Vai al contenuto

Joram Rosebringer

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    1.351
  • Registrato

  • Ultima attività

  • Giorni vinti

    9

Tutti i contenuti di Joram Rosebringer

  1. Ciao, Peter. Non ti ho parlato per un po' di giorni. Non ne avevo voglia. E avevo paura di me, di quello che avrei potuto fare se non avessi avuto la forza di fermarmi. Avrei ucciso, Peter. E non so quanto me ne sarei pentito. Non sopporto qeul genere di crimini! Non li sopporto proprio! Mi ero sempre riproposto di dare quello che si merita a questa gente. E quel giorno forse stavo esagerando. Eppure ancora oggi mi dà l'impressione di essermi fermato a metà. Tu non li avresti uccisi, vero Peter? Non lo avresti fatto. Anche il più infame criminale lo avresti lasciato in vita, magari dandogli una bella lezione. Ma io ho pensato a quella ragazza e ho immaginato che ci fosse stata la mia al suo posto. E so anche ora che se ci fosse stata lei, uccidendoli mi sarei anche trattenuto. Ho paura di questi poteri, Peter. Tanta paura. Prima i miei erano i desideri di un ragazzo che odiava la violenza e le ingiustizie. Ora questi desideri posso farli diventare realtà io stesso pur se nel mio piccolo. E la cosa non so quanto mi piaccia, perché qualche desiderio può far male... e non solo a me. Ma ora non ci voglio pensare. Tra due giorni partirò per Palermo e mi sposerò. Manca una settimana esatta. Poi per un mese starò da lei... e quindi l'Uomo Ragno non volteggerà per i cieli di Roma. Sono indeciso se portare il costume o no. Se lo portassi, so che prima o poi lo utilizzerei, anche se fosse soltanto per volteggiare un attimo. Non so. Il giorno della partenza lo deciderò, pur se qualcosa mi dice che comunque il mio costume verrà con me. E penso anche di sapere perché. Ormai è la maschera che mi sta riempendo, dandomi cose che non immaginavo mai di poter avere... e di questo le sono grato. Ma intanto ho anche paura e non solo di quello che potrei fare, ma anche degli altri super esseri che stanno spuntando. A Udine c'è stato uno scontro tra uno che si copriva di metallo ed un altro che sembrava governare il metallo stesso. Un licantropo avvistato in Veneto. E poi quella strage nelle Marche, forse ad Ancona: hanno rimosso il cervello delle vittime. Ho paura.
  2. Ashling fermò il cavallo. Il mondo interò sembrò arrestarsi con lei. La leggera brezza che le aveva accompagnate improvvisamete cessò, zittendo anche le fronde degli alberi. Solo qualche uccellino forzava quel silenzio, intonando canti che sembravano comunque fuori luogo in quell'atmosfera cupa. Persino il sole che era alto nel cielo azzurro sembrava rendere tutto più tetro. Aixela si chiese se fosse opera dei poteri della sua compagna, ma non seppe mai la risposta. In lontananza, diverse voluttuose forme di fumo salivano verso il cielo, sputate fuori da comignoli di case. Non vi erano mura a delimitare il perimetro di quel villaggio, ma solo delle torrette di guardia poste a quelli che dovevano essere i quattro angoli. Aixela cercò di guardare meglio e vide delle guardie che sembravano parlottare tra di loro in cima alle torrette. Più in basso la vita sembrava scorrere normale. Dei bambini giocavano in un cortile, rincorrendo forse una palla. Fuori dalle porte, dei falegnami lavoravano il legno grezzo mentre poco più in là si vedeva un martello battere su un pezzo di metallo arrossato, restituendo con ritardo il rumore di ferro contro ferro. Della donne parlottavano in una piazza, lanciando occhiate in giro, pronte a trovare una nuova vittima sacrificale per i loro pettegolezzi. Un villaggio normalissimo. Eppure, mentre si avvicinavano, vide che lo sguardo di shling era furioso, freddo, minaccioso. Ma ci volle poco per capire che quella che stava provando era solo tristezza camuffata, era un dolore profondo, di quelli che possono veramente far male e lasciare ferite profonde, più mortali di quelle di una spada. E intanto nelle mente di Aixela balenavano immagini di quella vita nel villaggio. Guardava un posto e si accorgeva di averlo già visto, pur se capiva che non erano i suoi occhi ad aver impresso nella