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Bomba

Circolo degli Antichi
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  1. DM Nel deserto di Loshim il combattimento infuriava, con i Guardiani Planari e Teshtukku che si scambiavano colpi forti come montagne, capaci di risuonare per tutta la città abbandonata e mettendo in fuga quei pochi animali del deserto che si erano ritrovati a fare capolino tra quelle rovine COFF… COFF… EFF… GLURG!!! gorgogliò Teshtukku, quando fu buttato ancora una volta a terra da Celeste e la sua alabarda lo colpì alla gola, un attimo prima che Gunnar si fiondasse su di lui, cercando di smembrarlo ma trovandosi ancora ad aver a che fare con la cotenna incredibilmente dura dell’essere, che dava ad Artigli di Sangue la sensazione di mordere una cassaforte in adamantio E vattene! esclamò l’infernale sferrando un calcio al muso del combattente orso, distanziandolo per non venire ghermito dalla sua presa. Quell’accerchiamento sul nemico, una tattica che di solito ben rendeva ai membri dell’Assemblea, fu però allentato nel momento in cui Celeste si dovette allontanare per elaborare una nuova strategia, lei che ora vedeva nella sua malandata arma un elemento di cui non poteva privarsi. E seppur coraggioso, Gunnar non sembrava in grado di arginare lo strapotere del guardiano dello Scaldri ARANCIATA E SUCCO D’ARANCIA SONO LA STESSA COSA! SVEGLIATEVI GENTE!! ululò Teshtukku, prima di portare la sua furia sugli incantatori con un salto carpiato in volo che lo portò a piombare tra Osymannoch e Bainzu. Il druido, nonostante l’astuta idea di ridursi di taglia per distanziarsi dall’essere, fu ancora una volta preda delle zanne dell’infernale, talmente algide e feroci da scavare una vita pure nella pelle angelica del solar di cui aveva assunto le sembianze. Ma sebbene la pratica di sbudellare druidi trasformati fosse cosa gradita all’infernale, gli occhi dell’essere furono ben presto attratti da qualcosa di molto più interessante: il Bastone della Rovina CHE COS’E’? HA UN’AURA POTENTISSIMA! DAMMELO!!! esclamò rivolto al lich. Riepilogo X tutti
  2. Salve a tutti. Ancora una volta chiedo un brain storming generale su una delle meccaniche della 3.5, in questo caso la quantità di vita a disposizione di un'arma. Pur avendo infatti ben a mente la tabella relativa degli oggetti base, la parte che pone in dubbio me e @Organo84 è la quantità di pf e la durezza in virtù delle diverse componenti magiche dell'arma. L'arma in questione è un'arma ad asta (un'alabarda) +5 Sacra e della Collisione Il manuale del master indica che per ogni +1 di bonus di potenziamento l'arma ottenga un aumento di +2 nella durezza e di +10 per i pf complessivi. Ma ciò si applica anche al bonus speso per aggiungere le abilità speciali? (In questo caso Sacra e Collisione). Di norma la logica mi porterebbe a pensare che un'arma come quella dell'esempio abbia ricevuto un trattamento più intenso rispetto a una sua "omonima" ma che sia solo +5. Però ci sono anche delle definizioni del manuale che mi mettono la pulce nell'orecchio tipo "A weapon can’t actually have a bonus higher than +5. Use these lines to determine price when special abilities are added in." che sembrano voler marcare un confine tra i due "mondi" del potenziamento e delle abilità speciali. Chiedo dunque lumi a chi magari si è trovato in una situazione simile (o comunque ne può sapere più di me)
  3. DM E CHI DIAVOLO SAREBB-?! Teshtukku non ebbe nemmeno il tempo di parlare che Celeste piombò al suo fianco, spingendo l’asta della sua alabarda sull’incavo della gamba destra dell’infernale e facendolo inginocchiare, prima di scoccare un colpo di taglio che aprì uno squarcio sul suo petto SI PUO’ SAPERE CHE RAZZA DI UMANA SEI? esclamò l’immondo, sputando sangue, prima di venire assaltato anche da Gunnar, il cui artiglione impattò contro la guancia dell’essere, forte dell’energia e del coraggio ridonategli da Bainzu. L’infernale sputò un grumo di sangue a terra, per poi lasciar andare Osymannoch, il quale per buona premura aveva ripreso la sua forma originaria BAH! NON POSSONO FERMARMI GLI STUZZICADENTI! ruggì, rialzandosi in piedi con un colpo di reni. Ignorando Gunnar, egli si gettò su Celeste, scambiando una serie di colpi. L’alabarda però stavolta si trovò ad affrontare non un’altra arma, ma fieri artigli e ali dalle punti feroci come lame di rasoio, le quali si infransero contro la struttura dell’arma della Borealis GUARDA COME TE LA SPEZZO! inveì l’infernale E TU VORRESTI VEDERTELA CON LO SCALDRI? LUI E' IMMENSAMENTE PIU' FORTE DI ME! E COMUNQUE LA VERA ARMA E’ LA SPADA LUNGA! berciò O IL FALCHION SE PROPRIO DEVI COMPENSARE PER DELLE MANCANZE! guaì, per poi accucciarsi leggermene e scartare di lato per affondare i denti, come un serpente che colpisse all’improvviso, in direzione della coscia dinosauresca di Bainzu, intento a ruggire una sua litanìa. Il druido sentì non solo il dolore della carne, sufficiente a fargli perdere il filo dell’incantesimo che stava tessendo, ma anche un vero e proprio risucchio della sua magia, come se una terribile sanguisuga si stesse nutrendo del suo potere magico UN SAPORE… DIVINO! commentò l’infernale, schioccando la mascella dopo quell’assaggio. Riepilogo X tutti
  4. DM Osymannoch aveva ormai brevettato una tecnica di fuga tutta sua, il tipo che se fosse stato possibile avrebbe tramandato ai figli per renderlo un simpatico tormentone. Ma non solo l’impossibilità di riprodursi impedì questo scenario, a metterci lo zampino ci pensò anche la manona di Teshtukku che artigliò la gola dell’Inatteso, strangolandone il collo VIENI QUI! ululò il demone, scuotendo quindi il lich con la stessa forza con cui un bambino avrebbe scosso un bambolotto di pezza, sebbene questo scricchiolasse ad ogni scossone. L’infernale avvicinò il viso del lich al proprio per poi vomitare improperi che dimostravano tutta la sua follia LE CURE SONO INUTILI! UCCIDERE DEMONI INFANTI E’ UN’AZIONE BUONA E LEGALE! LE RIVOLUZIONI SONO MEGLIO DELLA DIPLOMAZIA! berciò, gli occhi fuori dalle orbite ormai, per poi bersagliare Gunnar con un assalto mentale che infranse svariati dei suoi incantesimi al punto… da rimpicciolirlo. O perlomeno riportarlo alla dimensione di un tempo. Pur in quella ripetuta sfortuna, sebbene le dita del lich non riuscirono mai a raggiungere Gunnar, i Guardiani furono però in grado di liberarsi dall’assalto blasfemo ricevuto, pronti a soccorrere il lich ghermito. Riepilogo X tutti
  5. DM La morte di Maxillium pose fine a qualunque velleità, almeno da parte dei Guardiani Planari. Osymannoch prese tempo assumendo una forma assai meno suscettibile all’energia positiva, ma Sophia colpì Teshtukku alla guancia, sciogliendone parte e scatenando un altro urlo dell’essere, sebbene non fosse chiaro se ciò fosse dovuto alla follia dell’infernale o all’effettivo dolore inflitto dalla giovane incantatrice di Arth. Laddove Bainzu invece decise di diventare un tirannosauro e benedire Gunnar più di quanto avesse mai fatto con qualunque altro animale, Artigli di Sangue e Celeste circondarono Teshtukku per poi investirlo con una gragnuola di colpi una volta che egli fu sgambettato per l’ennesima volta a terra. Il rumore dei colpi dell’alabarda e degli artigli dell’orso che si infrangevano contro le difese magiche e fisiche dell’essere erano talmente forti da rimbombare per la città in rovina, che era diventata teatro di uno scontro degno dei suoi precedenti abitanti, mentre le nubi nere in cielo non rilasciavano pioggia, ma crepitavano di fulmini e saette. ORA BASTAH!! gridò Teshtukk, balzando in piedi una seconda volta con una piroetta da terra e respingendo con le braccia gli assalti dei due arieti dei Guardiani Planari. La mascella dell’immondo dalla pelle rossa si spalancò oltre i limiti di qualunque essere umano per poi eruttare un fiume di improperi nella Lingua Oscura, talmente carichi di malizia e malvagità nel descrivere gli orrori che egli avrebbe perpetrato sui loro corpi al punto da far sanguinare le orecchie degli ascoltatori e fiaccare il loro spirito …E QUESTO CONCLUDE LE CINQUANTA TORTURE CHE VI INFLIGGERO’! esclamò infine, gli occhi che fissarono folli gli avversari. Ma un avversario dal cuore altrettanto nero era pronto a portare avanti le manovre dei Guardiani. Ancora una volta per Osymannoch le blasfemie erano solo parte dei riti mattutini da lich FATTI SOTTO! FOLLE! IO FOLLE! TUTTI FOLLI! lo sfidò Teshtukku, muovendosi verso il lich in forma umana a una velocità sorprendente per la sua mole. Riepilogo X tutti
