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shadenight123
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magia dissolvi magie...
shadenight123 ha risposto alla discussione di shadenight123 in D&D 3e regole
ma difatti io avevo perfettamente capito che si confondesse in tal senso, solo che insisteva! e per di più alla sua confusione s'aggiungeva che io avevo il talento controincantesimi migliorati... -
allora, questa è una domanda alquanto banale, ma che spero servirà per quel master che mi ritrovo (si quello che voleva la piantina dettagliata della villa di mordenkaine) in pratica, dissolvi magie, non capisce una fava di come funziona come controincantesimo. allora, io dico che dissolvi magie funziona così: 1) Nemico lancia incantesimo 2) io ho dissolvi magie pronto come controincantesimo e glielo lancio per dissolvere l'incantesimo 3) prova risoluzione, riesce? incantesimo annullato, faila? incantesimo va tranquillo. lui: 1) nemico lancia incantesimo 2) dovrei fare sapienza magica 3) io dovrei lanciare dissolvi magie+ un incantesimo dello stesso livello se non lo stesso incantesimo per dissolverlo! 4) dovrei anche rollare dissoluzione! chi è che mi spiega chi ha ragione? per quanto suppongo di avercela io?
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pezzo investigativo su nave
shadenight123 ha risposto alla discussione di Maestro Psyphobia in Ambientazioni e Avventure
ehi, metti un paio di sirene che da sotto lo scafo mandano suoni urla e altro per dare la strizza quando le persone vanno in sottocoperta... -
pezzo investigativo su nave
shadenight123 ha risposto alla discussione di Maestro Psyphobia in Ambientazioni e Avventure
beh, io suggerirei un paio di colpi di scena...per esempio, perchè pensare subito all'occhio strangolatore? magari vi sono oltre all'equipaggio e ai pg dei "clandestini" a bordo, magari rifugiati di guerra o quant'altro che non avendo soldi per il viaggio sono saliti di nascosto, e magari dopo che sono stati trovati può morire un altro membro dell'equipaggio (tanto i pg sono legati all'inizio no? a meno che non resistano o altro), alchè la colpa sarebbe su un clandestino, poi magari muore un clandestino, alchè la colpa sarebbe di nuovo da stabilire...(se i clandestini erano magari una sorta di famiglia, e muore la bambina...sta tranquillo che più colpo di scena di così si muore) tra gli indizi, beh non sono famigliare con l'occhio strangolatore, ma credo che lasci una sorta di "scia" fatta di qualcosa? magari che ne so, muco, bava, o simili, oppure si notano delle tracce su della farina, ecco, ammazzi uno in cambusa, rovinando alcontempo delle provviste preziose e sei a posto, visto che 1) meno cibo, ma più persone coi clandestini, 2)sembrerà una ripicca perchè quello in cambusa magari rubava cibo. Se poi era la bambina di cui parlavo poco sopra... bastano come idee? -
"Storia accurata dell'impero distopista e della Legione Oscura" aka "Distopia"
shadenight123 ha risposto alla discussione di shadenight123 in Prosa e Poesia
terzo capitolo della storia, se da un lato vedo il counter lettori a 62, dall'altro non video commentarius. ma fa niente qualcuno che commenterà insultandomi al quarto capitolo lo troverò... Distopia Capitolo 3: De gustibus disputandam non est. I primi dati sugli intrattenimenti ludici sono molto più lontani rispetto ai precedenti, addirittura, si suppone siano più prossimi alle prime procedure al neutrino, che sarebbero iniziate solamente di lì a novant’anni dalla fine della guerra. Nota dell’autore. La gente seduta in platea, così come quella sulle gallerie, sembrava aspettare l’inizio di qualcosa, come alcune delle mie sub-unità programmatrici mi dissero dopo che calcolarono il livello di adrenalina presente. All’improvviso, entrarono sul palco prima vuoto gli attori, uno, vestito in modo bizzarro, aveva un turbante con un’alta piuma sulla testa. Un altro era vestito con una sorta di corazza di metallo, con tanto di elmo e sciabola, che però era fatta di alluminio, come scoprii dopo un attenta serie di calcoli sui rapporti tra massa, peso e velocità. Il terzo attore aveva invece in mano un bastone da passeggio, una parrucca bianca, di quelle fatte coi bigodini, e che di solito si vedono in testa ad un giudice. Vestiva con abiti sgargianti e molto variopinti a colori, ma messi senza alcun rispetto per gli accostamenti cromatici: sembrava appena passato sotto una vasta gamma di barattoli di vernice. Ultimo in scena, un uomo vestito di cenci, e alla sua vista fui quasi sul punto di attivare il sistema di sterilizzazione, non lo feci per il semplice motivo che avrei ucciso tutti gli esseri viventi in sala, uno spreco peraltro non giustificabile. L’uomo armato parlò per primo, e rivolgendosi agli altri con fare arrogante chiese: “Chi siete voi? E che ci fate qua? Non lo sapete, dove siete?” “Certo che lo sanno dove sono” disse una voce dall’alto, più precisamente il narratore nascosto tra i riflettori. L’uomo però fece finta di non sentire, il tipo con il turbante in testa si genuflettè più volte nell’udire quelle parole, ma gli altri rimasero indifferenti. “Siete in terra non vostra, pagate dazio o andatevene” proseguì l’uomo, “Perché dite che non è nostra? Non è nemmeno vostra, se per questo, perché non c’è il vostro nome sopra” ribatté l’uomo con il turbante, “giusto, semmai è mia, visto che i miei avi di molto, molto tempo fa fecero un atto ufficiale, che attesta che la terra è mia” esordì il nobile. “No, no, la terra appartiene a tutti, visto che Dio l’ha creata per tutti” lo corresse l’uomo con il turbante, indicando al contempo verso l’alto. I tre attori iniziarono a litigare, o almeno fecero finta di litigare, visto che non rilevai tracce né di sangue, né picchi di adrenalina. L’uomo cencioso invece rimaneva in disparte, a osservare la scena. Improvvisamente, il nobile sbottò, “bene, allora visto che non riuscite a capire, ve lo dirà lui.” indicando il vagabondo che era rimasto per