessari per il completamento del droide protocollare… Highbecca, nonsenza preoccupazione, affida ben 5000 crediti al piccolo jawas per le spese del caso…
    La fiducia tuttavia è ben riposta e dopo un paio d’ore il piccoletto è di ritorno con i pezzi… non solo, in più ha comprato di tasca sua una piccola arma a ioni da montare sul braccio del droide… “…solo un piccolo optional!”.
    Il jawas trova anche il tempo, in tutto ciò, di convincere il burbero negoziante a fornirgli qualche dritta su dove vendere un po’ di “merce rara”. Non sarà troppo difficile trovare il contatto fornito: “…attracco 12… cerca l’uomo formica… chiedi di Spud … e dì che ti manda il droide…”… Jere Mee Kohlson se ne va soddisfatto.

    Highbecca, dal canto suo, è preoccupato per lo stato della nave e passa due ore circa ad ispezionarla per procedere poi alle riparazioni con coscienza e per vedere quanti danni ci siano e quanto siano gravi.
    NdSM: il costo della riparazione l’ho calcolato guardando i danni subiti e moltiplicando per 5.

    Geego-Gin ancora dolorante si dirige verso l’infermeria… Qui dopo una brevissima attesa ottiene un colloquio con un medico per cercare una protesi che faccia al caso suo… il medico propone diversi modelli… fa un paio di esami per “misurare” la protesi… prepara un preventivo… e serve il tutto al nostro twi’lek; il quale non può far altro che accettare e lasciare una caparra in attesa dell’intervento di lì a tre giorni.

    I due jedi partono alla ricerca del Generale Tarth… facendo uso della forza ci mettono poco ad identificare il locale in cui si trova: una taverna dal cui interno proviene un fragore assordante di musica “rumorosa e mal suonata”. I due entrano e si trovano coinvolti in un concerto: un centinaio di giovani almeno la metà dei quali sono alieni si dibatte, si dimena e balla al ritmo sgangherato di una band che suona su un piccolo palco…
    Paul Waterflyer viene trascinato nella bolgia ma ballando malamente riesce a riportarsi fuori dal caos…
    I due jedi notano il bancone e due buttafuori poco lontani e decidono di provare a chiedere “aiuto” al barista: un twi’lek con le “corna” corte e l’aria effeminata. Giunto al bancone il giovane Hope si rende conto che il suo maestro è stato di nuovo risucchiato dal vortice danzante… e si rassegna a parlare da solo col twi’lek… non fa in tempo a scambiare quattro chiacchiere che il suo “maestro” lo raggiunge scivolando con fin troppa agilità tra i giovani esaltati, saltellanti e danzanti… movimento che non passa inosservato…
    I due jedi cominciano così a parlare col barista che, in ogni caso, nega di conoscere l’uomo del quale cercano notizie i nostri eroi (il generale Tarth)… a Paul non sfugge che il povero barsita effeminato, in effetti, qualcosa deve sapere e che sta evitando di dire loro la verità… ma non fa in tempo a mettere alla prova il povero twi’lek: viene infatti raggiunto dai due buttafuori.
    Il tempo di rendersi conto che l’effeminatezza del barista è una finzione, ed uno dei due “omoni” si rivolge ai due jedi “… il capo vi stava aspettando… cinque giorni fa… seguitemi!”
    I quattro si dirigono verso una porta e successivamente verso uno scantinato… qui il generale attende con ansi ai due…
    Dopo aver scambiato poche parole il generale decide di parlare con tutto il gruppo presso la loro nave entro un paio d’ore… e così “libera” i due jedi e li lascia tornare all’hangar.

    A questo punto (sono passate un paio d’ore) di nuovo Highbecca e Jere Mee Kohlson si allontanano ognuno per i fatti propri…
    Mentre il primo va a cercare i pezzi di ricambio ed i macchinari per le riparazioni, il secondo si dirige verso l’attracco 12 e verso il “mercante” chiamato Spud.

    Il wookie ci mette poco per mettere insieme ciò che gli serve e per stabilire quanto tutto ciò gli venga a costare… non sono buone notizie, ma la navetta è meglio se è intera e funzionante al 100%. Qui incontra un altro vecchio wookie che lo invita ad una cena wookie presso “la tana pelosa” (un locale della stazione) assieme aqi suoi compagni diviaggio.

    Il jawas raggiunge in breve tempo l’attracco 12… identifica alla svelta l’uomo formica: un umanoide con la faccia da insetto che somiglia vagamente ad una formica… e si siede al tavolo della “locanda” dove senza che lui chieda niente l’oste-formica gli serve un curioso bicchiere pieno di “terra ed alcool” accompagnato da uno strano verso squittente…
    Il piccoletto assaggia… strano … ma non male… soprattutto molto forte… e l’uomo mezzo disteso sul bancone accanto a lui (completamente ubriaco) è una conferma della potenza del liquore. Poi ci riprova… richiama l’attenzione dell’oste-formica e chiede di Spud… l’oste riconosce la parola e ripetendo a bassa voce e più volte “Spud!”, indica con una delle sue quattro bracc… hemm… zampe una tenda seminascosta sul lato del locale…
    Jere Mee Kohlson si fa avanti… scosta la tenda e si trova davanti un vecchio umano con una protesi ad una gamba (una cosa scomoda e vecchia, molto più simile ad una gamba di legno che ad un protesi robotica) che immediatamente chiede “Chi sei? Che cosa cerchi?”
    Il jawas risponde fornendo un nome palesemente falso (che non inganna Spud, che d’altro canto non fa una piega) ed aggiungendo “…sono qui per affari… mi manda il droide…”. A questo punto la discussione prende una piega piacevole e la contrattazione per gli oggetti che il piccoletto vuole vendere va avanti senza troppi problemi… alla fine si arriva al compromesso: Spud comprerà una spada laser dal jawas per 2500 crediti…
    L’affare è fatto… il jawas si alza e fa per andarsene quando viene fermato dal solito Spud che chiede il pagamento di una fantomatica “tassa del silenzio” di 500 crediti per tenere le guardie lontane dal piccolo jawas…
    Comincia una nuova discussione su prezzi e pagamenti… la cosa si conclude con un mezzo accordo tra i due per un nuovo lavoretto
    Spoiler:   (si tratterebbe di un omicidio su commissione che verrebbe pagato 20000 crediti – la vittima è un altro “mercante” di materiali illegali, droghe in questo caso, colpevole di aver mandato le guardie da Spud – unica richiesta è che il cadevere della vittima venga ritrovato… quindi niente disintegrazioni) e con Jere Mee Kohlson che per non correre rischi inutili paga la nuova “tassa sul silenzio”.
    Nel pomeriggio, finalmente, il gruppo riunito presso la navetta incontra il generale Tarth… il colloquio è freddo e le notizie che i nostri eroi portano non sono proprio esaltanti per il generale… comunque i compiti assegnanti sono stati portati a termine e quindi il pagamento dovuto viene corrisposto:
    • La taglia degli Hutt su Jere Mee Kohlson è stata pagata (ai nostri eroi viene consegnata una ricevuta per 6850 crediti).
    • 12000 crediti vengono consegnati ai nostri eroi per il recupero dei progetti e per aver ritrovato il vecchio jedi.
    In più per come si è svolta la missione, ai cinque “fenomeni” vengono anche corrisposti dei “premi aggiuntivi”:
    • 15000 crediti per aver distrutto la base nemica.
    • 1000 crediti per il permesso di copiare i dati contenuti nello strano libro cartaceo recuperato dallo wookie (e la valutazione del libro in circa 10000 crediti se venduto ad un antiquario).
    • Le spese di riparazione e rifornimento della nave a carico del generale (meno di 1000 crediti).
    • Le spese per la protesi di Geego-Gin a carico del generale (attorno ai 3000 crediti).
    Il generale si prende anche un po’ di tempo per parlare coni “prigionieri”… e dopo il colloquio conferma la sensazione di Paul che la soldatessa sia una possibile promettente jedi "...purchè sia lei a volerlo!".

    La giornata finisce con i nostri eroi di nuovo divisi: i due jedi sulla navetta a fare la guardia in compagnia dei tre prigionieri; gli altri a cena col vecchio wookie… a mangiare ottimo cibo wookie in un locale chaimato “la tana pelosa”.

    L’epilogo della giornata è dato dalla pessima figura di Highbecca che viene letteralmente steso (perde i sensi) da un forte liquore wookie e che viene “scorato in un albergo” dai suoi due solerti compagni di viaggio e dalla cameriera wookie del locale …

    GIORNO 82 – 91: ESPLORANDO LA STAZIONE SPAZIALE.

    È l’alba… ed Highbecca si risveglia con la testa pesante… non capisce dove si trova… allunga un amano e sente qualcosa (o qualcuno) di peloso che gli dorme accanto… una wookie sta dormendo e russando sonoramente a fianco a lui in un letto che non riconosce… la testa è ancora troppo pesante e si rimette a dormire…
    Più tardi i due pelosi si risveglieranno e passeranno “in intimità” l’intera mattina…

    Geego-Gin e Jere Mee Kohlson comicniano la trafiola burocratica per ottenere la licenza imepriale da cacciatori di talgie (a loro poi si unirà anche Highbecca).

    Più tradi il gruppo viene avvicinato da alcuni ithorians (amici del vecchio wookie meccanico) che devono proporre loro un lavoro: eliminare una trentina di droidi che hanno occupato una fabbrica di armature poco lontana dalla stazione (10 giorni di volo senza hyperdrive). In cambio gli ithorians offrono 12000 crediti (2000 in anticipo assieme ad alcune “tute corazzate di volo powersuit” ed a 10 granate a ioni)…
  15. Kursk
    GIORNO 54: LA STANCHEZZA SI FA STRADA.

    I nostri eroi ormai sono stremati… sono più di cinque ore che si aggirano per la base segreta e la mancanza di sonno si fa sentire… così su pressione dello wookie i nostri eroi decidono di dormire un po’; Hope ritorna alla navetta; poco dopo Paul Waterflyer si ricongiunge agli altri che decidono di passare la notte accampandosi assieme ai sopravvissuti in quella che era la mensa della base.
    "Questo luogo mi mette a disagio... sento uno strano presentimento... un pericolo incombente..." sono le prime parole che il vecchio jedi dedica ai compagni... molto rassicurante!

    GIORNO 55: INCUBI.

    La notte di sonno ha portato più incubi che altro. Nessuno ha dormito bene… né i nostri eroi, né i tre superstiti…
    Ma un nuovo giorno si affaccia ed è ora di mettersi al lavoro.

    Geego-Gin spinge per dedicarsi ai computer e cercare ciò per cui sono venuti qui “…dobbiamo completare la nostra missione alla svelta… recuperiamo i piani… saliamo sulla navetta e filiamo alla velocità della luce…”. Nessuno obbietta… nessuno si chiede cosa si debba fare coi 3 imperiali superstiti… tantomeno cosa fare del malato rinchiuso in infermeria... quindi si procede.

    Ci vogliono circa 90 minuti per Geego-Gin per accedere completamente al computer centrale della base (nonostante stia comunque usando la scheda magnetica e la password fornitegli da uno dei sopravvissuti)… una volta dentro trovare il progetto che cercano è più semplice…
    Per “scaricarlo sul portatile”, invece, ci vogliono altre quattro ore… ma il lavoro va fatto bene…

    Quattro ore…
    I nostri eroi attendono… un po’ discutendo su cosa fare dei tre superstiti… un po’ parlando del “malato” rinchiuso in infermeria… un po’ tremando ancora sopraffatti da un latente senso di paura… lo stesso senso di paura che li ha fatti dormire male.

    Il tempo passa… il nervosismo aumenta… ed anche la paura.

    Il download è finalmente completato… bisogna decidere il da farsi…

    In nostri eroi prendono la decisione di andarsene alla svelta… ma mentre stanno definendo i dettagli un rumore (un metallico CLUNK) proveniente dai corridoi attira l’attenzione di Highbecca…
    La tensione sale…
    Il twi’lek si sbriga ad accedere nuovamente ai computer ed a sfruttare le telecamere di sorveglianza per spiare la base: uno dei portelli dello snodo del corridoio è danneggiato… “…e non era così quando siamo passati lì quattro ore fa…” esclama stupito geego-Gin.
    “Andiamo a controllare!” ribatte in tono fermo e grave il vecchio jedi … sensazioni di catastrofe incombente gli corrono nuovamente lungo la schiena.

    Il gruppo si muove… raggiunge il piccolo ottagono (lo snodo del corridoio) … Paul fa in tempo a notare un sagoma scura che passa attraverso le porte che conducono all’officina… “...è soilo un'illusione... ti stai facendo influenzareda questo ambiente macabro...” commentano gli altri… ma Paul non ci sta e si mette a carcare qualche traccia del passaggio di qualcuno... e la trova … un traccia labile… e gli altri continuano a non credergli…
    Highbecca prova a guardare attraverso il nuovo squarcio nella porta… dall’altra parte un nuovo lungo corridoio… ed una sagoma scura che passa attraverso la porta all’altro capo del corridoio… a questo punto sono in due ad “averlo visto”… la tensione aumenta…

    Geego-Gin prende in mano la situazione: “Muoviamoci… andiamo via di qui… e alla svelta…” ma non fa in tempo a finire la frase che il suono lontano di un’esplosione nell’hangar delle navette attira l’attenzione del gruppo.
    Una corsa verso l’hangar col terrore di vedere la loro nave fatta a pezzi ed il loro compagno Hope morto… ma non è così… è stata fatta saltare solo una delle porte laterali dell’hangar… dall’altra parte altri tie-fighter smontati… Hope non ha visto nulla… ha solo sentito l’esplosione…
    La situazione peggiora e la tensione continua ad aumentare…
    Hope si ritira nuovamente sulla navetta… non si sente bene… non si regge in piedi.
    Gli altri devono decide il da farsi.

