Mi intrometto nella discussione per soffermarmi su un punto. Quello che dici non è vero.
Al di là del fatto che non è vero che "Se un gioco mette in mostra solo le regole del combattimento e presenta in sordina tante altre, i giocatori tenderanno a ricordarsi prima di tutto delle regole del combattimento e, nel tempo, identificaheranno quel gioco come solo combattimento. Chiedete a chiunque abbia giocato alle precedenti edizioni di D&D e fatevi descrivere cosa sia vivere l'esperienza di D&D. nella maggioranza dei casi vi dirà 2 cose: esplorare dungeon e combattere.", o almeno non è così dalle mie parti, nè è così per tutte le persone con cui ho discusso di gdr (ed in particolar modo di D&D). Forse D&D è nato come dungeon crawilng, e di certo questa è una caratteristica che lo ha sempre accompagnato, ma da qui a dire che prima della 5ed gli aspetti a parte il combattimento non sono mai stati approfonditi o incoraggiati ce ne passa di acqua sotto il ponte. Basta prendere una qualsiasi avventura prefatta per la terza edizione, e si troveranno diverse situazioni di gioco in cui lo spionaggio, il dialogo, l'esplorazione (insomma, qualsiasi cosa non sia il combattimento) non solo è una valida opzione, ma anche viene incoraggiata ad essere eseguita. Parlando sempre della 3.x, ci sono una miriade di talenti/abilità/cdp/classi che prediligono gli aspetti non relegati al combattimento. E presumo che la stessa cosa sia identica anche nelle altre edizioni.
Quindi ok, la 5ed magari aiuta ad uscire dallo stereotipo "D&D=combattimento e basta", ma dire che le altre edizioni non facessero questo o che visto che ci saranno delle pagine in più nel manuale del dm che aiutano (o forzano?) ad interpretare entro certi schemi i png è un cambiamento radicale, a me pare una grande boiata...