  6. DM La follia insinuatasi in Teshtukku, alla terribile notizia ricevuta, fu accolta con un misto di rassegnazione e frustrazione dei Guardiani Planari, i quali si lanciarono sulla creatura con l’intento di sopprimerla prima che potesse creare ulteriori danni. Sebbene Sophia e Gunnar forse nutrissero segretamente la speranza di un suo rinsavimento, essi non vollero però tirarsi indietro dal compito che il gruppo si era dato. Portabandiera di quella offensiva fu ancora una volta Celeste, la quale si trovò a scambiare feroci colpi di lancia contro l’infernale, i cui occhi dilatati all’inverosimile seguirono i movimenti della Borealis come solo un invasato avrebbe potuto fare NO! FOLLIA! SECOLI! gridò schivando in volo i fendenti della coraggiosa albina, la quale durante uno scambio si vide il volto dell’essere a pochi centimetri dal viso MILLENNI! SABBIA! PIU’ GIORNI CHE GRANELLI DI SABBIA! ululò, cercando di artigliarle il viso. Ma fu in quel breve lasso di tempo che Celeste riuscì a trafiggergli un’ala e portarlo a planare a terra, dove però egli giunse cadendo di schiena e attutendo il colpo. Il tacito segnale fu il la alla carica del resto dei Guardiani. Osymannoch rimase nelle retrovie, sanando il gruppo ma vedendosi respinto il proprio incanto benefico da Maxillium e le sue protezioni magiche, le quali rischiarono di ridurre nuovamente in polvere il lich, il quale non doveva essere stato avvisato di quel particolare rischio dal compagno. Sophia sollevò una tormenta di sabbia attorno a sé mentre raccoglieva l’energia magica, per poi scaraventare un raggio contro Teshtukku, il quale si schermò con le proprie ali. Ma nemmeno esse avrebbero potuto proteggerlo dalla rabbia dell’orso e dalla pugnalata del mago. Gli artigli di Gunnar si piangarono sulla carne dell’immondo urlante DOLORE! ATTESA! urlò, dimenandosi come un folle dalla presa di Artigli di Sangue e respingendolo con un calcio prima che il suo costato venisse trafitto dal pugnale di Maxillium, il quale creò una risonanza di energia sonora che crepitò nell’aria rimbombando come un tuono. Un connubio di manovre che avrebbe steso qualunque avversario mortale. Ma Teshtukku era un’infernale, qualcosa più di un semplice demone buffone o una succube adolescente QUESTO LO CHIAMI DOLORE? QUESTO E’ DOLORE! gridò l’immondo, sollevandosi da terra con un balzo e torreggiando sui presenti mentre attorno a lui l’oscurità parve avvolgere l’intero deserto e le ferite sul suo corpo si sanavano lentamente. La creatura si avventò su Maxillium, artigliandone le spalle e azzannandone il collo, sollevandolo da terra e sbattendolo sulla sabbia uno, due, tre volte prima che un sordo rumore di ossa spezzate preannunciassero la dipartita di Maxillium. Teshtukku scosse la testa a destra e a sinistra NESSUNA ATTESA, PIETA’ PER LUI! PIETA’ PER TE! gridò gettandosi quindi su Gunnar, le ali e la coda puntuta che sventagliarono l’aria mentre colpirono Gunnar, trafiggendo la carne sotto il pelo e disegnando schizzi rossi sulla sabbia del deserto di Loshim, mentre l’essere avanzava come una forza inarrestabile, pronta a portare distruzione ovunque. Riepilogo X tutti
  7. DM G-gli dei…. u-uccisi? ripetè Teshtukku, i cui occhi si dilatarono al punto da sembrare due fari color ambra. Il suo incarnato parve perdere la lucentezza rossa, l’infernale che scosse leggermente la testa mentre Bainzu e Celeste gli parlavano, sebbene l’attenzione del guardiano per loro fosse decisamente minore rispetto a prima Io… posso saperne di più… non credo… disse con voce atona, le labbra che tremarono e le mani che si flessero, prima che egli puntasse all’improvviso il capo verso Osymannoch NO! COME POSSONO ESSERE STATI ASSASSINATI GLI DEI? ruggì, lo sguardo talmente penetrante che il lich potè sentire una sensazione viscerale sotto quell’inquisizione visiva. Ma egli aveva detto la verità e il guardiano perse ben presto la sua baldanza Non può essere… ma… ho visto così tante creature che so quando perfino un immortale mente… e tu non menti… Teshtukku abbassò il capo e scosse di nuovo la testa Per quanto tempo ho atteso dunque invano… INVANO!!! l’infernale ruggì rivolgendosi al cielo POTEVATE AVVISARMI! POTEVATE CHIEDERE IL MIO AIUTO! il cielo parve diventare più scuro, nubi che si addensarono laddove fino a poco prima si trovava il sereno VI AVREI AIUTATI! E INVECE AVETE PREFERITO MORIRE PER MANO DI UN ESSERE UMANO!! la voce rimbombò per il deserto, forte ora come un tuono, mentre il vento iniziò a spirare ai piedi dei Guardiani Planari, la sabbia che si sollevò leggermente al ritmo dello sbattere d’ali dell’essere in volo ANNI? NO, FORSE SECOLI O MILLENNI!! Teshtukku si portò le mani alle tempie AD ATTENDERE INVANO! TESHTUKKU NON IL CADUTO, MA IL FOLLE!! l’essere scoppiò in una risata che rimbombò per la città, per poi voltarsi CHI RIDE? CHI RIDE DI ME? ululò, come il vento per poi notare i Guardiani GIUSTO, VOI! ANCHE VOI MORTALI, VOLETE UCCIDERE ANCHE ME, VERO? ringhiò, sbavando come un cane NON SE VI UCCIDERO’ PRIMA IO! VI UCCIDERO’, SI! VOI E I VOSTRI GENITORI! E I VOSTRI FIGLI! E I VOSTRI ANIMALI DOMESTICI! berciò, per poi sollevare le mani al cielo e formare una sfera di pura potenza multicolore che scagliò a terra, rapida come un fulmine. Non fu un attacco nominato, bastarono i fatti per colpire nel vivo i membri dell’Assemblea. Un bagliore immenso fu la prima cosa che videro, un bagliore che minacciò di accecarli, un battito di ciglia prima di avere la sensazione di trovarsi al centro del sole, tale fu il calore e il bruciore che i loro corpi percepirono all’esplosione, il cui rumore fu talmente forte da far sanguinare le loro orecchie e i loro occhi, forse talmente forte da poter essere udita per tutta Garwith. Il fumo di quella esplosione si levò in aria, formando uno strano cappello simile a quello di un fungo, attorno al quale planò Teshtukku, intento a contemplare la devastazione che stava provocando NON VI E’ PIU’ SENSO NELLA MIA ESISTENZA! TESHTUKKU IL FOLLE, TESHTUKKU L’INUTILE! latrò, ormai in preda alla follia. Riepilogo X tutti
  8. DM X i diplomatici Non giorni, ma settimane corresse Teshtukku nei confronti di Osymannoch Ma è vero, ho visto apparire creature dei reami inferiori e superiori, confusi all’inizio. E ammetto che all’inizio ho pensato davvero fosse giunta la Fine dei Tempi l’infernale si portò una mano al mento, carezzandoselo Ma gli dèi non si sono pronunciati e voi mi dite che questa minaccia giunge non per la fine dei tempi, ma da un’altra fonte…? Teshtukku inarcò un sopracciglio, per poi inarcare il collo in avanti e squadrare i volti di coloro che si trovavano al suo cospetto Credo davvero nella vostra preoccupazione per ciò che mi raccontate, sebbene non capisca perché liberare una creatura come Scaldri possa aiutare contro un’altra minaccia di tale portata commentò infine Tuttavia mi sembra di capire che questa stiate vivendo non sia l’Apocalisse l’infernale sbuffò, portando le mani a giocherellare con la grossa chiave che aveva appoggiata sul petto Come tale non posso accontentarvi. Ho dato la mia parola. Solo quando giungerà il momento della Fine allora gli dèi mi concederanno di poter liberare Scaldri e terminare la mia lunga attesa. Sebbene il mio aspetto possa spaventare, non infrangerei mai un patto, per me una promessa è una promessa spiegò la creatura Specialmente questa che è la più importante della mia esistenza Teshtukku sospirò Avete la mia comprensione per la minaccia che incombe sui vostri mondi, ma se il destino vorrà che Garwyth venga spazzata via, allora probabilmente anche per me e lo Scaldri il destino sarà lo stesso e, perlomeno, pure nella morte avrò mantenuto la mia parola disse sollevando il mento e gonfiando il petto, con orgoglio. Egli lasciò stare la sua chiave, per poi incrociare le braccia Temo di non potervi aiutare nel vostro compito minore. Mi duole dirlo, ma penso siate giunti fin qui invano… X tutti
