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Bomba

Circolo degli Antichi
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  1. DM No, non ci sono persone che temono i grossi felini rispose Hygrave rivolto a Bainzu Ma la mia lancia, Ombra Fugace, è un flagello per le bestie magiche e arde dal desiderio di trafiggere quella tigre Pisittuo soffiò irata, il pelo dritto. Il cavaliere quindi tirò le redini del proprio cavallo Se non vuole che gli succeda nulla di male, le consiglio di tenerla lontana da me Hygrave quindi si incamminò verso l’anfiteatro, mentre i suoi cacciatori ripartirono per pattugliare il perimetro del Teschio di Paithah. I sei eroi si divisero quindi in base alle proprie preferenze. X Gunnar, Sophia e Osymannoch X Celeste, Maxillium e Bainzu X tutti
  2. DM Cacciatori di Hygrave corresse piccato uno dei cavalieri, udendo le parole di Osymannoch. Hygrave rimase in ascolto, prima di rispondere Non saranno necessari travestimenti, gli artifizi possono essere fraintesi e comunque non siete il primo morto vivente che giunge qui rispose Hygrave, il quale annuì alle parole di Gunnar In questo caso vi scorteremo da loro. Tutto l’aiuto possibile è il benvenuto in questo momento, poiché l’esistenza dei piani mette a rischio la vita di chiunque, a discapito dei suoi scopi. Gli uomini a cavallo furono di parola. Disponendosi ai lati della compagnia essi li accompagnarono in direzione del teschio, ormai divenuto una piccola città per coloro che erano giunti per risolvere quel fenomeno Quindi anche voi avete superato l’Ordalia della Sfera? Me ne compiaccio disse Hygrave Non tutti sono giunti qui, altri hanno usato potenti divinazioni e hanno parlato direttamente con i Filosofi. Penso che in molti non avrebbero superato la prova, specialmente al momento del conto alla rovescia disse il comandante dall’aspetto emaciato Il vostro arrivo comunque giunge con una buona tempistica: Lord Fnut si trova all’anfiteatro disse indicando una piccola figura vestita con un abito color pavone che si aggirava solitaria nella grande struttura E sta organizzando l’ordine del giorno per la prima riunione tra tutti i rappresentanti giunti tra i vari mondi. Con voi e la Trenodia Hygrave fece un rapido conto Siamo un totale di dieci fazioni, in quella che i Filosofi chiamano per comodità Assemblea. Lord Fnut preme affinchè sia formata un’alleanza planare formale, anche se al momento dobbiamo capire quanto è possibile cooperare tra di noi. Ci sono grosse divergenze tra alcuni di noi disse freddamente, senza però fare nomi. Quando il gruppo ridiscese tra le bizzarre strutture fatte d’osso, i quattro viaggiatori, la tigre e il coure scoprirono che esse erano abitazioni costruite modellando la materia ossea stessa. Di forme prevalentemente sferiche, simili a bolle giganti, esse si diramavano in abitati di varia complessità che andava dalle tre alle sei bolle. In alcuni casi, come in una struttura poco distante, esse erano sovrapposte per formare rudimentali torri Se ne è occupato Ao Senzacorpo disse in tono piatto uno degli uomini di Hygrave, il quale sollevò una mano quando in lontananza vide un elfo accompagnare nella loro direzione Sophia e Maxillium. Come ebbero modo di scoprire, la barda e il nobile erano stati fermati quasi subito da una pattuglia di pallidi elfi dai capelli scuri e ben truccati, i quali li avevano tempestati di domande. Quando fu chiaro che le loro intenzioni erano pacifiche, e magari pure favoriti dalla comune presenza di orecchie a punta, i nuovi arrivati erano stati accolti con grande calore Dovrete raccontarci tutto del vostro mondo, dunque disse uno degli elfi… o forse era un’elfa, difficile dire tale era la femminilità androgina che essi (o esse emanavano). Con carezze e inviti equivoci rivolti anche a Sophia e Maxillium per “conoscersi meglio”, i due erano stati quindi riuniti presto al loro gruppo originario La Trenodia ha già preso posto presso una delle abitazioni disse un elfo (o elfa?) dal pesante trucco scuro sugli occhi e sulle labbra, vestito con un abito viola piuttosto diafano, che non nascondevano però lo stocco e l’arco lungo che portava con sè Direi che i nostri nuovi pregiati ospiti possono alloggiare vicino al lobo destro, tra Myonatix ed Hecke Hygrave sospirò Così magari non si scanneranno tra loro? Speriamo… quindi rivolto all’appartenente al popolo degli elfi Potresti accompagnarli? Io devo conferire con Lord Fnut. Se qualcuno di voi rivolto agli avventurieri Volesse seguirmi è libero di farlo, anche se è ancora presto per l’udienza. Altrimenti siete liberi di riposarvi in attesa di ciò. Se venite con me però… Hygrave tossicchiò Vi chiederei di non portare dietro quella creatura disse indicando Pisittu. La tigre soffiò offesa. Ma certo, Hygrave. Spero ci onorerai di una tua visita, una queste sere… quindi rivolto agli avventurieri Perdonate la fretta. Non ho fatto le dovute presentazioni, il mio nome è Nindrol disse la guida per gli appartamenti con un formale inchino Se volete seguirmi vi porterò ai vostri alloggi, che potrete arredare come meglio preferirete. Altrimenti se vorrete andare subito alla riunione vi darò delle indicazioni su come raggiungerle. A vostra discrezione. X tutti
  3. Capitolo Tre – Il fatiscente teschio spaziale La prospettiva di un viaggio interdimensionale con destinazione un teschio fluttuante nel vuoto era forse ciò che più si discostava dalle previsioni dei singoli membri del gruppo di eroi che erano partiti da Arth quella mattina. Dopo la breve sosta ad Arithmea, dove erano stati in grado di superare l’Ordalia della Sfera e ottenere le indicazioni da parte dei Filosofi circa la loro base, i viaggiatori raggiunsero il piano in cui si trovava il Teschio di Paithah il Creatore. La sensazione di vuoto assoluto fu la prima cosa che i nuovi arrivati provarono, in quanto circondati da un buio assoluto simile a una notte senza luna e stelle, benchè per fortuna non deleterio come l’oscurità fredda e divorante che aveva sostituito il trascurabile piano di Sakurafu. Consci di potersi muovere fluttuando in quel vuoto, la loro unica destinazione fu subito visibile a svariati chilometri di distanza. L’Opale, grande come il palazzo reale di Garnia (e forse anche di più), illuminava di una pallida luce verde un grande teschio, che via via fu più vicino e più fu in grado di impressionare i nuovi giunti per le sue dimensioni fuori scala. Il Teschio di Paithah il Creatore, seppur scoperchiato, crepato in vari punti e privo di mandibola, era grande come una piccola città, reliquia di un dio le cui dimensioni dovevano essere titaniche in vita e che ora ospitava al suo interno di nuovo della vita. Essa però non era vita divina, ma un gruppo di persone che si aggiravano tra strani rigonfiamenti ossei simili a grandi bolle dotate di piccole aperture, che di certo non dovevano essere state presenti in origine. Un grosso dirigibile lungo circa sessanta metri, costruito con pelli cucite, era ancorato vicino ad una delle strutture, sospeso a circa una trentina di metri d’altezza. Poco distante, vicino alla fronte, si trovava quello che non poteva essere altro che un anfiteatro costruito interamente in osso. Un rumore insolito per quel luogo raggiunse i quattro eroi che erano giunti fin lì: uno scalpitare di zoccoli. Il gruppo che dal teschio li raggiunse, fluttuando come loro in quello spazio, era composto da sette uomini dall’aspetto marziale, sebbene i loro capelli fossero ora lunghi e le barbe incolte. Le loro armature, che un tempo dovevano essere sfarzose, erano ora sporche e bisognose di riparazioni. Ognuno di essi aveva l’aspetto di cavalieri nel corso di una avventura senza fine o di veterani di una guerra per loro in corso quando ogni speranza era perduta. I cavalli su cui ognuno di loro sedeva erano creature uniche, poderosi stalloni dal manto nero dagli occhi vuoti, completamente ciechi e guidati solo dai loro cavalieri. L’uomo in testa, dai capelli corvini e dagli occhi penetranti, era pallido al punto da sembrare quasi malato. Eppure la sua voce fu inflessibile quando si rivolse ai nuovi giunti Fermi, stranieri! Siete avvisati! Noi siamo i pugni di ferro che mantengono la pace in questo luogo, poiché esso è un santuario per tutti. Benchè proveniamo da mondi differenti, e alcuni di noi sono nemici giurati, abbiamo raggiunto l’accordo di non versare sangue all’interno del Teschio di Paithah. Se venite qui con pacifiche parole di consiglio, siete i benvenuti. Se siete qui per muovere guerra allora io, Hygrave, e i miei cacciatori vi combatteremo! lo sguardo del cavaliere, che reggeva tra le mani una magnifica lancia dalla punta sfolgorante, fissò ad uno ad uno i vari presenti, per poi stringere i denti come se stesse soffrendo. Egli chiuse gli occhi, per poi prendere un profondo respiro e quindi attendere con ritrovata calma la risposta dei nuovi venuti. Uno degli uomini di Hygrave si portò istintivamente un dito all’orecchio sinistro Sono stati trovati degli intrusi nei pressi dell’anfiteatro! il loro comandante voltò la testa preoccupato Ci sono vittime? Feriti? il suo attenendente scosse la testa No, i servi della regina li hanno intercettati subito. Sembrano comunque essere anche loro elfi, un gruppo con intenti pacifici proveniente da Arth di nome Trenodia in Velluto… e un paio di umani, che sembra essere già stato adocchiati… sempre dalla servitù… Hygrave annuì lentamente, per poi sbuffare all’ultima affermazione prima di rivolgersi a Celeste, Osymannoch, Bainzu, Gunnar e compagni magici Voi da dove provenite? Rappresentate anche voi un gruppo? Come vi chiamate? X tutti
  4. DM Dopo aver rantolato per il dolore, Mhorannan strinse la manone di Gunnar in quello che era un formale saluto tra i due, sebbene i due si sarebbero reincontrati di lì a breve. Nonostante le parole distratte di Bainzu, che sembravano più un vago ed educato modo di liberarsi di un candidato scomodo ad un colloquio di lavoro, gli elfi oscuri della Trenodia in Velluto non si offesero per la decisione del gruppo di affidarsi a Celeste Comprendiamo, la vostra guida ha di certo più esperienza in questo senso disse Tarzi, forse come gli altri sollevato di non trovarsi almeno per un po’ lo sguardo severo della Borealis addosso, come se ella li avesse continuati a scrutare per tutto il tempo ad una distanza di circa un centimetro dalla faccia. Il fatto che Maxillium e Sophia decisero invece di unirsi a loro li colmò di orgoglio e i due gruppi si predisposero per quel viaggio su due corsie. Da un lato Tarzi tracciò dei segni per terra prima di aprire un portale su una delle pareti, dove uno alla volta gli elfi entrarono, seguiti poco dopo dalla barda e dal nobile. Dall’altro lato Celeste formò un cerchio con tutti i viaggiatori, chiedendo ad ognuno di tenersi per mano (o per zampa nel caso di Pisittu) mentre ella richiamava il suo potere di manifestazione unico. Infine, quando tutti i preparativi furono ultimati, sia il quartetto con Pisittu e Pan, sia la Trenodia effettuarono il loro salto in direzione del Teschio di Paithah il Creatore, dove li attendevano i saggi Filosofi di Arithmea.
