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La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Be', a dir la verità in testa ho in mente anche la fine di tutta la storia. -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Se volete in MP vi mando i dettagli sul perché vi erano così poche guardie. -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Che significa? -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Scritto di getto ora, quindi chiedo scusa per tutti i vari errori e ripetizioni e altri "orrori" che vi possono essere. -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Paul fissa la finestra con gli occhi di chi sa che tra poco porterà la morte lì dentro. Ma stavolta non saranno i soliti killer a morire, ma sarà la causa della morte di migliaia di innocenti a farlo: la sua Venus. Ricorda quando le diede quel nome, vedendola uscire dall'acqua di una piscina come la famosa Venere di quel pittore tanto famoso, in quel quadro che Remy custodiva tanto gelosamente nel suo salotto, vantandosi di come l'avesse rubato sotto gli occhi dei guardiani di un museo in Italia. Il suo corpo così perfetto le ricordò subito quel dipinto, anche se ammetteva che nessuna venere aveva mai avuto quello sguardo così dolce e sensuale allo stesso tempo come lei. Non seppe mai come si chiamava, ma imparò il suo congome come una triste profezia: Wintertear, lacrima d'inverno. Gliel'avevano dato i suoi genitori adottivi dopo averla trovata che piangeva, abbandonata in un cassonetto come tanti della sua età. La chiamavano solo così, senza mai darle un nome. Ed il primo a darglielo fu proprio lui, come lui fu il primo a cui lei si donò completamente, dandogli involontariamente una sorta di senso di colpa per non essere stata lei la prima per lui. Ma non ricorda di aver mai fatto l'amore altrettanto dolcemente e selvaggiamente come lo ha fatto con lei. Ed ora la immagina invece sdraiata su un lettino con decine di tubicini che le percorrono il corpo, dei tubicini che sono la vita per lei, quella lama del rasoio che scinde la vita dalla morte. Paul si scopre a toccare la sua Sword of Avalon nella fondina ascellare. Immagina la canna fredda che si scalderà, un tubo nero che sputerà un fuoco che sarà la morte di lei. E forse anche dell'ultimo pezzo della sua anima tormentata. Sente una mano sulla sua spalla e si gira vedendo Mike, che indica Veela e Eliah: «Ho già parlato con loro. Direi che è meglio che tu non entri dall'ingresso principale, essendo tu il bersaglio. Loro due invece possono entrare e vagare per l'ospedale per fare fuori tutte le possibili sentinelle di guardia. Veela è molto abile, lo sai... e l'hai vista.» Paul annuisce e la guarda, notando che lei distoglie lo sguardo non appena si accorge dei suoi occhi che la squadrano. «Mi sta bene. Ma io entrerò nella camera. Solo io...» «Ed io.» Dice Sheila, uscendo dall'ombra dell'AV del Trauma Team. «Non importa quello che pensi e quello che vuoi, ma non ti lascerò da solo mentre... mentre la... mentre farai quello che devi fare.» Mike sembra non essere d'accordo, ma un'occhiata di Sheila gli fa abbassare la testa, acconsentendo. «Entreremo dall'ascensore che dà alle celle frigorifere sotterranee.» Dice Paul, guardando Sheila e sapendo che un suo rifiuto non avrebbe fatto altro che rinnovare la convinzione di lei «Lei è al primo piano, stanza 179. Conto che Veela e Eliah abbiano sistemato le cose per quando noi saremo su.» «Ma un ascensore è troppo visibile e facile come bersaglio.» Mike scuote la testa. «Noi non saremo nell'ascensore. Ci arrampicheremo lungo i cavi... come sempre.» Un rapido sorriso a Sheila, un sorriso che significa ricordi «Ci metteremo un po', quindi loro due avranno tutto il tempo