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Joram Rosebringer

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Joram Rosebringer

  1. Vedi tu... ma sappi che tanti (me compreso) non le conoscono bene o non le conosocno affatto.
  2. Be'... parti da quello e vai benissimo.
  3. Be', sono due generi completamente diversi. Ma se la battono alla grande!
  4. E "The Joshua Tree"... ovvero L'Album? 8)
  5. No, il fatto è che è una cosa che ha sorpreso anche me... Anzi ne ha fatti due (uno dei quali doppio: "Oltre").
  6. Sì... ricorda molto gli album dei Pink Floyd. Ma sapete che anche Baglioni ha fatto un Concept Album? (non i picchiate )
  7. A livello di testi infatti è eccelso!
  8. Be'... visto quello che devo fare... no...
  9. Va bene anche quella (dopotutot anche essa si ispira in parte ai libri della Rice).
  10. Niente Van Helsing e Dracula. Quinsi parla di vampiri veri: Lestat De Lioncourt, Armand, Marius... tutti quelli in stile Anne Rice. 8)
  11. La cosa bella è che Joram Nemesi è convinto di essere un "cattivo" e di stare in un gruppo di malvagi, dal momento che, quando hanno lanciato un incantesimo per individuare se lui e Karatsunagi erano buoni, lui e il samurai si sono illuminati, venendo accettati dal gruppo. Ma Joram, convinto di essere cattivo finché non compirà la missione che lo libererà dalla "maledizione", è convinto che si è illuminato perché cattivo e che quindi gli altri lo hanno accettato perché anche loro tendono al male.
  12. Tu... tu mi devi delle spiegazioni!
  13. Trebor era confuso e ferito. Si reggeva il braccio mentre assisteva a tutta la scena. Non ci poteva credere che Aixela fosse impazzita. Non era da lei... era come ubriaca, come se tutte le sue sensazioni si fossero amplificate. Capì in quel momento che tutto quello che lei provava era amplificato: la rabbia verso i predoni ed ora verso di lui. Una rabbia mista a gelosia verso quella ragazza che era aentrata da poco nelle loro vite, sconvolgendole immediatamente. Lui la amava? Non lo sapeva. Da una parte provava qualcosa per lei, ma dall'altrra si chiedeva se non fosse solo un modo per far ingelosire Aixela o, peggio ancora, per sostituire l'amore impossibile che provava per lei con uno possibile. Ma era certo che Aixela doveva provare qualcosa per lei o non avrebbe mai sfogato la sua rabbia in quel modo. E proprio capendo questo, seppe che l'unico modo pe ruscire da lì, se nessun altro avesse avuto in mente nulla, era proprio convincere Aixela a portarli tutti via di lì, magari sfruttando il fatto che Lirian era in pericolo. Oppure qualcuno doveva attingere da lei la magia e sfruttarla per andarsene. Il suo sguardo corse su Sturmir...
  14. In affetti è un po' lento, ma è uno dei miei preferiti. Gli ultimi, nonostante siano bellissimi dal punto di vista tecnico, sembranno più una dimostrazione di bravura tecnica fine a se stessa. Da segnalare in positivo "Misundertood" su "Six degrees of inner turbolence" e al traccia numero 3 (non ricordo il titolo ) di "Train of thought".
  15. Io ancora non so definire un mio preferito, in quanto c'è anche Falling to infinity che mi prende un casino, soprattutto con "Take away my pain" e "Just let me breathe". E adoro "Metropolis part 2: Scenes from a memory" con "The spirit carries on".
