Vai al contenuto

Bomba

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    4.419
  • Registrato

  • Ultima attività

  • Giorni vinti

    99

Tutti i contenuti di Bomba

  1. Maxillium aveva compiuto un’altra missione. Quando Histramil venne consegnato al governo di Garnia, la capitale dell’Impero, essi ringraziarono sentitamente l’ex nobile. Tuttavia, mentre usciva per le strade della favolosa capitale, non mancò di porsi alcune domande: come mai Histramil si trovava proprio a Valleverde? Perché non cercare la via del mare o del lontano Katai se doveva fuggire? O perché non stare nel Sottosuolo, normale luogo di vita degli elfi oscuri? Di quel rapido incontro gli restava solo un souvenir magico, che la piccola ricompensa servì ad identificare. Con quella cattura la maggior parte della criminalità di quella zona era giunta ai minimi storici, eppure una sensazione che qualcosa di più pericoloso si tenesse in agguato non gli lasciava pace. Maxillium avrebbe cercato un po’ di distrazione, ma a volte certe situazioni non si potevano evitare. Questa era la vita di un eroe.
  2. Le ore che Gunnar non aveva dormito erano state investite in un piano molto preciso, una combinazione di prove invisibili nella quale Mhorannan sarebbe inevitabilmente incappato per dimostrare chi era sia come persona che come combattente. Il combattente orso non temeva di giorno attacchi alle spalle, ma sarebbe stato comunque pronto come ogni evenienza. Mhorannan era uno stregone, una carriera piuttosto comune tra i maschi della sua razza, ma come membro della Trenodia in Velluto sembrava avere abitudini diverse dai drow ordinari: vestiva con colori più sgargianti, fumava erbe e oppiacei, acconciava i capelli in dreadlock e venerava una non meglio specificata dèa dell’intossicazione (Mhorannan tossicchiò parecchio fumo mentre cercava di pronunciare il suo nome). Se queste caratteristiche lo rendevano un compagno di conversazione insolitamente loquace e versatile per diverse situazioni, quando il combattimento di prova ebbe luogo, bastarono pochi sganassoni ben assestati per piegare il drow sulle sue ginocchia, dotato di una forza sconsolante per qualunque maestro d’armi e fisicamente piuttosto fragile. Il momento della caccia fu accolto con molto entusiasmo dal drow Sono sicuro che ti stupirò disse con un ghigno sinistro. Egli puntò a un giovane cervo all’interno di un boschetto, indicandolo come sicuro di poterlo prendere… e in effetti la ragnatela magica che evocò fu in grado di intrappolare la preda con grande efficacia. Pronunciando quindi parole cabalistiche, Mhorannan evocò tentacoli di potere oscuro che stritolarono il cervo finchè le sue ossa non furono spezzate fino alla morte. Non fu l’unica creatura a ricevere un trattamento simile in quella settimana. Quando Gunnar cercò di mettere alla prova Mhorannan nel corso della liberazione di un paio di prigionieri da un gruppo di giganti, i tentacoli colpirono ancora e le urla di dolore di giganti e goblin squarciarono l’aria. Mhorannan parve comunque preoccuparsi molto degli avvertimenti del maestro di evitare di colpire i prigionieri, i quali furono da egli in persona liberati. Al termine della settimana, Mhorannan si rivolse a Gunnar con occhi estasiati (e anche un po’ arrossati) Quindi, maestro? Da dove cominciamo per quello che imparerò? domandò a più riprese.
  3. Io non sono del vostro mondo rispose la creatura E ho un nome, Dragdruxith disse schioccando le scure labbra contornate di denti affilati. La creatura all’interno del suo petto urlò come in preda a un forte dolore Non so come mai sono finito qui, tutto ciò che so è che stavo seguendo una carovana planare di githyanki prima di venire risucchiato da una ferita nel piano e ritrovarmi in questo posto Dragdruxith sorrise, sgomitando e riuscendo infine ad uscire dalle piante rampicanti che lo avevano avviluppato. Pisittu ringhiò contro il gigantesco essere Ma ti dirò, non è male come posto… la mandibola della creatura scattò e la lingua vorticò come impazzita Non mi interessa stare in un libro, a me interessa ben altro! Dragdruxith compì quindi un balzo e raggiunse il limitare della radura, in direzione opposta a dove Bainzu sapeva trovarsi Biancocascata. Sembravano le ultime parole di quello strano incontro.
