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Informazioni su melyanna
- Compleanno 24/02/1979
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Vigevano
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World of Darkness, Cthulhu, Stormbringer.
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La documentazione per uno scrittore
melyanna ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Allora vado a leggermi la recensione sul tuo blog! (Sperando che non sia estremamente negativa ) Sui miti nordici, conosci il saggio di Gianna Chiesa Isnardi, chiamato appunto "I miti nordici" (ed. Longanesi)? A me è piaciuto tantissimo e l'ho trovato molto interessante. -
La documentazione per uno scrittore
melyanna ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Ciao, se conosci l'inglese, anzitutto ti consiglio questo libro: http://en.wikipedia.org/wiki/The_Hero_with_a_Thousand_Faces Si tratta di un saggio di un antropologo sulla figura dell'eroe nelle varie mitologie delle principali culture del mondo. E' un'analisi dettagliata ed estremamente interessante, molto utile in quanto estrae una sorta di matrice che poi è alla base di tutte le storie epiche in cui esiste un'evoluzione dell'eroe. Ho conosciuto questo libro perché lo citano M. Weis e T. Hickman nell'edizione commentata delle Cronache di Dragonlance (edizione bellissima, sempre solo in inglese). Ti consiglio anche di leggerti qualche saggio specifico sulla mitologia della cultura che fa più al caso tuo e più si adatta all'ambientazione che hai in mente. Se ti interessano la mitologia nordica, celtica ed il ciclo arturiano, fammi un fischio che magari ho qualche consiglio da darti. In generale, ti direi di andare su saggi e libri di storia, piuttosto che romanzi, che per documentarsi non sono mai affidabili. Ultima nota, Stephen King ha scritto un bellissimo saggio sulla scrittura creativa: On Writing - questo esiste anche in italiano http://www.ibs.it/code/9788882747534/king-stephen/writing-autobiografia-mestiere Buona lettura! -
film Il curioso caso di Benjamin Button
melyanna ha risposto alla discussione di Mago Jin in Cinema, TV e musica
Concordo sul tuo parere. Anch'io l'ho visto senza intervalli, e devo dire che sono contenta così: mi infastidisce tantissimo quando interrompono i film assolutamente a caso per fare l'intervallo. -
Storicamente, le donne guerriere esistevano sia nei popoli vichinghi e celti (dal cui concetto deriva il classico barbaro di D&D), che in tanti altri popoli con una società di tipo tribale, tra cui le già citate amazzoni - attenzione però, la figura delle amazzoni viene dalla mitologia! Considerando che nell'Europa occidentale sono stati vari fattori legati alla civilizzazione a relegare la donna a ruoli radicalmente diversi da quelli dell'uomo, a me sembra addirittura più probabile un barbaro donna, che non una guerriera proveniente da un'area in cui la cultura è di stampo medievale. Qualcuno ha citato la divisione dei ruoli (uomo = caccia e guerra; donna = raccolta e famiglia), ma questa non è una regola fissa! ... non credo che avrei potuto esprimere il concetto in un modo più politicamente corretto e neutrale di così, quindi mi astengo dall'approfondire oltre ... Altrimenti, come tanti altri hanno già scritto prima di me, puoi ispirarti a figure fantastiche come Red Sonja e simili.
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Che sarebbe molto interessante... Come al solito deve approvarmelo il master, perché è un po' esotico.
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Rieccomi a rispondere... perdonate il ritardo e la mia lunga assenza, ma il lavoro ha chiamato ed io non potevo fare altro che rispondere... Partiremmo dal primo, quindi il pixie è escluso, così come i changeling e Doppelganger perché il master li ritiene troppo "esotici". Il talento che mi hai suggerito, invece, mi pare interessantissimo, quindi lo prenderò sicuramente in considerazione! Mi piace tantissimo questa idea! Già me lo vedo, col suo bell'ascione, a cercare di spacciarsi per guerriero, per poi avvicinarsi a una porta chiusa senza farsi notare dal gruppo e idre "ehm, ragazzi, devo avere toccato qualcosa perché si è aperta..." E al grido di "Ehy, tu che sei ladro, colpisci alle spalle!" lui si offende e dice "Ladro io? Ma siete pazzi??? Noi nani non colpiamo alle spalle!" Una nota... tecnicamente, anche il nano è basso, ma dato che non penso che verrà mai apostrofato con "Ehy tappo" o "Ehy piccolino"...
