L'ho vista menzionata qua e là tramite una veloce ricerca su questo forum, ma mi permetto di soffermarmi un po' di più sulla serie di libri in oggetto.
Proprio questo mese è uscito il libro finale della saga, il quindicesimo della serie, serie che è stata scritta in un arco di tempo di circa 25 anni. Sarò piuttosto vago perchè voglio evitare gli spoiler.
Il primo libro della serie lo trovate edito o dalla Tealibri o dalla Casa Editrice Nord con il titolo "La Lama dei Druidi", altrimenti in inglese "Daggerspell" (ahem, che ve devo di' ).
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- L'ambientazione è "low fantasy", dove la magia è legata più che altro alla manipolazione degli elementi, al corpo astrale e ad altri aspetti fortemente radicati nella mitologia celtica (druidismo) e non solo. Pochissime persone possono padroneggiare tale arte.
- Il mondo è prettamente medievale e crudo, senza arzigogoli. Anche le città più grandi hanno nelle fortezze imponenti il massimo del lusso, niente di che;
- E' presente la razza degli elfi...Ma in maniera particolare e originale. E comunque si chiamano Elcyon Lacar;
- I draghi...umm, beh, esistono...ma...vabbè, è una situazione un po' particolare
- La trama principale è complessa, nel senso che la storia principale, se vogliamo, dura circa 120 anni (con diversi salti), ma vi sono diversi flashback, che nel complesso coprono circa 600 anni.
Questo perchè viene trattato il tema della reincarnazione, della ciclicità degli eventi e di come i personaggi che vivono questi cicli affrontano determinate situazioni, magari ricorrenti, specie nei rapporti interpersonali.
Vengono affrontati temi maturi, quali incesto, stupro, omossesualità; l'autrice, Katharine Kerr, se vogliamo è un po' una Martin al femminile in quanto a franchezza di linguaggio.
- Quello però che mi ha sempre colpito di questa saga, a livello personale, è stato il "realismo" delle situazioni, del mondo, del linguaggio. Ma non realismo perchè dicono "*****" o altro, ma perchè la Kerr fa sembrare tutto molto naturale. E' difficile da spiegare, ma quando si legge un dialogo *ha senso* che debba svolgersi in quel modo, che ci siano determinate reazioni, eventi. Tante volte alcune saghe danno troppo l'idea di un mondo ideale spiattellato lì: sì, bello, articolato, ma fin troppo artefatto.
E' interessante perchè inoltre l'autrice, tramite indizi qua e là, ci fa notare i piccoli avanzamenti tecnologici e culturali che sono intervenuti nei 600 anni dell'arco della narrazione. Certo, "avanzamenti" comunque limitati, visto che non si parla di "breakthrough" tecnologici pari alla nostra Rivoluzione Industriale.
Non è una serie che offre un'epica pronta da gustare, tutt'altro: il suo bello, a mio parere, è nelle piccole cose, nel suo essere così straordinariamente "vera".
NB: la traduzione in italiano è ferma all'undicesimo libro. Gli altri sono disponibili unicamente in inglese e non si sa quando usciranno in italiano quelli seguenti.