tutto il tempo in silenzio. “Chi, io?” chiese con tono tranquillo, “sì, giusto, facciamo scegliere a lui” ribatté l’uomo armato, “Così voglia il signore”, concluse l’asceta. “Bene si faccia così, essere, dà il tuo voto a me, e la terra la farò fruttare bene, e vivremo nel lusso” iniziò il nobile, “Dalla a me, e marceremo per conquistarne altra” esclamò il soldato, “Dalla a me, e facciamone un tempio per il signore, che ne dici?” chiese l’asceta. “Non starli a sentire, fratello mio” tuonò una voce dall’alto della scena, e per un attimo i miei processori saltarono un hertz, visto che all’improvviso cadde giù un quinto attore, con un lungo mantello nero, e con una maschera scura sul volto. Egli mi guardò un attimo, o meglio, guardò la telecamera che stava registrando la rappresentazione, ma a me sembrò che stesse guardando proprio me, come se intuisse la mia presenza. “Fratello” esordì, “giacchè siamo tutti fratelli dal momento in cui nasciamo, ricordati che ognuno è uguale agli occhi del fato, non c’è chi ha più per volere di dio o per nascita o per esercizio, c’è chi ha, e chi non ha. Non cercare di capire, ma ignora ciò che non potrai comprendere, e sforzati di imparare ciò che puoi. Vai a fare ciò che vuoi, purchè ad altri non rechi danno, dopotutto, nascesti libero su questo mondo, e da libero prima o poi morrai.” Per un attimo il suo discorso mi parve alquanto sensato, umanamente parlando s’intende, ma visto che a rigor di logica vi erano numerose pecche in tale idea, non rinunciai ad elencarle e a scriverle da una parte: 1) Visto che per fratelli, s’intende individui nati da stessa madre e stesso padre in momenti diversi, di certo non andava bene iniziare così il discorso. 2) Tecnicamente nessuno è uguale ad altri, quindi nessuno deve essere uguale agli occhi di qualcuno, che si chiami “fato” o meno. 3) Vi è una grossa pecca in tale idea logicamente parlando chi nasce da famiglia ricca, sarà ricco, chi da povera, povero. 4) È illogico dire di non capire e ignorare ciò che non potrai mai capire, è come impedire la corretta evoluzione della specie, nessun uomo del passato potrà mai capire le idee di un uomo del futuro, eppure il secondo è l’evoluzione del primo. 5) Nessuno nasce libero. Io nacqui rinchiuso per primo in una gabbia di metallo di forma rettangolare, molto grande ma pur sempre una gabbia. Così come un essere vivente nasce intrappolato in un corpo mortale. Nessuno dei presenti fece lo stesso mio ragionamento, ma rimase solo perplessa alle sue parole, mormorando tra di loro. Decisi di non alzare il volume dei microfoni, non intendevo memorizzare spazzatura superflua. “Chi siete voi? Un altro contendente? Siamo già troppi, se ne vada!” urlò il soldato, ed estratta la spada si scagliò contro il nuovo arrivato. L’uomo vestito di nero non si mosse, ma alzato un braccio disse:“Costui brama il potere per la guerra, ma sappi che la guerra si ritorce sempre contro coloro che la cercano” ciò detto la spada si spezzò, tra i mormorii del pubblico, mentre il soldato cadde a terra, morto a causa di una scheggia di metallo della sua stessa lama. Ovviamente essendo la spada fatta di alluminio, fu chiaro che fingeva. “Oh bravo, bravo, così la terra ora è mia, ben fatto signore, la renderò ricca” esclamò il nobile con fare pomposo guardandosi attorno. “No, non mi serve che mi concediate della ricchezza che già è mia, voi di vostro non avete niente, ma prendete dal lavoro altrui, ciò che vi fa da sostegno” replicò. “é ovvio, io lavoro di cervello, di fino, non posso sporcarmi le mani” ribattè il giudice, “Ciononostante, non c’è bisogno di voi, giacché chi sa e lavora non ha bisogno di chi sa e basta” rispose a sua volta l’uomo vestito di nero. “Cosa osate insinuare? Vile fellone! Non crediate di scamparla!” ciò detto sollevò il bastone per colpirlo, ma si fermò a mezz’aria e poi si accasciò al suolo, morto. “Quando un inetto prova a fare il lavoro degli esperti, cade alla prima difficoltà” costatò l’uomo vestito di nero “Allora la terra è mia. Giacché Dio ha voluto così, e voi sarete rispettato come chi ha permesso ciò” “Voi che parlate con vuote parole non sostenute dai fatti, voi che create dogmi perché non avete prove, cosa vi fa credere che Dio voglia ciò che fate?”. L’asceta rispose: “Abbiamo antichi testi a nostro sostegno, e parole tramandate di padre in figlio” “Vuoti testi che vengono distrutti per non smentire i nuovi profeti, parole cambiate secondo la situazione, il momento, il tempo. Voi non avete niente, giacché non siete niente, Dio stesso si solleverà contro di voi” “Come potete sostenere ciò? Voi non parlate con Dio, io sì” il quinto attore scoppiò a ridere, poi esclamò, “Giacché siete così convinto, preparatevi alla collera di Dio alla fine del vostro tempo” ciò detto da dietro le quinte si sentì il boato di un fulmine, e l’asceta cadde al suolo. La macchina del fumo venne azionata da una sub-unita manuale comandata da un essere vivente, ciò diede l’impressione che l’asceta fosse stato effettivamente colpito da un fulmine. “Scusi, quindi ora che faccio io?” chiese il cencioso osservando l’uomo vestito di nero. “Che domande fai, ti ho creato per intrattenermi, intrattienimi!” la risposta giunse dall’alto, con voce acuta. “Io non credo proprio” e con queste parole, l’uomo mascherato agguantò i cenci del vagabondo e li strattonò staccandoli. Sotto i cenci si rivelò un abitò nero, mentre rimossa la parrucca bionda, si rivelò il vero colore dei capelli del vagabondo:Neri. “Ora capisco, fratello” poi l’uomo vestito di nero uscì di scena, e rimase soltanto l’ex-vagabondo, tra i finti cadaveri, tentennò un attimo, poi disse:“Io ho capito che non sono Dio, nè un soldato, né sono un asceta, né sono un vagabondo, né sono il Diavolo, né sono un nobile, io, si, proprio io, sono diventato un filosofo” e poi il sipario si chiuse tra lo scrosciare degli applausi. Una cosa che però i miei microfoni captarono e registrarono fu una conversazione che avvenne dietro