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Tutti i contenuti di Joram Rosebringer
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No no... vai tu... voglio vedere che fate in questa situazione...
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Labbra morbide si poggiarono sulle sue, mentre due braccia deboli ma decise lo tiravano a terra, implorandolo di non staccarsi, di lasciarsi andare, di non tirarsi indietro e di non aver paura. E Trebor si lasciò andare. Al primo tocco ci fu un leggero sussulto di entrambi, come a verificare che non fosse tutto un sogno. Poi furono mani lungo la schiena forte e carezze su un dolce viso. E poi ancora un contatto tra due labbra frementi. Solo un contatto, un assaporare il calore, un sentire il respiro dell'altro sul proprio viso. Poi le labbra di lei si dischiusero e lui, timoroso di profanarle, le saggiò solo per poi essere travolto dalle onde del desiderio, bussando alla porta di lei con la lingua. E lei aprì, saggiandola, donandole la sua, in uno scambio che non aveva scopo, ma solo un desiderio: che non finisse mai. Il duro dei denti li fece smettere per un attimo, ma il fuoco di labbra rosse e dischiuse li prese di nuovo, accendendo ancora la fiamma e riattizzando un desiderio represso da anni. Poi la tregua. Le labbra si lasciarono come per un addio e speranzose in un arrivederci. Gli occhi si guardarono ad investigare gli animi e due corpi si allontanarono. Fu solo in quel momento che Trebor si accorse che Aixela aveva sfoderato la spada... e che essa splendeva di una luce quasi accecante, così come i tatuaggi... così come gli occhi e le lacrime furenti che lo fissavano. Per la prima volta da anni, Trebor ebbe paura di stare per morire.
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La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Vado avanti io tra pochissimo... -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Paul aveva seguito la scena con molto interesse, notando l'espressione di Sheila quando uno dei cinque aveva puntato una pistola su Mike: era un'espressione che significava soddisfazione e disappunto. Soddisfazione se lo avessero ucciso. Disappunto perché non era stata lei a farlo. Si avvicina a lei e la cinge con un braccio, aspettandosi la solita reazione ribelle per non far vedere che anche lei ha un cuore e non è solo una fredda assassina. Invece le si stringe contro, come se avesse freddo, come se volesse calore... come quella notte in cui quella pattuglia la violentò. Erano cinque ed erano forti. Lei lottò con tutte le sue forze, ma non ce la fece. Ricorda ancora il suo sguardo mentre lo cercava con gli occhi, mentre lo guardava, sperando che si alzasse da terra e la salvasse. Invece lui non ci riusciva, inchiodato sull'asfalto da due colpi ben assestati e da un braccio rotto. Ma vide tutta la scena... la vide e non avrebbe mai voluto vederla. Quando tutto finì, lei era a terra, ansimante, piangente, sanguinante. Vide uno dei poliziotti prendere una pistola. Non poteva lasciare testimoni. Poi ci ripensò e andò verso di lui per prendere la sua pistola. In questo modo tutto sarebbe sembrato una violenza ad una nomade da parte di un nomade. Paul ricorda ancora quella scarica di adrenaline che glisalì in corpo. Ricorda la faccia di quel poliziotto mentre gorgogliava qualcosa con il suo pugnale che si imbeveva del sangue della sua gola. E ricorda come gli altri siano caduti uno per uno sotto i colpi della pistola del loro collega. E ricorda con dolore e tenerezza quell'abbraccio di lei e quel pianto liberatorio colmo di dolore e rabbia. Lo stesso