  9. DM Il breve rientro di Bainzu su Arth per congedare Pisittu una volta per tutte fu accolto con un certo sollievo dai compagni e dalla tigre in primis, la quale strusciò il proprio muso sulla veste del druido un'ultima volta, prima di allontanarsi verso la giungla che egli aveva scelto come habitat ideale per poterle lasciare godere dei suoi restanti giorni di vita. Tale saluto fu l'unico evento degno di nota nel breve periodo che i Guardiani, ora di nuovo riuniti, passarono sul Teschio di Paithah prima di ripartire il giorno seguente, ritemprati nel corpo e in alcuni casi anche per mezzo di magie. Il ritorno presso l’antica città che un tempo sorgeva nel deserto di Loshim riportò subito ai Guardiani Planari il difficile combattimento vissuto, sia che fosse passata più di una settimana o, di fatto, meno di una giornata. Non vi erano più tuttavia segni della battaglia, segno che il deserto era stato inesorabile nel coprire le tracce del loro passaggio. Il loro ricordo però era rimasto vivido nella memoria di un soggetto, il quale fu preannunciato dal forte sbattere delle sue ali da pipistrello quando planò, scendendo dal picco più alto, e rimanendo in volo a circa nove metri di altezza rispetto ai Guardiani Planari, quando essi varcarono ancora una volta i confini dei resti di quella titanica città in rovina Non solo dunque una diatriba, ma qualcosa di più vi guida, se vi siete spinti di nuovo qui disse con voce grave l’infernale Teshtukku. Alto come un gigante, dalla pelle rossa e dagli occhi che erano pozzi dorati, l’essere ostentò un’espressione indecifrabile. Fu in tale frangente che i membri che lo avevano già conosciuto (seppur per breve tempo) notarono come egli indossasse una pesante collana formata da una catena che sorreggeva una grossa chiave priva di denti. Notando la presenza di Osymannoch e Maxillium, egli rivolse loro un cenno del capo Il mio nome è Teshtukku, anche se molti sono solo Il Caduto disse loro Come già dissi ai vostri compagni, in virtù del patto che ho siglato con gli dèi, vi accolgo in pace. Questo luogo di polvere e ricordi dimenticati però non può offrirvi nulla, non dopo millenni di silenzio spiegò L’unica cosa custodita qua è un cataclisma, ma egli non si manifesterà prima che giunga l’Apocalisse. Solo allora io lo potrò liberare e solo allora, come accordato, avrò espiato la mia colpa disse Spero non siate giunti qua nella speranza di interrompere questa guardia, poiché sarei costretto a oppormi a voi li avvisò. X tutti Checkpoint nella notte tra il 21 e il 22 aprile per le azioni dei pg
  10. DM Il ritorno di Osymannoch l’Inatteso (ma in quel caso molto atteso dai suoi compagni) richiese ben otto giorni, otto lunghi giorni durante il quale i Guardiani Planari furono costretti a disporre del corpo di Maxillium prima che l’odore di putrefazione divenisse insostenibile, attirando curiosi e soprattutto i loro vicini. L’affare con Nassin-Frost, che aveva risollevato il morale del gruppo, andò in porto con la stessa disinvoltura di sempre, il gigantesco mercante blu che strinse la mano ad ognuno dei presenti, prima di stilare i dettagli della consegna dei diamanti, la quale sarebbe avvenuta entro due giorni al massimo. Come egli li aveva abituati, Nassin-Frost fu di parola e con un giorno di anticipo, già quello successivo, il carico di diamanti valido per due resurrezioni giunse alla loro porta. Il gruppo non vide il corriere in quell’occasione, ma Celeste Borealis ebbe la netta sensazione che a effettuare la consegna fosse stata ancora una volta sua figlia Rakayah, più o meno nel momento in cui il pacco giunse sfondanto una delle finestre di casa e la voce della sua figliastra demoniaca urlò Spero che ti servino per salvare i tuoi altri figli, p*****a! prima di sparire alla vista. Come purtroppo Celeste aveva imparato dalle prime esperienze della figliastra, per Rakayah un “non farlo” significava “sì fallo” e un “no, basta, ti prego o chiamo le guardie” significava “insisti, è questo il momento per darci dentro!”. Era così che ella aveva ricevuto il suo primo arresto per stupro. A nove anni. Quel triste momento familiare fu solo il preludio di una settimana per il resto piuttosto difficile, i Guardiani che furono martellati di richieste da parte del Seguito di Lady Myonatix e dai Demoni Circensi. Come Ashbet la donna-gatto aveva profetizzato, Lady Myonatix non fu affatto felice di scoprire che Celeste aveva una figlia (per quanto adottiva) succube e le sue parole furono lapidarie Suppongo che dovrò mettere alla prova la vostra volontà di fare davvero del bene si limitò a dire al termine di un breve incontro, al termine del quale inciampò, rovesciando tavoli e sedie e spaccandosi gli incisivi. I Demoni Circensi invece colsero l’occasione per estendere numerosi inviti ai Guardiani per una delle loro feste notturne, con Zimmergin il demone-rospo che fece svariate proposte di matrimonio alla Borealis, arrivando ad essere arrestato per tre giorni da Hygrave dopo la ottava canzone della sua serenata notturna, pronunciata con parole della Lingua Oscura che fecero sanguinare le orecchie di quattro Filosofi tanto sfortunati da trovarsi in zona al momento dell’esibizione. Osymannoch, al termine di quella ordalìa per i suoi compagni, fu accolto dunque con un certo trasporto ed egli fu ben presto al centro degli sguardi di tutti quando riportò in vita prima Maxillium e poi Pisittu la tigre, la quale si guardò intorno con un’espressione che sembrava esprimere una triste rassegnazione. Dedicate le proprie attenzioni ai caduti, i Guardiani ebbero la prima occasione dopo molto tempo di poter interagire tra di loro e prepararsi alla ripartenza per il giorno successivo. Sebbene Re Ambric non avesse dato loro tempistiche, un mago della corte del sovrano di Brescau, quello stesso giorno, contattò tramite magia il gruppo per sapere se vi erano stati progressi nella loro missione per distruggere il Bastone della Rovina. X tutti
  11. DM La rabbia di Bainzu fu accolta con un timore ben mitigato dei Demoni Circensi. Mavreen sbadigliò in maniera udibile, mentre Zimmergin roteò un polso qualche volta Sì… sì… bla… bla… ciuccia… le solite cose… borbottò il demone-rospo, mentre Wrenchwort si lasciò andare a una risatina alle parole del collega e a un Ba-dum tsss! sguardi truci furono invece rivolti dai membri del Seguito di Lady Myonatix, con Miri che fischiò tre volte, per poi guardare in cagnesco il druido Sì, credo che sua madre probabilmente facesse quel mestiere… commentò Bombus stringendo il bastone tra le mani, come se fosse pronto a iniziare a percuotere il druido. Non che la “povera e indifesa” ragazza aggredita mostrò particolare riconoscenza verso i suoi salvatori, in particolare Celeste Smettila di rompermi i c*****i! Credi che me ne freghi qualcosa se sei la mia madre adottiva? Sei solo una vecchia t***a ora troppo vecchia per trovarsi un uomo stabile e dato che non riesci a farti una vita felice e devi rovinare quella degli altri! sibilò con la cattiveria che solo Rakayah sapeva mettere nelle sue parole quando ci si metteva Sciaff! commentò Mavreen simulando una frustata, mentre Wrenchwort commentò con un convinto Ba-dum tssss e Zimmergin la squadrò dall’alto in basso Oh, baby, tu sì che sei un bel bocconcino malvagio leccandosi le labbra. Gli occhi della donna-gatto Ashbet si sgranarono a quelle parole No… cosa?? Quella schifosa creatura è TUA FIGLIA? domandò rivolta a Celeste, puntando il dito su Rakayah, la quale colse l’occasione per rivolgere il dito medio a tutti i presenti e teletrasportarsi via Oh, questa davvero non ce la dovevi fare! Celeste, dovresti cospargerti il capo di cenere, quando questa la saprà Myonatix… ti conviene preparare delle belle scuse! la avvisò la donna felina. Zimmergin si aggiustò una cravatta invisibile prima di rivolgersi a Celeste Celeste Borealis, meravigliosa e stupenda donna… posso chiederle cortesemente il nome della sua splendida figlia, di grazia? Ci terrei a invitarvi per un aperitivo con droga, per conoscerci meglio e fare una bell’orgia magari… La giornata per fortuna fu foriera anche di notizie più confortanti. Sebbene il gruppo non sapesse quando Osymannoch sarebbe ritornato tra di loro, una rapida convocazione di Nassin-Frost portò il mercane a rivelare loro un’insperata sorpresa Ma questi sono amuleti di Scaleforge! Vedete questo simolo dietro? disse facendo notare loro la firma del fabbro Un fabbro mezzo-drago rosso, un fenomeno delle fucine venuto a mancare anni fa, ma i cui prodotti sono riconosciuti come favolosi in tutto il multiverso. Sapevo che aveva prodotto molti amuleti, ma ritrovarne ben dieci in una volta sola… il mercane li analizzò ad uno ad uno Capisco… quelli di buona fattura, i più semplici. Questo spiega il grande numero ritrovato…. Chissà che in futuro non possano toccarvene di pregevole o ottima fattura! scherzò, rivelando loro l’ottimo valore di mercato a cui li avrebbe acquistati Ve li prendo a 400mila monete d’oro l’uno. Adesso magari riflettete se volete tenerne qualcuno per voi. I restanti comunque li prendo volentieri. Saturiamo il mercato, ma conto di poterli piazzare a svariati guerrieri che conosco disse. Gli altri oggetti, nemmeno lontanamente all’altezza degli amuleti di Scaleforge, non suscitarono l’interesse di Nassin-Frost. X tutti
