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Samirah

Circolo degli Antichi
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  1. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    -8|71... siamo lontanucci, ma, come ti ho scritto nel messaggio che ti ho appena inviato, magari siamo alla distanza giusta per il troopsave. Non riesco a fare una prova stasera in realtà, perché ho mandato già via i soldatini, ma nei prossimi giorni vediamo.
  2. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Infatti sono già nella cacca... *_*
  3. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    LaereX come ti chiami? Io son rimasta fregata con le trappole, non servono a niente se ti attacca uno con tante truppe, perdi solo i soldi della costruzione.. =_='
  4. Era forse un rumore? No, probabilmente non era nulla. Ma ormai gli occhi sono aperti. Fastidioso e pigro, il caldo vento notturno entra a fatica dalla finestra, si spinge come un serpente in agonia fino alla stanza di fianco, lasciando dietro di sé strascichi di un refrigerio soltanto illusorio. Le lenzuola sono come tralci di piante rampicanti avide di linfa, che si attorcigliano attorno alle gambe, il cuscino è un appoggio sempre troppo caldo. I piedi poggiano sul pavimento, grati per l'improvvisa sensazione di fresco e tastano con cautela la superficie liscia, seguendo un percorso ormai noto. Le scale di marmo, il piccolo studio avvolto nell'oscurità, tutto urla silenzio, ogni cosa reclama riposo. Ma la quiete di questa notte è falsa, ingannevole. La sedia è più scomoda del solito, eppure fino a un'ora fa era un giaciglio quasi più accogliente del letto. Ora è soltanto un appoggio forzato per un corpo che non vorrebbe fermarsi, allentare il ritmo del metabolismo convulso di una serata disarmonica. Gli occhi non vogliono affrontare la luce, ma una luminosità evanescente irradia nella stanza e lo sguardo si tuffa in quel portale spalancato, un varco verso il nulla. Altro silenzio, altro contorcimento dell'anima. Di nuovo quel rumore. Mani compongono parole spezzate, occhi seguono i caratteri, piccoli esseri senza vita costretti a fare bella mostra di sé. Niente privacy per loro, nessun quinto emendamento. Di nuovo quel rumore. La musica comincia ad inondare l'aria satura di umidità e di stanchezza, la mente la percepisce lontana, ovattata, mentre un dolore sordo e insistente comincia a farsi strada, monito per ogni minuto di sonno perso. Di nuovo quel rumore. E un movimento. Le ombre della stanza danzano lente, vibrando alle note dolenti che cercano una via attraverso i pensieri. Sembrano diluirsi, per poi addensarsi di nuovo, in forme note solo all'inconscio. Piccoli tentacoli di tenebra che si insinuano sibilanti tra le dita, risalgono lungo le braccia, accarezzano le spalle, si intrecciano attorno al collo. Allora il rumore non era uno scherzo della mente sfiancata, non era un gemito della brezza calda e strisciante. Eri tu. Tu che sei rimasto ad osservare fino ad ora, nascosto nella tua stessa trama d'ombra. Eri inatteso, la tua venuta non era annunciata. I tuoi piccoli tentacoli approfittano della sorpresa, si contorcono in un un'orgia di oscurità densa come l'aria che non riesce più ad entrare nei polmoni. Abbracciano il collo in una morsa decisa, pronti a compiere ciò per cui si sono spinti sino al cospetto della luce. Ed ecco, la notte non trasuda più il suo umido secreto, il gelo si è sostituito al velo di sudore che ricopriva il corpo, pungendo la pelle, provocando tremuli brividi. Il corpo si contrae in una convulsione, ma quando infine l'amante oscuro lascia che il suo abbraccio asfissiante diventi una dolce carezza, le membra trovano finalmente, irrimediabilmente, riposo.
  5. Samirah ha risposto a Dark_Megres a un messaggio in una discussione Cinema, TV e musica
    [MOD] - Vedo che non avete ritegno... la proposta mi sembra chiara, mi pare che tutti la condividiate, per cui questa discussione non ha più motivo di esistere.
  6. Samirah commented on Samirah's commento su una voce blog in Il gatto di giada
    Come facevi ad averlo già letto? *_* Megreeeeeeeeeeeeeeees!!!! Grazie, ogni complimento è una goccia di balsamo per l'autostima letteraria che in questo periodo è un po' oscillante.
  7. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Allora, ci sono le FAQ, che credo siano per la versione precedente, ma van bene uguale. E poi c'è il forum, in cui trovi di tutto di più (per fortuna è in vBulletin e quindi con una funzione di ricerca decente ). Per il resto, io gioco a caso!
