Vai al contenuto

Bomba

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    4.419
  • Registrato

  • Ultima attività

  • Giorni vinti

    99

Tutti i contenuti di Bomba

  1. DM Se Eroico Yif non aveva previsto la possibilità che il gruppo si trovasse ad affrontare i Gronya, oltre ai Roff, la sua descrizione su come essi combattevano si rivelò piuttosto realistica: i coboldi lottavano senza dare il minimo respiro ai propri avversari, contrastando ogni loro offensiva con la forza dei loro numeri, pronti a sostituire ogni caduto con due dei loro, avanzando inesorabilmente verso il successo. Per arginare questa strategia, sia Sophia che Bainzu innalzarono barriere protettive, a guisa di trincee magiche che potessero fermare quella funambolica pioggia di proiettili diretti verso i loro corpi. La manovra funzionò, ma solo in parte: i coboldi presi di mira da Sophia berciarono qualcosa, prima di avvolgersi di un’aura rossastra e scendere dagli alberi armati di lance, pronti a fungere da nuove prime linee. I coboldi messi in difficoltà da Bainzu ringhiarono e due di essi dovettero perdere molto tempo per cercare di dissipare la crescita di piante spinate che il druido aveva evocato. Pisittu, non avvezza alla sua nuova forma, dovette riscontrare una certa difficoltà nell’afferrare gli sfuggenti coboldi, ma in grado di difendersi con buona efficacia da parte loro, tenendo la posizione a sud con la fierezza che la contraddistingueva. Nuovi nemici però erano all’orizzonte, pronti a sfondare le linee formate da druido e tigre. Nel piano di Yargaf, un chierico del Pastafarianesimo non si guardò indietro mentre scappava da un gruppo di zombie che aveva appena azzannato e sventrato anche l’ultimo dei suoi compagni di avventura. Per quale motivo quel meraviglioso cumulo di spaghetti volanti non gli aveva fornito i Guarigione che aveva chiesto? Era perché non aveva trovato una benda per il suo costume da pirata per le cerimonie pubbliche? Non era il momento di chiederselo, gli zombie rischiavano di raggiungerlo… …e nel frattempo Gunnar sentì lenirsi le proprie ferite per mano del miglior curatore del gruppo, il lich Osymannoch, una bizzarra cura con un retrogustò di ragù che permise ad Artigli di Sangue di sopravvivere alla pioggia di proiettili e supportare Maxillium nel momento del bisogno. Lo spadaccino spirituale sembrava aver avuto un’epifania, trovando la propria dimensione in quello scontro. Spina demoniaca, lo scambio ottenuto dai Demoni Circensi, era ben bilanciata e capace di scavare ferite profonde. La sua prodezza marziale si scontrò ancora una volta con l’agilità innata di quei coboldi fuori del comune, arrivando solo a ferirli prima che uno di essi venisse strangolato a morte da Gunnar. L’unico superstite divaricò le gambe per piantarsi solidamente a terra prima di strappare la gorgiera di Maxillium con un colpo che mancò di poco la giugulare. Se il potere psionico fossero stati risparmi, Celeste Borealis avrebbe rotto il salvadanaio. L’elocatrice diede fondo a tutto ciò che aveva per materializzarsi alle spalle di Mefistofelico Ara e la sua guardia del corpo, i due che spalancarono le bocche dalla sorpresa prima che Cuore Nero tracciasse un arco che decapitò la guardia del corpo, tranciò rami e buona parte della corteccia e ferì Mefistofelico a un braccio. L’incantatore coboldo gridò di dolore, per poi latrare un Abbattete questa bestia! Abbattetela! Che solo il lich e il druido furono in grado di capire, un invito a tutti i tiratori che fossero a portata di fionda. Solo due furono in grado di rispondere all’appello, colpendo le tentacolosa Furia Bianca mentre l’alto stregone si ammantava di un incantesimo molto apprezzato dal sacerdote-ur dei Guardiani Planari. Come una belva distorcente, Celeste ebbe la sensazione di trovarsi davanti due nemici in un colpo solo! Riepilogo azioni X tutti
  2. DM La scelta di recarsi su Muzziomone era stata avallata in particolar modo dagli amanti della natura e della battaglia, i quali già pregustavano lo scontro con qualche creatura esotica e capace di regalare scontri sensazionali. Anche le ipotesi più fantasiose non ressero però contro la realtà di un luogo ostile come non mai, abitate da creature la cui potenza sembrava eclissare anche quella di coloro che erano tra i più potenti rappresentanti di Arth. Era ben vero che nel momento del bisogno emergeva sempre qualcuno in grado di opporsi a un grande potere, tuttavia il campo di battaglia che vedeva Roff e Gronya vedersela con i Guardiani Planari sembrava solo destinato a tingersi di sangue in una carneficina senza esclusione di colpi. Osymannoch valutò la situazione con una freddezza degna del suo luogo di residenza, sparendo alla vista dei coboldi e analizzando in breve tempo pro e contro della situazione. Sebbene i più spregiudicati investitori avrebbero considerato molto rischioso un investimento su Maxillium e la possibilità che egli non morisse, il lich tentò la sorte, forse mosso dalla fiducia verso il mezzorco che faceva parte del gruppo. Mai vi fu miglior scommessa. Maxillium ingaggiò con foga uno dei propri avversari, il quale contrasse la mascella mentre deviava i colpi dell’ascia dell’orco. E in effetti la furia del cacciatore di taglie parve venire sventata dalle capacità del suo lanciere nemico, almeno fino a quando l’ultimo disperato assalto non fu in grado di compiere la spazzata a terra che tranciò le caviglie sia del suo nemico che del suo socio. Rantolando e urlando per i moncherini che avevano preso il posto delle loro zampette, i Roff esalarono i loro ultimi respiri mentre sopra di loro si ergeva, vittorioso, Maxillium. Dall’altro lato del campo, Celeste riuscì a piombare su uno sbalordito Ara, arrivando a pochi millimetri dal decapitare l’alto stregone nemico. La ferita che provocò rischiò di far soffocare nel sangue l’avversario, tuttavia Ara riuscì a tamponare il colpo in tempo, affinchè la loro innaturale guarigione provvedesse a sigillare (sebbene solo in parte) la ferita. Gunnar fu costretto a una lenta ritirata, obbligato ad attardarsi per affrontare l’altro lanciere. Sebbene la prima artigliata avesse strappato un occhio al proprio rivale, il Roff che lo stava fronteggiando mulinò la lancia sopra la testa (quindi all’altezza delle ginocchia dell’orso), costringendo Artigli di Sangue a un rapido scatto laterale per evitare un affondo e riuscire infine a strappare la piccola colonna vertebrale dalla schiena dell’aggressore, il cui corpo privo di supporto centrale si afflosciò sull’erba. Dal par suo, Bainzu non si risparmiò a rendere sé stesso e Pisittu due diavoli della fossa (Pisittu era riconoscibile dallo scodinzolìo della coda). La coraggiosa tigre si lanciò contro il suo avversario, ingaggiando una lotta senza quartiere che non vide vincitori. In compenso una copiosa pozza di orina si spanse nella posizione dove si trovava il lanciere. La schermaglia tra le due fazioni portò via ben tre combattenti tra i coboldi, ma la risposta fu veemente. Mefistofelico Ara ragliò ancora una volta degli ordini, digrignando i denti dopo il colpo subito, per poi puntare le dita contro Celeste e muoverle in maniera ritmica. La Borealis potè quasi avvertire le dita del Gronya sulla sua pelle, mentre estraeva parte dei suoi poteri come avrebbe fatto con pezzi di armatura tenuti insieme con lo spago. La mossa si rivelò preziosa per le prime linee, che si scagliarono contro l’elocatrice: uno di essi riuscì a colpirla alla coscia sinsitra, sghignazzando di soddisfazione, tuttavia il secondo mancò la testa della nemica arrivando in seguito a poter giurare di aver mirato in maniera corretta. L’arrivo di diavoli richiamò una mobilitazione generale nel lato sud del campo, con i coboldi che tentarono in tutti i modi di rimuovere quel pericoloso ostacolo nel loro agguato. Fu presto evidente che essi non erano certo esperti di magia come Mefistofelico, tuttavia il lavoro di squadra fu sufficienete a far tornare Bainzu alla sua forma originaria, sebbene ciò impedì ai coboldi di risultare incisivi come lo erano stati all’inizio. Solo a nord la situazione si mantenne positiva: pur privati di un altro dei loro membri, i tiratori appostati sugli alberi colpirono più e più volte Gunnar, fiaccando il nemico un colpo dopo l’altro in una guerra di logorazione che sapevano di poter vincere. Maxillium fu colpito allo sterno, mentre Osymannoch notò con dispiacere lo sguardo dell’attendente di Mefistofelico Ara puntato su di sé… Lo scontro proseguì, mentre in lontananza era possibile udire l’altrettanto combattuto confronto tra gli Shakkilikki e l’altra porzione di Gronya e Roff. Riepilogo azioni X tutti
  3. DM Metà dei Guardiani ebbero il tempo per anticipare l’alleanza di Gronya e Roff. Mefistofelico Ara ebbe appena il tempo di lanciare la sua ultima risata, prima di imprecare alla vista del muro di nebbia color verdastro evocato da Sophia, la quale intendeva soffocare sul nascere l’operato dell’incantatore rivale. L'incappucciato vide i suoi venire avvolti dalla nebbia sotto di sè, scampando solo in virtù della sua posizione sopraelevata. Dal par suo, Gunnar si lanciò sui più vicini Roff con rinnovata determinazione. I coboldi verdi gridavano per alimentare la loro furia in combattimento, ma le loro urla cambiarono presto tonalità quando il primo venne sollevato in aria e dilaniato dagli artigli del combattente orso. Fu egli il primo ad accorgersi che i propri nemici erano diversi da quelli a cui erano abituati: erano duri come una montagna e fragili allo stesso tempo. Il suo avversario deviò con rapidità il secondo artiglio, per poi bloccare il morso dell’orso con l’asta della propria lancia. Notoriamente i coboldi non erano certo soldati nati, anzi più di uno studioso su Arth li aveva definiti la vergogna del genere draconico. Eppure i nativi di Muzziomone sembravano aver raggiunto capacità superiori a quelle di qualunque loro simile che i Guardiani avessero mai visto: erano più veloci, più forti e più intelligenti, capaci di coordinarsi al punto da raggiungere capacità belliche inaspettate. E fin dal primo colpo che Gunnar aveva sferrato, gli altri stavano facendo tesoro di ogni situazione imparando a migliorarsi ed adattarsi sempre più ai propri rivali. Cavalli da corsa sembravano lumache rispetto ai lanceri che facevano parte di quella imboscata. Mefistofelico Ara, ai margini della nebbia, salmodiò qualcosa nella strana lingua dei Gronya che rappresentava, dissipando