    Il gruppo si divide: mentre il jawas e lo wookie restano alla navetta per evitare che qualcuno o qualcosa la danneggi, il vecchio jedi ed il twi’lek corrono verso la mensa per recuperare i tre sopravvissuti.
    Non è facile convincerli a lasciare il loro rifugio…

    Passano circa cinque minuti…

    All’improvviso la porta dell’hangar si apre e ne appaiono Paul e Geego-Gin coperti di sangue e con un’espressione grave… “…una strage… sono morti tutti… hanno cominciato a spararsi tra loro… poi c’è stata un’esplosione e noi ci siamo ritrovati coperti di sangue e pezzi di persone…” sono le poche parole che escono dalla bocca del twi’lek… lo jedi sta indietro… lo sguardo fisso a terra… sotto shock.
    Jere Mee Kohlson si avvicina preoccupato… lo wookie invece si dimostra più sospettoso: i suoi istinti lo mettono in guardia.
    I due tecnici si avvicinano la twi’lek… “...meglio controllare un’ultima volta il malato in infermeria… non vorrete mica lasciarlo qui?” sono le parole provocatorie che il wookie indirizza ai suoi compagni sotto shock… lo jedi non risponde e si siede in disparte… il twi’lek fa un cenno di assenso e si avvia lentamente verso le porte dell’hangar.
    Non appena il jawas e il wookie sono al fianco di Geego-Gin un lampo rosso balena davanti al piccolo Jere Mee Kohlson… e l’illusione cade… (NdSM: in questo preciso istante il vero Paul Waterflyer, che sta ancora parlando coi superstiti, sente un tremito nella forza che lo mette in allarme… e rende il vero Geego-Gin partecipe delle sue sensazioni di pericolo… I due cominciano a muoversi verso l’hangar - hanno discusso a lungo coi restii superstiti ma alla fine la tentazione di poter fuggire su una navetta è forte ed è la molla che li fa muovere e li convince a seguire i nostri due eroi).

    L’uomo vicino ai nostri due eroi non è più il twi’lek compagno di avventure (anche il vecchio jedi scompare nel nulla)...
    Si tratta di un nuovo nemico: un umanoide, vestito di scuro e con una curiosa lightsaber rossa a forma di artiglio…

    Comincia un nuovo combattimento… due contro uno…

    I nostri due eroi si distanziano e cominciano a prendere di mira con fucili e pistole laser il nuovo avversario… questo strano jedi (perché tale è) si concentra sul piccolo jawas e sebbene subisca un paio di colpi, usa la sua strana lightsaber per pararne altri che sarebbero altrimenti andati a segno...

    In pochi secondi il jawas è a terra privo di sensi in seguito ai violenti attacchi del nemico... Jere Mee Kohlson si accascia ad un passo dalla morte…

    Il jedi in nero sta per dedicarsi allo wookie quando la porta dell’hangar si apre e la presenza di un altro jedi attira la sua attenzione… un nuovo e migliore bersaglio si presenta a questo pericoloso nemico.

    Il jedi in nero si dirige velocemente verso Paul esponendosi così alle granate lanciate da Geego-Gin… le granate lo feriscono ma non lo rallentano... lo scontro tra i due jedi a colpi di Forza inizia ed infuria con uno sfoggio di tecniche… il nuovo nemico attinge al lato oscuro… questo diventa evidente.
    Lo scontro tra jedi continua ed alle “magie” di Paul si affiancano i colpi (un po’ imprecisi per la verità) dello wookie e del twi’lek.

    Dopo pochi istanti anche Paul deve soccombere alla rabbia che guida i colpi dello jedi oscuro… il prossimo bersaglio sembra essere Geego-Gin, il quale nel frattempo si è allontanato e si prepara a lanciare un missile contro il nemico… appena l’uomo in nero si allontana da Paul (a terra in un lago di sangue) parte il colpo … ma la mira è sbagliata… il nemico si avvicina… ed il twi’lek con aria disperata impugna un granata, strappa la spoletta… e si getta contro il jedi oscuro.

    KABOOM…

    Il nemico è gravemente ferito…
    Geeego-Gin è a terra… pare morto!

    Highbecca si ritrova da solo a fronteggiare la minaccia oscura… e, in preda ad una voglia di rivalsa e di vendetta, comincia a sparare come meglio non potrebbe…

    Il jedi oscuro si avvicina minaccioso… pochi passi e serà corpo a corpo… “O la va o la spacca” è il grido wookie… un colpo parte… una precisione che non si vedeva da tempo… il colpo arriva dritto sulla faccia del nemico… il jedi oscuro cade a terra morto…

    Ma non c’è tempo per rifiatare…

    Una strana ombra si stacca dal cadavere dello jedi oscuro e comincia ad avvicinarsi lentamente a Paul…
    Highbecca apre ancora il fuoco… una, due, tre volte … ma niente da fare… l’ombra già non facile da colpire, sembra non subire danni neppure dai colpi andati a segno…

    L’ombra si insinua nel corpo di Paul… il vecchio jedi si rialza in piedi… ma dopo un attimo… la stessa ombra svanisce dal corpo del nostro eroe che ricade a terra incosciente.

    La battaglia è finita! Lo wookie è l’unico rimasto in piedi…

    I tre superstiti arrivano solo adesso, tremanti e spaventati, all’hangar… e grazie al loro intervento è possibile medicare un minimo i nostri eroi…
    Solo lo jawas si riprende… così Highbecca impone la sua volontà e prende il controllo della situazione decidendo di tornare tutti alla mensa e di riposare lì… per prendersi cura dei due feriti.

    Il resto della giornata passa abbastanza tranquillo… senza avvenimenti… lasciando ai nostri eroi il tempo di prendersi cura dei feriti… e di recuperare l’equipaggiamento che lo jedi oscuro aveva con se.

    GIORNO 56: IL LABORATORIO SEGRETO.

    I nostri eroi si riprendono un minimo… ma solo lo jawas ed il wookie si azzardano a dare un’occhiata alla parte mancante della base segreta: una sala riunioni (con altri due cadaveri di imperiali), l’officina con annesso laboratorio di meccanica, una hangar per l’assemblaggio di navette di piccole dimensioni (al piano di sopra) ed uno strano laboratorio con apparecchiature mediche (al piano di sotto – qui ci sono altri quattro cadaveri di imperiali).
  16. Kursk
    GIORNO 57 – 63: HYPERDRIVE CON SORPRESA.

    Il salto in hyperdrive è andato per il verso giusto nonostante un po’ di scossoni… e la vita di bordo in hyperdrive segue la solita monotona routine: mentre Geego-Gin riposa ancora incosciente in attesa di cure più specifiche per il suo braccio perduto, gli altri passano il tempo tra addestramenti, chiacchiere tra loro e veloci visite ai tre “prigionieri imperiali”.

    Ad un tratto (nel giorno 63) un’esplosione sbalza tutti a terra… anzi, non tutti, il piccolo jawas riesce a rimanere in piedi grazie alla sua agilità…
    Qualcosa ha colpito la parte frontale della navetta ed è esplosa… “…ma siamo in hyperdirve… è impossibile urtare qualcosa!” sono gli immediati commenti dello wookie e del piccolo jawas… le armi comandate direttamente dal pilota sono fuori uso… così come la radio; probabilmente il “carrello di atterraggio” è danneggiato… la situazione non è certo allegra.

    Il radar indica un altro oggetto in rotta di collisione… “Dovrò uscire dall’hyperdrive…” ammette lo wookie non nascondendo un po’ di preoccupazione; “…ma se dovessimo subire un altro colpo simile e la nave andrà in pezzi…”…
    In pochi secondi la decisione è presa… la manovra è complessa e pericolosa ma va fatta… ed Highbecca si dimostra sufficientemente abile da uscire dall’hyperdrive con una “frenata di emergenza” senza danneggiare troppo la nave…

    Sono fermi… nello spazio profondo… senza punti di riferimento… i motori spenti dalla brusca manovra.
    Sono persi.

    GIORNO 63: PERSI!

    Ci vogliono tre ore e mezza di duro lavoro ad Highbecca e Jere Mee Kohlson per riavviare i motori…
    I sensori nel frattempo captano qualcosa al margine del loro raggio d’azione: un oggetto metallico, carico di esplosivo. Una mina.

    Una volta che la nave può muoversi di nuovo comincia la lenta esplorazione della nuova porzione di Galassia in cui i nostri eroi sono improvvisamente apparsi: si tratta di un vasto campo minato.

    Highbecca comincia a pilotare con prudenza la nave tenendosi ad una distanza “di sicurezza” dalle mine… il campo minato sembra senza fine…

    All’improvviso una nuova sagoma appare sul radar… “…è più grande di una mina… sembra una piccola stazione spaziale… magari potremmo…” Highbecca non fa in tempo a finire la frase che due strani lampi di luce dalla “stazione spaziale” provano a colpire la navetta dei nostri eroi… il primo tentativo va a vuoto, ma il secondo colpisce nonostante le manovre diversive dello wookie.
    Non appena la luce verdastra ha colpito lo scafo della Exxodus, dalla piccola stazione spaziale parte un raggio traente… Con una manovra improvvisa e rischiosa (sovraccaricare i motori di una navetta non è consigliabile) Highbecca riesce a liberarsi dalla presa del raggio traente ed a portarsi fuori dalla sua portata…

    Ritorna la calma… l’esplorazione continua… dopo diverse centinaia di silometri (se non migliaia addirittura), appare un’altra sagoma sul radar: una seconda stazione identica alla precedente… la navetta si tiene a distanza stavolta ma i suoi occupanti devono decide come uscire da questo problema…

    “Bene signori… e adesso che si fa?” è la domanda che aleggia nella cabina di comando della nave dove ai due tecnici (Highbecca e Jere Mee Kohlson) si sono aggiunti i due jedi. Dopo una discussione nervosa, si decide di “…tirare dritto aprendosi la strada con i cannoni della nave tra le mine…”: parole del piccolo jawas.

    E così si comincia con una buona coordinazione tra pilota ed armiere a stabilire e seguire una rotta rettilinea attraverso il campo minato…

    Dopo aver fatto esplodere una decina di mine, finalmente si intravede la fine… le mine sono sempre più rade… l’equipaggio della navetta ritrova un minimo di calma.

    All’improvviso una grossa nave appare davanti alla Exxodus.

    Per alcuni minuti le due navi restano così, ferme in una situazione di stallo separate da scarsi 750 km, studiandosi a vicenda. In questo lasso di tempo i nostri eroi si lasciano andare a diverse ipotesi su chi siano i loro misteriosi interlocutori…
    Solo lo wookie non se ne preoccupa minimamente, impegnato com’è a studiare le difese e le armi dei “nuovi arrivati”: la risposta è preoccupante… “Noi siamo certamente più veloci ed agili… ma le loro armi… beh… quei cannoni rotanti ci farebbero a pezzi… insomma… uno scontro sarebbe meglio evitarlo se vogliamo portare a casa la pelliccia… ed io alla mia ci tengo!”.

    Due caccia escono dall’hangar della “nave grossa” … volano per un po’ attorno alla nave dei nostri eroi … quindi rientrano…

    Passano altri minuti… altre idee balzano in testa ai nostri eroi… ed è di nuovo Highbecca a trovare una scintilla di luce… “Che siano pirati?” Gli altri lo guardano con curiosità ed apprensione… “Si perché…” continua lo wookie “Ne ho sentito parlare …il campo minato… le stazioni spaziali… questa nave gigantesca e pesantemente armata… nessun segnale di identificazione… insomma… sono solo voci quelle dei pirati, ma questi sono segnali precisi… a quanto ho sentito in giro deve trattarsi proprio di pirati… Non pirati qualsiasi… credo siano i pirati di Dool Pundar… si dice che sia potente quasi quanto l’imperatore… alcuni dicono persino di più!”

    Nuovo movimento dall’hangar “nemico” stavolta sono tre le navette ad uscire… i due caccia di prima ed una “navetta passeggeri” in rotta di intercettazione verso la ave dei nostri eroi…
    “Pare vogliano agganciarsi… che vogliano parlare?”
    Ed è così… una bella manovra elegante della navetta “nemica” e presto i portelli delle due navette sono collegati… i nostri quatto eroi si trovano faccia a faccia con i loro ospiti: tre neimodians vestiti con le tipiche tuniche lunghe utilizzate dalla loro razza; non hanno armi in vista.

    Uno di loro (evidentemente quello autorizzato a trattare) si fa avanti e chiede con voce perentoria “Chi di voi è il capitano?”… Immediatamente i due jedi ed il piccolo jawas puntano il dito contro un attonito wookie dicendo “Lui!”.

    Inizia così una lunga trattativa tra Highbecca ed il neimodian (aiutato da un interprete) per stabilire se ed a quale costo i nostri eroi possano riavere la libertà. È grazie al fiuto degli affari del piccolo jawas che si intromette nella discussione che alla fine si arriva ad un accordo: i pirati (perché tali sono in effetti) porteranno la nave dei nostri eroi (con dentro i nostri eroi) al limite del loro territorio e forniranno dei dati astro metrici per poter fare un nuovo salto in hyperdrive in cambio di 1000 crediti e del cannone che i nostri eroi hanno “recuperato” su Ceti VI; il tutto garantendo salva la vita sia ai cinque ribelli sia ai loro tre prigionieri.
    Ovviamente al povero Highbecca non resta che accettare.

    Così ci sono due ore di tempo all’interno della stiva della grande “nave nemica” per permettere allo wookie ed al jawas di fare piccole riparazioni alla nave: la radio ora funziona… è malconcia ma funziona. Paul nel frattempo ne approfitta per chiacchierare col rappresentante neimodian dei pirati e per venire a sapere che, per trovare qualsiasi tipo di informazioni, possono rivolgersi ad un tale di nome Skeet (la cui razza non è nota ai nostri eroi ) che si trova su Tatooine al servizio degli Hutt.

    Finalmente fuori dal territorio dei pirati (che li hanno lasciati con un avviso piuttosto minaccioso di non ripresentarsi nella zona della Galassia sotto il loro controllo) i mostri eroi hanno tutto il tempo di prepararsiad un nuvo “balzo in hyperdrive”…

    GIORNO 64 – 80: HYPERDRIVE!

    I calcoli sono velocemente portati a termine dal buon Highbecca e via… verso nuove avventure in hyperdrive.
    Questa volta ne avranno per 16 giorni per raggiungere la stazione spaziale, destinazione originale della navetta, per l’incontro col Generale Tarth (magie dell’hyperdrive… se prima ci volevano 6 giorni oggi ce ne vogliono 16 :banghead:).

    Paul, per passare il tempo, prova a parlare un po’ di più con la soldatessa prigioniera… viene così a sapere molte cose:
    • Si chiama Nova.
    • Ha deciso di diventare soldatessa dovendo scegliere tra la carriera militare ed il diventare prostituta.
    • È cresciuta in un orfanotrofio.
    • Non ha grandissime simpatie imperiali… insomma la soldatessa è un lavoro come un altro.