mente quelle immagini. L'allegria che vi era intorno contrastava con quello che la sua mente le offriva in continuazione. Non si accorse nemmeno della bvreve conversazione di Ashling con le guardie alal torretta che le fecero passare senza problemi. Come non si accorse degli sguardi di certe persone che sembravano conoscere la sua compagna, guardandola con un misto di cimpassione e di rispetto... una miscela che la ragazza mora sembrava non apprezzare, aumentando il fuoco rabbioso nei suoi occhi. A volte le sembrò che stesse per spazzare al suolo tutto e tutti, ma poi la vedeva stringere le briglia del cavallo e andare avanti con evidente sforzo, cercando di non dare a vedere questa sua debolezza. Poi voltarono all'improvviso in una stradina che si inerpicava per una collinetta dove erano arroccate delle case, così stretta che ci passava un solo cavallo per volta. Infine scesero lungo un pendio, uscendo dalla stradina e inoltrandosi per un campo erboso. Si fermarono all'ombra di un albero. Aixela si voltò e vide il villaggio dietro a sé. Era abbastanza distante, pur se poteva ancora distinguere le persone. Poi guardò di nuovo l'albero e i suoi occhi andarono istintivamente a terra. Appena posò lo sguardo sul prato sottostante venne colta da un brivido che le fece gemere. Guardò Ashling e la vide con le lacrime agl occhi che indicava il terreno: «Siamo arrivate.»
  3. Secondo me Wolf sta cercando di emulare Spoilermon...
  4. Il piano è folle. Su questo sono tutti d'accordo. Ma sono anche concordi nel fatto che è l'unica soluzione possibile. Phil è d'accordo e così anche David e i due uomini. Lo Shuttle sarebbe dovuto ripartire tra pochi giorni con un carico clandestino di una Corporazione. Ma sanno che nessuno si lamenterà nel vederlo perso. E' bastato infatti dare una rapida occhiata ail materiale da imparcare pe rcapire che non era altro che una scusa per far vedere che vi era ancora attività in quei palazzi ormai svuotati di tutti i pezzi grossi. Vengono presi gli ultimi accordi. David stesso verrà a prelevarli tutti con il suo camion, nascondendoli tra la merce. Poi sarà solo questione di imbarcarli, di partire... e di sopravvivere all'atterraggio, sempre che atterraggio si possa chiamare. La riunione è sciolta. Phil e David si fermano un po' con Burton per un altro bicchierino e per parlare un po'. Forse passeranno la notte nella base. Ma a Paul questo non interessa. Non ha neanche intenzione di andare a dormire. Venus già lo aspetta nel letto, lo sa. E se non la raggiungerà tra poco lei si preccuperà. Almeno entrambi sanno che Sheila già è nella stanza di Mike oppure oltre alla preoccupazione sarebbe subentrata anche una bella dose di gelosia. Prende una moto dal garage e sfreccia fuori dalla base. Di nuovo il vento sul suo viso, l'aria che lo purifica da tutti i pensieri, l'asfalto che scorre veloce sotto le sue ruote. Tutte cose che pensava di aver dimenticato e di non poter più riprovare. Non ce la faceva più a stare chiuso in un posto, ad organizzare piani di battaglia. E' un uomo di azione, ma anche nella sua carriera di killer a fianco di Sheila ha sempre avuto la compagnia della sua moto e quella libertà che tanti non potevano avere, chiusi come erano in torri di vetro e acciaio. Piega verso destra e si dirige verso la città. Razionalmente sa che tornare in città significa rischiare. E' un ricercato. Tutte le corporazioni lo vogliono e lo vuole anche questa società segreta che sta organizzando tutto per preopararsi alla fine del mondo. Come si chiamano? Gli Shemsu-Hor, i Seguaci di Horus. E lui, con quel tatuaggio, è stato visto come uno di loro, un rinnegato da uccidere. Be', stavolta vedremo chi è il rinnegato! Accelera ulteriormente, gli alberi che si rizzano ai lati, gli corrono accanto e il buio se li inghiotte come se fossero fantasmi della strada. In lontananza le luci della città si fanno sempre più vicine. Stasera berrà una vodka. Oppure andrà a trovare Remy De La Rose... e chiuderà una volta per tutte il conto.
  5. 1- Spero fosse una battuta. 2- Mi piace vedere i giocatori che si divertono, dopotutto è questo lo spirito del gioco.