l'incantesimo della mezza-ninfa con una velocità simile a quella con cui si era palesata, liberando i suoi due sottoposti a terra e lasciandoli liberi di agire, mantenendo la sua posizione elevata (sia socialmente che sul campo di battaglia) Tirate! Tirate! Tirate! udirono Osymannoch e Bainzu. L’ordine fu eseguito con spietata efficienza, i proiettili delle fionde dei coboldi che fischiarono per la foresta, non mancando una sola volta il bersaglio. Più letali degli arcieri elfici di Frondargentea, Maxillium fu colpito a un occhio e a una spalla con lo stesso impatto che avrebbe subito da uno dei globi di forza di Osymannoch. Gunnar fu trapassato a tal guisa da parte a parte per ben cinque volte, rischiando di perdere i sensi dalla forza dei colpi, mentre Celeste vide un proiettile tranciargli parte della caviglia sinistra, che iniziò a perdere sangue allo stesso modo del suo orecchio destro, ferito dall’impatto (ma sulle cui condizioni non avrebbe potuto fare un’analisi immediata). Il protettore di Mefistofelico contrasse lo sguardo a lungo prima di tirare un proiettile che colpì in fronte l’elocatrice, la quale iniziò a perdere anche da lì sangue. Non meglio andò a Sophia, che sentì un terribile dolore alla bocca quando uno dei proiettili le fece saltare uno degli incisivi, mentre il secondo la colpì al collo. L’assalto rinvigorì il morale dei coboldi, i cui tiratori sugli alberi innalzarono le proprie fionde in segno di trionfo. I lanceri si gettarono addosso con ritrovato coraggio, l’avversario di Gunnar che approfittò di una sua distrazione per piantargli una lancia sull’inguine in maniera assolutamente spietata. Altri due Roff si lanciarono su Maxilium, saltandogli sul petto e trafiggendolo con le proprie piccole lance, inveendo nella propria lingua natìa. Bainzu riuscì a schermarsi appena in tempo per evitare la punta dell’arma di un Roff, mentre Osymannoch si vide trafitto un fianco a tradimento dalla lancia di un Gronya. Pur essendo tribù rivali, lo stile di combattimento di entrambe le tribù sembrava improntarsi su tattiche codarde e prive di scrupoli, senza alcun concetto di cavalleria o giustizia. E a giudicare dallo stile motivazionale di Mefistofelico Ara, essi erano spinti unicamente dallo stomaco Chi uccide l’orso per primo avrà doppia razione stasera! esclamò, udibile in maniera chiara solo dal druido e dal lich. Riepilogo azioni X tutti
  4. DM L’approssimarsi della notte fu accolto dal vecchio coboldo Yif con un sonoro sbadiglio I Roff sembrano più goblin che coboldi, affrontano le battaglie come un fiume in piena attaccando in gruppo, ma non sono strateghi spiegò I loro cacciatori sono sanguinari in quanto vengono ricompensati in base al conto delle loro vittime, quale che sia la caccia. Inoltre vengono incoraggiati a procreare per aumentare la specie e fornire nuove braccia per le loro scorribande. Non so come siano i coboldi della vostra terra disse Eroico Yif Ma gli Shakkilikki di grado elevato diventano tali in virtù proprio della loro capacità arcana. Se hai il potere puoi diventare uno degli alti, se non ne hai stai in basso. E’ il ciclo naturale della vita commentò in maniera filosofica Essi prendono le decisioni importanti. Li guardiamo dal basso mentre discutono, ma non scendono tra di noi nemmeno per il cibo che gli inviamo con i nostri sistemi di funi. Sanno della vostra presenza, ma non sono interessati a incontrarvi. Anche se avete sconfitto un lastaritari, ai loro occhi voi siete in basso spiegò. Dopo queste ultime curiosità, i Guardiani si apprestarono a dormire, mentre Osymannoch si preparò a studiare i nuovi oggetti trovati. Per quanto strano a dirsi, con il lich a vegliare su di loro, la notte passò tranquilla fino al momento dell’alba. Gwenevere gridò, unendo dolore e angoscia mentre rimase sospesa, trafitta nello sterno e nel basso ventre dalle corna del Signore dei Minotauri. Dopo una campagna durata mesi, lei e i suoi compagni erano giunti così vicini a deporre il tiranno che aveva mosso guerra nella foresta di Imlir, il regno dei folletti degli elfi del piano di Leafil. Eppure quel giorno il miracolo che aveva preparato per lo scontro decisivo, quello che la sua dea Ehlonna le avrebbe dovuto elargire, non era giunto. Il sangue sgorgò dalle numerose ferite della sacerdotessa, l’ultima a cadere su scelta del perverso vincitore. Ella fu costretta a vedere tutte le persone a lei care morte, senza sapere se ciò era dovuto a una sua colpa o un artifizio di qualche entità dalla malvagità senza confini. Mentre ella chiuse gli occhi per l’ultima volta, non potè che imprecare per quello che sarebbe stato l’inizio della fine per molte creature fatate. Molto lontano, sul Piano di Muzziomone, dopo aver compiuto la sua routine di saccheggio di incantesimi divini, Osymannoch l’Inatteso ebbe un fugace ricordo di come ci si sentiva quando si starnutiva. Che fosse l’effetto di quel bizzarro mondo in cui erano giunti? La scelta dei Guardiani Planari di accompagnare la spedizione punitiva degli Shakkilikki fu accolta con entusiasmo da questi ultimi, i quali sentirono che nulla poteva fermarli Abbiamo gli uccisori di un lastaritari con noi. Che cosa potrebbe mai andare storto? esclamò Iettatore Gug, dando una pacca sulle natiche di Gunnar. MORIREMO TUTTI!!! urlò Iettatore Gug, circa un’ora dopo. La spedizione dei dieci coboldi da caccia aveva condotto i Guardiani Planari verso una zona di foresta a ovest, l’ultimo luogo dove erano stati visti i loro commilitoni. Il ritrovamento di uno di essi, più morto che vivo ma ancora in grado di parlare, aveva generato un forte entusiasmo e forse aveva abbassato la guardia più del dovuto. Un nugulo di proiettili piovve sugli Shakkilikki e ai piedi dei Guardiani Planari, dividendo i due gruppi per qualche breve istante. La gragnuola proseguì per qualche secondo, ma non fu sufficientemente intensa da impedire ai membri dell’Assemblea di farsi un’idea di ciò che stava succedendo. Dalla loro destra le grida di un coboldo dalla pelle grigia risuonarono dalla cima di un albero Abbatteteli tutti! ragliò, sventolando una verga. Coboldi grigi e verdi, Gronya e Roff alleati, si fecero avanti contro gli Shakkilikki e i Guardiani giunti nell’imboscata Ma… ma è impossibile! esclamò Stupefatto Ohi, presente con il gruppo per vendicare la morte di sua sorella Defunta Nan. In uno slancio di pura malvagità, il coboldo incappucciato eruttò una risata da vero supercattivo Impossibile? Non per noi! Abbiamo visto i vostri nuovi amici, Shakkilikki. E gli amici dei nostri nemici, sono nostri nemici. E per l’occasione i nemici dei nostri nemici sono nostri amici spiegò Io sono Mefistofelico Ara, alto stregone Gronya. Le nostre strategie e la forza dei Roff ci rendono anche più forte di un lastaritari. Questa è la vostra fine! Addosso! i due gruppi appartenenti ai clan di Gronya e Roff, una trentina in tutto, si lanciarono contro i propri avversari, lance in mano quelli a terra, fionde alla mano quelli in cima agli alberi. Riepilogo X tutti
  5. DM La lunga ed estenuante ricerca presso il Fano degli arci-stregoni di Acquastrino aveva richiesto buona parte del pomeriggio, tanto che quando essi si affacciarono all’esterno di quella struttura poterono notare Muzziomone tingersi di tinte arancio. Tale era l’effetto del rifrangersi della luce del tramonto sulle numerose piante e sui rigagnoli di umidità naturali che permettevano al luogo di mantenere una certa visibilità pur nella sua abbondante copertura. Sebbene il viaggio iniziale aveva richiesto ore, il ritorno fu questione di appena sei secondi (secondo gli orologi di Muzziomone), tale da non lasciare il tempo di poter dire “Crostata di mirtili” al contrario per sette volte OOOOOHHHH!!! fu l’esclamazione stupefatta di uno dei coboldi, che scoprirono in seguito chiamarsi Stupefatto Ohi, primo ad accorgersi del loro arrivo e sorpreso in particolare nel vedere Osymannoch aggirarsi con un grosso sacco sfarzoso a cui sembrava solo mancare il simbolo della moneta d’oro. Esso cingeva il contenuto delle loro estenuanti ricerche, se si escludeva l’anello magico che aveva preso Maxillium, nel tentativo di evitare quel triste e ripetuto evento che lo affliggeva quale era la morte. Gli Shakkilikki furono oltremodo sorpresi e curiosi del ritorno dei Guardiani Planari, tanto che essi furono ricevuti ben presto da Eroico Yif Siete tornati? Avete affrontato la Madre della Distruzione? No, non vedo neanche un graffio sui vostri corpi e i vostri vestiti… avete trovato difficoltà alle Rovine di Pietra? domandò. Egli diede quindi ordine a uno dei coboldi presenti, Solerte Yea, di andare a informare Pessimista Urg del ritorno di tutti i viaggiatori. E di smettere di scavare le fosse dei sei. Potete rimanere ospiti da noi, finchè vorrete disse Eroico Yif quella sera. Il coboldo offrì ancora ospitalità presso la sua piccola dimora, sebbene questa volta il desco si rivelò differente, consistendo in carne essiccata di orso I nostri stregoni più potenti sono preoccupati. I Roff, che il Padre della Natura li fulmini, hanno ucciso un gruppo di nostri cacciatori stamani. Hanno invaso il nostro territorio e se non rispondiamo per le rime presto sarà guerra. Domani alcuni dei nostri andranno a sterminare un bel po’ di quei bastardi e ricacciare i loro verdi sederi scagliosi nei cunicoli tra gli alberi da cui sono giunti. Se volete potete unirvi a loro disse Non siete obbligati ad accettare, voglio essere chiaro. Deve essere una vostra decisione, poiché anche se siete molto forti potreste non tornare. Raggiungere il loro territorio, che è dall’altra parte rispetto alle Rovine di Pietra, potrebbe esporvi ai lastaritari vaganti. A meno che non li sterminiamo del tutto non mi sento di promettervi una leggenda, ma potrete ricevere un’adeguata pare del bottino, se foste di aiuto. I Guardiani ebbero quindi modo di confrontarsi e domandare ciò che desideravano a Eroico Yif, sebbene il passare delle ore lo rese sempre più assonnato e poco propenso ai lunghi discorsi. I sei (più tigre) avrebbero dovuto comunque decidere come muoversi il giorno successivo. X tutti