  16. Images & Words ha Another Day che è spettacolare, così come Pull Me Under!
  17. Ragazzi... ma quanto è bello il trittico Erotomania - Voices - The Silent Man dei Dream Theater! Ogni volta che la sento rimango estasiato! Come quando sento Change of Season suonata pe rinterno: 25 minuti di musica (con improvvisazioni varie, tipo la siglia dei Simpson eseguita da John Petrucci). 8)
  18. Per non dimenticare
  19. Pace. Mai ti eri sentito così tranquillo. Mai avevi provato una tale sensazione. Mai eri riuscito a scoprire Roma così a fondo. E mai avevi messo così da parte il tuo interesse per le persone. Tranquillità. Le stelle vigilano luminose. Le nuvole fuggono imprecando. La luna sorride sorniona ad esse. La sua luce avvolge seducente la città. Caos. La porta di una discoteca si apre. Tre giovani cominciano a fumare accanto all’uscita. Due passanti chiedono loro altrettante sigarette. Un’attraente ragazza parte con la sua automobile. Fame! Tutte le cose sono lasciate da parte. Tutte le emozioni cancellate totalmente. Solo questo ti resta. Solo questo ti spinge avanti. Fame! Ti attanaglia lo stomaco. Ti annebbia il cervello. Ti ricorda che non puoi aspettare ancora. Fame! E’ la sola cosa che hai. E’ la sola cosa alla quale non vuoi rinunciare. Fame! E’ la sola cosa alla quale non puoi rinunciare! Fame…! La ragazza si alza di scatto dal letto, ansimante, gli occhi che tradiscono il terrore. Accende l’abat-jour e scopre con sollievo di essere nella sua camera: era tutto un sogno, fortunatamente. Si mette a sedere sul bordo per infilarsi ai piedi due tigrotti sorridenti e le pareti cominciano ad ondeggiare, come se fossero liquide. Scuotendo la testa, barcolla a fatica verso il bagno, la testa sul WC e la mano che tiene la fronte. Non succede nulla. Felice per non aver dovuto rigettare, cosa che odia dal profondo del cuore, si appoggia stancamente al lavandino. Lo specchio le restituisce l’immagine di un viso pallido e scavato che lei stessa stenta a riconoscere come il suo. Certa di avere esagerato con l’alcool e curiosa di sapere come ha fatto a tornare a casa in macchina, torna con passo incerto in camera da letto. Una luce viene spenta e due occhi stanchi, che avevano visto ma che non ricordano, si chiudono sotto il tuo sguardo soddisfatto e appagato. Passa quasi un’ora e tu esci da una delle numerose birrerie, contento che la tua fame sia stata fermata sul nascere. Ti allontani e ti lasci ricadere nella tua solita sensazione di pace. Niente potrà disturbarti ancora e distoglierti dall’ascoltare il dolce frusciare dei pini e… il gemito di un barbone che cerca di trovare in se stesso un po’ di caldo, chiudendosi a riccio. Dall’alto della tua potenza lo guardi soffrire e lamentarsi. Hai passato tutta la tua vita ad osservare la gente in tutte le sue sfumature senza occupartene, se non in casi particolari. Hai passato una vita ad evitare ogni tipo di rapporto con un essere umano. Indifferenza: solo questo è quello che provi nei loro confronti, non è vero? Allora perché stai correndo alla tua dimora per prendere una coperta nuova per quel poveraccio? Solo per vedere come reagisce? No, lo fai soltanto perché non vuoi diventare un vero mostro. Lo fai per dimostrare a te stesso che sei ancora umano, dopotutto. Il pover’uomo non ti vede nemmeno. Sente solo due braccia che posano sul suo corpo un piumone molto caldo e accogliente per poi sparire dopo avergli appena sussurrato la buona notte. Un eroe! Ecco come ti senti. Pensi di essere un eroe che ha salvato un innocente dalla morte. Un innocente... sì: come lo eri tu un tempo. Ti ricordi quelle giornate passate su un campo a soddisfare il tuo padrone? E l’aratro che riversava la terra? Ricordi il profumo del fango dopo una notte di tempesta? Tutto questo ora ti appare bello, pieno di vita e di poesia, ma una volta non la pensavi così. Una volta avresti ucciso il tuo superiore per averti dato del lavoro extra. Una volta