  4. Il dubbio attanagliava Maxillium, ma la sua risoluzione non fu altrettanto titubante. Quando estrasse la propria ascia, l’elfo sbarrò gli occhi e sollevò il suo stocco, iniziando a mormorare una cantilena. Ma i suoi occhi fecero appena in tempo a visualizzare la lama di piatto della spada corta, già così vicina al suo volto da non poter essere parata. L’impatto che il membro disconosciuto della famiglia Ivarstill scatenò fu simile a quello di un meteorite in un pollaio, con l’inquilino della stanza scagliato con tale forza da schiantarsi contro l’appendiabiti che andò in frantumi, atterrando a terra poi con un tonfo, uno schianto e un gran fracasso. Pochi minuti dopo, quando Melsa e Seddon chiesero lumi su ciò che stava succedendo, al cacciatore di taglie fu d’obbligo spiegare la ragione di tale essere. Da quel momento in poi, mentre l’elfo conosciuto come Grey Jankin era ancora incosciente, iniziò una spasmodica attesa per scoprire se dietro tale identità si celasse il sinistro Histramil. Mezz’ora dopo la risposa giunse, nel momento in cui la magia che avviluppava il suo corpo e il suo viso iniziò a tentennare e tremolare per poi lasciar intravedere la pelle scura e i tratti affilati del Collezionista di Unghie. Melsa si portò le mani alla bocca Per gli dèi! esclamò. Seddon non commentò, andando a prendersi da bere per affrontare questa inaspettata situazione (o forse per il semplice gusto di bere). Maxillium aveva catturato la sua preda.
  5. Mhorannan accolse le parole di Gunnar con un sorriso sghembo, che poteva sembrare quasi sinistro Grazie… maestro! rispose, accettando di effettuare le loro lezioni il giorno successivo. Forse il modo di rivolgersi a tale onore fu male interpretato o forse la fiducia non era del tutto stata concessa, fatto sta che il combattente orso si dimostrò particolarmente restìo a chiudere gli occhi in serenitò. Quando anche la stanchezza lo portò a tentare un riposino, immagini di Mhorannan armato di coltellaccio che gli saltava addosso nel tentativo di sgozzarlo come un maiale al macello apparvero a più riprese, rendendo anche il breve riposo necessario assai scomodo. Quando la mattina però giunse, il suo allievo era sveglio e lo stava aspettando, mentre il suo sguardo contemplava con piacere una giornata particolarmente nuvolosa, ideale per chi come lui soffriva all’esposizione della luce diretta. Dato ancora più confortante, non c’erano coltellacci nelle sue mani Come vogliamo iniziare? domandò.
  6. Forse la creatura non era così irragionevole come era sembrata, forse Bainzu si era dimostrato troppo lesto per le sue capacità o forse i viticci avevano suggerito un potere superiore al suo, fatto sta che la creatura fermò il suo assalto. Invece di rimanere flesso in avanti nel tentativo di sradicare le fastidiose piante che lo rallentavano, l’essere placò la sua foga per poi rivolgere i suoi occhi carichi di sadismo verso il druido Sei ostinato, umano disse, la grottesca bocca che scattò Ma sento che hai un grande potere, forse troppo per me. Accetto la tua offerta disse leccandosi le labbra con la lingua sproporzionata Mi allontanerò da questa zona e immagino non attaccherò le fatine che ho fiutato qui vicino… liberami e me ne andrò per la mia nuova strada! concluse. Che Bainzu fosse stato in grado di trovare una vittoria senza spargimenti di sangue?
  7. L’interno della stanza dello “Zipolo e Chiodo” era arredata in maniera povera e spartana, in linea con il resto del triste locale gestito da Melsa e suo padre. Un letto di paglia con una coperta pulciosa e un pitale poco distante, una cassapanca tarlata e un appendiabiti con più appigli mancanti che presenti. L’unica presenza all’interno era quella di un elfo dalla pelle chiara e dai lunghi capelli brizzolati, che all’arrivo subitaneo di Maxillium scattò in piedi sul letto, lasciando cadere un libricino dal titolo “L’arte della guerra – di Paradiso Velleri”, sfoderando uno stocco dalla lama color verde smeraldo Chi sei? esclamò, gli occhi dilatati dallo stupore. Il breve momento di stallo tra i due fu rotto però sempre dall’elfo che doveva essere Grey Jankin D’accordo, cerchiamo di calmarci. Io non credo di sapere chi sei, ma non ti conosco e non credo di aver fatto nulla di strano da queste parti, se non uccidere qualche medusa per ricavare componenti magiche spiegò Possiamo puntarci le armi contro, ma non penso sia una buona idea. Che ne dici di andare di sotto da Seddon e Melsa e parlare da persone civili davanti a un bicchiere di vino? propose. Le parole dell’elfo sembravano voler mirare a una soluzione pacifica, ma qualcosa non tornava. Se la persona che si trovava di fronte a Maxillium voleva parlare da persone civili, perché il potere lanciato dal Nairdal in precedenza percepiva ora in lui una forte aggressività?
