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Samirah

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Samirah

  1. Samirah

    Nuovo sito

    I vostri complimenti e il vostro entusiasmo sono la migliore ricompensa per il lavoro svolto. Non posso negare che la prima ad esaltarsi per il nuovo sito sia stata la sottoscritta! Trovo che il nuovo portale permetta di navigare molto più agilmente tra le varie sezione e l'integrazione tra sito e forum è sicuramente un modo per rendere ancora più partecipe la già attiva community nella vita dell'associazione. Un grazie di cuore a tutti quelli che hanno avuto fiducia in noi e che ci hanno mostrato il loro entusiasmo!
  2. Bè, mi sembra giusto allora segnalare anche il simpaticissimo disegno di Kanuka! ^^ http://www.dragonslair.it/forum/showpost.php?p=352000&postcount=299
  3. Ah bè, mio marito di sicuro non combatte! Si arrangeranno i due nuovi cavalieri!
  4. Samirah

    Puntata 2423523423: AVEVO FAME!

    (in apertura, il nostro scribacchino ci regala un "gustoso" antefatto, in cui si svelano alcuni particolari importanti per il riassunto ) Ci troviamo, come ogni giovedi in cui si decide di giocare, tutti quanti a Castle Dario ma stavolta balzano subito all'occhio due novità: 1) Siamo orfani del venerabile e credibile maestro e del folle e visionario bracconiere. 2) Siamo in orario cena. Mentre il punto uno è destinato a restare un mistero irrisolto il punto due lo si sarebbe dovuto vincere con una parca, frugale e spartana cena modello Ikea ottenuta con la sagace tattica: ognun porti qualcosa. In realtà l'ognun porti qualcosa abbinato alla quantità siderale di roba prodotta dalla famiglia Fabbri ha tramutato la cena Ikea nella grande abbuffata. Ci sediamo a tavola. Qualcuno domanda che fine abbano fatto le tagliatelle e subito interroghiamo Dan Harrow che risponde: AVEVO FAME! Procediamo poi con i taralli di Noemi (bbuoni), affettato vario che va in combo con pizza v. 1.0, vino, bibite, acqua ecc. ecc. La pizza v. 1.0 pare un fiume in piena e non finisce mai. Riusciamo a uccidere l'ultimo quadretto dissidente rimasto quando spawna la pizza v. 2.0 Impassibili continuiamo a mangiare come fogne ignobili. Qui va segnalato il galateo del prete che si distingue particolarmente per una libera interpretazione dell'omonimo libro di Giovanni Della Casa. Impossibilitati a vedere chi ci sta davanti per l'assurdo lievitare delle nostre panze ci convinciamo che tutto sta per finire quando la mamma di Dario entra urlando: Pizza v. 3.0 e ci scaglia contro questo vassoio di piza prosciutto cotto e funghi e forse qualcosaltro. Lentamente, fra aneddotti di gente che rischia la vita da pine e persone che si infamano sul forum, riusciamo a venire a capo anche della 3.0 e siamo pronti per il gran finale: una torta di mele made in Simone il cui peso e densità al decimetro cubo ricordano vagamente il mercurio. La torba è come i taralli: bbuona. Per cui ce ne nutriamo avidamente. Alla fine siamo talmente satolli che nemmeno il buon Dan ha l'ardore di dire AVEVO FAME! Fase di sgombero della tavola e recupero dei feriti e siamo pronti per agot. ----- Siamo tutti a Grande Inverno impiegati nella nobile attività volgarmente nomata non fare una cippa di gran *****. Una voce dal cielo urla: Ad un cavaliere serve uno scudiero! Sir Prete e Sir Beone cadono dalle nuvole ed iniziano a schiumare in preda al panico. Sir Beone risponde alla voce: "Deve essere un bambino cagacazzo?" Voce: "Deve essere una persona fidata" A queso punto Sir Nate il misericordioso si teleporta al cospetto di Lucas che, penthouse alla mano, stava cercando di risolvere un increscioso problema accorsogli da quando ha perso l'uso del braccio destro. Ah! Sono un cavaliere! ... Dai che non ho visto niente, io poi son mancino, sempre usato la sinistra! ah ok ecco bravo, ricominciamo: Sono un cavaliere! Lo so, sono contento per voi. Ti voglio come scudiero Sarebbe un onore per me ma dovete pensare alla vostra reputazione: sono un armigero monco. Sei Lucas per dio, il più grosso Npc con cui mi sia capitato di girare, poche balle sei il mio scudiero. Allora accetto con onore. Bene Grazie Prego Vado a bere Ok Mentre Nate va a bere si incontra per caso un tale Dangion Master che gli suggerisce di mettere 2 punti influenza in più su Lucas. Nel frattempo il prete dei bubù sette dei non ha ancora uno scudiero e quindi decide, dopo aver bevuto un billy di spokkia concentrata, di ancare a cagare il ***** ad Artos Stark. Ehi Arty! Moderi i termini perfavore Visto che mi hai fatto Sir... Veramente è stato quel beone malvissuto del mio castellano... Si fa lo stesso, volevo dire: visto che sono Sir mi serve uno scudiero e pensavo che... NO! ma veramente io pensavo che... NO! ma veramente io pensavo... NO! ma veramente io... NO! ma veramente... NO! ma... NO! ... NO! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO ok Arty, non c'è bisogno che ti scaldi SONO LORD ARTOS STARK tranzollo vecchio, non fare come tuo fratello, tieni la testa sulle spalle... FUORI DAL MIO SALOTTO E mentre il nostro prete di fiducia se ne esce Artos Stark lo saluta con una educata frase di commiato "Sono certo che ad Approdo del Re avrete la fila di gente che vuole avere l'onore di diventare vostro scudiero" il cui significato subliminale è grossomodo traducibile con: "Non darei nemmeno la mia serva come scudiero di uno che è svenuto perchè ha preso una botta da un coltello di legno". Rimandato il problema scudiero la voce tuona di nuovo: "E' opinione diffusa che un cavaliere sappia tenere in mano una spada" Sir Beonicus parte in quarta ed al grido di "Lucas! Ciambellano! A me!" elabora in un nanosecondo un piano d'addestramento così strutturato: Ore 11.00 Sveglia Ore 11.20 Prima colazione: Vino e Formaggio Ore 12.00 Pranzo: Vino, Carne, Formaggio, Focacce Ore 13.00 Pausa Ore 14.00 5 ore di incassamento selvaggio di panacche da parte di Lucas e Ciamby Ore 19.00 Cena: vedi pranzo Ore 20.00 Bevute e gioco d'azzardo con Lord Umber e Ciamby Ore 24.00 Nanna De pretibus invece, siccome si vergogna perchè sa di fare pietà, si avvicina furtivo al castellano e lo convince ad impartigli segretissimi allenamenti una notte ogni tre. Edizione Straordinaria del Corriere dell'Inverno: Il Martell si allena di notte! Tempo due minuti e lo sanno pure alla barriera. Mentre succede tutto questo il bracconiere sta sempre a pregare i suoi Dei nel parco insieme alla sua nuova amica acquila gigante chiamata Eye of the Magister. Il Maestro invece, solo e abbandonato da tutti da quanto ha lasciato morire la donna Stark, somatizza il suo malessere interiore nelle sue stanze continuando a gettare ratti di fogna nella gabbia dei corvi. In questi giorni viene colto da una paralisi alle gambe, una paresi alla faccia e un cocktail di parkinson/alzheimer che lo segneranno a vita. La donna, che sarebbe Gael ma tanto di donne ne abbiamo una sola quindi si capisce chi è anche solo dicendo la donna, non sapendo cosa fare decide di girare qualche esterna per la famosa trasmissione Uomini e Donne del Nord e scopre quindi che il bracconiere gira con un acquilotto ma anche che la moglie di Artos detta dagli amici Lattroia piange e frigna sempre nel parco degli dei. Un bel dì le la nostra donna decide di avvicinare Lady Moana Stark Cucciolotta ciccina perchè piangi? Tu pensi che io sia una donnaccia! sob... Non è vero, lo pensa tutto grande inverno ma io no! Io gli volevo bene... AVEVO FAME Sù.. sù non fare così Perdonatemi Gael Perchè? Credevo che voi foste una donnaccia e vi ho fatta spiare *******! buaaaaahh Non piangere polpettina sigh sob io gli volevo bene davvero... Attirati da questo siparietto triste spuntano improvvisamente Dan Harrow (AVEVO FAME) ed Enzo Paolo Turci che si interroga sulla fedeltà della moglie: NON E' CHE MI TRADISCI VEROOOOOOOOOOO IO TI VOGLIO BENE MA TU NON MI TRADIRE... Finito il siparietto la donna (la nostra) si ricorda con dispiacere che il prete è suo fratello e decide di andare a trovarlo a sera poco prima che lui parta per il segretissimo allenamento Fratello! Sorella! Che stavi facendo? Niente Stavi andando all'allenamento segreto? Come lo sai? Lo sa mezzo Nord! Maledetto Ciambellano! Per me ti conviene allenarti con lo sbronzo di pomeriggio, fai meno figura del merdone Hai ragione Volevo dirti che... ZITTA DONNA! VADO AD ALLENARMI Ti vengo a guardare Gael assiste quindi al selvaggio pestaggio del fratello da parte del Castellano... Lindomani giunge un corvo da approdo che dice che le condizioni dello Stark sono state accettate e quindi si decide che quando sono arrivati tutti i vessilli e i vassalli si potrà partire. Altra notizia gradita è che il marito della Donna ha chiesto un giudizio per combattimento e come suo campione si è offerto BloodRaven. Passano i giorni e l'unico avvenimento rilevante qui è che ogni pomeriggio Nate batte il prete 7 a 0, una batosta per ognuno degli dei del frate. Giungono i valvassali e giurano fedeltà al nuovo Stark. Si può così partire. Purtroppo non ci sono abbastanza navi per