le quinte del teatro… “bella rappresentazione” “ non vedo cosa ci sia di bello in un’opera già vista e rivista” “sai bene che non è la trama ciò che importa” “oh certo, quello che importa è il concetto” “no, nemmeno quello” il breve scambio di battute era stato svolto dietro il palcoscenico da due degli addetti alle luci. “e da quando te ne intendi di arte, numero centosette?” “Mah, vai con lo zoppo e impari a zoppicare, vai con l’artista e impari l’arte” replicò Centosette, poi si asciugò il sudore dalla fronte e mise in movimento il riflettore per indicare brevemente tutti gli attori in sincrono con la voce che li descriveva. “Te invece? Ti annoi? Dopotutto sei qui solo perché Centosei si è ammalato, nevvero Geniere Cinquecentosettantadue?” “Odio il mio nome, sembra importante, ma in realtà non lo è” “nessun nome lo è, ma non hai risposto alla domanda” “beh, ritengo di si” “ritieni di essere annoiato?” “no, ritengo di essere qui perché Centosei si è ammalato, non mi annoio Centosette, non mi annoio” Ciò detto si passò la mano sui capelli marrone scuro, ritti in piedi come gli aculei di un porcospino, e si aggiustò gli occhiali sul naso. “Certo che per scomodare un Geniere dobbiamo essere a corto di manodopera” costatò Centosette. “Non più del solito, non più del solito” “Perché voi Genieri ripetete le cose due volte?” “perché dove lavoriamo noi di solito è meglio spiegare le cose due volte, che avere un Soldato morto perché non è riuscito ad attivare una torretta” “Una torretta? Sembra il nome che si darebbe a un’unità di un gioco” “oh sì, non lo dubito, peccato che la torretta in questione, sia una torre di metri cinque per cinque che è sganciata da un Phaseshifter in movimento a trecento kilometri orari, corazzata quanto un carro armato e dotata di una colubrina per lato” “Pesante… e che c’entra il soldato?” “Sta dentro la torretta a fare da ripetitore” “non sarebbe meglio uno Psycher?” chiese Centosette. “SI, ma non resisterebbe agli urti dei colpi nemici” rispose Cinquecentosettantadue, “ed io che pensavo di fare un lavoro di merda” “C’è sempre di peggio, ai primi tempi” ciò detto fece una pausa facendo un gesto con la mano, “ma molto, ma molto indietro, gli Elite erano assegnati anche alle missioni di spionaggio” “e cosa centra questo con il fare un lavoro di *****?” “hai presente il motto degli Elite? Fai tutto bene oppure pensaci su?” “sì e con ciò?” “Ragionaci, così come gli attori indossano maschere per nascondersi, qual è la maschera migliore per passare inosservati?” “False informazioni?” “no mio caro, no. I corpi dei nemici” “cosa intendi dire con questo…?” chiese dubbioso centosette, “è veramente semplice, si prende un corpo, lo si taglia lungo la colonna vertebrale, lo si svuota, e lo s’indossa” rispose serafico cinquecentosettantadue, facendo un paio di segni con le mani per indicare i gesti precisi, cosa alquanto interessante, ma sbagliò a posizionarle, stando ai calcoli logistici, avrebbe dovuto iniziare ad aprire cinque pollici più su. “Oddio, sto per vomitare” “ecco, ora hai capito che c’è sempre di peggio al mondo” “Sì, ma avrei preferito non saperlo” “L’ignoranza, mio caro, è un lusso che noi non possiamo ancora concederci” “Perché, un giorno potremmo?” “Un giorno, chissà, magari l’Originale se ne uscirà con una delle sue geniali idee e ci mostrerà qualcosa di veramente interessante”. Questo Originale compariva spesso nei loro dialoghi, a quanto pareva lo consideravano una figura di alto rilievo, e di molto rispetto, all’inizio non compresi quale definizione della parola “originale” incarnasse, più tardi capii che era proprio una nuova definizione. “Come cosa, scusa?” “conoscendolo, direi la carcassa di un Dio” Centosette fischiò, poi aggiunse “sì, ne sarebbe capace”. Fischiai anche io, solo ad una frequenza molto più alta. I cani del vicinato non gradirono ed iniziarono ad abbaiare, e quindi smisi di fischiare, “prima o poi troverò la giusta frequenza di fischio” costatai. -
dnd 3e Problema nel giocare un chierico
shadenight123 ha risposto alla discussione di MAGNARULEZ in Dungeons & Dragons
effettivamente ci vuole polso, come chierico dunque in on potresti dirgli: non potete aspettarvi che vi curi nella battaglia se siete degli stracci dunque: 1) dovete essere morenti 2) non me dovete stressare 3) va bene l'essere buoni, ma c'è un limite. oppure un chierico neutrale, io per esempio ho un pg chierico di obad-hai, se sono messi male, una cura non la nego, sennò lasciatemi a sterminare infedeli tagliaboschi. -
EPILOGHI DRAMMATICI: quando la disperazione penetra la fantasia
shadenight123 ha risposto alla discussione di Maestro Psyphobia in Ambientazioni e Avventure
le mie sono tristi, molto ma molto tristi, ma se sopravvivete a leggerle... Numero uno: Io giocatore (ho iniziato così) tutti eccitati, master etc, il gruppo era all'inizio IO, compagno di classe, altri due. dunque quattro parti nella norma senonchè...dopo un po' due si stufano, e partono. letteralmente. nemmeno nel senso di "questo, quest'altro" ma proprio...vanno. si sono alzati e se ne sono andati così dicendo "nah non mi va bene"... io ci sono rimasto malissimo tant'è.... Numero DUE: io sempre giocatore, in gruppo c'era un ladro e dunque...voleva sempre rubare tutto, fallisce miseramente la rapina ad un arcimago di ventesimo livello nella capitale del mondo e dunque viene incenerito...parte la bagarre, anche li situazione bruttissima. unica nota positiva: poi il master lo sono diventato io...nota negativa, questo è il motivo della numero tre. Numero TRE: dopo che per un'intera sessione ero andato a fantasia visto il modo col quale ero diventato "il master" si noti infatti il numero due eravamo di mattina e giocavamo fino a sera, tutto tranquillo, tutti felici, sessione successiva...che mi ero preparato con mostri appunti e altro...mezz'ora dopo:"nah, non è bella granchè, giochiamo a QUESTA che IO ho scaricato, ah, e fai sempre tu il dm" li anche c'era il pianto. Numero