  6. Preferisco fare il Master perché adoro inventare delle storie e vederle vivere dai personaggi, muovendosi in un mondo che ho creato io e che loro sentono come vero.
  7. Non ho detto "togliamo i dadi", in quanto in questo modo, come hai detto tu, non è Gioco di Ruolo, ma Teatro o Cinema. Dico semplicemente che preferisco dare una parte maggiore all'inerpretazione ed alla trama piuttosto che ad una serie di combattimenti e scontri. Poco mi importa che il personaggio abbia mille anni o due giorni... basta che lo sai interpretare.
  8. Buffy mi fa schifo. Inoltre io sono uno di quelli che l'RPG lo porta sempre e solo verso l'interpretazione (testimoni tutti quelli del forum che sanno che ho abbandonato D&D proprio perché era troppo PP per i mieigusti), quindi non mi ritengo uno di quei teenager che rovina l'RPG (o non avrei findato neanche il Sindacato delle Mantidi Religiose Scomunicate). Inoltre... ormai non credo di essere più di tanto un teenager.
  9. Era una giornata come tutte le altre, Peter. Nulla poteva presagire quello che sarebbe successo. Al lavoro tutto andava uno schifo, come al solito. Mio cugino non sarebbe uscito e quindi mi ritrovavo da solo senza fare niente. Così, una volta uscito dall'ufficio, mi prese la mia solita voglia di "non ritorno", quella sensazione di voler restare fuori di casa, di non rientrare. Mi capitava spesso anche prima di avere i poteri. Non so cosa sia. E' come se rientrassi in un luogo che non sento mio ed in cui sono a disagio. Eppure non posso dire di avere una brutta famiglia. Ma stavolta non avevo bisogno di qualche amico con cui uscire, di andare a trovare mia nonna o qualche parente, pur di non tornare. Mi è bastato prendere il mio costume nel mio solito zaino e arrampicarmi di nascosto nel buio di un vicolo. Arrivato sul tetto, ho appeso lo zaino con i miei vestiti sopra un traliccio dell'energia elettrica e mi sono gettato per le vie della mia periferia. La mia mente sembrava liberarsi di nuovo da tutti i problemi e da tutto lo stress accumulato. L'aria che mi arrivava in faccia, pur se coperta dalla maschera, mi dava una sensazione di fresca libertà. Finché non notai qualcosa in basso, proprio sotto il palazzo su cui ero atterrato. Una ragazza era stata messa all'angolo da due individui. Non poteva strillare per la minaccia di un coltello alla sua gola e quindi osservava con terrore la gonna che le veniva alzata a le camicetta che si apriva sotto delle mani affamate. Non capii cosa mi successe. So solo che scesi immediatamente a terra e afferrai quello che teneva il coltello per il collo, alzandolo da terra, solo per poi sbatterlo sul muro con tutta la mia forza. Non mi fermai nemmeno a sentire il sinistro suono bagnato di qualche osso che si rompeva. Presi l'altro e gli diedi un pugno sul mento, sentendo chiaramente la mascella che si spezzava. Ma non ero soddisfatto. Prima che cadesse a terra, lo afferrai per il giacchetto e lo riempii di pugni, finché la sua faccia non divenne una maschera di sangue. Solo allora lo gettai a terra e alzai di peso l'altro, pronto per riservargli lo stesso trattamento. Invece mi fermai nel vederlo svenuto. Guardai gli occhi della ragazza davanti a me e vi lessi gratitudine, mista però ad una paura che non comprendevo e che solo dopo compresi essere paura di me. Lasciai cadere a terra quell'ammasso di carne e li legai entrambi con delle ragnatele. Usando il cellulare di uno dei due, chiamai la polizia. Aspettai che arrivasse con lei tra le mie braccia, consolandola e chiedendole scusa per quella violenza. Poi le sirene blu si avvicinarono. Rimasi con lei per spiegare tutto alla polizia, ma gli agenti non fecero altro che puntarmi la pistola addosso. Ed io scappai sul tetto, arrampicandomi sul muro per poi lanciarmi lungo le strade, volteggiando ancora per la mia periferia, ma senza quel sollievo dell'aria in faccia. Mi rendevo conto che non mi sarei fermato... e che quei due li avrei volentieri uccisi.