  5. DM Maxillium, Gunnar e Bainzu avrebbero potuto giurare di vedere la sfera aumentare la sua visibilità per tre volte, in corrispondenza delle loro risposte mentali. Se tale effetto avesse potuto influire su ciò che accadde dopo, essi avrebbero avuto difficoltà a dirlo. Tale radiosità parve mettere in crisi i drow, i quali mantennero le loro coperture per rimanere schermati a sufficienza. Sebbene con toni diversi, tutti i sei campioni partiti da Garnia furono concordi nell’esporre la loro causa senza mezzi termini, chi ragionando con la logica come fece Osymannoch, chi esponendo le proprie virtù come fece Sophia e chi mettendo in evidenza chi li raccomandava, come fece Celeste. Tutti sarebbero stati pronti a una fuga (più o meno) rapida qualora il conteggio fosse proseguito, ma ciò non fu necessario. La sfera interruppe il proprio conteggio. Furono due secondi quelli che passarono in silenzio, eppure ai viaggiatori parvero anni tale era la tensione che si era creata. Dopo di essi un rumore crepitante proruppe dalla sfera, le cui placche iniziarono a spostarsi con movimenti meccanici e precisi. Come un intricato puzzle, le parti che componevano la sfera si ridisposero mantenendo la loro forma, ma rivelando l’interno del congegno, dentro il quale si trovava una lastra di pietra. Incisi al suo interno vi erano simboli che parvero in principio incomprensibili, ma che sotto lo sguardo dei sei presero a vorticare come impazziti per poi ridisporsi e formare un testo in Comune “I Filosofi di Arithmea salutano i degni viaggiatori che hanno superato l’Ordalia della Sfera. Siamo spiacenti di informarvi che il nostro piano natìo è diventato instabile e ciò ci ha costretti a trasferire le nostre operazioni presso una nuova base. Se, voi, come noi, avete sofferto dai recenti terremoti planari, siete invitati a unirvi a noi in pace. Il nostro interesse è quello di salvaguardare ogni vita senziente e per fare ciò riteniamo giusto che i migliori di noi uniscano i propri intelletti per lavorare insieme. Potete trovarci, viaggiatori, presso il Teschio di Paithah il Creatore.” X Sophia Sophia aveva sentito parlare di quel posto, una storia sinistra che era parte di una antica ballata il cui testo era ormai rimasto obliato. Forse solo la Zhuge e pochi altri bardi al mondo potevano ancora conoscere tale storia, un monito per le divinità, che condivise con i presenti. Paithah era un tempo una divinità, il portatore dell’Opale, il signore del suo piccolo pantheon. La sua gente, che lo venerava, non era eccezionalmente numerosa o forte, ma era la sua. Credevano che egli avesse generato ogni cosa e tale credo lo sosteneva e gli dava il potere di proseguire le sue genesi. Egli si intratteneva nel creare mondi, modellandoli in modo da riflettere il proprio potere. Assorbito dal suo lavoro, Paithah iniziò a ignorare i propri discepoli. Non forniva incantesimi con regolarità, né rispondeva alle preghiere. Il suo popolo rimase fedele al suo credo, sebbene nei propri cuori sapessero che egli li stava abbandonando. Rimasti privi di protezione divina, il popolo di Paithah rimase vittima dei pericoli della vita. Non vi era nessuno che li curasse o li guidasse, mentre i sacerdoti pregavano invano. Le altre divinità del pantheon di Paithah lo abbandonarono, lasciandolo solo nel vuoto e unendosi ad altri pantheon, dove assunsero nuovi nomi e ruoli come divinità minori, per essere quindi adorati di nuovo. Quando la fame, le pestilenze e la guerra decimarono il suo popolo, Paithah cominciò ad accorgersi che il suo potere stava esaurendosi. Tuttavia non si allarmò, temendo che ciò fosse solo stanchezza dal suo lavoro. Egli si coricò per riposarsi e lì giacque per anni. Quando si svegliò, egli ebbe subito un tremito di paura. Troppo tardi, come un bambino che si accorgesse che il suo animale domestico era rimasto senza cibo, egli si ricordò dei suoi discepoli. Nessuna preghiera lo raggiungeva, nessun potere lo raggiungeva. Attraverso l’Opale che brillava sulla sua fronte egli vide come i suoi mondi ora erano privi di vita, vittime della negligenza del loro creatore. Paithah pianse, lanciando un urlo per la sua gente e i suoi mondi morti. Nella sua rabbia egli iniziò a divorarsi da solo. Con un morso si staccò le mani, per poi masticarsi i piedi e staccarsi la colonna vertebrale a morsi, strappando sempre più carne divina dal suo corpo. Alla fine, ciò che rimase di lui era solo una testa cieca e folle, che vagava nello spazio. Quando in seguito un gruppo di viaggiatori planari raggiunse il reame di Paithah trovò solo un teschio senza mandibola, il cranio scoperchiato. Sopra di esso fluttuava l’Opale, illuminando l’area come un sole verde che si rifletteva nelle cavità che un tempo ospitavano il cervello del dio. La Trenodia in Velluto rivolse un grande applauso a Sophia, ammirata dalla sua conoscenza Sapevo che aspetto avesse il Teschio e stavo per parlarvene, ma non conoscevo la sua storia spiegò Tarzi E’ un pezzo di arte che ci porteremo nel cuore, oltre che un importante anticipo di ciò che ci aspetta. A quanto so è un piano con una innata stabilità planare, quindi ha senso che i Filosofi si siano spostati lì, dove è più sicuro. Se volete, potete unirvi a noi mentre attraverseremo il portale che aprirò direttamente per quel piano. Per noi della Trenodia è necessario, visto il nostro numero. Ma se preferite arrivare con altri mezzi, lo capirò disse. Mhorannan si avvicinò a Gunnar Maestro, io seguirò la Trenodia. Sono il mio popolo e ho un dovere verso di loro in questo momento disse Ma se ci sarà l’occasione, sarà per me un piacere collaborare ancora con voi, pur con i miei modesti mezzi. X tutti
  6. DM Quando fu evidente che il gruppo voleva occuparsi personalmente della sfera, sul viso di Tarzi si disegnò un leggero sorriso Nessun problema disse, per poi dare un ordine al resto della Trenodia affinchè prendessero una distanza di sicurezza. La compagine di elfi oscuri si divise quindi in piccoli gruppetti: alcuni volarono fuori dalla stanza osservando dall’esterno, altri si nascosero in stanze attigue rimanendo in ascolto, Tarzi e pochi altri si misero al limite delle scale, in un’area al riparo. Solo Osymannoch, Sophia, Celeste, Bainzu, Gunnar e Maxillium rimasero per capire lo scopo di quel misterioso oggetto. Sophia cercò un approccio più eidetico, cercando in tutti i modi di ricordare se prima d’ora un simile oggetto fosse stato progettato, utilizzato o anche solo pensato da qualcuno, allo scopo di capire il meccanismo che potesse celarsi dietro la domanda posta e alla quale lei decise di non rispondere, per il momento. Tuttavia le sue indagini la portarono a capire solo che essa poteva essere un artefatto costruito con uno scopo in linea con chi l’aveva posta lì… sebbene non potesse essere sicura che potesse trattarsi dei Filosofi o di qualcun altro. Tuttavia essa reagì, sebbene non al suo studio. X Bainzu X Gunnar X Maxillium Per tre volte la sfera pulsò di energia, aumentando la sua luminosità al punto da riflettersi nelle pareti e cancellando ogni possibile ombra in quella stanza. Se la sfera aveva comunicato in altro modo non era dato saperlo, ma ciò che tutti furono in grado di udire fu una voce non telepatica, con lo stesso timbro, emessa dalla sfera Ditemi perché non dovrei distrugervi sentenziò per poi iniziare un inquietante conto alla rovescia 20… 19… 18… 17… 16… X tutti
  7. DM Vuoi per chiarire la situazione, o per sondare il terreno, l’Inatteso si rivolse ai drow in cerca di domande sulle sue origini, risvegliando dal torpore anche alcuni dei più intossicati tra gli elfi. Dopo le brevi presentazioni di rito, la richiesta di Osymannoch non rimase inascoltata E’ una giusta richiesta iniziò Tarzi Non molti conoscono a fondo il ruolo della mia razza nella scorsa guerra. Membri dell’Ordine Sinaptico, sì, ma con la presunzione di ritenerci al di sopra anche dei nostri compagni di Ordine. Nella nostra cultura viene generalmente venerata Lolth, ma da diversi decenni la venerazione di Tharizdun ha preso piede tra le sacerdotesse della nostra razza, il dio in catene visto come la piena espressione della completa oscurità che avrebbe avvolto il multiverso per generare un nuovo mondo che le due divinità avrebbero riplasmato generando loro stessi le nuove fondamenta del multiverso sotto le preghiere della nostra razza il leader della Trenodia in Velluto incrociò le braccia Tutti questi piani dovevano iniziare con la conquista di Arth, ma gli eroi tra cui Celeste furono in grado di opporsi a ciò e a eliminare la maggior parte dell’Ordine. Non tutto, però. L’Ennead, il concilio dei nove drow più potenti, ha per anni cercato di tenere il nostro popolo in ordine, con la convinzione che l’occasione per riportare in auge il piano assoluto sarebbe giunta. Io ed altri giovani fummo tra coloro che ci distaccammo da questa filosofia, ritenendo l’operato della gente di superficie la salvezza delle nostre anime. Siamo diventati dei reietti, abbandonando simboli di ragni e piramidi nere, veleni e i costumi che hanno contraddistinto la nostra perversa società per secoli. Ora vogliamo cambiare pagina per il nostro popolo, aiutando i vostri disse solennemente. X Celeste Quando l’argomento ricadde sui Filosofi, Tarzi scosse la testa in direzione di Maxillium No, ma come detto siamo arrivati da poco. Nonostante le speranze di Sophia di trovare una soluzione rapida, il gruppo di superficie sembrava pronto a iniziare una ricerca a tappeto. A quella vista Tarzi non fu da meno e si rivolse ai suoi accompagnatori Mettete a posto le fiasche e le pipe! ordinò Chiunque disponga di incantesimi per vedere il non visibile, evocare sensori magici o contattare altre entità planari non malvage si dia da fare! Troviamo i Filosofi! X Bainzu La ricerca dei Filosofi si dimostrò fin da subito assai difficile. La speranza di reincontrarli al ritorno dalla propria pausa pranzo (sebbene fosse mattina) fu spenta quando la ricerca agli interni degli edifici attigui non diede vita al ritrovamento di alcun indizio circa la presenza di esseri viventi, con gran disappunto di Mhorannan che era pronto a rendersi utile Per una volta che Scrutare poteva tornare utile! maledisse. Quando perfino Pisittu non rilevò tracce olfattive, i due gruppi iniziarono a sparpagliarsi nelle zone attigue. Gunnar tirò fuori la propria lanterna, proiettando fasci di luce che si riflessero sul marmo bianco senza risultato, mentre Celeste e Maxillium scandagliarono il solido terreno alla ricerca di indizi, allo stesso tempo in cui i drow più lucidi lanciarono individuazioni per percepire anche la minima scintilla di magia, ma l’unica scoperta che fecero furono alcuni piccoli residui delle fratture planari che dovevano aver colpito Arithmea tre giorni prima, ma ormai talmente piccole da non permettere nemmeno a un imp di passare oltre. Bainzu operò in maniera diversa, cercando di comunicare con la natura stessa del piano, ma pure gli elementi del cielo e della terra non poterono nascondere la totale assenza di indizi all’interno di Arithmea. I Filosofi sembravano scomparsi dall’esistenza. O almeno questo fu ciò che credettero finchè alcune delle vedette mandate da Tarzi non tornarono con una notizia interessante: era stato rinvenuto uno strano congegno. Affrettatisi a raggiungere la villa in cui ciò era successo, i due gruppi si accalcarono su una scalinata che conduceva all’interno di un salotto in una delle residenze poste verso il margine occidentale di quel pacifico piano. Lì trovarono l’unico elemento che stonasse con il resto dell’architettura. Essa era una grande sfera larga circa un metro di diametro, la quale sembrava composta di precisi blocchi color grigio scuro. La peculiarità di tale oggetto era la sua mancanza di punti di appoggio, in quanto essa fluttuava a mezz’aria, roteando in senso orario sull’asse verticale. Non ci volle però molto a capire che la misteriosa sfera poteva rappresentare un pericolo: ai suoi piedi si trovavano i resti carbonizzati di tre creature, di cui non sembrava rimanere nulla se non i becchi e le ossa rese nere dal calore Vrock disse Tarzi notando i cadaveri. Quando ci siamo approcciati ad essa ci ha chiesto chi eravamo disse uno dei drow che avevano effettuato il ritrovamento Usa una specie di forma di telepatia, domandando a ognuno dei presenti a cominciare chiedendo “Chi sei?”. Noi… siamo scappati subito tossicchiò. Tarzi fulminò la vedetta con lo sguardo Idioti, perché vi siete avvicinati così tanto? Avete idea del rischio che potevate correre? quindi si rivolse agli avventurieri Non mi piace come siano stati ridotti i vrock. Se c’è un qualche meccanismo, rischiare tutti assieme sarebbe sciocco. Possiamo provare noi della Trenodia, mentre voi rimanete a distanza di sicurezza, nel caso attivassimo qualche trappola. Oppure, se ve la sentite, potete tentare voi. Voi ci avete permesso di unirci a voi e siamo pronti a rischiare per ricambiare il piacere, la scelta è vostra il cugino di Mhorannan rimase in attesa di risposta. X chi si approccia alla sfera X tutti