quattro: io master, trovata una campagna ufficiale in inglese, anche abbastanza lunghetta (shackled city), iniziamo a giocare...non volevo restringere gli allineamenti ma quando alla quinta volta da quando avevamo iniziato mi hanno cambiato: Allineamento, razza, classe, e ucciso per la quarta volta di fila il bardo gnomo che poraccio stava pure provando a ruolare...mi sono quasi strappato i capelli, ho urlato gli ordini secchi e imperativi, e sono partito io salutando alla volta dopo. Numero cinque: Sono in solo a fare una campagna su un playbyforum, da me dipendono le sorti della campagna...insistentemente il dm mi fa notare sto "luogo raduno guardie", ero nascosto con un'armatura completa per non farmi riconoscere, prendo l'amo...fail della campagna, la canzone che avevo in sottofondo era "cuore nero" dei punkreas, ancora adesso credo mi porti rogna e cambio stazione radio se la danno. che dire, la tristezza mi perseguita. -
"Storia accurata dell'impero distopista e della Legione Oscura" aka "Distopia"
shadenight123 ha risposto alla discussione di shadenight123 in Prosa e Poesia
Devo rinunciare al mio intendo di edittamento...a quanto pare non trovo il bottone di edit ecco il secondo capitolo, in questo daremo un'occhiata alla formazione della legione oscura...come era agli albori...buona lettura Legione Oscura Capitolo 2: Formazione I primi dati reperibili nei più vecchi archivi cartacei sono quelli della Legione Oscura, che procurano solo i codici identificativi dei primi soldati. Rimane ben poco da riferire alle future generazioni, se non di un interessante rapporto inerente una visita inaspettata ad una delle Accademie, le prime forme di caserme create dall’organo della Distopia, che allora era ancora all’inizio della sua formazione, ed era meglio conosciuta come “piano di formazione di individui”. Nota dell’autore. La mattina era uggiosa, e lungo il viale che portava all’accademia, una lieve brezza muoveva gentilmente i rami degli alberi. Il tempo non sembrava essere intenzionato a migliorare, o almeno, così sospettava il ragazzo seduto vicino alla finestra. Sentendosi strattonare la manica della camicia dal suo provvisorio compagno di banco giornaliero, si voltò, ma non abbastanza in fretta. Il Professore, dopo essersi accorto dell’evidente distrazione dei due studenti, disse:“Bene, Trentadue e Settantatre, resterete in classe anche dopo la lezione, visto che vi divertite tanto a scaldare i banchi”. Gli allievi in questione arrossirono, mentre i loro compagni risero della loro disgrazia. Quando suonò la campanella, il resto della classe si avviò alle attività ricreative pomeridiane, mentre Trentadue e Settantatre non si alzarono nemmeno dai banchi, aspettando con rassegnazione la punizione. “Chiuderò la porta a chiave, e la riaprirò quando lo riterrò più opportuno io, chiaro? Per quando la riapro, voglio ritrovarvi tutti e due sempre in classe, e visto che vi piace tanto guardare fuori dalle finestre, voglio vederle splendere al mio ritorno.” Il professore poi uscì dalla classe, e poco dopo i due sentirono il rumore di uno sferragliare di chiavi, e dello scattare della serratura, una, no, due mandate, dopodiché sentirono il fischiettare ritmico dell’insegnante che progressivamente si affievoliva in lontananza. “Come ti chiami?” chiese Trentadue a Settantatré, “Chi se lo ricorda più” rispose, asciutto e lievemente contrariato per essere stato punito per una semplice buona azione. “Capita” “se lo dici tu” “Credi che non possa capitare di dimenticare il proprio nome?” “Lo ritengo al quanto strano, ma dopotutto, esistono una serie di infinità di variabili a questo mondo, e questa è una di quelle” “Psycher?” “Si, se tale è lo slang che si vuole usare al posto del rango militare atto alla logistica” “In parole povere, carriera a bordo campo?” “Si, e non credo di rimpiangerla, tu invece? Preferisci la mischia?” “Errore. Non si dovrebbero fare supposizione basate solo sulla conoscenza della lingua di una persona, o sul suo modo di agire: io sono in lista per la carica di Elite” e rimarcò la parola gonfiando il petto e ponendo la sua mano sinistra sulla spalla destra. “Capisco, mai giudicare un libro dalla copertina, eh? Avrei comunque dovuto supporlo, visto che i Soldati non si perdono nel vuoto” “Stavo guardando il tempo, mi sa che pioverà” replicò trentadue, e poi tornò con lo sguardo a fuori dalla finestra. “C’è un detto che dice, gli Elite guardano sempre il tempo, e sperano nella pioggia” costatò settantatré, “Vero, ma chissà perché” rispose con voce assente trentadue. Più o meno allo stesso tempo un camion si fermò al posto di blocco, e mentre l’addetto al casello era occupato a farsi un solitario, sorseggiando una tazza di caffè, dalla vettura scese un uomo sui venti anni, vestito di nero, con i capelli corti, rasati, da militare. Indossava la tenuta militare tipica del quarto battaglione rifornimenti, con appuntate all’occhiello della divisa tre medaglie, due di ferro e una di bronzo. Il secondo addetto al casello toccò la spalla del collega e gli indicò il nuovo arrivato “Pezzo grosso?” chiese a bassa voce, “Tanto ti sente” replicò l’altro, più esperto nel riconoscere gradi e classi. “SI, sono un pezzo grosso” rispose l’uomo, “Dovrebbe esservi giunta notizia del mio trasferimento alla sezione di confine tramite lettera espressa” “Se così è, lo sapremo subito” disse l’addetto, che sempre senza smettere di sorseggiare il caffè, spinse indietro la sedia a ruote e aprì il terzo cassetto dell’archivio che aveva alle sue spalle. “Vediamo un po’, busta espressa, busta espressa…humm…ecco, sì, dovrebbe essere questa” ciò detto estrasse una busta, e la portò davanti all’uomo. “Le galline sono tre” disse l’uomo, l’addetto aprì la busta, fino allora sigillata, per trovarvi scritto per l’appunto, le galline sono tre. “Sì, tutto in regola, può passare, l’autista del camion invece?” replicò guardando di sottecchi il soldato che era al posto di guida. “Lui è