  8. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Da quel poco che ho capito: - Galli per stare in difesa - Teutoni per attaccare - Romani per fare entrambe le cose: truppe forti ma molto costose Io ho scelto i Galli, coi Romani se ti attaccano e perdi l'esercito, per rifarlo devi aprire un mutuo... *_*
  9. Eh... chissà... la linea sottile che separa la realtà dalla leggenda ormai è andata cancellata e ai posteri rimane soltanto il resoconto di un genio... o di un folle!
  10. Samirah ha pubblicato una voce blog in Il gatto di giada
    Elia era un demone. Di questo era certo. La prima volta che aveva incontrato le ombre aveva pensato che sarebbe morto, col cuore imbizzarrito e i polmoni che sembravano lottare contro un peso invisibile che voleva schiacciarli. Invece non solo era sopravvissuto, ma aveva compreso che esse non avevano intenzione di ucciderlo, bensì di aprirgli una porta. Aveva sbirciato appena oltre la soglia dell'Abisso ed era rimasto terrorizzato da quell'oscurità densa come l'inchiostro. Le notti seguenti aveva cercato il conforto di una piccola luce da camera per tenere lontane le ombre, ma le percepiva comunque attorno a sé e sapeva che, non appena avesse abbassato la guardia, gli sarebbero state di nuovo addosso, ghermendo il suo collo con dita sottili e implacabili. Ogni volta, quando sentiva che la vita stava per abbandonare il suo corpo, Elia affondava il viso nella massa oscura che lo circondava e respirava l'acre odore che risaliva dall'Abisso. Non vi era niente oltre quella soglia, soltanto altra oscurità. Lentamente, notte dopo notte, cominciò a comprendere ciò che le ombre volevano da lui. Sentiva il loro richiamo, come quello di una madre angosciata che cerca di ricondurre a sé il proprio figlio. Poteva udire, al di là della soglia, la voce calda e rassicurante di un padre che lo attendeva a braccia aperte. Gradualmente la notte divenne il momento in cui rifugiarsi, mentre i giorni non erano diventati altro che un susseguirsi di ore svuotate di ogni senso, un'attesa estenuante verso il rifugio del silenzio e della veglia. La vista degli esseri umani diveniva di giorno in giorno più irritante, gli parevano soltanto piccole sagome senza vigore che cercavano di non lasciarsi sopraffare dalla vita stessa. Lui non poteva appartenere a quella stirpe di menti apatiche, di esseri che non comprendevano la bellezza della notte e non cercavano i tesori in essa racchiusi. I suoi sentimenti erano ben più vivi e violenti, i suoi desideri impronunciabili, la sua rabbia incontenibile. Elia infine comprese che se le ombre lo chiamavano con tale insistenza era perché lui apparteneva a loro, da esse era stato generato e da esse derivava la sua più intima natura. Fu in una notte di novembre, nel letto mezzo disfatto, che Elia decise di oltrepassare la soglia, di raggiungere i suoi simili, esseri che lo avrebbero accolto in un mondo che potesse finalmente sentire suo. Allargò le braccia perché le ombre potessero avvolgerlo interamente ed esse si insinuarono tra le pieghe del pigiama, sfiorandogli la pelle, e poi su verso il suo viso, lambendolo con un tocco delicato e gelido al tempo stesso. Si spinsero nelle narici, nella bocca, giù per la gola, in spirali sempre più frenetiche. Elia sentì il respiro farsi sempre più lieve, mentre il torace si alzava e si abbassava appena. E fu dall'altra parte. Le ombre si dissiparono, lasciando Elia in un paesaggio a lui sconosciuto, ma in qualche modo familiare. Alberi contorti e dal tronco annerito crescevano come seguendo le linee disegnate da un geometra folle, privo di senso dell'armonia. I rami piegavano verso il basso, come a voler fuggire dal cielo nero, privo di stelle. Sotto ai piedi Elia avvertì lo scricchiolare di sterpaglie secche, ma quando abbassò lo sguardo vide che i fili d'erba somigliavano più a lunghe e sottili ossa carbonizzate che a steli. L'orrore tentò di insinuarsi dentro Elia, ma in fondo lui era un demone dell'Abisso e quella era casa sua. I demoni si nutrivano dell'orrore, per cui doveva soltanto avere fiducia. Nessuna luce illuminava i suoi passi, ma Elia percepiva lo spazio attorno a sé e gli oggetti che l'occupavano, perché ogni cosa era composta di ombra e lui era in comunicazione con l'oscurità stessa. Allo stesso modo avvertì la presenza