  8. DM La decisione di aspettare tre giorni per la partenza diede ai sei convocati l’occasione di prepararsi al meglio, chi scambiando messaggi con la propria famiglia, chi valutando acquisti e soppesando le risorse a disposizione. Come promesso da Re Augustus Mac-Tir, essi poterono soggiornare presso le sfarzose stanze del suo palazzo e incontrare talvolta il sovrano, il quale coordinò il ristabilimento dell’ordine nel suo potente regno. Come i sei vennero presto a sapere, gli squarci finirono per cessare su Arth, fosse tramite l’opera dei meticolosi Ragni Planari o per mezzo della naturale ricucitura che essi manifestarono. Sebbene molti di essi fossero di grandi dimensioni e difficili da controllare per il tempo che fu necessario, gli angeli fornirono un aiuto essenziale. Piano piano, nonostante un prezzo alto di vittime, sul piano venne ristabilita una parvenza di pace, per quanto la minaccia di Frondargentea fosse ancora tangibile anche dopo il terremoto planare. X Osymannoch Sebbene non del tutto concordi sul coinvolgimento della Trenodia in Velluto, Mhorannan parve molto contento della prospettiva di contattare i suoi. A quanto ebbero modo di sapere, nei giorni seguenti Mhorannan ebbe un acceso scambio di messaggi con Tarzi An’Drasta, il loro leader. L’allievo di Gunnar provò anche a supplicare il Mac-Tir per avere un incontro, ma tutti i suoi tentativi furono seccamente respinti dal sovrano, con la minaccia di essere messo agli arresti Non dimentico ciò che è successo e solo in virtù della presenza di Celeste e Gunnar non ti trovi in ceppi fu la lapidaria risposta del re di Garnia. Mhorannan non sembrò lasciarsi abbattere dalla sconfitta ed egli comunicò in seguito come una delegazione della Trenodia li avrebbe incontrati Ci raggiungeranno direttamente ad Arithmea, con Tarzi in persona a guidarli. Voglio comunque che sappiate che vi ringrazio molto di questa opportunità disse Insomma, non è che stiamo per accoltellarvi alle spalle ridacchiò Non… non è divertente nemmeno questa? X Celeste La mattina della partenza, Augustus ebbe alcune parole per i sei eroi che avrebbero rappresentato Arth in quella pericolosa situazione Vorrei potervi dare di più che ospitalità, purtroppo la guerra con gli elfi ci prende nel momento peggiore. Ma se sarete in difficoltà, venite qua a riposarvi. Ci sarà sempre chi crederà in voi, poiché voi siete il meglio che Arth ha da offrire. Dimostrategli come, pur non essendo forse la civiltà più potente del multiverso, siamo comunque materiale da leggenda su queste parole il gruppo partì, dopo che Celeste manifestò il proprio potere psionico, il quale andò a buon fine. Se ciò fosse stato merito dei ridotti danni che ora si trovavano per il multiverso, o per la straordinaria abilità dell’elocatrice, ciò non fu al momento noto. Fu ben chiaro invece come il viaggio avesse condotto il gruppo nel posto giusto, visto lo scenario che esso si trovò di fronte. La prima impressione che i viaggiatori ebbero di Arithmea fu di una visione piacevole per gli occhi, con un limpido cielo azzurro e un mare di un acceso color blu cobalto che si stendeva a perdita d’occhio, punteggiato qua e là da sparute isolette che sorgevano dall’acqua in un'atmosfera pacifica. Queste erano di un color bianco avorio e spuntavano al di sopra del livello dell’acqua mostrando le proprie abitazioni costruite nella roccia stessa su cui sorgevano. La struttura di questi edifici era tale da proseguire anche sotto il livello dell’acqua, dando l’impressione che una grande alluvione avesse sommerso una antica città, di cui ora rimanessero visibili solo le strutture più alte. D’altro canto, le isole sorgevano senza uno schema preciso, un arcipelago di abitazioni sparse e accomunate solo dall’architettura e dal fievole suono pacato che emetteva il terreno, talmente flebile da essere appena udibile. X tutti La compagnia si trovò a finire sull’ampio terrazzo di una lussuosa villa candida come la neve, con un paio di sdraio per prendere il sole e alcuni tavolinetti con sedie su cui forse i Filosofi si scambiavano pareri sui grandi misteri del Multiverso. Dei grandi sapienti, tuttavia, non vi era traccia in quel momento. In accordo con Mhorannan, il gruppo non dovette attendere molto per incontrare la Trenodia in Velluto. Furono infatti essi ad avvistarli e a raggiungerli in volo, una ventina di sagome scure intente a schermarsi gli occhi da quell’eccesso di luce a cui non erano abituati. Quando la compagine raggiunse la terrazza, l’impressione di diversità di Mhorannan fu amplificata dal vedere così tanti suoi giovani simili. Anche i drow della Trenodia in Velluto tenevano i capelli lunghi e spesso acconciati con elaborati dreadlock come Mhorannan, tutti indossavano abiti dai colori accesi e portavano fiasche di vino alla cintola. Un paio di essi si sedettero sul cornicione e iniziarono a inalare fumi da alcune strane pipe in vetro e argento Che cielo… e che azzurro… mormorò uno. L’altro tirò su con il naso Non ho mai baciato una ragazza disse con tono cupo. Ben più concentrato parve il più anziano del gruppo, un maschio adulto che vestiva con un gilet aperto a mostrare il fisico asciutto e in forma, il quale abbracciò subito Mhorannan con calore Non ti sei cacciato nei guai, vero? domandò con voce rauca, per poi rivolgersi agli avventurieri Mi chiamo Tarzi An’Drasta, capo della Trenodia in Velluto. Sono felice di avere l’occasione di conoscervi. Spero che il mio cuginetto non vi abbia messo nei guai, a volte tende a essere un po’ troppo sopra le righe e a fare battute stupide. Mi fa piacere vedere che ha messo la testa a posto Mhorannan lanciò un’occhiata supplichevole ai sei. Tarzi quindi proseguì So che la mia razza ha compiuto gravi atti nell’ultima guerra e io stesso ho fatto la mia parte, ma vogliamo cambiare e se questa crisi può avere un aspetto positivo è nel darci questa occasione il gruppo potè notare come, con l’eccezione di Tarzi, il resto dei membri non sembravano in grado di sostenere lo sguardo degli eroi troppo a lungo Se avete domande non esitate a farmele, qui con me non c’è tutta la Trenodia, ma alcuni dei nostri migliori elementi. Come me, siamo tutti esperti di magia e possiamo mettere le nostre esperienze peggiori a vostra disposizione quindi il capo della Trenodia passò al motivo di quel posto come ritrovo Noi siamo arrivati circa una decina fa e abbiamo esplorato alcune di queste ville, ma non abbiamo trovato nessuno dei Filosofi. Vogliamo proseguire la ricerca insieme? X tutti
  9. DM Melandrith annuì con pazienza alle domande della Borealis E’ un’ipotesi che abbiamo paventato, tra le tante che ci si sono presentate nel corso dei viaggi nei numerosi piani di esistenza. Tuttavia siamo sicuri che il Collettore di Anime non sia più una minaccia attiva essendo andato distrutto. Confido però che possiate esporre a Lord Fnut la vostra tesi. Egli saprà quale miglior registro tenere per questa situazione senza precedenti confermò il solar Quando Celeste si oppose alla proposta di Mhorannan, il drow non parve stupito. Tuttavia quando la Borealis chiese un confronto alla luce del sole, egli si passò una mano dietro la nuca Temo che non sia possibile esordì Abbiamo provato alcune volte di contattare dei regni, ma le nostre domande sono sempre state disattese. C’è molta ostilità nei nostri confronti e nella persona che abbiamo eletto come nostro leader, Tarzi An’Drasta. Egli è un genio della magia arcana ed un tempo è stato uno dei più importanti comandanti dell’Ordine Sinaptico, di rango quasi alla pari del celebre Mordecai, ma di superiore potere arcano. Dalla fine della guerra però egli è cambiato, come tutti noi, ed egli ci guida in quanto il più lucido e capace di portare a compimento ciò che si prefigge Mhorannan serrò la bocca alla proposta di Sophia, non sicuro su come rispondere, aspettando il giudizio finale della compagnia. X Osymannoch Nonostante i pareri non concordi su alcuni punti, gli eroi furono concordi nel voler sapere di più sul piano su cui risiedeva Lord Fnut. Le informazioni che Osymannoch fu in grado di condividere con il gruppo riguardo ad Arithmea parvero rincuoranti: esso era un piano allineato alla neutralità, di dimensioni ridotte (circa un’ottantina di chilometri di diametro), dove la magia divinatoria era magnificata (massimizzata) dal potere innato di quel piano, il quale si presentava come un grande mare calmo su cui sorgevano isole di pietra bianca su cui erano scavate le abitazioni in cui vivevano i Filosofi, schivi sapienti dalla cultura sconfinata. Caratteristica peculiare di quelle zone di insulari era la magia infusa nella pietra, capace di placare gli stati di animo più belligeranti (effetto di Calmare Emozioni attivato in ogni parte terrena del piano) e rendendolo un posto in cui l’aggressività veniva spesso sopita sul nascere. Le informazioni furono sufficienti per permettere al lich di procurarsi la componente materiale necessaria, una forchetta di ferro, e sintonizzarla sulla frequenza necessaria per permettere lo spostamento verso quel piano. Approfittando della mappa planare a disposizione dei reali di Garnia, l’Inatteso fu in grado di calcolare gli eventuali danni che il terremoto planare poteva aver procurato ad Arithmea, memore delle condizioni in cui avevano trovato Sakurafu, epicentro del precedente. La verifica fu in grado di sfatare ogni dubbio: Arithmea si trovava più lontana dall’area critica, quindi doveva aver subito meno danni di Arth. Con l’eccezione dei rischi di errore generati dal terremoto planare, il viaggio sembrava sicuro. X Celeste X tutti
