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Tom Cruise mi è risultato, per molti versi, un bravissimo attore ma con una recitazione insopportabile... Un film troppo prevedibile, dal mio punto di vista... però si lascia vedere... Diciamo che non vale 7 euro ma 4 si...
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dnd 3e classe preferita dite la vostra (parte due)
Shar ha risposto alla discussione di Tariconan in Dungeons & Dragons
Scusa, hai ragione... ma nel 2004 un po' di inglese non fa male... E' vero... ad un certo punto ti entrano nel modo di parlare... un po' storpiati, anche... ma succede! Ah, si... questo indubbiamente... !!! -
dnd 3e classe preferita dite la vostra (parte due)
Shar ha risposto alla discussione di Tariconan in Dungeons & Dragons
beh... se fai il ladro CG non è che puoi fare 'ste cose agli amici, poi... neanche ai nemici, pensandoci bene!!! -
Ho votato il primo... anche se spero di non aver sbagliato... Era il primo quello in cui alla fine, dopo due ore di grasse risate, quando cominci a fare stretching agli addominali (titoli di coda, in pratica), l'elicottero passa dietro al Sole? Beh... se è nel primo film ho votato giusto... solo per questa scena!!!
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dnd 3e classe preferita dite la vostra (parte due)
Shar ha risposto alla discussione di Tariconan in Dungeons & Dragons
Il primo personaggio che ho mai fatto è stato un ladro halfling, con Kursk come DM...BI! Non ricordo tutto esattamente, ma tra le varie sono stato: Dominato, Bruciato con fuoco e acido, trasformato in gatto, mandato in paradiso davanti ad Helm, trasformato in orologio, trasformato in burattino nelle mani di chissà quale entità malvagia, caduto in pozzi, su lame e trabocchetti vari, avvelenato, centrato da ogni tipo di incantesimi, affettato da ogni categoria di mostri, ecc ecc ecc... -
dnd 3e classe preferita dite la vostra (parte due)
Shar ha risposto alla discussione di Tariconan in Dungeons & Dragons
Ho votato anch'io il ladro, ma la sua mortalità elevatissima è dovuta soprattutto al fatto di essere versatile... se non è da castare un incantesimo o buttar giù una porta, tutto il resto viene "affibiato" al ladro... PG1:"Chi va avanti? Non si sa bene quel che dobbiamo fare" PG2:"Mandiamo il personaggio versatile" Ladro:"Sob..." -
dnd 3e classe preferita dite la vostra (parte due)
Shar ha risposto alla discussione di Tariconan in Dungeons & Dragons
The_Mirror: 1) E' stata omessa perchè c'è un numero limitato di opzioni possibili nei sondaggi. 2) Perchè non ci dici mai qualcosa in più sul tuo modo di vedere? Per esempio PERCHE' preferisci la classe che hai scelto... Altrimenti topic come questi non servono a niente. Basta solo dare il proprio voto... non serve postare. -
Io adoro matita e carboncino usati in questo modo... Sublimi disegni, non c'è che dire... Mi sprofondo in mille salamelecchi dovuti ad una profonda ammirazione per chi sa fare cose impossibili (dal mio punto di vista) come quelle che si possono vedere su questa pagina...
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Penso che diano fastidio un po' a tutti... Soprattutto quando un fumetto appassiona... quando passiamo due volte al giorno in edicola una settimana prima dell'uscita per vedere se magari è arrivato in anticipo (quando da anni, si sa, arriva sempre in ritardo). Cmq capisco le esigenze editoriali di vendere, ma soprattutto capisco che per gli sceneggiatori e chi deve "inventarsi" la storia non sia sempre facile riempire tutto il volumetto di cose nuove... così magari quel mese hanno solo una buona idea e la stiracchiano un po'... Ma vuoi mettere l'effetto suspence?
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Mi rispecchia proprio in questo momento... ma non perchè non abbia nulla da imparare, anzi!!! Perchè non ho proprio BALLE di studiare!!!
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Un battito di tentacoli per MikeT anche da parte mia! Bravo bravo!!! (e senza critiche che non si sa mai come possono essere prese ;) ) Se solo io sapessi impugnare la matita e tracciare qualcosa di diverso da formule matematiche e appunti sul retro dei fogli...
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Grazie! Girerò i complimenti all'autore... sperando che dia una mossa al suo flaccido fondoschiena e si colleghi anche lui a DL!!!