per fare fuori chi potrebbe ostacolarci... o per dare l'allarme.» Tutti annuiscono. Il piano è pazzo, ma lo sapevano fin dall'inizio, quindi qualsiasi azione ora appare sensata. Paul scende dall'AV e Sheila gli è subito dietro, mentre si portano all'entrata dei sotterranei, armi alla mano. Veela ed Eliah, dopo essersi dati una sistemata per apparire dei semplici nomadi, si avviano con calma verso l'entrata principale. La porta del magazzino cede con facilità estrema. La canna della pistola precede di pochi secondi il viso di Sheila che entra silenziosa, spianando l'arma davanti a sé, il dito sul grilletto pronto a far fuoco. Paul la segue, dirigendosi velocemente verso l'ascensore. Spinge il pulsante, chiamandolo. Un cigolio di cardini ed il rumore di corde che vengono tirate accompagnano la discesa della cabina. Se ricorda bene deve essere un vecchio modello, simile a quelli del ventesimo secolo, quindi privo di sistemi di allarme e di rilevatori volumetrici. La porta si apre, scorrendo pigra sulla propria guida. Due Sword of Avalon vengono riflesse da uno specchio, così come i due volti decisi di Sheila e Paul. Senza aspettare un attimo, lui allunga un braccio e spinge il pulsante numero 19. Le porte iniziazo a scorrere per chiudersi, ma lei è pronta a bloccare quelle esterne lasciando salire la cabina e lasciando davanti a loro un buco nero vuoto, riempito solo dai soliti rumori di cardini e corde tirate che portano l'ascensore fino al piano indicato. Controllando i guanti, Paul si aggrappa ad una corda e comincia ad essere trascinato in alto, seguito da Sheila. Guarda sopra di lui e vede la cabina che continua a salire, mentre i suoi occhi contano le porte che devono passare. Ne passa una. Il piano terra. Ed ecco avvicinarsi al seconda. Il primo piano. La meta. Paul allunga un piede, spingendo il congegno interno per aprire la porta in caso di emergenza. In quel momento la corda si blocca e davanti a lui si apre il primo piano. Con un balzo si getta sul pavimento e rotola rialzandosi con la pistola spianata, mentre Sheila dietro di lui fa la stessa cosa, mettendosi alle sue spalle. Nessuno, neanche un medico, un infermiere... qualcuno. Guarda il numero su una porta: 144. Guarda quella alla sua destra: 143. Si alza in piedi e corre verso sinistra, cercando di fare il meno rumore possibile, il cuore che accellera ad ogni passo e quella pistola che diventa sempre più pesante, alimentata dalla sua coscienza... e forse anche dal suo amore. Tra poco quella pistola farà fuoco per uccidere chi è già morta ma non lo sa, dandole una pace che lui non potrà mai avere. Dopotutto le aveva promesso che non avrebbe mai sofferto, quindi sta per mantenere la sua promessa. Svolta per un corridoio e vede due figure davanti ad una porta. Si appiattisce subito dietro l'angolo. Sheila si affaccia cauta e nota che una delle due figure indica verso di loro. Li hanno visti. Si mettono dietro l'angolo, le pistole pronte a far fuoco, il respiro affannato da quella scarica di adrenalina che precede l'azione. I passi si avvicinano. I cuori accelerano ancora. Poi... due tonfi e due gemiti. Ed ancora due tonfi più sordi e pesanti. Paul si affaccia a vede Veela ritta in piedi sui due corpi che fa un segno con il pollice verso l'alto, sforzandosi di fare anche un'occhiolino. Lui sorride e, rispondendo al segno, ricomincia a correre verso la stanza. Finalmente... 