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Samirah

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Samirah

  1. C'è la variante del ladro su Dungeonscape che permette di fare metà danno del furtivo a creature che ne sarebbero immuni.
  2. Ehi ehi ehi! Quello era un capolavoro! Se non fosse stato per quel cartone, probabilmente non avrei mai pensato di fare veterinaria...
  3. Grandissimo Balder!!!
  4. Samirah

    Prova D&D 4E ORA!!!

    Ho dato una scorsa alle schede, alle regole e all'avventura. Devo dire che rendere tutte le capacità come poteri potrebbe facilitare i nuovi giocatori. Anche la gestione del combattimento mi sembra più veloce (niente sequele di tiri per fare un attacco speciale, ma solo una prova contrapposta). Certo un PG di 1° livello ora è molto più potente e mi chiedo come sia possibile gestire il passaggio da "persona normale" a "eroe". Prima si sfruttava il 1° livello anche per giocarsi questo passaggio in maniera graduale. Ora l'impressione è che si passi da popolano a supereroe con un salto netto. Toccherà rendere obbligatori i Livelli Infimi! Per il resto, bisognerà provare sul campo. Edit: peccato non abbiano messo un ladro nel gruppo, ero curiosa.
  5. E allora? Io ne ho 3 di blog!
  6. Io per ora sto impazzendo abbastanza con uno, per cui non è un problema aspettare. Quando e se partire, fate un fischio. Stavo girellando per il forum di Travian quando mi sono imbattuta sulle discussioni riguardo alla "conclusione dei server". Di cosa si tratta? A un certo punto il server chiude i battenti?
  7. Samirah

    Sono ancora qui

    Uff... non la trovo la scritta nascosta! Comunque, complimenti, veramente ottimo lavoro!
  8. Samirah

    Lacrime nella pioggia

    Peccato si sia piazzato oltre metà classifica...
  9. Cavolo, mi ero dimenticata che c'era stasera! Ma hanno dato la puntata nuova per prima e ora ne danno una vecchia?! Ma che cavolo combinano? Chi mi fa un riassunto?
  10. Cavolo, me lo aspettavo più brutto! Dunque, il viso non mi piace molto, ci sono alcune linee che non sono al loro posto (e non troviamo scuse sul fatto che i mezzorchi hanno facce strane ). Anche i piedi sono un po' fuori fase, ma direi che non è niente di grave. Il resto del disegno sembra fatto da qualcun altro. O_O Le mani sono ottime (e di solito sono una parte molto difficile da fare), ma soprattutto è stata la catena a lasciarmi a bocca aperta. Si vede che è stata fatta con cura, come anche l'abbigliamento (in particolar modo i pantaloni). Prova superata alla grande direi. Ancora ancora!!
  11. Samirah

    Lacrime nella pioggia

    La pioggia faceva avvertire la sua presenza con lievi ticchettii sul vetro, amplificati dalla stanza vuota e silenziosa, che li mutava in un suono ritmico, regolare. Il letto sembrava particolarmente freddo, notò Rose, e l'umidità filtrava attraverso il vecchio materasso come a volerne impregnare ogni più piccolo recesso. Era una pioggia senza fulmini né tuoni, priva della violenza dei temporali, ma anche della pace dei lenti scrosci autunnali. Sembrava piuttosto il lamento sommesso di un vecchio malato, senza più forza né dignità. O forse assomigliava di più al pianto di un bambino? Rose ripensò al suo piccolo Steve, che se ne era andato così piccolo, così innocente, portato via dal fiume durante una piena, mentre passeggiava mano nella mano con lei e suo marito Dave. A pensarci bene, era proprio una giornata uggiosa come quella, in cui nessuno avrebbe immaginato uno straripamento del Tirly, così quieto e inoffensivo, ma anche con così poco spazio per contenere le acque impetuose di un temporale estivo. In quei due mesi Rose non aveva fatto altro che vedere il volto del suo bambino di sei anni livido e inespressivo, mentre nella sua testa continuava a sentire il suo lamento, la sua denuncia dell'abominevole ingiustizia che gli era toccata. In realtà il suo corpicino non era mai stato ritrovato e questo non faceva altro che alimentare l'incubo a occhi aperti di Rose. Le gocce iniziarono a picchiare più forte e la