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Bomba

Circolo degli Antichi
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  1. DM Un attimo! gridò la guardia in risposta a Celeste. La Borealis lo potè udire mentre si consultava (a gran voce) con i suoi colleghi dalla parte opposta di quella ampia breccia. Come furono in grado di stabilire, tre uomini mancavano all’appello. Forte della propria forza erculea e della loro posizione sul posto, Gunnar e Celeste furono in grado di spianare la strada per la difficile ricerca, con l’uomo in forma orso l’unico essere in Arth forse dotato della capacità di poter smuovere la mole di oltre 130 tonnellate di cui era composto il mostro. L’elocatrice, non da meno, fu invece la prima a smuovere le pesanti macerie provocate dalle alte mura, riuscendo a recuperare i dispersi dalle macerie. Due di essi erano morti per la caduta e l’impatto dei pesanti detriti, mentre un terzo (un tiratore di Brughioro) era ancora vivo Grazie! Grazie! esclamò con le lacrime che gli rigavano il volto sporco di polvere e calcinacci Mi ha salvato la vita! Gliene sarò eternamente riconoscente! il salvataggio raccolse un tripudio dal Muro di Grand Iora. Per quanto la morte di alcuni di loro fosse una brutta notizia, vedere che almeno una vita era stata salvata bastò a risollevare un po’ il morale in quella giornata così difficile. Con la fuga del grosso dell’esercito e il recupero dei dispersi, le guardie delle mura poterono abbassare l’allerta. Quella a cui si era rivolta Celeste, un giovane padre di famiglia sui venticinque anni di nome Fulgerio che prestava già da diversi anni servizio per l’esercito della Duchessa di Acquastrino, fornì loro diverse informazioni utili E’ già da un pò che l’esercito di Sepsis è in movimento. Sono anni che quel farabutto pianifica di superare il muro, una volta tentò anche di scavare in un punto delle fondamenta per farne crollare una porzione… spiegò Comunque qualche notte fa c’è stata una strana tempesta. C’erano strani squarci nel cielo, come se qualcuno avesse strappato un lembo di un abito gigante. Anche sui Domini di Sepsis si è abbattuta, peraltro ho visto anche delle figure manifestarsi per qualche attimo. I tamburi di guerra di quegli orchi hanno suonato per tutta la notte e hanno preso assetto di guerra molto presto. Gan Scarrow ascoltò il racconto e disse la sua ai campioni Anche su Ardentia si è verificato un fenomeno simile a quello che avete descritto, mai visto prima. Ma non riesco a immaginare che cosa possa mettere in così particolare contatto i nostri mondi l’elfo si aggiustò il mantello bordato d’ermellino Ad ogni modo va bene, vi accompagnerò dal principe per dargli i miei ultimi omaggi. Suppongo che se vorrete fare domande a quel farabutto di Rhozaaur potrete, ma cerchiamo di fare una cosa veloce. X tutti
  2. DM Laddove Bainzu “lasciò” il campo di battaglia per prestare soccorso alla propria tigre, rimasta intrappolata all’interno del corpo della Bestia della Savana, il resto del gruppo non si tirò indietro nel fungere da prima linea di difesa contro gli invasori. Se il tarrasque era stato infatti messo a tacere dalla furia combattiva di Celeste, Gunnar torreggiò su Chagral dalle Molte Cicatrici, afferrando con i propri artigli l’arma del nemico e stendendolo a terra come una bambola di pezza, prima di stritolare la testa dell’avversario tra le proprie mani, serrando i propri artigli nelle cavità oculari dello spietato orco, che poteva ora assaggiare la propria medicina. Quando, per forza della pressione esercitata, il cranio di Chagral esplose, Sepsis lanciò un grido di terrore, arrestando i propri tentativi di sventrare il piede sinistro dell’orso Io sono il dom- Sepsis non ebbe nemmeno il tempo di finire la propria frase, che Gunnar lo afferò per la gola e lo sollevò da terra, il piccolo collo che già scricchiolava e che pur non si ruppe prima del momento in cui Artigli di Sangue serrò la propria mascella sulla testa del condottiero hobgoblin, fracassandola come fosse stata frutta secca. Quando il corpo senza vita e privo di testa di Sepsis ricadde a terra, ebbe termine la leggenda di quello stratega militare e dei suoi sogni di conquista. Se qualche orco cominciò ad affacciarsi oltre la breccia, pronto ad unirsi alla battaglia, la vista della morte di Sepsis Occhio Giallo bastò a gettare nel panico l’esercito nemico, che iniziò ad andare in rotta nel timore di trovarsi sotto una pioggia di fuoco o peggio tra gli artigli dell’orso. Non affiliato a tale corpo militare, e non intenzionato a cedere terreno, era invece Cormorag. Le due teste, pur non riuscendo insieme a fare abbastanza intelligenza per un individuo, erano concordi sul fatto che l’appena apparso Maxillium meritasse di venire spappolato sotto le pesanti sfere chiodate del suo mazzafrusto, grandi come bebè e vero flagello di ogni nemico nei Domini di Sepsis. Fu quindi con un certo stupore che l’ettin vide la carica dello psionico più rapida del dovuto, il cacciatore di taglie che si abbassò fino quasi a strisciare a terra per evitare il primo colpo. E per quanto il secondo rimbombò contro le difese psioniche dell’uomo, creando una pericolosa scossa nel sistema nervoso, Maxillium si ritrovò abbastanza vicino da poter sferrare il proprio colpo di ascia, direttamente nel basso ventre del gigante, nell’area in cui di solito si trovavano le viscere. Quando esse uscirono, Cormorag urlò preoccupato Uk! Uk! Uk! cercando di arrestare l’uscita di parti anatomiche a cui teneva così tanto. Una sfida che lo vide opposto a un Maxillium invece ben più felice di srotolarne quante più poteva, come un gatto avrebbe fatto con un gomitolo di lana. In preda a un’epistassi generata dallo shock, Cormorag finì per scivolare sulle proprie budella, cadendo infine a terra, sopraffatto dalla ferita letale impostagli da Maxillium, che ora si ergeva sulla sua carcassa. Anche l’ultimo pericoloso invasore era stato abbattuto. Con il problema dell’invasione dei Domini di Sepsis temporaneamente risolta, il gruppo poteva ora rifiatare dopo lo scontro vissuto Come intendete spostare quella creatura? domandò Gan Scarrow, osservando con timore le ferite sulla mole titanica del mostro, ora in via di rapida guarigione Ad ogni modo, credo che questo saldi il nostro patto, per quanto forse ve la sareste cavata ugualmente bene anche senza di me. Se per voi non è un problema, è mio interesse congedarmi quanto prima. La mia caccia è terminata e credo anche la vostra aggiunse. Sul Muro di Grand Iora una guardia vestita con lo stemma di Acquastrino urlò in direzione dei campioni Scusate, abbiamo visto che ci sono incantatori tra di voi. Potreste aiutarci a richiudere questa breccia? Possiamo raccogliere un po’ di rinforzi, ma è comunque troppo grande per difenderla. Riepilogo X tutti
  3. DM Lo scontro che si stava svolgendo presso il Muro di Grand Iora avrebbe potuto fornire ai bardi di tutta Arth abbastanza materiale per svariati anni a venire. Laddove Maxillium aspettava il momento giusto per colpire, Celeste non esitò per calare la propria arma contro il tremendo avversario, affossandolo con una scarica di colpi tali da far tremare le mura ancora integre e far cadere la frutta dagli alberi, la Bestia della Savana costretta infine ad accasciarsi come un monolite, mentre al suo interno Pisittu lottava con le unghie e con i denti (sia figurativamente che letteralmente) per uscire da quella prigione di carne dura come il marmo. Se il tarrasque era una presenza minacciosa, per gli orchi che avevano varcato il confine la vista di Gunnar non parve meno spaventosa. L’orso attraversò la fattoria a rapidi e grandi passi, travolgendo spaventapasseri, mucche, oche, galline e nonni in carriola. La sua avanzata verso l’esercito di Sepsis fu tale che il primo orco gettò l’arma a terra, prima di venire colpito da una falciata di artiglio talmente forte da scagliarlo in aria già ridotto a brandelli, i pezzi sanguinolenti che ricaddero a terra sparpagliandosi sul campo di battaglia. Eppure tale visione non fu la più demoralizzante per il corpo d’invasione, che fu raggiunto dapprima da piccole gocce roventi, utili a strappare qualche gridolino, fino a venire investito da un vero e proprio acquazzone di fiamme. Costretti a rotolarsi a terra o a soccombere, la maggior parte degli invasori cadde così come una buona porzione di quelli che attendevano dietro la breccia creatasi sul Muro di Grand Iora. Cormorag ruggì un doppio Ungrad Elak! Gurak! X chi capisce l’orchesco Prima di urlare, quando la sua seconda testa venne trafitta sulla fronte e ad un occhio dalle frecce di Gan Scarrow, che scambiò uno sguardo di intesa con Sophia. Sepsis invece imprecò mentre il suo attendente cercava di porre un minimo di riparo mulinando la propria ascia bipenne dalla lama nera come la notte. Proprio il condottiero cercò di porre un riparo a quella che sembrava una resistenza fuori del comune, come mai ne aveva affrontato. Sebbene visibilmente preoccupato dalla vista da lontano dell’arconte, egli diede un segnale al suo nerboruto attendente che si lanciò per primo contro il titanico orso per un confronto tra barbari Chagral mangia cuore di orso per cena! ululò con una voce inaspettatamente nasale prima di vedersi il petto aperto a metà dall’artiglio del combattente orso. Chagral dalle Molte Cicatrici non era però avversario da prendere alla leggera, tale era la belluina ferocia con cui scendeva in battaglia. Egli, con un balzo, puntò a decapitare l’orso puntando contro di egli la sua ascia bipenne, che sembrava quasi guidata per il colpo perfetto. Gunnar parò con la zampa il colpo, che scavò un lungo squarcio sanguinolento. Un dolore che raddoppiò quando Sepsis esultò dopo aver conficcato il suo piccone pesante sul piede sinistro dell’orso, trapassandone la carne e bruciandola in virtù della punta infuocata dell’arma dello stratega e condottiero hobgoblin Non fermerete la mia orda, neanche aprendo il cielo e mandandoci le vostre orrende creature contro! Conquisteremo queste terre e renderemo i suoi abitanti schiavi!minacciò Kahoor è mia! Riepilogo