179. Sheila si mette a fianco della porta. Veela sull'altro lato, con Eliah che spiana la pistola verso l'entrata. Paul tende una mano verso la maniglia, notando che ha il palmo sudato. Buffo! Ha affrontato centinaia di avversari e non ha mai avuto il palmo sudato. Scuote la testa e gira la manopola. La porta è chiusa. Con movimenti meccanici, prende il silenziatore dalla tasca e lo mette sulla pistola. Poi fa un profondo sospiro e spara un colpo sulla serratura vecchio stile, ringraziando i tagli alla sanità che hanno impedito agli ospedali di modernizzare le proprie strutture. La porta si apre lentamente. Lui entra, affrontando il buio della stanza, guidato solo dalla luce e da quel ricordo di quella sala, un ricordo vecchio, figlio di una visita fuggiasca e silenziosa. Un rumore all'angolo estremo! Immediatamente spiana l'arma davanti a sé, intuendo alle sue spalle lo stesso movimento da parte di Sheila. Il suono continua, incessante. Non capisce cosa sia. O forse non vuol credere che sia quello che sente. Sono singhiozzi. Qualcuno sta piangendo. Con un gesto indica di accendere la luce e Veela esegue. Il lampadario al neon lampeggia per un po', finché decide di rivelare la stanza... ed una figura accucciata in un angolo, rannicchiata su se stessa, in lacrime. Il suo viso è coperto dalle mani. Ma Paul la riconosce lo stesso. E' Venus. E' viva! Lei alza lo sguardo verso i nuovi entrati e le sue lacrime diventano improvvisamente dolci, accompagnandola mentre si alza in piedi per abbracciare Paul, solo per poi ricadere a terra, indebolita. Lui la prende al volo, tenendola tra le sue braccia, mentre l'arma gli cade in terra. Non sa cosa dire, non sa cosa fare, ma gli escono solo queste parole: «Ti hanno fatto del male?» Lei scuote la testa: «Non... non mi hanno fatto niente... ma... ma dicevano che eri morto, che eri un assassino... che non mi saresti più venuto a prendere. Mi hanno tratta bene... troppo bene... come se volessero che non morissi.» La sua voce... la sua splendida voce! Paul vorrebbe dirle mille altre cose, ma sa che c'è poco tempo. Deve pensare ad un modo per uscire con lei. Veela gli si avvicina con uno sguardo strano: «Possiamo uscire dall'entrata principale. Non c'è nessuno qui dentro. Sembra che se ne siano andati tutti.» Sheila la guarda stupita. Non capiva come mai non ci fosse stato nessuno ad impedire una simile intrusione, essendo proprio Venus l'esca per prenderli. Ma, se ci pensa un attimo, ricorda di non aver subito neanche un attacco dal loro ritorno. Tutto stava filando troppo liscio. Paul comprende tutto con un'occhiata. Aiuta Venus ad alzarsi e si avviano verso l'uscita. Mike li vede uscire tutti dall'ingresso principale, camminando tranquillamente, pur se con gli sguardi attenti. Appena salgono sull'AV, nota con piacere che vi è anche la ragazza di Paul e lo aiuta a stenderla sul lettino del mezzo. «E' stanca.» Dice Paul, carezzandole la fronte, mentre la vede dormire serena. «Non so cosa sia successo, ma non le hanno fatto nulla e l'hanno curata alla perfezione.» Poi fa una pausa guardando nel vuoto «Ma sono spariti tutti. Per me sta succedendo qualcosa di grosso. Di troppo grosso. Dobbiamo capire cosa contiene quel chip... a tutti i costi!» Mike annuisce e si riporta alla guida dell'AV, dirigendosi fuori città, mentre Sheila gli si siede accanto. Veela si siede in un angolo, pensosa, mentre Eliah la osserva preoccupato. Nora si avvicina a Venus, poi guarda Paul sorridendogli: «E' proprio bella. E' tua moglie?» «Be'... no...» Poi sorride anche lui e, carezzando i capelli della bimba, le risponde «Sì... lo è... nel mio cuore lo è.» Nora sorride e lo abbraccia alla vita. -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Ho scritto sul supporto hardware di avere un attimo di pazienza. Mi spiace che si sia creata così tanta attesa ma... ecco... non posso postare ancora pe run po' per via di... problemi ai polsi. -
No, no, andate pure avanti voi. Per la casa anche fate voi. Sappiate solo che è in aperta campagna, abbastanza isolata dal resto del mondo.