pianto che ora le è in gola me che l'orgoglio tiene dentro, lasciando uscire fuori solo quell'abbraccio e quella voglia di tenerezza momentanea. Guarda la faccia di Tom e la vede stupita nel notare un simile atteggiamento di Sheila. Non lo avrebbe mai detto ed i suoi occhi tradiscono la sorpresa, malcelando anche un vago senso di gelosia. Paul la stringe ancora di più, notando che il poliziotto sta parlando sottvoce con il ragazzo. Sente Sheila fremere e capisce che ha ascoltato la conversazione. Le dice tutto all'orecchio... e Paul rimane stupito: quello lì è il figlio di Burton! Il grande Burton, il suo più grande rimpianto dopo esser stato cacciato dalla Famiglia. Non lo aveva potuto incontrare. Ed ora qui davanti a lui c'è il figlio. Be', è un bene. «Allora, ragazzo... che ne dici di portarci in quel posot di cui parli tanto?» Sheila si scioglie dall'abbraccio, terrorizzata, guardando un punto imprecisato nel cielo davanti a loro «Ed in fretta! Stanno arrivando!» -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Vado avanti io? -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Già... -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Non si sa mai... potrebbero esser Cross Over! (Azothar mi capirà... ) -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
OK... io allora per oggi ho finito, visto che alle 18:00 stacco e poi parto a prendere il treno. 8) Lasciatemi solo il tempo di spiegare tutto a Veela. -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Bene... ora, visto che volete indicazioni, posto io... -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Ottimo Wolf... ora aspettiamo daermon. -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
«La prudenza non è mai troppa, specie con voi due.» Risponde Tom, il fucile puntato contro Sheila e gli occhi che rivelano rabbia. Lei gli risponde con unbacio ironico, soffiandolo con la mano. «Brutta troia!» «Andiamo, Tom...» Dice Paul «Solo perché non te l'ha data non signifca che sia una troia... anzi, al contrario.» «Tu stai zitto, razza di traditore!» Tom fa un cenno e dalla boscaglia escono altri cinque uomini, armati anche loro di un fucile. Il resto della Famiglia. Paul li osserva con attenzione. Sono solo cinque. E gli altri? Dovevano essere almeno una ventina, senza contare gli eventuali figli che dovevano aver dato alla luce in cinque anni e quei ragazzi che ora dovevano essere cresciuti. «Sì, traditore. Ci hanno sterminato. Siamo rimasti solo noi.» Sheila sospira e la sua mano va al tatuaggio che ha sotto la maglia. Paul guarda in terra, poi riprende a fissare Tom. «Mi spiace... non sapevo.» «Ovvio che non lo sapevi, razza di imbecille! Te ne sei andato per scoparti questa troia e ci hai lasciati soli! Come pretendi che...» E' un attimo. Paul sente solo un leggero spostamento d'aria, poi vede Tom disteso a faccia in giù, una Sword of Avalon puntata alla tempia ed il fucile calciato via. «Sheila, no!» Ma Sheila stavolta non lo vuoel ascoltare. Guarda i restanti cinque nomadi armati con un gesto di sfida. Solo tre di loro la conoscono e sanno di cosa è capace. Gli altri invece stanno fermi, stupiti da una reazione del genere. Comunque sia, né gli uni né gli altri hanno intenzione di agire. «Stai lontano, scacciaguai. E voi cinque anche... o presto annaffieremo questo be boschetto con il sangue di un'idiota... sempre che tu ce l'abbia un po' di sangue in testa, Tom.» Mike si gira a vedere la scena, finalmente libero da quel cannone puntato alle sue spalle. Veela osserva Sheila con un misto di sfida e attrazione. Eliah continua a stare dietro al poliziotto, guardando