  4. DM Se Celeste Borealis si era fregiata del titolo di eroina non era a caso. Durante un’intervista avvenuta pochi anni prima, alla domanda come ella avesse potuto raggiungere tale fama, il padre ormai anziano aveva fermamente ribadito come ella, pur potendo essere goffa, lesbica, incapace di cucinare o di badare a dei bambini non era assolutamente una pornostar. Come fu poi in grado di chiarire la ben più lucida madre (talmente lucida da sembrare ancora una trentenne), Celeste aveva ormai superato i limiti imposti dalla mente umana, trascendendo i concetti stessi di forza e fisica che, radicati fin dalla nascita nei bambini, fungevano da limitatori naturali per preservare l’integrità fisica in quello che era il basilare istinto di sopravvivenza. Vi fu ben poco limite quando lo spadone dell’elocatrice si abbattè sul carapace del tarrasque, i fendenti talmente forti da incrinare leggermente la struttura in un rimbombare di colpi supportato da Gunnar, in una cacofonia di morte dal volume talmente alto da rischiare di assordare chiunque nel raggio di svariate miglia. Il combattente orso, per quanto forse meno incisivo, si presentò con una forma senza precedenti, come un re della giungla che reclamava il proprio trono all’invasore. Pur non uscendo sangue dalle ferite del mostro, la preparazione che Maxillium stava apportando per unirsi allo scontro lasciava però presagire un rinforzo in tempi molto brevi, coadiuvati da un supporto magico che sembrava il vero centro nevralgico della strategia di assalto, con Sophia, Osymannoch e Bainzu in veste di coordinatori per quella battaglia unica nel suo genere. Fu allora che il tarrasque lanciò un ruggito di dolore, lasciando uno spiraglio a Pisittu per un’ultima disperata lotta per la sopravvivenza. Ma la Bestia della Savana non perdonò e con uno scatto del proprio collo inghiottì il compagno animale di Bainzu, prima di allontanarsi dagli eroi che avevano osato ferirla. La terra tremò quando i passi dell’essere leggendario rimbombarono sul suolo, anticipando la fuga di quella creatura che si lanciò contro il Muro di Grand Iora. Le titaniche mura, alte più di trenta metri, furono raggiunti in breve tempo dalla creatura più rapida che mai, mentre le guardie sulla cima si allontavano terrorizzate da quella presenza così prossima. Fu difficile in seguito capire quale stupido istinto bestiale avesse portato la bestia a quel gesto, talmente presa dalla propria foga da non fermarsi nemmeno sotto il tiro delle frecce di Gan Scarrow e da non rendersi conto di come la sua mole di oltre cento ottanta tonnellate fosse ben oltre la capacità di sopportazione del confine stabilito con i selvaggi territori oltre esso. La bestia spiccò un breve balzo prima di franare contro il Muro di Grand Iora con un boato, un tonfo, uno schianto e un gran fracasso. Una ondata di polvere simile a una tempesta si sollevò al crollo di una grande porzione di muro, al punto che i campioni giunti per affrontare la creatura dovettero schermarsi gli occhi per non rimanerne accecati. Quando infine essa si diradò abbastanza da permettere nuovamente l’uso della vista, il tarrasque si ergeva ancora sulle sue zampe, inferocito e forse leggermente confuso mentre attorno a sé svettava la distruzione su ciò che un tempo era la migliore linea di difesa di Jasmal. Detriti e calcinacci invadevano il terreno nella zona immediatamente vicina, ma non abbastanza significativi da rallentare la creatura più famigerata di quella regione, ormai resa folle dal dolore inflittogli. Non tutti erano però scontenti da quella piega che avevano preso gli eventi. Un rumore di corni e tamburi raggiunse i membri della compagnia, che videro emergere dalla spropositata breccia l’avanguardia di quello che sembrava un grosso esercito, costituito da almeno un migliaio di elementi. Gli orchi dei Domini di Sepsis, dai ceffi patibolari e vestiti con raffazzonate armature color sabbia, vestiti di abiti vaporosi e impugnanti falchion lanciarono grida di trionfo, mentre i loro comandanti hobgoblin facevano schioccare le proprie fruste per tenerli in riga, specie in quel momento tanto atteso. Pur impressionati dalla eccessiva vicinanza con il tarrasque, la prospettiva di poter finalmente attraversare le mura e invadere la ricca Kahoor, così bella e ricca rispetto al triste deserto, sembrava aver infuso coraggio alle grette creature. Tra di essi spiccava quello che sembrava essere il meglio armato tra di loro, un hobgoblin armato di piccone gigante e calzante una corazza di piastre sfavillante, intento a consultarsi con un grosso orco dalla mascella deviata e ricoperto di cicatrici, il quale spronava gli indecisi minacciandoli con la sua ascia da battaglia dalla lama nera come la notte più oscura. Un ettin, dal lato opposto, si fece strada imprecando con entrambe le sue teste, calpestando o schiacciando sotto le sue morning star chiunque lo intralciasse. X Sophia e Osymannoch La situazione aveva preso una piega leggermente imprevista Ma è sempre così dalle vostre parti? domandò Gan Scarrow. Riepilogo X tutti
  5. DM Sophia Zhuge non potè non domandarsi come, pur assumendo la forma di un globo scintillante di pura energia, Pan fosse in grado di produrre un rumore ronzante simile a quello di una sega da querce usata con febbrile laboriosità. Ad ogni modo le parole della barda si rivelarono profetiche, soprattutto sui termini “qualche istante”. Tale fu infatti il tempo che la Bestia della Savana richiese per spostare la propria mole e proiettarsi a verso di loro, le fauci spalancate in maniera innaturale, al punto da lasciar credere che la mascella potesse essersi dislocata tale era l’ampiezza del morso che esponeva contro coloro che si erano avvicinati così tanto a lui. Una visione paradossale e raccapricciante, che pur dal punto di vista laterale che Celeste assunse parve inquientante e grottesca, tale da scatenare un unanime brivido di timore reverenziale nei confronti di quell’essere. Una paura atavica per ciò che era troppo grande, alla quale il solo Osymannoch parve resistere. X Osymannoch Maxillium inspirò, forse preparandosi all’ennesimo dolore. Tuttavia non fu egli il bersaglio, né il più appetitoso Gunnar. La buona volontà di Bainzu nel voler vedere Pisittu al sicuro si scontrò con la stazza generosa del suo gatto, che lanciò un urlo di dolore quando fu tratto in aria dal mostro, forse in vena di cucina orientale. Gli artigli dell’amico a quattro zampe del santo provarono a conficcarsi sulla pelle della Bestia della Savana, invano, prima che egli si trovasse a gridare in maniera straziante, stretto nella mascella capiente del tarrasque, pronto ad elargire a Pisittu la stessa sorte del bestiame di quella fattoria. Riepilogo
  6. DM Gan Scarrow annuì alla risoluzione di occuparsi subito del tarrasque D’accordo, troviamo un posto dove lasciare questo farabutto si limitò a dire. La soluzione più rapida trovata fu quella di lasciarlo nello stesso fienile in cui egli si era rifugiato allora, stavolta però imbavagliato, legato come in un gomitolo e privo di sensi, con un foglio di pergamena con su scritto “Pericolo, non toccare” lasciato poco vicino. Solo a quel punto il cacciatore di Ardentia fu libero di potersi unire alla spedizione punitiva. Anche qualora non vi fossero stati l’elfo o Maxillium, seguire le tracce della Bestia della Savana sarebbe stato comunque un gioco da ragazzi. Tutto ciò che i sette dovettero fare fu seguire la scia di morte e distruzione, laddove gli alberi divelti o piegati aprivano una via talmente ampia da permettere il passaggio di tre carri affiancati. Se la Bestia della Savana avrebbe potuto avere un futuro nel settore dell’edilizia stradale, tuttavia, la presenza di case, fattorie e fienili distrutti tendeva a stonare in termini di estetica. Per quanto le proprietà violate fossero numerose, in nessuno di essi i sei campioni furono in grado di vedere abitanti o animali e nemmeno tracce di loro resti. Le uniche testimonianze sul loro possibile fato erano le immense cataste di fetidi escrementi lasciate dalla Bestia della Savana come unico ricordo del suo passaggio. Fu quasi nei pressi del Muro di Gran Iora che la loro ricerca ebbe termine, nei pressi dell’ultima fattoria prima dell’immenso muro, in cima al quale un gruppo di arcieri sembrava intento a osservare impotente la scena. Il tetto della fattoria era stato divelto, ma la struttura sembrava ancora integra. La Bestia della Savana si aggirava tracotante nel campo arato, la coda che spazzava all’interno di un laghetto per le anatre, attirata dal muggito disperato di un gruppo di mucche intento a cercare la più disperata delle fughe dal proprio recinto. Proprio una di esse fu afferrata dalle mascelle della Bestia, lanciata per aria e infine inghiottita in un sol boccone, con la stessa facilità con cui un qualsiasi uomo avrebbe potuto mangiare una nocciolina. E ciò non parve troppo difficile una volta che la Bestia fu vista da vicino, più grande di qualsiasi essere i sei avessero mai incontrato (ad eccezione forse della defunta dragonessa Anzalisilvar, che Celeste aveva conosciuto anni prima). La mascella prominente e l’immenso stomaco rendevano merito alle leggende sulla smisurata fame che gli era attribuita, così come l’immenso carapace alla sua fama di imbattibilità. X Bainzu e Celeste La creatura volse lo sguardo verso i nuovi venuti, che ebbero appena il tempo di estrarre le armi o le verghe. Gan Scarrow estrasse l’arco, ma rimase in attesa Appena puoi trasformati! Ti ingrandirò! esclamò all’indirizzo di Gunnar. Ma fu solo un rapido messaggio, che non potè attendere troppo. Era infatti giunto il momento di combattere la leggendaria Bestia della Savana! Riepilogo