  10. Non l'ho ancora visto, ma ne ho solo sentito parlare. Però tutti quelli che Alamon Riogel vede come difetti per me sono dei pregi. Dopotutto, come giustamente ricorda Stratos, de gustibus non disputandum est. Io ADORO Anne Rice e adoro tutte le sue creazioni. Inoltre devo dire che Dracula a me non è mai piaciuto (sia il libro che i vari film) e che la mia visione del vampiro è molto simile proprio a quella della Rice. Dopotutto son gusti, no?
  11. Ispirato al Topic "Lezioni di disegno", ecco il posto dove scambiarsi consigli e pareri su come scrivere racconti, romanzi, sceneggiature e tutto ciò che ha a vedere con la narrativa. E' un Topic in cui gli (aspiranti) scrittori potranno insegnare ai novizi le tecniche che usano per produrre le prorpie storie e scambiarsi tra di loro "trucchi". Fatevi sotto!
  12. Wolf, qui penso che dovresti continuare tu, visto che conosci il personaggio del pilota.
  13. Mi autocito... Ora la Paladina è di 9°... e ancora non ha incantesimi di livello 0!
  14. Ciao Peter. Oggi sono appena tornato da Palermo e non avevo proprio voglia. Domani c'è uno sciopero dei mezzi di trasporto, aerei compresi... ed io speravo che ci fosse anche oggi. Mi era anche venuto in mente di mettermi in malattia e rimanere lì, ma ormai sono qui a Roma. Ogni tanto penso a cosa fare quando mi trasferirò laggiù, in quell'isola. Ci sono un sacco di problemi e qualcuno di essi mi dice anche di smettere questa mia carriera supereroistica. Sarebbe un po' strano se il mio trasferimento coincidesse con l'apparizione dell'Uomo Ragno a Palermo e la sua conseguente scomparsa da Roma. Non credo ci metterebbero tanto a capire che sono io. Sto pensando seriamente a cosa fare. Forse sarebbe meglio smettere per un po', per far credere a tutti che sono scomparso e poi riapparire qualche mese dopo il mio trasferimento. Ma la domanda è: riuscirò a starmene con le mani in mano per tutto questo tempo? A volte ho paura che non sia l'uomo a riempire la maschera, ma la maschera a riempire l'uomo. Ho bisogno di essere l'Uomo Ragno. Non so ancora se per il bagno di folla e celebrità o se per salvare vite innocenti. Non lo so. Ammetto di non sopportare le ingiustizie e di darmi da fare appena ne vedo una, ma ammetto anche che molte volte indosso il costume per semplice sfogo e per farmi notare, per godere del mio quarto d'ora di celebrità. E' giusto? Non lo è? Intanto mi piace pensare che questo sfoggio di fama fa in modo che molta gente stia meglio, sia venendo salvata che prendendo ispirazione da me. Forse è solo un modo per mettermi l'anima in pace... ma almeno per il momento funziona. Eppure ogni volta che sento al telegiornale la notizia di un omicidio o di un crimine, mi sento in colpa per non essere potuto intervenire, pur se magari era in un'altra città. Lo so che non posso essere dappertutto. Forse neanche Superman potrebbe... ed io sono ben poco in confronto a lui. Ma il senso di colpa c'è e non riesco a mandarlo via. Per stasera non ho programmi. Penso proprio che me ne andrò a farmi due volteggiate in centro. Ho bisogno di librarmi tra i palazzi, di arrampicarmi su muri antichi. Ho bisogno di me. O della maschera?
  15. Per chi pensava che la fantasia e il sentimento ormai fossero stati tutti narrati in centinaia di migliaia di film, ecco un film che butta giù altre barriere di immaginazione. Una storia piena di fantasia e di insegnamenti, che fa riflettere, commuovere, volare... tutto! Da vedere, ve lo giuro!
  16. Joram Rosebringer

    Cyberpunk d20

    La cosa mi rincuora... anche se credo che nessuna ambientazione in stile Cyberpunk possa essere compatibile con il d20 System per avere un minimo di credibilità (non ce lo vedo un nomade ricevere una missilata di un carro armato e dire "mi ha tolto solo 76 punti ferita... me ne rimangono ancora 34").
  17. Ecco il Topic che era già stato aperto (e mai utilizzato) per i commenti ai vari Topic de "la nostra storia". Dateci sotto... e non fategli fare la fine dell'altro!
