Io non ho le varie "Resurrezioni" nelle mie campagne. C'è solo il rito di "Riportare in vita" (incantesimo di 8° da chierico) che (non ci crederete) riporta in vita un personaggio, a patto che si possa disporre del corpo o di un oggetto che gli apparteneva ed era a lui caro. Lo resuscita senza penalità, bello bello, carino e coccoloso, pronto per l'azione.
E va sempre bene, giusto?
Ma neanche per sogno!
Questo incantesimo tira 1d100 quando viene lanciato e, in caso di sorte avversa (ma nemmeno molto, c'era meno del 50% di probabilità di riuscita regolare) le cose possono andare INCREDIBILMENTE MALE.
Tanto per fare alcuni esempi:
- Il personaggio viene resuscitato con la testa dalla parte sbagliata (al master spetta decidere dove)
- Il personaggio ha dentro l'anima (quindi l'intelletto) di un animale o mostro
- Il personaggio ha dentro l'anima di uno ubercattivo parecchio incavolato di essere stato interrotto mentre conquistava l'inferno
- Il personaggio viene resuscitato, ma è di sesso cambiato
- Il personaggio viene resuscitato, ma è di allineamento e classe diversi (normalmente, qualcosa di opposto a come era primo (Guerriero - Mago, Paladino LB - Paladino del massacro etc.) NOTA: Nemmeno il personaggio lo sa (avvenimenti del tipo "La tua armatura è incredibilmente più pesante di come la ricordassi" "Ti senti impacciato e goffo con la tua spada lunga, e rischi quasi di cadere)
- Il personaggio prende qualche parte del corpo di qualche altro mostro\animale (nel caso sia stato resuscitato senza corpo)
- La pelle del personaggio diviene coperta di squame
E così via. Secondo me era molto più divertente per me in quanto master e per i miei giocatori (che a volte riuscivano a trovare dei vantaggi nelle situazioni proposte)
E di certo, è molto più realistico che la perdita di livello!