  10. DM Grazie a te, Celeste rispose Zaccario E a voi eroi per il soll- il planetar guardò la folla spaventata La salvezza che avete portato a queste persone. Immagino che una volta che si saranno calmati sapranno apprezzare il vostro aiuto. Mi premurerò che sia così disse infine il celestiale dalla pelle color smeraldo, con un cenno di intesa. Oh, non c’è di- Mhorannan si zittì e si fece piccolo piccolo sotto lo sguardo truce del suo maestro, come se da un momento all’altro potesse rifilargli una delle sue poderose sberle sulla schiena, un metodo motivazionale considerato dal drow alla stregua di un gatto a nove code. Ormai rassegnata al suo ruolo di mezzo di trasporto rapido, e favorita dal fatto di essere già stata alla destinazione, Celeste prese in carico il trasporto del gruppo intero. Nonostante i timori di Sophia, i sette umanoidi e il gatto gigante furono quindi in grado di raggiungere il luogo della riunione, come d’altronde erano stati in grado di fare per le strade di Moenia di demoni. La riunione aveva sede a Garnia, capitale del regno omonimo che sorgeva al centro di una confederazione di stati nota come la Lega di Ilitar (di cui Brughioro faceva parte) e che vedeva in essa la sede del potere centrale, detenuto dall’ormai venerabile re Augustus Mac-Tir e dalla sua giovane (rispetto a lui) moglie Vixenia Draconis di Acquastrino. L’arrivo nel palazzo, comunque, generò la stessa agitazione che avrebbe avuto un formicaio in cui si fosse infilato un bastone. L’apparizione improvvisa dei campioni fu accolta da un rumore di spade sguainate e una selva di uomini in armatura disposti per fronteggiarli, fino a che una voce grave ma imperiosa non li fermo Abbassate le armi! ordinò il sovrano in persona A meno che non vogliate morire per mano di colei che mi ha salvato la vita Augustus Mac-Tir si fece strada tra i suoi uomini, ormai curvo per l’età e con più rughe che mai, ma con lo sguardo attento e la mente rapida che l’aveva sempre contraddistinto anche quando si erano conosciuti Celeste Borealis salutò il sovrano E’ bello ritrovare una persona capace come te in un periodo così buio. Sono stato informato che alcuni eroi che si trovavano a Brughioro dovevano giungere qui, su solerte raccomandazione del conte, ma non mi aspettavo avrei avuto la fortuna di rivederti. Vixenia ti porge i suoi saluti. Ella non sarà con noi, ho preferito che ella e Demetrius fossero scortati in un luogo meno esposto del palazzo, sotto una nutrita scorta di uomini e celestiali pronti difenderli a costo della vita rassicurò. L’espressione del sovrano passò in rassegna i vari avventurieri, soffermandosi prima su Osymannoch Ho sentito leggende su un lich eremita del nord dotato di poteri superiori anche a quelli della Regina del Gelo, è forse lei? chiese. In compenso l’espressione fu assai più grave nei confronti di Mhorannan Portate con voi un drow? Se Celeste se ne fa garante non ho da obiettare, ma essi sono infidi e bugiardi. Molte delle spie di quel traditore di Mordecai, sia maledetta cento volte la sua anime, erano elfi oscuri che hanno tramato e ucciso centinaia di innocenti Mhorannan non commentò Ad ogni modo sarete miei ospiti per il tempo che servirà e, se vi serviranno mezzi per il viaggio, preparerò messi a cui potrete richiedere i vostri acquisti. L’ampia sala conferenze del palazzo di Garnia era uno sfarzoso spazio con un solido pavimento in marmo, colonne in pietra lavorata e un grande e pesante tavolo in quarzo rosato. L’atmosfera solenne di quel luogo, comunque, fu eclissata dalle figure che presenziavano all’interno: se Zaccario era un planetar di considerevole potere, i suoi otto simili all’interno sembravano emanare una radiosità tale da scacciare qualunque ombra e capace di infondere la pace anche nel cuore più nero. E se pure vi fosse stato ancora del male da bandire, la figura dalla pelle in argento che si ergeva al centro di essi sembrava il protagonista di un libro sulle leggende. Egli era un solar, che si presentò come Melandrith, Arcangelo del Sole la sua voce pacata e gentile sembrava una carezza dopo una vita di morte e sofferenza. Davanti a lui, perfino Augustus Mac-Tir fece un inchino in segno di rispetto, prima di allontanarsi per consentire ai più grandi eroi di parlare in privato con gli angeli. Se la presenza di Osymannoch o Mhorannan potesse essere un problema, essi non lo diedero a vedere. O forse erano sicuri che essi non avrebbero mai potuto opporsi a loro. Eroi del regno dei mortali, io e i miei compagni vi salutiamo. I vostri nomi sono noti in Cielo come in Terra. Voglio essere subito chiaro su una cosa: le vostre scelte vi appartengono e io non sono qui per pretendere il vostro aiuto. Al contempo però vorrei che mi ascoltaste, così che possiate valutare al meglio la situazione esordì Melandrith. Non vi è dubbio su cosa abbia causato la crisi che stiamo affrontando. Diversi piani sono stati scossi nelle fondamenta, un evento che è accaduto pochi giorni fa, è accaduto oggi e temo accadrà anche in futuro. Questo evento si chiama terremoto planare e, sebbene non direttamente causa di dolore, esso ha permesso alle forze dell’Abisso e degli Inferi di invadere e infettare questo mondo. Per quanto l’evento sia ora contenuto, non è stato privo di vittime spiegò il solar E’ chiaro che non possiamo permettere che questo evento accada di nuovo. Meladrinth si sgranchì le grandi ali piumate E’ lecito pensare che un’entità o un’organizzazione ancora sconosciuta abbiano causato questo terremoto planare; potrebbe essere stato un incidente, un attacco calcolato o un atto di terrorismo. Potrebbe perfino rappresentare l’inizio dell’Apocalisse. Tuttavia senza informazioni continuiamo a brancolare nel buio. A questo dobbiamo porre rimedio. I planetar annuirono, mentre Melandrith proseguì La mia razza ha varcato diversi mondi; abbiamo parlato con i saggi e appreso dalle persone che vi vivono. Il vostro mondo non è l’unico che è stato colpito, motivo per il quale sarebbe opportuno collaborare con gli eroi degli altri mondi che intendono fermare questa serie di eventi disse Tra le persone più sagge che esistano, nessuno è in grado di competere con i Filosofi di Arithmea. Il loro professore in capo, Lord Fnut, pare sia coinvolto in un progetto atto a identificare la causa di questa serie di terremoti planari e porvi freno. Vi suggeriamo caldamente, una volta che sia più sicuro viaggiare tra i piani, di cercare Lord Fnut presso il piano di Arithmea e presentarvi a lui con la nostra raccomandazione. Egli di certo non vi negherà il suo aiuto, poiché entrambi i vostri mondi sono in pericolo. Mi duole non potervi dare più aiuto, ma il nostro posto almeno per un po’ sarà qui, dove potremo continuare a proteggere gli innocenti dagli immondi. Uno dei planetar prese infine parola Tuttavia vi raccomandiamo attenzione. La natura dannosa del terremoto planare ha creato una temporanea instabilita nel tessuto della realtà. Come tale gli spostamenti verso i Piani Esterni risultano molto pericolosi e suscettibili di errori, anche gravi per la salute di chi li utilizza ammonì Studiando il penultimo terremoto abbiamo scoperto che la situazione tende a migliorare dopo circa tre giorni e a raggiungere un equilibrio già più accettabile dopo una settimana. Sta a voi decidere quando è più sicuro procedere. In ogni caso gli spostamenti per mezzo del Piano Etereo, come i teletrasporti, non sono influenzati da questo tetro fenomeno. Nel corso della riunione, Mhorannan rimase zitto. Tuttavia, quando fu indetta una pausa per discutere privatamente, egli si approcciò ai campioni (non solo a Gunnar) Per quanto possa essere un progetto imponente, l’alleanza con altre forze di altri mondi mi sembra interessante. A questo scopo però vorrei dare un contributo, se permettete disse il drow Come Gunnar sa io sono membro della Trenodia in Velluto, un gruppo di drow che, come me, hanno voluto distaccarsi dalla violenza e dalla malvagità del nostro popolo per creare un gruppo libero e indipendente. Gli elfi oscuri hanno fatto molto male e sono stati grandi alleati dell’Ordine Sinaptico nel corso dell’ultima guerra, ma noi vogliamo rimediare se ce ne darete l’opportunità. Con il vostro permesso contatterei il leader del gruppo per informarli del nostro prossimo spostamento e per farci dare supporto. Che cosa ne dite? domandò, rimanendo in attesa del giudizio degli eroi. X tutti
  11. DM X Sophia e Gunnar X Maxillium e Osymannoch Al tempio di Pelor, dove si trovavano Celeste e Bainzu, giunsero altre persone. Inizialmente essi erano una cinquantina di popolani, spaventati oltremodo da una figura terribile Egli era un morto vivente, un lich mangiabambini! urlò un fabbro. I bambini presenti piansero cercando di nascondersi da quello che sembrava essere l’uomo nero in piena ricerca Perché nessuno pensa ai bambini? strepitò una comare locale. Dopo di essi giunse Mhorannan, la cui presenza non parve migliorare l’opinione pubblica I drow! Gli elfi scuri ci attaccano! Ci faranno schiavi! dopo l’allievo di Gunnar anche altri tre membri della plebe giunsero confusi, ma presto altrettanto spaventati Il lich ci ha maledetti! Egli è un mostro, un mostro, alleato degli elfi oscuri! Per favore, proteggeteci! urlarono, afferrando le vesti di Zaccario, Celeste e Bainzu come se la morte incombesse su di loro. Quando Gunnar, Sophia e Maxillium fecero il loro ritorno al tempio di Pelor (Sopha esibendo una orribile bruciatura al braccio destro), il sollievo pervase gli abitanti di Moenia lì presenti. Quando Osymannoch oltrepassò le porte le grida ripartirono più forti che mai. Persone che si spintonavano, cadevano a terra, invocavano la collera degli dèi o ne chiedevano perdono per i peccati, oltre a una coppia di giovani che si lanciò in un rapporto passionale dietro uno degli altari al grido di Tanto ormai stiamo per diventare scheletri! Mhorannan cercò di calmare gli animi sollevando le mani ed esibendo il suo ghigno Ma guardate che io non sono alleato del lich, ma del mezzo gigante disse indicando Gunnar. Fu allora che la situazione degenerò ulteriormente I drow si sono alleati con i giganti, oltre che con il lich! Verremo mangiati vivi! Aiuto, dèi! Zaccario guardò Osymannoch e Mhorannan in cagnesco, salvo volgere il capo verso l’orizzonte e annuire A quanto pare la riunione sembra essere stata approntata. Da quello che ho capito la vostra lady dai capelli color neve conosce il sovrano Augustus di cui mi è stato detto. Se potete raggiungerlo con mezzi vostri vi invito a farlo, così che possiate fare il punto con Melandrith su ciò che è successo e come risolverlo il planetar scosse la testa vedendo alcuni popolani armarsi forconi e falci e puntarli verso il teurgo mistico del gruppo, l’elfo oscuro e Artigli di Sangue Prima che la situazione precipiti ancora… X tutti
  12. DM X Celeste e Bainzu X Osymannoch e Maxillium X Gunnar e Sophia X tutti
  13. DM L’entusiasmo con cui Gunnar propose nello sforzarsi ancora un po’ per aiutare quante più persone possibile venne accolto con un tiepido entusiasmo da parte di Mhorannan Giusto ripetè con la stessa energia che avrebbe mostrato Osymannoch alla prospettiva di elargire tutti i suoi averi in beneficienza. Decise le assegnazioni, i campioni più volenterosi si lanciarono verso le zone indicategli. Per quanto non potessero essere materiale da leggenda, le volenterose guardie di Moenia erano state in grado di offrire perlomeno un vantaggio tattico agli eroi. Grazie al loro lavoro di esplorazione, fu possibile per i coraggiosi prepararsi in anticipo, raggiungendo i rispettivi luoghi di interesse con le migliori accortezze. X Osymannoch e Maxillium X Gunnar e Sophia X tutti