  6. DM Gunnar fu il primo a farsi avanti, cercando di mettere mano ad una delle antiche pergamene conservate nella biblioteca di pietra, salvo constatare come essa si ridusse in polvere al primo tocco, seguita dalla seconda che prese in mano. Se da principio egli temette che la colpa fosse la sua eccessiva stretta, notare che la stessa cosa avveniva anche per mano di Sophia rese ben presto chiaro che esse erano giunte a uno stadio di deperimento troppo avanzato per essere recuperato. Per quanto riguardava invece la magia percepita, l’iniziale timore reverenziale dei membri della compagnia portò a una bizzarra forma di stallo, nella quale tutti sembravano in attesa di una mossa dei propri compagni per agire, un sentimento di titubanza forse alimentato dalle grandi forze in campo. Furono Osymannoch, Sophia e Celeste a spezzare quell’immobilità di massa, il lich intimando al gruppo di allontanarsi e ricorrendo ai propri poteri, la mezza-ninfa approcciandosi ai troni in perlustrazione e la Borealis infischiandosene e affrontando di petto qualsiasi pericolo si celasse in agguato. X Celeste e Osymannoch L’approccio della Furia Bianca non fu di certo salottiero, ma si rivelò efficace. Il simbolo di morte tracciato nel punto che Osymannoch aveva indicato si attivò, ma per chi aveva affrontato la Xorvintaal e sconfitto il tarrasque il destino non era quello di cadere per mano di una runa magica. Celeste forzò la trappola, per poi aprire lo scomparto all’interno del trono di pietra centrale ed estrarne l’oggetto che il lich aveva percepito, un vasetto di metallo violaceo dal collo stretto, chiuso da un tappo di ottone. Osymannoch, dopo aver constatato con la propria telecinesi che gli scheletri non erano suoi “parenti”, bensì solo resti privi di qualsiasi vita, potè trarre lo scettro in adamantio, gli anelli e le pergamene in cartapecora magiche che aveva notato. Sophia fu in grado di recuperare il portapergamene sigillato con lapislazuli. Le mani cariche degli oggetti in questione, il gruppo si prodigò a raggiungere la soglia della fortezza, per constatare ciò che avevano trovato. I Guardiani Planari non si aspettavano di trovare i cartellini con le indicazioni su ciò che avevano e non furono delusi: essi avrebbero dovuto ricorrere alla magia o alle proprie capacità per comprendere il funzionamento di ciò che avevano trovato. Con maggiore sicurezza essi poterono invece agire sul ricco portapergamene non magico. Al suo interno si trovava una strana pergamena di colore blu, la cui consistenza sembrava più dura della carta, ma sottile e malleabile. Sulla superficie erano segnati in Comune i resoconti di un arci-stregone che si firmava Akarioso. “Il portale ha funzionato. Io e i miei seguaci siamo finalmente giunti in un luogo tranquillo, lontano dalle esasperanti richieste del Duca, sempre alla ricerca di un modo per rendere più pura e forte la sua genìa. Certo, i miei esperimenti potrebbero tornare utili per rendere le sue figlie capaci di partorire figli sani e più potenti di chiunque altro, ma perché limitarsi a ciò? L’essere perfetto può essere trovato in ogni razza e qui potrò portare avanti i miei esperimenti in pace. Ho ordinato ai miei di seppellire di terra il portale nella collina in cui siamo giunti. A quanto pare un gruppo di coboldi ci ha seguiti, per poi stabilire una tana nei pressi di una piccola area vicino a dove abbiamo fondato la nostra città. Parlandone con gli altri stregoni abbiamo convenuto che essi potrebbero essere ottimi soggetti su cui sperimentare, dopotutto per quanto deboli sono comunque parenti alla lontana dei draghi. I primi contatti sono stati positivi, sono stupidi e sottomessi e tendono ad avere paura della nostra magia. Per il momento li abbiamo trattati comunque bene, scambiando con loro cibo e oggetti. Il loro capo ha acconsentito a tentare esperimenti in cambio di carne. Questo piano continua a sorprendermi. I coboldi lo chiamano Muzziomone e anche i miei uomini hanno preso a chiamarlo così, pare abbia avuto più successo di Akariosolandia. Pare comunque che Muzziomone abbia un flusso temporale ben diverso, ce ne siamo accorti la prima volta quando siamo tornati dopo un mese di ricerche per fare provviste… e scoprire che era passato pochissimo tempo su Arth! Dopo un paio di calcoli abbiamo scoperto che un’ora su Arth equivale a un anno su Muzziomone. Non potevamo chiedere di meglio, alternandoci tra i due piani siamo in grado di osservare i risultati di test che non avremmo mai potuto vedere in vita! Ce l’abbiamo fatta! Dopo quattro generazione finalmente una buona parte dei coboldi sta dimostrando capacità fuori del comune. I membri della loro razza li hanno definiti Supremi, nome che ha avuto successo anche tra gli altri miei colleghi ricercatori, per quanto penso tuttora che Akariosani sarebbe stato molto migliore. La Pietra Suprema che abbiamo creato ha una minuscola possibilità di rendere un coboldo capace di procreare un esemplare Supremo, ma se bastava che funzionasse una volta ora abbiamo svariati individui! A questo punto faremo dei calcoli per migliorare le possibilità, ma in teoria già si potrebbe passare alla sperimentazione sugli umanoidi. Se riesco a rendere i Draconis una famiglia di super sangue di drago è la volta che mi sistemo a vita! I coboldi stanno mostrando dei cambiamenti. A quanto pare i Supremi hanno assunto tutte le posizioni di comando, cosa che mi aspettavo vista la loro rinnovata super intelligenza. Non mi aspettavo però diventassero sempre più numerosi, la selezione naturale sta procedendo più veloce che mai. La differenza in termini bellici è spiazzante, non credo che nemmeno i Dragoni di Acquastrino potrebbero fermarli. Temo possa scoppiare una rivolta contro di noi, sembra che stiano capendo come essi sono in basso nella catena alimentare. Ma non posso fermarmi ora! Non voglio essere costretto a rilasciare le forze racchiuse nell’Ampolla di Zepheth, ho sempre considerato quella solo come l’estrema alternativa. Se l’aprissi sarebbe la fine per tutto il piano.” Il depredamento del fano dell’antica città aveva portato più di qualche scoperta all’attenzione dei membri dell’Assemblea, i quali ora erano chiamati a decidere come muoversi. X tutti
  7. DM X chi ha preso delle iniziative Dopo la rocambolesca sortita all’interno del Teschio di Paithah, i Guardiani Planari parvero tutti concordi circa l’idea di insistere nell’esplorazione, convinti che quelle antiche pietre avessero ancora qualcosa da nascondere. Sebbene il tempo passato fosse incalcolabile, ed essi non fossero stati certo i primi a passare, l’armamentario magico tirato fuori per l’occasione fu imponente. Gunnar iniziò a perlustrare con la propria lanterna dalla fioca luce blu, ma abbastanza potente da impedire a sé e a Celeste di brancolare nel buio oltre a permettere ad entrambi di vedere l’invisibile. Gli occhi di Osymannoch arsero come stelle mentre egli scandagliava le pietre. Maxillium scandagliava l’area in cerca di desiderio di morte e distruzione. Bainzu si aggirava come spiritato, evocando incantesimi di discernimento e ascoltando ogni miagolio di Pisittu, il cui muso era costantemente a terra nella disperata ricerca di un minimo segnale. Sophia si occupava di fare da vedetta verso l’esterno, per poi unirsi alle ricerche una volta che il suo primo incantesimo ebbe termine, indagando anche lei alla luce della lanterna di Gunnar. Dopo quasi tre quarti d’ora di ricerca infruttuosa, gli aspiranti esploratori di zone antiche sembravano sul punto di cedere, quando il druido richiamò la loro attenzione in preda all’eccitazione. Quando essi lo raggiunsero, scoprirono che Bainzu stava parlando con i sassi. Al santo fu necessario più di qualche round per spiegare al resto del gruppo come esso fosse un antico potere dei druidi Nurag, famosi per le loro dimore costruite con sassi e a forma di damigiana. Quando essi capirono che il loro compagno non era in preda alla senilità, il sollievo si trasformò in curiosità quando egli spiegò di cosa stavano parlando le pietre (una delle quali Maxillium percepì avere intenti estremamente malvagi). Oh hey disse una delle pietre, con tono atono (TUTTE le pietre avevano un tono simile) qualcuno ci capisce un coro di Oh hey! proruppe dalle varie pietre. Una pietra di sostegno di un arco brontolò Qui non abbiamo visto tanto. Una volta però ho visto un uccellino. E’ stato bello prima di venire interrotto da una pietra del pavimento Scusa, potresti dire alla tua amica con i capelli bianchi di spostarsi? E’ talmente pesante che potrei rompermi un'altra pietra gemette No, no! Il gatto mi sta per pisciare addosso! Oh my goooood! un grosso mattone in un angolo ringhiò Schiaccerò tutti, farò a pezzi ossa, tendini, muscoli, mi impregnerò di sangue… le conversazioni con i sassi furono per svariati minuti su quella linea di pensiero (con l’eccezione del grosso mattone), finchè una informazione interessante non giunse da un gruppo di calcinacci Quindi sì, sotto di noi c’è il Santa Sanctorum di questo fano. Dopo il crollo ci sono stati alcuni coboldi che hanno girato qui attorno, ma non hanno mai trovato ingressi perché sono tutti sepolti. Ma se avete la pazienza di scavare vicino a mio cugino, quell’architrave caduto, per qualche metro potreste riuscire ad entrare La prospettiva di scoprire un’antica camera principale, dopo tutto quel tempo passato a cercare qualcosa, fu sufficiente. Dopo aver spostato il cugino dei calcinacci, i Guardiani si misero all’opera in un’estenuante opera di scavo che richiese un’altra ora buona, attraverso più di quattro metri di roccia franata talmente spessa da impedire la percezione magica. Questa fastidiosa caratteristica ebbe però un risvolto positivo: quando essi entrarono furono i primi a posare gli occhi sugli antichi resti di un sabca sanctorum le cui parete erano formate da scaffali di pietra con centinaia di pergamene al suo interno, chiazzate di polvere e sporco ed esposti per la prima volta a una luce dopo tempo immemore. Tre troni si trovavano in bella vista e in ognuno di essi era seduto uno scheletro di forma umanoide. Ognuno di esso era ormai ai limiti dell’esistenza, in buona parte polvere, ma ognuno di essi vestiva con antichi abiti da stregone. Fu quello il momento in cui la sapienza non giunse dal saggio (e anche molto carismatico) Osymannoch, né dalla sempre piena di risorse Sophia. Fu Celeste a riconoscere gli abiti cerimoniali tipici di una terra che lei aveva conosciuto nel corso dei suoi viaggi: i tre uomini erano arci-stregoni provenienti dal Ducato di Acquastrino di Arth. Oltre a questa scoperta, comunque, i Guardiani Planari ebbero modo di notare più di un elemento di interesse: oltre alle numerose pergamene sparse nella biblioteca, lo scheletro nel trono di sinistra reggeva un grosso portapergamene in oro e lapsilazuli sigillato, mentre quello centrale recava due polverosi anelli al dito mentre ai suoi piedi giaceva uno scettro in puro adamantio. Osymannoch, in virtù della sua vista magica, fu inoltre in grado di notare la presenza di un oggetto nascosto all’interno del trono centrale, oltre una serie di incisioni magice poste a copertura di quello che doveva essere uno scomparto segreto. La sua vista gli permise inoltre di notare cinque pergamene in un angolo della stanza emananti dweomer magico. X Osymannoch, risultati di Arcane Sight I Guardiani Planari avevano scoperto forse l’ultimo ricordo di coloro che erano giunti tanto tempo prima di loro in quel luogo. X tutti