    Durante il viaggio concentrando le sue sensazioni e studiano la Forza, Paul sente “un picco” nella soldatessa prigioniera… e si convince che potrebbe avere la stoffa per diventare una jedi.
  17. Kursk
    GIORNO 50 (Pomeriggio): SI LAVORA E SI FATICA.

    Siamo ancora su Ceti VI.
    I nostri eroi sono ancora divisi.
    Mentre i due jedi si medicano le ferite in seguito al violento addestramento del mattino (il combattimento “vero” contro il maestro twi’lek), i tre “tecnici” si dedicano ad attività che sono loro più congegnali: Geego-Gin continua ad esaminare i dati recuperati dal computer della navetta imperiale; Jere Mee Kohlson si dedica alla riparazione delle armature (per quanto possibile); ed Highbecca si concentra nella realizzazione di una poltrona da pilota per la loro navetta più consona alle sue dimensioni.

    Il tempo trascorre così serenamente e solo a sera, poco prima di concedersi il meritato riposo, i tre ripensano allo stato in cui hanno ritrovato la navetta e pensano di chiedere spiegazioni al vecchio maestro jedi. Il colloquio non porta molte novità, se non che i danni che il vecchio twi’lek asserisce di aver causato alla navetta sono molto minori rispetto a quelli riscontrati dai nostri tre esploratori.
    Con un po’ di pensieri tutti optano per una notte di buon riposo.

    GIORNO 51: RITORNO ALLA NAVETTA.

    Svegli di buon’ora i tre tecnici decidono di tornare a dare un’occhiata alla navetta imperiale abbandonata; hanno due obbiettivi, per prima cosa vogliono recuperare altri pezzi di ricambio e/o parti comunque utilizzabili della navetta (una torretta laser intatta fa gola a tutti); e, seconda cosa, vogliono compiere qualche indagine/osservazione in più, per rispondere alla domanda che è balenata improvvisamente nelle loro menti: “…ma che diavolo ci faceva un droide di quella potenza chiuso nella stiva?”…
    Tornati velocemente presso la i rottami della nave imperiale, si ricomincia. Una veloce analisi della situazione e della nave indica a Jere Mee Kohlson che tentare un recupero dei missili potrebbe esseretroppo pericoloso: “…meglio pensare alla torretta” (NdSM: in realtà la tentazione di portarsi via un bel missilozzo è forte, ma stranamente il giovana jawas resiste ).
    Così, mentre lo jawas ed il wookie impiegano circa otto ore a smontare e caricare sulla loro nave la nuova torretta (ci vorrà molto più tempo per rimontarla, e sarà possibile solo in un hangar attrezzato), il giovane twi’lek si dedica alla ricerca di tracce e nuove informazioni: ricerca che però non dà esiti se non la convinzione che la mancanza di qualsiasi segno/oggetto che possa testimoniare una battaglia (pur dopo dieci anni) sia quantomeno strana.

    È quasi ora di tornare “alla base” quando il piccolo jawas decide che forse è il caso di dare ancora un’ultima occhiata al droide distrutto solo due giorni prima… il droide appare come se fosse composto dei pezzi di quattro droidi diversi (tutt'altro che un qualcosa prodotto in serie, in ogni caso), due braccia sembrano ancora in buono stato ed il piccolo tuttofare non si lascia sfuggire l’occasione di mettersele in saccoccia… anche il processore del droide non sembra particolarmente danneggiato quindi Geego-Gin lo reclama per provare a recuperarne qualche dato interessante.

    È il tramonto quando i tre ritornano alla casa del vecchio jedi.
    Qui ritrovano i loro due compagni umani stremati dagli allenamenti del vecchio twi’lek e la serata passa tranquilla con poche chiacchiere e molti pensieri.

    GIORNI 52 – 53: ULTIME INDAGINI ED ULTIMI ALLENAMENTI.

    La permanenza su ceti VI volge al termine ed i nostri eroi passano i loro ultimi giorni sul pianeta impegnati in varie attività.
    I due jedi continuano ad allenarsi combattendo prima tra loro e poi di nuovo insieme contro il vecchio maestro twi'lek.
    Lo wookie si prende cura della navetta facendo tutte le piccole riparazioni che è in grado di fare con gli strumenti di cui dispone e nel tempo di cui dispone.
    Il jawas si dedica sia a ripulire i pezzi del droide appena recuperati, sia a riparare le armature sue e dei suoi compagni (che non erano ancora completamente efficienti).
    Il twi’lek passa il tempo a studiare la programmazione del droide abbattuto pochi giorni prima arrivando a scoprire poche ma interessanti notizie:
    1. il droide è di proprietà del tenente Karen Kaal delle truppe imperiali.
    2. il droide è stato programmato dal tenente Karen Kaal in persona.
    3. la programmazione è molto semplice “se qualcuno tenta di forzare o sfondare le porte della stiva, aprire il fuoco ed annientarlo”.
    4. il droide è programmato per reagire ai comandi vocali dati solo dal tenente Karen Kaal.
    5. nella memoria del droide sono nascosti una serie di pacchetti di dati codificati (devono essere decrittati) estranei alla programmazione.

    Due giorni impegnativi tra addestramenti, ricerche e chiacchierate amichevoli…

    Alla fine, mentre i cinque eroi cominciano ad abituarsi alle giornate di 30 ore di questo grande pianeta verde, tutti si rendono conto che il pianeta “…è qualcosa di più… è quasi un essere vivente lui stesso…” e di questo (e di altro) parlano amichevolmente col vecchio twi’lek.

    GIORNO 54: PARTENZA VERSO CETI II

    Un breve saluto al vecchio twi’lek e la conferma delle sue intenzioni nei confronti della ribellione e del suo vecchi amico (il generale Tarth).

    E finalmente… PARTENZA!

    Un volo comodo e piacevole (circa nove ore) grazie alla perizia dello wookie alla guida, ed il piccolo e brullo Ceti II è in vista: una palla di roccia bucherellata qua e là di crateri da impatto meteoritico, il piano equatoriale molto inclinato rispetto all’asse di rivoluzione (circa 40°), unica particolarità: un sottile e curioso anello di asteroidi sul piano equatoriale…

    Geego-Gin si dà da fare con i computer di bordo e comincia una prima analisi a lungo raggio:
    • Niente atmosfera.
    • Qualcosa disturba le frequenze radio rendendole praticamente inservibili; ed influisce negativamente anche sulla strumentazione di bordo.
    • Gli anelli sono composti da asteroidi di piccoli dimensioni (al massimo un paio di metri di raggio) e almeno la metà del materiale è metallico.
    • Sulla superfice si registra un “ammasso metallico” in posizione equatoriale.
    Mentre il twi’lek sta per dire che quell’ammasso metallico sul pianeta potrebbe essere la base che cercano, due missili partono da un punto nell’anello di asteroidi: il primo esplode nell’anello scontrandosi con qualcosa; il secondo esplode lontano dalla nave mancando il bersaglio (anchegrazie ad una bella manovra di Highbecca).

    Comincia l’avvicinamento alla presunta base… la strada sembra essere quella giusta dato che una salva di laser si abbatte sulla navetta: degli oltre venti colpi sparati da “qualcosa” nascosto tra gli asteroidi solo quattro sono abbastanza precisi da impensierire i nostri eroi e grazie all’abilità di pilota dello wookie solo due vanno a segno causando, per la verità, poco più che un graffio alla navetta.

    Si prosegue… in rotta verso la presunta base…

    30000 metri…

    20000 metri…

    10000 metri…

    In un cratere si comincia a distinguere quello che sembra un grosso portello di accesso: la base è sotterranea (proprio come aveva ipotizzato il generale Tarth).

    8000 metri…

    6000 metri…

    3000 metri…

    Il portellone si apre ed una serie di luci indica la via ai PG… “Siamo attesi?” chiede ironicamente il jawas… “Mmmmmm… mi sarei aspettato un raggio traente…” risponde lo wookie seriamente preoccupato.... e continua “Entriamo?”…

    Dopo qualche istante di esitazione: “Entriamo!” sentenzia Geego-Gin.

    La manovra non è facile ma Highbecca è sufficientemente capace da evitare danni alla nave… pochi minuti lungo un tunnel oscuro ed ecco che la nave atterra in un grosso hangar… buio… desolato… nessuno in vista… solo navette imperiali danneggiate (quattro tie-fighter) e macchinari spenti.

    Il portellone d’accesso si chiude e l’hangar comincia a pressurizzarsi… in un paio d’ore sarà pieno d’aria ed i nostri eroi potranno scendere a dare un’occhiata.

    GIORNO 54 (12 ore dopo): LA BASE SEGRETA

    Sono passate dodici ore dalla partenza da ceti VI. I nostri eroi sono stanchi ma decisi a sbrigarsi con le ricerche e con l’esplorazione della base segreta. “Un piccolo sforzo e sarà tutto finito… riposeremo quando saremo in hyperdrive per tornare a casa…” mormora tra se e se lo wookie.

    Comincia l’esplorazione…
    L’hangar ha tre porte: laterali (che probabilmente conducono ad altri hangar) ed una centrale che conduce verso il cuore della base segreta… i nostri eroi cominciano da lì…
    Si muovono in quattro: i tre tecnici ed Hope… Paul Warerflyer rimane di guardia sulla navetta.

    Geego-Gin si avvicina al pannello di controllo della porta… una rapida occhiata… la porta è aperta… basta premere un pulsante… “…alla faccia della sicurezza… ma non doveva essere una base segreta e fortificata?” borbotta.

    La porta scivola silenziosa sparendo nelle pareti metalliche dalla base; dietro di essa un’altra porta identica: “… ma certo… una doppia porta di sicurezza per evitare depressurizzazioni involontarie…”.
    Dietro la seconda porta un breve corridoio (una ventina di metri) e le prime avvisagli di qualcosa che non va: il corridoio è malamente illuminato da pochi neon malfunzionanti; sul soffitto uno squarcio lungo oltre dodici metri che è arrivato a mettere a nudo la roccia nascosta dalle paratie metalliche e che è la causa del malfunzionamento delle luci… in fondo un’altra porta.

    La nuova porta si apre rivelando ai nostri quattro eroi la scena di un massacro: una piccola stanza ottagonale con quattro porte (comprese quella da cui sono giunti i nostri eroi); al centro quello che rimane dei cadaveri parzialmente decomposti di due trooper imperiali (morti da circa una settimana stando alle osservazioni del twi’lek), sono stati fatti a pezzi con crudeltà e non abbattuti da una semplice scarica di balster; in terra e sulla pareti un lago di sangue… e le impronte di stivaletti militari.
    Un buon colpo d’occhio porta i nostri eroi a notare che le porte sono dotate di segnali che indicano cosa vi si può trovare oltre: l’infermeria ed i laboratori a sinistra; l’officina al centro; gli alloggi del personale a destra.

    I quattro ribelli optano per cominciare subito dalla infermeria e dai laboratori… la porta si apre facilemente… un altro corridoio sporco di sangue… un altro bivio… l’infermeria a sinistra, i laboratori a destra.
    “Cominciamo dall’infermeria…” dice il twi’lek aprendone la porta. La stanza è illuminata; le attrezzature sembrano in buono stato (dei tre bacta-tank due sono danneggiatimentre il terzo sembra pienamente operativo); sul lato sinistro due stanze pressurizzate le luci dentro sono spente.
    Geego-Gin si mette al terminale… non ne ricava molto ma riesce ad accendere le luci nelle due stanzette chiuse ed a scoprire che delle tre persone “legato a letto” dentro una delle stanzette due sono morte ed una ha solo deboli segni vitali.

    “Che ne facciamo di … quello?” chiede il twi’lek indicando il moribondo… la risposta delgi altri non arriva ficnhè Jere Mee Kohlson decide di rompere il silenzio: “Andiamo avanti… torneremo dopo, eventualmente, a prenderlo o a vedere se sia possibile fare qualcosa per lui… se ha resistito finora non vedo perché dovrebbe morire proprio adesso…”.
    Gli altri non sono molto convinti… ma accettano comunque. Si passa così al laboratorio composto da due stanze che messe assieme formano un quadrato: nella prima una serie di terminali di computer (per accedervi pare servano una tessera magnetica ed una password – che ovviamente i nostri eroi non hanno); nella seconda, più grande, vari piccoli banchi di laboratorio per analisi chimiche o per la creazione di piccoli congegni meccanici di precisione o per l’assemblaggio di droidi.

    “Buongiorno a voi… chiunque voi siate” declama una voce metallica… “Posso forse esservi d’aiuto?” continua…
    Stupiti i nostri eroi si guardano in giro per un po’ prima di rendersi conto che la voce appartiene alla testa di un droide che li fissa da un banchetto pieno di pezzi…
    Vinto lo stupore iniziale Geego-Gin comincia a chiacchierare col droide (attivato da poco più di 3000 ore) e riesce con un po’ pazienza ad ottenere qualche informazione: “fino a circa una settimana fa tutto era a posto e non si registravano problemi… dopodichè gli scienziati che frequentavano il laboratorio sono scomparsi… da quel momento in poi il droide ha sentito solo spari ed urla per qualche giorno… poi più nulla, salvo uno strano sibilo, fino all’atterraggio della navetta dei nostri eroi”.

    “Per ora meglio lasciare tutto come stà… anche lui...” commenta il twi’lek indicando la testa di droide… “E poi ci servono una tessera magnetica ed una password per accedere ai computer…” la ricerca riprende… i quattro eroi si dirigono verso gli alloggi…

    Di nuovo attraverso l’ottagono insanguinato… poi un nuovo piccolo corridoio, anche qui segni di distruzione e squarci nelle pareti… la porta in fondo è bloccata e tocca al possente wookie forzarla nonostante la pioggia di scintille. Oltre la porta bloccata altre tracce di lotta ed un bivio: i dormitori/alloggi a sinistra e la mensa/cucina a sinistra…
    Nonostante il twi’lek avverta il rumore di una porta che “sbatte di continuo” provenire dalla zona della mensa, i nostri quattro eroi decidono di dare un’occhiata al dormitorio: un lungo corridoio buio, quattro porte sulla sinistra, solo l’ultima è aperta e da dentro fuoriesce parecchia luce tremolante (come di un fuoco) che si spande nel corridoio…
    Passando davanti alla prima porta il twi’lek è convinto di sentire un rumore dietro di essa… i nostri eroi la aprono… e solo Geego-Gin ha il tempo per vedere due occhi gialli che lo fissano dal buio e poi scompaiono “dentro la parete”… autosuggestione? Forse… ma forse no…

    Superato il momento di sorpresa per la "visione, in breve vengono controllate le prime tre stanze… due appartengono a soldati, una a “civili”… vi si trova ben poco: un po’ di cadaveri, qualche oggetto personale e poco più…
    Nell’ultima stanza il calore è insopportabile… solo dando un’occhiata il twi'lek nota al suo interno una massa incandescente che ha bruciato tutto quello che c’era nelle sue vicinanze… compresi i resti di almeno otto corpi... e che continua a bruciare...