non ti saresti fermato ad aiutare un povero disgraziato ai margini di una strada che gemeva per il freddo. No, tu non eri come sei ora. Eri un mostro che restituiva a madre e fratelli la violenza che era costretto a subire durante il giorno. Eri il nemico di tutto e di tutti. Credevi che un destino così non l’aveva mai sofferto nessuno e di essere l’uomo più infelice della terra. Tutti erano dei fortunati. Tutti, tranne te! Ma un giorno incontrasti lui. Ti stava osservando da anni. Vedeva come trattavi la gente e come questa trattava te. Voleva darti una lezione e allo stesso tempo aiutarti. Te lo ricordi? Ti ricordi quella notte? Stavi dormendo, quando nella stanza dove eri entra un uomo dai capelli lunghi, neri e fluenti, vestito con un raffinato soprabito di raso blu. Senza neanche una parola, ti prese, ti portò nel bosco lì vicino e ti rese diverso. Ti fece avere una maledizione ancora più grande di quella alla quale eri sottoposto ogni giorno, ma, paradossalmente, diventasti più umano di come eri prima. Ed ora eccoti qui a ricordare questi eventi che sembrano essere successi ieri. Eccoti qui a ricordare che solo ora, anche se in piccola parte, puoi considerarti un uomo, con tutti i pregi ed i difetti che l’esserlo comporta. Un rumore! Passi a centinaia di metri di distanza che risuonano come tamburi per l’aria. Una domanda inutile: ma non si riposano mai? No, non lo fanno... e tu lo sai. Li osservi da anni e non li hai mai visti cambiare. Sono attratti dalla violenza e da tutto ciò che oltrepassa quell’ipocrisia che la società ama chiamare il legale. Tutto, per loro, serve per avere denaro e potere... e sesso. I ragazzi della loro stessa età vengono soltanto usati per avere soldi e come capri espiatori usa e getta. Le ragazze, invece, di qualunque età esse siano, sono solo oggetti che servono per soddisfare le loro voglie morbose, macchine di sesso gratuito che vengono violentate più volte di quante tu ne possa ricordare. Oggetti! Oggetti! Oggetti! Queste parole ti percorrono la mente ad ogni passo. La tua ragazza aveva... quanti anni? Sedici? Diciassette? Diciotto! Aveva diciotto anni. La incontrasti una di quelle notti durante le quali vagavi, distrutto dal dolore, per i campi che una volta, prima di incontrare lui, avevi arato con tanto odio. Lei era lì, sulla riva del fiume, china a raccogliere dell’acqua. Da una casa semi diroccata lì vicino, giungevano implorazioni alla pietà e rumori di percosse. Solo allora ti accorgesti che lei stava piangendo, accompagnando ogni urlo con un singhiozzo sempre più disperato. Fu in quel momento che vedesti sulle sue braccia delicate i segni di quella violenza che tu eri abituato a dare a chi aveva la colpa di volerti troppo bene, la stessa violenza che si sentiva provenire dalla casa dove lei sarebbe dovuta rientrare. La guardasti asciugarsi le lacrime e prendere i due secchi pieni d’acqua. Ma non fece in tempo ad incamminarsi che la prendesti per un braccio, trascinandola via. Ancora oggi pensi che i suoi pugni siano la punizione più dolce che potessi mai desiderare. Ma durarono poco, il tempo di allontanarsi abbastanza da quell’inferno che conoscevi così bene. E da quella notte, lei diventò la tua compagna inseparabile, la creatura che ti giurò amore eterno, facendoti sorridere. Eterno! Se solo avesse sospettato la veridicità di quelle parole sarebbe stata più cauta nel pronunciarle. Ma allora non ci pensavi. Ti bastava vederla ogni notte, starci insieme. Era come se rinascessi ogni volta a nuova vita… Altro sorriso amaro. Come fai soltanto a pensare la parola vita quando lei ti è morta tra le braccia, vittima di cinque ragazzi che volevano divertirsi… anche a quei tempi! Ed ora la storia si sta ripetendo: dei ragazzi hanno raggiunto una loro coetanea e le stanno strappando accuratamente i vestiti. Stolti! Fare questo in tua presenza e proprio ora! Non immaginano minimamente quello che li aspetta durante i prossimi