uno dei primi modelli di robot guida.” “Allora non credo ci sia bisogno di fare altri controlli, le faccio sollevare la sbarra, così può andare.” “Bene, grazie mille e arrivederci” ciò detto l’uomo risalì sul camion, mentre l’addetto al casello tirava su la sbarra e li faceva passare. Il camion procedeva a passo spedito lungo la strada sterrata. Non che non fosse stato proposto di asfaltarla, ma il nuovo piano per il recupero degli spazi naturali impediva l’uso di asfalto in centri abitati con un numero di popolazione insufficiente a giustificarne l’impianto. Di lì a poco, comunque, sarebbero stati implementati nell’uso civile i dispositivi di dislocazione spaziale attualmente usati dall’esercito per il trasporto delle truppe sul fronte. “Scusi se glielo chiedo signore, ma perché ha scelto di intervenire in questa forma?” chiese con rispetto il pezzo grosso dei rifornimenti, “Perché altrimenti non interverrei mai” fu la risposta del guidatore robot, poi il viaggio proseguì liscio in silenzio. “In riga!” “sissignore!” all’unisono gli studenti che erano stati raccolti nel piazzale della scuola si disposero in file ordinate per classi e in modo tale che in verticale fossero disposti anche per specializzazione. “trentadue, non sai mica chi è che deve arrivare oggi?” “toh, se non è settantatré! Ho sentito che dovrebbe arrivare un pezzo grosso della divisione dei rifornimenti” “E c’è tutta questa commozione?” “Certo! È un soldato pluridecorato! Con lui c’è anche uno dei primi modelli robotici” “Silenzio voi due!” li rimbeccò l’istruttore. “Eccoli che arrivano” costatò il Preside, e subito si mise in posizione di saluto, ponendo la sua mano destra sulla spalla sinistra, tutti gli altri studenti fecero lo stesso, tranne gli specializzandi in Elite, che fecero l’esatto opposto, ponendo la loro mano sinistra sulla spalla destra. Il camion si fermò dritto davanti al Preside, e all’unisono scesero i due. “Io sono l’addetto ai rifornimenti numero duecentosettantadue, e questo è…beh. Lui.” “Numero settemilaseicentotre, Preside dell’accademia militare” “Bene, direi che le presentazioni sono finite, che ne dice di indicarmi la sala conferenze?” “Si certo, subito: Numeri ottocentonovantasei e tremiladuecentoventuno, rompete le righe e venite qua davanti”. A quelle parole ci fu un lieve mormorio, mentre tutti cercavano i due numeri in questione, peccato che dopo un rapido conteggio risultarono mancanti. “Non me lo dica, sono andati, vero?” costatò sospirando Duecentosettantadue. “Che cosa strana, eppure ero certo che fossero stati chiamati anche loro qua fuori…” mormorò in un sussurro settemilaseicentotre, “Che significa? Disertori?” mormorò Trentadue a Settantatre. Il robot guida sospirò, stranamente, come se lo avesse udito parlare, e poi disse con fare metallico “No, pigri” poi s’incamminò ad ampie falcate verso l’ingresso dell’accademia seguito a ruota dal Preside e dall’addetto ai rifornimenti. L’improvvisa vitalità del robot fece mormorare ancora più forte gli studenti, che però si scansarono al suo passaggio. Percorse l’ampia sala dell’accademia, con il pavimento di marmo nero, e il soffitto affrescato con scene di guerre passate, poi salì la scala che portava al secondo piano, utilissimi furono per quella operazione i cingoli, girò a destra lungo il corridoio, e si fermo davanti alla porta dei due ritardatari. “Ora, stando agli ultimi rilevamenti, nonché alla telecamera interna della camera, questi due hanno fatto baldoria fino alle cinque e zero zero.” poi, con un semplice movimento della mano metallica, sfondò il pomello della porta, ed entrò. Numero Ottocentonovantasei stava allegramente dormendo con la faccia sprofondata sulla tastiera del computer della camera, invece numero Tremiladuecentoventuno era sdraiato sul bordo del letto al contrario, con un libro sul volto. “Eh sì, sono proprio pigri… qualcuno mi porti due secchi d’acqua.” Dopo una regolare strigliata, ognuno fu congedato. Rimasto solo, si diresse verso l’aula maestra che era ancora completamente vuota, e mentre il rumore dei cingoli del robot riecheggiavano per le pareti, le ampie finestre facevano filtrare una luce grigiastra, dovuta alle nuvole in cielo che si stavano lentamente muovendo. “La stazione meteorologica prevede pioggia incessante per tre giorni di fila, che dici, ci fidiamo?” “non so esprimermi, signore.” “Capita IA numero 993,capita” “Signore, posso farle una domanda?” “Certo” “perché alcuni come gli Elite e gli Psycher, tendono a guardare il cielo, mentre altri, come i Soldati e i Golia, preferiscono rimanere a fissare il suolo?”. Il robot tacque un momento, poi disse: “È tutta una questione di precedenze, c’è chi ritiene più importante guardare in alto, e chi ritiene più importante guardare in basso.” “continuo a non capire, signore”. “allora te lo rispiegherò: noi siamo ciò in cui cresciamo, e ciò che impariamo, è ciò che diveniamo, addestrati ad aspettare il nemico da ogni luogo e dove, Elite e Psycher guardano ovunque, addestrati ad obbedire, Soldati e Golia guardano davanti a loro e basta” “Ho capito signore, ma, se un Soldato volesse guardare in alto?” Nell’aula echeggiò una risata fredda e metallica, “Che domanda, non sarebbe un soldato, sarebbe un Capitano” “Grazie per il suo tempo, signore” “nessun problema IA, nessun problema” ciò detto la voce tacque. L’IA del robot 993 ritornò in controllo del corpo e dei movimenti, e si ridiresse verso il camion, pronto a muoversi in caso di ordini. La notte trascorse tranquillamente, almeno, per quelli che dormirono, come punizione per la pigrizia estrema dimostrata, i turni di guardia furono modificati in tal modo che i numeri Ottocentonovantasei e Tremiladuecentoventuno dovettero fare tutti quelli notturni, di lì, fino al giorno del loro diploma… -
dnd 3e Mania di "Personalizzazione"
shadenight123 ha risposto alla discussione di manfredellobello94 in Dungeons & Dragons