  12. DM Acquasanta e crocifissi avrebbero forse avuto un’accoglienza migliore di quella che Rakayah riservò alle attenzioni della madre adottiva, almeno a giudicare dalla sua espressione Grrrr, lasciami andare vecchiaccia! ringhiò, venendo suo malgrado costretta a fare una sgradita pausa dal lavoro Non sono c***i tuoi come l’ho trovato e che cosa voglio fare nella mia vita! imprecò per poi rivolgere gli occhi al cielo Devi sempre essere così fastidiosa? Sei proprio come non-beh… non come nonna. Lei mi piace, a differenza tua! disse senza mezzi termini Comunque l’azienda ci paga i viaggi planari. Devo dire che è bello andare in un posto diverso che non quell’Accademia piena di pervertiti o il tuo schifoso villaggio commentò per poi notare i resti di Maxillium Ah, il tuo fidanzato è morto! la schernì, puntando il dito e scoppiando a ridere. La succube sibilò come un serpente alla proposta di Celeste di accompagnarla da Fnut Non sono mica una ritardata come Deborah! rispose piccata, per poi rialzarsi e prendere il suo pacco da consegnare in mano Faccio da sola, madre. Te pensa a trovare un nuovo c***o da succhiare la sbeffeggiò occhieggiando ancora una volta il corpo di Maxillium prima di prendere la porta ed uscire. Al palazzo di Re Ambric il re ascoltò con estremo interesse il resoconto di Bainzu, venendo affiancato ben presto da Thomas di Birchdale Mio re, questo conferma ciò che ho sempre sospettato su quel verme! disse portandosi il pugno al petto Mi permetta di consegnare quel folle alla giustizia, qualora egli abbia la faccia tosta di ripresentarsi. Come vostro paladino sento che questo è il mio dovere! esclamò con fare goliardico, l’espressione meno arcigna e più risoluta. Ambric si limitò a sollevare la mano e fare un cenno al suo campione Un passo alla volta disse con voce grave il monarca, rivolgendosi al suo campione Se Constantine si ripresenterà hai il permesso di arrestarlo e condurlo da me, con il supporto di tutti i sevikim che conosci, Thomas disse, per poi rivolgersi ai membri dell’Assemblea Ciò che è successo non va bene, ma non è la fine del mondo. Non ancora, perlomeno commentò Mi rincresce che abbiate subito perdite così personali e, se tutto andrà bene, farò erigere un monumento in memoria dei vostri caduti. Al contempo è chiaro che non posso offrirvi l’aiuto che speravo di darvi, non con serpi in seno a palazzo. Di questo però mi occuperò personalmente. Voi prendetevi il tempo che serve per ritemprarvi, dopodichè procedete con il piano fu la decisione di Re Ambric Spero che alla prossima occasione ci riuniremo da vincitori l’incontro si concluse quindi con la più assoluta collaborazione da parte del regnante di Brescau. I Guardiani Planari si riunirono quindi ancora una volta al Teschio, dove si ricongiunsero a Celeste e a ciò che rimaneva dei loro compagni caduti, vale a dire il corpo senza vita di Maxillium e un vasetto di conserve con le polveri rimaste di Osymannoch (e un certo quantitativo di sabbia). L’incontro fu però di breve durata quando uno strillo provenne dal vicinato DEMONI!!! urlò la voce di Ashbet del Seguito di Lady Myonatix, seguita da un SI…? perplesso della marilith Mavreen dall’altra parte della strada. Ma non era la spadaccina giocoliera l’oggetto dell’ira del Seguito, bensì (a giudicare dal vestiario) una addetta alle consegne dei mercane succube, che il gruppo riconobbe come Rakayah Decanti, la figlia di Celeste, che fu raggiunta da una bastonata del grasso aasimar blu Bombus, sotto l’approvazione fischiata del delfino celestiale Miri Esatto! A terra, maledetta succube! tradusse l’aasimar, Rakayah che fu subito presa per il colletto dalla donna-gatto Ashbet Chi sei? Una spia? Ci sono i demoni dietro i terremoti? soffiò per poi volgere la testa verso la loro casa MYONA! AUBERIL! chiamò. Ma siccome le disgrazie non giungevano mai da sole, il trio del Seguito fu raggiunto ben presto da un eguale numero di Demoni Circensi di Hecke. Mavreen la marilith, Wrenchwort il glabrezu e Zimmergin l’hezrou fecero tremare la terra mentre accorsero a gran passi verso i celestiali HEY! Nessuno inizia una rissa senza di noi! gracchiò il demone rospo, schizzando maionese tutto intorno a sé Karla, ma che ti è salt- aspetta, chi sei tu? domandò perplesso verso la nuova demonessa. Rakayah provò a rispondere Oh, allora c’è anche della gente norm- venendo interrotta da un’altra bastonata. Il gesto non fu però ben accolto dai demoni Figli di p*****a, ci stavo flirtando! Nessuno interrompe Zimmergin quando vuole sc****si una demonessa, nessuno! Fatevi sotto! gracchiò Zimmergin, ricevendo eco da un Ba-dum tsss! di Wrenchwort, mentre Mavreen diede un colpetto di gomito al collega Ma sai che mi ricorda la descrizione della nipote della c- un fischio irato del delfino Miri sembrò preannunciare l’inizio delle ostilità. X tutti
  13. DM Vi erano parecchi timori nei cuori dei Guardiani Planari superstiti, il primo era la disponibilità di Teshtukku a lasciarli raccogliere i propri averi e, soprattutto, quelli dei Sevikim che il gruppo così duramente aveva guadagnato sconfiggendoli in quella lotta senza quartiere. La potenziale avidità della creatura fu però spazzata via quando egli si limitò a fare un cenno della mano a Bainzu E con il tuo s- disse per poi scuotere la testa Prendete quello che dovete si limitò a dire, nel tono più inquietante ma al contempo anche diplomatico che potè porre. Il guardiano non li attaccò a sorpresa, non scoppiò in una risata mefistofelica, né rivelò loro piani malvagi. Egli mantenne aperto il salvacondotto concesso loro e, accordatisi sulle strade da percorrere, i Guardiani si divisero in due sottogruppi: il team Diplomazia formato da Sophia, Bainzu e Gunnar (dopotutto una mascotte serve sempre) e il team Cadaveri formato da Osymannoch, Maxillium e Celeste (che con i propri trasporti di defunti aveva ormai raggiunto la quota di viaggi di una piccola impresa di pompe funebri). Il fatto che pochi minuti prima il gruppo, partito in pompa magna, fosse ritornato con soli tre elementi fu elemento di parecchia confusione al palazzo di Re Ambric, le guardie del palazzo che accorsero all’arrivo dei tre venuti. Thomas di Birchdale irruppe come un tornado nella sala del trono quando il gruppo raggiunse l’anziano sovrano, il quale artigliò i braccioli del suo scranno mentre si rivolse ai membri dell’Assemblea Guardiani Planari! esclamò Che cosa è successo? Come sta il Bastone? Dov’è la vostra scorta? Dove sono i vostri compagni? domandò ad occhi sbarrati l’anziano monarca, che sembrava sull’orlo di un infarto E soprattutto, dov’è Constantine? domandò il campione del re dai capelli rossi, aggiungendosi alla conversazione e osservando arcigno la situazione, a una distanza di valore Arthiano di un centimetro dal viso dei presenti. Sebbene fatti oggetto di una inquisizione di domande degna dell’ultima occasione di poter far domande prima dell’inizio di una avventura importante, a quanto pareva, in netto contrasto con i timori manifestati da Sophia, l’arcimago Constantine non aveva ancora fatto il suo ritorno a palazzo. Ancora privi di una diffamazione che rendesse il gruppo apprezzato alla corte di Re Ambric tanto quanto lo sarebbero potuti essere un atropal a una festa per bambini, i membri dell’Assemblea avevano l’occasione per parlare per primi! Celeste Borealis, sul Teschio di Paithah, non incontrò invece nessuno quando emerse nel vuoto cosmico, almeno fino a quando non riuscì a riteletrasportarsi all’interno dell’appartamento dei Guardiani. Lì potè valutare la situazione con un attimo di calma, potendo stendere a terra il corpo senza vita di Maxillium e porre in un vasetto di conserve vuoto i resti polverosi di Osymannoch che erano stati raccolti qua e là (sebbene fosse forse più la sabbia che le ceneri del lich). I beni furono adagiati sul tavolo da pranzo, in tempo perché un suono giungesse dall’ingresso. Qualcuno aveva suonato al campanello (sebbene ancora la Borealis ignorasse dove esso si trovasse). A suonare era un corriere dei mercane, una succube vestita con una divisa color kaki che ella aveva vandalizzato per mettere in evidenza il proprio generoso seno e le toniche cosce Sì, salve. Sono qui per fare una conoscenza ai Filosofi di Arithmea biascicò la giovane demonessa masticando una cicca mentre leggeva distrattamente l’ordine Chi di voi è il vecchiaccio che si chiama Fnut? domandò Rakayah Decanti prima di accorgersi che la sua interlocutrice era nientemeno che sua madre Ah! biascicò per poi fare un palloncino con il chewing gum e farlo scoppiare Senti vecchia, io non ho visto te e tu non hai visto me, ok? domandò la succube, esibendo un insolito tic di nervosismo sul sopracciglio destro che mai aveva manifestato prima. X tutti