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videogiochi * NeverWinter Nights *
Shar ha risposto alla discussione di Enz in Videogiochi e Informatica
Ma mi confermi che è solo per quella scatola di lattine inutile? -
I libri di Elminster, a me han detto tutti quelli che l'han letto che sono una porcheria... per questo li ho evitati... C'è qualcun'altro che mi conferma che vale la pena di leggerli?
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Il Ciclo di Darksword - Margaret Weis & Tracy Hickman
Shar ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Libri, fumetti e animazione
Consiglio caldamente anch'io la lettura di questo libro, anche perchè presenta bene diversi personaggi molto ricchi dal punto di vista psicologico, molto innovativi e curiosi (simkin rimarrà sempre nel mio cuore), ma soprattutto molto "umani". Il finale ha qualcosa di malato e morboso, dal mio punto di vista, e non posso dire che sia la saga più bella che abbia mai letto... ma rimane cmq molto al di sopra della letteratura fantasy media. P.S.: Confermo: io ho il "Ciclo di Darksword" in brossura economica, in cui ci sono i tre libri cui accenni tu... ma non saprei dire editore o altre info per reperirlo... -
Dipende... tendo al tradizionale, ma qualche libera scorribanda nell'invenzione, se giustificata dal contesto, può risultare divertente e memorabile... Dovessi scegliere, però, opterei per tradizionale e basta...
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videogiochi * NeverWinter Nights *
Shar ha risposto alla discussione di Enz in Videogiochi e Informatica
Un po' OT, ma c'entra con giochi e roleplaying... La microsoft (lo so lo so... non serve aggiungere altro) sta per far uscire un gioco che si chiama, credo, Fable... Venduto come prodotto fantasy, le recensioni che ho letto fin'ora parlano di un livello di interpretazione del personaggio che lo avvicina di più a The Sims che al picchia picchia baccalà... Unico problema: versione prevista solo per X-box... -
Finchè non sarà possibile avere le risposte direttamente dall'autore (che è stato sollecitato recentemente ad iscriversi al forum, ma ancora, credo, non l'ha fatto), vi riporto un secondo racconto sempre di Mr. Ais Ti, dall'atmosfera decisamente diversa. L’ATTESA Un sommesso, ininterrotto pigolare di microscopiche goccioline d’acqua gelata ticchettava, pulsazione dopo pulsazione, a scandire gli istanti di nulla tra il tramonto e l’alba. Fuori dal pozzo, la notte era grigia di chiarore stellare, l’oscurità era mitigata dalle pleiadi e da alcuni miliardi d’altri colossali ammassi cosmici luminosi, relegati da improponibili distanze al ruolo di puntini illuminati sulla tela notturna. Qualcuno con più voglia di dare fiato ad improbabili parallelismi, forse li stava paragonando in quel preciso istante, in un istante tuttavia imparagonabile a quello, agli occhi di qualche insulso amore eterno e momentaneo. Alcuni, forse, ci leggevano storie di un passato indorato di mito, storie d’eroi e navi, spade vendicatrici e battaglie tra titani. Molti, alzando gli occhi al cielo stellato, erano scioccamente in grado di scorgere speranza. Per il vampiro, incatenato dai membri del suo stesso ordine al fondo del dannato pertugio, si trattava solo di un sentore dell’avvicinarsi dei fatali raggi solari. A vincolarlo alla certezza dell’ultimo istante, tre catene d’acciaio, residuo di tempi in cui si costruivano cose che non venivano spezzate facilmente. In basso il suolo umido, in alto il vuoto, la promessa di un domani che per lui sarebbe stato portatore dell’ultimo istante. Tracce del sangue di immortali suoi pari lordavano i candidi abiti e i capelli mossi e scuri, memorie del tradimento che lo aveva travolto soltanto poche ore prima, quando da carnefice si era trasformato bruscamente in vittima. Avvolto nel fradicio velo dei panni escoriati, Kaiar Vemon trovava la forza di sorridere, al ricordo dei gemiti di quelli che per primi lo avevano affrontato. Si era battuto con onore, se d’onore si può parlare parlando delle eterne, sotterranee e nascoste contese dei Figli di Caino. Si era battuto con ferocia, se di semplice ferocia si può parlare quando si parla delle inumane gesta di chi ormai cammina oltre i recinti dell’Ade. Si era battuto, e aveva perso, sopraffatto