finestra rispose con vibrazioni irritate. Rose sistemò il cuscino, per poi raccogliere le coperte attorno al corpo infreddolito. Dave non era ancora venuto a letto e tutto quello spazio vuoto non tratteneva abbastanza calore per lei. All'improvviso, il libro che stava leggendo le risultò insoddisfacente. La storia le apparve estranea, non in armonia col suo attuale stato d'animo. Dopo aver letto e riletto le stesse righe per una decina di volte, si rese conto che non riusciva ad afferrare il senso delle parole. Sapeva che quando accadeva era il momento di chiudere il libro e, con un sospiro seccato, piegò l'angolo in alto a destra per tenere il segno. Appoggiò il libro sul comodino e spense la luce. Un gesto consueto, istintivo, ma che in quel momento fu fonte di un'angoscia inaspettata. Si rifugiò frettolosamente sotto le coperte di lana accatastate, mentre fuori vento e acqua intonavano il loro canto tragico. Un colpo secco fece stridere i vetri, che rimasero integri per miracolo. Due mani livide, col palmo appoggiato al vetro, erano apparse alla finestra. Rose non urlò, la sua gola non glielo permise, chiusa in un'apnea paralizzante. Il cuore, dopo aver saltato un colpo, si lasciò andare alla più sfrenata tachicardia e sudore gelido filtrò dai pori della pelle. Le mani fuori dalla finestra si aggrapparono al bordo inferiore dell'intelaiatura, contraendosi nello sforzo di sollevare un peso. Rose non riusciva a scorgere il resto del corpo a cui appartenevano quegli arti, ma poteva vedere le piccole dita sottili che facevano forza sul legno scheggiato. Frammenti di vecchia vernice bianca si staccavano sotto la loro presa, mentre il dorso si inarcava per azione di inesistenti muscoli. “Non voglio vedere, non voglio, non voglio!” Rose affondò nelle coperte, testa compresa, raccogliendosi in posizione fetale e stringendo le mani sul capo. Il suono era debole, si udiva appena al di sopra degli scrosci, ma sapeva che quel lamento tetro era reale, non più un effetto della pioggia. Forse, non lo era neppure prima. Piangeva, piangeva e spingeva. Rose avvertì una convulsione di terrore lungo il corpo, mentre realizzava che quell'essere, qualunque cosa fosse, voleva entrare nella stanza. Un altro colpo sul vetro, più forte del precedente. “Mio Dio, sta veramente tentando di sfondarlo?” Da un angolo nascosto, la sua coscienza voleva rassicurarla, dicendole che non poteva farcela, che quella creatura non poteva avere la forza necessaria per infrangerlo. Eppure i palmi scarni continuavano a battere incessantemente, mentre vibrazioni distorte rimbalzavano nella stanza. Rose non poté fare altro che premere le mani sulle orecchie, per non udire quel pianto di fame e di terrore. Non riusciva più contrastare i brividi, mentre il panico la strangolava da dentro, afferrando con crudeltà il cuore ormai impazzito, ormai costretto ad arrendersi. Il vetro, in uno schianto stridente, si frantumò. Rose trattenne il respiro, ma il battito del suo cuore le martellava in testa. Non sentì nulla per un tempo indefinito, poi il tonfo sul pavimento distrusse ogni sua speranza. Sentì frugare sul bordo del letto e tutta l'aria tenuta compressa nei polmoni esplose in un urlo talmente straziato che le fece male al petto. “Daaaaave! Daaaaave! Ti pregooooo!” La gelida mano bianca trovò uno spiraglio tra le coperte e la toccò. Una carezza leggera, sulla pelle lasciata nuda dalla maglia del pigiama troppo corta. Rose smise di urlare e ascoltò rapita il respiro lento e rantolante della creatura dietro di lei. L'essere, con lentezza sfinente, si sollevò sul letto, le si avvicinò, poggiando la testa dietro la sua spalla. Lei avvertì l'odore di foglie marcite dalla pioggia, odore di fango e di morte. Ma si quietò, perché conosceva quel respiro. “Mamma”, sussurrò la creatura. La voce aveva perso il timbro limpido e squillante, era divenuta gorgogliante, melmosa. Ma non poteva non riconoscere lo stesso tono con cui il suo piccolo Steve la chiamava a ogni ora del giorno. “Piccolo mio.” Parlò senza rendersene conto e, altrettanto