  8. DM X chi lancia incantesimi o manifesta poteri La consapevolezza della forza dei lastaritari di Muzziomone era stata sufficiente a mettere sul chi va là i Guardiani Planari. Laddove Bainzu non potè contribuire in virtù del volo magico che Osymannoch aveva rubato da un chierico di Talos in erba, Sophia si librò invisibile per più di un minuto, perlustrando l’area in cerca di segni di attività cerebrali. La perlustrazione della mezza-ninfa coprì le varie zone esposte delle Rovine di Pietra, indagine che fu coadiuvata da un Gunnar pronto a fare di tutto per rendersi utile per la squadra. I risultati di questa lunga sortita sembrarono buoni: è vero che i sensori di Gunnar non potevano vedere l’interno delle aree dismesse al di sotto delle gambe e del Tempio, tuttavia l’area dove si trovava la pietra irregolare si rivelò priva di pericoli immediati, lasciando intravedere solo quello che pareva un grosso macigno in pietra color grigio cemento dai bordi frastagliati. Sophia fu invece in grado di confermare che non vi era traccia di predatori o prede senzienti all’interno delle Rovine di Pietra, a meno che costoro non fossero schermati contro i suoi rilevamenti. Fu comunque con altrettanta prudenza che i viaggiatori si apprestarono ad entrare nell’ampia costruzione in rovina, il cui scopo sembrava essersi perso nelle nebbie del tempo. Osymannoch non mancò di elargire invisibilità come fossero state caramelle da parte di un adescatore di minori, permettendo a tutti i Guardiani Planari (e Pisittu di godere di una totale occultazione da occhi normali). Dopo aver inciampato ed essersi urtati varie volte in virtù delle rispettive invisibilità, la squadra al completo fece il proprio ingresso, districandosi tra le rovine coperte di polvere (chi poteva vedere nell’oscurità) o sbattendo contro le mura incrostate di ragnatele, scheggiandosi i denti (chi non aveva scurovisione, mi si indichi chi è in tale condizione). L’imponente fano in cui erano entrati doveva essere stato un tempo una costruzione di proporzioni titaniche, sebbene essa sembrava mostrare ora solo la sua insolita struttura architettonica, difficile da comprendere per chi non fosse un esperto in materia. Gli esploratori notarono però che essa tendeva a curvare spesso, come avrebbe fatto una scala a chiocciola, ma senza cambiare la propria altezza (almeno in apparenza). Il tutto appariva piuttosto strano e un tantino nauseante per gli osservatori, che trovavano un po’ di varietà solo nelle difficili parti in cui dovevano districarsi tra calcinacci e macerie. Se un tempo vi erano state suppellettili, mobili o libri, essi erano divenuti già polvere o erano stati depredati già da tempo. Buona parte della struttura sembrava inagibile a causa dei numerosi crolli dei livelli superiori, lasciando tagliate fuori gran parte delle aree interne. Il primo esame di quel fano non sembrava aver portato a nulla. Quando le invisibilità lanciate da Osymannoch svanirono, non vi furono aggressioni o agguati. I Guardiani Planari furono chiamati a un altro consulto tra di loro. X tutti
  9. DM X chi ha effettuato prove Nelle grandi storie vi era spesso un momento in cui gli eroi cadevano in preda allo sconforto e al dubbio. Ma spesso in quei casi vi era anche il momento in cui si rialzava la testa, pronti a combattere più uniti che mai. Celeste intonò un lungo discorso per rincuorare il resto della compagnia, forte della sua grande esperienza nel campo, e per quanto non concorde il gruppo fu abbastanza deciso a raggiungere le Rovine di Pietra il giorno successivo. Prima di ciò, comunque, i preparativi furono numerosi: per bocca di Bainzu, Sophia ricevette dai coboldi l’opportunità di studiare la pelle del lastaritari stesa ad asciugare, in aggiunta alla zanna che Gunnar le aveva offerto. Lei e Osymannoch si consultarono svariate volte nel corso della serata nel tentativo di capire che razza di creature fossero. I due esperti furono concordi nel fatto che esse erano bestie magiche da cova, sebbene i trattati, gli studi e le leggende che essi avevano conosciuto nel corso degli anni (tanti per Osymannoch, meno per Sophia) citavano anche solo vagamente creature del genere. Eroico Yif disse tutto quello che sapeva, ma non si rivelò molto La loro scorza è impenetrabile da qualunque nostra arma ed essi hanno un’astuzia naturale contro le trappole. Essi sarebbero in grado di arrampicarsi sugli alberi, ma la loro mole non li aiuta molto. Qui a questa altezza siamo al sicuro i due bardi credettero di aver trovato la soluzione nei celebri predatori d’acciaio, ma essi differivano in diversi aspetti e purtroppo anche l’unica pista che avevano non si rivelò fruttuosa. Nel frattempo Celeste e Maxillium poterono controllare la condizione delle proprie armi, mentre Bainzu si assicurò che Pisittu e Gunnar venissero nutriti bene in vista del giorno successivo, mentre veniva catechizzato da un coboldo esploratore di nome Geografico Raf La foresta è equilibrata e ripetuta in tutto il percorso spiegò I confini di essa sono gli unici punti in cui non si può passare, la foresta talmente irta di spini al punto che nessuno può attraversarla. Ma voi troverete prima le Rovine di Pietra, se seguirete il percorso giusto. Il nuovo giorno su Muzziomone fu sancito da un chiacchiericcio di coboldi intenti ad iniziare le proprie attività quotidiane: i gruppi di caccia partivano per trovare cibo, le guardie notturne andavano a dormire, i trasportatori si preoccupavano di mandare scorte ai livelli superiori, le donne si occupavano di cercare frutti o badare ai piccoli, che erano numerosi. Per quanto gli Shakkilikki non fossero una comunità ricca, sembrava che si riproducessero con un certo entusiasmo. La partenza dei Guardiani Planari fu salutata da Eroico Yif e il resto della comunità di Cuore-Albero, prima che i sei (più felino) si lanciassero in volo attraverso la foresta di Muzziomone. L’incantesimo lanciato da Osymannoch permise al gruppo di adeguarsi alla velocità di Sophia in quello che fu un volo continuo in direzione delle Rovine di Pietra. Dall’alto la foresta di Muzziomone sembrava simile a molte altre foreste di Arth, se si escludeva l’irritante precisione assoluta nella conformazione degli alberi e la presenza di predatori più forti del tarrasque. Scoiattoli, donnole, orsi e volpi scapparono di corsa all’udire l’insolito vento scatenato dal passaggio della compagnia, la quale ebbe solo una volta la sensazione di vedere in lontananza ad ovest un gruppo di coboldi verdi. Ignorata la presenza fuori percorso il gruppo raggiunse in circa sei ore l’area descritta nella leggenda, giungendo dopo l’ora del pranzo che avevano saltato per terminare il loro viaggio in primis. Di fronte ai Guardiani Planari si stagliò un vasto altipiano costellato di blocchi di pietra e sentieri interni, resti di un’antica città. A giudicare dalle dimensioni, essa doveva essere stata in passato una metropoli capace di rivaleggiare con città del calibro di Firedrakes o Garnia. Gli inviati dell’Assemblea potevano solo immaginare il potere che doveva derivare dalle antiche pietre cubiche, ora sparse come giganteschi dadi. Da una prima analisi dall’alto sembrava che essi recassero delle incisioni, sebbene il tempo e il clima avessero cancellato qualsiasi traccia vagamente riconoscibile che potesse indicare qualcosa su questo antico luogo. In questo grande complesso erano rimasti solo tre punti che catturarono lo sguardo dei nuovi giunti. Il primo era il complesso murario di una antica fortezza o tempio (difficile capirne lo scopo), il quale sembrava ancora parzialmente in piedi. Il secondo erano due grandi gambe di pietra senza corpo, forse la base di una qualche antica statua, spezzate al di sopra del ginocchio. Il terzo era una gigantesca pietra irregolare posta a una certa distanza dalle gambe, quasi fosse la testa della statua a cui appartenevano le gambe. Data la loro posizione sopraelevata i Guardiani Planari poterono scandagliare solo in parte l’area, con Bainzu e Osymannoch limitati dall’impossibilità di lanciare incantesimi o manipolare fisicamente ciò che li circondava. Con quel che potevano fu comunque possibile scoprire come nei pressi delle gambe si trovasse un architrave con un passaggio che conduceva con una scalinata verso l’oscurità, così come alla fortezza o tempio vi fosse un passaggio di ingresso sufficientemente integro. In entrambi l’area non pareva illuminata, ma sembrava abbastanza ampia da permettere anche a Gunnar di entrare senza ricorrere a spinte, strattoni o pedate nel deretano. Fu ben presto chiaro però che, se essi avessero voluto proseguire e indagare (anche nel caso della pietra irregolare) essi avrebbero dovuto farlo scendendo a terra. Non sembrava vi fossero coboldi o lastaritari in vista. X tutti