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dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Sì, praticamente è un CD doppio a prezzo di uno. Anzi un CD e mezzo al prezzo di uno. Infatti io non vedo molto clamore in questa cosa. E neanche Biagio che nel CD stesso spiega le motivazioni e dice semplicemente che lo ha fatto per mettere tutti i brani che aveva in testa su CD senza doverli scartare, ma non per questo facendo pagare di più quello che faceva. -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Comunque, anche se molit lo odieranno o lo considereranno troppo commerciale e/o banale, ascoltatevi "Santa Fe" di Jon Bon Jovi, contenuta nell'album solista "Blaze of Glory / Young Guns II". E ascoltatela con il testo alla mano. -
La nostra storia...supporto hardware
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di daermon in Prosa e Poesia
Se vuoi te ne presto un po' della mia... -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Già, le prime otto canzoni in un CD e le altre otto (se sono otto) in un altro: le due parti sono a metà prezzo, quindi alla fine si hanno due CD al costo di uno. -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Grande! 8) -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Ok... come al solito vado un po' fuori tema rispetto ai gusti che ci sono qui dentro, ma vorrei segnalare che per Ottobre - Novembre sono rpeviste queste uscite: - Nuovo album degli U2, il quale, a detta di Bono, sarà un album molto chitarristico e "cattivo". - Cofanetto speciale per i venti anni dei Bon Jovi. - Seconda parte del nuovo album di Biagio Antonacci E mi hanno regalato i biglietti per andare a vedere Renato Zero all'Olimpico di Roma il 24 Giugno! -
La nostra storia...supporto hardware
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di daermon in Prosa e Poesia
Chiedo ancora un po' di pazienza per la storia Cyberpunk. Grazie. -
La nostra storia...supporto hardware
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di daermon in Prosa e Poesia
domani dovrebbe essere pronto... -
La nostra storia...supporto hardware
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di daermon in Prosa e Poesia
Ho notato che manca una descrizione più dettagliata dei nostri poersonaggi in Cyberpunk, almeno un punto di riferimento per poterli usare senza fare gaffe. Che ne dite di metterli qui? -
La porta si aprì con uno scatto secco, seguita dalle urla di una bambina che disegnavano geometrie canore di gioia nell’aria, seguite dagli occhi dell’uomo che sembravano catturarne con il sorriso tutta la loro potenza. La sua veste tipica da mago strisciava in terra, rendendo ancora più logori gli orli che una volta dovevano essere finemente lavorati e ricchi. Sembrava che i suoi vestiti, così come la sua persona, avessero sofferto lunghissimi anni. Ma sembrava anche che questa sofferenza indicibile fosse finita proprio quel giorno. Prese in braccio la bimba, carezzandone le piccole macchie che aveva sulle spalle. «Sei speciale, lo sai piccola mia? E non solo per questi segni.» Gli baciò un braccetto e lei sorrise imbarazzata e felice, abbracciando la grossa testa «Già… sei proprio speciale, Aixela.» In quel momento l’uomo si girò, come se vi fosse stato un rumore, ma non vide nulla. Sturmir non capiva come poteva non vederlo, stando proprio dritto di fronte la suo sguardo indagatore, ma sognante. Si guardò le mani, i piedi, il corpo per assicurarsi che non fosse invisibile. Poi guardò Lirian che lo osservava con stupore e respirò sollevato nel sapere che lei lo vedeva e che quindi anche gli altri lo potevano vedere. Ma perché l’uomo non l’aveva visto? Dopotutto solo Ariaston qui dentro poteva nascondersi nelle ombre. Invece lui era solo un nano che aveva scelto la strada del mago. Guardò l’elfo e vide che anche lui era rimasto stupito nel sentire l’uomo chiamare per nome la bambina. Guardò gli altri e vide anche loro con la stessa espressione, gli occhi fissi su quell’uomo che girava per casa giocando con quella che doveva essere le figlia, ridendo e scherzandoci. Ma due occhi invece non guardavano l’uomo. Guardavano un punto a terra, un punto vuoto, privo di ogni attrattiva. E questi occhi erano gli occhi di Perenor. Lirian gli si avvicinò in silenzio e gli chiese che cosa aveva, ma prima che lui potesse dire qualcosa, se ne accorse da sola. In quel punto vi erano i corpi di Aixela e Trebor. Ora invece non vi erano più, sostituiti dal semplice pavimento privo di ogni macchia di sangue. Anche Ariaston si accorse della cosa ed il suo sguardo cominciò a passare per tutta casa, notando con stupore che