  7. DM Cosa? domandò Gan Scarrow ad alta voce, agitando le braccia a tentoni, unica voce squillante in quel silenzio glaciale che era sceso nei pressi di quella fattoria, che nessuno avrebbe immaginato diventare il teatro di uno scontro tra figure epiche. Fu solo un attimo, quando Bainzu estrasse la bacchetta gli occhi di Rhozaaur lampeggiarono ed egli tese l’arco, pronto a rilasciare la freccia che avrebbe potuto segnare la morte di Maxillium. L’azione irruenta del druido mise in allarme l’unico uomo in grado di poter fare qualcosa, Gunnar, il più vicino all’azione. Spinto dalla disperazione e dall’adrenalina, il braccio dell’orso sferrò un’artigliata senza precedenti, tale da deviare le braccia e la traiettoria dell’arco del leonal quanto bastò per far mancare il bersaglio, la freccia che si conficcò a pochi centimetri dal viso del nobile cacciatore di taglie. Ogni approccio salottiero alla questione sembrava morto in quei febbrili secondi, Gunnar che strinse in un abbraccio stritolante il leonal che ruggì di dolore, sollevandolo in aria pur di tenerlo il più lontano possibile dall’indifeso compagno di battaglia. Fu allora che giunse l’aiuto, nella forma (impeccabile) di una Celeste abituata al lavoro di squadra, veterana di mille battaglie e realizzatrice dell’impossibile. Abituata a colpire gli avversari con la lama, l’elocatrice strinse i denti dal nervosismo quando si lanciò per affiancare il proprio compagno orso, sollevando la propria arma e conficcando l’elsa nel muso del protettore delle bestie (Celeste fu certa di udire il setto nasale rompersi) e rovinare a terra in sincrono con Gunnar, abbattendo l’avversario con una coordinazione e un impatto senza precedenti. Un ronzìo fastidioso vicino alle orecchie del barbaro fu accompagnato da un rapido battere, come quello di una piccola mano che contasse fino a tre. Pan avrebbe in seguito però negato qualsiasi coinvolgimento (con un sorriso sospetto). Non bastarono sei secondi, ma trenta affinchè Osymannoch e Gan Scarrow recuperassero la vista. Maxillium si sarebbe invece si ripreso, ma pochi minuti dopo. E quando ciò sarebbe accaduto avrebbe potuto assistere al cordoglio dell’elfo per il suo animale Ulrich… possa tu calcare praterie dorate e scuoiare tutti i conigli che vuoi prima di guardare in cagnesco l’esanime Rhozaaur, trattenendosi dallo sferrargli un calcio nel muso Che la legge della Regina basti a far pagare tutte le sue colpe! si limitò a dire prima di rivolgersi ai viaggiatori Una promessa è una promessa. Voi avete aiutato me e io aiuterò voi. Se volete andare ad affrontare subito il tarrasque possiamo farlo, tempo di lasciare questo bestio al sicuro a Zubunti per il tempo in cui sarò ad aiutarvi. Se invece vorrete riposare mi permetterò di tornare al palazzo e farmi rispedire su Ardentia da Mal’Rannuz Gan Scarrow occhieggiò il corpo di Rhozaaur Se volete potete prendere ciò che ha, egli godeva di molto rispetto tra i manigoldi suoi pari, potreste trovare qualcosa di molto utile. Ma capisco che il tempo sia limitato, visto l’armamentario che avevate preparato. Mi affido alla vostra decisione. Riepilogo X tutti
  8. DM Rhozaaur sentì le ossa della schiena scricchiolare in maniera pericolosa quando Celeste apparve per breve tempo alle sue spalle, rifilandogli un colpo di piatto che lasciò il leonal quasi senza fiato. L’uomo-leone si girò di scatto per rifilare un’artigliata che colpì… il nulla. L’elocatrice era già tornata nei ranghi. Chi invece non si trattenne dal lanciarsi in avanti furono Gunnar e Maxillium, sostenuti a gran voce (sia figurativamente che letteralmente) dalla bella Sophia Zhuge. Il tandem dei campioni parve comportarsi meglio rispetto a pochi giorni prima, mostrando un accenno di progresso nella difficile collaborazione di squadra, con l’orso che intraprese un confronto diretto tra veri pesi massimi con il leonal, mentre il cacciatore di taglie colpì con la propria ascia il ginocchio dell’avversario, che non potè non soccombere sotto le sberle (doveva limitarsi anche lui, ahimè) di Gunnar, l’orso meno letale che avesse mai calcato Arth. ORA BASTA!!! ruggì Rhozaaur. Ma se fino a pochi minuti prima le sue espressioni erano enfatizzazioni del suo malumore, l’ondata che investì l’area della piccola fattoria fu talmente forte da far tremare l’edificio, scuotere le fronde degli alberi e infrangere i vetri più sottili. Celeste perse sangue dalle orecchie, Gan Scarrow si tenne gli occhi imprecando in elfico, Osymannoch sperimentò la cecità assoluta e Maxillium cadde a terra, rigido come una statua. In maniera tristemente più naturale si accasciò invece il leone Ulrich, che crollò morto alla parola di potere scatenata dal fuorilegge di Ardentia! Il leonal scartò, non senza difficoltà, le attenzioni di Gunnar prima di puntare l’arco, con una freccia incoccata, contro l’inerte Maxillium Allontanatevi tutti, lasciando qua solo Gan Scarrow! Non osate alzare un dito su di me o vi giuro che faccio fuoco! disse accennando al cacciatore di taglie, a una distanza fin troppo ridotta dalla punta della grande freccia puntata dal leonal, con il fiatone dopo i numerosi colpi subiti, ma dall’espressione di chi non aveva nulla da perdere Non sto scherzando! Cosa? disse Gan Scarrow a voce alta Qualcuno può curarmi? Sono cieco e sordo! chiese l’elfo, allungando le mani a tentoni Riepilogo azioni
  9. DM X Sophia Non era insolito come, in un gruppo di avventurieri, la voce più carismatica e capace di portare alla ragione fosse costituita dal bardo, figura catalizzatrice in molti racconti e spesso ago della bilancia quando la diplomazia voleva essere la prima opzione per risolvere i problemi. Tuttavia in quel gruppo di campioni non solo la bella Sophia era maestra di parole. Anche Osymannoch sapeva destreggiarsi più che bene. Pur non avendo frequentato gli ambienti salottieri, infatti, egli era un avido lettore e le storie di trattati di politica e gestione delle casate (e relative nascite) lo avevano sempre affascinato, tanto da essere diventato amico di penna con celebri funzionari che avevano scalato a tal guisa la scala sociale fino a raggiungere incarichi di prestigio o la funzione di eminenza grigia. D’altro canto, Rhozaaur non sembrava certo un politicante e le sue risposte furono più secche e dirette No, non sono stato io! ruggì. Quando il gruppo manifestò l’intenzione di sostenere l’elfo giunto dalle terre illuminate dalla luna di Ardentia, il leonal snudò le zanne Faccio bene io a non dirvi nulla, siete solo dei boia che non perdete l’occasione di giudicare e uccidere! A chi importa se degli animali muoiono, vero? Ma se muoiono degli umani, allora noi bestie andiamo abbattute a vista! Siate maledetti! Gan Scarrow guardò con gratitudine Osymannoch, Maxillium e Gunnar Tenetevi pronti Rhozaaur estrasse una freccia, flettendo le gambe e assumendo una posizione di combattimento Non vi permetterò di proseguire con la vostra carneficina, né tantomeno di catturarmi! il leonal dardeggiò con gli occhi da un avversario all’altro, con la stessa determinazione di una preda messa alle strette Io, Rhozaaur del Patto Silvano, farò di tutto per impedire una violenza così gratuita su una creatura non malvagia e così rara! Le trattative erano giunte al termine. Il gruppo di viaggiatori era chiamato a combattere ancora una volta. Riepilogo azioni
  10. X Sophia e Bainzu Rhozaaur ascoltò avidamente le parole della barda e del druido, in particolar modo quando Bainzu chiese lumi sulla sua posizione Io non intendo nuocervi disse ritrovando un pò di calma Non avete fatto nulla per offendermi, né per farmi soffrire disse Posso capire di apparire in maniera poco lusinghiera ai vostri occhi, ma sono io l’unico di cui possiate fidarvi. Dovete sapere che Ardentia è una terra piatta, illuminata da un lato da un piacevole sole e dall’altra costretta alle tenebre se non per una perenne luna. In questo scenario tutto il bene, come noi leonal e gli elfi buoni, si è trasferito nella parte soleggiata fondando il Patto Silvano. I malvagi, come Gan Scarrow, sono invece parte del mondo nelle tenebre e comandati dalla Corte di Jasmeera, perfida maga e tiranna. Menzogne! sibilò Gan Scarrow Io sono qui… per mie ragioni personali, che non vi posso spiegare disse Rhozaaur Ma non ho aizzato io il tarrasque! Io sono un guardiano di animali, non un barbaro o un fomentatore! Se mi sono avvicinato a lui è perché ho solo provato a parlarci, a farlo ragionare! Sei solo un pazzo, Rhozaaur! Un pazzo! inveì Scarrow, per poi rivolgersi ai viaggiatori Vi fidereste di qualcuno che vuole tentare la diplomazia con una creatura come il tarrasque? Quando Celeste palesò la sua intenzione di ricacciare la disputa sul loro piano di origine, sia l’elfo che il leonal non furono affatto contenti. Rhozaaur ruggì alle parole dei campioni No, no, no! Non potete prendervela con il tarrasque! Non vi ha fatto nulla di male, è ovvio che non concepisce il mondo al vostro stesso modo! Sta solo seguendo il suo istinto! l'esterno agitò una zampa Sono sicuro di poterlo convincere! Non mi ha ascoltato finora, ma sono certo di poterlo far ragionare e tornare alla sua tana! l’uomo leone ringhiò Accidenti, non potete pensare che uccidere sia l’unica soluzione! E’ vero, sono morte delle persone… ma non potete imbracciare subito le armi! Siete forse degli assassini? Scarrow guardò con occhi di fuoco l’elocatrice Accidenti, io sono giunto qui per una ragione! Sono un cacciatore e Rhozaaur è la mia preda, oltre che un criminale! Siete soliti rimandare in libertà i criminali, nel vostro mondo? l’elfo strinse una freccia tra le dita Il principe mi ha dato il suo beneplacito per affrontare questa impresa! E noi avevamo un patto! Rhozaaur si rivolse un’ultima volta al gruppo Per favore, aiutatemi a liberarmi di questo seccatore e, dopo che avrò sistemato ciò che avrò in sospeso, vi prometto che me ne andrò e farò in modo che Gan Scarrow non vi dia più problemi! Ma per favore, prima di ciò lasciatemi provare a parlare con il tarrasque, se avete un minimo di considerazione. Non avete il diritto di porre fine alla sua vita come dei boia! E non me ne andrò finchè non avrò sbrigato ciò che devo! Gan Scarrow si rivolse al gruppo allo stesso modo Questa situazione è demenziale! Non voglio credere che possiate davvero ascoltarlo! Sentite, io sono stato chiaro fin dall’inizio! Rhozaaur neanche vi dice tutto! Il leonal serrò la bocca, rimanendo in silenzio. L’elfo quindi proseguì Chi dice che non proverà a tradirvi? Io posso piacervi o non piacervi, ma almeno aiutatemi a chiudere questa storia. Fatelo e se poi vorrete il mio aiuto con il tarrasque, ve lo darò, come promesso. Altrimenti ci saluteremo da amici e me ne andrò subito con questo folle, se così preferirete! Non avrò più ragione di stare nel vostro mondo, una volta preso in consegna questo pazzo! Ma non me ne andrò senza di lui in catene! Espresse le loro dure posizioni, i campioni si trovavano di fronte a una scelta. X tutti