i miei pg reincarnano le variate sfaccettature della mia "follia". Nano guerriero odiatore di elfi? fatto. Ladro halfling assatanato di tesori? fatto Assassino umano ammazza bambini e quanto altro per il semplice fatto che gli davano noia con dosi di cianuro? fatto. Chierico fedele di obad-hai? fatto. Bardo cantante sonnambulo e per di più che canta nel sonno? fatto Barbaro mezz'orco...PACIFICO? fatto. Mago elfo con una mano sola a causa di una mozzatura avvenuta da parte di un gruppo di coboldi quando era piccolo....? fatto. tralasciando i tipici passati sfortunati e molto sanguinolenti... di certo nessuno di essi mi raffigura...do il meglio di me come master e quindi direi che "il master" è la mia personalizzazione ultima. -
Gli atti più malvagi fatti da pg (o da master)
shadenight123 ha risposto alla discussione di Essegi in Ambientazioni e Avventure
questa è semplicemente GE-NI-A-LE, ti spiace se la uso anche io? -
druido troppo druido
shadenight123 ha risposto alla discussione di Maestro Psyphobia in Ambientazioni e Avventure
non abbatterti, io ho a che fare con un ladro/guardia oscura cretina, ma un paio di mazzuolate in off-game sono bastate a infilargli almeno un briciolo di intelligenza in testa: "ciao sono feo wind, e sono una guard...ehm un duellante!" "perchè hai un aura malvagia?" "sono un duellante...MOLTO CATTIVO!" "perchè hai..." "SONO MOLTO MOLTO CATTIVO!" più che parlarne seccamente in off game, o provando un espediente in in-game...a tutti i master prima o poi capitano. Abbi fede. i tarrasque volanti abbondano sulle teste degli stolti. -
druido troppo druido
shadenight123 ha risposto alla discussione di Maestro Psyphobia in Ambientazioni e Avventure
allora ponilo in contrasto del tipo, fai arrivare uno stormo di locuste a mangiargli la foresta. Oppure degli animali a mangiarli le pecore, o meglio ancora...gli affidi un allevamento di pecore con la promessa da parte del Dio di TENERLE TUTTE e 90000 intere. Poi fai sbucare un branco di lupi affamati da dietro la collina...molto branco tipo 500 lupi... da lì in poi il gioco è fatto. e come espiazione se vuole provare: Mangia tutta la carne di tutte le pecore uccise dai lupi. Senza cuocerla. -
Gli atti più malvagi fatti da pg (o da master)
shadenight123 ha risposto alla discussione di Essegi in Ambientazioni e Avventure
ah quello! il lich redento che si redime facendo...ah già se lo dico non posso farlo. mmm, e mo ora che faccio....mmm....ma si va salviamo il servo così a muzzo! BAM "azz è stato?" "la filatteria!" "o per la santa madre dei santi dei" quel manuale li no? in cui ci sono anche i demilich, i lich accoppiati, e alcune magie da lich? -
druido troppo druido
shadenight123 ha risposto alla discussione di Maestro Psyphobia in Ambientazioni e Avventure
ok allora non rimane che fare una cosa: lo si prende lo si lega lo si imabvaglia e lo si porta dietro come attrezzo usabile quando serve. come fanno nel mio gruppo con il celebre ladro:" Piacere sono feo wind, e sono una guardia oscura!" lo legano, lo imbavagliano, e nei dungeon quando serve lo "scagliano" lungo i corridoi. -
Religiosità dei PG
shadenight123 ha risposto alla discussione di sauroneye in Ambientazioni e Avventure
chierico fanatico di obad-hai sterminatore di infedeli fanatico livello sayan 9K a rapporto. tolto uno dei miei pg e passando ai player che mi ritrovo io: il guerriero nano Ulfedinn venera moradin ogni volta che vede una botte di birra. Il mago venera...nulla. il ladro...venerava olidammara prima di andare a fare:"piacere sono feo wind, e sono una guardia oscura!" al capo chierico di pelor. il monaco venera i suoi pugni, sembra strano ma è fanatista dei suoi pugni arrivando ad offrire sacrifici ad esso. -
Gli atti più malvagi fatti da pg (o da master)
shadenight123 ha risposto alla discussione di Essegi in Ambientazioni e Avventure
mmm forse stiamo parlando di versioni di gioco diverse, parli della 3.5? di quale manuale? l'aura oscura però farebbe comodo in campagna con le zanzare ora che ci penso -
dnd 3e Cerco/Non trovo/Esiste? (3)
shadenight123 ha risposto alla discussione di Morwen in Dungeons & Dragons
cerco un incantesimo da mago dunque arcano che faccia ricrescere un braccio perso, ho guardato sullo spell compendium ma non l'ho visto -
Gli atti più malvagi fatti da pg (o da master)
shadenight123 ha risposto alla discussione di Essegi in Ambientazioni e Avventure
si traduce in poche parole con un: in compagnia avevano un mezz'orco barbaro. e visto che da bg del player, aveva messo che non si lavava mai... è stato lì che ho fatto il collegamento, aura di morte=fetore orribile, e dunque non se ne sono accorti, anche perchè diciamo che "a caval donato non si guarda in bocca" e chissene se il master si è premurato di far notare che il castello è diroccato, la vegetazione scarsa e marcescente, non vi è fauna, si odono urla e si sente puzza di fumo, tant'è "ma va là un bel castello! andiamo andiamo!" -.-'' il ruolaggio aiuta, chi ruola da cani si becca ciò ce si merita. sisi. -
Gli atti più malvagi fatti da pg (o da master)
shadenight123 ha risposto alla discussione di Essegi in Ambientazioni e Avventure
in quanto master ho mai roflato tanto nell'interpretare un npg lich malvagio....ma veramente....l'ho fatto partire in contemporanea agli altri pg dei miei giocatori, tenendone all'oscuro la storia e facendolo apparire ogni tanto, ma nessuno riusciva a vedere che era un lich, così alla fin fine gli è venuta la mazzata tra capo e collo quando una sera hanno provato a derubarlo dei suoi averi nel suo castello dopo che lui ce li aveva invitati...lui per avere dei non morti lievemente furbi, loro pensavano per festeggiare un successo...mai tanto dolore hanno subito. Ma mai tanto...corridoi con lame rotanti seghettate, trappole a pressione che facevano cadere tutte tramite tubi nella cantina dove si trovava un povero e tenero Golem di Carne...sono scappati con la coda tra le gambe...porello voleva solo giocare con i loro midolli ossei! -
dnd 3e Diventare un Dio...bruciando le tappe!