di una figura che si stava avvicinando a lui. Una sagoma enorme, più alta di qualsiasi essere umano, gli si stagliò davanti. La sua pelle nera e spessa come cuoio ricopriva un corpo possente e completamente nudo. Sul suo volto ferino scintillavano due occhi neri come petrolio e una criniera corvina gli scendeva dall'apice della testa lungo la schiena. - Benvenuto a casa, figlio mio. Elia non avrebbe potuto chiedere di più. Si lanciò ad abbracciare la creatura che gli stava dinnanzi, ma il demone nero lo scostò da sé. - Non è ancora certo che tu sia della mia stirpe. Vieni, voglio farti vedere gli uomini che sono giunti sin qui. Se dimostrerai indifferenza di fronte a tutti loro, allora potrai elevarti sopra la loro razza. Elia non attendeva altro. Seguì la sua guida nell'oscurità, attraverso una porta di pietra grigia, sormontata da un architrave riportante una scritta che non fu in grado di leggere a causa del buio. Si chiese se avrebbe dovuto compiere quel viaggio continuando a sforzare la vista nel tentativo di vedere qualcosa. Non scorgeva sagome, ma udiva lamenti attorno a sé, che lo infastidivano e lo spingevano ad accelerare il passo. Infine, l'Abisso si spalancò davanti ai suoi occhi, in tutta la sua magnificenza. Elia passò tronfio davanti a creature crudeli e spaventose, attraversò senza cedimenti orde di uomini nudi e sofferenti, si compiacque della propria insensibilità nei confronti delle debolezze umane, che lo avrebbero portato a strisciare nel fango o sfracellarsi contro le rocce sballottato dai venti infernali. Passò oltre la città di Dite, con le sue alte torri, fu portato a cavallo di centauro oltre il fiume di sangue ribollente, camminò in silenzio nel bosco degli alberi contorti e feriti. I piedi di Elia calpestarono infine il ghiaccio. Solo allora si rese conto di essere scalzo, con indosso il pigiama stropicciato e sudato. Rabbrividendo, seguì il demone nero sopra il grande lago ghiacciato, lasciandosi alle spalle il caotico brulichio dei cerchi superiori. Era arrivato all'ultimo e finalmente il suo mentore e guida avrebbe compreso che lui era diverso, perché lui apparteneva a quel mondo e non ne aveva paura. Ma al centro del lago, nel punto più profondo e desolato, non c'era ciò che Elia si sarebbe aspettato. Nel ghiaccio si apriva invece una fessura, larga appena perché un uomo potesse passarci attraverso. Elia osservò la sua guida con aria interrogativa e il demone gli concesse una spiegazione: - E' l'ingresso per l'ultimo cerchio. - L'ultimo cerchio? - Sì, il decimo. Qui pervengono coloro che, invece di dissacrare il proprio corpo, lo ignorano. Coloro che non umiliano l'anima col peccato, ma la rifiutano. Il demone nero invitò con un gesto della mano Elia ad attraversare la fenditura nel ghiaccio. - Tu non vieni con me? - No, il decimo cerchio non è per noi creature infernali. E' solo per gli uomini, perché solo loro possono rinunciare alla propria natura. Noi demoni condividiamo le passioni umane, perché originate dalla stessa fonte, ma non possiamo rifiutare qualcosa che non abbiamo. Elia non era sicuro di aver compreso appieno le parole del demone nero, ma non volle mostrare titubanza, per cui annuì e mosse un passo verso la spaccatura che sembrava una cicatrice scura sulla superficie luccicante del lago ghiacciato. Ma non appena il suo piede le fu sopra, Elia sentì che il suo corpo veniva risucchiato verso il basso. Il ghiaccio non offriva appigli e le sue unghie scivolarono con uno stridio senza riuscire a frenare la sua caduta. La fessura lo inghiottì come una bocca affamata a digiuno da un tempo immemorabile ed Elia si ritrovò in un'oscurità più profonda di quella a cui si era abituato nelle sue notti insonni. Sembrava che un'unica ombra sterminata riempisse ogni cosa, plasmandosi per formare lo spazio e il tempo. Quando urtò contro quello che doveva essere il fondo, Elia ebbe l'impressione di essere precipitato per un'eternità contratta in pochi istanti. Non provò dolore all'urto, ma lo spaventò il non aver udito il rumore dell'impatto. Si alzò in piedi tremante, mentre attorno a sé cominciavano a divenire visibili le pareti di un profondo crepaccio. Guardando in alto non si distingueva dove terminavano e delimitavano una sorta di corridoio infinito che non sembrava provenire da nessun luogo