    Insomma ancora nulla.

    Mentre i nostri quattro eroi ritornano verso la mensa si trovano davanti una soldatessa, l’armatura molto danneggiata, un braccio fasciato, un fucile…
    “Giù quell’arma!” tuona Geego-Gin…
    La donna obbedisce prontamente e replica “Per l’amor di Dio… portateci via di qui… chiunque voi siate portateci via di qui… anche se foste ribelli non mi interessa… l’importante è che ci portiate via di qui…”…
    Il twi’lek è sorpreso, ma lo sguardo terrorizzato della soldatessa sembra sincero. Ritiratisi tutti nella mensa i nostri eroi scoprono che i sopravvissuti sono solo tre: la soldatessa e due scienziati (uno gravemente ferito)… ne segue un breve scambio di battute tra i quattro ribelli ed i tre sopravvissuti; dalla discussione emergono dettagli inquietanti:
    • Tutto andava bene alla base fino all’arrivo di una nuova squadra di ricercatori (circa due mesi fa) con una nuova ricerca segreta ordinata dall’imperatore in persona.
    • Tutto poi sembrava normale a parte un po’ di disturbi nelle comunicazioni radio e ad altre apparecchiature elettroniche.
    • Da circa quindici giorni soldati e scienziati hanno cominciato a sentirsi male ed a dare segni di follia.
    • La situazione è peggiorata da circa una settimana quando i soldati hanno cominciato a spararsi l’un l’altro e, contemporaneamente, è apparsa la creatura/fantasma che ha cominciato a mietere vittime.
    • Dopo aver ucciso otto o più persone la creatura le ha ammucchiate nell’ultima stanza del dormitorio, probabilmente con l’intenzione di mangiarseli, ma la soldatessa ha provato ad attaccarla con una potente granata incendiaria (realizzata come prototipo grazie all’aiuto dei due scienziati sopravvissuti)… la granata non ha fatto molto effetto sul mostro, ma questo non si è mai fatto vedere da loro nascosti nella mensa e la granata sta ancora bruciando.
    • Uno dei due scienziati fornisce al twi’lek scheda magnetica e password per accedere al computer.

    Il gruppo si divide di nuovo: Hope ed Highbecca restano coi tre imperiali sopravvissuti per “difenderli in caso di pericolo”; Geego-Gin e Jere Mee Kohlson tornano al laboratorio per analizzare ancora una volta i computer. Usando la scheda magnetica e la password fornite dallo scienziato il twi’lek accede alla memoria dei computer… comincia a cercare registrazioni di sicurezza o qualcosa di simile… le trova e comincia a cercare.
    Risltato: si vede una figura umanoide, coperta da un mantello nero e con un “artiglio che sembrava avvolto dalle fiamme” che si aggira nei corridoi della base nell’ultima settimana e che aggredisce alcuni trooper… i colpi di blaster sparati dai poverini sembrano inefficaci.
  18. Kursk
    GIORNO 56: CHIRURGIA DI EMERGENZA.

    Facciamo un passo indietro, allo scontro col presunto sith: ad un tratto Geego-Gin aria disperata impugna un granata, strappa la spoletta e si getta contro il jedi oscuro. La granata esplode andando a ferire gravemente il nemico ma lasciando il twi’lek a terra, gravemente ferito e senza più l’avambraccio destro. Le prime cure che gli vengono prestate fermano (almeno un po’) l’emorragia; ma la ferita è veramente grave…

    Torniamo ora al presente: ai nostri eroi bastano pochi minuti del nuovo giorno per rendersi conto che Geego-Gin resta in fin di vita per la grave ferita al braccio; i primi tentativi di fermare la perdita di sangue non sono più sufficienti… serve un intervento più radicale. Highbecca ed Hope (finalmente ripresosi dal malessere che lo aveva tenuto lontano) trasportano il twi’lek e lo depositano dolcemente nel bacta tank; Paul, coadiuvato dalla soldatessa imperiale sopravvissuta, si impegna ad operare il braccio di Geego-Gin per stabilizzarlo al meglio…
    L’operazione dura più di un’ora…
    Lo jedi è teso e sente il peso della responsabilità…
    Alla fine l’operazione riesce… il twi’lek è salvo ed è stabile… ma è ancora incosciente.

    La stanchezza si fa sentire e Paul torna alla mensa per “meditare” in santa pace.

    Nel frattempo, una volta assicuratisi che il loro amico non corre più rischi, lo wookie ed il jawas si dedicano all’esplorazione della base, concentrandosi sul piano sotterraneo. Come già detto non trovano molto: una sala riunioni (con altri due cadaveri di imperiali); l’officina con annesso laboratorio di meccanica, senza grossi progetti in corso di realizzazione (a quanto pare); un hangar per l’assemblaggio di navette di piccole dimensioni al piano di sopra (e con pochi pezzi di una nuova nave… non si riesce ad intuirne nemmeno la fonte); ed uno strano laboratorio con apparecchiature mediche (al piano di sotto – qui ci sono altri quattro cadaveri di imperiali).

    L’esplorazione si concentra al piano di sotto; vengono controllate e perquisite tutte le stanze ma quello che ne viene fuori è ben poco:
    • In quella che sembra la “camera” di quattro persone altre ad oggetti personali di poco conto Highbecca trova dei libri (incredibilmente in formato cartaceo) tra i quali spicca una sorta di vecchio romanzo pieno di note scritte a margine. Si tratta di una storia simile a quella di Frankenstein.
    • Nella stanza più grande si trovano una serie di complicatissime ed avanzatissime strumentazioni mediche tutte concentrate attorno ad un unico lettino; tra queste spicca un grande contenitore (simile ad un bacta tank) pieno di un liquido vorticoso di colore rosso scuro. I nostri eroi sono ceti che si tratti di apparecchiature mediche ma ne ignorano l’utilizzo, quindi giungono alla conclusione che si tratti di un laboratorio ben fornito per fare esperimenti di tipo bio-medico piuttosto che una semplice infermeria.
    • Nell’ultima stanza, infine, si trova una strano marchingegno: sembra una pompa che gestisce un qualche gas in circolo dentro una lunga serie di tubature che spariscono nella parete i deu tecnici la studiano per un po’ ma alla fine si rendono conto di non capire né a cosa serva né cosa sia in effetti e rinunciano ad ulteriori indagini.
    Mentre decidono il da farsi Highbecca e Jere Mee Kohlson cominciano a sentire un forte mal di testa e preferiscono tornare al piano di sopra e riposare…

    Al piano di sopra si riuniscono agli altri e scoprono che mentre loro soffrono per il mal di testa, i due jedi non riescono a meditare a causa di un non meglio definito disturbo nella forza”.
    Il gruppo riunito decide di dedicarsi alla preparazione della navetta per partire al più presto possibile l’indomani (dopotutto hanno solo 14 giorni per raggiungere il rendez-vous con il Generale Tarth); il resto della giornata passa tranquilla con ferite da medicare ed energie da recuperare…

    Highbecca si dedica a rifornire la nave di carburante, viveri e munizioni (prelavate dai depositi imperiali) e carica il droide (o meglio le parti complete del droide) a bordo della nave.
    Hope prova a sondare la mente dell’uomo rinchiuso nella camera stagna dell’infemeria… il soggetto non reagisce… sembra morto nonostante i suoi segni vitali siano ancora presenti pur se deboli.
    Paul Waterflyer ed il jawas restano a fare la guardia ai “prigionieri” ed a controllare lo stato di Geego-Gin.

    GIORNO 57: PARTENZA!

    Finalmente giunge il momento della partenza… i nostri eroi ed i 3 prigionieri salgono a bordo della navetta ribelle… ci vogliono un paio d’ore per scaldarne a dovere i motori…
    Un paio d’ore contraddistinte da lunghe discussioni tra i nostri eroi su cosa fare del “malato” alla fine solo Highbecca resta contrario all’abbandonarlo nella base che sarà fatta esplodere con la mina che hanno a disposizione e lo testimonia con un “…ma siete veramente disposti ad avere una vita sulla coscienza?”… domanda che non riceverà rispota.

    I motori sono finalmente operativi al 100% ma un ultimo ostacolo si frappone tra i nostri eroi e la fuga… un nuovo e violento disturbo della forza lascia tutti svenuti a parte i due jedi… Paul ed Hope sono coscienti che il disturbo sia in qualche modo legato al alto oscuro ma non riescono a focalizzare meglio né cosa sia nè da dove venga… inoltre, non sapendo assolutamente pilotare la navetta, il vecchio jedi preferisce non rischiare… non vuole rischiare la vita sua e dei suoi amici... perciò si limita a tentare di risvegliare lo wookie ed il jawas…
    Solo dopo un paio d’ore i due piloti sono in grado di fare il loro dovere nonostante siano ancora storditi…
    L’armiere (il jawas) attiva la mina e la rilascia all’interno dell’hangar…
    Il pilota (lo wookie) lancia la navetta verso i portelloni e lo spazio esterno…

    Ceti II finalmente si allontana…
    Jere Mee Kohlson fa detonare la mina… troppo vicino… la nave viene investita da una pioggia di detriti… le esplosioni si susseguono violentissime nella base… finchè con un ultimo grosso boato una buona parte del pianeta è polverizzata…

    La nave si allontana…

    Con la convinzione di consegnare i tre imperiali sopravvissuti come prigionieri al generale Tarth, tocca al Jawas fare i conti per il salto in hyperdrive verso il punto di ritrovo…

    Con un po’ di scossoni la nave salta a velocità luce… Ceti II, o meglio quello che ne resta, è ormai alle spalle… ci vorranno circa 10 giorni per raggiungere la destinazione.
  19. Kursk
    GIORNO 47: ALBA SU CETI VI

    Alle prime luci dell’alba riprende l’attività dei nostri eroi (attenti questa volta ad evitare i fastidiosissimi insetti): mentre Geego-Gin, Highbecca e Paul Waterflyer sono ospiti del vecchio twi’lek jedi, gli altri si incamminano per riunirsi a loro.

    Dopo 7/8 ore di dura marcia nella foresta il gruppo è riunito e può decidere il da farsi per i giorni a venire.

    Mentre Hope e Paul accettano di sottoporsi a qualche giorno di addestramento sotto la guida del vecchio twi’lek, gli altri decidono di procedere alle riparazioni della navetta… Geego-Gin da parte sua chiede ed ottiene il permesso di assistere ad un po’di addestramenti per “…capire meglio chi o cosa siano gli jedi: questi esseri tanto misteriosi quanto… hemmm… deludenti!”

    Così mentre lo wookie ed il jawas si sorbiscono altre sette ore di marcia nella foresta per avvicinare la nave alla nuova “base” del gruppo (la capanna del maestro jedi), i due jedi cominciano i loro addestramenti sotto la guida del vecchio twi’lek e sotto lo sguardo curioso ed indagatore del giovane twi’lek.

    Un breve volo ed un atterraggio finalmente professionale avvicinano la navetta a pochi minuti di marcia dalla capanna… il resto della giornata trascorre tranquillo tra riparazioni ed addestramenti.
    Solo la sera porta qualche novità… mentre i due jedi ed i due meccanici riposano, i due twi’lek possono finalmente parlare a quattrocchi in santa pace… e la curiosità di Geego-Gin comincia a trovare alcune risposte su “...cosa vuol dire essere uno jedi” su cosa sia la Forza… e su altre “mitologie” a riguardo che il giovane soldato voleva “esplorare”. Un colloquio proficuo… una nuova luce si accende negli occhi di Geego-Gin.

    Piccola nota: la cosa più soprendente dell’addestramento di Paul resta però la risoluzionedi un picolo enigma: il vecchio twi’lek gli consegna uno strano oggetto un prisma avente per base un triangolo equilatero formato da un apila di elementi triangolari; ruotando questi elementi in senso orario la base dle prisma cambia forma diventando via via un poligono a 6, 12, 24 ,48 e quindi 96 lati. A questo punto girando ancora in senso orario il poligono diventa di nuovo il triangolo equilatero di partenza. Girando in senso antiorario il movimento è ovviamente inverso e passa da 96 a 3 lati (sempre procedendo per passi) ma sorprendentemente non “scende” da 3 a 96 lati. Consegnatolo nelle mani di Paul il vecchio jedi dice con voce sommessa “…ora studialo con clama… concentrati… e tra una settiamana dovrai dirmi cosa significa”.

    GIORNO 48: ROUTINE SU CETI VI

    Anche questa giornata procede tranquilla…
    Jere Mee Kohlson ed Highbecca completano le riparazioni alla nave… al meglio di quanto possano fare in una giornata di lavoro e senza strumenti migliori… La nave non è proprio come nuova ma quasi.

    I due jedi continuano i loro addestramenti: più fisici ed improntati alla lotta quelli per Hope, più mentali e focalizzati sulal disciplina quelli per Paul.
    Geego-Gin continua ad assistere.

    GIORNO 49: LA NAVETTA PERDUTA.

    Nuovo giorno… nuovi addestramenti per i due jedi… questa volta mentre Paul Waterflyer si dedica a migliorare il suo senso dell’equilibrio e la sua agilità, Hope è impegnato in una strana battaglia simulata contro il vecchio twi’lek che gli mostra sia tecniche di difesa sia tecniche di offesa con e senza l'ausilio della spada laser… insomma un vero addestramento al combattimento (fin troppo feroce agli occhi di un osservatore attento).