inconsciamente, si girò. Il suo viso, grigiastro e putrefatto, la riempì di orrore, ma Rose non urlò questa volta. “Hai fame, piccolino?”, gli chiese con la dolcezza che solo una madre può riservare al proprio bambino. La creatura osservò la mano che le veniva protesa davanti e, senza esitazione, strappò un brandello di carne dalla mano di Rose. Ancora una volta, lei non si lasciò sfuggire neanche un gemito. Il dolore non era nulla a confronto della gioia di nutrire la propria creatura. Dei passi nel corridoio la fecero tornare alla realtà. Suo marito stava venendo a letto e sarebbe di certo rimasto inorridito, non avrebbe capito il miracolo a cui lei stessa stava assistendo. Guardò il suo piccolino che continuava a straziarle la carne, le ossa della mano ormai esposte, e decise che non avrebbe mai permesso a nessuno di portarle via ciò che le era appena stato restituito. Fece una carezza alla testa glabra, incurante della pelle grigia e untuosa, poi si alzò dal letto, consapevole dello sguardo affamato dell'essere. “Torno subito”, sussurrò con tenerezza. Dave aprì la porta e si trovò davanti sua moglie, in piedi e... con la mano sinistra scarnificata e gocciolante sangue. “Rose, mio Dio Rose, che ti è successo?”, gridò con tutto l'orrore che il suo animo era stato in grado di evocare. Lei sorrise. Non disse nulla, ma sorrise placidamente e con una luce euforica negli occhi. Dave pensò che la depressione per il lutto avesse lasciato il posto alla follia e fece per abbracciare la moglie, tentando di riportarla alla ragione. Ma Rose alzò di scatto il braccio destro contro di lui, con la mano che reggeva un oggetto che Dave non ebbe il tempo di identificare. Non vide più nulla, sentiva solo il pavimento di marmo freddo sotto di lui e il dolore bruciante che si spandeva nella sua testa a ondate strazianti. Balbettò il nome della moglie e la sentì accovacciarsi di fianco a lui. Tentò di sollevare la testa, ottenendo in cambio soltanto una fitta ancor più lacerante. Solo in quel momento lo vide, piccolo, livido e con due occhi bianchi di morte. Avrebbe voluto gridare, ma il sangue dalla fronte gli colò in bocca, provocandogli conati di vomito. Vide Rose porgere la mano straziata alla creatura, che si avventò su di essa, staccando muscoli e cartilagini. Sua moglie non stava urlando, anzi, sorrideva con gli occhi bagnati di lacrime di commozione. Poi la vide indicarlo, mentre diceva qualcosa come “Vai da papà, anche lui vuole darti la pappa. Devi avere così fame, piccolo mio”. Dave avrebbe voluto svegliarsi da quell'incubo, ma il dolore al capo gli diceva che non c'era modo di sfuggire all'orrore. L'essere si avvicinò camminando in modo innaturale, come se non potesse coordinare il movimento di tutti i muscoli. I suoi passi incerti lo rendevano ancora più grottesco, ma il suo sguardo era la cosa più inquietante, così perso nel nulla, come se non fosse importante vedere, quando bastava seguire l'odore del sangue. Vide la bocca nerastra aprirsi mentre si abbassava sul suo viso, scoprendo denti giallastri e scheggiati. Dolore si aggiunse al dolore, quando sentì quelle piccole zanne affondargli nel viso. La creatura gli strappò con un singolo movimento l'intera guancia, lasciando scoperte le arcate dentarie. Questa volta Dave riuscì ad urlare, in un'esplosione di sofferenza e di paura. Forse qualcuno l'avrebbe sentito, forse i vicini sarebbero accorsi. Ma la mano di Rose scese di nuovo a colpirlo. E il dolore cessò. Fuori aveva ormai smesso di piovere e grosse gocce si tuffavano a intervalli regolari dalle grondaie e dai tetti. Rose sorrise. Non c'erano più lamenti, non c'erano più lacrime nella pioggia. 25° posto al concorso "BUONANOTTE E SOGNI D'HORROR", I edizione 2007, organizzato da Sognihorror.com PS: avevo scritto questo racconto ispirata dal contest di novembre dei Draghi d'inchiostro ("Rapsodia"). Per quanto orripilante possa sembrare, il tutto è nato da un brano di Joe Satriani, Tears in the rain. Come sia arrivata a questo racconto splatter non ne ho idea, ma tant'è.