andare via nave (a qualcuno fischiano le orecchie, ad altri ne fischia una sola) quindi si deve fare la strada del re. E così, in un gelido lunedi mattina, partono da Grande Inverno: 1) Lord Umber, capo indiscusso della spedizione 2) Sir Deveron Martell, completamente tumefatto dalle botte prese 3) Lady Gael Martell, si sospetta essere il nome completo de La Donna 4) Maestro Ethan, sulla sua carrozzina spinta dalla sua infermierina dodicenne giappo-thailandese Mitsuko Futanari 5) Marik il bracconiere, con la sua aquila gigante ed un molestissimo pincher nano. 5) Sir Nate Rivers, vestito con un completo da fante Stark preso in comodato d'uso 6) Nate Stark, tredicenne rompicoglioni, futuro scudiero di salcazzoqualcuno. 7) Lucas, con un sorriso compiaciuto in volto dovuto al fatto che è finalmente riuscito a padroneggiare la nobile arte anche con la mano sinistra 8) La scorta di Nate Stark 9) Altre personalità del Nord non importanti 10) Dan Harrow, che alla prima sparizione di provviste viene interrogato e risponde: AVEVO FAME!! 11) Enzo Paolo Turci, che ogni due secondi telefona alla moglie rimasta al nord: MA NON E' CHE MI TRADISCI VERO? 12) Secchio matto (che sputa le palline secchio matto, che tu metti nel secchio secchio matto, matto d'allegria) 13) Gino Gino, Pilotino 14) Il Bruco Ballerino 15) Il Pirata Pop Pop (nella botte al sicuro schizza come un siluro se gli buchi il pop pop) 16) L'allegro Chirurgo (che se sbagli con un osso il naso sarà rosso) 17) Colosso Molla L'osso 19) Jack Tiracalci 20) Lo sceicco di Crack che urla sempre "Le azioni petrolifere sono in ribasso!" 21) Il tipo della videocassetta di Atmopsphere che urla "Mi piace lo sterco, è buono" 22) Un centinaio scarso di armigeri senza nome Il viaggio è lungo e noiso ma almeno è sicuro. Nelle locande la gente vorrebbe chiederci "Drago Rosso o Drago nero?" Ma siccome siamo tanti e ben armati si cacano tutti sotto. E se anche ce lo chiedessero noi abbiamo pronta la risposta: "Non lo so, mi son daltonico" Arrivati in prossimità delle Torri Gemelle il buon Sir Nate si avvicina all'Umber Lord Umber, qui vicino ci sono le torri potremmo fare un salto così saluto il mio caro babb.. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Molto umano lei, ma Umber è il diminutivo di Umber-Hulk? ... Il resto del viaggio scorre liscio come l'olio e si giunge davanti alla fetentissima Approdo del Re. La feccia resta fuori mentre una ristretta task force di gente che conta può accedere alla fortezza rossa. Entrati nella fortezza rossa i nostri eroi si imbattono in un gruppo di armigeri targati Baratheon. Il prete li guarda e comunica loro il suo astio. Loro paiono non accorgersene Poppa Leo Baratheon che dice: Ue raga namo a farci du spaghi. E mentre se ne vanno il buon Martell suda bile. Improvvisamente saltando diversi passaggi intermedi un elite di eroi si ritrova al cospetto del Re, della Regina e di Altri Perfetti Sconosciuti. L'elite è così composta: 1) Lord Umber 2) Tutti noi (magna cum Lucas) 3) lo zoo del bracconiere 4) secchio matto 5) Nate Stark Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau Bau BUTTATE FUORI STO PINCHER DI ***** Il pincher viene rimosso. Maestro del Re: sire, col vostro permesso farei uscire anche l'acquila, mi guarda con malcelata malignità... BUTTATE FUORI L'AQUILA L'acquila viene rimossa. BENE, E ORA VENIAMO A VOI! SECCHIOMATTO! Pop (sputa una palla) E' UN PIACERE FARE LA VOSTRA CONOSCENZA Pop (sputa una palla) MI AVETE SERVITO BENE, ME NE RICORDERO' Pop (sputa una palla) POTETE ANDARE ORA Pop (sputa una palla) Pop (sputa una palla) Pop (sputa una palla) e se ne va. LORD UMBER Sire AVETE UNA LETTERA PER ME? Ho una lettera per voi DAMMELA tenga ECCELLENTE posso prendere licenza? SI e se ne va. NATE STARK Uoh, un re, che fico un re! Posso vedere le ossa dei draghi? eh? eh? POTETE PRENDERE LINCENZA! e se ne va. Marik: io... POTETE PRENDERE LICENZA Marik: arrivederci e grazie e se ne va. GAEL MARTELL è un onore servir... ZITTA DONNA ... VUOI NOTIZIE DI TUO MARITO beh ecco... HO DETTO ZITTA! TUO MARITO E' VIVO, IL SUO CAMPIONE BLOODRAVEN HA SCONFITTO IL CAMPIONE DI LEO BARATHEON: SUO FRATELLO MAGGIORE ORTOFOKTOZ BARATHEON ANCHE SE E' RIMASTO GRAVEMENTE FERITO ED ORA STA MORENDO COME UN CANE ROGNOSO. TUO MARITO PERO' TI STA ASPETTANDO NEL TALAMO, VA! grazi... ZITTA DONNA e se ne va. DAERVEORZ MARTELL al vostro servizio maestà TI MANCA UNA ORECCHIA! eh... HO SENTITO CHE VI HANNO FATTO CAVALIERE sì, mi sono distinto nella battaglia di borgo testi rasponi insieme