cinque minuti! Le tue magre, ma possenti braccia la posano sul suo letto delicatamente. Quello che è successo stanotte le rimarrà in mente solo come un brutto sogno. Non sa chi l’ha salvata e non lo saprà mai. Dopo aver fatto un profondo sospiro, la copri e vedi il suo volto che si rasserena mentre affonda nel sonno più profondo: sei riuscito a farle dimenticare quello che le é successo. Poco prima di uscire dalla sua stanza, la guardi e sorridi: un’altra vita umana è stata preservata dal destino che sembra attendere tutti gli abitanti del mondo. Li guardi dimenarsi a terra con un’espressione di disgusto e di piacere: dopo che hanno visto quello che puoi fare è strano che non siano svenuti dalla paura. Be’, ora sapranno cos’è veramente la paura! Ora sapranno che tu... hai sonno, tanto tanto sonno. Senza soffermarti ulteriormente su di loro, corri come un folle verso casa. Eccola! Finalmente sei arrivato! Un altro po’ e avresti visto l’alba. Sono secoli che non la vedi. Secoli che non scorgi più il sole farsi strada tra le foglie degli alberi e colpirti dolcemente gli occhi. All’inizio non avevi mai fatto caso alla sua bellezza, alla sua luce e al senso di vitalità che ti dava. Solo dopo che ti è stato proibito di vederla sei riuscito a carpirne tutto il suo splendore. Solo allora hai capito che per te quella luce era molto di più che un fenomeno naturale. Non sai perché, ma una lacrima comincia a scenderti su una guancia, disegnando una sottile striscia rossa. Ti stai commuovendo. Tu, un essere che non prova emozioni, stai piangendo in silenzio. Balle! Essere nel tuo stato non vuol dire essere freddi. Questo pianto è il giusto sfogo per un’immagine che non vedrai mai più. Così, prendendo un fazzoletto ricamato dalla tasca del tuo elegante soprabito, ti asciughi il viso con noncuranza e cerchi di mandare via quei ricordi dalla tua testa. Ce la fai senza sforzarti troppo: ormai sei abituato a questi episodi che ti ossessionano e per questo ti è facile espellerli per poi coricarti sul tuo tristemente spazioso letto. I tuoi occhi si chiudono e cominci ad addormentarti, ma, prima che il sonno ti assalga, ti ritrovi a ricordare questa notte ed a pensare alle vite che hai salvato. Tu, odiato da tutti gli uomini per la tua natura, hai ignorato il sentimento di vendetta che hai verso di loro e li hai salvati molte volte da una morte sicura. E’ stata una bella notte. Una notte come tutte quelle che sono venute e che verranno: senza tramonto e senza alba, ma sempre con la tua presenza affamata e generosa. Mentre ti addormenti, ti soffermi ancora una volta nella tua vita sull’ironia del destino: per più notti di quante tu ne possa ricordare, molte persone hanno dovuto la vita a te, un morto che usa il loro sangue per nutrirsi e non morire di nuovo, un mostro che solo dopo essere diventato un vampiro ha scoperto il significato dell’umanità ed ha lottato per restare tale. I tuoi occhi si chiudono e cominci ad addormentarti. Un silenzio sovrannaturale ti avvolge... Pace...!
  20. Non ti preoccupare, tanto tra un po' ti raggiungeremo e da lì ti aspetteremo.
  21. Otto son uno, come l'albero e le radici. L'Ombra nella notte, viva come la foresta in fiore, cerca la sfida e soffre il passato. L'Esulo della terra, come la terra è piu' forte nel profondo, e guarda la strada. Il viaggiatore mai stanco, come il vento del tempo, porta notizia e scompiglio. L'Angelo e Il Guardiano, il sereno e la tempesta, fendono l'aria ma si racchiudono nel seme. La Sfera di Cristallo, calma come il mare, ma solo se il vento tace. L'Astuto, forte come una roccia, ma in balia della montagna. Il Seguace, novizio della vita, ora di nuovo trova la sua fede e cura il futuro. Al calare dell'ombra e al tornare del vento nero, solo chi combatte cambia gli eventi. Vostra è la scelta, vostro il creato. Ve la ricordate? Be'... ora vi è un nuovo angelo... e chi sarà quello descritto nella profezia? Lirian o Aixela?