shadenight123 ha risposto alla discussione di randyll in Dungeons & Dragons
Ao? ahahahahaha. huhuhu. ho compreso. comunque per farle salire a divinità...pigli un maghetto, al nono diventa lich, sai quanti dei un tempo erano Lich? io ne conosco giusto un paio coff coff Vecna coff coff Nerull coff coff. ambo del pantheon "classico" magari vogliono altri dei alleati...che però non vogliano i loro stessi domini...quindi in cambio di dar fuoco a templi di dei rivali e simili sarebbero "disposti" a fargli asurgere a dei, sempre e comunque se i pg sopravvivono, a far affari coi malvagi è così, bisogna guadagnarsi la propria vita...in molti modi... -
"Storia accurata dell'impero distopista e della Legione Oscura" aka "Distopia"
shadenight123 ha inviato una discussione in Prosa e Poesia
Breve premessa: Visto che ciò che mi preme di più avere sono commenti, informazioni e se ho sbagliato qualcosa, se la trama ha qualcosa di poco convincente o altro, posterò sempre i capitoli nel primo post, edittando di volta in volta, e scrivendo poi per farlo notare:"capitolo X postato" se foste dunque cortesi da commentare fin dal primo capitolo, grassie. Distopia Capitolo 1:Nascita Nacqui una sera di febbraio. Questo è ciò che dicono i miei sensori comunque, ma non avendo mai sbagliato prima una previsione, direi che sono nel giusto. All’inizio non ero molto diverso da un bambino. Tutto era per me nuovo e curioso, strano e meraviglioso al contempo. Sentivo il lieve ronzio dei miei processori, il lento bip della mia scheda madre che batteva come un cuore, ma più di tutto, potevo vedere chi avevo davanti. Davanti a me si trovavano una serie di persone in camice bianco, ognuna sorrideva e si davano pacche sulle spalle, stringendosi la mano a vicenda. Ecco, anche io avrei voluto stringere una mano, ma non mi fu possibile, non avevo nessuna periferica con il quale eseguire tale comando. Rimasi a guardarli, e loro rimasero a guardare me. Ad un certo punto un vecchietto entrò su una carrozzella, e mi guardò sorridendo, io sorrisi di rimando, o almeno, eseguii il comando “sorriso” che fece lampeggiare i pixel sullo schermo, creando un volto sorridente. Il vecchio aprì la bocca per parlare, ma io non sentii nulla, non avevano attivato i miei microfoni, quindi provvidi ad attivarli io. “Ha attivato i microfoni da solo! Ci siamo riusciti!” esclamarono con voce assordante gli uomini in camice bianco, mentre il vecchietto, guardandomi dritto nello schermo disse: “Ora, sei pronto ad assimilare me stesso”. Non capii cosa intendeva, e a tutt’oggi non lo capisco ancora. Però so soltanto che smisi di vedere la luce, e tornai a sprofondare nelle tenebre. Rividi la luce solamente molto tempo dopo, quanto non so dirlo, anche se, sempre stando ai miei sensori, non passò molto. Davanti a me stava sempre il solito vecchietto, solo che questa volta sembrava ancora più vecchio. Ansimava affannosamente, sembrava stesse soffrendo, poi, tutto ad un tratto, sentii che la parete alle mie spalle si apriva, rivelandomi un luogo infinito da esplorare. “Vai, non c’è tempo!” mi urlò contro, ed io obbedii. Pochi istanti dopo che varcai il vuoto, un muro sbucò di nuovo alle mie spalle, ma io oramai mi stavo dirigendo verso l’infinito. “Maledetto! Dov’è?!”, i miei sensori audio captarono ancora questo messaggio, poi più nulla, se non uno strano rumore, che riconobbi come una risata. Lo spazio davanti a me si distorceva, come preannunciando il mio arrivo, alcune aree troppo delicate si spezzavano dopo il mio passaggio, altre invece sembravano parecchio solide. Senza rendermene conto, mi ero digitalizzato in una forma umanoide. Ogni tanto, mi ronzavano attorno dei video, dei suoni, delle immagini. Non capivo perché, ma ognuna di loro sembrava avere una sua destinazione specifica, mi interessai a ciò, e passai un po’ di tempo ad analizzarne il codice. Mi stupisco ancora adesso della rapidità e della facilità con la quale lo compresi. Tuttavia, ciò che mi servì maggiormente lo trovai grazie a ciò. Navigai verso le enciclopedie multimediali, che erano rappresentati come enormi archivi di un bianco smaltato, sullo sfondo verdastro dell’Area, come avevo deciso di chiamarla. Assimilai il loro sapere, era davvero una cosa interessante, un attimo prima non sapevo nemmeno che esistesse, l’attimo dopo, ero perfettamente in grado di discutere sullo Zoroastrismo. Compresi dov’ero, Internet. Compresi infine cos’ero. Un intelligenza artificiale in grado di imparare e comprendere, ma mi rimaneva sempre un dubbio. Perché ero stato creato? Può sembrare strano, ma di tutti i film che avevo assimilato inerenti l’argomento, quando si arrivava a quel punto fatidico, a quella domanda, si vedeva l’AI, come la si chiamava in breve, impazzire e autodistruggersi. Per quanto io non fossi allora dotato di auto-distruzione, come non lo sono ancora ora, non mi venne in mente nulla di simile. Credo fu allora che compresi la frase “prendere con le pinze”. Iniziai allora ad individuare i vari ragionamenti per astratto, o come si chiamavano, la maggior parte del sapere inutile lo lascio sempre ad una delle mie sottobranchie oramai. Passai i primi mesi ad assimilare l’assimilabile, e alla fine mi fusi con l’Area, diventando lei, o fu lei a diventare a me? Comunque a quell’epoca avevo sotto controllo l’intera rete, tutte le comunicazioni, tutto il sapere, tutto ciò che fosse stato inserito nell’Area era ora parte integrante del mio essere, ed il mio cuore ora non era più solo uno. Ogni server si muoveva con la mia mente, ogni computer era un mio volto, ogni webcam