  14. DM X Sophia e Osymannoch X Osymannoch Il presidio presso la chiesa di Pelor si rivelò ben presto uno dei tanti punti nevralgici che sorsero a Moenia con il passare delle ore. Coordinandosi con la popolazione, gli angeli e gli arconti furono in grado di stabilire perimetri tattici nelle varie zone della città, raggruppando i superstiti e stabilendo perimetri per restringere via via le aree degli scontri con i demoni e i diavoli. Per coloro all’interno, d’altro canto, la situazione sembrava molto poco rosea, le strade intrise del sangue delle vittime i cui corpi giacevano consumati o semplicemente mutilati in uno scenario da incubo. Molte furono le famiglie spezzate in quella maledetta giornata, ma anche del sollievo venne portato come quello ai feriti gravi come Pan Per gli dèi! esclamò, ronzando di gioia Grazie Sir Osymannoch, lei mi ha davvero strappato dalla morte l’aiuto offerto dal lich non venne dimenticato dal bambino Io… ci proverò disse. I concetti filosofici esposti dall’Inatteso erano forse stati un po’ troppo avanzati per un bambino di sette anni, ma forse egli aveva guadagnato un allievo per il futuro. Era da poco passata l’ora del pranzo, quando il planetar anticipato dalle guardie raggiunse la chiesa. Esso era un uomo dalla statura imponente quanto quella di Gunnar, dalla pelle di un lucido color verde smeraldo Il mio nome è Zaccario, angelo della pietà disse, per poi strabuzzare gli occhi ed estrarre il proprio spadone OCCHIO! C’E’ UN LICH! PROPRIO DIETRO DI VOI!! tuonò. Quando gli fu spiegato il ruolo di Osymannoch nella storia, egli parve comprendere… salvo riestrarre lo spadone dopo poco ATTENZIONE! C’E’ UN DROW! PROPRIO DIETRO DI VOI! solo quando gli fu precisato come Mhorannan non avesse maltrattato i civili, ebbero termine i fraintendimenti Vi chiedo scusa, non siamo abituati a… quelli come voi… cioè, no, volevo dire… egli parve imbarazzato (Mhorannan tossicchiò quello che gli avventurieri avrebbero giurato fosse un Razzista!). Alla fine Zaccario si scusò di nuovo e cercò di rendere merito a coloro che avevano difeso la chiesa con così tanto valore Sono lieto di poter conoscere persone così valenti da respingere una brigata così pericolosa come quella di Pai’Chi. Tanti sono i miei fratelli e sorelle caduti per mano de La Spada, la temibile arma che quella marilith ha forgiato lavorando giorno e notte per quasi due anni interi spiegò Avete salvato davvero tante anime, dovreste esserne orgogliosi. Con l’arrivo di Zaccario, gli esploratori dell’esercito furono in grado di scoprire come la situazione si stava evolvendo in maniera più precisa. A quanto pareva gli scontri più gravi sembravano essere stati soffocati con la vittoria degli angeli che, pur subendo numerose perdite, erano stati infine soccorsi dai leggendari solar, campioni della loro razza il cui potere rivaleggiava con quello dei semidei A quanto pare però molti cittadini hanno preso in mano la situazione spiegò un soldato di ritorno dalla Piazza dei Crumiri Una folla ha catturato la Vecchia Witherwort. Sembra che siano pronti a impiccarla notando quindi l’ovvio si affrettò ad aggiungere Scusate, in effetti non potete conoscerla. E’ una vecchia megera, famosa per lanciare maledizioni. Volevo cercare di calmare la folla, ma è giunto uno strano essere, un centauro bianco fatto di metallo che ha iniziato a rimproverare la folla. Magari vorreste parlarci voi? Credo che ci sia qualcosa di più grosso in ballo in Piazza del Torrone interruppe un’altra guardia, giunta di corsa Ho visto il vecchio Erminio in mezzo a un gruppo di facinorosi armati di balestre. Hanno incatenato una donna… diciamo pure una sventola di donna ad un palo e si sono allontanati tra gli edifici attigui. Non so che cosa abbiano in mente, ma magari vorreste andare voi a salvare quella donzella in difficoltà? domandò. Non siete costretti ad andare per forza voi soggiunse Zaccario Avete già fatto molto oggi e la situazione ormai si sta pian piano ristabilendo. Se vorrete rimanere qui andrò io e chiamerò altri miei simili per risolvere queste situazioni. Non dubito che i solar vorranno parlarvi appena questa crisi sarà rientrata disse il planetar. I sei campioni avevano di fronte a sé un certo ventaglio di possibilità. X tutti
  15. DM Sebbene inizialmente in vantaggio, e capaci addirittura di eliminare uno degli avversari in campo, i demoni capirono ben presto che essi avevano stretto le loro fauci su un boccone troppo grosso da mandar giù. Se il “comando” dei demoni sembrava in preda a una crisi interna per il possesso de La Spada, Celeste si proiettò in mezzo al vrock e agli hezrou per alleggerirli del peso di quelle decisioni. Oltre a quello delle loro patetiche vite. Cuore Nero vorticò nell’aria, trascinata dalla forza travolgente della Borealis che spezzò a metà il busto del vrock, per poi compiere una torsione che lo portò a decapitare uno degli hezrou e a mutilare il petto e le mani che l’ultimo di essi cercò di sollevare per cercare di difendersi dalla Furia Bianca. Non bianchi e affascinanti, ma scuri e ripugnanti, furono invece i tentacoli che Sophia evocò dal terreno. Se i demoni erano famosi per le proprie tattiche del terrore, essi dovettero assaggiare la loro stessa medicina quando due vrock e uno degli hezrou nella retroguardia si trovarono avvinghiati nella stretta nemica Ma che demone! si lamentò l’hezrou Queste sono le tecniche dei pervertiti del Kat- Eff… Glurg… Glob! si trovò a gorgogliare, dopo essersi beccato la propria sberla di tentacolo in bocca. Se Celeste abbatteva nemici a terra, in lontananza uno stormo di vrock di ben cinque elementi cadde a terra. Osymannoch aveva finalmente deciso di fare sul serio, i corpi rinsecchiti dei volatili demoniaci che si contorsero a terra in cerca di qualunque fonte di liquidi che fosse in grado di reidratarli. La salvezza tuttavia non giunse e, come assetati nel deserto, essi spirarono ai piedi dell’Inatteso. Ritirata! gridò uno dei vrock Rit- Glurg! Il vrock che per primo urlò il proprio terrore fu stretto tra gli artigli di Gunnar, che non intendeva lasciare troppo spazio di fuga per gli assassini di Suriel, la stretta che fu presto trasformata in una proiezione che portò il vrock a sbattere e rompere il proprio cranio sul terreno. Il secondo esemplare nelle sue vicinanze fu afferrato per un ala. Il demone, gracchiando di paura, fu quindi sventrato a metà dalla furia di Gunnar Artigli di Sangue (di nome e di fatto). Dello stesso color del sangue, ma di aspetto assai più piacevole, fu la pioggia di petali di rose che Bainzu fece cadere dal cielo. Per quanto il cielo terso e carico di terrore avesse l’aspetto di uno scenario da apocalisse, i demoni non parvero di certo incoraggiati, ma anzi maledissero a gran voce il druido che li aveva colpiti Nooooo!! gridò uno, sbattendo le ali I miei occhi! I miei occhi! gridò un altro uccellaccio I miei sensi si annebbiano strepitò un terzo Eff… Glurg… Bleargh! un quarto vomitò, il getto che colpì in parte gli stivali di Celeste. Il vomitatore non ebbe però vita lunga. Maxillium si lanciò su di lui, conficcando l’ascia sulla scapola del vrock, che cercò di librarsi in volo disperatamente, prima di vedersi cadere il braccio dall’acido corrosivo del cacciatore di taglie. Vomitando le interiora di qualche povero disgraziato che doveva essere finito sul suo becco (finendo in questo modo per sporcare le vesti di Maxillium) l’essere cadde infine a terra. Per i vrock fu troppo, la loro unica priorità divenne la fuga, La Spada e i corpi dei caduti monito inquietante per chiunque avesse voluto profanare la sacralità del tempio di Pelor e mettere a rischio le vite degli innocenti al suo interno. Lo scontro, pur con non poche difficoltà si era concluso. All’interno del tempio, gli abitanti di Moenia che si erano rifugiati stavano bene: il muro innalzato da Sophia e la presenza di Mhorannan, per quanto poco apprezzata per via della sua natura da drow, sembrava aver permesso al panico di non dilagare Ce l’avete fatta! Ma dov’è quella sventola di arconte? domandò il drow. Anche i popolani furono molto curiosi a questa domanda, facendosi avanti per cercare la donna che li aveva protetti finora E’ vero, dov’è? domandarono i più piccoli. Sebbene rimasti “orfani” di Suriel, i campioni ebbero però il tempo di rifiatare. Un drappello di soldati di Moenia li raggiunse per mettere in sicurezza l’area, che per la sua struttura divenne un punto strategico in quella che nelle ore successive divenne una guerriglia da strada. Come ebbero modo di scoprire nel corso del tempo a disposizione, l’impeto brutale di quella invasione sembrava essersi spento per lasciare posto a uno scontro tattico Gli angeli stanno aiutando la popolazione locale a raggrupparsi per difenderla meglio spiegò uno dei soldati I demoni e i diavoli stanno cercando di sfruttare gli innocenti per esporre gli angeli, che altrimenti sarebbero più forti di loro. Tuttavia in molti stanno via via cercando di dare una mano essi stessi. Questo è comunque il nostro piano e non lasceremo che della marmaglia dall’inferno o dall’Abisso ce lo porti via! Nel corso delle ore che i campioni passarono alla chiesa, per impedire gli assalti di altri nemici, un’altra cinquantina di persone venne radunata dai soldati. Tra di essi figuravano Marcus Darina Toppa, i genitori dei due bambini che avevano per primi chiesto aiuto degli eroi. L’incontro con i figli fu un momento molto toccante, i genitori in lacrime più della loro prole. Sebbene intimoriti dalla sua presenza sinistra, i bambini non scapparono dalla presenza di Osymannoch, anzi uno di essi si fece pure avanti Grazie per averci protetti, signore disse un bambino paffutello e dai capelli color stoppa Da grande voglio diventare come lei! In questo lasso di tempo, comunque, giunse anche una notizia molto confortante Gli squarci si stanno richiudendo! esclamò uno dei soldati. Quella che all’inizio parve una voce fu confermata dai profughi che giunsero in seguito, risollevando il morale generale. Laddove infatti gli angeli entravano sempre di meno, lo stesso valeva anche per i loro nemici Il Conte è al sicuro seppero a un certo punto da un comandante di nome Berzio E alcuni miei uomini mi hanno informato che un planetar sta per arrivare qui per prendere il vostro posto. Le vostre abilità saranno più utili per aiutarci a riprendere il controllo delle strade disse Nel frattempo cercate di riposarvi, quando sarà il momento vi chiamerò disse E grazie. Mio fratello Terzo si era rifugiato qui all’inizio. Se egli è vivo è per merito vostro! sorrise. Riepilogo
  16. Che dire, non posso che sentirmi lusingato e orgoglioso nel sapere che un progetto così importante è stato ripagato con tanto impegno e affetto postumo. E' vero, i pbf non sono per tutti, ma magari con questa campagna così bizzarra abbiamo dimostrato che si può iniziare e concludere un progetto diverso per numero di giocatori, approccio e risultati. Per quanto magari non tutti i giocatori possano aver apprezzato il mio approccio (cosa dopotutto abbastanza normale visto l'alto numero di giocatori) spero che almeno esso possa essere stato uno stimolo a trovare la motivazione e la forza di portare avanti altre campagne altrettanto prolifiche e divertenti. Ad ogni modo, gran merito a Zellos per l'ottimo video e il canale Youtube che, per i contenuti vari e approfonditi il giusto senza dilungarsi troppo, consiglio caldamente a tutti.