  11. DM L’espressione di Gan Scarrow mostrò una certa sorpresa quando accenni della morte di un mostro a tre teste giunsero alle sue orecchie Se la creatura di cui parlate sembrava un grosso puma, direi che metà del problema è risolto spiegò Rhozaaur ha, o forse è meglio dire aveva, un animale così con sé. Un tayellah, un segugio planare di immenso potere. Se siete riusciti a sconfiggerlo siete davvero una forza da cui è bene stare in guardia! affermò, con tono di rispetto. La decisione di reclutare l’elfo assieme al gruppo venne accolta con un cenno del capo da parte del cacciatore di Ardentia Lieto che abbiamo trovato un accordo disse, mentre Ulrich mormorò qualcosa, per poi occhieggiare Pisittu. Stabilita l’idea di affrontare direttamente Rhozaaur nel nascondiglio così a breve distanza da Zubunti, gli eroi provvederono quindi ad agghindarsi dei migliori incantesimi, remori delle difficoltà incontrate con la feroce belva di cui portavano in trofeo il collare. Anche Gan Scarrow non lesinò sugli incantesimi, rilasciandone un paio su Ulrich dopo aver controllato la calibrazione della corda del suo arco. X chi ha sapienza magica Il fatto di essersi nascosto così vicino al villaggio di contadini sembrò ritorcersi a favore di Rhozaaur, il quale in questa buona idea offriva però un ampio spiraglio di azione per i sei campioni e il loro “ospite”, ovvero quello di potersi preparare e raggiungere il sito a piedi, al massimo delle forze Non è mai successa una cosa così prima d’ora disse Gan Scarrow, rispondendo alle perplessità che Celeste gli aveva esposto Almeno non ad Ardentia. Non mi sento di escludere nulla, ma neanche di dare niente per scontato. So solo che anche la nostra regina si è mostrata molto sorpresa e che avrebbe cercato di capirne di più. La fattoria identificata da Osymannoch era una piccola e modesta costruzione che si trovava poco fuori Zubunti, una rimessa d’emergenza per gli animali in caso di brutto tempo. Una eventualità rara, ma non impossibile in quei territori, ma abbastanza poco frequente da renderla un posto poco frequentato, ideale come nascondiglio per criminali, bambini giocondi o giovani coppiette in cerca di un momento di passione. I sette esponenti che avevano conferito con il principe Nuskahm, Pan e i due felini che li accompagnavano raggiunsero il limitare della zona che perimetrava l’area. L’idea di inviare Pan in avanscoperta raccolse un allegro assenso da parte del diretto interessato Sarò silenzioso come un pesce disse sbattendo le ali con un rumore simile a quello che avrebbe prodotto il russare collettivo di una famiglia di vichinghi ubriachi. Maxillium cercò di valutare le proprie possibilità e perfino l’impiego di magie di invisibilità vennero valutate rapidamente nell’ambito di trovare un modo per capire se vi fossero altri mostri nell’area o quali difese magiche avesse eretto Rhozaaur. Fu quindi inaspettato il rumore di legno che sbatteva contro legno che si udì, nel momento in cui le ante della fattoria furono spalancate da un paio di mani leonine, grandi come badili. Un ruggito proruppe dall’interno della struttura prima che un possente uomo-leone, alto tre metri, emergesse per confrontarsi con quei visitatori Credevate che non vi avrei udito arrivare? disse con voce profonda Chi siete? Perché mi state cercando? I suoi occhi si strinsero alla vista di Gan Scarrow Che cosa ci fai qui? ruggì Sono qui per arrestarti, in nome della legge di Ardentia! sentenziò Gan Scarrow estraendo l’arco. Rhozaaur fece altrettanto, estraendo un arco lungo grande come una balista e stringendolo tra le poderose mani Non esiste legge ad Ardentia, se non quella che vuole imporre quella folle della vostra regina! replicò Noi del Patto Silvano non lasceremo che la vostra influenza colpisca anche le Terre Estive! Gan Scarrow si rivolse agli eroi E’ un criminale e le sue azioni hanno portato alla furia del tarrasque. Non voglio ucciderlo, ma non posso farcela da solo! Aiutatemi e come vi ho promesso fermeremo insieme il tarrasque! Ulrich si affrettò ad affiancare il padrone, mettendosi in posizione di attacco. Rhozaaur strinse i denti Il tarrasque è solo una bestia che segue solo la sua indole, come qualunque altra! quindi si rivolse ai viaggiatori Non potete ucciderla, egli segue solo il normale ordine della natura! L’elfo gli puntò un dito contro Vedete? Fosse per lui tutti gli abitanti di Jasmal verrebbero divorati come chicchi d’uva da un grappolo! Ti nascondi dietro belle parole, ma sei solo un criminale che mette le bestie sopra gli umani! Io sono un leonal! La mia razza tiene al bene del prossimo, senza distinzioni! Di certo più di quanto non si possa dire di te, Gan Scarrow! Non osare combattermi o non tornerai dalla tua regina! il pelo ritto, Rhozaaur sembrava sul punto di scoppiare. La situazione, davanti l’ingresso di quella fattoria, era più tesa di una corda di violino. X tutti
  12. DM Gan Scarrow annuì alle parole di Osymannoch Sì, il suo nome è Rhozaaur quando Celeste accusò un’invasione eccessiva del piano, Gan Scarrow scosse la testa No, quello non credo sia opera sua. Mi spiego meglio. Dovete sapere che Ardentia è diversa dal vostro mondo: essa ha la forma di un enorme disco, come una moneta per capirci. Una delle facce è esposta costantemente a un sole bruciante, mentre l’altra faccia è illuminata da una pallida luna. Rhozaaur fa parte del Patto Silvano, un gruppo di creature bestiali che intende regnare su tutta Ardentia e mette in discussione l’indipendenza dei territori della regina Jasmeera, che ci guida nella faccia illuminata unicamente dalla luna. Dopo questa premessa egli proseguì Rhozaaur è un allevatore di bestie della peggior risma, conosciuto per addomesticare alcune delle creature più pericolose di Ardentia nella pianura di Dhari, su cui fa pascolare i propri animali, ai quali dà gli stessi diritti di uccidere di qualunque essere. Molti sono i nostri cacciatori della corte morti nel tentativo di fermarle! spiegò Quando pochi giorni fa mi recai con Ulrich presso Dhari vidi però che era successo qualcosa di strano. Il cielo sopra Dhari aveva dei solchi luminosi, come se una mano immensa avesse artigliato la volta celeste. Mi consultai con la regina, che è capace di vedere tutto nella propria sfera dei sogni fecondi, venendo a scoprire che Rhozaaur ed una delle sue feroci creature erano giunte dopo quello strano fenomeno su questo piano. E’ allora che mi sono messo in viaggio. L’elfo fece una smorfia alla richiesta di informazioni sulle capacità belliche dell’allevatore di bestie Mi duole ammettere che Rhozaaur è un combattente tanto feroce quanto forte. E’ alto tre metri e sembra un leone bipede, capace di sventrare un uomo a mani nude e dotato di una straordinaria refrattarietà agli incantesimi (noi la chiamiamo RI). Penso sia una capacità che ha sviluppato per sopperire alle sue blande capacità da mago. Egli è inoltre un rispettabile arciere, sebbene in questo campo penso di poterlo battere. Non è comunque un avversario da prendere alla leggera circa le sue capacità di controllo della Bestia della Savana, il cacciatore prese le distanze Posso supporre che per il suo ruolo egli voglia cercare di preservare un’essere come la Bestia della Savana, che mi è stata descritta come una delle più feroci del vostro piano. Non so quanto ella sia in grado di comprenderlo, ma conoscendo Rhozaaur egli potrebbe vedere in lei una nuova preda da aggiungere alla sua collezione… o da addestrare, sulla pelle delle persone che vivono qui! Quale che sia la verità, per le sue pratiche egli è comunque considerato un fuorilegge su Ardentia e deve rispondere di ciò alla giustizia quando Bainzu propose un approccio diretto, l’elfo annuì E’ vero, se foste molto sicuri dei vostri mezzi si potrebbe in effetti prendere di pieno petto la Bestia della Savana e in questo modo attirare allo scoperto anche Rhozaaur, che non credo lascerebbe impunita un’aggressione su una bestia feroce. Oppure si potrebbe assaltare direttamente il suo nascondiglio. Qualora vogliate accettare il mio umile aiuto, mi rimetterò per la strategia a una vostra scelta. L’unica condizione che vi chiederei, come già detto, è di catturarlo vivo, per quanto ciò possa risultare più difficile. X Osymannoch e Celeste X tutti
  13. DM Se lo scontro aveva lasciato dietro di sé i corpi di due dei campioni, Celeste fu in grado di riprendere i sensi appena in tempo, ristorata e accudita da Bainzu e il suo bozzolo. Non vi era nulla da fare per Maxillium e Gunnar, ma i sei eroi furono concordi nel riportarli in vita il prima possibile. Un ronzio fastidioso, simile a quello di un coro di peti, raggiunse il gruppo quando Pan annunciò il risultato della sua ricerca Purtroppo il collare non è magico, Sophia annunciò mesto. Dopo essersi appuntati di riparlare del tema introdotto da Osymannoch (la possibilità di riportare in vita il gatto gigante sotto forma di scheletro guardiano), la compagnia decise di raggiungere di nuovo Zubunti, facendone la loro base operativa per il tempo in cui avrebbero recuperato le forze. Le disponibilità monetarie, pur sufficienti per acquistare il necessario, richiesero più di un viaggio da parte di Celeste, la quale udì racconti preoccupati degli abitanti circa il tarrasque, il quale proseguiva lentamente il suo percorso costeggiando i confini della provincia di Jasmal. X Celeste Il giorno successivo alla battaglia fece il suo ritorno Maxillium. Se il nobile aveva avuto come ultima visione il viso di Celeste, il suo ritorno alla vita lo vide trafitto dallo sguardo del lich. Più di un paesano avrebbe in seguito giurato di aver visto una lacrimuccia scendere sul viso del sinistro incantatore al momento della polverizzazione del diamante utilizzato. Il non-morto della compagnia fu comunque quel giorno molto impegnato a pianificare incantesimi, chiacchierando il giusto per conferire con i