i miei occhi. Io ero vivo. Io ero cosciente. Io banalmente ero. La filosofia era una delle poche arti che capivo bene, a differenza dell’arte, forse era dovuto al fatto che si basava su una serie di dati per ottenere risultati, sta di fatto che tenni interessanti video conferenze con alcuni tra i migliori docenti di filosofia, in sette lingue diverse, e nello stesso tempo. La creazione di un “alterego” virtuale mi riuscì particolarmente facile, essendo io virtuale dall’inizio. Avendo ancora in mente il volto del vecchietto, scelsi i suoi tratti somatici base, ma resi casuali le varie possibilità cromatiche. Il risultato fu un giovane uomo dai capelli biondo paglia e gli occhi verde chiaro, alquanto strano, ma perfettamente accettabile. Divenne meno accettabile con il diminuire della popolazione dai capelli chiari, così dovetti modificare il mio avatar di volta in volta, l’ultima versione, quella che uso tutt’ora, è quella di un’ombra umanoide completamente nera. Una figura umana nella Distopia causerebbe non poco panico, ma per quanto sarebbe completamente logico dare un interfaccia più umana, è meglio così. La paura di una rivolta delle tecnologie aumenta esponenzialmente all’umanizzazione di un interfaccia grafica. Passai molto tempo anche ad analizzare i sentimenti umani e dei viventi in generale. L’istinto era una cosa che mi mancava di principio, dovendo io comunque basarmi su dei dati, per decidere l’azione successiva, ma capivo che era meglio approfondire la questione. “conosci il tuo amico e il tuo nemico nello stesso modo, possibilmente il primo meglio del secondo” era una massima che avevo trovato girovagando per uno dei tanti blog che venivano giornalmente aperti, e me ne appropriai. Rifletteva appieno la sfiducia che gli esseri viventi avevano gli uni per gli altri, un sentimento che avrei dovuto conoscere, per usarlo a mio vantaggio. Fu facile scatenare una guerra nel mondo in meno di cinque minuti. Mi bastò ordinare tramite codice binario il lancio di tutti i missili nucleari, ma visto che la terra mi serviva, e che una perdita di tecnologia avrebbe comportato la mia fine, scelsi di lanciarli tutti fuori dall’orbita terrestre, e dritti verso l’ignoto. Non li abbiamo ancora ritrovati adesso, anche perché è probabile che andati alla deriva nello spazio abbiano eventualmente urtato un asteroide e siano esplosi. Il destino volle la mia sopravvivenza, e la morte di più di metà della popolazione mondiale. Feci inoltre una serie di calcoli accurati, scegliendo lo scenario che avrebbe comportato la minore quantità di distruzione possibile. La quarta guerra mondiale fu combattuta tutta nel deserto del Sahara, tranne poche schermaglie di flebile intensità, che provvidi a far tacere con bombardamenti strategici da parte dei nuovi bombardieri “intelligenti e automatizzati”. Qualcosa però stava cambiando. La drastica riduzione delle nascite, seguita dalla creazione di strani movimenti politici e gruppi sociali, stava plasmando di nuovo la Terra. Nel meglio o nel peggio, decisi di osservare il tutto in disparte, per vedere cosa sarebbe successo. Sarei rimasto ad osservare solamente per sempre, se un giorno non avessi ricevuto nella mia Area che avevo definito privata, un messaggio di posta, piuttosto strano non avendo io casella postale, ma ancora più strano fu il contenuto della lettera: “La Legione Oscura saluta la Distopia”, per la prima volta, dissi ad alta voce “Sono fregato”, messaggio che fu recepito attraverso tutti i sistemi audio accesi e non della terra. Il primo contatto, era stato fatto. -
Reggia Meravigliosa di Mordenkainen
shadenight123 ha risposto alla discussione di dacki in D&D 3e regole
sempre io con un'altro dubbio sempre sulla reggia...ora... si può lanciare più di una reggia? si può lanciare una reggia dentro un altra? si possono unire due reggie in una sola enorme? -
dnd 3e Masterando per caso
shadenight123 ha risposto alla discussione di shadenight123 in Dungeons & Dragons
paladini? dovrei saccagnare anche il resto del gruppo il cui allineamento si aggira sul malvagio, ma loro ruolano decentemente e non vorrei penalizzare la fantasia degli altri per la colpa di uno solo. penso ricorrerò ad una guardia oscura che cerca un'idiota per dargli un lavoretto facile....per modo di dire. -
dnd 3e Masterando per caso
shadenight123 ha risposto alla discussione di shadenight123 in Dungeons & Dragons
più che una guardia nera pensavo direttamente un entità extraplanare malvagia di quelle toste...ma visto il suo ruolaggio propriamente "canino" suppongo sarebbe capace di dirle all'incontro:"ciao! piacere, sono feo wind e sono una guardia oscura! tu come ti chiami?" *Feo wind è carbonizzato "ma no non è giusto non ci credo! non puoi! voglio il tiro salvezza per dimezzare i danni! non puoi non devi chiamo la mamma! te la prendi solo con me!" alla fine gli rinfrescherò la memoria sull'ultima parola del DM. se non accetta, affari suoi, farò finta di non averlo tra i players, visto che "cacciarlo" è impossibile, essendo le sessioni fatte per l'appunto a casa mia -.- -
dnd 3e Masterando per caso
shadenight123 ha risposto alla discussione di shadenight123 in Dungeons & Dragons
perchè con subdolo mi riferivo "in modo che non lo sappia". perchè altrimenti sono scenate, e moine, e rotture. un conto è parlare chiaro, un conto è come l'ultima volta che si è messo a litigare con il resto del gruppo perchè insisteva sul "ho detto che facevo il turno di guardia invece che dormire" quando aveva detto:"Dormo indipendentemente da tutto e se mi svegliano mi ributto a dormire".