non era più quella sorta di baracca abbandonata in cui erano stata teleportati, ma era una bellissima casa arredata alla perfezione, con sedie in stile nanico e mobili in stile elfico che contrastavano creando una bella sensazione. Nella confusione soltanto Lirian si accorse che la piccola elfa era sparita. Stava per avvertire gli altri, quando un rumore li fece girare tutti. L’uomo aveva aperto un passaggio dietro una libreria e stava scendendo le scale, parlando alla piccola che teneva in braccio. Le diceva che presto avrebbero rivisto la mamma e che finalmente l’avrebbero potuta abbracciare, una volta svegliata dal suo lungo sonno. Il kender fu il primo a infilarsi nel passaggio. Gli altri entrarono più per evitare che potesse far danni che per curiosità. Le scale scendevano lente verso una stanza scavata nella roccia. Era una stanza spoglia di ogni ornamento se non di alcune torce che la illuminavano, le fiamme che si scuotevano pigre. Al centro vi era una sorta di altare, attrezzato come se fosse un letto. E sopra il letto riposava una donna bellissima. «Ma questa qui è morta!» Urlò il kender, tappandosi il naso come se il cadavere puzzasse. Sturmir lo raggiunse e, trattenendosi dall’usare l’ascia, lo portò via da vicino l’altare, guardando verso l’uomo che carezzava la fronte di quella donna, mentre la bimba in braccio a lui le sorrideva, felice che presto le avrebbe potuto parlare. Il gruppo si fermò sulla sogli della stanza, la mano di Sturmir che tappava la bocca del kender che si dimenava, solo per poi arrendersi afflitto. Ariaston cominciò a ricordare quello che le aveva detto Aixela sotto quell’albero, durante il loro primo vero incontro in quel villaggio in cui erano stati attaccati ed in cui tutto questo era iniziato. Erano delle sensazioni, dei ricordi che gli sfuggivano, ma sentiva di aver già sentito parlare di questa scena. Ma ora non poteva far altro che guardare. Davanti a lui, l’uomo posò in terra la piccola, dandole un bacio sulla fronte. Poi la accompagnò mano nella mano proprio dove era il gruppo, poco distante da loro. Infine si riportò sull’altare, poggiandoci le mani, come se volesse riprendere le forze o farsi coraggio. «Una volta mi avevi detto che non importava se fossi morta per dare alla luce la nostra bimba, perché sarebbe stato stupendo poter dare la vita per donarla a chi si ama.» La sua voce era rotta, ma la mantenne calma «Ora ho imparato la lezione. E grazie alla mia vita, tu tornerai con noi.» Si staccò dall’altare e si allontanò di un passo. Un sospiro profondo e poi le mani cominciarono a muoversi, le parole a fuoriuscire in una cantilena che subito Sturmir riconobbe come un incantesimo, anche se non riusciva a comprenderne il significato. L’aria si permeò di luminosità soffusa. La terra sembrava gemere. E le mani del dell’uomo cominciarono a distendersi verso il corpo della donna sull’altare. Ariaston poteva vedere i suoi occhi chiusi, concentrati nell’incantesimo, una concentrazione che era data dall’Amore e dalla speranza. Poi quegli stessi occhi si spalancarono per il terrore, guardando fissi verso il gruppo. Sturmir lasciò subito andare il kender, mettendosi sulla difensiva, ascia alla mano e incantesimi in mente. Ariaston tirò fuori la daga e Perenor coprì Lirian… solo per accorgersi che non era più lì. Ma che stava succedendo? Perché tutti sparivano? «Ehi… brilla come Aixela e forse è per questo che si chiama uguale, dopotutto se fosse stata barbuta come te si sarebbe chiamata Sturmir… be’, avrebbe dovuto essere anche brutta per chiamarsi così, ma credo che la barba sia una ragione sufficiente per far diventare brutta una bambina, a meno che non sia nana. E se fosse stata pallida forse si sarebbe chiamata Ariaston. E se fosse stata bella come me si sarebbe chiamata Garfuss. E se fosse stata…» La mano del nano tappò di nuovo la bocca del kender, mentre gli occhi guardavano lo stesso punto che guardava quell’uomo e che ormai stavano fissando tutti: la bambina davanti a loro aveva i segni sulle spalle che le brillavano di una luce intensissima. Poi anche gli occhi presero a brillare. Finché tutta la figura emanava una luce calda e soffusa. Era una luce accogliente, invitante che non feriva gli occhi. Rilassava i sensi, donava la pace. Ma non nell’uomo. Dalla sua bocca uscì un urlo angosciante, l’urlo di chi sta soffrendo le pene dell’inferno e allo stesso tempo ha perso la cosa più cara che aveva al mondo. Era un urlo intenso, doloroso, che faceva male solo a sentirlo. Ed intanto la figura cominciava a deperire, invecchiando sempre di più sotto gli occhi stupiti di tutti. Un