  14. DM Sebbene fossero riemersi dalla nebbia e dagli ostacoli naturali, i Sevikim trovarono una strenua resistenza da parte dei Guardiani Planari superstiti. Sophia ne trasse due in aria, tramite la sua magia UN’ALTRA ROBA MAGICA! gridarono, usando termini che avrebbero reso orgoglioso il Capobranco Vesphian. Bainzu, in forma di drago d’oro, planò per il campo di battaglia per poi sbattere le poderose ali e fluttuare a pochi metri da terra, prima di eruttare un torrente di fuoco sui barbarici avversari, che gridarono BRUCIA! BRUCIA! MALEDETTO PRESTIGIATORE, CE LA PAGHERAI! ma non si arresero, anche quando Gunnar si avventò su uno di loro con i propri artigli, scavando ferite orribili sulle sue spalle e facendo scricchiolare il suo collo quando si avventò azzannadolo alla gola AH! CANE! MUORI! gridò il suo avversario cercando di percuoterlo. Un altro non potè nemmeno gridare quando Celeste infranse il velo e si teletrasportò a fianco per poi trafiggerlo con una rapida raffica di colpi di alabarda, uno dei quali trafisse il ginocchio spedendolo a terra e successivamente impalato. Gli aasimar superstiti sollevarono ancora una volta le loro asce bipenne, gridando a squarciagola per ignorare ancora una volta l’immenso dolore che scuoteva i loro corpi ustionati e grondanti di sangue nei quali, in alcuni punti, perfino le ossa spezzate sporgevano rendendo l’avanzata di quegli aggressori uno spettacolo infernale. Ma nel momento in cui essi parvero pronti a lanciarsi contro i loro avversari il loro corpo cedette infine alla fatica, spezzando quella resistenza ultraterrena che li aveva resi una minaccia incredibile fino a quel momento. Chi vomitò sangue, chi si vide spezzare le caviglie, chi semplicemente roteò gli occhi all’indietro, ad uno ad uno i sevikim crollarono a terra, incapaci di portare avanti quello scontro con i membri dell’Assemblea. I Guardiani Planari, pur dopo una lunga lotta e svariate perdite anche tra i loro ranghi, erano emersi ancora una volta vincitori. Una risata gutturale proruppe da Teshtukku Molto divertente! esclamò l’infernale, battendo le mani in direzione dei nativi della superficie di Arth Non capita di assistere tutti i giorni a uno spettacolo così singolare. Complimenti. Direi che la vostra disputa è risolta commentò, sbattendo ritmicamente le sue grandi ali nere per tenersi in quota Ora direi che siete liberi di tornarvene da dove siete venuti, in pace come siete giunti disse. Riepilogo X tutti
  15. DM GGGRNNAAARGH!!! Ringhiarono a svariate gradazioni di rabbia i sevikim, intervallando tali grida di sforzo con ben congeniate bestemmie e imprecazioni. La silenziosa nebbia mefitica di Sophia sfrigolò, segno le carne all’interno veniva corrosa, ma ciò non parve sufficiente a fermare la furia di quei berserker, che Gunnar già aveva valutato come dei veri e propri prodigi, il frutto di decenni di battaglie condensati in quei talenti armati di asce bipenne GLORIA O MORTE! gridarono all’unisono, emergendo infine dalla nebbia, la pelle che mostrava ora chiazze rossastre nei punti in cui era stata corrosa, le mani tremanti per lo sforzo di sorreggere la propria arma e per l’adrenalina in circolo, gli occhi non più vuoti ma iniettati di sangue POSSO VEDERE!! urlò uno, subito imitato dagli altri e seguito da un ruggito di guerra del gruppo di barbari superstiti A MORTE I NOSTRI NEMICI! NON POSSO FERMARE CIO’ CHE E’ INARRESTABILE! gridò uno di loro, notando che parte di loro erano caduti CHE PAGHINO CON DUE MORTI OGNUNO DEI NOSTRI CADUTI!! i suoi commilitoni che annuirono urlando ancora una volta GLORIA O MORTE!!! Teshtukku non disse nulla, osservando la scena mentre reggeva in mano un contenitore in plastica colmo di mais saltato, prendendone di tanto in tanto una manciata da sgranocchiare. Sebbene fosse noto come le creature originarie dei piani inferiori non avessero bisogno di mangiare, chi le conosceva (come Celeste) sapeva che esse non si tiravano comunque indietro, se non altro per provare qualche emozione nuova. Non per niente Rakayah aveva iniziato a bere a cinque anni e a drogarsi a sette. Riepilogo X tutti
  16. DM Alle parole di Bainzu, l’infernale Teshtukku si limitò ad annuire, gli occhi color ambra che seguirono l’evolversi dello scontro con il richiamo delle spine da parte del druido, viticci dotati di algidi e feroci spine che si avvilupparono attorno ai furiosi sevikim costruendo un roveto che avrebbe mandato al manicomio anche i più zelanti giardinieri reali AH! UNA NUOVA ROBA MAGICA! ruggì uno degli aasimar NON DEMORDETE FRATELLI, SPEZZEREMO ANCHE QUESTA MALEDIZIONE! Lo seguì a ruota un altro, vorticando la propria bipenne. Una visione che presto si infranse sotto la coltre di nebbia corrosiva color arancio che invase l’area degli arbusti e raccolse un ulteriore salva di imprecazioni da parte dei Sevikim, ora non più visibili ma sempre molto udibili SENTITE QUESTO LEGGERISSIMO BRUCIORE? STANNO CERCANDO DI FERMARCI! urlò uno STOLTI, VI TROVEREMO E VI AFFETTEREMO!! promise un altro. La coltre, sebbene ideale per rallentare i nemici, non sembrò però danneggiarli come sperato e come risultato, né Gunnar né Celeste furono in grado di raggiungerli con i propri artigli, pena il rischio di dover entrare nella nebbia per scovarli ed esporsi ai suoi nefasti effetti. Una serie di urla, imprecazioni e promesse di morte giunse dall’interno, ma nessuno dei Sevikim emerse dalla nebbia nell’immediato. Teshtukku inclinò il collo, facendo scricchiolare le propria ossa, quindi prese un respiro e si guardò istintivamente il polso Richiederà molto tempo, la cosa? domandò in tono leggermente infastidito, inarcando un sopracciglio scuro. Riepilogo X tutti
  17. DM X Sophia Lo sguardo dell’infernale vagò dapprima al tornado, ai barbari intrappolati al suo interno e infine si riposarono sui Guardiani Planari, in attesa di vedere che cosa sarebbe successo. I loro precedenti, nel trattare con entità, non erano eccezionali. Tuttavia la cavernosa voce dell’infernale, resa tale probabilmente dallo scarso uso che ne faceva, rimbombò con un tono non aggressivo verso Sophia e il resto dei membri dell’Assemblea superstiti In accordo con il patto che ho stretto, dunque vi accolgo in pace, stranieri disse Io porto il nome di Teshtukku, il mio primo fardello. Non interferirò nella vostra disputa, se come dite ve ne andrete. Nondimeno sono curioso di sapere che cosa ha portato le vostre anime in questo luogo di polvere e memorie perdute il discorso dell’infernale precedette di poco un altro ruggito collettivo di Sevikim, i quali spezzarono il loro assedio con un altro assalto al monolito elementale di Bainzu, un attacco collettivo che stavolta si rivelò letale per la creatura e che liberò gli otto in piena aria… e portandoli a una picchiata rovinosa a terra, dove due di essi si ruppero gambe e collo all’impatto con il terreno LA TERRA! ALLE ARMI, FRATELLI!! IL NEMICO INCOMBE ANCORA SU DI NOI! ruggì uno, mentre il resto della mezza dozzina di superstiti tentarono di radunarsi seguendosi con la voce GLORIA O MORTE! ripeterono i suoi commilitoni aasimar. Le ferite che essi avevano riportato tra le sferze del vento, la magia di Osymannoch e le violente colluttazioni avevano lasciato solchi orribili e ferite che perdevano sangue come un rubinetto aperto. Eppure, pur di fronte alla palesità della loro stanchezza, questi irriducibili non sembrava aver smarrito la competitività, dimostrando ancora una volta una volontà di sopravvivere fuori del comune. Riepilogo X tutti