particolare né tanto meno condurre da nessuna parte. Il sentiero grigio che si snodava sul fondo del crepaccio spariva dietro larghe curve, per cui Elia aveva sia di fronte che dietro lo stesso paesaggio. Indeciso sulla direzione da prendere, si incamminò dalla parte verso la quale si era rialzato. Per istinto si avvicinò alla parete di destra, sfiorandola con la mano e traendo conforto dalla sensazione di avere un punto di riferimento da seguire. La roccia era liscia, del colore del catrame, senza alcun appiglio visibile. Pensare di scalarla era pura follia, ma Elia non voleva risalire, voleva soltanto percorrere il fondo del crepaccio per vedere dove portava. Camminò senza sosta per ore, seguendo le svolte dolci del percorso, e gli occhi di Elia si erano ormai adattati all'oscurità. In realtà sembrava che l'ombra stessa avesse deciso di farsi meno densa, come un velo attraverso il quale intravedere il mondo, ma soltanto in una lugubre tonalità di grigio. Lo sguardo non poteva però spaziare mai troppo lontano, perché ogni curva determinava lo spazio che gli era possibile sondare. Elia cominciò ad avvertire la stanchezza, un esaurimento dello spirito prima che un indebolimento dei muscoli. Sospirò, desiderando che quel percorso giungesse al termine e osservò di nuovo in alto, in quel cielo nero senza stelle, chiedendosi come mai non avesse ancora incontrato nessuno. La solitudine si riversò nel suo animo come una piena improvvisa ed Elia sentì che non aveva la forza per sopportarla. Gridò ma nessun suono si propagò nell'ombra che riempiva ogni spazio. Allora si sedette e pianse. La disperazione sgorgò sotto forma di lacrime scure, mentre i singhiozzi continuavano a svanire nel silenzio demoniaco che uccideva ogni suono. Aveva visto le miserie umane e ne aveva provato solo disprezzo, aveva udito i lamenti dei dannati e ne era stato infastidito. Ma ora era lui a soffrire, a rimpiangere la luce. - Sai perché ti senti straziato? La voce del demone nero gli fece alzare lo sguardo, ma non era l'infernale creatura a sovrastarlo, bensì un uomo, dall'età indefinibile e dai lineamenti anonimi. Elia lo guardò spaventato, come se quella visione fosse più terribile della fiera infernale. - E' forse un'illusione? - Un'illusione dici? Trovi di somigliare di più alla creatura che ti ha accolto in questo luogo o a quella che si trova ora davanti a te? Elia osservò le proprie mani, macchiate delle lacrime nere. - Non importa se ho l'aspetto di un uomo. Io appartengo alle ombre! - Tu credi che la tua sia rabbia, disprezzo per il genere umano che ti è inferiore. Ma ti dico questo: è solo disperazione. Non accetti gli uomini perché non accetti te stesso e ti consumi nell'ombra perché sei troppo debole per alzare il viso alla luce. - Tu menti! Le ombre mi chiamavano! - Era solo l'eco dei tuoi pensieri. Stavi chiamando te stesso, cercandoti nell'Abisso in cui ti sei perduto. Ora, vuoi rimanere qui, nella desolazione di chi ha rinunciato a essere, o vuoi tornare nella tua piccola e triste stanza, affrontare la notte e tornare a essere un uomo al sorgere del sole? - Ho forse scelta? - Certo. Pensi che tutti coloro che hai visto quaggiù non l'abbiano avuta? Elia si alzò e osservò la parete di roccia alle sue spalle. Solo ora intravide alcuni appigli, piccoli e malsicuri, che prima non aveva notato, o forse non c'erano mai stati. - Sarà una risalita difficile. Pensi di farcela, uomo? Elia non rispose, ma con la mano destra afferrò un appiglio a un paio di metri da terra. Appoggiò il piede sinistro su una sporgenza più in basso e contrasse i muscoli. La prima spinta fu faticosa, dolorosa, per il suo corpo sfinito. Riappoggiò il piede a terra, ansimando. L'uomo rise alle sue spalle ed Elia sentì la vergogna che si spandeva sul suo viso, come una fiamma alimentata dai frammenti di orgoglio sparsi nella sua anima. Avrebbe voluto rinunciare, ma doveva per forza andarsene da quel luogo. E l'unica via d'uscita era in alto. Riprese la scalata e tentò di ignorare il dolore. Gli spasmi ai muscoli rischiarono di farlo rovinare a terra, ma la mano sinistra trovò un appiglio un po' più in alto e i piedi la seguirono. Un centimetro alla volta, il fondo si allontanava ed Elia lo avvertiva, anche senza guardare in basso, sentiva che l'ombra si faceva meno densa, lasciando