al mio amico e compagno Sir Nate Rivers CHI ***** E? Quello vestito come un fante stark AH OK, ORA FUORI DALLE PALLE con permesso maestade e se ne va. SIR GNIT DRIVEN sarebbe Sir Nate Rivers STA ZITTO IO SONO IL RE! mi scusi NON TI CONOSCO così è, se vi pare HAI LETTO PIRANDELLO? alle medie INTERESSANTE, DOPO PARLEREMO ma ecco io... FUORI DALLE BALLE TU E IL TUO SCUDIERO STORPIO DI ***** subito maestà, ma perchè parlate sempre in maiuscolo maestà? PERCHE SONO IL RE! IDIOTA! e se ne va tutto sembra finito ma un forte odore di escrementi ricorda alla corte che il maestro, incapace di muoversi da solo, è rimasto lì MAESTRO ETHAN altri topi... altri topi... HO DETTO MAESTRO ETHAN eeee aaaa (bavetta) PORTATE VIA STO VECCHIO DERELITTO e l'udienza finisce. Sir Nate e il fido Lucas sono nei loro alloggi. Si beve vino, si rassetta l'abito e si vive nel terrore in attesa della convocazione del re. Lucas, cercami il maestro! E' nelle stanza di fianco! Come fai a saperlo? Sento rumore di corvi che inseguono topi! Bene, la saggezza del maestro mi sarà d'aiuto! Maestro, Maestro, il re vuole vedermi! altri topi... ihihi aaa uu prot! Maestro sono preoccupato! Ho bisogno del suo consiglio! prooooooooot Ok, Mitsuko cambiagli il pannolone va, arrivederci maestro. Nel mentre Gael può riabbracciare l'amato marito. Sei vivo? Si! Bene Già ... ... Bello il tempo eh? Sì... temperato... ... ... E così... eh si... ... ... Beh potremmo... NO! doh... Dopo questa calorosa reunions la donna decide di andare a trovare il moribondo bloodraven. Arrivato nelle sue stanze fa la conoscenza di una che non ho capito chi è ma ho capito solo che è una STRAFICA Ciao, sono bella figheira! Io sono Gael, come sta Bloodraven? Ciao, sono bella figheira! Ho capito, bella figheira, come sta Bloodraven? Ciao, sono bella figheira! Ok, torno dopo. Nel mentre il prete riprende possesso dei suoi alloggi, concede una giornata libera alla serva e va a parlare con l'organizzatore del vecchio torneo, tale Corradino Smallwood TU CANE MALEDETTO! SPIA! TRADITORE! E' COLPA TUA SE MI HANNO ACCUSATO DI VOLER UCCIDERE IL BARATHEON PERCHE' QUANDO TI HO DETTO CHE VOLEVO UCCIDERLO TU POI MI HAI TRADITO!!! MA NON E' CHE MI TRADISCI EH? No Enzo Paolo, sta buono te Ah ok Allora Smallvud cosa hai da dire a tua discolpa? 1) non urlare 2) io non centro un *****, sei tu che urli ah ok, allora posso avere uno scudiero? vedrò quello che posso fare ok arrivederci arrivederci giunge infine la convocazione di Nate da parte del re. Con suo grande sollievo non è solo ma è in mezzo ad una accozzaglia di finti cavalieri fanfaroni. CI SARA' UN TORNEO! IN ONORE DEL NUOVO MEMBRO DELLA GUARDIA REALE! e chi sarebbe? VE LO PRESENTO SUBITO, FATTI AVANTI SIR SECCHIOMATTO! Pop (sputa una palla) Ohhhh! SE VI DISTINGUERETE AL TORNEO FORSE VI FARO' UN CONTRATTO COCOCO COME GUARDIE MIE, E SE INVECE MI COLPIRETE PARTICOLARMENTE POTRETE ENTRARE NELLA GUARDIA REALE VISTO CHE C'E UN ALTRO BUCO VUOTO! Ohhhhh ORA FUORI DAI ********! TU NO SECCHIOMATTO, TU PUOI RESTARE Pop (sputa una palla) Fine della 2423523423 puntata.
  5. Samirah

    Ambasciator non porta testa

    La battaglia è finita. Morte e desolazione ovunque. La neve è rossa del sangue di centinaia di png la cui unica colpa è stata quella di trovarsi dalla percentuale sbagliata del dado. Le urla dei feriti e dei moribondi (ma in agot la differenza è poca) riecheggiano nell'aria. Willam Stark, ex Lord di Grande inverno è a terra. La ex testa di Willam Stark, ex Lord di Grande inverno è a terra. A 6 metri dal resto... Artos Stark, nuovo Lord di Grande Inverno, ex implaccabile, ex spaccaculi, ex tu e il tuo amico frate siete buoni solo per tirare la catena della turca, ex spezzeremo le reni ai bruti, ex li inchioderemo sulla barriera, frigna ora come una bambina di otto anni alla quale hanno appena sottratto il suo lecca lecca al coca e rum. Nate Stark, figli di Artos Stark, futuro Lord di Grande Inverno, urla e sbraita come farebbe un qualsiasi tredicenne che ignora di essere sopravvissuto alla pugna esclusivamente grazie al sacrificio del 95% della sua guardia personale: "Che fico! Ne ho pugnalato uno al malleolo! e non mi sono fatto nulla! Bella la guerra ne facciamo un'altra? Eh papa? papa? perchè piangi papa? Perchè lo zio è senza la testa papa? In mezzo a questa scena grottesca e raccapricciante due persone si aggirano ebbri di gioia. Sono ebbri di giuoia per il fatto di essere sopravvissuti ad una battaglia vera. Sono ebbri di giuoia per la consapevolezza di essere vivi