  12. Non lo so, non sapevo neanche che ci fosse una differenza tra i vari server. Per me nessun problema iscrivermi a un altro server dove fondare un'alleanza DL.
  13. Nick il solito, server 3x. Mi saccheggiano di continuo!!!
  14. Vi chiedo scusa per il ritardo, ma mi riconnetto solo oggi da venerdì. L'edizione di febbraio è stata un po' sottotono e le votazioni sono state molto poche, ma abbiamo comunque un vincitore! Il primo posto per il mese di febbraio va a Fame di Andar
  15. Alla fine mi sono iscritta a travian pure io. In realtà lo scopo della mia esistenza credo sia quello di fare da magazzino agli altri dell'alleanza, ma va beh... La mia incompetenza in merito si vede dal fatto che a un giorno dalla fine dell'armistizio che ti concedono all'inizio, son senza risorse e non ho ancora potuto costruire il castello. Mi conquisteranno subito! :lol:
  16. Su Stormwrack trovi tutto quello che ti serve a riguardo. ^^
  17. I voti per il mese di febbraio finora sono veramente pochi. Forza gente che è l'ultimo giorno per votare!
  18. La lettura di questo secondo volume è stata decisamente faticosa, non solo per la lentezza con sui si fa leggere Lovecraft, ma anche per la difficoltà nell'affrontare certi brani. Questa volta voglio fare una recensione come si deve, per cui lascerò un piccolo commento per ogni singolo racconto. I topi nel muro L'ho trovato intrigante, anche se non così esaltante come l'introduzione aveva lasciato intendere. Innominabile Niente male. Fin dal primo libro, trovo che i racconti legati ai temi sepolcrali siano quelli più ispirati. Si respira un'atmosfera che mette i brividi, molto evocativa. La ricorrenza Stupendo, anche se, come spesso accade per questo genere di racconti, preferisco la prima parte più intuitiva e misteriosa, rispetto ai finali pieni di elementi espliciti e privati del fascino del "non detto". La Casa sfuggita L'ambientazione familiare dona ai racconti horror quel tocco in più che provoca un brivido quando si osserva coi proprio occhi il luogo della narrazione. E' un espediente che piace molto anche a me, anche se abusarne non va mai bene. Orrore a Red Hook Non mi ha esaltata particolarmente. Trovo che nei racconti lunghi Lovecraft si perda un po' dietro a troppi particolari, che decisamente ama troppo nel mio modesto parere. L'incontro notturno Molto carino, una buona atmosfera. Nella cripta Assolutamente fenomenale! L'ironia e la tragicità della situazione si sposano alla perfezione in un racconto che posso definire un piccolo capolavoro. Mi chiedo come mai Lovecraft abbia lasciato trasparire così poco spesso questa sua vena ironica, che quando invece si esprime è in grado di dar vita a brani incantevoli. La discesa Difficile darne un giudizio, per il fatto che è incompleto. Si comincia però a intravedere la fitta rete che Lovecraft ha intessuto tra i vari elementi del suo mondo. Aria fredda Allucinante e imprevedibile, anche questo racconto mi è piaciuto decisamente. A volte mi immagino le facce dei protagonisti quando si trovano di fronte alle realtà contorte create dall'autore e in questo caso devo dire che ho riso più di una volta al pensiero del poveraccio che si è trovato in una situazione simile! Il richiamo di Cthulhu Condizionata dalle aspettative, in questo racconto ho trovato niente di più niente di meno di ciò che mi immaginavo. E' stata più che altro una lettura istruttiva, che ha cominciato a darmi i primi veri elementi per comprendere i miti di Cthulhu. Il modello di Pickman Niente male, decisamente ben pensato (forse perché sempre legato alle tematiche che scaturiscono più spontanee dalla penna di Lovecraft). Da leggere e da tenere bene in mente in vista del racconto più lungo al termine del libro. La chiave d'argento Uno dei pochi racconti legati al mondo onirico che mi ha intrigata abbastanza. Nel primo libro ce n'erano stati diversi e quasi nessuno mi era piaciuto particolarmente. Ma questo approccia l'argomento da tutta un'altra prospettiva e