    Gli altri, un po’ annoiati, un po’ ancora incuriositi dalla famosa navetta imperiale abbandonata da ormai dieci anni sul pianeta, decidono di andare a darle un’occhiata nella speranza di recuperare qualcosa di utile.
    Un breve volo seguendo le indicazioni fornite dal maestro jedi ed eccola… una piccola nave da trasporto truppe (la forma ricorda vagamente la “lambda wing” ma sembra più vecchia come concezione di nave – NdSM: la “lambda wing” dovrebbe essere la navetta imperiale che i ribelli usano per raggiungere la Luna Boscosa di Endor in Episodio VI)… la zona motori è completamente distrutta…
    I tre esploratori sbarcano in cerca di un modo per entrare.
    È il piccolo jawas a trovare un pertugio nel quale avventurarsi proprio nella zona distrutta dei motori… un po’ strisciando, un po’ appiattendosi, un po’ accucciandosi il piccolo eroe è dentro. Al buio… per sua fortuna lui ci vede lo stesso…
    Si trova così costretto ad uscire dalla martoriata ed inservibile sala macchine forzandone la porta… non c’è energia a bordo… lo jawas avanza... un corridoio sopra la zona cargo… buio anche qui… fruga dentro una serie di armadietti: un po’ di cell-pack, rocchetti di corda liquida, un paio di pistole, qualche medpack ancora utilizzabile… si va avanti verso una nuova porta ed uno spiraglio di luce: la cabina di guida.
    Una nuova porta forzata… la cabina (quasi triangolare) è aperta… e forse c’è anche un modo per aprire un passaggio per gli altri due eroi che nel frattempo attendono all’esterno. Il piccolo jawas si assicura con un po’ di corda ad uno dei sedili e poi si adopra a sbloccare i pistoni idraulici che tengono chiuso il portello… CLAK… CLAK… CLAK… CLAK… pochi minuti ed il lavoro è fatto… il portello scende lentamente… senza energia non potrà risalire… ma con una corda tutti e tre gli eroi si ritrovano a bordo della vecchia nave.
    I danni sono notevoli ma c’è più di qualcosa recuperabile (smontando i sedili Highbecca vorrebbe crearsene uno nuovo e più comodo per se stesso sulla loro nave) e di sicuro sono recuperabili almeno in parte alcuni circuiti di memoria del computer di bordo dato che non sembra danneggiato (di questo si occupa Geego-Gin).

    Tutto sembra procedere nel migliore dei modi… se non fosse che lo jawas si annoia… e non c’è nulla di peggio di un jawas annoiato.

    Spinto da ingordigia e curiosità il piccolo scende di nuovo a terra per provare a forzare il portello esterno della stiva… CLIK CLAK… non funziona… ma comunque è sufficiente per attirare l’attenzione di ciò che “attende” all’interno della stiva…
    Con un colpo poderoso il portellone viene sfondato dall’interno … ne esce un curioso droide da battaglia … due grosse bocche da fuoco sostituiscono le mani… grosse placche corazzate costituiscono un poderoso scudo… piccole zampette aracnoidi garantiscono un minimo di movimento…
    BLAM… BLAM… due colpi contro il povero jawas sbalzato lontano dalla porta sfondata… uno va a segno e oltre a provocare un dolorosa ferita rovina anche l’armatura di Jere Mee Kohlson.

    Comincia un violento scontro a fuoco tra i tre eroi (Highbecca e Geego-Gin si calano in rapida succcessione dalla cabina della navetta in soccorso al piccolo jawas) ed il droide da guerra… sono i razzi della nuova “veste” di Geego-Gin a risolvere la situazione (assieme alle granate degli altri) indebolendo via via le corazzature del droide rendendolo sempre più vulnerabile… lo scontro dura meno di un minuto… ed alla fine il droide è a terra in pezzi. Tuttavia non è stato certo un combattimento semplice o facile… lo jawas è a terra svenuto e gravemente ferito… le armature di tutti e tre gli eroi sono state danneggiate dai potenti cannoni del “mostro meccanico”… insomma una vittoria, certo, ma a caro prezzo.

    I due esploratori ancora in piedi decidono per una mezza ritirata: depositano il piccolo jawas ferito a riposare nella loro nave e vanno a recuperare ciò che possono dalla nave imperiale per poi ritornare dal vecchio twi’lek per curarsi, costruire il nuovo sedile wookie ed analizzare i dati dei circuiti di memoria imperiali. Una mezza esplorazione della stiva frutta comunque il ritrovamento di un po’ di armi e cell-pack in buono stato.

    Il viaggio di ritorno è tranquillo… e dopo le cure prestate ai tre esploratori dal vecchio twi’lek jedi, anche al notte trascorre tranquilla.
    Prima di coricarsi Paul prova a parlare del prisma col vecchio jedi… le sue intuizioni sono interessanti e dimostra di cominciare ad avvicinarsi al vero significato… ma ancora non ci siamo.

    GIORNO 50: UN DURO ALLENAMENTO.

    Un nuovo giorno mostra la sua luce.
    I nostri eroi saranno come sempre molto impegnati…
    Highbecca si dedica alla costruzione della sua “poltrona wookie” per pilotare la sua nave in maniera più comoda.
    Geego-Gin si concetra sull’analisi dei dati informatici recuperati dalla nave imperiale: dotazioni di bordo; schede dell’equipaggio; armamenti della nave (che risultano interessanti); dati di cartografia stellare (un altro piccolo aiuto per il navcomputer); e poco più…
    Jere Mee Kohlson, medicato finalmente in modo serio dal vecchio twi’lek, può invece procedere alla riparazione delle armature danneggiate dal droide.

    Ed i due jedi?
    Vengono invitati dal vecchio twi’lek a seguirlo verso una piccola radura nella foresta. Qui il vecchio maestro mette in piedi uno scontro vero e proprio tra lui ed i due jedi… uno scontro violento per “…dare un assaggio di lato oscuro…” ai due “allievi” che ha di fronte. Il combattimento è furioso e lungo… i due jedi le provano tutte ma la superiorità del twi’lek è schiacciante (nonostante un’ottima intuizione di Paul lo costringa a combattere con una sola delle sue spade)… ed ovviamente lo scontro si risolve in favore del vecchio…
    Curando i due poveri allievi malmenati in malo modo, il maestro dimostra comunque un minimo di soddisfazione… “Sembra che comunque abbiate imparato qualcosa”… dice sorridendo mentre si prodiga a medicare i due umani.

    Ma chi è questo misterioso vecchio jedi che si dimostra apertamente così in bilico tra lato luminoso e lato oscuro della Forza?
  20. Kursk
    GIORNO 45 – NOTTE: UN BUON RIPOSO

    Ancora ansimanti per la precipitosa fuga nella foresta, i nostri cinque eroi rinchiusi al sicuro nella navetta possono finalmente dedicarsi al riposo ed alle cure di cui necessitano.

    Dopo aver ripreso fiato, Geego-Gin si incarica di medicare i compagni sfruttando le piccole scorte di medicinali di cui dispongono; ma la stanchezza è troppa ed il buon twi’lek è costretto a limitarsi a bendare le ferite in modo frettoloso ed approssimativo, ed a rimandare le cure vere e proprie al giorno seguente.

    La notte, nelle cuccette della nave, trascorre tranquilla… i nostri stanchi eroi dormono per circa dieci ore prima di risvegliarsi ancora avvolti dall’oscurità della notte.
    (NdSM: il pianeta è piuttosto grande ed ha giorni di poco più di 30 ore dvise circa a metà tra giorno e notte)

    GIORNO 46: STRANI INCONTRI.

    Nonostante l’oscurità ed il silenzio persistenti, la nave si anima di vita al risveglio dei nostri eroi che, consumato un piccolo pasto, decidono di dedicarsi per qualche ora, e questa volta con maggiore attenzione, alla cura dei feriti prima di reimmergersi nei boschi che li circondano.
    Questa volta il twi’lek è riposato e più attento e le sue cure sono più efficaci… i due jedi sono di nuovo in forze ed anche gli altri si sentono decisamente meglio.

    L'alba è vicicna: è finalmente ora di una nuova esplorazione.
    Questa volta il gruppo si divide in modo inusuale: il giovane Hope ed il piccolo jawas restano “di guardia alla nave”; nel frattempo gli altri tre si addentrano nella foresta nella speranza di farsi notare dal vecchio maestro jedi.

    I tre esploratori scendono dalla navetta… Geego-Gin sfoggia una nuova “tuta di volo” (nera con decorazioni a freccie gialle e oro) con tanto di jetpack e lanciarazzi recuperata chissà dove e chissà quando… nessuno chiede spiegazioni: sono tutti intenti a scrutare i dintorni ancora con la brutta sensazioni di essere osservati (sensazione persino più intensa di quella del giorno prima secondo Paul).
    L’alba comincia sorgere e con le prime luci arriva anche un nugolo sterminato di insetti feroci che attaccano e pungono i nostri eroi nonostante essi siano coperti da armature e protezioni più o meno totali. Lo jedi anziano è quello che ne soffre maggiormente, ma il “fastidio” dura solo una decina di minuti… poi si placa.. improvvisamente come erano venuti, gli insetti se ne vanno... proprio quando la luce dei due soli comincia a farsi più intensa (sembrano quasi seguire il fronte dell’alba lungo il pianeta).

    Torna la calma?
    Assolutamente no… Una nuova "oscillazione della Forza" investe i tre esploratori… è talmente forte da stordire per un attimo lo wookie ed il twi’lek. Paul Waterflyer, invece, sembra totalmente ipnotizzato ed in balia di questa "omdata di energia"; comincia a camminare in direzione del sole nascente come trascinato da una forza misteriosa; agli altri, ripresisi dallo stordimento iniziale, non resta altro da fre se non seguirlo mantenendosi ad una “…discreta distanza di sicurezza”.

    La marcia dello jedi dura per più di 7 ore… la resistenza fisica dei suoi due compagni è messa a dura prova.
    Ad un tratto lo jedi si ferma sull’orlo di quella che sembra una voragine nel terreno: una voragine in cui un piccolo corso d’acqua si getta con una cascatella rumorosa. Paul è lì, ancora imbambolato dalla Forza, che fissa nel vuoto verso la voragine spalancata davanti a lui.
    Gli altri cominciano pian paino ad avvicinarsi quando una voce vecchia ma forte si rivolge a loro in ryl (la lingua dei twi’lek) invitando Geego-Gin ed Highbecca a non muoversi ed a dichirare le loro intenzioni sul pianeta… contemporaneamente due strani “cinghiali” sbarrano la strada ai due esploratori dividendoli dal loro amico ancora in trance, e la voce rincara tono e domande: “Non sarete mica venuti fin qui nella speranza di depredare questo pianeta?”.
    Geego-Gin è rapido a rispondere (riconoscendo la sua lingua natale) ed a tranquillizzare la voce… “No, no! La caccia non ci interessa… siamo qui in cerca di un ... hemm… maestro!”.
    “E forse lo avete trovato…” risponde un vecchio twi’lek, mostrandosi finalmente ai due stupefatti esploratori (i due cinghiali si allontano all’apparire del vecchio). La sua pelle è di un intenso blu (la specie più rara di twi'lek, secondo Geego-Gin), e le sue “treccine” (pur mostrando i segni dell’età) sono lunghe, flessuose e decorate da pochi semplici tatuaggi (tre anelli ondulati corrono tutto attorno ad ogni treccia). È vestito con una povera tunica di tela grigiastra, una cintura fatta di piccole liane intrecciate tiene legate alla vita due spade laser ed una borsa logora.
    “Eccomi a voi dunque… immagino abbiate qualcosa da dirmi se siete venuti fin qui per cercarmi…. Ma lasciate che prima io metta alla prova il vostro compagno…”. Senza attendere una risposta dai due esploratori (ancora perplessi), il vecchio twi’lek si gira e si dirige verso Paul… dietro di lui si forma una cortina di nebbia (che apparirà solida al tatto a geego-Gin ed Highbecca)…

    Paul finalmente si riprende dal suo stato di trance… si ritrova così “sospeso” sul baratro ed istintivamente si gira per allontanarsene. A pochi metri da lui una figura scura ed incappucciata lo attende con un sorriso maligno e con due spade laser sfoderate… “Bene, bene, bene! Il mio maestro mi manda qui per eliminare un vecchio jedi ed io mi ritrovo a fronteggiarne anche uno giovane ed in forze… L’imperatore sarà felice di avere anche la tua testa!” esclama ; tende una mano in avanti e, senza ulteriore indugio o preavviso, e senza attendere risposte dal malcapitato Paul, proietta un “colpo di Forza” contro il nostro jedi con l’intento di stordirlo.
    Paul reagisce, pur intontito dal colpo subito, e decide di tentare una strategia diversa dal solito: piuttosto che sfoderare subito la sua arma prova un trucco mentale per placare l’ira del suo avversario e per stabilire un dialogo… In un primo momento il trucco sembra funzionare… “Tu non vuoi combattere…” suggerisce paul. “Io non voglio combattere… quindi è meglio per te se ti arrendi subito!” risponde il suo avversario. “Adesso non è il momento di lottare tra noi …” incalza il nostro eroe. “Adesso non è il momento di lottare tra noi… quindi arrenditi, stolto!” è la secca replica del nemico.
    A questo punto l’influenza mentale sembra svanire… lo strano “jedi malvagio” scatena la sua furia e sospinto da un’ondata di rabbia molto intensa si lancia all’attacco contro Paul… la Forza fluisce nel suo colpo e con un unico fendente ferisce il povero jedi in modo molto grave… Paul è stupefatto… il colpo lo ha veramente indebolito… fatica a reggersi in piedi… opta per la fuga.. o meglio… deve per lo meno allontanarsi dalla voragine: lì è con le spalle al muro… Sfruttando la sua agilità prova a scartare di lato rispetto al suo avversario… ma non è in buone condizioni fisiche… il suo corpo lo tradisce… ed un secondo fendente lo colpisce… Paul si sente morire.

    Poco dopo apre gli occhi… in bocca un amaro sapore… gli hanno fatto mangiare a forza qualcosa… sopra di lui è chino un vecchio twi’lek dall apelle blu, forse il maestro jedi che stavano cercando; i suoi due compagni sono poco distanti.
    “Ma cosa è successo?” chiede ancora confuso... Le sue ferite si sono stranamente rimarginate e lui non capisce. È Geego-Gin a riassumergli l’accaduto… a spiegargli che il maestro twi’lek mascherandosi con una sorta di illusione ha voluto metterlo alla prova “…in modo tanto brutale! Ho temuto che volesse ucciderti sul serio… poi beh… ti ha curato con delle erbe… e con una … hemm… magia?!”