  10. DM Se l’atmosfera di quella serata era allegra per i coboldi, lo stesso non si poteva dire per i Guardiani Planari: Maxillium sembrava in preda a una profonda riflessione personale, mentre il resto dei suoi compagni sembrava brancolare nel buio della storia antica di Muzziomone, interrogandosi circa le possibili correlazioni con i terremoti planari e colui o coloro che vi si trovavano dietro. La necessità di ulteriori informazioni portò quindi il gruppo a formulare diverse domande, in particolar modo per bocca di Bainzu. Quando Bainzu chiese indicazioni, Eroico Yif si pulì la bocca per poi annuire Le Rovine di Pietra si trovano a nord, a circa mezza giornata buona di marcia spiegò Le riconoscerete perché sono l’unico posto che abbia pietra in tutta la foresta. Noi però non possiamo accompagnarvi. Quello è il luogo in cui riposa la Madre della Desolazione, la dea della distruzione che ha portato il caos da noi il coboldo aggrottò la fronte quando gli fu chiesto del territorio occupato dai lastaritari I Rosicchiatori di Rosicchiatori non hanno un territ-… beh, se vogliamo essere precisi possiamo dire che tutta la foresta è il loro territorio. Essi cacciano su tutta la terra calpestabile, signori incontrastati in virtù della loro forza quando l’argomento passò sui Carne di Maiale, Eroico Yif annuì Di essi non ve ne sono più. Essi non sono più una minaccia né per noi né per voi. Il conciliabolo tra i Guardiani Planari attirò l’attenzione di uno dei cacciatori presenti, che si presentò come Schietto Ugh Se andate nella foresta non andate a nord-ovest. E’ un territorio proibito da leggenda e non posso aggiungere altro. Se ci andate sarete nostri nemici i Guardiani ebbero la sensazione di svariati occhi di rettili che li fissavano. Eroico Yif spezzò quella tensione aggiungendo un’altra nota di suggerimento Inoltre fate attenzione ai Gronya e ai Roff, le nostre tribù rivali Schietto Ugh si intromise di nuovo nel discorso Essi sono coboldi malvagi, nostri nemici giurati. Dicono che le Rovine di Pietra sono loro, ma non vi si addentrano e preferiscono mandare i loro cacciatori all’esterno. Non sono amici dei lastaritari, ma neanche nostri. Essi adorano lasciar morire le prede in trappola e colpirle nei punti più dolorosi perché gli piace sentire le loro urla Eroico Yif si trovò suo malgrado ad annuire, imitato dagli altri presenti I loro Alberi si trovano a ovest, ma anche lì non possiamo accompagnarvi. Ci attaccherebbero subito e sono centinaia. Troppi per noi e temo anche per voi. X tutti
  11. DM La battuta di Gunnar non parve riscuotere un grande successo tra i membri del gruppo, sebbene il leggendario barbaro percepì che Mhorannan, qualora fosse stato presente, avrebbe apprezzato tale intervento. Quello a cui fu sottoposto Maxillium, invece, vide una certa sorpresa e difficoltà di accettazione da parte del diretto interessato, la cui nuova forma era forse un miglioramento solo dal punto di vista bellico. Vari Ooooooohhhh! vennero pronunciati in coro in più occasioni, laddove i coboldi di Cuore-Albero osservarono basiti la scena del ritorno tra i vivi dello spadaccino spirituale nella dimora di Eroico Yif, il quale commentò con un Non mi stupisce che siate stati in grado di uccidere il lastaritari. Questo è uno spettacolo non si vede tutti i giorni. Il tempo prima della sera trascorse in maniera monotona per i Guardiani Planari: Cuore-Albero contava circa seicento coboldi, divisi secondo la loro scala sociale che prevedeva i più importanti in alto e i poveri in basso, più esposti ai rischi della terraferma. Per quanto diversi dai loro simili di Arth, i coboldi di Muzziomone sembravano comunque condividere alcuni tratti tra cui l’abilità nel preparare trappole e una generale scarsa predisposizione alla creazione di oggetti magici. All’interno di Cuore-Albero non vi erano mercanti, né valute e le transazioni avvenivano tramite baratto di generi di prima necessità. Tutto sommato la comunità aveva un suo equilibrio forte sostenuto da un concetto di aiuto reciproco tra gli appartenenti allo stesso ramo sociale, che come in una piramide fungevano da sostegno per i membri più onorevoli della società. Chiacchierando qua e là (soprattutto con l’ausilio di Bainzu) i Guardiani scoprirono che un segno distintivo di potere tra i coboldi era il possesso di poteri magici. Gli stregoni erano tenuti in grande considerazione ed addestrati per essere le guide spirituali e politiche della comunità in quella che era una primitiva magocrazia. La sera scese su Muzziomone e i coboldi cacciatori furono lieti di condividere il pasto della giornata con i Guardiani Planari. Il che non fu solo per cortesia, dato che la carne offerta era quella del lastaritari ucciso Carne buona, carne buona commentò uno dei coboldi che avevano incontrato per primi, abbuffandosi della sua parte di zuppa color melma con pezzi di carne grigiastra che galleggiava Non è certo il pasto a cui siamo abituati. Di solito cacciamo conigli, tassi, scoiattoli e volpi spiegò Eroico Yif I Rosicchiatori come i lastaritari o i grandi vermi sono troppo forti per noi a discapito dell’aspetto poco incoraggiante, il pasto si rivelò commestibile e l’atmosfera goliardica, con più di una trentina di coboldi assiepati all’interno e fuori dalla rudimentale abitazione del vecchio coboldo, attirati sia dal pasto che dai nuovi ospiti. Quando il sole tramontò e la luna e le stelle fecero capolino, Eroico Yif diede un cenno da uno dei suoi, il quale si fece avanti portando con sé un tamburello in legno e pelle di cervo E’ il momento della leggenda delle Rovine di Pietra annunciò. Il silenzio calò tra i presenti, con il portatore di sapere che iniziò una lenta e monotona cantilena sostenuta da un ritmo di musica basilare. Il resto dei coboldi annuiva seguendo il rimo e battendo il tempo. Questa è la storia più antica. Questa è la prima storia. Le lune che sono passate sono troppe per essere ricordate, più numerose delle foglie cadute e dei rami spezzati. C’era un tempo un posto in cui le pietre stavano sopra le pietre. Un posto in cui molti vivevano. Essi non erano come noi, bensì più alti e carnosi. Non erano Corridori o Rosicchiatori. Erano persone che non ricordiamo. Tutte le loro ossa sono sparite, tutti i loro ricordi perduti. E’ rimasta solo oscurità. Essi giunsero da un altro posto. Lì avevano le loro leggende ed essi dissero di essere giunti da una porta nell’aria. Questo non lo capimmo. Dissero di essere giunti per allontanarsi dagli altri e agire secondo le loro regole. Questo lo capimmo. Vi fu presto la pace tra i nostri popoli. Non comprendevano gli alberi, ma comprendevano alto e basso. Essi costruirono in alto, lavorarono la magia. Ci diedero grandi conoscenze e noi gli dammo la carne dei Corridori. Curarono le nostre ferite e noi proteggemmo i loro mangiatori di erba. Non sappiamo perché essi sparirono. Sappiamo solo che essi se ne andarono. Le loro pietre iniziarono a cadere. Ciò che era alto tornò ad essere basso di nuovo. Ora le pietre riposano in pace. La conclusione della leggenda venne accolta da un fastidioso chiacchiericcio dei coboldi presenti, starnazzanti come un gruppo di avventuriere in un giorno di saldi sugli stivali magici. Eroico Yif si avvicinò ai Guardiani Planari Spero che la leggenda sia stata di vostro gradimento e possa aiutarvi nel motivo per cui siete giunti fin qui disse. X tutti
  12. DM Di solito abituato a parlar per sé, Bainzu fu costretto agli straordinari per filtrare tutte le domande e le curiosità dei suoi compagni in direzione di Eroico Yif. L’anziano coboldo dagli occhi bulbosi, dal canto suo, ascoltò con avido interesse il racconto del santo circa gli altri coboldi che vivevano su Arth. La sua espressione si contrasse appena quando udì di disprezzo e di una certa differenza di civilizzazione, tuttavia i toni pacati del druido furono ben accolti Non mi aspettavo questo tipo di risposta, ma anche questa è un’importante scoperta per noi commentò. Quando l’argomento virò sul terremoto planare e una possibile correlazione con i lastaritari, Eroico Yif aggrottò le sopracciglia Noi non siamo mai usciti dal nostro piano, né è nostro interesse provarci. Abbiamo trovato un nostro equilibrio nel corso dei secoli e vorremmo mantenerlo. Voi siete i primi visitatori dopo tanto tempo, prima di voi sono giunti solo i lastaritari, i Rosicchiatori di Rosicchiatori. Ancora prima i Carne di Maiale, più simili a voi che a noi, sebbene diversi per alcuni aspetti. In tempo immemore le nostre storie narrano di umani come la maggior parte di voi, che vivevano nelle Rovine di Pietra spiegò, facendo attenzione a misurare le parole Ora io voglio essere molto sincero con voi, perché in voi vedo un tumulto di emozioni ma la volontà di chi vorrebbe una pace ordinata come quella che vorrebbe il Padre della Natura disse Eroico Yif Le nostre leggende sono il patrimonio più importante del nostro clan, sono racconti che i nostri cantori si tramandano da generazioni ed è nostra credenza che esse abbiano un grande potere. Per noi è fatto divieto narrare una leggenda senza una buona ragione ed è vietato enunciarne più di una nella stessa notte. Il lastaritari che avete ucciso poteva mettere in pericolo i cacciatori che gli stavano tendendo un’imboscata, quindi non penso di sbagliare a dire che avete compiuto un grande servigio. E in virtù di ciò posso intercedere per farvi udire una delle nostre leggende stasera, quando saremo riuniti dopo cena. Ma se pensate che esse possano aiutarvi scegliete con attenzione, poiché a meno che non compiate un’incredibile impresa per il nostro popolo, quale sarebbe uccidere la Madre della Desolazione, colei che ha partorito i lastaritari, questa potrebbe essere l’unica occasione per poterne udire una spiegò l’anziano coboldo. Confido che rispetterete le nostre tradizioni e non cercherete di insistere per chiedere più di quanto il nostro popolo non sia disposto a dare convenì infine Eroico Yif Detto ciò, tre sono le leggende più importanti del nostro clan. La prima è la venuta dei Rosicchiatori di Rosicchiatori, la seconda è quella dei Carne di Maiale, la terza quella delle Rovine di Pietra. Potete decidere e poi farmi sapere quale chiedere ai nostri bardi, nel frattempo siete liberi di esplorare Cuore-Albero, la nostra casa. La votazione che sarebbe seguita avrebbe visto anche la partecipazione di Maxillium. Per quanto deceduto sotto la furia del lastaritari, il nobile ricevette una terza opportunità grazie alla magia di Bainzu. Il suo ritorno, tuttavia, apparve al nobile diverso già da principio: i suoi movimenti erano più diretti e imponenti, il respiro era abbondante nell’ampio torace, la stretta sugli oggetti salda robusta. Non fu necessario osservare le espressioni dei suoi compagni per capire che QUALCOSA era cambiato dal suo ritorno alla vita e ben presto la realtà colpì Maxillium di prepotenza: Bainzu lo aveva reincarnato in un mezzorco. X tutti