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Riporto qui sotto una bozza di un racconto lungo horror / steampunk nato da un sogno che ho avuto la scorsa notte. Se avrò tempo ed ispirazione, lo continuerò, ma prima mi farebbe piacere sapere il vostro pare su quanto ho prodotto fino ad ora. L'ambientazione è simile all'Europa tardo rinascimentale, con elementi steampunk e horror. Ho messo sotto spoiler le varie parti così il post non diventa lunghissimo ed è, secondo me, più facile consultare le varie parti. Prefazione Spoiler: L’alba del giorno successivo alla battaglia non era molto diversa da quelle precedenti: non c’erano drammatici cambiamenti di clima, comete, eclissi o pioggia di fuoco a fare da sfondo alla sconfitta, ma non ne sarebbero serviti, poiché il morale degli abitanti della cittadina di X non avrebbe potuto comunque raggiungere un punto più basso. Il cielo era grigio e lattiginoso come in una qualunque giornata d’inverno nel Nord e il nevischio cadeva, sottile e silenzioso, come aveva fatto negli ultimi 4 giorni. La gente si stava assiepando intorno alla piazza e alla strada principale. Si trattava soprattutto di donne, vecchi e bambini, poiché gli uomini giovani erano quasi tutti caduti in battaglia, feriti o (e questa era solo una speranza) prigionieri. Il silenzio era innaturale, spezzato solo dalle sporadiche grida di bambini, subito interrotte dalle madri con un mormorio sommesso. Paura, disperazione e attesa erano quasi palpabili nell’aria e sembravano attirare la gente come una calamita verso il punto in cui presto sarebbe passato sfilando l’esercito invasore. Gli invasori si erano fatti strada fino a quel remoto paesino del Nord devastando e conquistando come una macchina inarrestabile tutti i paesi fino a lì e l’usanza di sfilare in una parata di conquista si era trasmessa di sconfitto in sconfitto, cosicché ora la gente di X si aspettava già questa umiliante manifestazione di superiorità e potere; tuttavia, solo poche persone si erano rinchiuse nelle loro case in segno di protesta, gli altri avevano tutti preferito uscire a vedere, quasi senza una motivazione razionale (ad eccezione di qualche vecchietta che, non avendo più da perdere nemmeno la vita, si era preparata con abbondanti munizioni di uova marce e verdure andate a male). Un suono ritmico e sordo penetrò gradualmente il silenzio, dapprima sotto forma di tonfi appena udibili, poi con più forza, fino a diventare perfettamente distinguibile e sempre più spaventoso: era il suono degli stivali dell’esercito vittorioso, in marcia verso il centro della città. Insieme al suono, presto delle sagome iniziarono a stagliarsi sullo sfondo, nero su grigio, ingrandendosi e diventando sempre più dettagliate, fino a quando non divenne possibile distinguere ogni singolo soldato. I Soldati Neri (così li chiamavano da quelle parti), erano imponenti e minacciosi, ma anche diversi da come la popolazione se li aspettava; seri e imperturbabili, non li stavano sbeffeggiando, non cantavano, non urlavano, né apostrofavano le giovani donne con proposte oscene, come se fossero oggetti vinti insieme alla terra. Si limitavano a marciare, a testa alta, i colori chiari di volto e capelli in contrasto con le divise nere da parata; qualche volta un ufficiale, distinguibile dalle bordature dorate della divisa, gridava un ordine in una lingua estranea, che sembrava dura persino alla gente del Nord, ma il cui tono imperativo era chiaramente percettibile. Via via che la parata procedeva e la testa del corteo spariva all’interno delle mura dell’ormai deserto fortino, gli abitanti di X si facevano sempre più silenziosi e spaventati, quasi che l’implacabile, quasi meccanico incedere dell’imponente esercito fosse più spaventoso delle razzie e della violenza che i più anziani avevano conosciuto in passato. Nonostante la paura rasentasse il panico, la gente sembrava essere ipnotizzata dal rumore ritmico scandito dai passi dei soldati e rimaneva paralizzata ad osservare, anziché ripararsi nelle proprie case. E fu allora che la coda della parata raggiunse la piazza, e il panico e la disperazione si disseminarono tra gli sconfitti. In coda all’esercito, con lo stesso passo perfettamente cadenzato, marciavano i trofei: mezzi bellici semi distrutti e arrugginiti si muovevano senza pilota e cadaveri animati di figli, amanti, amici, procedevano come marionette. Non avvenne immediatamente, perché le menti delle persone erano come congelate dall’orrore causato dalla visione paradossale di quei corpi morti che si muovevano come se fossero vivi, poi finalmente, il caos eruppe con violenza e dilagò tra la popolazione. Prima parte Spoiler: Melania si trovava in mezzo alla gente del suo paese, a guardare la parata con la stessa tristezza e la stessa paura dei suoi concittadini, per la prima volta sentendosi parte di una comunità che fino a quel momento l’aveva emarginata e maltrattata. Non avrebbe saputo dare un nome alle sensazioni suscitate in lei dai volti imperturbabili dei soldati, dall’implacabilità di quei piedi che calpestavano con forza il suolo che stavano rivendicando, dal timore di non sapere ancora il numero delle vittime. Di certo, però, seppe subito che erano orrore e paura a stringerle il cuore e toglierle il fiato quando il gruppo di sconfitti comparse dall’angolo della strada e si diresse verso la piazza. Era presa tra l’istinto di scappare e quello di rimanere immobile, segno che la sua mente non era preparata ad affrontare una visione così assurda, mentre un interesse morboso la spingeva a cercare persone conosciute tra i volti dei morti che camminavano: ne riconobbe tanti. Stava recuperando la calma e ringraziando mentalmente il fatto che i morti sembrassero guardare fisso dinnanzi a loro e non intendessero girarsi, quando un gruppo di persone accanto a lei iniziò a muoversi freneticamente e fu urtata e spinta a terra. Cadde sul braccio sinistro, ma non ebbe quasi il tempo di sentire il dolore, figurarsi di valutare il danno, quando sentì un nuovo dolore, più lancinante, all’altro braccio: una donna anziana la stava afferrando e stringendo con forza; voltandosi verso l’aggressore , si rese conto con orrore che la donna aveva in mano un coltello da cucina e la follia negli occhi. Melania alzò le braccia istintivamente per ripararsi dal colpo, quando udì un rumore assordante di scoppio, seguito subito dall’odore, molto vicino, di sangue e di polvere da sparo. Sentì subito la presa sul suo polso allentarsi e qualcosa di pesante caderle addosso; solo allora ebbe il coraggio di guardare e si accorse con orrore che la donna era morta ed era caduta su di lei. Un misto di sangue ed interiora le si stava riversando addosso e le provocò un conato di vomito. Cercò di divincolarsi, ma le forze le stavano venendo meno e le girava la testa e mentre le si appannava la vista e i suoni intorno a lei si attutivano, ebbe il tempo di vedere la folla aprirsi per fare passare un Soldato Nero e di rendersi conto che stava perdendo i sensi. Commenti, critiche e correzioni sono bene accette!