  22. «Allora...» Paul si schiarisce la voce. «... prima di dirvi in che pasticcio ci stiamo per buttare... anzi, in che pasticcio siamo tutti, meglio raccontare tutto.» Lancia un'occhiata a Veela, come a volerle dire che quello che sta per raccontare è per rispondere alla sua domanda posta quanche ora addietro «Tempo fa, come Tom può ricordare, ero solo un membro della mia Famiglia. Si facevano le solite cose, nulla di più. Vagare per deserti e boschi con le moto, rapinare i ricchi, saccheggiare qualche dimora, entrare in città per le provviste. Le solite cose, no?» Sorride leggermente, poi torna serio «Finché incontrai Sheila e tra noi cominciò qualcosa... di più.» Guarda Tom, come per dire che gli dispiace «Una sera, io e altri tre blocchiamo una macchina di ricconi. Un lavoretto facile e tanti soldi. Invece questi escono fuori armati di tutto punto e fanno fuori due di noi. Rimango solo io e l'altro. Poi Sheila, arrivata all'improvviso, li fa fuori tutti e due. Mi regala la Sword of Avalon che aveva uno di quei due e si tiene l'altra per lei. Non feci caso al fatto che i cadaveri avevano due tatuaggi con la costellazione di Orione e due simboli egiziani sotto, che Sheila ha scoperto ora avere il significato di due iniziali: S e H.» Tira un profondo sospiro «Come non feci caso che anche il mio tatuaggio e quello di Sheila si vedessero benissimo, essendo estate. Anche noi una costellazione di Orione, ma senza segni strani: solo un simbolo per identificare le stelle sotto cui siamo stati quando avevamo... be'...» Arrossisce «Comunque... passa il tempo. Sheila e io dopo cinque anni, dividiamo le nostre strade. Io trovo una bellissima ragazza e mi innamoro. Ma da quel momento cominciano gli incidenti. Freni che si rompono, macchine che sfrecciano verso di me, sparatorie tra bande che stranamente si rivolgono sul sottoscritto. Finché in una di esse lei viene ferita gravemente e finisce in coma all'ospedale. E da quel momento cercano di uccidermi. Non sapevo chi nè perché. Ma sapevo di non poter più stare allo scoperto e che quindi mi seri dovuto nascondere... ma dovevo pagare l'ospedale per curarla.» Alza lo sguardo verso i presenti, gli occhi che cercano e trovano quelli di Mike «E così sono stato ingaggiato come killer da una corporazione. Ho messo bombe, fatto saltare teste... e solo Dio sa quant'altro.» Si nasconde il volto tra le mani. Poi si calma e riprende «Finché incontro di nuovo Sheila e scopro che stanno tentando di uccidere anche lei. E allora capisco tante cose. E capisco che la mia ragazza all'ospedale la stanno tenendo in vita solo perché aspettano che guarisca e che io vada là a prenderla per uccidermi. Come se non bastasse, nella mia Sword of Avalon trovo questo qui.» Tira fuori un microchip dalla tasca, poi lo rimette nella tasca interna «Non so cosa sia, ma credo che, insieme ai tatuaggi, sia la ragione per cui stiano tentando di ucicdere noi due e chiunque abbia avuto o abbia a che fare con noi.» Si alza in piedi, le mani in tasca. Questo è il momento che non avrebbe mai voluto far arrivare. Il momento in cui deve chiedere, in cui deve far prendere una decisione che potrebbe portare alla morte di questa gente. della sua non si preoccupa: è abituato da anni all'idea di essere un uomo morto che cammina. Guarda Sheila e vede che anche lei ormai non ha nulla da perdere. Si gira di nuovo verso tutti quanti, lanciando una rapida occhiata triste a Veela. «Tutti voi... tutti noi... siamo morti. L'unico modo per tentare di non morire è andare incontro alla morte. Dobbiamo agire ora e subito.» Sospira «Per prima cosa, andiamo a cercare questo Nicholas e vediamo se può aiutarci a capire cosa sia questo chip o a capire i suoi rapporti con Remy e quindi con chi ci vuole uccidere. Poi andiamo da lei... e la uccidiamo... sempre che non sia possibile salvarla.» Guarda Mike, che gli risponde con un sorriso di approvazione «So che ci sono della autoambulanze che hanno dei serbatoi criogenici: rubandone una potremmo metterci lei e quindi andare altrove.» Lo spera... lo spera proprio! «Ma ora dobbiamo trovare Nicholas. Quindi, riposiamoci almeno per questa notte e poi domani mi direte le vostre decisioni.» Si allontana in una zona più buia e si siede in un angolo. Sheila lo guarda allontanarsi, poi blocca Mike che se ne stava andando a dormire. «Non ho bisogno della spilla, pol... Mike.» Gli ridà la spilla «Tienila tu, te la meriti.» Mike prende la spilla e sta pe rdire qualcosa quando lei gli mette un dito sulle labbra. «Non parlare. Non ora.» Sposta il dito e lo sostituisce con le sue labbra, in un piccolo bacio. Poi si allontana e si siede vicino a Paul, stringendolo.