però con interesse la scena. E Paul non può far altro che aspettare. «Vi hanno sterminati, Tommino? Be', non ci metto niente a completare l'opera... e lo sai.» Spinge ancora di più la pistola sulla tempia di Tom «Non ce l'ho mai avuta con voi. E se vi ho portato via il vostro amatissimo Paul l'ho fatto solo perché lui è voluto venire con me.» Guarda i cinque nomadi «Gettate quei ferrivecchi lontani da voi e lentamente.» Li osserva eseguire l'ordine, poi si volta di nuovo verso Tom, ancora in terra, dolorante e rabbioso, mentre lei con una mano gli tiene un braccio dietro la schiena, torcendolo «Gli avete dato uan scelta, ricordi? O voi o me. E lui ha scelto me. Lo considerate traditore solo perché ha scelto me quando siete voi che gli avete imposto questa scelta. Solo perché io ero una rinnegata, scappata dalla mia Famiglia.» Gli torce ancora un po' il braccio. Tom geme «Hai visto che fine ha fatto la mia famiglia? Si sono tutti ammazzati in un suicidio collettivo dopo una messa a quel loro assurdo dio. E tu pensi che io avessi voglia di fare la stessa fine?» Ancora una torsione più decisa «No, mio caro... proprio no. E ti faccio notare un'altra cosa.» Si avvicina con la bocca al suo orecchio «Lo so perché hai voluto che Paul andasse via con me. Perché non ti ho dato quello che volevi. Lo so, fidati.» Si rialza e lo lascia libero, alzandosi in piedi a pochi metri da lui. Tom si mette in ginocchio, la mano che si tocca il braccio dolorante. «Bene... ora cosa volete?» «Tre cose...» Dice Paul avvicinandosi e accosciandosi di fronte a lui, guardandolo negli occhi. «Dimmi... ma non ti prometto niente.» «Tranquillo. La prima cosa è: sai chi ha sterminato la nostra... tua Famiglia?» «No, non lo so. So solo che erano professionisti. Gente seria, Paul. gente che sa sparare, combattere e uccidere senza lasciare tracce o lasciando quelle che vuole. Infatti, noi stessi siamo accusati dell'omicidio degli altri membri della nostra famiglia.» Continua a massaggiarsi il braccio «So solo che ho visto uno di loro che aveva un tatuaggio come il tuo, solo con...» «... due segni egizi sotto la costellazione.» Aggiunge Sheila. «Esatto.» Annuisce Tom, alzandosi in piedi «Esatto.» «Bene... allora domanda due.» Dice Paul, alzandosi anche lui «Vi andrebbe di fare una sortita in ospedale e porre fine alla vita di una ragazza che tano è.... già morta?» «O tentare di salvarla...» Aggiunge Mike. Paul lo guarda con una leggera ostilità, ma gli ochci tradiscono questa speranza. «Dammi più indicazioni.» Risponde Tom. Paul si miette a spiegare tutta la storia, di come quella Sword of Avalon fosse la causa di tutto, rubata ad uno di questi agenti segreti per sbalgio, insieme ad un chip da verificare. Gli racconta poi degli attentati che ha subito e della ragazza in coma usata come esca per lui. E per finire aggiunge qualche dettaglio sul tradimento di Remy. «Be'... è una missione suicida.» Ammette Tom. «Loro si aspettano della galline in fuga. Non si aspettano delle aquile di attacco. Punteremo su questo.» Afferma Sheila, carezzando la sua pistola. «Ed ormai abbiamo anche coinvolto loro. Siamo tutit morti qui. E' solo questione di tempo.» Commenta Paul, allargando le braccia «A meno che non siamo noi a fare la prossima mossa.» Tom riflette. Cerca conferma negli sguardi dei suoi compagni e poi in quelli di Paul. E' tutto vero. Fa male ammetterlo, ma è vero. «Tu non avevi un cazzo da fare quel giorno? Non potevi lasciar stare quella pistola al suo padrone?» Sorride «Affare fatto. Preferisco morire attaccando piuttosto che scappando.» Paul sorride, pur se è un sorriso