  13. DM X Bainzu La pronta e comprensibile risposta di Bainzu parve soddisfare i coboldi posti sugli alberi, i quali annuirono a più riprese Possiamo aspettare, ma fate attenzione! Ci sono molti Rosicchiatori che cacciano in basso ammonì il caposquadra. Tuttavia, nel tempo che fu necessario per rimettere in sesto Gunnar e terminare il protocollo di autoriparazione di Celeste, nessun altro predatore o avvoltoio si presentò, tanto che solo il cadavere del lastaritari fu depredato da Gunnar quando egli si prese un trofeo. Una volta che i Guardiani Planari furono di nuovo in grado di rimettersi in marcia, il gruppo di coboldi fu ben lieto di condurli in direzione sud-ovest, dove a pochi minuti di marcia furono in grado di raggiungere il luogo in cui gli Shakkilikki dimoravano. Esso era un albero, grande come una fortezza e talmente vasto da occupare la vista con la sua rugosa corteccia che si ergeva fiera in quella tempesta di rami e foglie. I coboldi vivevano all’interno di tale struttura sfruttando le depressioni che formavano dei tunnel naturali, spaziosi a sufficienza per i piccoli abitanti, stretti per la quasi totalità dei Guardiani e impossibili da varcare per Gunnar. Quando il combattente orso si trovò incastrato dopo pochi centimetri del primo cunicolo, furono necessarie diverse spinte per permettergli di uscire. A quel punto uno schiamazzante gruppo di coboldi da un ramo superiore calò un paio di corde intrecciate per permettere ad Artigli di Sangue di salire come una scimmia Non vi porteremo più in alto di così disse il capogruppo In alto nascono i frutti che danno vita e lì vivono i più potenti. In basso cadono i frutti e coloro che scivolano o vengono sbranati dagli orrori del terreno, come noi. Ma voi potrete stare in mezzo, dove la corteccia segna un confine e un equilibrio dettato dal Padre della Natura spiegò. Il sentiero che fu indicato a coloro che avevano sconfitto il lastaritari si rivelò essere un intricato intreccio di rami che salivano. Quando essi lo impiegarono i Guardiani finirono per trovarsi ad un livello intermedio del grande albero, in una vasta depressione che fungeva da abitazione per un anziano esemplare dalle scaglie opache, dagli occhi bulbosi simili a quelli di un insetto e avvolto da una pesante mantella con cappuccio Il mio nome è Eroico Yif e sono un portavoce degli Shakkilikki si presentò, le parole tradotte da Bainzu. La sua depressione non aveva molto se non beni essenziali e di scarna fattura, tanto che i suoi ospiti furono costretti a sedersi sul legno del pavimento. Eroico Yif quindi si inerpicò su una libreria intagliata goffamente, ma alta a sufficienza da permettergli di trovarsi in una posizione sopraelevata rispetto ai suoi interlocutori Ho saputo che avete affrontato e sconfitto uno dei lastaritari, esploratori di alberi disse Questa è un’impresa davvero degna di nota, fin dall’arrivo di quelle creature, avvenuta anni fa, sono innumerevoli i nostri fratelli morti, sia del nostro clan che di clan nemici. Mi dispiace che uno dei vostri sia caduto, spero che egli possa trovare una pace quieta sotto la benedizione del Padre della Natura. Sono comunque curioso di sapere qualcosa in più su di voi e sul posto da cui venite, poichè non siete i primi della vostra specie che giungono in questo luogo, sebbene ciò non avvenga da tempo immemore. Vi sono coboldi anche da dove giungete voi? Come sono? chiese l'anziano coboldo Ho grande interesse nella vostra storia e vorrei saperne di più. Nel frattempo, se le vostre intenzioni non sono maligne, potrete rimanere nostri ospiti finchè lo riterrete opportuno. X tutti
  14. DM I Guardiani Planari si lanciarono in un disperato assalto finale. La disperazione sorgeva dalla resilienza dell’avversario, dalla lunghezza di quello scontro senza esclusione di colpi e dalla gravità della situazione in cui si trovavano, con Maxillium morto e due terzi dei loro incantatori fuori gioco. Eppure Celeste, Gunnar e Osymannoch diedero fondo a tutto ciò che era loro rimasto, forti della possibilità di poter ora vedere bene in faccia il loro avversario e non poterlo mancare come successo in precedenza. La differenza in ciò fu presto evidente, con Celeste che sferrò spadonate forti come gli alberi millenari che sorgevano in quella foresta, capaci di spezzare ossa e lacerare muscoli. Gunnar assaltò il nemico ai fianchi, come un branco di lupi ben organizzati. L’Inatteso, dal par suo, colpì a un occhio il leone per poi cercare copertura come un esperto cacciatore. L’effetto di quegli assalti fu evidente, la spavalderia del leone metallico ora sostituita con una cieca furia che si abbattè su Celeste, in uno scambio di battute capace di far tremare il terreno. I circuiti della Borealis minacciarono di andare in tilt, sopraffatti anche in quella potente forma dalla possanza del nemico, che pure indebolito dalla strenua resistenza di Gunnar era ancora un avversario terrificante. Quando la Borealis fermò il tempo per uscirne nella sua forma definitiva (c’è chi la definiva pure Golden Celeste, per quanto non fosse agghindata di tale colore) il confronto finale tra i due si consumò in un vorticare di colpi, carne e metallo che scatenò una pioggia di scintille in tutta l’area, con il barbaro appena in grado di dare un contributo mentre lo scontro infuriava in un clangore che risuonò per chilometri e mettendo in fuga tutte le forme animali nei paraggi. Solo quando alla fine l’essere cadde bocconi, una zampa mutilata e la mascella spezzata dall’ultimo fendente di Celeste Borealis, il leone metallico che li aveva aggrediti esalò l’ultimo respiro sancendo la fine di quella battaglia campale. I Guardiani Planari avevano vinto. Sophia, Bainzu e una terrorizzata Pisittu furono in grado di riprendersi in tempo per constatare il decesso del mostro, quando una nuova presenza si palesò. Un coro di Oooooohhhh pervase le fronde degli alberi quando infine il leone metallico cadde a terra, morto. A commentare tale impresa furono dieci figure, che si trovavano sedute in maniera sparpagliata tra i rami di un albero poco più a sud-ovest, come frutti troppo maturi. Essi erano coboldi dalle scaglie violacee e non di certo tra i meglio equipaggiati, dato che il loro vestiario contava solo un perizoma, una lancia a due mani, una fionda legata alla cintola e un sacchetto che doveva contenerne i proiettili. Un chiacchiericcio proruppe dalle piccole pesti con sangue di drago, i quali sembravano parlare un linguaggio inintelligibile. Per fortuna dei Guardiani Planari, sia Osymannoch che Bainzu erano dotati della capacità di comunicare con esseri non nativi di Arth, una magia che in quel frangente si rivelò preziosa. Quando essi poterono ripetere ai compagni le parole pronunciate dai coboli, esso fu più o meno il resoconto Avete abbattuto un lastaritari! Un lastaritari! Il Padre della Legge ha guidato le vostre armi e con esse avete abbattuto il demone invasore! ripeterono a più riprese. Quello che sembrava il loro capo-gruppo pose però delle domande più specifiche Giungete forse dalle rovine di pietra? Siete alleati con i Carne di Maiale? A quale delle nostre leggende appartenete? quando egli notò la confusione nello sguardo dei Guardiani Planari, aggiunse E’ chiaro che non siete qui per guidare i Rosicchiatori di Rosicchiatori contro di noi, se siete disposti a seguirci potremo portarvi al Cuore-Albero del nostro clan, dove potrete incontrare i nostri Shakkilikki di grado più elevato propose. Riepilogo X tutti
  15. DM Nessuno avrebbe potuto biasimare la caduta di Gunnar, che aveva lottato come un puma (seppur in forma d’orso) fino allo strenuo delle proprie forze. Rimasto da solo, come egli avrebbe potuto fare il lavoro di tre? Forse però non era giunta la sua ora, almeno quando Sophia aggirò il problema dei ruggiti del leone metallico agendo su Celeste. E la scelta non poteva essere migliore, poiché se servivano i chili di un peso massimo in prima fila, era certo che in Celeste Boralis se ne sarebbero trovati a bizzeffe. E questi chili divennero ben presto quintali quando la Furia Bianca Metallica si mostrò in tutto il proprio splendore (cromatico). Gunnar arretrò, non prima di essersi preso l’ultima parola e un po’ di sangue nemico per poi dare il “cambio” a Celeste e arretrare al proprio angolo, dove Osymannoch lo istruì sulle prossime mosse e corroborò il suo corpo e il suo spirito con un altro po’ di energia positiva, in quello che doveva essere il record universale di energia positiva emessa da un lich nella storia. L’ingresso di Celeste fu esplosivo: Cuore Nero alla mano, la psionica percorse in breve tempo la distanza che la copriva, le gambe meccaniche che macinarono il terreno prima di compiere un balzo e ricadere con un pesante rumore di ammortizzatori nel punto in cui i sensori avevano individuato la presenza nemica. Per quanto il computer centrale nella mente della marut avesse stabilito una percentuale di precisione del 50%, ella fu in grado di colpire materia organica vivente. L’essere nella nebbia ruggì ancora una volta, una terza potente volta, prima di emergere di lato calpestando con poco riguardo i resti di Maxillium e percorrendo il campo di battaglia a una velocità senza precedenti. In questo frangente però i sensori auricolari della elocatrice metallica attutirono il suono quando esso raggiunse i limiti di guardia per i meccanismi interni, isolando di fatto l’assalto vocale nemico e permettendo alla coraggiosa abitante di Arth di proseguire nello scontro. Se Gunnar poteva ora rifiatare, Sophia fu resa di nuovo inadeguata a combattere, mentre Osymannoch si trovò faccia a faccia con il felino, le cui condizioni non sembravano ideali (i sensori cerebrali di Celeste stabilirono che esso doveva aver perso circa metà della propria forza vitale), ma sufficienti per promettere una dura vendetta. Il primo a pagare il fio degli ultimi assalti sarebbe stato l'Inatteso? Oppure tutto ciò era un altro stratagemma del mostro, ora coperto in parte alla vista dei suoi nemici? Riepilogo X tutti
  16. DM Le più comuni imprese per gli avventurieri ordinari erano solite includere il salvataggio di principesse rapite, la deposizione di tiranni, lo sventamento di complotti e scontri con draghi di elevato potere. Per chi si spingeva oltre però si trovava di più: ciò che era straordinario diventava l’ordinario e poteri talmente forti da far fatica ad essere realizzati divenivano il teatro per nuove epiche situazioni. Il leone metallico, che in quella foresta sosteneva di essere solo parte di un insieme, sarebbe stato il predatore alfa su Arth, una minaccia che avrebbe richiesto legioni di eroi per poter solo tentare di piegare un simile avversario. Per fortuna del Piano Materiale, tale nemico del popolo non esisteva, ma di esso avrebbero di certo serbato ricordo in futuro i Guardiani Planari… qualora fossero sopravvissuti (o riportati in vita, nel caso di Maxillium). Con il ritorno di Sophia, la possanza di Gunnar parve farsi sentire ancora di più. La sagoma appena visibile del leone si sporgeva quanto bastava per far calare i propri artigli, i due ormai coinvolti in uno scontro tra titani la cui forza era alla pari. Ma se del leone non si avevano indizi, Gunnar iniziava piano piano a perdere terreno, le ferite sempre più gravi e Osymannoch incapace di lenire tutte le emoraggie, le ossa rotte, le contusioni e le unghie incarnite che emergevano nel corpo sempre più martoriato di Artigli di Sangue, ormai l’unico bastione per la salvezza dei Guardiani Planari. Il suo avversario ringhiò verso di lui X chi capisce il Draconico Lo scambio di battute tra i due dimostrò ancora una volta come la vita più tranquilla la passavano i popolani, lontano dai problemi di chi andava in guerra. Perché la guerra, la guerra non cambia mai. Riepilogo X tutti