suoi compagni o per chiedere consigli e pareri. X Osymannoch Se un animale al collare era stato in grado di mettere in difficoltà un gruppo formato dall’elitè dei combattenti di Arth, era chiaro che disporre di tutti gli elementi era molto importante (se non fondamentale!) ai fini della missione. Il secondo giorno fu quello che il lich dedicò a Gunnar, riportandolo dal mondo dei morti, di nuovo con il braccio al suo posto e il cranio perfettamente integro e capace di frantumare noci, meloni, cocomeri e altra frutta a guscio duro. Tuttavia quella seconda mattinata portò una sorpresa. Non solo gli eroi, ma anche tra gli abitanti di Zubunti serpeggiò un certo stupore quando un nuovo venuto, un elfo, chiese udienza con i campioni, presentandosi con l’etichetta e il decoro che sarebbero convenuti a un nobile. Egli non era da solo, ma era accompagnato da una creatura che trottava accanto a lui. A prima vista sembrava un ibrido tra animale e metallo, ma un esame più ravvicinato avrebbe permesso di notare come esso era un leone crudele, dal pelo chiaro e dalla criniera scura, bardato in tutto il corpo e le zampe con una pesante armatura a piastre chiodate. Sebbene il suo incedere fosse orgoglioso, lo sguardo del leone sembrava solo attendere un cenno del padrone per iniziare a mordere giugulari e affondare artigli nella carne Buono, Ulrich disse con voce pacata l’elfo. Il leone rimase in silenziosa attesa. Lo sconosciuto non ebbe problemi a presentarsi in pubblico, circondato da una folla di curiosi: egli era vestito con abiti adatti all’esplorazione, ma indossava anche un mantello bordato di pelliccia e portava un arco corto alla schiena. I suoi lineamenti affilati sul viso pallido e dai capelli scuri contribuivano a dargli un’espressione aspra, dando l’impressione che egli fosse annoiato. Tuttavia le sue argomentazioni non furono monotone Il mio nome è Gan Scarrow, membro della corte di Jasmeera e giungo dal piano di Ardentia disse inchinandosi di fronte ai sei Sembra che un fuorilegge abbia attraversato i confini che dividono il nostro mondo dal vostro. Questa creatura, in parte bestia e in parte uomo, è scappato per trovare rifugio in queste pacifiche terre. Non dubito che egli sia il responsabile del risveglio dell’orrore che sta affliggendo queste persone disse Egli non è una cattiva creatura, secondo i vostri criteri: è solo un illuso, in quanto egli non crede che la gente abbia il diritto di sopprimere le grandi e pericolose creature che minacciano il mondo. Egli considera che ogni creatura abbia lo stesso diritto di mangiare voi, di quanto ne abbiate voi di uccidere e mangiare un pollo! Credo che la veda a questo modo in virtù del fatto che egli stesso è in parte bestia Gan Scarrow si schiarì un attimo la voce prima di proseguire Se trovassimo il colpevole, catturandolo e riportandolo nel mio piano, la sua influenza sulla creatura cesserebbe. E’ più saggio trovare il padrone, non la bestia. Penso che egli cercherebbe infatti di sabotare ogni tentativo di fermarla, quindi è sensato cercare di renderlo inoffensivo prima che ciò accada. Quando egli sarà in custodia e consegnato alla legge, sarò lieto di offrire il mio contributo, per uccidere o contenere il tarrasque a seconda dei vostri obiettivi. Gan Scarrow chinò il capo Come ho già detto al principe, che ho avuto il piacere di incontraer ieri, non chiedo nulla come ricompensa. E’ il minimo che posso fare, dopo che un furfante del mio mondo ha causato così tanta tragedia e distruzione. Il cacciatore rimase quindi in attesa di una risposta dei sei. X tutti
  14. DM Se al gruppo di campioni fosse stato detto che Pan un giorno avrebbe ricoperto il ruolo di prima linea, sicuramente essi avrebbero riso. Sbattendo nervosamente le ali, provocando un rumore simile a quello di uno sciame di calabroni nel periodo degli amori, il diavolo della fossa famiglio di Sophia cercò con disperazione di fare la sua parte per coprire la ritirata di Bainzu e Pisittu, non riuscendo però ad evitare un infido colpo di pungiglione alla tigre, che arrancò zoppicando verso l’ingresso della lotta, scacciata da quel felino più grande e cattivo. Gli sforzi del famiglio non furono però solitari, con Sophia che calò il proprio asso nella manica, attingendo ad energie celestiali per rafforzare lo spirito dei presenti, anche a costo di un lieve affaticamento. Inferi, celestiali e pure non morti uniti in uno sforzo comune che portò infine al successo Osymannoch. Il lich, con astuzia, si offrì come vincolo stesso per il proprio incantesimo, rilucendo in una colonna di pura elettricità mentre scaricava un’ondata statica contro il felino, tale da rizzargli il pelo mentre il pungiglione del diavolo reclamava la salute del nemico, rendendo ironicamente pan per pariglia alle sofferenze che quel puma a tre teste aveva inflitto con sadismo al resto della squadra. Infine l’essere cadde, rovesciando strati di rovi dell’incantesimo di Bainzu, che infine si dissolse al termine di quel titanico scontro. Gli eroi avevano vinto. Eppure la vittoria giungeva ad un alto costo: Maxillium e Gunnar erano privi di vita. Il (generoso) petto di Celeste sobbalzava mentre ella cercava di rimanere cosciente, mentre Pisittu zoppicava e miagolava di dolore. La creatura ora non si muoveva più, ma un’osservazione sommaria della stanza non portò a scoprire altri indizi circa la presenza di questo essere nel rifugio usuale della Bestia della Savana. Solo il suo collare inciso, largo quanto un tavolo e forgiato in mithral, era l’unico trofeo e prova di questo incredibile combattimento. Uno scontro che forse sollevava più dubbio che risposte. Riepilogo azioni X tutti
  15. DM Maxillium non era un cacciatore di taglie cupo e sinistro, di quelli che stavano in un angolo buio di taverna a fumare la pipa in attesa di un ingaggio. Egli era stato educato secondo un’etichetta che comprendeva l’altruismo e l’educazione. Nel vedere una coraggiosa donna in difficoltà non esitò, esponendosi per raggiungerla e soccorrerla come si conveniva. Il mastodontico puma, tuttavia, non era un gentilgatto ed egli non concesse parlez e tregue temporanee. Maxillium era quasi giunto alle labbra di Celeste (per darle la pozione, mica per altro!) quando il secondo colpo di pungiglione lo empì a tal punto di tossine da farlo cadere a terra in preda alle convulsioni, il fuoco che gli bruciava dentro talmente forte da rischiare di mandarlo a fuoco. La sua non fu una morte indolore, mentre intorno a sé si consumava una battaglia tremenda. Gunnar, avvolto da un’aura verde di potere naturale, colpì con artigliate forti come montagne, riacquistando l’interesse del suo avversario, che si trovò presto intrappolato tra fusti e radici con spine grandi come dita umane. Eppure nemmeno questa giungla inospitale sembrava fermare il tetro inquilino che si era insediato nella tana del tarrasque, che ignorò i graffi inflitti da Pisittu e le trasformazioni di Sophia e Pan, che si affidarono al potere degli Inferi per trovare una nuova forma di combattimento. Il puma formato maxi si avventò sull’orso, nel secondo round di quello scontro epocale. A vincere fu il felino. Nessuno avrebbe potuto negare l’impeto guerriero che Gunnar mostrò, che continuò a rispondere colpo su colpo anche quando una delle teste dell’essere strapparono un braccio all’eroe, mentre quella centrale strinse il suo cranio talmente forte da fratturare la scatola cranica. Pure in quel momento l’ultimo pensiero di Gunnar fu di affondare le unghie nella giugulare dell’essere, fosse anche l’ultima cosa che potesse fare per trascinare con sé quell’essere. Non vi riuscì, ma quando la sfera energetica di forza scavò un solco nel fianco del felino, egli non potè trattenere un sospiro di dolore, il segno che quella creatura stava cedendo. Sanguinava, quindi era mortale. Stava soffrendo, quindi se la stava passando male. Il dubbio però fu forte: con Celeste ko e Maxillium e Bainzu morti, i tre incantatori sarebbero stati in grado di vincere? Riepilogo azioni X tutti
  16. DM Le persone che erano entrate all’interno della tana della Bestia della Savana non erano avventurieri appena arruolati in una taverna, né egocentrici salvatori di villaggi che cominciavano a valutare come aumentare il loro prestigio. Essi erano leggende della loro generazione. La difficoltà incontrate nell’immediato contro il felino uscito dall’ombra erano quindi un forte campanello d’allarme, in uno scontro tra uomo e un tipo di animale mai visto sulla terra, di cui Osymannoch cercò disperatamente una identità… ma senza successo. Mai prima d’ora si era trovato di fronte una minaccia di tale entità, forse addirittura superiore a quella del tarrasque stesso!! Gunnar d’altro canto non riflettè molto sulla situazione, preferendo l’approccio meno diplomatico ma forse più latore di risultati. L’orso che crebbe sotto la stretta del felino morse e artigliò, strappando un miagolìo infuriato del gigantesco puma, che soffiò irato per quell’offesa. Una reazione che si tramutò in un ruggito quando Maxillium si lanciò contro di essa armi in mano, trafiggendo la sua cotenna con un colpo della sua ascia, che era molto alla moda secondo i canoni del Katai, essendo sproporzionatamente grande e poco maneggevole. L’assalto del cacciatore di taglie fu simile al suono di una carica per tutta la coraggiosa compagnia, che si scagliò contro il mostro come un sol uomo, nel tentativo di abbattere il mostro con qualsiasi mezzo a disposizione. Il mostro, dal canto suo, rimase quasi interdetto dalla furia nemica, seppur la sua mole andasse di pari passo con la dura pellaccia nera di cui era ammantato, dura come la pietra lavorata, tale da mettere in difficoltà gli artigli di Gunnar (che ricevette un notevole ristoro da Bainzu) e Pisittu (che guardò con invidia il trattamento riservato all’altro “animale”). Pan rischiò di venire schiacciato da un movimento della coda a pungiglione del mostro, salvo vedersi respinto il tentativo di magia di Sophia. Chi invece andò a colpo sicuro fu Celeste. L’elocatrice aveva ingaggiato abbastanza battaglie per sapere quando era l’ora di fare sul serio e questa era una di quelle! Ella diede fondo al suo arsenale psionico per tramutarsi in pochi secondi da aggraziata e attraente donna a orripilante mostruosità tentacoluta e armata di spadone. In quello che era un vero e proprio attacco dei (felini) giganti, Celeste trafisse carne, ossa e muscoli in preda a una furia omicida che scatenò nella stanza schizzi di sangue che sarebbero dovuti essere misurati in secchiate. Gunnar venne investito da un fiotto di sangue color rosso scuro del felino. Pisittu e Bainzu pure. Maxillium piroettò agilmente per evitare di venire accecato. Celeste ne uscì illesa tranne per gli stivali (macchiati orrendamente). Ma la creatura parve infine ansimare di dolore e piegarsi sulle ginocchia… Finchè non ruggì più forte. Ormai Gunnar non sembrava più un pericolo per la bestia che si trovava nella tana del tarrasque. I poderosi artigli lasciarono la presa del combattente orso per fiondarsi sulla elocatrice. Le fauci si serrarono sulla sua carne, il pungiglione la centrò sullo stomaco iniettando un quantitativo di veleno eccessivo prima di venire spinta a terra dai poderosi e affilati artigli della bestia. Si trattava forse della fine di Celeste Borealis? Quel mostro era forse invincibile? Riepilogo azioni X tutti