solo grazie al fatto di essere dei pg e che pertanto non vengono considerati dalle letali percentuali del regolamento di guerra. Sono ebbri di giuoia perchè sono rimasti tutto il tempo nascosti nelle retrovie e sono usciti solo alla fine quando ormai la pugna era vinta per unirsi all'inseguimento finale ove hanno ucciso un paio di bruti vecchi e malati mettendosi in luce in maniera del tutto immeritata. Sono ebbri di giuoia perchè Artos Stark che li sfotteva pare ora una mammoletta da latte. Sono ebbri di giuoia perchè sono Nate Rivers, lo sbevazzone e Daeveron Martell, il septon di ceramica. Ma da oggi saranno Nate, l'impavido e Daeveron il coraggioso... Ripari e retrovie, e una carica finale! Bella la guerra è Nate? L'hai detto fratello! Ehi ma non è Artos Stark quella suora tremolante stesa di fianco al fratello morto? Corbezzoli parrebbe lui, ci penso io! Detto fatto il prete di burro passa al solito distributore di ghiaccio sempre presente al nord, metta il solito obolo da 50 centesimi di cervo e prende Ghiaccio, la spada di Willam Stark. Tosto si reca dalla fetida parodia di quel che un tempo era Artos Stark e... In piedi mezza sega! mio fratello è morto... Si beh, a me manca un orecchio ma mica sono qua a frignare come una checca! In piedi! ma io... ARZATE CORNUTO ARZATE TO DETTO! (ogni riferimento a Mario Brega è da ritenersi puramente casuale) sig sob buuu sniff Ferma la fontana disgraziato! Prendi sto spiedo, ora sei il nuovo Lord! Ma la moglie di mio fratello... il bambino.. aspetta! umh, sì, dammi un pò sta spada... eccellente... MUAHAHAHAHAHAHAHAHHA FUORI DALLE BALLE PRETE SEGAIOLO! HO UNA BARACCA GELATA DA MANDARE AVANTI! QUALCUNO RACCATTI LA TESTA DI STO SFIGATO Mio Lord, è vostro fratello... NUM ME ROMPERE I ********! Siamo sicuri di aver fatto la cosa giusta amico Martell? Boh! Guarda, l'esercito di Lord Umber! Giunge quindi il gigante ubriaco a bordo del suo cavallo ubriaco e con dietro la sua turba di ubriachi. Ciao Arty! Umbi! Come butta? bene, sono Lord! Ostia! Tuo fratello? 20cm più basso! Ahahahaahha Ahahahahaha Salve, saremmo Nate e Daeveron... FUORI DAI ********! Ah, la calda ospitalità del nord eh amico Martell Già già, guarda! Arrivano i guardiani della notte, potremmo socializzare con loro! In quel momento Artos Stark sfodera un badile, sale a cavallo corre incontro ai guardiani e si para davanti al loro capo. Alla buonora eh! abbiamo fatto prima che... Balle! Guarda questi morti! Sono morti per colpa tua! Prendi sto badile e sotterrali tutti! Se arrivavamo prima forse non eri Lord... Ah già, ok pace fatta ma sotterrali te che a me tira il ****! Tutti? Si! ok... ;_; Forse è il caso di lasciarli in pace eh Nate? Beh, io vado a salutare il mio amico stupratore che ha preso il nero... Fatti pochi passi ad entrambi balza alla mente un particolare che non avevano notato... LUCAS!!!! NOOOOOOOOOOOOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO Parte così la folle ricerca del fedel armigero fra i corpi e dopo un pò si scopre che Lucas è a terra con tre frecce nella pancia, cicciobombo è nato in francia. Nate, che ha assimilato per osmosi l'arte della cura dal maestro Ethan, e che ha la borsa del maestro Ethan, si lancia in un disperato tentativo di salvare l'amico. Due ferite sono superficiali ma la terza freccia è entrata in profondità. L'abilità di Nate salva Lucas che però resta in fin di vita e privo di conoscenza. Ehi quello è il maestro degli Umber! MAESTRO! SALVATE QUEST'UOMO! E quello? E quell'altro? E quello là in fondo? I png son tutti uguali! Salva questo e non rugare la minchia, ci pensiamo noi agli altri. E così mentre Nate e Daevorn passano di moribondo in moribondo a finire il lavoro con i loro pugnali unti nel curaro il maestro degli Umber può salvare la vita a Lucas. Dopo un pò tutti morti son stati sotterrati, i guardiani tornano a casina, si caricano i feriti, ci si tira dietro Umber e i suoi e si riparte verso Grande Inverno con un Lucas semicoscente. Il viaggio fila liscio ma mentre succede tutto questo a Grande Inverno la gente non rimane con le mani in mano. Lady Stark sta male. Rischia di perdere il bambino. Il Maestro Ethan, autorizzato dall'assente Willam Stark, prende in mano la situazione ed elabora un piano veniale: 1)Dare ratti ai corvi. 2)Capire che ha che non va la donna. 3)Elaborare una strategia. 