  8. Pisittu ringhiò inferocita, le poderose zampe flesse e pronte al balzo, pur rimanendo nella posizione dettatagli dal suo padrone. Quanto al gigantesco assalitore di ninfe, esso proruppe in un suono gutturale, che dapprima Bainzu fece fatica a interpretare Preferisco venire da te! esclamò, dopo aver espresso quella che doveva essere stata una sinistra risata. Il santo, tuttavia, non era certo nuovo ad assalti nemici e con un rapido movimento della bacchetta scatenò una crescita di viticci, rampicanti, erbacce e rose che si avvolsero attorno alle gambe del poderoso avversario, che ringhiò mentre strattonava e sferzava quel tratto di foresta fitta che si era sviluppata al comando del sacerdote della natura Fai attenzione, Bainzu! Esclamò Circe, allontanandosi per buona misura da quello scontro. Per fortuna, se c’era qualcosa che le ninfe erano abili a fare era attraversare le aree più impervie delle foreste senza per questo rallentare di nemmeno un passo! La prudenza dell’anziano e potente druido sembravano dare ancora margini di dialogo, la distanza era ancora controllabile. Questo probabilmente era il pensiero del druido almeno fino a che l’essere non puntò un dito contro il suo nemico Non mi sfuggirai, umano! dall’unghia proruppe un raggio di energia crepitante, accompagnato da un grido di dolore della creatura visibile nel petto del mostro, una scia di energia che mancò per un soffio la spalla destra di Bainzu, prima di scomparire nella foresta.
  9. Quando Gunnar gli chiese il nome, l’elfo annuì Chiedo perdono. Il mio nome è Mhorannan rispose. La sospensione nel giudizio fu accolta da un iniziale silenzio da parte dell’aspirante apprendista, il quale alla fine si limitò a rispondere con un D’accordo, allora tornerò domani Sebbene la sua risposta fu coincisa, al punto che Gunnar dubitò che lo avrebbe rivisto, Mhorannan mantenne la parola data. Quando la notte successiva una leggera pioggia sferzò quell’area di collina presso la quale il barbaro aveva posto il proprio rifugio, un rumore di passi già udito raggiunse le orecchie del leggendario mutaforma. Il drow era vestito come il giorno precedente, ma questa volta non si inchinò Sono tornato disse E ho le tre parole che mi avete chiesto: libertà, anarchia e difesa. Essere parte della Trenodia per me significa essere libero dalle gerarchie della società drow che conoscete, quindi allo stesso modo voglio che questi insegnamenti possano garantire la mia libertà. Anarchia, perché penso che chiunque debba essere libero di fare ciò che vuole e i governi restrittivi debbano essere abbattuti. Difesa, perché voglio essere in grado di difendermi qualora qualcuno minacci i miei valori, sia anche costretto a combattere per essi. Dopo questo discorso articolato, Mhorannan si schiarì la gola e rimase in attesa della risposta di Gunnar…
  10. Fuocherello di Pescalia rispose Melsa, annuendo alla richiesta di una stanza. Data l’umiltà del luogo, Maxillium non dubitò che la sua moneta d’oro aveva già coperto più di un giorno di accomodamento. Il vino aveva un sapore molto corposo, capace di bruciare nella gola come un fuoco vivo, pur mantenendo un piacevole gusto fruttato. Una sensazione che non potè comunque offuscare la sua ricerca all’interno del locale. Per quanto avvinazzato, il locandiere non aveva intenzioni aggressive nei confronti dello psionico, così come Melsa, che portò la moneta offerta dietro il bancone. Chi si trovava al piano superiore, fosse stato egli davvero Grey Jankin oppure Histramil, non pareva essere a conoscenza di motivi per prepararsi a un attacco. Nessuna altra entità sembrava palesarsi nel raggio di lancio del potere di Maxillium, che a questo punto doveva decidere come agire.