  17. DM La risposta degli avventurieri fu rapida e spietata. Quando Celeste trascese il tempo e lo spazio per raggiungere Pai’Chi, la marilith serrò la mascella di fronte a quella avversaria così promettente, colpendola con un colpo di taglio alla fronte con quella arma tanto osannata dagli altri demoni. La Spada, in verità, parve di primo acchito non essere molto diversa dalle altre spade sacrileghe con cui la Borealis si era trovata contro nel corso degli anni, senonchè questa fece esplore quasi la sua fronte in una emoraggia di sangue improvvisa, una ferita nera e purulenta Questo è sufficiente? ghignò la comandante, salvo spalancare la bocca dalla sorpresa quando Celeste si fiondò su di lei, costringendola a un rapido scambio di colpi, sei spade contro uno spadone, in un clangore di metallo contro metallo che si concluse quando Cuore Nero oltrepassò le lame grazie ai poteri e spezzò a metà il busto serpentesco della demonessa Ma… non è… mer… così caddero infine Pai’Chi e le sue lame del dolore. La caduta della comandante mise in allarme i demoni, almeno quanto vi riuscì la tempesta di fiamme che Osymannoch usò per investire quelle creature giunte dall’Abisso. Questo, e le parole coraggiose di Maxillium scatenarono un vespaio tra i vrock e gli Hezrou. Uno dei vrock, il più vicino a dove si trovava Pai’Chi, si avventò su La Spada, per poi sollevarla Uccideteli tutti! gracchiò Fermate quella dai capelli bianchi a tutti i costi! Imbavagliate quel cadavere là! berciò come un invasato. Se i suoi simili lo seguirono, forse anche desiderosi di vendicarsi degli affronti subiti, non tutti gli hezrou si trovarono d’accordo Io non prendo ordini da una cornacchia! urlò uno, avventandosi sul vrock. Egli venne “salvato” da un altro hezrou La Spada è mia! Io ho le migliori statistiche per fare il comandante! i restanti, indecisi sul da farsi, parvero però trovare un accordo nell’assaltare Suriel, che venne investita assieme agli altri da altre ondate di energia negativa. Per quanto le buone intenzioni dei campioni fossero state nobili, l’arconte tromba cadde in ginocchio alle spalle di Celeste e Maxillium Non ho potuto fare abbastanza… vi prego… salvate quella povera gente… Suriel conficcò il proprio spadone come ultimo cimelio della sua presenza, prima di dissolversi in una luce bianca e un vorticare di piume bianche Grazie... comunque... La morte di Suriel non fu comunque un completo presagio di sventura, non almeno per coloro che si ergevano come muro umano di fronte all’ingresso della chiesa di Pelor. Laddove Gunnar fu così gentile da privare un hezrou e un vrock dall’eccessivo peso delle loro braccia e delle loro budella, Maxillium non fu in grado di competere con le lunghe ed esili braccia degli avvoltoi demoniaci, capaci di evitare i colpi della sua ascia, ma non abbastanza precise da colpirlo con efficacia. Quanto a Celeste, la retroguardia non fu in grado di sorprenderla, un vero bastione anche contro i tentativi di impedirle i suoi usuali movimenti. Chi invece non fu altrettanto fortunato fu Osymannoch: rimasto da solo, egli fu aggredito dagli uccellacci demoniaci, i quali rivedettero le proprie strategie una volta che i primi assalti si dimostrarono infruttuosi Dacci quello scettro così carino! gracchiò uno, strappando di mano la verga preferita del lich, la quale fu raccolta senza tanti complimenti da un altro vrock Come si userà questo lurido aggeggio? gracchiò irato, ruotando la verga di malagrazia. Il terzo si accontentò di sollevare una gamba dell’Inatteso quanto bastò per farlo capitolare a terra. Fu proprio in quel momento di difficoltà che una presenza ulteriore raggiunse il campo di battaglia, così in crisi in quel momento. Bainzu e Pisittu erano giunti nei pressi della chiesa Riepilogo x tutti
  18. DM Mhorannan parve sul punto di sputare un polmone quando Gunnar gli diede la solita, sonora pacca Non vedo problemi, se l’arconte… si fida il drow fece un mezzo sorrisetto Insomma, potrei anche iniziare a preparare uno stufato di civili o sacrificarli a qualche abietta divinità Suriel strinse gli occhi verso Mhorannan, il quale tossicchiò al silenzio che era calato No? Troppo presto? Va bene, li proteggerò io se l’arconte ebbe dubbi sulla moralità o le capacità di Mhorannan non lo diede a vedere, in compenso mostrò un cauto ottimismo quando Sophia innalzò una barriera magica per tenere separati l’ingresso dall’area in cui erano radunati i preoccupati abitanti che erano finiti lì Così sia, dunque. Combatteremo assieme per portare la giusta punizione a quelle creature senza dignità! annunciò in un impeto di gloria, rincuorata dalle parole che la mezza ninfa utilizzò per preparare il gruppo al meglio. Non più armata di tromba, bensì di spadone dorato, l'arconte e i viaggiatori si apprestarono ad uscire. L’apertura delle doppie porte della chiesa fu accolta da un rumoroso svolazzare di ali dei vrock e dal loro gracchiare E’ pronto il pranzo, gnam gnam! berciarono, mentre gli hezrou interruppero il loro lancio di feci. Solo uno di loro, un ritardatario, calcolò male i tempi e l’immondizia che egli lanciò finì ai piedi del gruppo, abbastanza da insozzare gli stivali di Celeste. Il fatto che ad uscire dal tempio non fosse una arconte (o si dovrebbe dire arcontessa?) solitaria, bensì un intero gruppo armato fino ai denti, parve sorprendere i demoni e fu sufficiente a togliere il sorriso a Pai’Chi E voi chi siete? ringhiò, mulinando le proprie sei braccia armate Lasciate stare, non importa. Sarete solo altre vittime de La Spada esclamò. La spada lunga che reggeva nella mano destra primaria pulsò sinistramente, al punto che i campioni nei loro pressi percepirono una angoscia istantanea, seppur non così grave da impedirgli di combattere. Pai’Chi sollevò le proprie lame, per dare il proprio ordine, quando una corrente elettrica attraversò il centro della formazione di demoni, diffondendosi tra le creature immonde in un lampo di energia magica. A proiettare tale potere magico fu Osymannoch, il quale emerse dal suo punto di osservazione. Tuttavia la soddisfazione del lich fu di breve durata: gli hezrou e Pai’Chi si voltarono verso di lui, completamente illesi Dovete studiare meglio i vostri agguati ghignò la marilith, dando un secco ordine alla sua retroguardia Spolpatelo fino a che non rimarranno solo le ossa, dopodichè portatemele! Ci farò una collana! I vrock della retroguardia gracchiarono di gioia al sanguinoso ordine, facendo schioccare i propri luridi becchi in direzione del lich Quanto a loro, portatemi l’arconte viva, uccidete gli uomini, mentre delle donne… beh, con quelle potete fare quello che volete! sogghignò. Resi folli dalla sete di sangue e dalla prospettiva di mettere le mani su così tante vittime, i demoni condussero il proprio assalto con la stessa violenza di un mare in tempesta. Pur nelle sue più disperate battaglie, nemmeno Celeste aveva mai affrontato così tanti demoni in una volta sola ed essi non trattennero i colpi. Lo sbattere di ali dei vrock sembrava dominare l’aria, inframezzato dai loro strilli acuti e dalle magiche e abiette parole di potere oscuro che gli hezrou invocarono per scagliare ondate di energia negativa contro di loro. Suriel non si tirò indietro da quella sfida e invocò il potere dei cieli Tornate da dove siete venuti! gridò, riuscendo a spedire uno dei vrock e uno dei rospi giganti dall’orrenda landa da cui erano emersi. Ma nemmeno l’arconte tromba poteva competere con tanta malvagità riunita in un luogo solo e tutti i campioni dovettero soccombere, almeno in parte, alla violenza di quell’assalto, Pan che strillò di dolore. Sia il coure che l’angelo parvero in particolare risentire di quella tremenda esposizione, mentre dietro le prime linee già i secondi vrock si preparavano allo scontro fisico che avrebbe dovuto costituire il requiem per la compagnia. Osymannoch non venne colpito con tanta violenza, ma i vrock che raggiunsero la sua posizione non parvero predisposti né al dialogo, né alla parlamentazione, gli artigli snudati e pronti a dilaniare la sua carne non più giovane. Seppur gli innocenti fossero ancora al sicuro, i campioni che avevano sconfitto il tarrasque non potevano dire lo stesso di sé stessi. Riepilogo
  19. DM Per un attimo Celeste credette che il ragno planare non l’avesse sentita, in quanto egli proseguì la sua opera Richiusura strappo planare al 100%. Livello di minaccia critico. Si raccomanda la popolazione locale di rimanere in casa fino alla completa ristabilizzazione dell’ordine e la terminazione degli invasori fu solo allora che egli rispose all’elocatrice Incorretto. L’utilizzo delle mie capacità per azione di salvaguardia dei locali minimizzerebbe la mia efficacia per la ricucitura degli strappi, con la possibilità che ulteriori anomalie giungano nel piano. La linea d’azione più logica richiede la mia continua presenza per la risoluzione di questo terremoto planare egli non si unì alla spedizione per il tempio di Pelor. X Bainzu X Sophia e Osymannoch X Celeste, Maxillium, Gunnar, Sophia e Osymannoch X tutti