    Paul si alza in piedi… ed il vecchio twi’lek lo guarda fisso negli occhi… “Chiedo perdono, mio buon jedi… il mio nome è Ai’Rown-Gheen… e sono uno jedi.” Il vecchio twi’lek fa un leggero inchino … poi continua “Volevo mettere alla prova i tuoi poteri… ho percepito un potenziale notevole in te.., ma.. è ancora inespresso… mi duole essere essere stato così rude… ma speravo reagissi in modo più determinato al mio scatto d’ira…” Con un leggero sorriso si rivolge quindi a tutti e tre i nostri eroi: “… oh ma… voi siete venuti qui per cercarmi, bene… seguitemi… sarete miei ospiti… così potremo parlare un po’… e magari anche mangiare qualcosa.”

    Detto questo il gruppo di quattro umanoidi si inoltra per un’altra ora nella boscaglia fino a raggiungere la capanna del vecchio jedi…
    Poco dopo sono tutti e quattro seduti attorno ad un tavolo con una cena calda di fronte e molte cose di cui parlare.
    La cena è buona (soprattutto la carne secca o arrostita degli strani cinghiali che avevano visto prima) e la compagnia del vecchio twi’lek anche (considerando che si tratta di un eremita che vive da solo su questo pianeta da circa 20 anni)… anche le discussioni sono interessanti… il maestro jedi racconta la sua storia ai PG (la fuga durante la guerra dei cloni e la perdita della sua amata compagna sono i punti cardine del suo racconto)… racconta anche quello che sa del pianeta su cui si è rifugiato (parlando dell'esistenza di una specie di grande mare sotterraneo dove tutti i piccoli fiumi del pianeta confluiscono attraverso voragini... e discutendo unpo' sul fatto che il pianeta così "ricco di Forza" poss aessere a sua volta una creatura vivente)… di cosa gli è capitato durante questi ultimi venti anni e di quali persone ed avversari abbia incontrato (perlopiù cacciatori senza scrupoli e qualche trooper imperiale)… i nostri tre eroi in compenso raccontano chi e perché li abbia mandati in un posto così sperduto della galassia (al sentir nominare il Generale Tarth il vecchio twi'lek si lascia andare ad un po' di ricordi di quanto i due abbiano passato insieme in gioventù)… Paul inoltre racconta qualcosa del suo passato e di come abbai perso il suo maestro durante il salvataggio di Hope…

    I rispettivi racconti durano per delle ore… la notte comincia a calare… e con un imperativo “Non è il caso che voi vi allontaniate di notte… è pericoloso là fuori!” il vecchio twi’lek si offre di ospitare i tre esploratori. Resta in sospeso l’invito fatto a Paul (ed Hope) di fermarsi da lui per un breve addestramento di qualche giorno … e resta in sospeso la storia di una navetta imperiale abbandonata da una decina d’anni, che gli altri tre potrebbero sacchegg... hemmm … controllare.
  21. Kursk
    Eravamo rimasti a:

    GIORNI 35 – 36: DANTOOINE.
    La navetta avuta come pagamento è nell’hangar ad aspettare i nostri eroi…
    Highbecca e Jere Meee Kohlson si adoprano da subito per preprarla al viaggio: hanno appena accettato una missione difficile e quindi le cose vanno preparate nel miglior modo possibile. Due giorni sono sufficenti sia per i controlli alla nave sia per caricare scorte ed equipaggiamenti, ma è un lavoraccio per i due “tecnici”.
    I due jedi nel frattempo s intrattengono un po’ più a lungo col Generale Tarth per raccogliere tutte le informazioni in suo possesso a proposito del “sistema Ceti” … il luogo in cui sono diretti… il luogo delle prossime missioni… il luogo dove vive uno degli ultimi maestri jedi viventi.
    In realtà non scoprono molto:
    • È un sistema solare con dieci pianeti che ruotano attorno a due stelle binarie (una più grande “Ceti Alfa” ed una più piccola “Ceti Beta”) che a loro volta ruotano in modo “strano” ttorno ad un centro di massa; questa conformazione causa un comportamento anomalo della forza gravitazionale nella zona.
    • L’unico pianeta abitabile del sistema è “Ceti VI” (il sesto pianeta): il luogo dove dovrebbe starsene in eremitaggio il vecchio twi’lek maestro jedi.
    • Ovviamente a questo punto al “base segreta” imperiale dovrebbe essere “a tenuta stagna” come una normale stazione spaziale, ma in qualche modo impiantata sul secondo pianeta del sistema (Ceti II).

    E Geego-Gin? È rimasto isolato per quasi tutto il tempo, lasciando agli altri l’incombenza di preparare la nave e di chiedere ulteriori lumi al generale Tarth. Si è fatto vedere poco (solo saltuariamente durante i pasti)… qualcuno dubita perfino che abbia dormito alla base.

    GIORNI 37 – 44: HYPERDRIVE
    Giunge finalmente il momento di lasciare Dantooine e la base ribelle ormai abbandonata. La nave parte con i cinque eroi a bordo; non è facile per lo wookie pilotarla (i comandi non sono “della sua taglia”) ma il tempo era troppo poco per fare simili riparazioni,e così la prima parte del volo risulta difficile e scomoda. E viene complicata ancora di più quando, senza attendere l’aiuto del twi’lek, lo wookie ed il jawas provano un balzo a velocità luce… i conti del navcomputer sono errati e la nave percorre solo una brevissima distanza per poi risultarne danneggiata…
    Superato il momento di sconforto e fatti i dovuti controlli, i due si vedono costrettyi a fare appello alle capacità di Geego-Gin che questa volta effettua i calcoli correttamente portandoli a destinazione.
    Il “viaggio” è tranquillo… quasi noioso… speso più che altro a tentare di pianificare qualcosa per el due missioni da svolgere: "Come contattare lo jedi? Come attaccare la stazione? Meglio travestirsi o fare irruzione a colpi di blaster? E soprattutto.. meglio dedicarsi prima alla ricerca del vecchio maestro, o meglio pensare fin da subito ad attaccare la base segreta imperiale?"

    Al momento in cui la nave giunge a destinazione la decisione è più o meno presa “…cominceremo cercando il vecchio jedi! Magari potrà darci una mano in seguito, e soprattutto, il suo pianeta è il più esterno…”.

    GIORNO 45: IL SISTEMA CETI.
    L’arrivo nei pressi del sistema stellare Ceti ha dello sbalorditivo agli occhi dei PG. Nessuno di loro aveva mai visto una cosa simile prima d’ora.
    Le due stelle (in sistema binario) spandono la loro luce ruotando allegramente attorno ad un punto nello spazio; la loro dimensione diversa dà al loro moto un fascino ancora maggiore e quasi ipnotizzante.
    Attorno ad esse i 10 pianeti ruotano secondo orbite suddivise in due piani ben distinti con un angolo a dividerli di circa 10°… Una meraviglia alla vista…
    (NdSM: non so se sia fisicamente realistico... ma questa è fantascienza no? !)
    Nonostante lo stupore Highbecca si riprende e con un perentorio “Entriamo!” comincia a dirigere la nave verso i pianeti (alla ricerca di Ceti VI).
    Dopo pochi minuti un sinistro BIP sul radar rivela ai nostri eroi che non sono da soli… la reazione dei due piloti (lo wookie ed il jawas) è rapidissima e subito il “piccolo” si porta alla consolle dell’armiere per prepararsi a rispondere ad un eventuale attacco.
    E l’attacco non si fa attendere… una navetta aliena punta su di loro: nessun avvertimento, nessun segnale di identificazione (amico o nemico che sia)… solo un attacco due razzi esplodono nelle vicinanze della nave dei nostri eroi danneggiandola in modo non grave: questo nonostante l’abile mossa di Highbecca che pilotando con destrezza evita un impatto diretto che poteva provocare danni ben più gravi (evidentemente tali razzi funzionano un po’ come “bombe di profondità”)…
    La reazione dei due piloti è fulminea concludendo la manovra evasiva Highbecca si pone dritto di fronte alla nave nemica e fa fuoco con le armi ai suoi comandi… contemporaneamente Jere Mee Kohlson lancia uno dei 4 missili in dotazione contro al bersaglio (dopo averlo inquadrato dalla sua postazione di armiere)… i danni inflitti sono notevoli … ed il piccolo velivolo nemico espolode.
    I due analizzano le registrazioni del computer ed all’arrivo dei due jedi che chiedono spiegazioni possono rispondere “… una nave senza pilota… probabilmente imperiale… l’abbiamo colpita ma doveva essere programmata per autodistruggersi… è sbucata dal nulla e ci ha attaccati, nessun contatto né prima né dopo… doveva essere completamente automatica…”.

    Il viaggio prosegue e dopo qualche ora Ceti VI è in vista… una enorme palla verde. Si procede con le analisi standard:
    • Atmosfera respirabile (anche se leggermente diversa da quella terrestre): tracce abbondanti di metano e minore CO2 ed azoto.
    • Abbondanti forme di vita, soprattutto vegetali.
    • Nessun segno visibile di civiltà.
    • Nessun segno di fonti di energia o comunque di tecnologia.

    A questo punto è Paul Waterflyer a decidere di concentrarsi per “…ascoltare il fluire della Forza”; il risultato è sorprendente… l’intero pianeta brilla di “forza vivente” al punto da lasciare stupefatto e commosso (in preda alle lacrime) il vecchio jedi.

    Alla fine il gruppo decide di atterrare.

    GIORNO 45: CETI VI.
    La manovra di avvicinamento al pianeta ed atterraggio è difficile; la nave è anche leggermente danneggiata ma Highbecca fa del suo meglio… Risultato la navetta atterra integra, ma ha lasciato un bel solco nella foresta dove è piombata: la segretezza è a rischio.
    È da poco passata l’ora di pranzo quando i nostri cinque eroi si apprestano a scendere dalla navetta.
    “Meglio dare un’occhiata alla nave…“ sentenzia Highbecca con una punta di disappunto percepibile nei suoi “latrati”; così con il piccolo jawas comincia a dare un’occhiata allo scafo esterno ed a fare alcune piccole riparazioni (anche a seguito del disastroso tentativo di hyperdrive)... il tutto gli prenderà alcune ore.

    Nel frattempo Geego-Gin si rinchiude nella cabina dicendo di dover fare alcuni calcoli per l'iperguida e di dover pianificare un minimo le loro prossime mosse. Tocca così ai due jedi perlustrare i dintorni e cercare tracce di vita umanoide. Un primo giro non porta a nulla di buono… anzi sono tutti innervositi dalla strana sensazione di essere osservati…

    Nuovo giro, a più ampio raggio stavolta. Hope sente qualcosa… qualcosa nella forza… non capisce. I due jedi allarmati decidono di tornare verso la nave per accertarsi che tutti siano al sicuro. Durante la strada succede qualcosa Paul Waterflyer si gira e non vede più il suo padwan… “…che fine avrà fatto? Maledetta foresta… ci ritroveremo alla navetta…”; ma giunto alla navetta la situazione è ancora peggiore del previsto i suoi compagni sono scomparsi.
    Paul si guarda attorno sconcertato… e forse anche un po’ impaurito… finchè… un termito nella forza... anzi una vera e propria “bastonata”… Paul perde i sensi.

    Il piccolo jawas apre gli occhi e con sua sorpresa (ed un filo di gioia) si trova in una caverna… attorno a lui i suoi compagni; anche Highbecca sembra essere appena rinvenuto.
    I nostri eroi si ritrovano in una caverna piuttosto piccola e vagamente squadrata… l’unica apertura è sul soffitto. Sono immersi nel buio più completo, solo il piccolo jawas ci vede (dopotutto la sua è una razza “sotterranea”).
    Dopo qualche minuto si riprendono anche gli altri… “…è imperativo trovare un modo di uscire” è il pensiero unanime “…ma prima bisognerebbe fare un po’ di luce” è il sagace commento dello wookie.
    Dopo un iniziale momento di sconforto e confusione… e quasi sul punto di far sfoderare la preziosa spada laser al giovane Hope pur di avere un briciolo di illuminazione, finalmente dalle tasche del piccolo jawas spunta una torcia che risolve il problema dell’illuminazione… a questo unto un po’ di corda ed il gioco è fatto…
    Lo wookie, agile nonostante la stazza, scala a mani nude la parete della grotta… è una salita difficile e lunga (nonostante il dislivello da percorrere sia di pochi metri) soprattutto a causa della comunque scarsa illuminazione… comunque dopo qualche minuto lo wookie è nel corridoio di accesso alla camera… ci sta stretto… ma riesce comunque a calare una corda ed a far salire tutti gli altri (lasciando per ultimo il piccolo jawas).
    Riuniti in uno stretto cunicolo, i nostri eroi cominciano a camminare nell’unica direzione possibile e presto scoprono che si stanno dirigendo verso l’esterno grazie all’aria fresca ed alla luce che pian piano si comincia ad intravedere alla fine del tunnel.

    I cinque esploratori sbucano tra le radici di un grosso albero su un leggero pendio… il giorno volge al termine e le ombre si fanno lunghe…
    Hope si arrampica velocemente su un albero per provare a trovare un minimo di orientamento e con un colpo di fortuna (o meglio grazie alla forza, secondo Paul) individua il solco lasciato dalla loro nave in fase di atterraggio.
    “Da quella parte…” indica e comincia a guidare il gruppo ad una veloce marcia attraverso la foresta.
    Le ore passano e la marcia si fa pesante e sempre più difficile … un po’ per il terreno che rimane sconosciuto.. e soprattutto per l’oscurità sempre più avvolgente.

    All’improvviso il buio è completo… niente luna (il pianeta non ne ha)… e niente stelle… e soprattutto SILENZIO… un silenzio completo irreale ed opprimente… gli unici rumori sono prodotti dai cinque eroi in “fuga” nella foresta.

    Un fruscio improvviso alle spalle dell’ultimo della fila: Paul. Qualcosa lo colpisce alla schiena.
    La reazione del gruppo all’urlo dello jedi ferito è fulminea: subito la spada di Hope balena al buio rischiarando un minimo la scena seguita rapidamente dalla spada dello jedi “esperto”. La debole luce rivela solo una forma vagamente insettoide e vagamente quadrupede, al posto delle zampe anteriori due “falci” pronte a colpire… un corpo nero come la notte e silenzioso come un fantasma… la battaglia inizia presto scandita dagli attacchi del pesante insettone, ed illuminata dalle spade dei due jedi e dai colpi di blaster degli altri. Paul sembra in difficoltà, ma è Hope a frapporsi tra lui ed il “cacciatore notturno” facendo della Forza il suo scudo ed assorbendo così gran parte degli attacchi che il mostro (per il quale evidentemente una preda valeva l’altra) gli riserva. Pochi attimi.. pochi colpi ed il mostro è coperto di ferite… al punto da farlo infuriare… il suo corpo si illumina di una luce rosso purpurea come se il sangue ribollendogli nella vene provocasse questa luminescenza sinistra… con un aspetto se possibile ancora più spaventoso di prima l’insettone si getta in un ultimo assalto furioso contro Hope; il giovane jedi nonostante la fatica evita il poderoso fendente del “mostro”… il mostro è sbilanciato ed i nostri eroi ne approfittano per finirlo a colpi di blaster.
    “Non c’è tempo per studiarlo meglio… Potrebbero essercene altri in giro… torniamo alla navetta!” sono le sagge parole con cui Paul (ferito) richiama all’ordine il gruppo… è di nuovo Hope a scegliere la via… ed in un’altra ora di cammino finalmente il gruppo raggiunge la nave e, forse, la salvezza.
  22. Kursk
    GIORNI 17 – 20: OGNUNO PER SE.