  18. DM Maxillium volò per il campo di battaglia, il corpo che ricadde sulla sabbia con un sonoro scricchiolìo di ossa spezzate a quel repentino volo, prima che la tempesta di sabbia si sollevasse da terra. Il turbine elementale evocato da Bainzu voleva essere la soluzione ai problemi, come d’altronde i suoi tornado avevano fatto in altre occasioni, tuttavia il druido scoprì ben presto che i sevikim non erano un gruppo di goblin o non-morti di bassa lega, bensì feroci guerrieri pronti a dare battaglia fino all’ultimo respiro. E se uno era un avversario forse gestibile, otto costituivano una forza capace di sbaragliare un intero esercito e sufficiente a mettere in seria difficoltà anche il suo titanico monolito intento in una disperata ascesa GLORIA O MORTE!!!! gridò uno dei Sevikim, il cui ruggitò si propagò all’interno del tornado dove si trovavano i suoi commilitoni POSSO SENTIRE DI NUOVO!!! CHE I NOSTRI ANTENATI CI OSSERVINO ORGOGLIOSI!!! gridò uno, seguito dai ruggiti dei suoi compagni e da una rinnovata forza di volontà del gruppo che mulinò le proprie asce sferzando in quel turbine di morte COLPIAMO PIU’ FORTE! SENTO CHE E’ VICINO ALLA FINE!! ruggì un altro, le grida dell’elementale che rimbombarono in quella città nel deserto abbandonata. Grida che furono anche di dolore, nel momento in cui Gunnar riuscì a scoperchiare la cassa toracica dell’ultimo aggressore a terra, esponendone i polmoni al vento del deserto prima che egli crollasse a terra, non prima di aver tentato un ultima volta di affettarlo!! Celeste si mise in guardia, mentre Sophia provò studiare una nuova strategia. A un certo punto però una nuova voce tuonò nel campo di battaglia CHI SIETE VOI CHE GIUNGETE QUI DOVE GIACE LO SCALDRI? pronunciò un essere grande come un ogre, dalla pelle completamente rossa e glabra, corna nere da caprone sulla testa e ali nere come la notte, planando dalla cima del pilastro più alto. Era difficile stabilire la sua origine, diverso da ogni demone o diavolo che i membri del gruppo avessero mai visto, ma a giudicare dalla descrizione fornitagli da Constantine egli altri non poteva che essere Teshtukku, l’infernale. Riepilogo X tutti
  19. DM AAAAHHH!!! I MOSTRI!!!! urlarono terrorizzati i parenti del piccolo Martin, un attimo prima che Sophia ricomparisse sul campo di battaglia, constatando le diverse condizioni in cui si trovavano i suoi compagni rispetto all’inizio. L’apparentea fuga di Constantine non sembrava aver vermato la furia omicida dei Sevikim. Di certo non poteva fermare quella di coloro che erano rimasti accecati e assordati, incapaci di rendersi conto della situazione, se non del fatto che un flagello si abbattè su di loro. Non poteva essere difatti un combattimento dei Guardiani Planari se Bainzu non lanciava almeno un incantesimo capace di seminare disordine e colpire a tutto spiano senza alcun ritegno per ciò che lo circondava. La mania distruttiva del druido, in quel frangente, si presentò sotto forma di un monolito elementale che assunse la forma di un tornado alto più di 20 metri, il quale sollevò da terra i Sevikim urlanti e li trascinò con sé in direzione dei loro commilitoni intenti a vedersela con Gunnar. Come Artigli di Sangue aveva capito, vi era una ragione precisa se questi feroci barbari erano diventati la guardia scelta di Re Ambric, laddove ognuno di essi sarebbe potuto essere un signore di una grande tribù su Arth. Gli artigli e le zanne di Gunnar scavarono altre profonde ferite sul petto del suo aasimar, la cui ascia bipenne ricadde sulla zampa destra con due feroci colpi Gloria o morte! ruggì, mentre dietro di lui il suo compagno d’arme provò con un balzo a colpire il collo di Gunnar. Ma l’alabarda di Celeste si interpose, bloccando il colpo e ingaggiando il sevikim in un conflitto da cui egli ne uscì con due profondi solchi nel fianco, ferite che avrebbero potuto uccidere decine di guerrieri sul suo mondo Un Sevikim… combatte anche con la testa recis- con un fiotto di sangue che uscì dalla bocca, il combattente dai capelli d’argento crollò a terra, primo in assoluto a cadere dei suoi temibili compagni. Ma la tempesta era in arrivo. E non era un tornado qualunque, bensì un barbanado (cui si aggiungeva il cadavere fluttuante di Maxillium e le ceneri di Osymannoch), la dimostrazione di come gli elementali dell’aria potevano imperversare sul campo di battaglia trascinando con sé parte di una tribù. Ma le grida dall’interno risuonarono più forti quando anche la voce dell’elementale ruggì di dolore. Sebbene accecati e in preda a quel vortice letale, i combattenti scelti portati da Constantine sembravano intenti a colpire l’elementale con tutte le loro forze, strappando grida dall’essere evocato, mentre egli si avvicinava in un tornado di sabbia del deserto verso la posizione dove si trovavano Celeste, Gunnar e l’unico vedente rimasto di quella banda. Riepilogo X tutti
  20. DM X Sophia C’era aria di festa a casa del giovane Martin, che compiva cinque anni. Circondato dalla famiglia, dai suoi amici e dal resto delle persone che amava, egli era al centro dell’attenzione e di un coro di Tanti auguri a te! un’occasione di divertimento e piacere, che era giunto al culmine con il celeberrimo Esprimi un desiderio e soffia sulle candeline! decantato dal padre. Ciò che nessuno si aspettava, dopo che anche l’ultima candela fu spenta, fu la comparsa di un immenso ragno demoniaco nella stanza, stridente di ferocia e dalle fauci spalancate pronte ad attaccare quella dozzina di persone riunite. Grida di terrore si levarono dalla casa in cui era giunta Sophia Zhuge, mancando il bersaglio sperato nel deserto di Loshim di appena 700 chilometri di distanza. Se anche gli dèi fossero ancora esistiti su Garwyth, di certo se ne sarebbero andati a seguito degli improperi che i sevikim lanciarono quando furono privati della vista e dell’udito. I soli due che furono esclusi da questo procedimento, intenti a tentare di privare Celeste della sua testa, si videro aggrediti da Gunnar, che rotolò via dai suoi aggressori, i quali levarono le asce per colpire… il nulla! Il drappello riunito in quel settore, calpestando il corpo di Maxillium e le ceneri di Osymannoch, intonarono a gran voce svariate ipotesi sul mestiere che doveva aver svolto la madre di Bainzu in vita, percuotendo l’aria dove egli si trovava ma non riuscendo a colpire il druido ora incorporeo. Dal canto suo, Celeste fece una rapida capatina tra i morti per poi proiettarsi al di sopra di Constantine Ma che diavolo? esclamò, colpito e trafitto dalla alabarda della Borealis e incapace di reagire se non con un maldestro pugno, che la elocatrice deviò con i suoi tentacoli prima di avvilupparli al collo, alle braccia e al busto del mago Grrrrrr…. Maledetta! Verrà il giorno in cui me la pagherai per esserti intromessa nei miei piani! ringhiò prima di assumere la forma di un gigantesco ragno demoniaco, un bebilith e assumere una forma traslucida prima di scomparire nell’aria in uno sbuffo di nebbia bluastra. Constantine era sparito dai tentacoli di Celeste! Il rumore sordo di carne contro metallo testimoniò però come lo scontro fosse ancora nel vivo sotto di lei, con Gunnar che fu trafitto due volte al petto dalla scure di uno degli aasimar moicani, mentre l’altro si trovò l’ascia bloccata dagli artigli del coraggioso combattente orso. Riepilogo X tutti
  21. DM Con Sophia e Celeste assenti, la situazione parve fin da subito ardua per i Guardiani Planari, sebbene Gunnar fosse pronto a guidare la carica contro gli aasimar armati di asce che si gettarono su di loro in preda alla più cieca rabbia sanguinosa. Il combattente orso si espanse, come a voler far vedere loro chi fosse il combattente più pericoloso nella zona e i suoi artigli e le zanne non ebbero difficoltà ad affondare nei corpi nemici. I sevikim, tuttavia, dimostrarono fin da subito una resistenza al dolore fuori del comune, superiore a quella di qualunque comune mortale. Fu ben presto chiaro perché essi fossero tra i combattenti più forti di Garwyth e perfino gli incantesimi e i colpi di pugnale di Maxillium, di solito così precisi nel mietere vittime come era accaduto alla Fortezza dei Diecimila Passi, non furono in grado di causare vittime. Non che le ferite non venissero scavate, anzi: tagli, contusioni e ustioni marchiarono ben presto i corpi pieni di cicatrici di quei combattenti, ma pure le ferite più orribili sembrarono fermare la loro avanzata, anche quando essi furono costretti a gridare come un sol uomo, sotto la tortura prosciugativa perpetrata da Osymannoch. In tale scenario Constantine latrava ordini Colpiteli più forte, tagliategli braccia e gambe! berciò, nella forma del più perfido solar che fosse mai stato avvistato Il Bastone deve essere m- AH! gridò, assaltato da Bainzu e dal suo tentativo di spezzare la magia che lo teneva in tale posizione. Ma se Constantine non era certo il tipo di mago che si trovava alle feste per bambini e le sue difese, come una muraglia millenaria, furono appena scalfite dal druido. Fu allora che