  11. Bainzu dovette essere lesto a recuperare il necessario per immortalare quell’insolito fenomeno, che venne rappresentato con un veloce schizzo quando in meno di un minuto divenne solo un ricordo di ciò che era stato, accompagnato dalla sensazione di leggerezza. Il druido, per buona misura, decise di verificare la presenza di eventuali strascichi di magia. Il suo incantesimo non mentì, dando tuttavia ben più di una questione su cui riflettere: non vi era magia in atto. Pur non essendo stato uno studioso planare, Bainzu sapeva che esistevano altri piani e che potevano essere creati magicamente dei collegamenti tra questi mondi. Tuttavia il fatto che esso si fosse formato in maniera naturale sembrava un ossimoro… i portali non nascevano dal nulla! E di certo non si richiudevano così in fretta! Quando il druido diede una voce a Pisittu, l’animale rispose con un ringhio. Con la gravità tornata ai livelli usuali, l’animale era sceso dall’albero ed egli era allerta, come se qualcosa avesse scosso i suoi acuti sensi. La tigre anticipò di qualche secondo un urlo femmineo provenire da poco distante. Lì in una radura giaceva bocconi una delle ninfe di Biancocascata, che Bainzu sapeva chiamarsi Circe, una bellezza statuaria alta e orgogliosa, dai capelli biondo scuro e luminosi occhi verdi. Eppure il viso delicato di Circe era contratto dalla paura, causata da una grottesca creatura che non poteva opporre una maggiore bruttezza nei confronti della ninfa. L’essere era alto circa due metri e ottanta, nudo e completamente glabro. A prima vista sarebbe potuto sembrare un gigante esile, ma le sue orecchie a punta e le sue fauci spropositatamente grandi sembravano dissipare questo dubbio. Le braccia e le gambe erano massicce terminanti con unghie aguzze, ma più di questi feroci strumenti naturali a intimorire era la piccola figura umanoide che si protendeva dal centro del petto della creatura, come se dall’interno cercasse una via di fuga, urlando e dimenandosi. Come un predatore che avesse fiutato una preda più sontuosa, l’essere interruppe il suo avvicinarsi verso Circe per voltarsi verso Bainzu e Pisittu Potere… ruggì gutturalmente, leccandosi le labbra di fronte ai nuovi arrivati.
  12. Sebbene sapesse che i drow erano stati sconfitti e ricacciati nei loro reami oscuri, Gunnar non aveva mai sentito parlare della Trenodia in Velluto e il drow ai suoi piedi gli sembrò guardarsene bene dal diffondere troppi dettagli Non ho un numero preciso da offrire disse Ma siamo già qualche centinaio, esuli di un reame che ci ha cacciati quando abbiamo cercato di cambiare le cose spiegò Io non ne sono il leader, sia chiaro, ma mi ritengono uno dei più… ferrati a parlare con voi abitanti della superficie aggiunse. Quando il celebre combattente orso chiese lumi sull’uso dei suoi insegnamenti, l’elfo oscuro annuì lentamente Comprendo questo punto di vista. Ho studiato a lungo magia, ma non ho paura di imbracciare le armi per imparare la disciplina rispose E’ vero, voi sapete trasformare la rabbia in un fiume impetuoso di morte, ma sapete anche controllarla per non uccidere in maniera indiscriminata. Pur essendo molti gli incantatori che imparavano magia e viceversa, Gunnar sapeva bene che tutta la magia dell’elfo sarebbe stata inutile qualora avesse percorso i suoi passi, rendendo il suo addestramento alquanto scompagnato, sebbene non del tutto irrealizzabile. Le sue orecchie non percepirono altre presenze nelle vicinanze, tanto che i suoi pensieri poterono del tutto concentrarsi sul fidarsi o meno di questo oscuro postulante. Il giovane viso del drow sembrava una sfinge mentre attendeva le parole di Gunnar.
  13. Preso dalla sua cerca, Maxillium dimenticò di sopprimere gli effetti visibili della propria mente e un lieve tremolìo percorse la stanza, accompagnato da un agitarsi delle fiamme delle candele accese nel locale. Melsa irrigidì istintivamente la schiena, ma sia lei che suo padre non parvero agitarsi, forse abituati come molti locandieri alla presenza di incantatori Le porto subito qualcosa rispose la giovane donna dai tratti affilati, per poi dirigersi dietro il bancone sotto gli occhi del padre Nessun problema biascicò il vecchio, lisciandosi i baffi bianchi In verità questo periodo è abbastanza tranquillo, anche se re Augustus ha fatto chiamare le riserve dell’esercito per riaddestrarsi in vista di una possibile guerra con gli elfi di Frondargentea brontolò A parte questo il nostro villaggio se la passa bene, pare che ci sia una tana di meduse poco distante, ma il cacciatore che ospitiamo si sta già adoperando per sistemarle. Si chiama Grey Jankin, un elfo molto educato e dalle ottime mance sorrise. Melsa tornò da Maxillium e gli portò un bicchiere di vino rosso scuro con un odore di noce moscata Sì, ma è anche molto riservato. Non vuole che nessuno lo disturbi e ha chiesto espressamente di essere lasciato in pace spiegò. Il sensore magico di Maxillium, fuori dalla porta da cui aveva percepito la presenza, rilevò un placido silenzio, come se la persona oltre la soglia stesse dormendo, meditando o facendo qualcosa di tranquillo.