che il fruscio del suo corpo sulla roccia si propagasse. Il suono, dapprima impercettibile, lo confortò e si scoprì felice di risentire anche il battito del suo cuore, accelerato dallo sforzo fisico, ma pulsante, vivo. Il cielo cominciò a sbiadire e l'orlo del baratro divenne finalmente visibile. Non era così distante come si sarebbe aspettato ed Elia affrontò l'ultima parte della scalata con entusiasmo. Scavalcò infine il bordo e si sedette con la gambe penzoloni, ansimando e ridendo. Elia scrutò nelle profondità del baratro e si stupì di non vedere più il fondo, che aveva toccato coi suoi stessi piedi. Si alzò e si allontanò dal bordo, ma sapeva che il baratro sarebbe stato sempre lì, pronto a trascinarlo giù ogni volta che avesse di nuovo accolto le ombre dentro di sé. Ma il suo cuore batteva e non era un cuore da demone. Questo racconto ha partecipato al concorso "SCRIVO DUNQUE SONO!" indetto dal Caffè Storico Letterario Giubbero Rosse di Firenze. Purtroppo non è entrato nei 30 finalisti, ma mi è piaciuto molto scriverlo. ^^
  11. Samirah ha risposto a Samirah a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazione
    Premio di poesia Formica Nera - Città di Padova (scadenza 03/04/08) P; quota: misura libera; indetto dal Gruppo letterario Formica Nera Concorso di poesie inedite. Regolamento Info: formicanera@virgilio.it Premio: Scrivere Oltrepensiero 2008 (scadenza 04/04/08) N, Giornalismo; quota: 10,00 € per il primo, 5,00 € per i successivi; indetto dalla rivista telematica Oltrepensiero.com Premio riservato a opere inedite, con in più il Premio speciale "Scrivere-Donna". Regolamento Info: ufficiostampa@scrivereoltrepensiero.com VII° Premio Nazionale di Poesia "Festa della Poesia a Salaiola" (scadenza 05/04/08) P; quota: 20,00 €; indetto dall'Associazione Culturale "L'Aquilaia" Premio per poesie inedite ed edite. Regolamento Info: 348.760.29.02 (Frauke); info@aquilaia.com Concorso "Laus Bacchi" (scadenza 06/04/08) N, P; Gratuito; indetto dal Comune di Castagnole delle Lanze (AT) Concorso internazionale in lingua latina, in prosa o poesia. Regolamento in italiano Regolamento in latino Info: comune di castagnole delle lanze - 0141 875623 (patrizia); e-mail: sindaco.castagnole.delle.lanze@reteunitaria.piemonte.it VI Premio Letterario Il Mio Paese (scadenza 06/06/08) N, P; quota: 9,00 € per il primo, 3,00 € per i successivi; indetto ARTerenzo Per elaborati concernenti argomenti, emozioni e personaggi relativi a luoghi reali o fantastici. Regolamento Info: 3395663624; info@arterenzo.it Concorso Letterario Internazionale "San Maurelio" (scadenza 07/04/08) N, P; Gratuito; indetto dalla Parrocchia "San Maurelio e Assunzione di Maria Santissima" di Malborghetto di Boara (FE) Concorso letterario internazionale ispirato ai valori cristiani. Regolamento (tratto dal sito OzOz) Info: 349 1094458 II° Premio Nazionale di Letteratura e Poesia Italiana "Dedicato a un Bimbo" 2008 (scadenza 10/04/08) N, P; 15,00 € per una sezione, 29,00 € per entrambe; indetto dall'Ass.ne Culturale Ricreativa "Le Mond Club" Concorso per opere già vincitrici in altri concorsi o inedite. Regolamento: da richiedere all'indirizzo email concorsi@mondclub.it Info: segreteria 0495217882 dalle 19:00 alle 20:00; email concorsi@mondclub.it Premio Project -Art: Il Festival delle Arti Emergenti (scadenza 12/04/08) 7 sezioni artistiche: Musica, Lirica e Musica Classica, Letteratura, Cinema breve, Arti visive (pittura, fotografia, fumetto e arti grafiche), Teatro e Danza, Artigianato d'Autore e Design; gratuito; indetto dall'Associazione Musicale Giovanile "I Nuovi Philarmonici", in occasione del PROJECT_ART 2008 Concorso dedicato alle varie forme dell'arte. Regolamento Info: 334 3192811, Antonella; info@projectart.it, antonellat@projectart.it Concorso nazionale di poesia "Le Voci dell' Anima" (scadenza 12/04/08) P; gratuito; indetto dal Comune di Villa Vicentina (UD) Concorso per poesie in lingua italiana e friulana. Regolamento Info: 3292211529; concorsopoesiavilla@libero.it Concorso Nazionale di Narrativa "Caffè Letterario Moak" (scadenza 14/04/08) N; quota: 15,00 €; indetto dall’azienda Caffè Moak ed il Centro di Formazione e di Iniziative Culturali di Modica (RG) Concorso di narrativa in lingua italiana sul caffè. Regolamento Info: info@caffe-letterario.it