Celeste fece il suo ritorno e, come ella aveva spesso abituato, lo fece con un gran boato e tanto rumore, palesandosi alle spalle dell’Osservatore del Cielo e trafiggendolo al petto con la sua alabarda, sollevandolo per aria e scagliandolo per terra UAO!!! gridò il mago, in un misto di sorpresa e dolore, per poi sollevare le mani mentre Celeste incombeva su di lui Possa la tua famiglia mescolarsi con i demoni! maledì, prima di vedersi mutilati le mani ed essere alleggerito della testa. A quella vista, perfino Constantine perse la sua baldanza, dando subito ordine ai due arcieri di gettarsi sulla Borealis Andate su quella orrenda creatura, presto! No, idioti! Non l’orso, quella con i capelli bianchi e le viscere di Romuald sugli stivali! berciò. Gli aasimar eseguirono spietatamente l’ordine, mentre nel cuore dello scontro il dramma avvenne. Se Gunnar riuscì a tenere saldamente tra gli artigli un sevikim ruggente di rabbia, altri tre ulularono come lupi mentre colpirono le barriere cinetiche e le protezioni magiche del barbaro, scavando ferite in un cozzare di metallo e magia talmente assordante da poter essere udito a chilometri di distanza. Maxillium, ad onor del vero, si protesse come un leone, arginando da solo ben tre avversari in una volta prima che le asce abbattessero il suo corpo, scavando un taglio all’addome da cui egli perse le viscere, recidendogli quasi del tutto il braccio sinistro e spezzandogli quattro costole con un colpo che perforò la sua cassa toracica all’altezza del polmone destro. I tre suoi assassini urlarono di trionfo, sporchi del sangue del cacciatore di taglie e le armi puntate ora contro i più anziani del gruppo Non vi preoccupate, raggiungerete presto il vostro amico annunciarono. Ma se Bainzu fu subito servito da un quarto aggressore, che lo ferì alla schiena mentre egli arretrava, Osymannoch fu preso di mira da un raggio nefasto scagliato da Constantine, planato attorno allo scontro. L’empio assalto dell’arcimago colpì il lich facendolo esplodere e lasciando dietro di sé solo i resti e le proprietà dell’Inatteso Abbattete quei folli e poi gettatevi su quella cagna, presto! incitò Constantine Non potrà resistere a tutti voi! Avanti, prima che torni pure quell'altra! ringhiò. Riepilogo X tutti
  22. DM Constantine annuì alle volontà dei Guardiani Mi consulterò con il re per stabilire una scorta adeguata disse. Stabilita l’intenzione di prepararsi al meglio per il periglioso viaggio verso Loshim, i Guardiani Planari ricevettero il permesso di re Ambric per alloggiare presso le sue stanze per gli ospiti per quella sera, ognuno dei membri dell’Assemblea che ricevette una personale camera con letto a baldacchino e con lenzuoli in seta color porpora, un bagno privato con doccia e vasca da bagno, una scrivania in mogano cesellato con lampada a forma di fenice e un armadio dove riporre i propri bagagli. La notte a Brescau, sorvegliata dalle pattuglie di sevikim al servizio del re, passò tranquilla, la prima da diverso tempo. La mattina seguente, dopo una colazione leggera, l’arcimago Constantine raggiunse il gruppo accompagnato da un mago e una decina di sevikim della guardia reale, dall’aspetto serio e arcigno La scorta che ci accompagnerà oggi disse loro con un gran sorriso, prima di condurre il gruppo a un membro degli Osservatori del Cielo che aveva visto la città e che aprì loro un portale, il quale condusse infine lo squadrone nel deserto di Loshim, alle porte della città dove era confinato lo Scaldri. Il cielo era limpido e il sole svettava in cielo, cuocendo letteralmente i viaggiatori che non si fossero protetti contro quella temperatura di quarantatre gradi che li avvolse, mentre i loro piedi percorrevano le sabbie roventi. Tale deserto prendeva il nome dalle rovine dell’antica città omonima che sorgeva al centro dello stesso. Si diceva che essa fosse stata costruita dagli dèi in persona, quando essi scesero su Garwyth per dimorarvi per breve tempo. Sebbene le leggende tendessero sempre ad esagerare, quando i Guardiani Planari e a scorta guidata da Constantine emerse dal portale, la visione che si parò di fronte a loro diede loro modo di pensare che forse non erano così esagerate. Sebbene si trattassero di rovine, difatti, i blocchi di pietra e le colonne in rovina erano grandi come interi palazzi. Un grande pilastro, largo come un tempio e alto più di trecento metri, svettava torreggiando sull’intera area. Una immensa cupola in muratura, grande come un castello e con un immenso sigillo inciso sopra, si trovava al centro di quel luogo. Sebbene la presenza divina fosse stata spazzata via da Garwyth, Loshim sembrava comunque avere ancora degli strascichi di quel potere imbevuto nella sua terra. Coloro che non si erano premuniti contro le illusioni poterono narrare di aver visto l’aria crepitare di strane luci colorate, oltre a onde nel cielo simili ad aurore boreali dorate in pieno giorno. Figure incappucciate comparivano al limite del campo visivo, per poi sparire appena ci si voltava. Anche chi si era schermato poteva comunque percepire l'atmosfera surreale di quel luogo. Ma il surreale lasciò ben presto posto a un conflitto ben più immediato Potevate consegnarmi il bastone e andarvene, ma voi no! Volete davvero distruggerlo! tuonò Constantine, quando il portale si richiuse dietro di loro Vi ho dato l’occasione di aiutarmi spontaneamente! Ma voi avete scelto la via del dolore! disse afferrando con entrambe le mani il proprio bastone magico in vetro intarsiato di rune dorate Peggio per voi, quando avrò preso il Bastone del Potere dai vostri cadaveri farò in modo di incolparvi per la sparizione berciò per poi dare un secco ordine ai sevikim e al suo accompagnatore. La scorta si trasformò ben presto in aggressori, quando essi si gettarono sui Guardiani Planari, il sole cocente a illuminare quell’improvviso tradimento, mentre l’arcimago di corte si levò in cielo assumendo la forma di un solar. Con gesti delle mani e parole arcane cariche di fiele, Constantine e il suo assistente bandirono quindi Celeste e Sophia dal campo di battaglia, mentre i combattenti Aasimar urlarono prima di gettarsi con foga sui Guardiani Planari, mulinando le loro asce bipenne nello strano materiale con venature arancioni. La carica di quei combattenti fu furiosa e le loro armi si abbatterono ben presto contro le armature e le protezioni magiche di Gunnar e Maxillium Abbattiamoli! gridarono quelle prime linee Che le loro ossa riposino qui per sempre! urlarono, mentre uno di essi aggirò il gruppo per piantare la propria ascia sul costato di Osymannoch Ti strapperò le budella, se ancora le hai! gridò. I due più arretrati, imbracciando archi corti, mirarono invece contro Bainzu il quale, sebbene coperto dalla mole del suo compagno, potè solo in parte evitare che quegli strali lo raggiungessero piantandosi nel corpo o ferendolo di striscio. Riepilogo X tutti
  23. DM X Bainzu, Celeste e Sophia Nel corso delle loro vite, i membri dei Guardiani Planari avevano conosciuto diversi monarchi: in particolare Celeste era amica di svariati di loro, mentre Maxillium era fratello di una ed egli stesso avrebbe potuto avere aspirazioni di potere nel proprio regno di origine. Pure i più isolati come Bainzu, Osymannoch e Gunnar o la più giovane Sophia, nel corso di quel viaggio nato dal primo terremoto planare, avevano fatto la conoscenza di personalità quali Augustus Mac-Tir e la regina Jasmeera. Re Ambric tuttavia potè distinguersi pure da costoro per la serietà con la quale osservò i Guardiani Planari, immerso in una riflessione che non nascose alle parole ricevute. Ed esse non erano solo quelle di scuse e presentazioni, ma anche l’impegno a voler liberare il multiverso da una minaccia senza precedenti quale era il Bastone della Rovina, fronteggiando nientemeno che il leggendario Scaldri l’Impenitente. Il lungo silenzio fu funestato dalle ultime parole di una allegra Celeste, che alcune guardie fissarono come se dovesse cascare a terra all’improvviso, spaccandosi gli incisivi e portando il re ad ordinare la sua decapitazione. Con uno scossone della testa, la Borealis rimosse quella bizzarra fantasia della sua mente, prima che Re Ambric parlasse dando infine voce al suo giudizio. Portate i Gentiluomini al mio cospetto! fu l’ordine di Re Ambric, il quale portò un fremito tra i suoi servitori. Constantine sorrise e perfino Thomas di Birchdale spianò il suo cipiglio in un’espressione sollevata. Due sevikim annuirono a quel comando ed uscirono di gran carriera dalla