  14. Pur rimanendo lontano dai tamburi della guerra, quando essi suonarono, anche Gunnar aveva sentito delle atrocità compiute dal popolo degli elfi oscuri. Essi avevano agito nell’ombra, alleati del Katai e promotori di terrore e torture nei confronti dei più deboli. La sconfitta della terra orientale aveva gettato allo sbando anche le nemesi degli elfi di superficie, che combatterono per molti mesi nel tentativo di vendicarsi prima di essere ricacciati nelle loro tane sotterranee. Erano passati quindici anni da allora. L’elfo oscuro mantenne il capo basso Perché dall’ultima guerra il mio popolo ha ormai smarrito il proprio orgoglio, il proprio senso di scopo. Io non approvo la cieca lealtà che pretendono, come a voler cercare di sopperire a ciò che hanno perduto. Voi abitanti della superficie ci avete reso un servigio quando ci avete sconfitti. L’umiliazione ha aperto gli occhi non solo a me, ma anche ad altri della mia razza, una minoranza che vuole cambiare. Ci facciamo chiamare la Trenodia in Velluto, poiché piangiamo per il nostro passato, per gli anni che abbiamo sprecato in una guerra contro coloro che non sarebbero dovuti mai essere i nostri nemici! proclamò Non cerco il perdono degli eroi di allora, ma una leggenda che possa insegnarmi tutto ciò che sa.
  15. Un sorpreso brontolìo fu la risposta che Pisittu diede a tale fenomeno, la tigre che aveva artigliato il proprio ramo come se una mano immensa cercasse di sollevarlo come un micetto. Ma né giganti né invisibilità, di questo Bainzu poteva esserne certo: i primi erano troppo rumorosi, la seconda richiedeva una magia che egli avrebbe percepito nell’aria. Qualunque fenomeno si stesse verificando in quella foresta era qualcosa di diverso, la cui natura sembrava in apparenza ignota anche per il saggio e anziano druido, ritenuto tra i più sapienti dei propri circoli. La vecchiaia non aveva però reso miopi gli occhi di Bainzu, che fu in grado di cogliere un barlume bluastro nella foresta. Con la prudenza che lo contraddistingueva, ma alimentato dalla curiosità per questo fenomeno, egli riuscì a farsi strada ed avvicinarsi abbastanza per raggiungere l’area dove si trovava l’origine di tale bagliore. Esso appariva come uno squarcio sul terreno, di forma serpentina e lungo circa due metri, dal cui interno si sprigionava una forte luminescenza blu, abbastanza intensa da risultare fastidiosa alla vista. Questo fenomeno non sembrava però destinato a durare in eterno: così come era apparso, questo fenomeno stava lentamente regredendo, le estremità dello squarcio che stavano ricucendosi lasciando di nuovo alla natura il dominio di quell’area.
  16. Oltrepassata la soglia, Maxillium si trovò all’interno della piccola locanda, uno spazio ristretto in cui si trovavano ammassati un bancone con una mensola di vini polverosi, un tavolo con bassi sgabelli in legno tarlato e un camino dal fuoco scoppiettante. Una scala che sorgeva sul lato sinistro della costruzione conduceva al piano superiore. Lo sguardo appannato di un vecchio rubizzo dai baffi bianchi incrociò lo sguardo del cacciatore da dietro il bancone Oh, un ospite! sbraitò, la voce riconoscibile come quella che aveva udito fuori del locale Melsa! Dove sei? Vieni ad accogliere gli ospiti! disse per poi degustare un bicchiere di vino e grattarsi la pelata. Sono già qui, papà… rispose sospirando quella che doveva essere Melsa, una giovane donna sulla trentina dai lineamenti affilati e dai lunghi capelli crespi, la blusa stretta da un corpetto che ne risaltava la vita stretta Benvenuto allo Zipolo e Chiodo, messere disse la donna con una leggera riverenza E’ un po’ tardi per la cena, tuttavia abbiamo camere libere se desidera onorarci della sua presenza per la notte… disse con un sorriso di circostanza. Il potere che Melsa non poteva vedere sembrava confermare la sua versione. Con l’eccezione di una presenza al piano superiore, in cima alle scale che conducevano alle camere, lei e suo padre erano le uniche persone a trovarsi all’interno della locanda Papà, per favore, non davanti ai clienti! Sbottò la figlia all’ennesimo bicchiere scolato dal genitore Taci, mi sembri tua madre! rispose seccato il genitore. Melsa serrò le labbra offesa.