  18. Ho un mal di schiena allucinante, Peter. Mi sono svegliato ieri mattina con il torcicollo e, oltre alle solite imprecazioni di rito, mi sono ritrovato a ridere al pensiero di essere un supereroe con problemi muscolari. Ma, naturalmente, non potevo passarla liscia. E così mi sono ritrovato proprio ieri sera a dover scappare letteralmente di casa. Ero appena tornato dal lavoro, felice per aver finalmente concluso una giornata noiosa e pesante. Stavo aspettando i miei parenti per il compleanno di mio fratello. Alla televisione scorreva il solito telegiornale e l'unica notizia un po' diversa era quella di una sorta di Lupo Mannaro avvistato in Veneto. Normalmente avrei riso nel sentirla, invece mi sono ritrovato a pensare che forse non ero poi così solo come pensavo. E devo dire che la cosa, invece di farmi piacere, mi ha dato un po' fastidio. Finora ero l'unico supereroe, l'unico essere speciale nel mondo. Mi hanno dedicato intere trasmissioni e approfondimenti, come se fossi un UFO. Invece mi sono ritrovato a fissare le immagini fugaci di un essere che poteva essere mio rivale, un rivale a livello di fama e di unicità al momento. Un brivido di paura mi percorse la schiena al solo pensiero di incontrarlo. Finora ho solo combattuto criminali normali, gente che al mio confronto non è nulla, quindi il sapere che vi sono altri come me, oltre al fastidio che ho detto, mi intimorisce. Per la prima volta da quando ho questi poteri, ho avuto paura di morire ucciso da uno di loro. Stavo proprio pensando a questo, quando ho sentito un urlo provenire da fuori. Nel mio quartiere non è una cosa nuova, visto che tutti strillano per le minima cosa, compreso un semplice cane che fa i suoi bisogni un metro più in là rispetto a dove dovrebbe. Ma quello aveva qualcosa di particolare, di disperato. Con una scusa banale quanto quella di scendere un attimo a comprare le sigarette, sono sce so di corsa dal portone, solo per poi entrare nella chiesa e nascondermi tra le travi del suo soffito alto per cambiarmi. Ancora ora penso che mi sarebbe proprio piaciuto vedere la faccia dlele due vecchiette che mi hanno visto volteggiare fuori dal portone, rasentandole di pochi centimetri. Ho raggiunto l'origine delle grida quasi subito e mi sono accorto che c'era una macchina che stava andando a fuoco. Io odio il fuoco. Non mi sono mai imparato a stirare, nonostante sapessi fare tutte le altre faccende domestiche, proprio per la paura di scottarmi con il ferro. Eppure mi sono ritrovato a strappare quello sportello come se fosse di carta, sorprendondomi ancora uan volta delle mia capacità, tirando fuori un uomo che aveva gli occhi di un bambino impaurito. Eppure c'era qualcosa che non mi quadrava. Quella macchina non aveva motivo per andare a fuoco. Nessun incidente. Niente. Solo questo fuoco che incombeva. Fu proprio questo sospetto a salvarmi da una siringa che quell'uomo stava per piantarmi in un braccio. Ed allora capii che avevano inscenato l'incidente proprio per farmi accorrere. Liquidai la cosa con un pugno ben assestato che lo mandò a terra privo di sensi. E fu allora che delle macchine mi circondarono, vomitando uomini che avevano le pistole puntate contro di me. Finalmente si erano fatti vivi e volevano scoprire chi ero e come utilizzarmi. Uno di loro mi parlò di un affare vantaggioso se li avessi ascoltati. Ma non sentivo nulla. Volevo solo fuggire. I muscoli tirati del collo si fecero sentire ancora, dicendomi che non potevo rischiare di sforzarli troppo. Il mio istinto mi urlava di andarmene. E diedi ascolto all'istinto. Lanciai una ragnatela verso il campanile della chiesa e mi issai con tutta la forza e la velocità che potevo, schizzando via in un batter d'occhio. Come immaginavo, non potevano mettersi a sparare in una zona affolata e di solito calma come quella. Proprio sopra il campanile, rimasi per qualche minuto ad osservare se mi avevano seguito o no. Poi, una volta sceso in chiesa per riprendermi i vestiti, per sicurezza volteggiai per qualche palazzo, fino a rifugiarmi in un prato buio: il Campo Gioia. Lì mi cambiai e tornai a casa a piedi, sotto lo sguardo severo dei miei genitori. Purtroppo loro non sanno chi sono e queste cose ogni tanto le dovrò ancora subire. Ma intanto mi subisco questo mal di schiena allucinante.