sala del trono. Gli ospiti e il re non dovettero attendere a lungo, pochi minuti in realtà, prima che le guardie tornassero seguiti da un trio assai bizzarro. Essi sembravano esseri umani, ma erano incredibilmente magri, vestiti con smoking su misura, mentre le loro mani e i loro volti fino al naso erano coperti da bende simili a quelle di una mummia. La pelle attorno agli occhi e le orecchie era emaciata e giallastra e le iridi scure vacue. In testa portavano cappelli a tesa larga e sui taschini esibivano dei crisantemi viola. A discapito di tale aspetto controverso, tuttavia, i tre si prostrarono subito in elaborati inchini Avete bisogno di altri dei nostri servigi, vostra maestà? Sì, vi chiedo di restituirmi il Bastone della Rovina, che vi ho affidato qualche settimana fa disse sollevando una mano. I Gentiluomini parvero sorpresi da tale richiesta e il loro portavoce si deterse la fronte con il dorso della mano Vi è stata qualche negligenza da parte nostra? quando il re negò tale ipotesi, egli parve rilassarsi un po’ Comprenderà, vostra maestà, che le spese finora sostenute per l’uso della ciste di stasi non potranno essere rimborsate… spiegò. Re Ambric tagliò corto Potete tenere ciò per cui l’avete custodito finora. Per il resto potrete continuare le vostre pulizie in città disse, mantenendo la mano tesa. Lo sklavadok non replicò, ma si limitò a fare un inchino. Fu a quel punto che egli schioccò le dita, per poi sparire alla vista. Un suo collega, dalla voce gutturale, si affrettò a spiegare Quentin è andato a prenderlo a Discarica, il nostro piano disse rivolto ai Guardiani Planari. Sebbene le ipotesi di un inganno cominciarono a farsi strada un minuto dopo la sparizione di Quentin, egli fece il suo ritorno dopo poco, recando in mano un ramo rinsecchito, simile a un grande uncino, al termine del quale era appeso un prisma violaceo: il Bastone della Rovina Ecco a voi, vostra maestà disse lo sklavadok, porgendo lo strumento al sovrano. Re Ambric lo prese in mano, chiudendo gli occhi, per poi offrirlo ai Guardiani Planari Prendetelo, ma fate attenzione! Esso è imbevuto del desiderio di portare devastazione! mormorò Ve lo cedo con la promessa di distruggerlo una volta per tutte mise in chiaro Sarete responsabili della sua sicurezza Thomas di Birchdale li seguì torvo con lo sguardo, mentre Constantine si congratulava con loro Se vorrete farmi compagnia questo pomeriggio intendo offrirvi tutte le ricerche che è possibile trovare disse. Constantine fu di parola. Quel pomeriggio egli convocò presso la libreria reale gli Osservatori del Cielo, un gruppo di maghi facenti parte di un club elitario di cui Constantine era il presidente. Egli presentò una dozzina di persone, tutti eminenti esponenti della nobiltà vestiti con ricche vesti, barbe curate e ricchi monili alle dita e ai polsi, i quali erano nati con il dono di imbrigliare la magia Poiché essere maghi a Garwyth vuol dire essere un gradino sopra gli altri scherzò l’arcimago creando un coro tra i suoi discepoli, richiamato subito dall’arcimago. Egli e i suoi Osservatori, con l’aiuto dei Guardiani, passarono quindi il pomeriggio a studiare tutti gli antichi testi che parlavano di Scaldri per cercare riferimenti Sulla sua posizione direi che non abbiamo dubbi disse. Loshim era un deserto in cui un tempo sorgeva la città omonima, dove vivevano gli dèi quando essi erano scesi sulla terra Da vari racconti disse uno degli Osservatori Loshim è in rovina, ma pare che ci siano ancora forti illusioni nell’area. Direi che schermarvi contro di esse sia molto importante suggerì. Per quanto riguardava Scaldri, le informazioni erano davvero frammentarie Probabilmente una melma infuocata, a giudicare da come viene descritto come una massa infuocata che scivola commentò un Osservatore, consultandosi con Osymannoch E di solito il fuoco è debole all’acqua, quindi incantesimi del freddo potrebbero risultare indicati quanto a Teshtukku il giudizio di Constantine fu lapidario Egli è un infernale. Aspettatevi che convochi orde di demoni e diavoli proprio l’arcimago volle avvicinarsi a un certo punto ai Guardiani Planari Vorrei darvi tutto il supporto che vorreste, se foste d’accordo. Io in primis, se lo permetteste. Posso radunare quattro-cinque dei miei Osservatori miglori e magari anche qualche sevikim, se volete spiegò, inumidendosi le labbra per quell’argomento scottante E se avete fiducia in me potrei tenere il Bastone per gettarlo al momento che riterrete opportuno sullo Scaldri, per liberarci subito dell’artefatto. Che ne dite? chiese. Quello stesso pomeriggio il gruppo sarebbe partito in direzione del deserto. X tutti
  24. DM L’arcimago di corte annuì alla risoluzione dei Guardiani di intercedere direttamente al re, portando le loro scuse di persona Arrangerò un incontro, in un modo o nell’altro disse, non sbottonandosi alle parole di Osymannoch ma preferendo un pacato Per il bene del regno come commento alle sue parole. Fu con uno strano senso di deja vù che i Guardiani Planari fecero il loro ingresso, quello stesso pomeriggio, al palazzo di Re Ambric. I Sevikim, le guardie aasimar che pattugliavano e presidiavano quell’area, non fecero tuttavia commenti sul loro arrivo, specialmente quando a metà percorso si unì a loro l’arcimago Constatine, il quale non disse nulla, ma lanciò loro un’occhiata complice. I sette percorsero quindi il lungo tappeto della sala del trono, ignorando gli sguardi della dozzina di Sevikim postati ai lati di quel percorso, per poi giungere al cospetto di Re Ambric Constantine! disse il re corrugando la fronte Quando mi hai chiesto un’udienza urgente ero sorpreso, ma ora vedo che giungi qui con ospiti che avevo già congedato disse l’anziano sovrano guardando con sospetto i Guardiani Planari Ospiti che a malapena mi hanno rivolto la parola l’ultima volta, oltretutto. Da un uomo del tuo galateo e della tua levatura questo gesto mi delude! disse. Thomas di Birchdale, in piedi al suo fianco, squadrò i presenti con sguardo torvo. Da come egli dardeggiò l’arcimago, era evidente che tra i due non correva buon sangue. Vostra maestà disse inginocchiandosi davanti al re Perdonate il mio ardire, ma sono qua in veste di colui che vuole portare una parola di consiglio e un aiuto disse chinando il capo Ma verrò subito al dunque, per non rubarle ulteriore tempo. Lei è conscio dei pericoli del Bastone della Rovina Re Ambric brontolò quando venne pronunciato il nome dell’artefatto, ma Constantine proseguì Ma qui con me ho portato dei valorosi, combattenti che ho assoldato e pronti a rischiare la vita per distruggere quel nefando oggetto, sfidando addirittura Scaldri se sarà necessario. La distruzione mi pare preferibile al lasciarlo a spazzini di dubbia natura, ma lascerò che siano essi a porgervi i dovuti omaggi e darvi le spiegazioni necessarie circa la loro impresa e il loro impegno per assicurare che il regno non sia messo in pericolo dal leggendario elementale! disse, per poi farsi di lato e lasciare la parola ai membri dell’Assemblea. X tutti
  25. DM Constantine ascoltò in silenzio le considerazioni di Osymannoch e Celeste, per poi annuire Come lady Celeste ha detto, risvegliare entità apocalittiche non era nell'interesse del regno disse l'arcimego, sollevando il suo calice di vino Per quanto il Bastone sia potente, non me la sentirei di sperimentarlo tra tutti contro Scaldri. Quanto a Teshtukku, non sono certo dei suoi compiti in assenza di divinità. Io vi ho solo riportato la leggenda, ma non sono passato di recente nel deserto per chiedere informazioni rispose sarcastico. Quanto ai dubbi di Celeste, Constantine prese un profondo respiro Allora, è vero che io non so dove gli Sklavadok lo hanno portato, ma essi hanno agito per conto di sua maestà e su suo ordine. Ritengo che se egli sia convinto che voi potete distruggere il bastone e fermare Scaldri, allora potrebbe richiedere agli Sklavadok di restituirlo spiegò l'arcimago Se volete tornare al discorso della lettera potete farlo. Ma dovrete essere convincenti con sua maestà e impegnarvi per questa promessa. Ma detto ciò... beh, se ne foste in grado allora sarebbe un'impresa capace di riscrivere i libri di storia l'uomo quindi tossì, per poi assumere un tono E magari un accordo del quale potreste ringraziare me parlandone con il re aggiunse Egli non ha eredi e cerca una figura a cui affidare il potere dopo la morte. Sapete... avrò bisogno di una persona saggia disse con un cenno del capo.
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