  17. Prologo - Un oscuro postulante Gunnar non amava perdere la pazienza. Se doveva scegliere tra aiutare un contadino ad arare un campo e affrontare una cabala di maghi cancrena avrebbe di certo scelto il primo. Ma come egli ormai sapeva, il mondo era un luogo pericoloso e la gente aveva spesso bisogno di speranza. Le sue strade lo avevano condotto tra i vari paeselli di collina di Garnia, ricca capitale della Lega di Ilitar, confederazione di piccole regioni. Le escursioni in mezzo alla natura lo tenevano in forma e la gente di collina, pur con i modi rudi che li contraddistingueva, avevano cominciato ad apprezzare l’aiuto che un uomo del calibro di Gunnar era in grado di dare nel trasporto di prodotti e nella caccia. La caccia però aveva presto richiamato attenzioni indesiderate, quelle di Berillyarox, un drago verde che minacciò gli abitanti del piccolo villaggio di Alpenzù nel tentativo di ricevere cibo e donne con cui trastullarsi. Gunnar non seppe quando la cittadinanza cambiò parere nei suoi confronti. Forse fu quando si mise di fronte all’arrogante drago o magari quando si trasformò. Voci seguenti affermarono che il momento in cui strappò la faccia al drago a morsi fu il momento catartico, quello che rese i popolani isterici di gioia alla prospettiva di avere “un eroe” tra di loro. Le loro attenzioni si resero talmente fastidiose che Gunnar spese le notti seguenti lontano dal centro abitato, in cerca di un po’ di pace. Fu in una di queste notti che udì dei passi avvicinarsi in corsa verso di lui. Quando i suoi occhi videro il nuovo arrivato, egli cadde bocconi davanti a lui, le mani flesse a terra e il capo chino. Anche senza trasformarsi Gunnar potè udire un odore pungente provenire dai lisi abiti da viaggio, segno che il nuovo giunto doveva averli indosso da svariati giorni. Coperto da un mantello grigio, il nuovo arrivato si abbassò il cappuccio. I suoi lineamenti giovani e delicati si intonavano con le orecchie a punta, ma non con la carnagione nera come la pece, i piccoli tagli su di essa e i capelli bianchi legati in dreadlock. L’elfo oscuro guardò per un attimo Gunnar prima di chinare nuovamente il capo Leggendario Gunnar Artigli di Sangue, per favore prendimi come tuo allievo!
  18. Prologo - Un tremolìo nel Velo Non era ancora sorto il sole quando Bainzu Doddore si stiracchiò, preparandosi alla consueta meditazione mattutina. Lontano dalla falsa e viziata nobiltà della capitale Arcoria, egli si trovava nei pressi di Biancocascata, un piccolo angolo di paradiso che sorgeva nel cuore dei boschi a ovest. La piccola congrega di ninfe locale, a causa di episodi di rapimenti occorsi negli anni precedenti, si era dimostrata inizialmente molto schiva con il druido, almeno fino a quando non respinse una volta per tutte lo squartatore grigio da cinque tonnellate che da settimane stava devastando buona parte degli arbusti presenti. La capo congrega delle ninfe, Luscinia, offrì quindi incondizionata ospitalità a Bainzu, ora amico del gruppo. Come da tradizione, però, Bainzu dovette fare i conti con l’interesse che il suo legame aveva creato: le ninfe, capaci di riconoscere il talento, non mancarono di mostrarsi interessate alla possibilità di unirsi ad un mortale di così grande potere e dare alla luce un possibile futuro eroe. Quando quella buia e nebbiosa mattina inizò a meditare, lontano dalle polle in cui vivevano quelle splendide creature, sentì ben presto che qualcosa era cambiato. Il rumore che udì fu come quello di un violento strappo, tale da risuonare da ogni angolo e ogni direzione nello stesso momento. Bainzu sentì una breve folata di vento prima di sentirsi insolitamente leggero. Seduto in meditazione gli bastò lanciare un’occhiata attorno a sé per vedere pigne, fili d’erba strappati e perfino un coniglio confuso sollevarsi in aria e fluttuare lentamente come se fossero stati bolle di sapone.