  17. DM Lo scontro senza quartiere che stava avendo luogo all’interno della foresta era forse ancora più titanico delle battaglie vissute dai campioni (di cui Celeste faceva parte) che avevano salvato Arth. Il leone metallico, sebbene irritante, era un avversario astuto e rotto ad ogni trucco, capace di approfittare di ogni leggerezza per colpire in maniera dura e repentina. Il fatto di trovarsi ancora in due a fronteggiare la sua furia costrinse sia Osymannoch che Gunnar agli straordinari. Il lich decise di sgomberare un’area del campo di battaglia dagli incantesimi costrittivi, i quali sembravano più proteggere il mostro che favorire la loro strenua difesa… e in effetti l’Inatteso fu capace di compiere la sua opera, sebbene la zona liberata si rivelò più piccola di quanto previsto e inadeguata a favorire Gunnar nel suo confronto uno contro uno. Il barbaro, dal par suo, ora sentiva di poter competere ad armi pari con il mostro e un altro scambio feroce tra i due portò nuove ferite sia da un lato che dall’altro. Un ringhio provenne dalla nebbia, seguito da alcune parole X chi capisce il Draconico Nuovi squarci si aprirono, stavolta sul basso inguine di Gunnar che sentì la vista annebbiarsi. Del suo avversario non era possibile stabilire la condizione, ma i suoi assalti non sembravano calare di ritmo. La minaccia di un nemico in gran forze acquattato nella nebbia, e pronto a continuare assalti fino alla loro dipartita, si delineò nelle menti dei contendenti. Tuttavia essi poterono infine udire dei movimenti vicino a loro che diedero l’ennesimo barlume di speranza: Sophia, seppur in condizioni già pietose dopo l’ordalìa subita, sembrava pronta alla lotta. Riepilogo X tutti
  18. DM Gunnar sarebbe morto piuttosto che arrendersi e se la morte fosse giunta, in molti credevano sarebbe morto in piedi, esalando l’ultimo respiro nel tentativo di strappare dalla pelle del mostro celato quanta più carne possibile. Il nevischio era certo una variabile particolare, che aveva sommerso sì il loro avversario ma gli offriva anche una copertura naturale che non gli impediva di individuare la loro posizione. Anche se Gunnar riuscì a mordere una delle possenti zampe del mostro in un attacco mordi e fuggi, il rumore delle narici del leone metallico che fiutavano la sua posizione era ben udibile a quella breve distanza. La disperata situazione per il barbaro trovò un attimo di respiro quando druidi e non-morti sancirono solo per quel giorno un’alleanza senza eguali, infondendo potere e cure nel corpo di Artigli di Sangue. Quando un grido di odio raggiunse la prima fila, fu chiaro a tutti che la Furia Bianca era tornata operativa. Celeste Borealis piombò come un falco predatore sulla nebbia e, per quanto ella si affidò alla sorte per colpire il nemico, il suo grido di dolore fece intendere come l’elocatrice aveva trovato il bersaglio e gli aveva fatto parecchio male! L’entusiasmo pervase il gruppo e Bainzu stesso apostrofò il leone metallico promettendo la sua sconfitta! Brevi parole giunsero in risposta… X chi capisce il Draconico … e la foresta tremò una seconda volta! Il ruggito del leone proruppe una seconda volta, le grida degli avventurieri soffocate dalla potenza di quel secondo schiato che minaccio di far uscire gli occhi dalle orbite dei mortali. Sophia iniziò a piangere sangue, sopraffatta da quel dolore, Celeste e Bainzu non riuscirono a coprire la cacofonia nelle loro menti nemmeno tappandosi le orecchie con le mani, Pisittu si orinò addosso dal dolore di quella potenza estrema. I compagni sopraffatti da quel potere, l’essere immerso nella nebbia ringhiò beffardo per poi rivolgere di nuovo le sue attenzioni verso Gunnar e Osymannoch, gli unici a poter ora fare da scudo in quella lotta senza precedenti. Riepilogo X tutti
  19. DM La nebbia scese nella foresta. Essa non era tuttavia una nebbia da racconto dell’orrore, che copriva un intero continente, ma si limitava a un’area circoscritta che Bainzu aveva identificato nei brevi e febbrili secondi a disposizione, con lo scopo di gettare il nemico nella confusione e forse pure in errore. Egli sparì, dopo che la rabbia di Gunnar si era scatenata ancora una volta contro di lui, mentre Osymannoch scaricò un proiettile di forza all’interno di quel muro di nebbia invernale. L'approccio del lich fu meno intellettuale del solito, forse spronato dall'ambiente così affine al Patto Silvano o dalla prospettiva di dover riportare in vita Maxillium in futuro. Il suo proiettile grande quanto un traliccio penetrò il banco di nevischio, senza tuttavia portare indizi sul fatto che esso avesse o meno colpito il bersaglio. Un ringhio insolito proruppe dall’interno della nebbia, minaccia di ciò che si celava e monito. Nuove parole in una lingua arcana raggiunsero le orecchie dei presenti X chi capisce il Draconico Gli alberi tremarono ancora una volta e il terreno parve tremare per qualche secondo, mentre il mostro aumentava ancora una volta l’impeto del proprio assalto. Dalla nebbia emersero gli algidi e feroci artigli del leone metallico e, sebbene non tutti riuscirono a colpire Gunnar, quelli che lo fecero parvero forti come magli branditi da un titano. Un’artigliata scavò una ferita al lato sinistro del collo di Gunnar, mentre un secondo squarciò la coscia destra del combattente orso. Le fauci del leone strapparono un orecchio ad Artigli di Sangue, ormai costretto in ginocchio di fronte a questo predatore. Per il leggendario barbaro del nord sembrava la fine. Fu in quel momento che Celeste smise di sentirsi sballottata da un angolo all’altro di Muzziomone. La sua mente riprese il controllo della situazione quanto bastava per fronteggiare la minaccia che si trovava di fronte a loro. E ora più che mai sembrava esserci bisogno di un nuovo peso massimo, se non altro per evitare che Gunnar seguisse il destino di Maxillium. Riepilogo X tutti
  20. DM Il silenzio della foresta di Muzziomone era stato spezzato, la potenza dei colpi inflitti da Gunnar e dal leone tali da imprimere solchi negli alberi millenari di quel mondo immerso nel verde. La vendetta di Artigli di Sangue si consumò nel breve termine, il leone che urlò il proprio dolore per le ferite inferte, mentre Osymannoch cercava una posizione migliore prima di far partire il proprio assalto. L’idea del lich era tanto semplice quando efficace: flagellare di incantesimi il leone mentre esso era preso da Gunnar, continuando e insistendo finchè esso non sarebbe crollato a terra sotto quella pioggia di potere magico. Il piano però si trovò subito arenato da una difficoltà che sembrava comune in quei giorni: anche quel leone dalle scaglie color argento scuro sembrava impenetrabile alla magia, infuso forse di una refrattarietà talmente forte da respingere anche la temibile colonna di fuoco sacrilego evocata dall’Inatteso. Per quanto piante, rami, radici e il terreno avessero risentito gli effetti di quell’assalto (e Gunnar avesse percepito il calore fino alla punta dei suoi peli) l’essere che li aveva aggrediti non parve nemmeno scalfito e anzi si permise pure di apostrofare in una lingua i suoi aggressori. X chi capisce il Draconico Il leone premette le proprie zampe sul terreno, il quale parve abbassarsi di colpo mentre i muscoli della creatura si tesero e parvero ingrossarsi, presagio di un assalto ancora più furioso. La creatura incombette su Gunnar, minacciandolo con la prospettiva di un nuovo temibile assalto. Il barbaro dei Fiordi non era però da solo in quella lotta tra animale ed animale (?). Maxillium piombò sul leone metallico con la stessa furia di un angelo vendicatore, affondando la propria ascia mentale sul fianco della belva e strappandole un grido di dolore, un segno e un simbolo per Arth e la capacità di difendersi con le unghie e con i denti. L’essere ringhiò il suo disprezzo per quell’atto di coraggio e le sue unghie contrattaccarono con spietata efficienza. L’essere, dotato di una velocità senza precedenti, si gettò in un assalto diretto contro il Nairdal, gettandolo a terra e inchiodandolo a terra con gli efferati artigli, che con movimenti misurati spezzarono costole e scavarono la loro via nei polmoni del nemico. Dilaniato e ormai reso incapace di respirare, Maxillium potè solo lanciare un fugace sguardo al tetto di fogliame della foresta mentre egli chiudeva gli occhi. L’ultima cosa che udì furono le grida di Gunnar, che venne subito ripreso in consegna dal leone metallico, il cui morso minacciò di staccargli il braccio destro. Con la caduta di Maxillium, Artigli di Sangue era di nuovo solo. Ma forse una speranza poteva di nuovo palesarsi per i Guardiani Planari. Se Pisittu era ancora sull’orlo dell’incoscienza e stava sputando palle di pelo sul manto erboso, Bainzu riuscì a riprendersi. Il druido era pronto a gettarsi nella mischia. Riepilogo X tutti