    È ora di pranzo, ma dopo la discussione appena conclusa nessuno ha voglia di mangiare… anzi ognuno cerca un po’ di solitudine per riordinare i pensieri, per capire chi e dove abbai sbagliato… per trovare un accordo se non altro con se stesso.

    Passano così tre giorni in cui i nostri cinque eroi fanno di tutto per evitarsi e per restare più o meno da soli a meditare ed a distrarsi concentrandosi su altri lavori più o meno urgenti:
    Geego-Gin si chiude nella cabina di pilotaggio per “… controllare che la navigazione proceda in modo regolare…” ma non è nemmeno un pilota e “…cosa diavolo vuoi che succeda mentre siamo in hyperdrive?”, queste sono parole dello wookie, a commento dell’isolamento in cui si autoesilia il giovane treccine carnose; per tutta risposta si trova una blaster pistol puntata contro ed un perentorio "voglio starmene in poace da solo.. chiaro!?".
    Nel frattempo lo Highbecca e Jere Mee Kohlson si dilettano nel tentare di rimettere “in linea” le armi… è un lavoro lungo ed in ter giorni di fatiche riescono solo ad escludere e “baipassare” i circuiti che normalmente sarebbero passati dal alto “disintegrato” della nave… “... ora dovremmo dare energia e sperare… anche perchè un bel botto in hyperdrive non è raccomandabile per la nostra salvezza”.
    Ed i due jedi?
    Si accontentano di meditare e di allenarsi un po’… se non altro l’allievo riesce a far ragionare il maestro ed a spingerlo a cercare un nuovo colloquio col twi’lek dopotutto ci sono ancora dieci giorni almeno…

    GIORNO 21: “… VEDIAMO DI RAGIONARE UN ATTIMO…”

    “…Vediamo di ragionare un attimo…” sono le parole di Geego-Gin all’inizio della nuova “riunione” dei cinque eroi…
    Un buon inizio…
    Si comincia con una ammissione reciproca di colpe… o meglio sono tutti concordi nel dire di aver esagerato i toni.. o meglio non tutti .. il piccolo jawas è ancora convinto di avere ragione: due jedi venduti alle persone giuste potrebbero fruttare un bel gruzzolo; ma alla fine di tutto meglio rimettersi a colui che gli ha salvato le pellaccia e lasciare che sia lo wookie a decidere una linea di condotta con i due “...fenomeni da circo”.

    Insomma la nuova riunione comincia, se non sotto i migliori auspici, almeno con la convinzione di “essere tutti sulla stessa barca” e con il tremendo sospetto di essere comunque già in un mare di guai (con la M maiuscola) dato che un “imperiale" è fuggito e potrà testimoniare la collaborazioen con l'alleanza ribelle da parte dei nostri eroi (vera o meno che essa sia)…
    Insomma con gli animi rasserenati e con un minimo di spiegazioni vicendevoli (nonché con una certa sensazione di Paul Waterflyer di aver mosso i suoi primi passi verso il lato oscuro - NdSM) il clima diventa nuovamente vivibile nella nave e si decide di ridiscuterne meglio una volta tornati su Dantooine, alla base ribelle di partenza.

    GIORNI 22 – 31: HYPERDRIVE.

    Il viaggio prosegue tranquillo verso Dantooine e la meta è raggiunta in tempo, come previsto dal navcomputer: “… finalmente il meritato riposo”.

    GIORNI 32 – 36: DANTOOINE

    La nave atterra finalmente, ma qualcosa nell’atmosfera non piace ai PG… la base è semideserta (quindi neinte meritato riposo... non ancora almeno) e solo un’altra nave rimane lì ad attendere la partenza degli ultimi uomini e del Generale Tarth; ma lui non poteva andarsene prima del ritorno dei nostri cinque eroi… dopotutto sono “i suoi uomini”.
    Dopo un breve saluto il generale aggredisce subito i cinque stanchi eroi con una valanga di domande sulla loro missione e con una valanga di spiegazioni confuse sul perché la base sia in abbandono… questo almeno da principio; poi torna la calma (e la consapevolezza di avere ancora quattro giorni per completare le operazioni di evacuazione) e le sei persone riunite decidono di parlare più seriamente di missioni passate, future e di ricompense (con un sospiro di sollievo del piccolo Jere Mee Kohlson).
    Trasferitisi in una sala riunioni i sei passano ore a discutere:
    Si comincia con la scelta della ricompensa per la missione appena svolta; meglio un mucchio di crediti o meno soldi ed una picocla nave? Ovviamente il gruppo sceglie la navetta (più un po’ di soldi più per ripagare delle “spese” sostenute che altro).
    Poi si passa alle questioni personali, della serie: “Adesso è il caso di stabilire chi è chi, e chi è cosa…”.. anche se a dirla tutta il tutto si risolve poi in un dialogo tra il generale e lo wookie.
    Wookie: “Ma quindi lei è uno jedi?”
    Generale: “Io? E se anche lo fossi?”
    Wookie: “Beh tanto per cominciare non potrebbe mentire… e, seconda cosa, il qui presente jedi ce l’ha confessato”.. (indicando Paul Waterflyer).
    Generale (un po’ sorpreso): “LUI vi ha detto che IO sono un jedi?”
    Wookie & Jawas (in coro): “Si!”
    Generale: “Ebbene si.. sono un jedi.”
    Wookie: “Voglio una prova!”
    Generale: “Impossibile! Puoi solo fidarti. E quindi se sono un jedi ho detto la verità e sono veramente un jedi, dato che come hai ben puntualizzato non potrei mentire… Ma se non sono un jedi nessuno mi vieta di dirti che io lo sia… quindi.. ti puoi solo fidare”.
    A questo punto Highbecca non trova parole per replicare e la questione si chiude…
    Infine ultimo punto della discussione è “cosa succederà adesso?”…
    Posto che è probabile che l’Impero metta delle taglie sui nostri cinque eroi (anche se al momento non se ne ha ancora notizia) per loro è essenziale trovare un nuovo impiego… e qui è di nuovo il generale a farsi avanti con una doppia missioncina…
    “Si tratta di due piccole missioni su due pianeti dello stesso sistema stellare… una è più adatta a dei bravi incursori... l’altra necessita di diplomazia… fortuna… ed un pizzico di “fede”…”

    Dopo un po’ di discussioni i cinque eroi accettano le nuove missioni presso il remoto sistema “Ceti”:
    • Sottrrarre ad una base scentifica dell’impero i paini di un nuovo modello di caccia stellare, o in alternativa distruggere piani e base (il tutto sul secondo pianeta del sistema).
    • Cercare un vecchio maestro jedi ritiratosi già da tempo, che pare sia ancora vivo sul 6° pianeta del sistema.
    Un tenue contatto su Tatooine sarà il modo per contattare il generale a missione compiuta (entro una settantina di giorni).
  23. Kursk
    GIORNO 10: RIAPARAZIONI ALLA NAVE

    Finalmente un po’ di calma…
    Fatte le pulizie del caso e lasciato che lo wookie riparasse i motori (al meglio delle sue capacità), non resta altro che aspettare che gli Ithoriani vengano a fare le riparazioni che gli sono state richieste.

    L’attesa non è lunga… solo un paio d’ore…

    Più lungo invece è il tempo necessario alle riparazioni… si parla di circa 21 ore.

    21 ore durante le quali, mentre gli Ithoriani riparano la nave, c’è tutto il tempo per scambaire qualche chiacchiera con loro, per riposare e per medicare i feriti: è il solito Geego-Gin ad essere più intraprendente nelle "relazioni pubbliche", mentre è il giovane Hope che passa il tempo a prendersoi cura del suo maestro.

    Alla fine è stato fatto tutto il possibile per rimettere la nave in condizione di fare un volo in hyperdrive, ed al modico prezzo di 5000 crediti + 2000 crediti in bacta (il tutto tenuto anche conto della simpatia degli ithorians verso i ribelli)… inoltre (sorpresa) viene ritrovato un astrodroide piuttosto semplice ma ancora “da studiare” nella parte depressurizzata della nave…
    Jere Mee Kohlson decide di occuparsi del droide, ma per paura che anche questo nasconda una bomba, evita esami troppo accurati o di provare a riattivarlo... almeno finchè "i simpatici ithorians "dalla testa piatta" saranno ancora nei dintorni..."

    Passate poco più delle 21 ore stabilite per le riparazioni, i cinque eroi salutano i tecnici di Ithor e decidono di allontanarsi dal pianeta e di tentare il salto a velocità luce…

    GIORNO 11 – 31: HYPERDRIVE

    La cosa è un po’ complessa, ma dalla collaborazione del jawas, del wookie e del twi’lek ne esce fuori un bel viaggio comodo di 20 giorni in hyperdrive… non senza qualche manovra brusca in partenza (merito delle abilità da pilota del peloso Highbecca).

    I primi cinque giorni sono spesi in infermeria… o meglio… durante questo breve lasso di tempo il buon Geego-Gin si prende cura nel miglior modo possibile dei suoi compagni feriti riuscendo sia a far riprendere conoscenza al vecchio jedi, sia a depurare dalle rediazioni il povero wookie.

    A questo punto giunge il momento di chiarire alcune cose all’interno del gruppo dei cinque eroi: così si decide di parlarne tutti assieme seduti attorno ad un tavolo…
    Ben presto la discussione prende una brutta piega i tre “tecnici” accusano entrambi i jedi sia di essere stati “falsi” nel non presentarsi a loro per quello che erano fin dall’inizio, sia di essere stati frettolosi ad impiegare tutti i loro poteri jedi per sconfiggere “…quattro semplici trooper imperiali…”, sia (e soprattutto) di aver messo a repentaglio le loro vite solo per il fatto di aver viaggiato con loro.

    Da qui in poi è il delirio… o meglio… comincia una sterile discussione sui ruoli dei cinque eroi durante il recupero della nave ed i relativi combattimenti inframezzata di continuo da minacce reciproche… l’unico che sembra mantenere la calma è proprio il giovane jedi… (alla faccia dell'irruenza della gioventù).

    Dopo tre ore di accesa discussione… e dopo essersi resi conto che nonostante le tre ore non si è venuti a capo di niente… ognuno va per la sua strada in attesa di raggiungere la loro meta Dantooine.

    (piccola nota... ora il diario ha raggiunto il pari con le avventure giuocate in sessione quindi sarà aggiornato più di rado )
  24. Kursk
    GIORNO 0 = ANTEFATTO
    Siamo nello spazio… circa otto mesi prima di quanto narrato in “STAR WARS 4 – Una Nuova Speranza”… una nave da trasporto scivola lenta verso Dantooine.
    Si tratta di una nave “ribelle”; una nave che traghetta una cinquantina di volontari intenzionati ad entrare a far parte dell’esercito ribelle in lotta contro il malvagio impero galattico. I nostri cinque eroi fanno parte di questo gruppo di aspiranti ribelli, di disperati o semplicemente di fuggitivi che hanno bisogno di nascondersi dall’impero.

    Ma come è cominciato tutto?
    Vi ricordate il desolato spazioporto su un lontano pianeta (dimenticato da Dio) ai confini della Galassia? Bene è cominciato tutto lì… dove tre amici (o meglio tre colleghi) dopo essersi visti abbandonare da un incrociatore imperiale che ha sequestrato la loro piccola nave hanno dovuto cominciare il lungo viaggio verso…. Hemmm … Semplicemente alla ricerca di una nuova nave per allontanarsi da lì, per cercare fortuna, per raggiungere Coruscant… insomma per rimettersi “in affari” al più presto.
    Quali affari? Presto detto: commerci, in perfetto stile jawas… recupero di rottami di navi e droidi per rivenderli come nuovi o almeno per ricavarne pezzi di ricambio.

    Torniamo al presente.
    La nave “ribelle”, dopo giorni e giorni di viaggio, atterra in uno spazioporto come tanti e solo una quindicina degli originali occupanti vengono trasferiti presso quello che è un vero e proprio centro di addestramento dell’esercito ribelle (gli altri si rassegnano ad una vita di sotterfugi… nascosti sul lontano pianeta Dantooine).

    Qui i cinque, per il loro aspetto sospetto, vengono isolati ed affidati alle cure di un uomo con una vistosa cicatrice sul volto: il Generale Tarth. Costui spiega ai nostri eroi che lui si occupa di operazioni “sotto copertura”… di operazioni segrete… di operazioni magari poco lecite… di operazioni indispensabili ma delle quali l’alleanza non può (o non vuole) rivendicare la paternità apertamente.
    “Voi siete proprio il tipo di persone che servono a me…” è il suo esordio… ed in breve i cinque sono arruolati per una missione di recupero.

    GIORNO 1 = LA PARTENZA
    È così che al mattino seguente, dopo un sonno ristoratore nella base ribelle, i cinque si presentano all’alba all’hangar assegnato e fanno conoscenza col Capitano Geeko: il pilota che dovrà condurli fino al pianeta Ithor per recuperare il relitto (ed il carico) di una nave.

    Il gruppo parte a bordo di un CORELLIAN YT 1300: una veloce e leggera nave da trasporto con un moderato armamento difensivo; la stiva è piuttosto piccola ma è la nave ideale per questo genere di missione( almeno a sentire il Generale ed il Capitano).

    Il viaggio è comodo e gli otto giorni di “hyperdrive” danno modo ai nostri eroi di conoscersi meglio e di scambiare quattro chiacchiere anche col capitano… anche se, in effetti, i due jedi (in incognito) non sono molto “di compagnia” ed anzi tengono ben nascoste le loro vere abilità.
    Paul ed Hope si presentano come combattenti o meglio come esperti di arti marziali… copertura poco convincente che non fa altro che insospettire ancora di più gli altri tre Geego-Gin in testa.