  19. Salve diario... ti dispiace se ti chiamo Peter? Sei il mio unico confidente e poi se tu fossi veramente Peter potresti capirmi, avendo il mio stesso dono e la mia stessa maledizione. Sai, mi considero un supereroe felice. Ho questi poteri che non posso rivelare a nessuno e so che li devo mettere al servizio di chi ha bisogno. Ma non è un obbligo. E' una scelta. Non riuscii a salvare una ragazza perché ero normale ed ora che non lo sono e posso farlo non devo tirarmi indietro. Oggi non sono andato con i miei colleghi in pausa pranzo. Ho approfittato della venuta dell'inverno per mettermi il costume sotto i miei vestiti, come farebbe un supereroe. Poi ieri l'ho lavato e quindi non puzza più. Ma fa un caldo pazzesco! Il fatto che sono uno che non soffre il freddo mi ha agevolato. Nel vedermi solo con la mia maglietta e senza giacca, mi hanno solo preso in giro per la mia "invulnerabilità" al freddo, senza sospettare nulla. La mia passione smodata per l'Uomo Ragno dei fumetti poi mi rende un insospettabile: come per la lettera di Sherlock Holmes, non si aspetterebbero mai che il vero Uomo Ragno sia chi desiderava da sempre esserlo. Comunque, dicevo che non sono andato con loro in pausa pranzo. Salendo le scale di uno dei palazzi fino al tetto, mi sono cambiato e sono uscito a volteggiare un po', senza aspettarmi di salvare qualcuno, visto che la zona è abbastanza tranquilla e piena solo di uffici. Quindi mi sono aggrappato sul lato della locomotiva del primo treno che passava e mi sono diretto verso il mio quartiere. Avevo voglia di farmi vedere, di osservare la gente che mi indica e acclama. E così è stato. Mi sono fatto il mio bagno di folla, facendo acrobazie in aria solo per il piacere di farle e di farmi vedere, poi sono tornato alla stazione, aggrappandomi ad un treno per il ritorno. E' stato allora che ho visto un bambino nomade attraversare i binari. Già ne era rimasto ucciso uno non troppo tempo fa... e non avevo intenzione che la storia si ripetesse. Ho lanciato una tela al primo palo e mi sono lanciato davanti al treno che cominciava a frenare. L'ho afferrato al volo e portato in salvo ai lati della ferrovia. Ho guardato il suo volto impaurito e grato e ho capito che pur se mi stancherò nel fare questo, pur se mi faranno male i muscoli alla fine della giornata, pur se i dolori rimarranno per settimane... gli sguardi e le lacrime di gioia rimarranno sempre più a lungo.
  20. Be', dopo aver acquisito dei poteri potresti anche cambiare, no?
  21. I cavalli proseguivano lungo il sentiero. Aixela si chiese se la sua compagna avesse gettato una sorta di incantesimo di protezione su di loro perché non vennero mai attaccati da nessuno. Persino gli animali feroci che si potevano nascondere tra gli alberi sembravano spariti. Le sembrava tutto troppo simile al suo arrivo in quell'isola: c'era calma... troppa calma. Guardando alla sua sinistra per osservare il paesaggio montano in lontananza, lanciava ogni tanto delle occhiate ad Ashling. La vedeva sempre più tesa ad ogni metro che facevano. Eppure davanti a loro non c'era nulla, solo il sentiero che proseguiva costeggiando gli alberi alla sua destra, mentre una pianura immensa si stendeva dalla parte opposta. Alle loro spalle si erano lasciate il villaggio in cui avevano alloggiato per una notte. Eppure lei stessa percepiva qualcosa in quel paesaggio. Le dava una senzazione di già visto, di un luogo in cui era stata tempo addietro, ma che in quel momento non riusciva a ricordare. Le venne da pensare che forse nel suo peregrinare era passata in quei posti. Dopotutto, dopo che avevano lasciato l'isola, erano apparsi in un posto che lei non aveva riconosciuto, quindi poteva trovarsi in qualsiasi parte del mondo, forse uno in cui era stata. Istintivamente guardò di nuovo Ashling e non credette ai suoi occhi. Pur se aveva girato la testa dalla parte opposta si accorse che stava piangendo.
  22. Senti chi parla! (Stiamo degenerando? ) Tranquillla, non lo avevo preso come commento acido...
×
×
  • Crea nuovo...