4)Dare altri ratti ai corvi. Espletato il punto 1 si passa al punto 2. Dopo aver assaggiato un residuo delle feci della donna il Maestro capisce subito che qualcosa non va: le stanno avvelenando le nespole in agrodolce con varie sostanze che messe tutte assieme fanno il vinsanto della luna, noto contraccettivo per ritardatari. Ma il maestro non si perde d'animo. Ed elabora la sua strategia: 1)Caccia a pedate nel **** tutte le dame di compagnia. 2)Stabilisce turni con Lady Gael in modo da non lasciare solo un istante la donna Stark. 3)Proibisce tutte le visite non controllate. 4)Pretende di preparare personalmente i cibi per la donna a partire dalle materie prime. 5)Quando è Gael a fare la guardia lui è a preparare tonici e antidoti. 6)Sperare nei dadi Parte così la strategia che si attira subito le ire del Ciambellone e della moglie di Artos Stark ma che sembra comunque funzionare perchè la donna migliora. Ma tutti sanno che anche il piano più infallibile presenta un imprevisto... ...e così mentre Lady Gael è a leggere i suoi romanzi Harmony e il maestro monta la guardia accade l'inevitabile... Maestro Ethan? Si? C'è una telefonata per lei dalla cittadella Dove sta il telefono? 4 piani più sotto, terza porta a destra. Molto gentile vado subito! 20.34.02 Lady Stark rimane sola. 20.34.10 La porta si apre. 20.34.22 Qualcuno entra. 20.34.45 Qualcuno (si suppone lo stesso qualcuno che è entrato) fa qualcosa. 20.35.23 Qualcuno esce lasciando la porta socchiusa. 20.35.51 Lady Stark peggiora. 20.36.07 Lady Stark muore. Total Time: 02 minuti e 05 secondi. Lady Stark entra nel guinnes dei primati dei sette regni come il più veloce peggioramento letale di malattia sconosciuta. Maestro Ethan: pronto? ... pronto? .... PRONTO? cè nessuno dall'altra parte? la voce si diffonde, il castello si anima, la gente accorre. C'è chi piange e cè chi ride ma tutti all'unanimità guardano stortissimo Maestro, Donna e Bracconiere... Lady Gael: io non centro, ero a leggere "Stalloni Passionali a Nido dell'Aquila" Marik il bracconiere: HO AVUTO UNA VISIONE DEVO ANDARE (e si butta da una finestra, ruba un cavallo e fugge da Grande Inverno perdendosi nel gelido Nord) Maestro Ethan: beh ecco io... scusate, credo di essermi cagato addosso... Trascorrono così giorni tetri, dove il maestro e la donna vengono isolati da tutti e avvelenati con veleni blandi ma siccome fanno bene tutti i tiri salvezza non se ne accorge nessuno. Nel mentre il bracconiere è solo, in bermuda, a -20°C, in mezzo alla bufera e quando le allucinazioni dovuto all'assideramento si mostrano lui le scambio per gli antichi dei del nord: MILAN - BRESCIA 0 - 0 X REGGINA - PARMA 1 - 3 2 STARK - BRUTI 4 - 3 1 Hanno vinto la battaglia! Devo tornare ad avvisare tutti. Lungo la via del ritorno il bracconiere compra un aquila da un cacciatore di frodo slavo. Tornato a grande inverno racconta della sua visione al Maestro che additando il suo diploma da chiromante preso per corrispondenza gli ride nella faccia. Passano altri giorni tetri fino a quanto l'esercito ritorna. Tutti si accalcano alle porte. I nostri eroi si riuniscono. Abbiamo una notizia terribile Anche noi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Prima voi No prima voi Insieme! Ok! Al 3! Bene! 1 2 3 Lady Stark e il bambino sono morti! Come faremo a dirlo a Willam Stark! Willam Stark è morto come faremo a dirlo a Lady Stark! ... ... ... AHAHAAHHAHAHAHAHA A QUALCUNO VA UN PO' DI STUFATO? Seguono quandi le solite cose che ci sono sempre al ritorno da una guerra: Si portano i morti nella cripta. Si piange un pò. Si porta Lucas dal Maestro Ethan che non si sa come tira guarigione anche se siamo in Agot. Si beve, si ride e si scherza Si chiede ad Artos Stark se manderà comunque gente al nord... ----------------------- Mi permetto di aggiungere una dimenticanza del nostro prode scribacchino: i due VALOROSI vengono quindi fatti cavalieri per ordine di Artos Stark (il quale non ne è particolarmente entusiasta, ma la folla reclama i suoi eroi )
  6. Non mi ricordo... so solo che il master mi ha fatto tirare i dadi e per colpa mia Willem Stark è morto!!!
  7. Bene, ci siamo quasi! Siccome il 1° sarò a Lucca, ho lasciato detto agli altri mod che aprano il topic per il contest di novembre. Da quel momento potrete postare i vostri racconti, secondo quanto scritto nel regolamento generale. Invito i lettori a non rispondere con commenti di nessun genere, per non sviare le votazioni. Inoltre, vi ricordo che le votazioni saranno aperte alla FINE del mese, in quanto è possibile dare il voto a un solo racconto, per cui dovrete aspettare che siano stati inseriti tutti. Spero non ci siano altre perplessità. In caso, chiedete e vi sarà dato!