  20. DM X Celeste, Maxillium, Gunnar e Bainzu X Sophia e Osymannoch Non fu difficile per il gruppo ricongiungersi dopo quella brevissima separazione, entrambe le parti capaci di arginare la loro piccola parte di caos in quella che sembrava la fine di Arth. I primi minuti di quella apocalisse sembravano aver portato più caos che altro, ma con il passare della sorpresa iniziale, fu ben presto chiaro come la battaglia prendesse sempre più una connotazione tra bene contro male, l’eterna lotta tra cieli e inferi ora spostata sulle terre abitate dagli umani e dalle altre razze. Gli scontri parvero via via svilupparsi in zone concentrate, meno disordinate sebbene scarsamente coordinate dall’una o dall’altra fazione, gli arconti e gli angeli intenti a fare del loro meglio per aiutare le persone in difficoltà. Gli uomini dell’esercito di Moenia cercarono quindi di fare del loro meglio, ma non fu né per un angelo né per un demone che essi chiamarono a gran voce gli avventurieri C’è… c’è una creatura strana che sta facendo qualcosa a… quelle cose luminescenti!! esclamò un soldato baffuto. Per quanto non avrebbe vinto il premio come narratore dell’anno, il soldato potè essere in parte giustificato per la stranezza di ciò che mostrò. Esso era un ragno grande come un cavallo, costituito da un insolito miscuglio di metallo e vetro, una grossa luce rossa che brillava nella parte posteriore del collo. Esso aveva preso posizione in una delle piazzette principali di Moenia, dove si trovava una grossa frattura luccicante provocata dal terremoto Guardate… è questa la cosa strana che vi dicevo! disse il soldato indicando l’essere, i cui occhi di vetro erano fissi sulla frattura. Incorretto disse all’improvviso il ragno gigante, girandosi in un clangore di metallo La denominazione corretta è Ragno Planare il soldato fece un balzo all’indietro. Il ragno non aggiunse altro, per poi voltarsi e rilasciare una specie di filamento dalla bocca sormontata da mascelle metalliche. Il filamento colpì la frattura luminescente, che iniziò a rapprendersi lentamente, come una ferita che veniva cauterizzata Richiusura strappo planare al 50%. Livello di minaccia critico. Si raccomanda la popolazione locale di rimanere in casa fino alla completa ristabilizzazione dell’ordine e la terminazione degli invasori. Per favore, qualcuno ci aiuti! gridò una donna in preda alle lacrime, lo stesso cordoglio che portava il marito appresso a lei I demoni stanno attaccando la chiesa di Pelor! Ci sono i nostri figli lì dentro! esclamò. Un paio di soldati della guardia raggiunsero i campioni, pallidi come cenci Sono tantissimi disse uno di loro Almeno una ventina simili a zanzare giganti, dieci cornacchie e tre rospi giganti che assediano le porte e il perimetro esperta nell’argomento (specialmente per le zanzare giganti) Celeste non ebbe difficoltà a capire che essi si riferissero rispettivamente a quasit, vrock e fetidi hezrou. L’altro soldato annuì Credo ci siano almeno un centinaio di persone all’interno della chiesa, ma non sono soli. Dalle vetrate ho visto aggirarsi all’interno una donna alata che sembrava brillare di luce propria spiegò Noi non possiamo farcela di certo contro di loro, ma voi forse sì disse guardando i sei con aspettativa. L'autoproclamatosi ragno planare proseguì con la propria opera Richiusura strappo planare all’80%. Livello di minaccia critico. Si raccomanda la popolazione locale di rimanere in casa fino alla completa ristabilizzazione dell’ordine e la terminazione degli invasori. X tutti
  21. DM X Celeste, Maxillium, Gunnar e Bainzu X Sophia e Osymannoch
  22. DM Mhorannan rimase quasi col fiato mozzato quando ricevette la poderosa manata di Gunnar Eff… certo! esclamò. L’elfo ascoltò avidamente il racconto del suo mentore, come un bambino avrebbe fatto con la propria fiaba preferita, rimanendo in silenzio ed ascoltando anche quando gli argomenti diventarono se possibile ancora più seri. Gli avventurieri furono comunque concordi sul fatto che la situazione richiedesse un’analisi più approfondita, appurato che il viaggio fosse andato a buon fine e che la distruzione di Sakurafu non fosse un episodio a sé stante, ma frutto di un evento che non poteva lasciar presagire nulla di buono, se non altro visti gli effetti che si erano manifestati su Arth e Ardentia. La proposta di Sophia di attingere a un maggiore studio della situazione parve quella più realizzabile al momento, forti del fatto che ben difficilmente il conte Bistefani avrebbe avuto problemi nel concedere l’uso della sua biblioteca reale per le ricerche che la Zhuge aveva in mente. Eppure, quel mattino, i guai raggiunsero prima i sei aspiranti investigatori che si apprestavano a rientrare nel palazzo del conte. Senza alcun preavviso la terrà tremò, dapprima in maniera appena percettibile ma in seguito sempre più forte, abbastanza affinché gli eroi dovettero sorreggersi ad una colonna, un tavolo o un muro per non cadere a terra. Un suono proruppe dall’altro, un potente tuono accompagnato da un fragile eco, come se il cielo fosse stato un’enorme lastrone di vetro ed all’improvviso fosse stato spezzato a metà. Il vento aumentò, mentre luci blu scintillanti iniziarono a striare l’orizzonte. Macchie luminose apparvero nell’aria, simili a quelle visibili quando il sole abbaglia gli occhi, tuttavia queste non scomparvero, bensì si espansero permettendo la vista attraverso di loro in quelli che sembravano scorci di strani mondi: un’enorme testa sepolta fino al collo in una palude di fango nero, una città fatta di campanili e dischi di legno intagliato, un uomo dagli occhi luminosi che galleggiava in un nuovo di liquido blu che ricambiò lo sguardo degli osservatori con stupore. Le immagini durarono pochi attimi prima di svanire e lasciare il posto alle urla che provenivano dal centro di Moenia. Nelle strade dilagava il panico. Un uomo corse attraverso la via principale, urlando di sbarrare tutte le porte e di chiudere tutte le persiane Teneteli fuori!! gridava. La voce di una donna strillava ripetutamente che era la fine del mondo e che era troppo tardi per pentirsi. Grida di dolore e morte erano udibili nelle strade, dove erano discesi diavoli e demoni, angeli e arconti. I primi, terrore di tutti gli esseri senzienti, si guardarono dapprima attorno con stupore prima di gridare di gioia e aggirarsi per la città. I secondi, altrettanto sorpresi, cercarono di fermare gli immondi. Come nei dipinti più catastrofici sembrava che su Arth fosse sceso il giorno del giudizio e che Celeste, Osymannoch, Sophia, Maxillium, Gunnar e Bainzu vi si trovassero nel mezzo. Un giovane uomo dai capelli biondi, occhi chiari e un viso grazioso corse a perdifiato per la strada, agitando le mani (nella destra reggeva ciò che rimaneva di un violino) in quello che sembrava uno stato di shock assoluto Aiuto! I tentabili terricoli! urlò balbettando I tebirrili tencotali! Le tartarughe tangibili! I suoi occhi vagavano a destra e sinistra, le sue mani battevano sulle porte invocando aiuto come se la morte gli stesse alle calcagna. Laddove il caos dilagava, con demoni che assaltavano negozi come vandali avrebbero fatto nel corso di una rivolta popolare, un posto sembrava ancora presentarsi in maniera normale. Dalla taverna “La pinta di birra” giungevano risate gutturali e gli schiamazzi che ci si sarebbe aspettati da una serata di grandi divertimenti. Peccato che tali risa avessero un suono sinistro di fondo, oltre ad essere inframezzati da bestemmie e imprecazioni che i linguisti del gruppo poterono riconoscere essere in Infernale. Non meno particolari erano i fenomeni che si erano creati nell’ambiente. Essi prendevano la forma di fratture di energia bluastra, simili a strappi che potevano comparire sia nell’aria che su superfici solide. Seppur simili, esse sembravano avere alcune lievi differenze che potevano essere motivo di una ulteriore indagine: quelle sospese nel vuoto erano più larghe e lasciavano ogni tanto uscire un immondo o un angelo. Quelle presenti su superfici solide sembravano invece presentare una forza risucchiante. Un ubriacone si avvicinò ad uno di essi prima di urlare un Ma che coooooo!!! prima di venire trascinato all’interno da una forza invisibile. Un altro terremoto planare si era scatenato da qualche parte nel multiverso, stavolta più potente o con un epicentro più vicino ad Arth. X tutti
  23. Capitolo Due – Terremoto Planare La prospettiva di diventare non-morti era da tempo uno tra i più efficaci metodi motivazionali nei rapporti tra datore di lavoro e dipendenti, il quale andava a braccetto con un grande classico noto come “gatto a nove code”. Ciò spiegò la rapidità con cui i viaggiatori planari che erano partiti in direzione di Sakurafu fecero il loro ritorno su Arth, prima che la nuova drammatica natura di Sakurafu mettesse a rischio la loro vita e li avvicinasse fin troppo a capire come Osymannoch vivesse le sue giornate. Erano passati tre giorni da quando avevano sconfitto la Bestia della Savana ed esiliato il suo corpo svenuto nel Piano Astrale e in quella mattina lo spostamento planare della Borealis ricondusse i viaggiatori a Brughioro, per la precisione all’interno di una neonata chiesa di Hextor nel pieno ciclo di una funzione. Stabilita la natura degli invasori che erano giunti nel loro pulpito, e soprattutto il loro livello di potere, essi furono condotti educatamente fuori quando essi lo ritennero opportuno, con le scuse del loro decano e la promessa che non sarebbe accaduto mai più (sebbene loro non avessero fatto pressochè NIENTE). Il ritorno a Moenia, distante un paio di chilometri, diede l’occasione al gruppo di ricongiungersi con Mhorannan, l’allievo drow che Gunnar aveva accolto sotto la sua ala. Vestito con colori sgargianti e con i dreadlock che odoravano di fumo, l’elfo li accolse con un sorriso all’ingresso del palazzo del conte Siete tornati! E nessuno è stato mangiato! Pisittu ringhiò infastidita Maestro disse con un inchino rispettoso nei confronti di Gunnar Mi dovete raccontare tutto! Com’è andata? Come mai quei musi lunghi? domandò. X tutti