  17. DM Non fu una decisione comune quella di dirigersi verso la tana del tarrasque, con Maxillium non del tutto d’accordo alla prospettiva di lasciare in giro una creatura di tal fatta. Tuttavia la preoccupazione circa i fenomeni insoliti manifestatisi condusse i passi dei sei viaggiatori in direzione sud-ovest, dove il confine di Kahoor con i territori ancora selvaggi della Savana iniziava a delinearsi dal terreno più aspro e duro al contatto, tale da non lasciare impronte sul terreno. Celeste, che era già stata nei pressi della tana del mostro, fu lieta di poter velocizzare ancora gli spostamenti del gruppo. Una volta giunta senza intoppi all’ingresso potè comunque notare alcune variazioni dall’ultima visita. Tre grandi pilastri disposti orizzontalmente si trovavano di fronte al titanico ingresso, talmente spazioso che i viaggiatori avrebbero potuto varcare la soglia stando tutti a braccetto. Gli altari sembravano essere lì da anni, ma erano sguarniti di qualsiasi offerta e un silenzio tombale aleggiava in quell’area in cui nessun animale sano di mente avrebbe pensato di vivere. L’ingresso scendeva leggermente verso il basso, non troppo ripido da risultare fastidioso, ma abbastanza da mettere in soggezione anche l’avventuriero più navigato, che entrava in quell’area in penombra, illuminata solo in parte dalla luce del mattino che si rifletteva sulle rocce a terra e sulle pareti, intrise di sangue rappreso. Lì i sacrifici umani e i folli che avevano cercato la gloria eterna avevano visto spillare le ultime gocce delle loro viscere, unendo le loro carcasse alla cacofonia che creava un odore di putrefazione misto a quello di pelo di gatto. Pisittu rizzò istintivamente il pelo, iniziando a soffiare nervosamente. L’astio della tigre di Bainzu non poteva meglio sposarsi con quel mattatoio, in cui i viaggiatori iniziarono la ricerca di qualunque indizio possibile. Una ricerca che però ebbe vita breve. Per Gunnar fu appena una sensazione, la percezione che c’era qualcosa di storto in quell’angolo buio… davvero troppo buio della caverna. Quando l’oscurità lo raggiunse con l’aspetto di tre paia di occhi feroci, capì che non si era sbagliato. Un ringhio in coro raggiunse le orecchie dei campioni, che ebbero appena il tempo di vedere consumarsi l’inizio di quella che si prospettava una brutale lotta senza quartiere. Un felino, simile a una lince gigantesca, si era gettata sul barbaro del nord, la mole tale da investire il coraggioso Gunnar con una forza senza eguali. Questa bestia era infatti alta circa nove metri al garrese, un campione a tre teste dal pelo nero e dagli occhi gialli privi di pupille, la cui coda munita di pungiglione colpì con precisione chirurgica il petto già dilaniato dai morsi e dagli artigli simili a pugnali. Il subdolo assalto, iniziato alla maniera di un killer navigato, tappezzò le vicinanze di quello scontro di altro sangue, le testa centrale che in particolar modo occhieggiò con ostilità i nuovi venuti, l’occasione in cui essi ebbero modo di notare un dettaglio. Attorno al suo poderoso collo si trovava un collare in metallo con la scritta Mourngrim incisa sopra. Dopo aver dimostrato la sua forza, il felino ringhiò con tutte le sue tre teste verso il resto degli avventurieri, una zampa piantata solidamente sul corpo in fin di vita del combattente più grosso del gruppo, investito da un dolore al petto che non provava da anni e una sensazione di bruciore che gli pervadeva le vene nelle immediate vicinanze del petto. Il cuore sembrava esplodergli in petto. Riepilogo azioni X tutti
  18. DM X Osymannoch L’espressione contrita di Osymannoch fu interrotta da una squillante voce Sophia, Sophia! ronzò una fatina di sesso maschile, raggiungendo Sophia Zhuge. Esso era Pan, un coure eladrin dallo spirito gioviale e molto genoroso, sebbene dotato di una leggera quanto rara malformazione alle ali che rendeva il suo volo rumoroso al pari di un calabrone che avesse avuto un figlio con una cimice Ho tracciato le orme della Bestia che cercate ronzò avvicinandosi oltremodo ai padiglioni auricolari della mezza-ninfa Esse proseguono per svariate miglia, quindi mi sono alzato in volo e ho visto una figura in direzione sud-est a circa un’ora/un’ora e mezza di cammino… non sono molto bravo con i tempi di voi a piedi… e credo che sia la Bestia. E’ grande come un palazzo e porta distruzione tutto attorno. La timida Jastilla si fermò, mentre in braccio teneva una gerla di frutta La tana della Bestia della Savana si trova a sud-ovest disse confermando le voci del contadino circa la direzione presa dall’altra creatura di proporzioni più che generose, che a quanto pare sembrava aver puntato la tana della Bestia della Savana, che si trovava A circa un’ora di cammino. Dall’altra parte, dove invece sta andando la Bestia, non mi pare ci sia nulla di particolare se non alcune fattorie isolate di allevatori di bovini e il confine delimitato dal Muro di Grand Iora. Il sestetto di campioni comprese ben presto che a Zubunti non avrebbero trovato molte altre informazioni. Le loro capacità erano state sufficienti per trarre tutto quello che potevano dagli abitanti di quella piccola comunità. Ora, con le informazioni recuperate, i sei si trovavano davanti a una scelta. X tutti
  19. DM X chi ha effettuato delle prove L’uomo interpellato da Celeste, un anziano dalla pelle abbronzata, sembrò come punto da una tarantola alle attenzioni improvvise della Borealis Le racconterò tutto, sì! esclamò tremebondo, come se Celeste avesse minacciato di fulminarlo seduta stante. L’uomo iniziò quindi quella che sembrava una lunga digressione sulle tempeste che erano avvenute negli ultimi cinquant’anni, fin da quando era bambino. In sostegno della leggendaria eroina giunse però la giovane Sophia. Avvezza alle sottigliezze della comunicazione, la donna aveva colto il rigido sistema sociale da cui sembrava essere avvinta la popolazione di Kahoor, le cui persone più umili non erano più che semplici fattori agli occhi dei potenti. La dolcezza pacata della figlia di Lorelai, unita a una empatia che fu in grado di suscitare, furono in grado di sciogliere le retricenze dell’uomo Riguardo a quello… sì, la notte prima che la Bestia si risvegliasse c’è stata una forte tempesta. Il vento ululava e le imposte sbattevano, ma nulla poteva oscurare il ringhio felino che udimmo. Se era quello di un gatto, esso è in grado di cacciare elefanti, non topi! Ma se ciò fu spaventoso, nulla poteva competere con il cielo. Le nubi erano nere, e fin qui tutto bene, ma a un certo punto iniziarono a delinearsi delle fratture, come se qualcuno il vecchio fece un gesto flettendo le mani Stesse tirando il cielo fino a creare degli strappi. Fratture blu, da cui uscirono figure avvolte di luce o fiamme diversi altri abitanti di Zubunti annuirono, interrompendo brevemente il loro lavoro per ascoltare e confermare il racconto del vecchio Ecco, venite qua a vedere disse un giovane foraggiere, che si presentò come Krojen. Sulla trentina e dai capelli scuri, l’uomo sembrava cercare qualsiasi modo per avere l’attenzione di Sophia. Per quanto il contatto non fosse agli occhi, non c’era dubbio che il fascino della donna avesse colpito in pieno Qui potete vedere delle bruciature sul terreno, lì le figure hanno combattuto per qualche secondo prima di sparire disse indicando alcuni punti della città in cui il terreno era scuro, come se un focolare fosse stato spento da poco Ma quella notte io ho visto di peggio! disse Mi svegliai per colpa del mio cane, che stava abbaiando come un matto. Quando mi affacciai alla finestra vidi una figura un po’ più grossa del vostro amico disse puntando un dito verso Gunnar Egli mi ha visto, ve lo posso garantire! Mi ha guardato con occhi che sembravano quelli di un lupo prima di allontanarsi! Ve lo giuro sulla tomba di mio nonno! Per quanto non ben articolato, il racconto di Krojen fu sufficiente ad attirare l’attenzione di Celeste. Sebbene non esperta come un tempo con il volgo, l’attenta donna fu infatti in grado di confutare le parole del foraggiere, quando un breve sopralluogo attorno alla sua casetta portò l’elocatrice a trovare una strana traccia, una scia di segni lasciati nel terreno rimasto umido sotto una delle finestre dell’abitazione del mezzadro. Esse rassomigliavano a impronte di zampe artigliate, simili per dimensioni a quelle che avrebbe lasciato un leone ben fuori dal proprio habitat. L’ho visto anche io disse con una vocetta carica di timidezza una contadina poco più che adolescente, dalle lentiggini e i capelli raccolti in un fazzoletto, che si presentò come Jastilla Qualche ora dopo che la tempesta finii uscii per andare recuperare una delle nostre mucche, che era fuggita dal recinto. A distanza, illuminato dalla luna, ho visto la Bestia della Savana. Ma ella non era da sola, c’era un’altra figura disse tirando i lembi del proprio grembiule Sembrava una figura di un grosso bipede, intento a parlare in una lingua strana alla Bestia, come a comandarla. Non mi sono avvicinata, non volevo essere scoperta. Mi sono subito allontanata… Il piccolo coure eladrin Pan, famiglio di Sophia, non fu fortunato come Celeste, ma spianò la strada a ben più esperti segugi. Più avvezzo alla strada che non alla nobiltà, Maxillium sondò il terreno come gli anni gli avevano insegnato a fare. Eppure mai nella sua carriera si era trovato di fronte a tracce così imponenti come quelle che trovò fuori da Zubunti, capaci di attirare Pisittu e da farle rizzare il pelo. Quando Bainzu e Maxillium stimarono le dimensioni delle impronte feline che si trovavano fuori dal villaggio, entrambi furono concordi che esse dovevano appartenere a una creatura di proporzioni Mastodontiche (sia letteralmente che figurativamente). Il druido stimò che esse dovevano condurre verso una collina in lontananza Dove ha la sua tana la Bestia della Savana disse un agricoltore intento ad asciugarsi la fronte mentre raccoglieva pannocchie. Stimolato dalla concorrenza, Pan fu invece in grado di identificare tracce ancora più grandi (ebbene sì, Colossali) in lontananza, la traccia che avrebbero potuto seguire per raggiungere il tarrasque. La direzione non sembrava però coincidere con quello della sua usuale “residenza”. Gli abitanti ritornarono piano piano alle loro attività dopo quella pausa per interagire con il gruppo, che ora si ritrovava a fare i conti con diverse informazioni particolari... X tutti