raggio di luce partì dalla piccola e andò a colpire l’uomo, straziandolo ancora di più mentre dalle sue mani un raggio dello stesso colore finiva sul corpo della donna sull’altare. Poi la donna aprì gli occhi. Si mosse, girando la testa verso la piccola che era in preda ad una sorta di estasi. L’urlo dell’uomo divenne per un attimo un fievole sorriso, che poi si trasformò in un’espressione di terrore quando vide che la donna cominciava a bruciare di una luce blu, consumandola lentamente tra atroci grida di sofferenza e disperazione. Poi la luce si fece accecante e tutti quanti si coprirono gli occhi. «C’è puzza di cane alla griglia.» Disse il kender, annusando la donna sull’altare, distorta in una posizione grottesca e completamente bruciata. Ariaston si mosse per primo, guardando dietro quel letto rituale e trovando l’uomo completamente avvizzito e privo di vita. Alle sue spalle giunse Lirian. Senza dire niente si inginocchiò accanto al corpo senza vita e gli sollevò la testa. «Poverina.» Disse, guardando il corpo con un’espressione triste. Poi alzò la testa diq uel corpo avvizzito e la baciò sulle labbra. Ariaston ebbe un fremito e il suo stomaco sembrava volersi ribellare. Il kender guardava la scena con un misto di attrazione e repulsione. Poi, quell’uomo avvizzito lasciò il posto ad una splendida ragazza dai capelli rossi e lunghi, vestita di una camicia viola e di pantaloni di cuoio. Al suo fianco pendeva la Lama Perfetta dei Cavalieri di Jamalièl. L’elfo si girò immediatamente verso la bambina e vide invece la piccola elfa con i tatuaggi sulle tempie che andavano piano piano spegnendosi, mentre si guardava intorno con l’aria di chi avesse appena vissuto un sogno. E sull’altare vi era il corpo di Trebor, privo di respiro e privo di vita, ma libero da tutte le orrende ferite che gli erano state inflitte. Sembrava riposare sereno e la sua vista tranquillizzò tutti i compagni, mentre Aixela si alzò in piedi, fissando Lirian senza capire. Intorno la sala era piena di ragnatele, priva di quello splendore che le torce le avevano dato fino a poco tempo prima. Le uniche luci provenivano dall’entrata, che lasciava filtrare la maestosa luce del sole, e dalle spalle della ragazza. «Va tutto bene… va tutto bene…» Le diceva Lirian, abbracciandola sul fianco. «Sei a casa.» «Lo so… ma ho fatto uno strano sogno… veramente strano. Ho sognato la morte di mio padre.» Guardò Trebor e il suo volto, seppur sorpreso nel vederlo privo di ferite, si accese in un sorriso. Poi abbracciò Lirian e pianse.
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dnd 3e Due risate con D&D
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di dyrn in Dungeons & Dragons
No, il mago studia la formula e, una volta imparata, la lancia fino ad esaurimento punti mana. Esempio: può lanciare "muro di ghiaccio" fino ad esaurimento si energia, avendolo imparato. Lo Stregone invece non lancia "muro di ghiaccio", ma evoca dell'acqua, la spinge verso l'altro e poi con un vento gelido la ghiaccia, in quanto lo stregone ha un controllo della magia innato e non dato dallo studio. Ma di questo parliamone sul Topic dedicato a dun altro sistema di magia. -
dnd 3e Classi di Prestigio?
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Tahir Al-Nadir in Dungeons & Dragons
No, io stavo aprlando di eroi letterari e di come quelli maledetti attirino di più la gente e siano più belli da interpretare. -
dnd 3e Due risate con D&D
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di dyrn in Dungeons & Dragons
Conoscendo il master... direi perché Bastard Inside... dopotutto non ha fatto lanciare l'elfo dell'acqua contro l'angelo infuocato! -
dnd 3e Due risate con D&D
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di dyrn in Dungeons & Dragons
Nessuno nel gruppo ha una cavallo! -
dnd 3e Classi di Prestigio?
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Tahir Al-Nadir in Dungeons & Dragons
L'eroe per me deve essere "maledetto". Un eroe che ha vita facile e che è bello buono e bravo è tropoo banale e, a parer mio, non è un eroe perché non affronta se stesso, ovvero l'avversario più temibile. -
dnd 3e Classi di Prestigio?
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Tahir Al-Nadir in Dungeons & Dragons
Tojnar... lo so che non c'entra nulla... ma il tuo nuovo Avatar è (il mitico superbo superlativo fantastico meraviglioso) Spawn? -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Raggiunti gli accordi tra me e daermon. Posterà lui la prima parte ed io la seconda... e ne vedrete delle belle... 8) -
Ehm... non è esattamente il passato... poi vedrai...