  24. DM Appena prima della partenza di Gan Scarrow per il ritorno ad Ardentia, Rhozaaur sgranò gli occhi in direzione di Osymannoch NOOOOOOO!!!! ruggì, dimenandosi come un forsennato nel tentativo di liberarsi. I suoi sforzi furono vani, ormai incapace di potersi opporre a quello che sarebbe stato un ritorno in ceppi in direzione delle Terre Oscure da cui proveniva l’arciere elfo. Una volta completati i preparativi magici, i due sparirono dalla sala del trono con un breve lampo di luce bianca. Con l’eccezione di Maxillium, ognuno degli avventurieri accettò uno dei doni offerti. Se Latrice di Giustizia e Pugno dell’Alba si unirono all’arsenale di Celeste e Gunnar, Mal’Rannuz diede disposizione a notai e scribi di corte di mettere in nero su bianco i passaggi di proprietà per i possedimenti che Osymannoch, Sophia e Bainzu richiesero Lascerò che siate voi a giudicare commentò Mal’Rannuz, con la pomposità di chi sembrava molto sicuro del valore delle terre di Jasmal. X Bainzu e Celeste Nel corso dei tre giorni che gli eroi si concessero per recuperare le forze, e prepararsi al meglio in vista del viaggio per Sakurafu, i nuovi latifondieri ebbero modo di esplorare le loro nuove proprietà. Ognuna di esse si estendeva in un’ampiezza che copriva svariate colline, sulle quali sorgevano ricche coltivazioni poste in modo da trarre al massimo la luce del sole, curate e irrorate dall’operato delle tre famiglie di contadini che ogni possedimento disponeva. Frutteti, vigneti, alberi di datteri e piccoli allevamenti di pollame garantivano le risorse necessarie per una dieta bilanciata e nutriente, ideale per chi avesse voluto passare le giornate a oziare nelle verande delle proprie ville, ognuna delle quali si collocava in una posiziona sopraelevata, dotata di un’ampia vista panoramica sulle proprie coltivazioni e le dimore dei propri vicini di casa. Laddove Bainzu aveva ricevuto una proprietà più vicina ad un’area boscosa dove Pisittu iniziò a scorrazzare felice, le lusinghe di Sophia furono in grado di riservarle l’unica villa con piscina, tale da permetterle una pausa per tuffarsi ogniqualvolta la calura si fosse rivelata troppo fastidiosa. Per la sua posizione, peraltro, si ritrovò ad avere Osymannoch come vicino confinante. E se la Zhuge ottenne gli sguardi ammirati delle contadine, e quelli invaghiti dei contadini, non poco timore fu percepibile nei lavoratori che scoprirono come un lich avrebbe preso dimora nel terreno concesso loro. Al termine dei tre giorni, il gruppo sembrava pronto ad affrontare anche due tarrasque alla volta, se fosse stato possibile. Bainzu non fu in grado di trovare ulteriori informazioni su Sakurafu, se non altro perché Sophia era stata in grado di elencare tutte le informazioni che c’erano da sapere su quel piccolo e patetico piano, descritto in termini poco lusinghieri dal viaggiatore planare Dyanthor. Testate le nuove armi, e ricevuta la certezza che il piano non celasse pericoli immediati quali temperature fuori scala o gravità inaspettate, Celeste raggruppò i viaggiatori nel cerchio che li avrebbe condotti tutti e sei (più Pisittu) e infine li trasportò a Sakurafu. Poche parole avrebbero potuto definire lo shock che colse i viaggiatori al loro arrivo. La descrizione di Sakurafu aveva portato alla mente un panorama grigio e a tratti surreale, ma nulla di ciò fu visto. Quando Sophia, Celeste, Osymannoch, Gunnar, Maxillium, Bainzu e Pisittu giunsero si trovarono a fluttuare in un vuoto infinito di oscurità assoluta, mentre lo spazio attorno a loro cercava di risucchiare la loro carne come se cercasse di strapparne la vita dal corpo (con l’eccezione di Osymannoch, che sentì solo un lieve e piacevole calore interno, come se il suo cuore fosse ancora attivo). Frammenti titanici di materia oscura vagavano silenziosi in quel panorama nero pece, ben diverso da tutto ciò che doveva essere Sakurafu. Incapaci di sopportare le condizioni di quel piano che metteva a rischio la loro salute, essi furono costretti a ritirarsi prima del dovuto, sebbene la realtà di ciò che era accaduto era ben chiara: Sakurafu era stata distrutta. Le grandi materie nere fluttuanti altri non erano che i resti di quello che un tempo era un piano, di cui ora rimaneva solo un vuoto di energia negativa. Per quanto assurdo, qualcosa o qualcuno era stato in grado di creare un buco nella realtà e sconvolgere l’ordine del multiverso. Ma si trattava di un incidente o un atto voluto? E perché su Sakurafu? Molte domande cominciarono ad affiorare alla mente dei viaggiatori, più di quelle che già non avessero alla loro partenza.
  25. DM Per quanto agli inizi non avessero mostrato una forte coordinazione, i campioni chiamati dal principe Nuskahm erano riusciti a trovare una propria dimensione, coordinando i loro sforzi per ristabilire l’ordine nella provincia di Jasmal. Dopo lo spostamento del tarrasque, Pisittu fu in grado di riemergere dal ventre della creatura, tossicchiando e soffiando irata per la situazione in cui si era trovata, a malapena in grado di reggersi sulle zampe dopo i notevoli colpi presi. Bainzu potè riabbracciarla, sebbene la pelle ora esposta del suo corpo dolesse per colpa dell’acido dei succhi gastrici del tarrasque. Fu allora che Sophia, dopo una breve consultazione, salì in cattedra per ristabilire l’ordine in quella terra di frontiera. Se ella era stata considerata un prodigio per la sua età, la ragione divenne evidente quando ella fu in grado di fiaccare la volontà aberrante del tarrasque e spedirlo sul Piano Astrale, dove la natura immota di quel grigio vuoto avrebbe impedito alle ferite inflitte di rimarginarsi, condannando la creatura a un’eterna incoscienza. La magia della barda non si limitò però ad allontanare per sempre la più pericolosa creatura di Arth, ma fu il mezzo grazie al quale la breccia nel Muro di Grand Iora si rimarginò quasi totalmente, lasciando solo un modesto spazio nella parte alta per la quale le guardie avrebbero presto chiamato dei carpentieri Per i campioni! Hip hip urrà! gridarono le guardie in cima alle mura, acclamando quegli eroi senza precedenti, capaci di compiere l’impossibile. Uno scrosciante applauso raggiunse i sei eroi e l’elfo di Ardentia quando essi fecero il loro ingresso nel palazzo del principe di Jasmal, i dignitari di corte che fecero a gara per conoscere e presentarsi a coloro che erano stati in grado di salvarli. Mal’Rannuz li guardò con ammirazione e perfino il principe parve sorridere al loro arrivo Mai nella storia qualcuno era stato in grado di costringere a terra la bestia. Ciò che avete compiuto è davvero degno della fama che vi precedeva commentò Mal’Rannuz Il principe è ben felice di ricompensarvi come si deve. Come promesso egli è disposto ad offrire una porzione del principato ad ognuno di voi, con una villa che sorge all’interno di un largo appezzamento di cento ettari con al suo interno vigneti e campi coltivati, oltre alle case per le famiglie che fungeranno da manodopera per mantenere il tutto illustrò il maggiordomo Qualora preferiate qualcosa di più adatto al vostro mestiere, potrete scegliere una delle armi presenti nell’armeria reale come ricompensa. Lista delle armi disponibili Quando Rhozaaur tornò cosciente, il rendersi conto di essere legato come un salame e prigioniero di Gan Scarrow non lo rese molto prono alla conversazione Voi siete dei pazzi! Non vi dirò nulla, nulla! quando Sophia fece ricorso al suo fascino bardico, tuttavia, la musica cambiò Vi dirò tutto! disse il leonal, soggiogato dalla suggestione Non ho aizzato io il tarrasque, sono giunto sul vostro piano perché volevo recuperare Mourngrim, la mia piccola e innocente tayellah, che ho cresciuto fin da quando era un cucciolo. Il giorno in cui scomparve apparvero delle strane crepe sul cielo delle Terre Estive, il lato di Ardentia in cui vivo, e in uno dei crepacci bluastri che si crearono venne risucchiata Mourngrim. Mi consigliai quindi con le alte sfere del Patto Silvano ed essi mi prestarono il loro amuleto dei piani per permettermi di raggiungere questo luogo e ritrovare Mourngrim quando Maxillium pose le sue domande (ripetute da Sophia) Rhozaaur scosse la testa Gan Scarrow caccia spesso i nostri animali per trarne cibo e pelli anche quando non serve. Non ho parlato di Mourngrim prima poiché spesso gli avventurieri uccidono a vista le bestie senza nemmeno rifletterci su. Spero che ella stia bene, anche se ora temo per il mio destino. Gan Scarrow lo guardò con sdegno Anche se ciò che dicessi fosse vero, sei comunque un criminale su Ardentia e come tale verrai processato disse, per poi rivolgersi agli avventurieri Vi ringrazio a nome del mio popolo per l’aiuto che mi avete fornito. Qualora un giorno vi troviate nelle Terre Oscure di Ardentia e abbiate bisogno di aiuto, sappiate che avrete qualcuno su cui contare Gan Scarrow offrì quindi la propria stretta di mano ad ognuno degli avventurieri, in segno di quella amicizia nata sul campo di battaglia. Per quanto la crisi fosse stata risolta per il meglio, tuttavia, Sophia non potè non porsi dei dubbi su ciò che le era stato descritto. Le sue ricerche e le teorie che ne aveva tratto avevano bisogno di conferme, ma i mezzi a disposizione nel palazzo del principe si rivelarono ottimi ed esaustivi. Mal’Rannuz le permise di consultare la biblioteca e la mappa della ruota planare per quella che infine potè confermare come la causa degli squarci nel cielo che si erano manifestati sia nel Piano Materiale che su Ardentia, confutando peraltro le parole di Rhozaaur. Quando ella espose i propri risultati, essi poterono essere riassunti con un termine che da molto tempo non veniva utilizzato: terremoto planare. Esso si manifesta come un’onda che si propaga tra i piani, smuovendo quelli più vicini tra loro come placche tettoniche e creando fratture tra di essi nei punti più fragili, noti come crepe planari, capaci alla loro apertura di risucchiare le creature viventi nei loro pressi per trasportarle in piani casuali collegati. Eventi di rarità fuori del comune, questi smottamenti nelle fondamenta del multiverso portavano a un rimescolamento dei piani con la creazione di nuovi portali e la chiusura dei vecchi. Dopo una meticolosa ricerca, Sophia era stata in grado di trovare anche l’epicentro di questo terremoto che aveva colpito anche Arth e Ardentia: il piccolo piano di Sakurafu. Esso non era certo il più memorabile dei piani, disabitato e descritto come un patetico mondo di rocce grigie che si ergono solitarie in un mare di sabbia grigia sotto un cielo color ruggine, sferzato da venti tiepidi e privo di vita se non per alcuni licheni rosa che crescono su alcune rocce e piccoli granchi bianchi a forma di ferro di cavallo che si muovono con insopportabile lentezza tra le dune. E che muoiono di sorpresa se gli si urla contro. Riepilogo off combat X tutti
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