  19. Prologo - Il fuggitivo La guerra, la guerra non cambia mai. Come spesso accade nei crimini di guerra, a distinguersi dalla massa sono sempre i comandanti. Se le truppe si limitano ad eseguire ordini, i comandanti sono spesso i più sadici, capaci di emergere dalla folla per crudeltà e orrori perpetrati. Nel corso dell’ultima Xorvintaal, pur non partecipando attivamente alla guerra, i drow non furono da meno. Membri di supporto del sinistro Ordine Sinaptico, una organizzazione segreta votata a Tharizdun, essi costituivano un braccio armato sempre pronto a far prigionieri da torturare fino all’ottenimento dell’informazione necessaria. I tormenti inflitti da tale Ordine sono tristemente entrati nella leggenda, con una particolare menzione per il capitano Histramil, un drow talmente esperto da ricevere il titolo di Collezionista di Unghie. Egli coordinava gli interrogatori nel territorio di Valleverde, regione più povera della Lega di Ilitar, e pare che egli stesso richiese l’incarico, affascinato dalla miseria della gente e dalla possibilità di infliggere ai sofferenti ulteriori disgrazie. Maxillium Naildar si trovava quella tarda sera a Craisov, un povero borgo del territorio un tempo di dominio della famiglia Mavrocordat, sotto una pioggia battente mentre osservava una fatiscente struttura davanti a sé. Se le informazioni fornite dalle autorità di Arcoria erano corrette, la squallida locanda era il luogo in cui si trovava Histramil, camuffato e con una nuova identità. Egli non era stato catturato al termine della Xorvintaal ed era sempre possibile che egli fosse già tornato nei reami sotterranei dove la sua civiltà nativa risiedeva. Ma finchè non ci fosse stata un’indagine, Maxillium non ne sarebbe potuto essere sicuro. La locanda era piccola secondo gli standard, una struttura a due piani più alta che larga, che all’interno avrebbe potuto al massimo disporre di tre-quattro camere piazzate al livello superiore. La porta di ingresso era chiusa, come ci si sarebbe potuti aspettare visto il tempaccio, ma dall’interno si poteva udire la voce infastidita di un anziano lamentarsi Le mie ossa non sono più come un tempo! Fuori dal mio giardino, giovinastri! e una voce più giovane rispondergli Papà, non ci sono né giovani né giardino... Una raffica di vento fece oscillare l’insegna con il nome della locanda, che si chiamava “Zipolo e chiodo”
  20. sì, valore medio. per il resto non mi pare di vedere errori, ma sarà più comodo guardare e/o correggere strada facendo Dichiaro concluse le iscrizioni, i giocatori selezionati sono @Von @Zellos @DaoSeeker @Cuppo e @aykman (a questi due chiedo inoltre di fornirmi il contatto Discord per aggiungerli al gruppo dedicato) La selezione non è stata facile e ci tengo comunque a chiarire che chi è rimasto escluso verrà da me richiamato in caso di problemi che possano portare a un calo del numero di giocatori sotto quello attuale. Per i nuovi sono previsti brevissimi prologhi introduttivi, per abituarli al sistema di checkpoint che utilizzo.
  21. -I manuali concessi per attingere a classi, cdp, oggetti e incantesimi sono i seguenti: Giocatore, master, mostri, perfetto combattente, avventuriero, arcanista, sacerdote, completo arti psioniche, imprese eroiche, livelli epici. Tale selezione può sembrare ristrettiva per alcuni, ma ciò è fatto in risposta allo scarno materiale usato nell’avventura che userò. Sebbene lì le risorse usate siano ancora inferiori vi sono comunque creazioni esclusive per l’avventura, al quale io ho risposto ampliando la lista in quella che avete ora. Non chiedetemi altri manuali, non ne concederò. -Edizione: 3.5 -Point buy: 28 punti -Livello: 21 -Ricchezza: 975.000 mo -Allineamento: qualsiasi, sebbene sia consigliato creare un pg che abbia un minimo di concezione di come un male peggiore possa portare ad alleanze insolite. Questo è rivolto non solo ai CM “stupidi”, ma anche agli LB “stupidi”. Evitiamo il PvP a priori, grazie. -MdL: si calcola il LEP come di consueto. Non so prevedere cosa possa venir partorito. -Eventuali gregari possono essere presi, ma non li consiglio per due motivi: essi non possono essere creati dal giocatore, ma possono essere solo reclutati in gioco (e non sono tanti). Il secondo è semplicemente il fatto che i pericoli che si trovano di fronte a voi sono tali che porterebbero a una rapida