  8. Samirah

    Gli orrori della guerra

    Prima di inoltrarci su una riflessione spinosa, è doveroso riassumere gli eventi successivi al nostro arrivo a Grande Inverno (che lo scribacchino ha mancato di narrarci, per lasciare invece spazio a una profonda introspezione!). Giusto per stare allegri, ceniamo con gli Stark e veniamo a sapere che Lady Stark, dopo innumerevoli gravidanze non andate a buon fine, è finalmente prossima al parto, ma la sua salute cagionevole la costringe a letto, in uno stato di debilitazione evidente. Lord Stark accetta di mandare un contingente ad Approdo del Re, ma prima c'è una questione da sistemare: alcuni Bruti hanno passato la Barriera! Così, mentre Gael e il maestro rimangono a Grande Inverno ad occuparsi di Lady Stark (di cui si sospetta fortemente un avvelenamento da latte di luna, una sostanza abortigena) e Marik gironzola per le foreste circostanti, i prodi Nate e Daeveron decidono di unirsi all'esercito Stark contro i bruti. Affrontano quindi una lunga marcia, che li porterà a contatto con... gli orrori della guerra. Vi lascio quindi a una angosciosa riflessione che il nostro scribacchino ha voluto lasciare ai posteri. _______________________________________ Stavo ripensando alla sessione di ieri sera quando mi è saltato alla mente un particolare agghiacciante. E' risaputo che solitamente i png senza nome muoiono inevitabilmente e nelle circostanza più disparate. Essendo la morte inevitabile non vi sono distinzioni fra i png senza nome ed essendo le circostanze disparate succede spesso che il png entri comunque nella leggenda come "quello che è stato ucciso dal lupo" "quello che è caduto nella buca" "quello che ha detto vado avanti io" ecc. Anche in caso di piccole comunità di png senza nome è assicurato un posto nella storia, mettiamo per esempio "le 10 guardie uccise dalla palla di fuoco sotto le mura di Pizzo Calabro". La sessione di ieri sera ha stravolto tutto questo!!!!!!!! Dei 500 partiti da grande inverno solo 6 avevano un nome: Daeveron, Nate (io), Nate (l'altro), Lucas, Willam "ho lasciato a casa la gorgera" Stark e Artos "Sono un duro ma se mi accoppano il fratello mi sciolgo come una checca" Stark. Io e Daeveron siamo pg quindi per noi la guerra è solamente frizzi, lazzi e moine. Per cui ci caviamo dal conto. Lucas è un png che gira con 2 pg quindi può morire solo (e possibilmente al posto nostro) se c'è rischio per noi ma siccome in guerra come si è visto i pg non muoino è immortale pure lui. Tralasciamo Willam Stark morto solamente perchè non ha saputo resistere alla voglia di venire raffigurato nel mio albo d'oro degli storpi. Restano 484 png di tipologia "Soldato n° X" a rischiare la pelle. Ora, se fossero morti tutti e 484 il problema non sarebbe esistito: li avremmo ricordati in eterno come i gloriosi 484 soldatini stark caduti nella battaglia contro i bruti. Ma qualcuno si è salvato! non ricorco la cifra ma mettiamo anche solo un 50, ve ne rendete conto????? Con che criterio gente senza nome vive o muore? Quale Dio decide per loro? Perchè se una riga di un foglio fotocopiato dice "30% dei fanti morti" Il soldato n° 212 è nel 30% oppure no? Se fossi io in mezzo a n persone ci potrebbe stare che al tot% un bruto mi prende con una roncola ma io ho una mia identità, io posso permettermelo di venire colpito, loro no! Se fossero partiti "i caduti della battaglia" e "quelli che tornano" mi sarebbe stato bene ma quando sono partiti erano tutti uguali, tutti prodotti di un limbo di png infiniti privi di alcuna tangibile differenza gli uni con gli altri, e allora con che criterio vivere o morire? Trovo questa cosa di una crudeltà inaudita! Sono quasi indignato! Io se fossi un png non andrei mai in guerra! E' davvero un mondo crudele, o un meta mondo se lo vogliamo far tradurre al traduttore delle Cronache. Alla prossima sessione ove IL VEGLIARDO e LA DONNA gusteranno un ottima minestrina in brodo di cianuro.
  9. Samirah

    L'infermo sta arrivando

    Continua la solita marcia a passo da schiavista imposta dal bracconiere. Morele basso, dissidi e lamentazioni. La mancanza di una orecchia migliora gli altri sensi del pretonzolo che vede un puntino nel cielo. Braccobaldo tira una freccia nello spazio siderale. Fa la guardia a questa zona o ci segue? Mah, scetticismo diffuso. Ci accampiamo e stabilizzo fuochi come non mai. Rinfaccio al bracconiere che ci fu promessa una lepre e finora noi si è visto solo un orecchio di prete da mangiare... "O Lepre O Morte!" urla il bracconiere e si addentra nella bosca. Dopo tre metri il braccolo nota che il puntino nel cielo si ingrandisce sempre più e diventa un acquila reale che gli graffia la faccia. Braccobaldo scaglia i suoi dardi nella bosca più fitta mancando clamorosamente l'uccello che se ne fugge. Braccobaldo trova una lepre. Braccobaldo sfida la lepre a chi alza la carta più alta. Sei di Spade per la lepre. Tensione. Suspance. Re di Coppe per Braccobaldo che prende la lepre. Giubilo ed Euforia al campo. Preparo una