Concorso "D.H. Lawrence" (scadenza 15/04/08) N; Gratuito; indetto dalla Provincia di Cagliari Concorso letterario inteso a valorizzare la narrativa di viaggio, sulle tracce del viaggio compiuto da D. H. Lawrence in Sardegna nel 1921 e raccontato nel libro Sea and Sardinia. Regolamento Info: PROVINCIA DI CAGLIARI - ASSESSORATO CULTURA - Viale Ciusa 21 - 09131 Cagliari; Tel. +39.070.4092361 / +39.070.4092428 / +39.070.4092240; Fax +39.070.4092312; Email: PremioLawrence@provincia.cagliari.it, aboero@provincia.cagliari.it Premio Letterario "Giuseppe Berto" (scadenza 15/04/08) N; Gratuito; indetto dal Comune di Mogliano Veneto (VT) Concorso per opere letterarie inedite, presentate dallo scrittore o dalle case editrici. Regolamento Info: segreteria 041/5930802 – 041/5930812 – Assessorato alla Cultura Comune di Mogliano Veneto TV; e-mail: cultura@comune.mogliano-veneto.tv.it; ufficio stampa del Premio: Laura Falcinelli, cell.339 2230305, email: falcinelli1@libero.it Premio di Letteratura Umoristica "Umberto Domina" (scadenza 15/04/08) N, P; Gratuito; indetto dal Rotary Club di Enna Concorso dedicato alla figura di Umberto Domina, autore umorista del Novecento. Regolamento (tratto dal sito OzOz) Info: 335/13.50.859 Premio Letterario "Effetto Notte" (scadenza 15/04/08) N; Gratuito; indetto dall'Associazione Culturale Effetto Notte Premio letterario per giovani autori nell'ambito dell’iniziativa artistica TRACCE 2008 / RESTAURAZIONE Regolamento Info: concorso@effettonotte.it Premio Letterario Internazionale "Adeia" (scadenza 15/04/08) N, P; quota: 10,00 €; indetto dalla Libreria Adeia (RM) Concorso letterario di poesia inedita e narrativa inedita a tema libero. Regolamento (tratto dal sito OzOz) Info: opla2006@libero.it Racconti del Territorio (scadenza 18/04/08) N; gratuito; indetto dall'Associazione Experimenta Concorso destinato ad autori italiani e stranieri (ma sempre in lingua italiana) col tema vincolante a tre ingredienti: le storie, i sentimenti e le tradizioni del Territorio. Regolamento Info: 346-31.66.456; email: info@associazioneexperimenta.it Concorso di Poesia "Vittoria Elli" (scadenza 20/04/08) P; gratuito; indetto dal Comune di Carugo (CO) Concorso di poesie a tema libero diviso nelle sezioni: Adulti, Giovani, Ragazzi. Regolamento Info: BIBLIOTECA COMUNALE MONS. GALBIATI 031.761570; email: biblioteca@comune.carugo.co.it Premio Nazionale di Poesia "Città di Ferentino" (scadenza 30/04/08) P; quota: 10,00 € (solo adulti; sezione studenti gratuita); indetto dal Circolo Giovane Italia (FR) Concorso finalizzato a promuovere e valorizzare i monumenti e beni culturali della città. Regolamento Info: 340/8963491; Elisabetta betty.13@tiscali.it Premio Letterario per Opere Inedite "Favole, Cammini e Percorsi" (scadenza 30/04/08) N; Gratuito; indetto da Edizioni Miele Concorso narrativo suddiviso in due sezioni: "Percorsi d'autore" e "Lupus in fabula" Regolamento (tratto dal sito OzOz) Info: edizionimiele@alice.it Concorso di Scrittura Comica "SoRidere" (scadenza 30/04/08) N, P; quota: 15,00 €; indetto dall'Associazione Culturale Salotto Letterario (TO) Concorso di scrittura comica di testi a tema libero. Regolamento Info: info@salottoletterario.it; tel. 331 4136072 Vamp 2008 - 2ª edizione (scadenza 30/04/08) N; gratuito; indetto da Ferrara Edizioni, in collaborazione con Area 31 Concorso di narrativa horror dedicato ai vampiri. Regolamento Info: Area 31 0115888831; email: redazione@area31.it
  12. Samirah ha pubblicato un messaggio in una discussione in Libri, fumetti e animazione
    In questo topic raccoglieremo i vari concorsi di scrittura, raccolti in post mensili. Le fonti principali sono i seguenti siti: OzOz Club degli Editori Non sono assolutamente i migliori in assoluto, ma semplicemente quelli che ho trovato più esaustivi nella mia ricerca e che utilizzo come punto di riferimento. Aggiungerò poi altri concorsi pescati in giro per la rete. Il topic resterà chiuso e per ogni segnalazione scrivetemi in mp, così teniamo il tutto il più ordinato possibile. Come piccola nota tecnica, ogni concorso avrà di fianco le canoniche indicazioni N e P (Narrativa e Poesia), per indicare la tipologia di elaborato richiesta. Inserirò il link al sito del concorso e due righe di descrizione. A breve il post con in concorsi di aprile.