dal numero degli inaspettati nemici, sopraffatto dal tradimento della sua stessa casata, sopraffatto forse dal soffio del destino. Poche ore era durato l’eterno assedio domestico, l’inutile farsa della sua resistenza: quanti saranno stati? Dieci contro cinquanta? Pochissimi gli si erano stretti attorno, pochissimi erano, in quella notte rischiarata dal rossore delle lame, caduti per lui. Arroccati in stanze profonde, da cui però non c’era fuga, si erano difesi fino alla fine. Uno ad uno aveva visto quella notte i suoi adepti, chi con una daga in pugno, chi con una daga a spaccare il cuore. Niente vie di mezzo nella notte del massacro. Per tre secoli, da quando il suo oscuro maestro lo aveva accolto, mutando un gentiluomo di campagna in un predatore di innocenze, Vemon aveva lottato coi denti e con le spada per ritagliarsi un posto alla Corte della Notte, ristretta cerchia elitaria di nobili vampiri pervasa da tradimenti e doppi giochi, sadiche scommesse e caduche alleanze. In una notte, il lavoro di secoli era stato frantumato. Tutto, come sempre, per una donna. Passione. Ecco cosa spingeva un vampiro a prendere una compagna: il piacere della conquista, la rottura dalla secolare monotonia, l’amore per l’estetica perfezione di un volto, di occhi verdi, di labbra rosse e forme plasmate a regola d’arte sotto un vestito. Questi e altri vezzi avevano mosso Kaiar Vemon verso l’ennesima preda. Una preda pericolosa e avvelenata, come l’esca per un lupo. Non avrebbe dovuto aprirle le sue porte, non avrebbe dovuto portarsi il tradimento incarnato sotto il tetto. Ora, per la cupidigia di una donna e per la sua stessa debolezza, si avviava lungo gli ultimi sentieri, un tempo fiero tra gli eterni, ora prossimo alla fine del sogno oscuro. Poche ore separavano il tormento di un’onta irreparabile dalla certezza di qualcosa ancor più bruciante. Molte volte lui stesso aveva decretato simili condanne, molte volte le urla strazianti dei condannati erano giunte al suo orecchio avido di dolore. Appariva differente ora quel pozzo, designato da tempo a cullare il fuoco dei condannati alla Morte Ardente, di coloro che erano stati condannati ad essere arsi dal sole. Morte rapida e sicura. Il sole. Giunto a questo punto, superata l’assurda speranza di una libertà ormai irraggiungibile, Kaiar Vemon sfiorò il ricordo di quel sole dimenticato tanti anni prima al momento del Dono, quel Sole che un tempo lo scaldava sui prati, quel sole che aveva salutato molto tempo prima. L’ultimo giorno. La prima notte. Ora che si stava per concludere l’ultima notte, quelle precedenti, trascorse al frenetico inseguimento di una vittima spaventata o a pianificare un elegante bacio di morte, si ripresentavano prepotenti lungo le vie della secolare memoria; l’adrenalina della caccia e del duello psicologico, gli sguardi di inconsapevole resa e le urla dei morti dilaniati si sovrapponevano confusi e ordinati, frammenti di ricordi perduti o di nitide visioni di oltre trecento anni vissuti all’ombra del silenzio, anni corrosi da un morbo di onnipotenza e maledizione, anni bagnati dal sapore del sangue caldo, da versi e sinfonie pienamente compresi dopo decenni di meditazione. Una lunga vita dà tempo a lunghe digressioni, e non tutti i vampiri vivono di brutalità: quella di Vemon era una cerchia d’esteti e filosofi, di romantici assassini, di nostalgici del tramonto, d’insaziabili collezionisti di prede ambite e sparizioni irrisolte, autori di canti insospettabili, incogniti predatori avvolti da mantelli sfoggiati a tardive riunioni, autori di brevi apparizioni pubbliche a serate mondane. Una volta, Kaiar Vemon aveva letto di un francese che predicava come l’uomo fosse ricettacolo di due realtà: l’angelo e la bestia. Non era però una definizione adatta a semplici uomini: questa, si era convinto, era la Loro terribile essenza, il Loro dualismo venato di lacrime d’estranei e sangue rubato. E quando, ancora ebbri dal fuoco vitale strappato a una giovane fanciulla o a uno sprovveduto guardiano di recinti, scandivano le ultime ore della notte con parole raccolte in decenni o secoli di osservazione e tonsura d’anime, quando l’eterna sete era placata sino all’indomani, allora le bestie dormivano e si risvegliavano gli angeli. Angeli oscuri ma splendenti, eterni