amaro. «E la terza domanda?» Chiede Tom. «Dobbiamo trovare un certo Nicholas, un hacker. Me lo ha consegnato Remy. Non so perché lo abbia fatto, ma in entrambi i casi ci può fornire un aiuto: o esaminando il mio chip o dicendomi i suoi rapporti con Remy.» Tom annuisce. «Bene. Io direi che possiamo riposarci qui per la notte. Poi domani partiremo. Ormai ci hanno lasciati in pace....» Sheila sgrana gli occhi. Paul comprende. «Ma certo... vi hanno lasciati in vita perché siete delle esche per attirare me!» Prende la pistola «Presto tutti via da qui! Dobbiamo trovare un rifugio in cui nessuno di noi è mai stato prima, per ora. Prima che arrivino.» Si volta verso Mike, Veela e Eliah «Anche voi siete in ballo ormai. Volete ballare?» -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Vado avanti io. -
Lirian respirava a fatica. I suoi occhi guardavano Aixela con terrore e incredulità, poi si spostavano su Trebor come a cercare conforto e forse qualcosa in più. Lui le si evvicinò e prese delle bende dallo zaino appena rubato ai predoni. Le fasciò il fianco, cercando di afrle il meno male possibile. La ferita non era profonda per fortuna, ma comunque non era nemmeno da sottovalutare. Strinse bene l'ultimo nodo e accarezzò la fonte della ragazza. «Va tutto bene, non ti preoccupare.» Il suo sguardo cadde su Aixela, rimasta immobile in quella posizione, lasciando cadere la spada a terra, una cosa che mai aveva fatto. Lo sguardo di Trebor si fece serio, detemrinato. Si alzò in piedi e fronteggiò Aixela, guardandola negli occhi con rabbia. «Curala.» Le disse con calma. Lei indietreggiò di un passo ma lui la seguì. «Curala. Ora.» «Lasciami stare!» Gli rispose Aixela voltandosi per fuggire via. «NO.... non no farò!» Trebor le prese un polso, facendole male. Sentì un gemito soffocato uscire dalla bocca di lei. sarebbe stato un urlo se l'orgoglio non lo avessa soffocato. «Lasciami...» «Non lo farò. Tu adesso la curi.» Strinse la presa, i suoi occhi che rivelavano che si stava facendo male di più lui al cuore piuttosto che lei al polso. «Lasciami... oppure...» Si girò, rabbiosa. «Oppure... cosa? Mi uccidi? Lo hai quasi fatto, come lo hai quasi fatto con lei.» Aixela si divincolò con maestria, tornando a fronteggiarlo. Poi i suoi occhi si spensero di rabbia e si accesero di compassione. «Sai che non so come farlo.» «Ma io so anche che puoi farlo.» «E come? Devo sentirmelo dentro... e non lo sento.» «Ah, no?» Trebor le indicò Lirian in terra. Sembrava svenuta. «Guardala... così indifesa. Tra poco arirveranno i predoni e, pur se noi potremmo sopravvivere, lei verrà uccisa perché non può combattere e noi non potremo difenderla per sempre. E s enon morirà per mano loro, morirà poco più tardi... e per mano tua.» Aixela trasalì. La sua Lirian stava morendo. Raccolse la spada e si avvicinò alla ragazza in terra, seguita da Trebor. Vide il suo volto addormentato e dolorante. La abbracciò e anche lui si chinò su di lei. Non voleva che morisse. Non ora che stava provando qualcosa. Di nuovo e di vecchio. Voleva che tutto non fosse mai successo. Voleva che fosse possibile curarla, che lei fosse capace di farlo, come quel Perenor aveva fatto con lei. Già... Perenor... avrebbe veramente avuto bisogno di lui, ora. Doveva curare la sua Lirian. La doveva far sopravvivere... doveva... ... di nuovo la sensazione di vuoto... di allontanamento... lo stomaco che si chiude... poi roccia sotto di sé... roccia calda... calore... pericolo... Apre gli occhi. Lirian è abbracciata a lei, ancora svenuta. Trebor è dietro di sé. E davanti si ritrova a fissare gli occhi stupiti di Sturmir.