morte un png con svariati livelli in meno. -L’avventura inizierà nel continente di Arth, mia vecchia creazione conosciuta ai giocatori di Game of Sons e della precedente campagna terminata con Il tramonto sulla terra dei ciliegi. Conoscenza di tale ambientazione però non è obbligatoria e io stesso posso fornire una infarinatura nel caso un giocatore mi presenti una bozza di bg abbastanza “vago” da ricevere nomi e nozioni dal sottoscritto. Eventuali vecchi giocatori di tali campagne possono portare i loro personaggi, invecchiati il giusto e ricostruiti ad hoc, qualora volessero farsi così male da voler affrontare una nuova avventura. E’ altresì possibile interpretare personaggi assolutamente nuovi o addirittura png appena incontrati, se non c’è troppa voglia di inventare qualcosa di nuovo. La campagna non si svolgerà comunque molto su Arth, dando quindi ai vecchi giocatori solo un lievissimo vantaggio di conoscenze. Gli eventi iniziano in concomitanza con l’avvento della crisi politica avvenuta nell’ultimo capitolo di Game of Sons. I giocatori sono invitati a postare le proprie schede di seguito, così da avere un riferimento rapido in qualunque momento
  22. Nota bene: mi è stato fatto notare da @Zellos, uno dei potenziali giocatori, del potenziale consumo di punti esperienza dato da situazioni particolari e/o consumi per magie. A questo scopo, dato che il modulo pre-fatto contempla questa possibilità, i PE andranno assegnati in base agli incontri, siano essi superati con l'uso della forza, della diplomazia o dell'astuzia (non sempre sarà possibile scegliere tra tutte queste tre opzioni, sia chiaro). Qualora vedessi che siate un pò indietro rispetto al livello di potere mi premurerò comunque di aggiungere alcune sfide opzionali offerti dal modulo per permetttere di recuperare terreno. Nel caso di Zellos, che sta valutando la build di un lich, egli comincerà con i PE base di un PG di livello 21 come tutti gli altri, ma avrà un "debito" di 4800 PE per la costruzione del suo filatterio. Questi punti verranno "pagati" subito. Qualora un PG si ritrovi ad avere un livello in meno rispetto agli altri tuttavia non ha da temere, in quanto essi li assegnerò separatamente in base al livello in corso, quindi piano piano anche quelli indietro potranno recuperare terreno.
  23. @DaoSeeker dovrebbe essere tutto ok. ti ho mandato un invito per il gruppo discord
  24. @DaoSeeker per la build non ho obiezioni. ho notato giusto qualche dettaglio che richiede una tua correzione, ma alcuni di essi sono cose che ti daranno qualcosa in più: 1-come psion hai diritto a 11 poteri al livello 5. Tu ne hai inseriti solo 10 al momento. 2-la tua riserva di punti potere dovrebbe essere molto più alta. in totale i punti bonus dovrebbero essere 60. 3-L'anello di resistenza agli elementi maggiore da quale elemento ti protegge? Segnalo in parentesi a fianco all'oggetto una volta scelto. 4-Penso ci sia un errore di calcolo per quanto riguarda la tua arma. I vari potenziamenti che la compongono la portano a superare il +6 di effetti, il che la rende un'arma epica. Questo si riflette di molto sul costo, poichè per un effetto complessivo di +6 il prezzo magico di base è di +720.000 mo, che visto il tuo attuale equipaggiamento segnato mi pare già aldilà del budget rimanente. Per verificare questa variazione fai testo alle pagine 129 e 130 del Manuale dei Livelli Epici. Per quanto riguarda il bg, dato il tuo breve passato nobile, hai la possibilità di scegliere quale fosse la tua precedente famiglia tra: -Una composta da un padre tirannico, razzista e affamato di potere, una sorella viziata e un pò yandere e un fratello gay buono buono (stile di nobiltà alla francese) -Una di traditori del proprio imperatore che è stata uccisa da eroi dopo un tentativo di fratello e sorella di assassinare e creare scompiglio in uno schema più grande (stile di nobiltà rumena) -Una casata minore composta da una matrona grassa e snob, che ha generato un mucchio di figli e da cui pretende obbedienza (stile nobiltà germanica) Quale che sia la scelta ciò non ti obbligherà a cambiare cognome o variare comportamenti, qualora tu non decida altrimenti.
  25. Il Manuale Completo delle Arti Psioniche, per capirci quello che all'interno offre psion, innato, combattente psichico e la cdp dell'elocatore tra le tante
×
×
  • Crea nuovo...