  23. Ok... vado io...
  24. Bellissimi questi ultimi interventi! Veramente emozionanti...
  25. Sheila segue tutto il discorso del poliziotto con un sorriso beffardo sul volto. Le dita tamburellano sulla sua pistola, infilata nel fodero al suo fianco, apparentemente innocua. Ma chi la conosce sa bene che ci metterebbe un attimo a sparare. Anche Paul lo sa e si avvicina a lei di spalle, quasi se volesse impedirle di farlo. Lei lo vede e si gira, bloccandolo con una semplice occhiata. Poi si avvicina al poliziotto, lentamente, togliendosi di dosso la pistola e due pugnali che posa in terra delicatamente. Si mette a pochi centimetri dal corpo di Mike, girandogli intorno con la sensualità di una gatta e la pericolosità di una pantera. Tutti osservano la scena in silenzio. Una sola mossa scattosa, un solo colpo di tosse e non sarebbe servito a molto cercare riparo. «Poliziotto...» Dice Sheila, le labbra vicinissime all'orecchio di Mike tanto da sentirne il calore «... e così hai una figlia.» Mike si muove leggermente, come se volesse fare o dire qualcosa, ma lo sguardo di Paul lo fa fermare. Sembra dirgli che se non fa nulla di stupido lei non gli farà nulla, ma lui si sente come un uomo in acqua circondato da squali. «E le vuoi bene, scommetto. Un bene dell'anima. Così tanto da sacrificare la tua vita per lei.» Continua lei, girandogli intorno, passandogli una mano sulla schiena, carezzandola. Poi si avvicina di nuovo all'orecchio di Mike «Lo sento. Per lei faresti di tutto. Anche farti uccidere.» Continua il suo giro intorno a lui fino a ritrovarselo di fronte, occhi negli occhi, la bocca a pochi centimentri dalla sua «Ora l'avrai affidata a qualcuno di cui ti fidi, che le vuole bene. Ma...» La sua voce diventa un flebile sussurro, sensuale e provocatorio «... poi tornerai da lei, sicuro che sia stata trattata bene. E la vedi...» Deglutisce, la voce leggermemnte rotta «... la vedi in terra, le gambe aperte, la bocca insanguinata. Sopra... sopra di lei un... un bastardo la sta montando come un toro farebbe con una mucca.» Mike si muove, ma Paul gli fa un cenno, implorandolo di restare calmo... ma comincia a sudare. «Lei urla... dapprima sono solo urla di dolore... poi diventano di implorazione... poi chiede che qualcuno la uccida, che ponga fine alla sua vita... tutto pur di far cessare il dolore.» Un singhiozzo... pianto? «E sopra di lei quello ansima... ansima e sorride nel vedere il suo dolore, il dolore di lei... il piacere di lui... ed intorno quattro altri bastardi la tengono ferma, tappandole la bocca con... con...» Si interrompe, abbassando leggermente la testa e sfiorando con i suoi capelli il naso di Mike. Poi rialza il viso e lo guarda negli occhi, rivelando solo a lui gli occhi firmati lucidi di rabbia e dolore «Le sue diventano urla soffocate, implorazione zittite... poi finisce tutto.» Gli carezza il viso con il dorso della mano, poi si gira, pentita di aver mostrato troppo «Ma la verità è che non finirà mai finché vivi.» Si allontana, andando ad abbracciare Paul, sotto gli occhi stupiti di Tom che è sicuro di vedere le sue spalle alzarsi e abbassarsi al ritmo del pianto, un pianto silenzioso. I singhiozzi cessano e lei si gira di nuovo verso Mike. «Non ti ucciderò, poliziotto: ho visto il dolore nei tuoi occhi.»
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