difatti l'ho trovato molto più leggibile. La casa misteriosa lassù nella nebbia Anche questo mi è piaciuto parecchio. Tocca tematiche a me molto vicine, dall'alpinismo ai miti oceanici. E' finito troppo in fretta! Alla ricerca del misterioso Kadath Terminare questo racconto è stato un travaglio inenarrabile. Già i racconti di questo ciclo non mi prendono più di tanto, questo mi è sembrato veramente interminabile. Ho apprezzato molto i riferimenti a racconti precedenti e Pickman è diventato decisamente il mio mito personale, ma per il resto gli avrei dato fuoco. Sorpresa però nelle ultime due pagine, scritte con un ritmo decisamente diverso, che mimano veramente il risveglio confuso e frettoloso da un lungo sogno che sembrava non avere mai fine. Il dubbio che mi rimane è: avrà scritto apposta in maniera così pesante, per dare proprio l'impressione dei tempi dilatati e incalcolabili dei sogni? Non commento i racconti posti in fondo al libro, ovvero le revisioni dei lavori di altri, ma vorrei lasciare una piccola nota per il saggio di Peter Cannon "Una cronologia al di là del tempo", un lavoro veramente curioso e che varrebbe la pena di riprendere in mano una volta terminata la lettura di tutti e quattro i libri.
  19. Scritto nelle stelle Calthea staccò lo sguardo dalla grande lente del telescopio gnomico, sfregandosi gli occhi stanchi e arrossati. L'hin afferrò le carte sparse nello scrittoio di fianco a lei e osservò i segni che vi erano tracciati sopra con un'aria persa, come se non li avesse scritti lei. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò al bacile pieno di acqua fresca. Una buona nottata di riposo sarebbe stata sicuramente più efficace, ma non ce n'era il tempo, non ancora. Si rinfrescò il viso e tornò a sedere. Riprese in mano le carte, seguendo col dito un disegno comprensibile solo a lei. Infine le riappoggiò sullo scrittoio e cominciò ad aggiungere altri segni col pennino. L'intreccio era ogni notte più complesso, eppure Calthea era sempre più convinta di aver compreso il significato di ciò che le stelle stavano dicendo ormai da giorni, ovvero che il disastro si stava avvicinando ed era necessario correre ai ripari prima che fosse troppo tardi. Una volta completato il lavoro, Calthea decise di concedersi qualche ora di sonno. Avrebbe voluto parlare subito con Xan ma, nonostante la gravità della situazione, non era il caso di disturbarlo in piena notte. Lo scorrere delle stelle era lento e regolare, aspettare il mattino non avrebbe comportato alcune conseguenza seria. Quando l'hin bussò alla porta del mago, la risposta che ottenne indietro fu un brontolio. Nonostante avesse atteso ancora un po' dopo le sue preghiere mattutine, probabilmente Xan non aveva ancora terminato di concentrarsi sui suoi poteri arcani. Dopo alcuni minuti la porta si aprì, lasciando intravedere nell'uscio un uomo di mezza età alto e dal fisico scarno, con indosso una semplice tunica di lana blu. - Ah sei tu. Vieni, Calthea accomodati. Scusa il disordine... - Non preoccuparti. Ci sono questioni importanti di cui parlare e sai a cosa mi riferisco - rispose l'halfling guardandosi attorno con aria circospetta. Entrò nell'anticamera, assaporando il tepore che proveniva dal caminetto già acceso in salotto. - L'inverno si preannuncia più rigido del solito - commentò appoggiando il mantello allo schienale di una poltrona. - E' per questo che sei qui no? Calthea annuì e Xan la invitò a sedersi con un gesto. - Ho studiato ancora le stelle questa notte. Ormai sono sicura, non c'è più margine d'errore. Allungo le mappe stellari al mago che le scrutò con attenzione, annuendo pensieroso. - Quanto manca alla Congiunzione delle Lance di Ghiaccio? - Poco più di un mese. Dobbiamo avvertire le sacerdotesse di Djea alla Radura del Novilunio, parlare con loro. Forse possiamo limitare i danni, forse... - Sei sicura che in quella sorta di tempio a cielo aperto troveremo qualcuno in grado di fronteggiare il problema? - Se non ne hanno