Donne accorrono a sorreggere il giovane Yan, che alla vista di casa si accascia a terra, abbandonato dalle ultime riserve di energia derivanti dalla disperazione e dallo sgomento per quanto accaduto. Lo portano dentro una delle casupole, accendendo degli incensi e preparandogli un intruglio caldo ristorante.
I bambini vengono allontanati e riuniti tutti in un'altra casupola: non è necessario che ascoltino storie dell'orrore troppo reali per essere solo semplici storie.
Una delle donne più robuste ma in forze, con aria autorevole, si avvicina a voi e si ferma a fianco dell'anziano saggio penitente sul ceppo.
Non possiamo che ringraziarvi di aver portato qui Yan vivo. E il nostro caro Braccioforte troverà ristoro qui, al nostro villaggio che chiamiamo casa.
Ma cosa ci fanno degli avventurieri come voi, in queste semplici terre? Di solito è il richiamo della città ad attirarli, tanto più con una guerra in corso..o siete forse a caccia del necromante e delle sue bestie-fungo?
Siete un gruppo eccentrico: una donna il cui calore interno è riflesso da un carattere ardente, proveniente da terre sconosciute ai più; un elfo i cui occhi ricordano quelli di una tizia passata di qui qualche tempo addietro..occhi di legami ancestrali, occhi saggi..diceva di essere una "druida", ma non ci ha spiegato che fosse: il suo amore per questa foresta e le nostre bestie ci bastavano come garanzia. E poi tu, un elfo ancora, ma diverso..hai le gambe di chi ha camminato molto, e lo sguardo di chi guarda ciò che si è lasciato indietro, anche quanto cammina verso una nuova meta..
Sediamoci alla locanda, mangiamo un pasto caldo, non quella "carne" che avete appresso. Mentre gli altri preparano la pira per il nostro amico, raccontatemi di voi, e se volete, io vi racconterò di noi. Io sono Xela, la matriarca del villaggio, come mia madre prima di me, e così mia nonna, e tutte le mie discendenti sin da quando questo bosco che ci protegge esiste.