ok, dopo 34 post si riesce a fare un riassunto? (copio parte dei post altrui!)
Ci provo io:
A grandi linee, il "teorema" recita:
un gioco in cui si gioca a essere qualcun altro, come nel fanciullesco "facciamo che io sono lo sceriffo e tu gli indiani". Ma prima di tutto solo un gioco.
Il cui scopo, sempre nel teorema generale afferma:
Divertirsi. Non ha senso parlare di chissà quali menate mentali. Che sia l'interpretazione caratteriale in dnd o le sfide morali in Cani nella vigna, che sia impegnato o bambinesco, l'unica cosa di cui si deve occupare un gdr è di far divertire chi lo usa. Se ci riesce, è un buon gioco. Ovviamente, a seconda della persona ci sono preferenze diverse, per cui, se chi lo usa si diverte, il gioco di ruolo ha raggiunto il suo scopo, ossia quello di essere un gioco.
Il supposto teorema si basa, volendo, su alcuni fattori che Roger Caillois definisce il gioco come un attività:
Libera: il giocatore non può essere obbligato a partecipare;
Separata: entro limiti di spazio e di tempo;
Incerta: lo svolgimento e il risultato non possono essere decisi a priori;
Improduttiva: non crea né beni, né ricchezze, né altri elementi di novità;
Regolata: con regole che sospendono le leggi ordinarie;
Fittizia: consapevole della sua irrealtà.
Personalmente credo che questa possa essere l'inizio, di fondo più che condivisibile. Ma se si volesse definire tutto ciò che è intorno?