Piccolo raccontino che ho scritto ieri sera.
Appollaiata su un ramo di ulivo una falena osservava il mondo attorno a lei. Era una chiara serata estiva. L’uomo della casetta di fronte si preparava a mangiare nel terrazzino, un grosso gatto nero andava in giro annoiato, un pescatore tornava dal mare. Ma ciò che la interessava di più era scrutare il bizzarro comportamento delle sue simili, innamorate della luce. Le più stupide stavano ore e ore a sbattere contro la dura plastica che avvolgeva i neon, rese folli dalla fredda luce blu. Altre, quelle che la nostra falena osservava con più attenzione, venivano attirate dal fuoco. Solitarie intraprendevano una misteriosa danza con le fiamme del falò. Per alcuni, meravigliosi, secondi, si avvicinavano, in un’armonia di guizzi di ali e scintille. In un unico attimo un abbraccio caldo e fatale le trasformava in cenere. E morivano, cieche di gioia e calore. La falena si chiese se valesse la pena. Non si rispose. Volò via dall’ulivo, lontano verso le stelle.