  13. Da oggi potete votare per i racconti di marzo. Una stretta di mano ai pochi partecipanti, anche se di sicuro non tiro le orecchie a chi non ha postato il proprio racconto, perché mi rendo conto come in certi periodi gli impegni possano avere il sopravvento. ^^ I voti potranno essere inviati fino a mercoledì 9.
  14. Oggi è l'ultimo giorno per postare i racconti di marzo. Purtroppo col tema di aprile siamo in enorme ritardo, ma sia io che Aerys siamo molto impegnati in questo periodo. Vi chiediamo scusa. E chiedo anche scusa a tutti coloro che ancora non hanno ricevuto il mio piccolo e fastidioso commento. Cercherò di recuperare quanto prima!
  15. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Server 2, N-O.
  16. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Che cozzo dopo aver provato il server speed... =_=' Sono rimasta indietro col grano e non riesco a fare niente... Come stanno andando i vostri villaggi?
  17. La strada saliva simile a un grande serpente di vecchio asfalto tra le colline coltivate a viti e peschi. Era una via secondaria, percorsa soltanto da poche auto, ed era frequente incontrare qualcuno a passeggio, soprattutto nella bella stagione. La giovane coppia stava camminando a ritmo blando, godendosi il fresco della serata estiva e compiacendosi del paesaggio rurale reso incantevole dalle lucciole che danzavano lungo i fossi. In fondo a quel tratto di strada, prima che questa svoltasse a sinistra, inerpicandosi tra case coloniche e villette immerse nel verde dei loro giardini, si stagliava maestosa un'antica quercia. Poteva avere cento, duecento o forse anche più anni, ma a loro non era dato saperlo. I suoi maestosi rami erano stati potati da pochi mesi, troncati a una lunghezza decisamente imbarazzante per l'imponenza del grande albero. Ma la quercia non aveva ceduto il passo e i tozzi monconi erano tornati a vivere, disseminati di quelle piccole foglie, quasi sproporzionate alle dimensioni dei rami. Poco invogliati a proseguire il cammino sempre più in salita, si sedettero sull'erba che cresceva a ciuffi tra le radici della vecchia quercia. Un lanterna, vecchia ed arrugginita, penzolava da un perno infisso nel legno del tronco chissà quanto tempo prima. La piante era cresciuta, inglobando parte del metallo, abbracciandolo e chiudendolo dentro di sé. Una piccola luce dentro la lanterna dai vetri opacati dal tempo illuminava debolmente attorno a sé, creando ombre intricate nel largo tronco della quercia. La ragazza guardò in su, chiedendosi per l'ennesima volta chi fosse la misteriosa mano che ogni sera passava ad accendere la pallida luce. Il ragazzo l'abbracciò a sé e lei dimenticò in fretta quella domanda ricorrente che non trovava mai risposta. Una lieve brezza si alzò in una carezza che fece frusciare le giovani foglie sui rami antichi, come la mano amorevole di una madre arruffa gentilmente i capelli della propria bambina. Una lucciola girò attorno al perno di metallo che reggeva la lanterna, mandando bagliori intermittenti al suo passaggio, per poi posarsi sulla copertura arrugginita. Mosse le sue zampette rapide, scendendo lungo l'incrinatura di uno dei vetri. Una piccola mano si posò sul lato interno del vetro, facendo volare via la lucciola. Il piccolo gnomo dentro la lanterna osservò melanconico l'insetto allontanarsi, col suo insistente lampeggiare monotono e regolare. Si sedette sul minuscolo scranno nell'angolo e osservò la campagna circostante con lo sguardo velato dalla tristezza. I due giovani sotto di lui si stavano allontanando a loro volta, diretti verso casa o, forse, verso un altro luogo. Non lo sapeva, non l'avrebbe mai saputo. Ma il suo compito non era quello di conoscere le cose, lui doveva soltanto svegliarsi ogni tramonto e accendere la piccola lampada sferica che si trovava al centro della sua altrettanto piccola dimora. Un gesto delle sua mani, un lieve sfioramento sul vetro, e la luce, con un singhiozzo, cominciava ad emanare al di fuori dei vetri. All'arrivo dell'alba, con un altro agonizzante singhiozzo, si spegneva, mentre il piccolo gnomo eterno chiudeva gli occhi in un sonno monotono, sempre uguale, come il ritmico lampeggiare di una lucciola.