  20. DM X Sophia I poteri psionici di Celeste Borealis, affinati nel corso di anni di avventure, sarebbero stati in grado di portare non solo sé stessa, i cinque avventurieri oltre a lei e la titanica Pisittu, ma anche l’elfo oscuro che accompagnava Gunnar. Esso, a quanto pare, non avrebbe però seguito il gruppo in accordo con quello che era il suo mentore D’accordo, non posso che augurarvi buona fortuna per tutto. Spero nessuno di voi venga mangiato aggiunse con un sorrisetto e una risatina. Quindi si schiarì la gola, per poi aggiustarsi uno dei dreadlock che aveva alla testa. Dopo aver disquisito per gli ultimi dettagli, il sestetto e l’animale partirono con un rapido balzo che li doveva portare a Zubunti. X Celeste Se molti dei viaggiatori provenivano da posti umili, tutti erano stati in un villaggio come quello di Zubunti appena una volta nella vita. Esso rispondeva agli stereotipi che ci si sarebbe potuti aspettare da una campagna rurale dal clima insolitamente temperato. Le picole colline verdeggianti che i druidi avevano aiutato ad innalzare in quella opera di sanificazione del deserto aveva reso Kahoor una terra molto fertile, con vigneti e frutteti a far da padroni nei numerosi poderi delle zone, mentre in lontananza era visibile l’imponente muro di Grand Iora. Zubunti si collocava in un piccolo avvallamento naturale, un piccolo insediamento fatto di case in legno con tetti di paglia e piccoli recinti dove il pollame poteva scorrazzare e chiocciare. Gli abitanti di Zubunti, un centinaio di anime, erano invece intente a lavorare come api industriose per portare carri, gerle e ceste cariche di frutta verso il limitare della città, dove si poteva intravedere un grande tumulo di cibarie. L’arrivo di eroi per mezzo della magia, peraltro così agghindati e pronti per la guerra, sembrò peraltro spronarli a un ulteriore impegno oltre che a un profondo rispetto nei loro confronti. Nessuno dei villeggianti cercò di incrociare il loro sguardo, ma tutti si prostrarono ai loro piedi mormorando ringraziamenti del tipo Che il principe sia lodato, Possano gli dèi proteggere la vostra salute! e Siano benedette le vostre anime e il vostro coraggio! X Osymannoch, Bainzu e Celeste X tutti
  21. DM Mal’Rannuz ascoltò in silenzio le domande e le richieste dei sei campioni, rivolgendo quindi uno sguardo al suo signore. Il principe Nuskahm ancora una volta non proferì parola, l’ombra di un sorriso solo quando udì l’assenso generale e la volontà di Maxillium di non chiedere una ricompensa. Che tale comportamento fosse parte di un sottile metodo di comunicazione non fu dato a sapere, ma in compenso il maggiordomo del signore di Jasmal non tardò a fornire una risposta La Bestia di Jasmal è conosciuta volgarmente con il nome di tarrasque disse rivolto a Gunnar Un essere unico la cui origine è ignota, grande come un palazzo e dalle fauci capaci di rompere qualunque cosa e divorare ogni essere vivente descrisse con parole solenni. Quando Celeste chiese circa un sostegno da sud, il portavoce del principe fu costretto a scuotere la testa I rapporti con i lucertoloidi sono tesi da qualche anno a questa parte. Da quando Acquastrino e Brughioro hanno portato la civiltà, colonizzando e risanando le aree più promettenti dando vita alla prosperosa Kahoor, gli abitanti della sabbia hanno visto questa come una invasione del loro territorio, quando esso in realtà non era di nessuno spiegò La morte del drago di ottone Unvarkerentilarhys e i rapporti tesi con la Duchessa di Acquastrino non hanno aiutato, motivo per il quale essi al momento non stanno commerciando con nessun regno, preferendo una autarchia che non promette bene per il loro futuro Mal’Rannuz fece spallucce Ma non penso ci siano loro dietro questo comportamento anomalo della Bestia della Savana. A corte la servitù chiacchiera molto e varie tesi sono state discusse circa la strana tempesta vista la notte del suo risveglio anticipato. Forse vorrete parlarne con loro direttamente. Se avete bisogno di disfare i vostri bagagli potrete farlo nelle sale degli ospiti del palazzo del principe suggerì il maggiordomo In alternativa posso darvi una descrizione sufficiente affinchè possiate raggiungere subito il villaggio di Zubunti, a un paio di ore di viaggio dal palazzo, l’insediamento più vicino alla tana della Bestia e forse il luogo più vicino da dove poterla rintracciare. Mal’Rannuz si aggiustò una manica della veste grigia Quale approccio seguirete, il principe e io torneremo comunque a palazzo. Se riuscirete a tornare vittoriosi, sono certo che la tesoreria del principe saprà offrire più di una valida alternativa alle terre, ai vigneti e ai poderi che Sua Altezza ha offerto in premio concluse.
  22. DM Il cameriere a cui si rivolse Osymannoch cercò di descrivere l’esperienza al meglio delle sue capacità La consistenza è pastosa, con un ripieno di crema dal sapore fresco e dolce, tale da spandersi nel palato. Il tutto tende a sciogliersi in bocca, dando una sensazione di rilassamento e piacere articolò, intimorito dalla vicinanza del non-morto. Le perplessità esposte da Maxillium e dal lich, comunque, non tardarono a ricevere risposta da parte di Mal’Rannuz, che sbattè l’asta color argento contro il proprio fianco Un semplice dono diplomatico alle vostre persone, un omaggio nei vostri confronti disse Tuttavia è vero, vi è un motivo se il principe è giunto di persona per incontrarvi aggiunse. Forse sapete che nella terra di Kahoor, nei pressi del principato di Jasmal su cui regna Sua Altezza, si trova una bestia più grande e terribile di qualsiasi altra abbia mai calcato Arth. Essa è la Bestia della Savana X Bainzu l’antico devastatore di regni. Nessun guerriero è mai stato in grado di prevalere su questa creatura, poiché la sua pelle è più dura dell’acciaio e le sue mascelle sono in grado di divorare interi eserciti mentre Mal’Rannuz parlava, gli avventurieri ebbero la sensazione che egli lo facesse con una punta di orgoglio nei confronti della Bestia, come se essa fosse una specie di mascotte nazionale La Bestia della Savana dorme per anni, ma quando essa si desta devasta tutto ciò che la circonda. Per impedire troppi danni è nostra costumanza preparare delle offerte: bestiame, barili di buon vino, fanciulle non sposate… che egli divora, saziando il proprio appetito e tornando alla sua tana. E’ sempre stato così e nessuno di noi ha mai provato ad ucciderlo, in quanto le leggende dicono che egli non possa essere sconfitto. Per capire quando la Bestia si desta ci rivolgiamo con anticipo ai nostri studiosi, capaci di predirne il risveglio e permetterci in questo modo di preparare con largo anticipo le offerte, che richiedono mesi per essere ultimate data la mole della creatura di cui stiamo parlando. Non sappiamo perché, ma la Bestia della Savana si è svegliata troppo presto, prima che potessimo preparare le nostre offerte. La Bestia si è infuriata e sta trasformando Jasmal in una terra desolata. Kahoor è nota per i suoi feroci guerrieri che non conoscono la paura e molti dei nostri migliori combattenti sono usciti per affrontare la Bestia, ma quando hanno provato a rallentare la sua marcia o costringerla ad arretrare sono stati ignorati o peggio divorati, non riuscendo nemmeno una volta a scalfire la impenetrabile corazza di cui è ammantata. E’ per questo che ci rivolgiamo a voi disse solennemente Mal’Rannuz Abbiamo sentito storie della vostra forza, narrate da tutti i menestrelli del regno. Gli artisti hanno intessuto arazzi con le vostre figure, allo scopo di adornare le più esclusive ville. Perfino sua Eminenza Celeste, Re Parhay il Trentunesimo, ha fatto i vostri nomi nella Sala degli Antenati, dove ha bruciato olibano in vostro onore alla Festa delle Nove Sfere spiegò il maggiordomo del principe Abbiamo bisogno di campioni. Abbiamo bisogno di eroi! L’elfo oscuro vicino a Gunnar gli diede un colpetto di gomito, per poi avvicinarsi al suo orecchio X Gunnar Mal’Rannuz però non sembrava aver finito Il principe non intende chiedervi un atto di puro eroismo, per quanto la vita di molti innocenti in pericolo possa aver già smosso i vostri cuori. Egli è infatti disposto a concedere in dono ad ognuno di voi una parte del suo principato, che potete governare e amministrare come preferite, qualora riusciate a fermare la minaccia della Bestia. Non è necessario che la uccidiate, in verità non credo sia nemmeno possibile, sarà sufficiente riportarla alla sua tana e convincerla a riprendere il suo sonno. La tana del tarrasque non era una meta inesplorata: Celeste Borealis l’aveva brevemente visitata anni addietro, nel corso dei suoi viaggi. Essa si trovava a sud di Kahoor, a qualche miglio di distanza dall’ultimo insediamento che si trovava all’interno del principato di Jasmal, il villaggio di Zubunti. Diverse miglia distanziavano sia l’insediamento che la tana dal Muro di Grand Iora, una colossale opera muraria costruita dalla collaborazione di Acquastrino, Brughioro e le popolazioni della Savana, che avevano collaborato per creare un confine artificiale all’interno della Savana, tale da separare l’area desertica che stava prendendo il nome di Domini di Sepsis, in onore del comandante militare hobgoblin che aveva unito tutti i membri della sua razza e gli orchi creando un esercito nomade di preoccupanti dimensioni. Dettaglio del confine sud della Lega di Ilitar x tutti