il potere loro, non vedo chi altri... - Quando vuoi metterti in viaggio? - Domattina stessa. - Va bene, avvertirò Bolder di tenersi pronto. - Vuoi portare quel nano con te? - E' abile con la spada e tenace nella battaglia. Il viaggio si preannuncia lungo e pericoloso, non ho intenzione di rimanere con le spalle scoperte. - Non mi sta molto simpatico. - Non deve starti simpatico - concluse Xan con un sorriso. - Hai ragione. Io contatterò Nhil, conosce bene la zona che dovremo attraversare. - Quel vagabondo delinquente? - Non è affatto un vagabondo né un delinquente! E' un esperto esploratore ed è abile nell'evitare i pericoli, naturali o meno che siano. Non mi affiderei a nessun altro per entrare nella foresta di Dymrak. - So che lo ritieni affidabile, ma mi inquieta... quel ragazzo ha sempre uno sguardo indagatore, come se volesse scrutarti nella mente alla ricerca di ogni segreto, pronto ad allungare la mano per carpirli. Non mi piace, insomma. L'hin si abbandonò a un ampio sorriso: - Oh, ma non deve piacerti. I due divinatori risero, scrollandosi di dosso per un attimo le tensioni che erano piombati addosso loro nelle ultime settimane e la preoccupazione di un viaggio per niente facile.
  20. E rieccomi con i commenti. Sono nella biblioteca della facoltà, c'è caso che riesca a farne solo uno o due. Furti - ectobius Molto carino, sembra la rievocazione di vecchi film in stile "I soliti ignoti", nonostante l'inquadratura temporale ben precisa. Ciò che riporta ai tempi attuali, più che l'accenno all'indulto, è senz'altro l'atmosfera di diffidenza che si respira, anche se forse ci sono un po' troppi luoghi comuni. Insomma, mi ha fatto sorridere e l'ho trovato ben scritto, ma occhio ad alcuni cambi di tempo errati. Ladro di pensieri - piri Simpatico e malinconico, lo stile di piri è sempre riconoscibile: ti fa sorridere e rattristare allo stesso tempo, facendo scaturire la riflessione da un fatto ironico ma assolutamente vicino alla realtà. Come sempre, è scritto molto bene, però il finale si lascia indovinare un po' troppo presto. Una tranquilla giornata di lavoro - viridiana Molta amarezza in questo racconto, che si chiude col buio e col nulla. Mi sarebbe piaciuto viaggiare un po' di più nella mente dei due protagonisti (cosa che sembrava intravedersi nelle prime righe ma poi abbandonata), invece accade tutto in fretta, senza dare il tempo al lettore di percepire l'alternarsi di sentimenti che si susseguono nell'animo dei protagonisti. Così sembra più di seguire un servizio di cronaca nera alla tv, mentre il racconto vive delle emozioni che è in grado di suscitare. Non mi sento di dare consigli a nessuno, però con un po' di presunzione vorrei dire: scrivi assaporando ogni parola, la fretta porta a tralasciare particolari importanti.
  21. Allora ragazzi, come ha detto Gid, i primi due mostri sono praticamente pronti. Avendo appena terminato la revisione, ci siamo trovati di fronte al problema dei crediti, come già anticipato. Ho scorso i due topic interessati e il sunto è il seguente: Spirito delle ceneri - ideazione: Gideon - sviluppo: Gideon, Megres, Sabaudian(?) - revisione: Subumloc, Samirah Ratto stirgeo - ideazione: Gideon - sviluppo: Gideon, Samirah, Celya, Megres - revisione: Megres, Samirah Ovviamente questo è quello che ho ricavato rileggendo velocemente i topic, per cui sarebbe gradito che i diretti interessati intervenissero per segnalare eventuali inesattezze. Grazie! Appena avrò un attimo di tempo aggiornerò il primo post coi link alle varie discussioni.
  22. Sono aperte le votazioni per i racconti di febbraio (chiusura alla mezzanotte del 7 marzo).
  23. Cavolo Aura, è veramente stupenda!! O_O @Strike: maledetto, che nostalgia!!
  24. [MOD] - Parlando del doppelganger eravate andati OT. Ho spostato i messaggi qua.
  25. Ho sentito un paio di cose carine questa sera, grazie all'esibizione accoppiata che ha dato un tocco in più ad alcune canzoni.
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