  18. Samirah commented on Selvaggio Saky's commento su una voce blog in Mondo,mi ricevete?
  19. Beh, io conterei di laurearmi entro la fine dell'anno, ma di sicuro non avrete una serata da pinè! Uff, mi è dispiaciuto non esserci, ma non ero in condizione (non lo sono neanche ora a dirla tutta ).
  20. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Eh, io lo sapevo già. Oggi ho tirato su le risorse, domani faccio le prime strutture, il terzo giorno comincio a farmi qualche soldatino. Beh, comunque siamo veramente molto vicini! Edit: grazie a Krinn per la disponibilità, chiederò sicuramente.
  21. Samirah ha risposto a chandwick a un messaggio in una discussione Videogiochi e Informatica
    Noi ci siamo iscritti subito al nuovo server, nel tentativo di formare quanto prima un'alleanza che se la giochi un minimo (anche se sicuramente non avrà possibilità di vittoria). Nel server speed per ora non deleto, devo farla pagare a un po' di gente prima. PS: anche nel server 2, solito nick, settore -/+.
  22. Samirah commented on Samirah's commento su una voce blog in Il gatto di giada
    Sì, il target era quello di lettori sui 13-14 anni. Inoltre hanno partecipato in centinaia, per cui era prevedibile.
  23. Samirah ha pubblicato una voce blog in Il gatto di giada
    Nelle fredde caverne scavate nel ghiaccio antartico, gli ultimi draghi riposavano, nell'attesa di uscire di nuovo per la caccia. Il giovane Tharios osservò le scaglie blu petrolio dei propri compagni e un'ondata di malinconia lo travolse. Nianerys, la vecchia draghessa che ora giaceva avvolta dal freddo della morte e del ghiaccio eterno, gli aveva narrato di un tempo lontano in cui i draghi splendevano dei colori del sole e potevano solcare i cieli alla luce del giorno, liberi di osservare il mondo, sicuri che nessun essere vivente avrebbe mai osato contrastarli. Ma quei tempi erano passati da così tanto tempo che anche lei, con la sua vita millenaria, ricordava a malapena le leggende narrate dai più anziani. Tharios non aveva mai visto il sole. Questo è l'inizio del racconto che ho inviato alla prima edizione dello Zampaconcorso indetto da Zampanera Editore. Era troppo lungo per farlo stare in un solo post e non volevo dividerlo, per cui vi rimando al blog di google per il testo intero. Purtroppo non si è classificato (ma era prevedibile ^^), ma almeno ora posso postarlo. Concludo dicendo che il racconto è stato ispirato completamente da un sogno, che mi sembra di aver reso in maniera abbastanza fedele. Buona lettura!
  24. Samirah ha pubblicato una voce blog in Il gatto di giada
    Sono passati alcuni giorni da quando ho terminato di leggere questo libro divertente e scorrevole come un torrente di acqua fresca montana, eppure straordinariamente profondo e delicato nell'affrontare temi difficili come la morte e l'amicizia. La quotidianità si affianca alla straordinarietà, dando origine a una miscela che confonde e che porta a chiedersi quale delle due realtà sia quella giusta, quella più vera. Di sicuro l'inventiva di Gaiman è incredibile, riuscendo a rievocare in una Londra banale e grigia un mondo fantastico, letale ma meraviglioso. La favola del protagonista è bella e condivisa, finché non giunge al termine. Ed ecco che lui chiede di poter tornare indietro, a quella Londra dove "la cosa più pericolosa a cui devi fare attenzione è un taxi che va di fretta". Ora, immagino che quel passaggio fosse stato messo apposta per far sentire il lettore come una sorta di grillo parlante, di quello che sa che in breve tempo la Londra di Sotto avrebbe fatto sentire la propria nostalgia incontrastabile. Invece, quando ho letto quella frase, la prima cosa che ho pensato è che sì, è tutto bello, tutto fantastico, ma quanto ci piace alla fine la nostra vita tranquilla, dove ti basta prendere un antibiotico se stai male o aprire un rubinetto per avere tutta l'acqua calda del mondo. A tutti piace fantasticare su una realtà diversa, ricca di stupore, capace di farci dimenticare la monotonia che a volte piomba inesorabile nelle nostre esistenze, ma quanto saremmo veramente disposti a sacrificare per vivere la favola? Quanto saremmo disposti a rischiare per il brivido del fantastico? Un libro leggero, carino, ma che ancora mi gira per la testa dopo giorni dalla lettura. Un ottimo esempio di come anche uno stile ironico e poco ricercato possa plasmare contenuti degni di essere ricordati.
  25. Superati i 1000 post. Aprite un topic nuovo.