  21. DM Gunnar percepì per un attimo un senso di deja vù: era la seconda volta che si trovava a conficcare gli artigli su un felino in pochi giorni. Per sua fortuna però molte cose sembravano a suo favore: innanzitutto il suo nemico era grande come lui e non simile a un palazzo vivente e pronto a sbranarlo. Inoltre, a differenza dei gargoyle, egli trovò una corazza sì robusta, ma non impenetrabile, almeno quanto bastò affinchè un solco si aprisse sulla giugulare del felino, che sibilò di dolore. Oltre a ciò il bersaglio rivolse subito la sua attenzione su di lui, regalando quindi ai suoi compagni tempo prezioso per riorganizzare la propria strategia. Quei secondi si rivelarono fondamentali per Osymannoch, il quale spezzò l’apparente perfezione della foresta evocando i tentacoli preferiti di Sophia, disgustose propaggini che si spansero dal terreno emergendo come monoliti bulbolsi e pronti a infilarsi in ogni orifizio. La strategia si era rivelata vincente con i temibili gargoyle, ancora ben impressi nelle menti dei Guardiani Planari. Forse in due sarebbero bastati. Non poteva però essere tutto rose e fiori per Gunnar e Osymannoch, i quali capirono ben presto che il loro avversario era degno di rispetto. Con un ruggito talmente potente da far tremare gli alberi l’essere si scrollò i tentacoli di dosso come se essi fossero fatti di carta velina. La ferita che il combattente orso aveva inflitto si rimarginò in un batter d’occhio, non lasciando alcun segno del primo assalto di Artigli di Sangue mentre, al contrario, gli artigli simili a pugnali in acciaio del leone metallico lasciarono segni ben visibili sul petto del barbaro che si intrise subito di sangue. Il ruggito dell’orso fu soffocato in gola quando essa venne azzannata dalla creatura in quello scontro per il predominio. Per quanto Gunnar riuscì a scrollarselo di dosso, i segni di tale morso iniziarono a farsi sentire in un dolore pulsante e un sapore di sangue in bocca. La situazione sembrava complicarsi, ma fu proprio in quel momento che Maxillium parve ritrovare l’equilibrio e una comprensione sufficiente di ciò che accadeva di fronte a sé. Riepilogo X tutti
  22. DM La prospettiva di uno scontro appena giunti su Muzziomone poteva forse rivelarsi un record personale per molti, se non tutti, i membri dei Guardiani Planari. Non vi erano state possibilità di incontrare fauna più simpatica o anche solo un contadino grasso. No, per il gruppo inviato a indagare sui terremoti planari la minaccia sembrava immediata e preavvisata solo da un sinistro ruggito che mise in allerta i presenti. Celeste, Maxillium e Gunnar estrassero le proprie armi. Sophia prese tra le mani le prime componenti che le vennero in mente. Osymannoch estrasse la propria verga (quella magica, sia chiaro!) dalle vesti e Pisittu si mise in posizione di combattimento. Lo scopo dei Guardiani era semplice: eliminare la minaccia prima che essa potesse aggredire ed interrompere Bainzu, il cui rituale era ancora in fase di preparazione e non poteva essere spezzato senza il rischio di dover attendere un nuovo giorno. I secondi passarono febbrili mentre gli psionici si agghindarono di tutti i poteri che ritennero più opportuni, le manifestazioni olfattive, uditive e visive che si manifestarono come patine di luci multicolori, sfolgorii simile e metalli frizionati e odori che variavano dalla lavanda a quello di calzini sporchi. Il muro che venne formato avrebbe forse potuto arrestare anche il tarrasque, qualora esso avesse fatto ritorno dal Piano Astrale! L’essere che emerse dalla foresta era ben più piccolo della Bestia della Savana e simile a uno snello leone in quanto quadrupede e ruggiti prodotti. Le similitudini con il re della giungla del Piano Materiale si fermavano però lì: il nuovo arrivato non aveva pelo, ma una placcatura naturale simile a scaglie di drago di un colore scuro con screziature color argento, le quali rinforzavano anche la zona del collo, come una piccola criniera color metallo. La creatura pose i propri occhi sui Guardiani Planari, prima di raggiungerli a una velocità impressionante e superiore a quella del ghepardo più veloce su Arth. Giunto alla distanza che egli desiderava, il leone metallico frenò la propria corsa con i propri artigli simili a pugnali, per poi spalancare le fauci ed emettere un ruggito potente, più forte della tromba di un arconte e del grido di battaglia di un leonal messi assieme. La potenza dell’assalto fu tale da non lasciare scampo ai Guardiani Planari, i quali furono costretti a soccombere in parte all’assalto, le orecchie sanguinanti e ovattate da un fischio perenne che gli avrebbe permesso a malapena di comunicare se fossero stati in grado di fermare il mondo che vorticava attorno a loro, minacciando di buttarli a terra in preda alla nausea e al vomito. Gunnar, il cui addestramento lo aveva reso resistente alla maggior parte delle influenze esterne, si ritrovò da subito da solo in prima linea. Dietro di lui solo Osymannoch sembrava in grado di combattere e forse già pronto ad aggiungere questo evento alla lunga lista di pro da presentare ai suoi compagni circa la possibilità di introdurli alla vita da non-morto. Per poter catechizzare i suoi compagni, comunque, avrebbe dovuto prima assicurarsi di sopravvivere! Riepilogo X tutti
  23. DM X chi ha effettuato prove Per quanto non del tutto a loro agio nell’ordinato ambiente naturale di Muzziomone, i Guardiani Planari non persero tempo a cercare di capirne di più sull’area in cui erano giunti, con Gunnar e Maxillium che si mosse tra gli alberi in cerca di indizi e modi per trovare il modo di orientarsi. Se lo spadaccino spirituale non ebbe fortuna, dopo aver spostato cespugli ovunque e dopo essersi arrampicato brevemente, Artigli di Sangue vi riuscì, stabilendo da uno dei pochi raggi solari la approssimativa posizione del sole e, dopo aver tracciato un arco che descrivesse in maniera spartana il suo tracciato, capire dove fosse il nord. Il combattente orso potè sentirsi fiero di sé stesso: per quanto negli ultimi giorni fosse stato sballottato da un piano all’altro, egli era ancora in grado di essere un tutt’uno con la natura. D’altro canto se Gunnar si trovava beato in mezzo alle foreste, Bainzu aveva raggiunto uno stadio di esistenza superiore, protettore del verde e amico delle creature fatate. La sua recita di parole, per quanto potesse apparire buffa, era un antico e potente rituale del suo circolo druidico tramandato solo ai più coraggiosi. Esso era in grado di trasportare la mente del druido fuori dal corpo, permettendogli di percepire il circondario come se egli stesso fosse la foresta, un potere dai terribili pericoli: se egli si fosse immerso troppo in questa comunione, la sua mente avrebbe rischiato di perdere la sua stessa concezione di sé, con il rischio di perdersi e non fare più ritorno al suo corpo originario, un’anima perduta in quel paradiso boscoso. Un incantesimo che poteva forse risolvere quello stallo in cui non vi erano indizi sulla direzione migliore da prendere… almeno fino a quando Maxillium non udì per primo qualcosa da lontano, ma che ben presto riverberò fino al punto da essere udito dai suoi compagni. Esso era un ruggito simile a quello di un leone, cavernoso e intimidatorio, che a giudicare dall’eco Celeste potè stimare provenire da nord. Mentre Bainzu proseguiva nella sua concentrazione mistica, un secondo ruggito raggiunse le orecchie dei presenti e stavolta sia lo spadaccino spirituale che l’elocatrice poterono convenire che esso si stava avvicinando di buon passo verso la loro direzione. Se essi fossero rimasti lì avrebbero con buona probabilità incrociato la creatura, sebbene allontanarsi era ancora possibile. Ma come avrebbero potuto muoversi in sicurezza, se Bainzu era ancora in procinto di lanciare la propria comunione? Erano passati pochi secondi dal loro arrivo a Muzziomone, ma i Guardiani erano già chiamati a fare le loro prime scelte in fretta. X tutti
  24. Capitolo Quattro – Avanguardia La prima meta scelta dai Guardiani Planari per le indagini richieste dai Filosofi di Arithmea ricadde su Muzziomone. Nonostante le offerte di alcune delle fazioni affinchè alcuni dei propri membri accompagnassero i nativi di Arth, il gruppo aveva preferito un approccio solitario, facendo leva solo sui propri effettivi in quella che era una missione di esplorazione. Fu ancora una volta per mezzo dei poteri psionici di Celeste Borealis, ormai nota come il taxi planare, che i sei e Pisittu furono in grado di raggiungere, la sensazione di vuoto nello stomaco che si interruppe di colpo quando il panorama finì di vorticare ed essi giunsero a destinazione. Quando i Guardiani Planari giunsero su Muzziomone si trovarono di fronte a uno spettacolo inusuale. Essi erano giunti in una foresta, i cui alberi sembravano cresciuti nel corso di innumerevoli anni, più imponenti delle più antiche quercie secolari e capaci di far sembrare giovani anche il verde inoculato di magia di Frondargentea, la terra degli elfi a nord-ovest del Continente Occidentale di Arth. Non vi erano sentieri, né segni di civiltà nel punto in cui erano giunti. L’unico sentiero percorribile era quello che serpeggiava in maniera naturale tra i tronchi, spessi come braccia di giganti. Eppure tale bellezza naturale non appariva selvaggia e caotica, ma ordinata e armoniosa nel suo insieme, come un quadro che fosse stato ricontrollato e perfezionato fino allo sfinimento dell’artista, nel tentativo di presentare una perfezione assoluta. Una visione che solo Maxillium ebbe modo di apprezzare, ma che gli altri percepirono nei lati peggiori della sua rigorosità. X tutti, condizioni planari Come un baldacchino, i rami frondosi delle cime di questi titani alberati coprivano del tutto il cielo, se esso era presente su Muzziomone. Una luce tuttavia era di rado visibile filtrare tra i nuguli di foglie, facendo presagire che sopra si trovasse aria e sole alla stessa guisa del loro piano natìo. L’aria in quel luogo era fresca e piacevole, tuttavia un silenzio tombale pervadeva l’area: solo il fruscio delle foglie che formavano uno spesso tappeto in quella foresta spezzavano quell’atmosfera capace di far udire in maniera amplificata anche il rumore delle giunture dei presenti. X tutti
  25. DM X Gunnar X Osymannoch e Bainzu Quando il gruppo si riunì, trovò un inaspettato momento di distacco tra Sophia e Pan A quanto pareva, le limitazioni a disposizione per il viaggio sembravano aver costretto Celeste a una scelta ed essa era ricaduta sul coure, che sarebbe rimasto sul Teschio Immagino abbia un senso… l’ultima volta non sono stato molto utile… ammise, ben ricordando il momento della morte della maga che serviva Non mi resta che affidarvi Sophia e per favore, state attenti ronzò, fastidioso come uno sciame di calabroni femmine in pieno ciclo. Risolto quell’ultimo inconveniente e pronti a rimediare al tempo perso dagli incantatori maschi ritardatari, il sestetto con tigre si apprestò ad unire le proprie mani (e zampe) nel cerchio che Celeste ordinò di creare, il primo passo per affrontare quella crisi di terremoti planari e forse scoprire chi si celava dietro quella minaccia che sembrava pronta a scuotere le fondamenta stesse del creato. Quando i Guardiani Planari abbandonarono il Teschio di Paithah ebbe ufficialmente inizio la loro fase dell’Operazione Avanguardia.
×
×
  • Crea nuovo...