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Prima di tutto ringrazio tutti per le risposte ed i suggerimenti! Ora parto con le risposte: Pensavo ad un ladro acrobata, o comunque ad un ladro più orientato alla disattivazione delle trappole / infiltrazione in dungeon, che mi sembra più compatibile con i vincoli dell'allineamento (un buono non lo vedo bene a borseggiare... e un neutrale in un gruppo buono che borseggia credo che faccia una brutta fine). Magari qualcosa che abbia a che fare con gli arpisti... Vi illustro i miei dubbi per ogni razza, così magari mi aiutate fugarli: Halfling -> lo so che è perfetto, ma avendo appena giocato uno gnomo, vorrei un personaggio alto. Tiefling -> senza dubbio una buona scelta, ma non sono sicura di voler affrontare il problema del LEP Changeling e Doppelganger -> temo che siano troppo stravaganti e che il master non me li concederebbe: domani sera mi informo! Umano -> non ho niente in contrario, tranne il fatto che non sopporto che in un mondo in cui ci sono altri individui in grado di vedere al buio, il ladro umano non ci vede! Non me lo immagino proprio in un dungeon, al buio, a cercare di scassinare una porta con una mano, tenendo una torcia nell'altra... o ancora peggio a muoversi silenziosamente nel buio solo per andare a sbattere contro a un comodino che non aveva visto... magari con l'elfo mago vicino che lo sbeffeggia! Elfo -> un bell'elfo della luna forse... è che gli elfi me li immagino troppo poco legati agli ambienti delle città per essere ladri.... mezzelfo -> ma vale davvero la pena? Io ho sempre amato i mezzelfi nell'AD&D, ma nel D20 ho l'impressione che siano degli umani con meno talenti e meno abilità.
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Eccomi di ritorno al forum con un'altra domanda delle mie... Sto pensando al personaggio che dovrò creare quando la campagna col mio gnomo Tecnofabbro sarà conclusa. La prossima campagna sarà sempre ambientata nei Forgotten Realms, con le regole della 3.5. I manuali ammessi saranno tutti quelli ufficiali della 3.5, italiani e inglesi e il gruppo dovrà essere tendenzialmente orientato al bene. La campagna si svolgerà nell'area del Cormyr e dovremmo partire con personaggi di basso livello. Vorrei creare un ladro e non so proprio che razza scegliere: cosa mi consigliate? L'halfling, per quanto perfetto per la classe, escludetelo pure, dato che preferirei evitare personaggi bassi stavolta. (Stessa cosa per lo gnomo, che è comunque un buon ladro). Ringrazio in anticipo per i vostri consigli.
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Questo mi apre un mondo di possibilità!
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Secondo me si. Anche questo è vero! Ti ricordi se Metamorfosi Draconica ha un limite ai dadi vita? Il mio master non ama i personaggi psionici...
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Grazie a tutti! Quindi se volessi incrementare di due volte la taglia del mio gnomo, in teoria potrei farlo usando prima Metamorfosi in umano e poi Ingrandire, anche se tecnicamente sto usando due effetti che incrementano la taglia: uno indirettamente (Metamorfosi) e l'altro direttamente (Ingrandire).
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E' possibile lanciare Metamorfosi su un personaggio e poi usare l'incantesimo Ingrandire? Anche nel caso in cui Metamorfosi trasformi il personaggio in una creatura di una taglia superiore? Mi chiedo se si possa usare come scappatoia per applicare più incrementi alla taglia. Grazie in anticipo!
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Ho scritto Autometamorfosi? E' un lapsus freudiano, sì, ma la causa è la nostalgia per la 2.0! Chiedo venia e correggo il mio post di sopra!