    GIORNO 9 = IL RELITTO
    Dopo quasi 20 ore di ricerche nelle orbite alte del pianeta Ithor, la nave (o meglio ciò che ne resta) è in vista.
    Si trata di una nave da trasporto dalla forma un po’ insolita: una struttura ad anello con una coda alta (che ospita due torrette laser) ed una stiva attaccata alla nave solo tramite morse d’attracco estendibili (come un gigantesco container).
    Un paio di osservazioni dall’esterno… la parte sinistra dello scafo è gravemente danneggiata… ma il resto pare a posto… I comlink gracchiano: “Attracchiamo”…

    A breve le navi sono collegate ed i cinque eroi si calano, non senza un certo malcelato timore, nel relitto (previa assicurazione che ci sia una atmosfera dentro e che sia respirabile).
    Il luogo in cui “entrano” è quasi completamente buio… fiocamente illuminato dalle poche luci (led e piccole spie e poco più) delle strumentazioni di una infermeria…
    Una diffusa ma debole luce azzurrognola rivela due bacta-tank: uno vuoto (ed integro) uno rotto e con poco liquido all’interno e molto liquido sparso sul pavimento.
    A terra un droide medico a pezzi… le sue “celle di memoria” distrutte… il jawas non si lascia sfuggire l’opportunità di un guadagno… un braccio è salvabile e l’istinto del mercante lo obbliga a prenderlo.

    C’è energia… ma è poca… in pratica solo pochi “congegni” sono attivi … e le porte?
    Il wookie prova ad aprirne una... Per fortuna si aprono normalmente…

    Fuori dall’infermeria un corridoio… illuminato da un lampeggiante giallo (ce ne sono tre sulla parete ma solo uno è in funzione)… da una parte la sala macchine… dall’altra la sala comando.
    Il gruppo si divide…

    I due tecnici (Highbecca e Jere Mee Kohlson) scortati dal giovane jedi vanno verso la sala macchine… per vedere in che condizioni siano i motori… per vedere di ridare energia alla nave… e per curiosare un po’ in giro.
    Aperta una porta “airlock” i tre si trovano di fronte un corridoio dove un secondo lampeggiante giallo illumina malamente l’ambiente… un cabina con la porta sfondata… segni di colluttazione e bruciature da “blaster”… le cuccette dell’equipaggio… non c’è nessuno.
    Una serie di BIP arriva da una porta “a vetri”… dietro la porta due ascensori per le torrette ed un pannello… il solito wookie si avvicina e lo studia per un attimo "...le armi sono off-line ed il BIP segnala proprio questo…".
    Un nuovo lavoro per i meccanici…

    La porta della sala macchine finalmente… Highbecca la apre… tutti e tre gli “esploratori” di questa sezione di nave vengono investiti da una ventata calda: radiazioni… in dose leggera… ma lo wookie non resiste e comincia a sentirsi male… la porta viene richiusa ma la sala macchine si rivela un grosso grosso problema.

    Nel frattempo il twi’lek ed il jedi anziano si concentrano sulla sala comandi e sul recupero dei dati del “navcomputer”… anche qui segni di lotta e bruciature da blaster, nonchè chiazze di sangue a terra… nessun cadavere… nessuno in giro… la nave è deserta.
    Geego-Gin comincia subito a scaricare i dati che cercano … ci vorranno ore… e quindi ci si può dedicare anche ad altro, nel frattempo: si comincia a dare un’occhiata alla strumentazione… il pannello delle armi è stato danneggiato di proposito… non sembra irrecuperabile … ma va riparato… il resto? “Treccine di carne” scuote la testa perplesso ci sono diverse riparazioni da fare per rimettere on-line tutti i sistemi… ma tutto sommato sembra una cosa fattibile; l'unico problema potrebbe essere il tempo.

    Poco dopo il gruppo si riunisce per una prima analisi delle loro osservazioni… in particolare i “meccanici” spiegano l’accaduto agli altri … i nostri eroi cominciano a pensare al da farsi…

    Prima cosa: controllare il carico… se ne occupa la strana coppia: il jawas e lo wookie… la porta della stiva si apre … non c’è gravità qui dentro… non c’è luce…

    Il jawas nota, grazie alla sua capacità di vedere anche al buio, qualcosa che galleggia in mezzo alla stiva… è metallico… e sferico (NDM: grande come un pallone da basket)… il piccoletto non ci pensa due volte… estrae la sua pistola a ioni e fa fuoco…

    KABOOOM….
    La bomba esplode… facendo sforzare ancora di più le già stressate morse di aggancio della stiva alla nave… e sbalzando i due sprovveduti eroi di nuovo nel corridoi principale della nave…
    Nella stiva si è aperta una minuscola crepa… inizia la decompressione…
    Il gruppo si allarma e si mette all’opera: Geego-Gin ed il jedi anziano si impegnano da subito andando cercare arnesi utili a sistemare il piccolo danno, gli altri tre invece si preoccupano di localizzare con precisione il punto danneggiato.
    È il piccolo jawas a trovare il danno nebulizzando un po’ di liquidi nella stanza e seguendone il percorso verso la falla (e quindi verso l'esterno) dovuto alla decompressione… dopodichè con un po’ di fortuna e di coordinazione lo wookie riesce a tamponare la falla (ci vogliono una ventina di minuti di saldatore per effettuare il lavoro ed evitare e correggere gli errori commessi dal piccolo jawas).

    Piccola nota: il piccolo jawas non dice ai suoi compagni di aver causato lui l’esplosione per un “eccesso di zelo” con le armi da fuoco… ed il wookie gli regge il gioco.

    Nuova riunione di gruppo: si stabilisce che la situazione si sta facendo sempre più complicata…
    Ormai la decisione è presa… prima cosa riparare la stiva… quindi proseguire con il recupero dei dati del computer di navigazione… ed infine trasferire quante più armi e medicinali possibili dal relitto alla loro nave (il famoso corellian transport di cui sopra).

    Passa il tempo… mancano solo una manciata di minuti (circa 20) al completamento del trasferimento dati… le riparazioni alla stiva sono quasi ultimate…

    All’improvviso un’onda d’urto sbalza la nave (e di nuovo le morse d’attracco della stiva ne risentono – anzi, a dirla tutta un paio cedono del tutto) …

    “Che è successo?” Gracchiano i com-link dei nostri cinque eroi sbalzati e buttati a terra dall’oscillazione della nave…
    È Geego-Gin a dare una risposta… e la risposta non è per niente allegra né rassicurante: “La nave del Capitano Geeko non c’è più… è esplosa… il radar fuori uso non ci permette di capire cosa stia succedendo… ma è meglio se ci rintaniamo tutti qui per fare il punto della situazione…”.

    Mentre il gruppo si riunisce nella sala comando un nuovo rumore metallico… qualcuno si è agganciato allo scafo come poco più di un’ora prima avevano fatto i nostri eroi…
    Il twi’lek, dopo aver radunato i suoi compagni, non perde tempo, si mette davanti ad una consolle e blocca tutte le porte… “Questo dovrebbe darci qualche minuto”…

    Due minuti passano con una lentezza esasperante…

    I cinque imbracciano le armi e si riparano come meglio possono dietro le paratie ed i sedili della cabina di guida… si preparano ad un eventuale scontro…

    CLUNK… un rumore metallico sulla porta stagna che la divide dal resto della nave…

    BOOOM… Una nuova esplosione e 2 colpi di blaster sparati alla cieca dentro la cabina (contro i nostri eroi)… Imperial troopers… un tattica standard secondo il twi’lek (l’unico dei cinque ad avere un certo addestramento militare)… lo scontro a fuoco ha inizio immediatamente… i nostri eroi che si riparano nella cabina e ben sei troopers fuori che sparano all’impazzata… dopo pochi secondi i due jedi decidono che così la situazione non può continuare, si rischia lo stallo. Messa da parte qualsiasi remora di mostrarsi in pubblico Paul ed Hope si gettano nella mischia sfoderando le tremende spade laser che portano (nascoste) alla cintola ed utilizzando i loro "trucchi magici"…
    A questo punto i nostri eroi decidono di non rimanersene rintanati in cabina e di spostare il combattimento nei corridoi della nave; perciò, con un po’ di tattica e di fortuna cominciano a spostarsi e a concentrare il fuoco su bersagli precisi; lo scontro si risolve in breve tempo… un minuto… forse due…
    Lo wookie viene ferito… ma con un impeto di rabbia si riprende e restituisce il favore al sergente imperiale stendendolo definitivamente…
    Il jawas sfrutta la sua esile figura e la sua agilità per sottrarsi al fuoco nemico e per mettere a segno numerosi colpi precisi…
    Il twi’leck, nonostante l’addestramento ricevuto in gioventù, non brilla come combattente ma è attento nel pianificare le mosse dei nostri eroi e nel decifrare quelle degli avversari…
    Ed i due umani… i due jedi… si danno da fare con fin troppa veemenza: mentre uno con la forza a fargli di scudo si getta nella mischia con straordinaria efficacia, l’altro usa i suoi “trucchi mentali” per confondere e debilitare i nemici…

    Come dicevo, dopo due minuti il combattimento è finito… a terra giacciono morti tutti e sei i trooper… tutti gli eroi sono più meno gravemente feriti…
    Il jawas è l’unico che sorride: non resiste al pensiero di quanto equipaggiamento sia recuperabile…
  25. Kursk
    Strano gruppo questi cinque eroi… andiamo a vedere un po’ come si sono conosciuti. Innanzitutto va detto che tra tutti e cinque si sono conosciti solo di recente; prima… beh prima alcuni di loro si conoscevano già o meglio… sia i due jedi si conoscevano, sia gli altri tre. Cominciamo da questi ultimi…

    Anzi cominciamo da Highbecca: lo wookie. Ha preso parte alla Guerra Galattica anche se in modo molto marginale; lavorando sul suo pianeta natale Kashyyyk, dove si è occupato di questioni meccaniche su una nave da trasporto di merci, medicinali, armi e solo saltuariamente truppe, e dove ha fatto anche il “meccanico a terra” per le poche armi tecnologiche messe in campo dagli wookies; in pratica ha sudato, si è spezzato la schiena e si è sporcato di grasso ed olio sotto i motori facendosi le ossa lontano dalla prima linea, mentre i suoi simili difendevano tenacemente il pianeta dall’oppressione dell’Impero.
    Alla fine delle battaglie sul pianeta si è ritrovato disoccupato: nessuno aveva più bisogno di meccanici e simili… e si è ritrovato pure a fare da “padre adottivo” ad un giovane twi’lek rimasto orfano…questo è l’incontro tra Geego-Gin e Highbecca… il primo perde il padre (che lavorava per i cloni “imperiali” e che è stato da questi assassinato al momento della rivolta contro gli jedi) il secondo si trova solo ed in un certo senso disprezzato dai suoi stessi simili solo perché fa un lavoro di cui nessuno ha bisogno… insomma la reciproca solidarietà mette insieme questo duo… i due hanno cominciato a vivere di espedienti, lavorando saltuariamente come guardie del corpo, senza avere mai la possibilità di raggranellare crediti a sufficienza per lasciare il pianeta Kashyyyk in cerca di fortune e avventura.
    Ben presto il duo diventa un trio, quando i due vanno in soccorso dei sopravvissuti di una nave che precipita sul pianeta. Un gruppo di jawas si imbarca su una “carretta dello spazio” verso Kashyyyk per saccheggiare i campi di battaglia del remoto pianeta in cerca di .. beh di qualsiasi cosa si potesse rivendere… druidi in particolare… ma non solo.
    La nave non ha retto e si è schiantata… un unico sopravvissuto ne è uscito fuori e si è subito affezionato ai due soccorritori.. così grossi e così stranamente assortiti.
    A questo punto sogni e desideri cominciano ad intrecciarsi per i tre… recuperato quanto possibile dalla nave precipitata e messi così insieme pochi crediti riescono dopo un intero anno di fatiche a comprare un biglietto verso Coruscant… la capitale dell’impero… il pianeta delle opportunità…
    Purtroppo, si sa, i viaggi stellari non sono tranquilli: un corvetta imperiale abborda e sequestra la nave dove i tre eroi sono imbarcati, abbandonando poi i passeggeri presso il desolato spazioporto di un lontano pianeta dimenticato da Dio… di nuovo alla ricerca di un trasporto verso zone più civilizzate.

    Facciamo un passo indietro… e vediamo cosa è successo nel frattempo ai due jedi.
    Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana… beh insomma tanto tempo fa ci fu la “guerra dei cloni”… alla quale è seguita una spietata caccia ai jedi da parte dell’impero…
    È durante questo periodo buio che Paul Waterflyer, giovane padawan, segue il suo maestro Haytu’ur in una pericolosa missione: il recupero (o meglio il salvataggio) di un bimbo dotato di straordinari poteri legati alla forza…
    La missione è tardiva e quando arrivano alla casa del bimbo gli imperiali sono già sul luogo. Haytu’ur si impegna in una battaglia contro di loro consentendo all’allora giovane Paul di portare in salvo il piccolo, il bambino che i genitori premurosamente avevano chiamo Hope.

    Paul ed Hope riescono a fuggire… nulla si sa di cosa sia accaduto al grande jedi noto come Haytu’ur ed ai genitori di Hope.
    Paul si incarica di istruire il giovane alle vie delal forza così come avrebbe voluto fare il suo maestro… dopo circa 16 anni l’addestramento continua 8anche se ormai il livello dei due jedi e simile); tuttavia i due sono ancora in fuga dall’impero ed hanno faticato parecchio a far perdere le loro tracce. Rimane un problema… che fare adesso? La sete di vendetta di Hope si è spenta (almeno così pare) grazie agli insegnamenti di Paul Waterflyer; ed in entrambi è cresciuta una coscienza di “dover fare qualcosa contro l’abominio rappresentato dall’impero”.
    Le voci di una ribellione corrono… e presto giungono alle orecchie attente dei due jhedi che cominciano ad interessarsi ed a cercare un modo per “arruolarsi”… o meglio… a cercare un modo per mettere la Forza al servizio dei ribelli.
    Questo li porta, piano piano, fino al desolato spazioporto di un lontano pianeta dimenticato da Dio di cui sopra.

    È qui che i nostri cinque eroi vengono salgono tutti a bordo di una nave da trasporto che li porterà (forse) verso una svolta nelle loro vite.
×
×
  • Crea nuovo...