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La nostra storia...supporto hardware
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di daermon in Prosa e Poesia
Ho postato una nuova "La nostra storia..." nella sezione Racconti. Spero vi piaccia... -
La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Ci stiamo dirigendo verso una zona boscosa fuori della città (è in Canada) dove faremo la conoscenza della vecchia banda di Paul e potremo tirare in ballo Nicholas. Proseguite voi o vado avanti io? -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Grandiosi! -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Sì, intendevo quello... -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Ma non mi dà fastidio... è il mio stato d'animo in questi giorni... -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Sono giorni che ascolto solo tre canzoni, postate tra l'altro in "Questa è la tua canzone... tu non lo sai...". "Blaze of glory", "Santa Fe" e "Dyin' ain't much of a livin'" di Jon Bon Jovi. -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Fu un attimo. Sheila scattò come una gatta, spingendo via il ragazzo e gettando in faccia al poliziotto un pezzo di metallo. Mike schivò ma la distrazione fu determinante. Lei prese dalal cintura un coltello e il braccio si allungò verso la gola del poliziotto. Poi un tonfo ed un gemito e lei si ritrovò a terra, sulle ginocchia. Mike aprì gli occhi appena in tempo per vedere Paul tenere ferma Sheila, con un braccio che le stringeva il collo e l'altro che teneva la pistola, pronta a sparare in caso di necessità, pur se gli occhi dicevano che non voleva assolutamente farlo. «Stai ferma, bellezza! Ferma.» Le ripeteva con calma e determinazione. «E' uno di loro... è un maledetto sbirro... lo sai... lo sai quello che...» «Lo so... lo so... ma non questa volta. Fidati di me. Non questa volta.» Guardò gli occhi di Mike cercando un consenso e lo trovò, pur se confuso. «Raccolgi pure la pistola.... lentamente! Non voglio che ti sorprendano disarmato.» Lasciò il collo di Sheila e la aiutò a rialzarsi in piedi. Vedeva che voleva piangere, ma che non avrebbe mai mostrato questa debolezza davanti a tanta gente. Nessuno l'aveva mai vista piangere. Nessuno tranne Paul. E gli aveva giurato che non si sarebbe più ripetuta una cosa del genere. «CHI non mi dovrebbe sorprendere disarmato, di grazia?» Chiede Mike, mettendo la pistola nella fondina solo per poi estrarla di nuovo e tenerla in mano. «Gli stessi che hanno fatto questo casino e che ci vogliono uccidere.» Risponde Paul, guardando gli altri due nella sala. Veela aveva già abbassato le mani e continuava a guardarlo con odio, mentre Eliah le abbassa proprio mentre lo guarda. «Non voglio morti... non più. Forse un giorno ti dirò perché ho fatto tutto questo, ma ora non c'è tempo. Dobbiamo andarcene da qui ed in fretta. Non abbiamo...» Si interruppe quando vide l'espressione allarmata di Sheila. ma non fu quella che lo colpì, quanto gli occhi colmi di paura, una sensazione che lei non aveva mai mostrato prima d'ora. Nulla le faceva paura. Nulla... tranne... tranne loro, quelli che li volevano uccidere. «Tutti sul restro, presto!» Urlò Paul, seguito da una scarica di mitra proveniente dall'alto. Si gettarono tutti a terra, rialzandosi poi con agilità, mentre entravano nel laboratorio. Sheila rimase di guardia alla porta insieme a Mike. Non sopportava tanto l'idea di stare vicina ad un poliziotto, ma stavolta ne andava della sua pelle. E poi avrebbe potuto farsi scudo col suo corpo. Il sorriso maligno apparve di nuovo sulle sue labbra. Paul continuò adi imprecare, mentre cercava qualcosa freneticamente tra le macerie ed i pezzi di PC. Ogni tanto nominava un certo Remy, dannandolo per la sua precisione e accuratezza. E rovistava lanciando un'occhiata verso l'entrata della stanza. Eliah sembrava essere scosso mentre Veela indecisa sul da farsi. Da una parte lo odiava, ma dall'altra sentiva che la ricerca che lui stava facendo poteva essere la salvezza per tutti. Un colpo di