camminatori di strade marchiate da sangue inevitabile, strade costellate di anime crocefisse a peccati incancellabili, anime obliate in nome di una più lunga vita, di una più lunga sofferenza. Ogni lama ha due tagli: se da un lato il suo corpo era inarrestabile e la sua mente poteva vagare tra secoli di conoscenze, tra intere gallerie d’arte e pentagrammi indelebili, dall’altro ogni giorno, o meglio ogni notte della lunga vita di vampiro era il continuo rimarginarsi di quella ferita, di quell’allontanamento dalla luce, primo ricordo di una vita in bilico tra inferno e paradiso. Un paradiso di piaceri corporei, un inferno scavato nell’anima. Alcuni venivano scelti per essere prede privilegiate, scelti per divenire i vampiri del domani o semplici paggi di quell’assurdo gioco. Altri, come lui, si stancavano della vita breve, dei dolori della coscienza, della luce del giorno, e sceglievano l’inganno della notte. Ripensava ora alle sue prime notti e ai suoi ultimi giorni, al passaggio delle dannate truppe cariche di morbi da oriente, ai primi sospetti, all’incontro con lord Tyrael, l’anziano mentore sulla via degli immortali, alla proposta, al rifiuto, ai morti come mosche tra bambini, uomini e donne, al popolo che implorava soccorso, al dolore della malattia, alla morte dei suoi cari dal nome ormai impronunciabile, ai giorni in un sudario di solitudine, al desiderio di morire, alla paura di morire, al ritorno di Tyrael e al morso di una nuova vita, non prima di un ultimo sguardo alle nuvole ramate all’orizzonte, a quell’ultimo cielo uguale a tanti altri, e tuttavia unico. Alla solitudine eterna. Sorrise. Forse solo ora, al presago cantare di un gallo, aveva capito: il suo trionfo sulla morte e la lunga vita di piaceri incomprensibili alla limitata mente di un uomo, non erano stati altro che un’agonia rivestita d’illusione, una fiera popolata da inquietanti buffoni dal sorriso falso e nero. Ora, in quegli ultimi secondi, con le tinte del cielo che via via si mescolavano al passato, trovò il tempo di pentirsi. Dopo tre secoli, nel fugace buio di un pozzo, Kaiar Vemon fu percorso da una lacrima. Poi, in un istante, il primo e ultimo raggio di sole lo carezzò, in un istante scoprì ciò che in trecento anni gli era stato celato, in un istante il calore, il vento, il sorriso, il cielo tornarono a pervaderlo e a colorare i suoi occhi. In un istante nacque il giorno, e al culmine di una vita di pensieri, poche parole trovarono la via dell’aria: “Per ultimo vidi ciò che di più bello c’era da vedere.” E svanì alle prime luci del mattino.
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wakizashi. Ti riporto quello che mi han detto (tanto è Dusdan/Pingu: gli rubo solo un post).
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Grazie a nome dell'autore a tutti... Mi sono state fatte un paio di osservazioni sul fatto che con la katana non ci si suicidava, ma con un'altra lama di cui non oso riportare la traslitterazione (per non sollevare l'ira di chi se ne intende). Inizia per w... Ovvio dire che girerò al più presto tutto quanto a MrAisTi, che spero di poter coinvolgere sia come giocatore che come scrittore in questo forum... magari così vi risponde direttamente lui!!!
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Vi ringrazio per aver investito un po' di tempo a leggere queste righe... Informerò l'autore dei vostri complimenti... Per quanto riguarda i commenti, il seppuku e la katana, posso dirvi con assolutissimissima certezza che... non lo so... ma spero di potervi dare una risposta al più presto...
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Non è il primo dei celestiali descritti nel manuale base dei mostri? E fa da famiglio? Me lo ricordavo medium size... non credo ci stia sulla testa del minotauro... :-k :-k
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Adoro le scene di "bottissima" perchè devo studiarle un po' per capire ESATTAMENTE quello che succede.. ha un tratto "sporco" che rende un sacco il movimento...
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Lo desidero... ardentemente...
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IO ho sempre preferito, dopo le strisce sul supereroe, le sue "visioni" sul servizio di leva... forse perchè sono Sturmtruppen.dipendente!