  23. Capitolo Uno – Le bestie di Jasmal Se la storia di molti eroi cominciava nelle locande, i tempi di tumulto che si avvicendavano su Arth sembravano lasciar presagire a ben altro tipo di ritrovi. Frondargentea aveva dichiarato guerra a Glantria e gli elfi marciavano in una guerra-lampo a cui la famiglia Von Gebsatell non era preparata, dopo che il tentato salvataggio della giovane principessa elfica Ciradyl aveva portato il tirannico Signore delle Fronde alla pazzia. Pur trovandosi più a sud, nella Lega di Ilitar la minaccia di un’entrata in guerra sembrava via via farsi più concreta. Per quanto re Augustus Mac-Tir non volesse portare gli stati su cui regnava a combattere, l’antica amicizia con Glantria richiedeva una risposta, pressata dai matrimoni organizzati come quello del principino ereditario Dorian Von Gebsatell con la erede al ducato di Acquastrino, la giovane e instabile Vassilixia Draconis, peraltro nipote della regina e moglie di Augustus, Vixenia, e quello del giovane Demetrius Mac-Tir, figlio della coppia reale, con la scagliosa celestiale Eoliòn Von Gebsatell. Laddove Augustus temporeggiava, i nobili delle regioni iniziavano ad organizzarsi. Perfino la regione più lontana dagli scontri, la rigogliosa Brughioro famosa per i suoi dorati campi di grano e i ricchi allevamenti di animali più grandi della norma, cercava di riunire alleati e sancire amicizie che potessero difendere quella che era la parte più debole e pacifica dell’intera Lega di Ilitar. Dopotutto il grasso conte Plinio Bistefani (degno figlio di suo padre!) aveva tutto fuorchè l’aria del condottiero, ben più adatto a parlare di agricoltura e produzioni di pane piuttosto che di strategie militari. Ciò che però il conte mancava in esperienza militare lo compensava in risorse e ingegno, invitando a banchetti e cerimonie sfarzose tutti gli avventurieri più esperti con cui avesse a che fare nella capitale Moenia. Tra bignè alla crema, mignon e bomboloni alla marmellata (per chi avesse papille gustative) dignitari e persone celebri si scambiavano promesse e protezione, combinavano matrimoni e facevano preventivi per le decime che sarebbero giunte come pegno alla guerra. Tra i bisbigli degli ospiti, non mancavano domande circa la presenza di Maxillium, il membro disconosciuto della famiglia Ivarstill, così come quella assai inusuale dettata dal selvaggio Gunnar (e il suo allievo drow) e dall’umile Bainzu (con tigre al seguito). Se gli occhi della maggior parte degli uomini in sala seguivano le movenze delicate e la figura della leggiadra Sophia Zhuge, qualunque gara per attirare l’attenzione sarebbe stata comunque vinta a mani basse da Osymannoch l’Inatteso, il lich delle terre del nord. L’evento, che in quella tarda mattinata avrebbe sancito l’inizio di un festeggiamento per il raccolto della durata di tre giorni, venne però presto interrotta dall’arrivo di un ospite inatteso. Egli non era però un assassino che colpiva dal buio, anche perché la sua carriera sarebbe stata assai breve. Anticipato da un sonoro squillare di trombe, una delegazione entrò nella capitale di Brughioro, facendosi strada fino all’ingresso del palazzo del conte Bistefani, il quale assieme alla collettività presente a quel party, si recò a vedere chi fosse giunto fino alla soglia di casa. La visita diplomatica che si presentò aveva più l’aspetto di una parata di carnevale, al punto da domandarsi se il principe giunto avesse messo in scena questo spettacolo per impressionarli o se, semplicemente, fosse costumanza a Kahoor, il cui vessillo di un diamante azzurro su sfondo verde. Essa era una nuova nazione nata a sud di Brughioro, un vero e proprio esperimento di colonizzazione e rinvigorimento della natura che aveva dato i suoi frutti, creando uno stato ricco e promettente, pur essendo il più esposto alla Savana (ulteriori dettagli richiedono una prova di conoscenze locali), tale da poter garantire ricchezza ai nobili che non mancavano di esibire il proprio sfarzo come stava lì accadendo. Al centro della processione si trovava una pesante e sfarzosa portantina, sopra la quale sedeva colui che doveva essere il principe in persona, portato in spalla da quattro corpulenti eunuchi dalla pelle abbronzata e le teste rasate. Dai lunghi capelli scuri e un pesante trucco sul viso, compresa una grande U dipinta al centro del viso, egli non rivolse parola ai presenti, soppesando appena il suo pesante scettro in oro in tinta con la veste porpora bordata di ermellino. Su entrambi i lati della processione si trovavano una decina di donne, dal capo chino e i volti coperti da veli color blu notte, lo stesso colore delle leggeri e svolazzanti vesti che indossano sopra gli atletici corpi da danzatrici. Sia davanti che dietro marciavano quattro guerrieri dall’aspetto massiccio, cinti da armature a scaglie imbullonate, ciascuno di essi armato di una coppia di scimitarre che brillano di riflessi blu, gli elmi calati al punto da lasciar intravedere solo un bagliore rossastro all’interno, come se all’interno covasse un fuoco. In testa a questo corteo si trovava un uomo magro con occhiali dalle spesse lenti nere, una U rovesciata disegnata sul viso e vestito da una tunica grigia con un mantello screziato intessuto per somigliare alle ali di una falena. Armato di una lunga bacchetta d’argento, egli sembrava dettare il ritmo mentre si schiaffeggiava la coscia ad ogni passo. La processione si fermò davanti ai quattro campioni, l’uomo-falena che prese la parola Il principe Nuskahm, signore della provinca di Jasmal, nella splendida Kahoor! proclamò, per poi fare un inchino di cortesia ai presenti Il mio nome invece è Mal’Rannuz, maggiordomo e capo della scorta del principe Mal’Rannuz fece un cenno alle donne che accompagnavano il principe, mezza dozzina delle quali avanzarono portando ognuna con sé (in apparenza senza sforzo) una scultura in legno nero alta circa un metro che depositarono ai piedi di ciascuno degli eroi presenti Un dono in occasione di questo incontro disse Mal’Rannuz. Le sei sculture erano uguali, a parte minuscole differenze, ed erano intagliate a forma di tigre, con intarsi in oro disposti in maniera tale da marcare le striature dell’animale nella sua colorazione naturale. Pisittu osservò il gruppo di sculture con un misto di sorpresa e sospetto, non certa se la sesta fosse un dono nei suoi confronti, almeno fino a che una figura non raggiunse gli eroi con un incedere sicuro Auspicando che sia di suo gradimento disse Mal’Rannuz rivolto a Celeste Borealis, la psionica che aveva contribuito a salvare il mondo una quindicina di anni prima. Nessuno degli altri presenti poteva anche solo pensare di rivaleggiare con la potenza dei sei presenti, coloro a cui il principe Nuskham (per mezzo del suo maggiordomo) si era rivolto. I membri della scorta, in particolare gli eunuchi e le ancelle, si guardarono attorno con sorpresa in quell’ambiente, mentre una piccola folla cominciava ad assieparsi alla distanza. Il principe di Jasmal, dal canto suo, non pronunciò una sola parola.
  24. Le parole di Gunnar furono solenni e Mhorannan annuì Sempre che non impari così tanto da poteri battere, maestro sogghignò per poi schiarirsi la gola Era uno scherzo disse stringendo la mano del combattente orso, ancora perplesso. Gli addestramenti proseguirono nelle settimane seguenti, il suo nuovo allievo diligente nell’impegnarsi al massimo e forse così tanto pragmatico da trovare iniziali difficoltà in tale senso. Eppure il leggendario mutaforma non potè non continuare a notare quell’impeto e quella passione che lo aveva convinto, sebbene i risultassi ancora non giungessero. Alla fine una folgorazione gli giunse. Ma certo, serviva l’esperienza! Combattere, affrontare nemici e superare difficoltà poteva formare quella creta grezza e tenere in forma il mentore. Gunnar non potè non trattenersi quindi dall’accettare un gustoso invito a sud, dove un nobile locale offriva un rinfresco. Magari non erano garantite avventure, magari sì… in ogni caso almeno qualcosa di decente lo avrebbe mangiato!
  25. Con sollievo di Bainzu, Circe e le altre ninfe stavano bene. Il mostro, che Circe potè descrivere nei dettagli alle proprie consorelle, non fu visto nell’area di Biancocascata. Pisittu potè confermare, dopo un inseguimento terminato dopo ben venti metri, che egli sembrava dirigersi verso la zona orientale, in direzione di Scogliera Argento. L’agitazione non mancò però di serpeggiare nei giorni a venire, la capo congrega Luscinia in grado infine di identificare il mostro Se la vostra descrizione corrisponde al vero, esso doveva essere un divoratore annunciò. Diverse ninfe si portarono le mani alla bocca. Luscinia quindi proseguì Un non-morto planare, flagello delle carovane di viaggiatori astrali e famoso per consumare le anime di chi cattura come fosse legna da ardere. Bainzu sei stato eroico nel portare alla ragione quella creatura, ma temo la sofferenza che possa portare altrove. Tuttavia non crucciarti, informeremo le nostre sorelle di Radura Arcobaleno per cercare una soluzione insieme Bainzu aveva molto da domandarsi: come era giunto un essere così forte (per le persone comuni) su Arth? Che cos’era la frattura che aveva visto? E che cosa l’aveva procurata? Egli doveva trovare una risposta, motivo per cui accettò un invito a sud, dove voci lontane parlavano di fenomeni insoliti. Magari parlandone con uno dei lord locali ne avrebbe saputo di più!
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