pistola ed un gemito. Sheila ne aveva fato secco uno. Perlomeno Paul sperava che fosse rimasto secco. Poi una raffica di mitra e Mike si tuffò nel laboratorio. «Siamo bloccati, dannazione! E lì fuori ce ne sono almeno una decina!» Urlò a Paul. Inutile, Paul lo sapeva. Ormai lo avevano trovato, avevano capito tutti i suoi giri. Dovevano solo eliminarlo. E lei aveva fatto l'errore di contattarlo, in modo che potessero farli fuoi entrambi. Non capiva come mai lei avesse deciso di fare una cosa del genere. Doveva sapere che era stupida. Se lui era la causa di tutto perché mai andare a cercarlo e offrire quindi un ottimo bersaglio a loro? «Remy!» Paul si blocca. Sheila era collegata a lui. Lui sapeva tutto dei suoi movimenti. Ma il rifugio sotto la sua casa era schermato. Lo è sempre stato. Non poteva chiamarlo né ricevere nessun segnale da sotto casa. Quindi non era sotto casa. E sapeva che sarebbe andato da lui. E la casa è esplosa, ma dentro vi erano due killer, pronti ad ucciderli, immolandosi. Il tutto per far credere che lui era rimasto vittima di una delle sue bombe. Così la polizia avrebbe avuto il suo bombarolo morto e avrebbe chiuso il caso del dinamitardo folle. Gran bella pensata. «Scusa...» Eliah gli tira una manica. «Cosa vuoi?» Gli risponde bruscamente. «Ho trovato... questo. Ti può essere utile?» Gli mostra un piccolo congegno con un solo pulsante. Lo prende e lo preme. Improvvisamente sente gemere degli uomini, mentre Sheila si getta dentro il laboratorio. «Ma sei fuori?» Gli dice, alzandosi in piedi. Le urla continuano. Sono urla di agonia, di angoscia, di dolore. Si affaccia dal laboratorio e vede una decina di uomini in fiamme. E capisce. ecco perché la sala era completamente ignifuga. E soprattutto ecco l'uscita di sicurezza! Sheila balza fuori e con la pistola fredda tutti quegli uomini in fiamme, sfogando una rabbia repressa da tempo. Quando è sicura che anche l'ultimo è immobile a terra, smette di sparare, ansimando rabbiosamente. «La macchina!» Dice «Hanno lasciato una macchina fuori di qui...» Spalanca gli occhi: ancora paura «E ne stanno arrivando altri.» «Tutti in macchina, svelti!» Urla Paul. Poi si gira verso Veela, rimasta in silenzio ed in disparte. Aspetta che gli altri passino davanti a lui e le tende una mano «Mi spiace davvero. So cosa significa perdere qualcosa che per te è la speranza di una nuova vita. Mi spiace.» I suoi occhi sono carichi di un dolore vero, sincero «Non so se posso aiutarti in qualche modo, ma per il momento, fidati di me... di noi.» Veela non risponde. Gli passa accanto senza prendere la sua mano e si infila in macchina. Lui la segue ed entra. Poi partono sgommando. «Dove siamo diretti?» Chiede Mike. «Non lo so...» Dice Paul «Per ora fuori città... poi... non lo so...» -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Ho ricevuto gli MP di tutti e tre: grazie. Ora elaboro qualcosa... spero vi piaccia. Non so quando la posterò, quindi ditemi se potete aspettare almeno fino a domani mattina (anche se penso e spero di postare prima). -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
No no... non la sottovaluto affatto. Proprio per questo evito di combattere. Comunque... ora posto io... ho un'idea per diventare finalmente un gruppo. Tu, Strike, mandami un MP con qualche caratteristica di Veela. Idem per daermon e il suo PG e per Wolf. -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
L'ho scritta al contrario? OK OK:.. fine OT 8) Comunque, ioeir mi sono ascoltato ancora una volta "The Joshua Tree", delgi U2... e ogni volta capisoc perché tutti lo definiscano "L'Album": è praticamente perfetto! -
dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei
Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di PanuZ in Cinema, TV e musica
Un po' come l'insalata che tiene svegli i pomodori perché russa... -
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Joram Rosebringer ha risposto alla discussione di Gigared in Prosa e Poesia
Hai presente il sorriso di Wolverine quando sta per combattere? Uguale.