signora lepre. Si magna. Si dorme. Si riparte. Si raggiunge il fiume. Si costeggia il fiume in cerca di un ponte. Passano i giorni. Comparsate dell'uccello padulo. Qualcuno nota dei sassi lisci e viscidi. Braccobaldo urla: E' Guado! E guado sia! Si prende la fune. Si lega braccobaldo. Braccobaldo urla: "Posso anche danzarci sulla capocchia di uno spillo" Al terzo sasso vola a mollo. Braccobaldo viene messo al corrente di quanto è forte la corrente corrente (cioè la corrente di questo attuale momento). Grazie alla fune ripeschiamo Braccobaldo. Pessimismo, Fastidio e Nuove Lamentazioni. Try Again Braccobaldo arriva di là. Lega la fune a un albero. "Qualcuno di quelli ancora su questa sponda è pratico di nodi?" "Beh io..." "ZITTA DONNA" "Capitano lei si intende di nodi?" "Ve che il capitano è rimasto sulla barca..." "Ah ok allora facciamo fare il nodo alla donna..." "Ascoltami Nate" "Dica Maestro" "Prendi la Cintura e skjsk sdkgjkjk gjwkwj kgjkbjleakbnjoejnkl ejlk jrekhjerk rejrke jrkj kejk ejke jke ntura. Ok?" "Ok!" Faccio quello che mi ha detto il maestro. Rischio di morire ad ogni metro. Sfruttando la presa solida di Braccobaldo e i miei talenti da lamer arrivo di là. Accendo un fuoco per scaldare i bagnati. Lo stabilizzo. Il maestro inizia la traversata. Dal nulla si materializza l'aquilotto amico nostro. L'aquilotto carpisce mezza fronte sopra l'occhio al maestro che miracolosamente resta aggrappato e completa la traversata. Tengo lo specchio al maestro che si automedica. Lucas ha un braccio solo e il prete lo aiuta. Lucas porta di la il prete e se stesso usando un braccio solo e suonando tipici motivetti fiamminghi con un armonica. Stando zitta la donna slega la corda e arriva pure lei. Fradicia come non mai. Ci si scalda e ci si riposa. si discute di uccelli insieme a Federico Barbarossa che prende spunto per il De Arte Venandi Cum Avibus Si conclude che l'aquilotto fa la guardia anti bruti. Faccio notare che l'aquilotto al bruto che ci ha sbranato gli fa un pompone. Mi fanno notare che se il maestro finiva a mollo per colpa dell'aquilotto avevamo un maestro in meno. Mi fingo impressionato dall'aquilotto. Notte. Giorno. Strada del re. Locanda "Ai 2 Cavalli" Oste taciturno. Cibo decente. Niente vino solo birra. Scandaloso. Pago con oro sonante. Il Maestro mi cazzia. Si dorme su un letto! Si riparte. Notte all'aperto. Cammina Cammina. Locanda "Il cavallo da solo" Oste cagacazzo. Da dove venite? Dalla sporta. Quale sporta? LA SPORTA DI STRAMALEDETTI ***** NOSTRI! Vado a vedere se è cotta la carne... Cibo umano. Vino! Vino! Vino! Vino! Vino! Cameriera cagacazzo. Chi siete? ZITTA DONNA! Ma non è la donna nostra, è un altra ve ah mi scusi, comunque noi siamo le tazze. Che tazze? LE TAZZE DI ******ISSIMI ***** NOSTRI. Oh! sapete, ho visto uno strano uccello. So ben io che uccello hai visto ragazzotta. Grasse risate. La camerira ci fa notare l'aquilotto che ci guarda da lassu Lucas: fa la guardia a stoccazzo. questo ci segue! Ooooooooooooooo Congetture sull'uccello e i suoi perchè. Nulla di fatto. Accediamo al dormitorio. Ci sono 4 sfigati. "Salve noi siamo i 4 mercanti: Vendiamo merci e di solti ne abbiam tanti." "Piacere noi siamo i 6 rostri" "Rostri?" "Si, i 6 rostri: Ci facciamo i ***** NOSTRI indi voi fatevi i VOSTRI" Doppia rima! Oh! Si dorme. Si riparte. Alla griglia di partenza ci sono anche due mercanti. Da dove venite? Nord. Voi? Sud. Voi? Nord. Voi? Sud. Voi? Nord. Voi? Sud. Venite da Grande Inverno? Si. Che aria tira lassù? Fredda. Grazie. Prego. Addio. Addio. Ah, cosa vendete? Sacchi grossi! Circolare prego. Si riparte. "Ehi Braccobaldo quanto manca a Grande Inverno?" "Mesi! Speriamo di arrivare prima della stagione dei..." "Ehi che roba è quel castello enorme?" "Grande Inverno" Braccobaldo si avvilisce. Individuiamo due locazioni. Locazione A: Grande Inverno. Locazione B: case vicino a grande inverno. Si elabora il piano geniale: giornata di svacco alle case, toeletta, ripasso del piano e assalto a Grande Inverno. Andiamo verso le case. Ci vengono incontro millemila cavalieri. Quello in testa si ferma ad un distributore di GHIACCIO e prende uno SPADONE. Hanno tutti il marchio STARK. Cè ne uno trentenne con lo spadone e lo sguardo da duro. Un altro un pò più giovane con l'aria di uno che sembra dire "IO SPACCO I CULI" Un altro è un giovine imberbe. Gli altri ottomila sono armigeri. Dove andate? A grande Inverno. L'avete trovato. Chi cercate? ... ... ... psst facciamo parlare la donna, si prendera lei le colpe. Siamo una delegazione reale, cerchiamo Lord Willam Stark. L'avete trovato. Ecco una lettera per lei che dimostra che non siamo pallonari. L'avete trovato. Cosa? Non fate caso al lord, ripete sempre la stessa frase. Seguiteci. Ci portano dentro grande inverno. I vostri nomi perfavore. Io sono Gail Martiolo. Stilista dei Martell, Ambasciatrice di Dorne. Cugina della Regina. Sorella della Monella. Zia della Pizia. L'avete trovato. Questo è mio fratello: Senza un Orecchia Martell L'avete trovato. Il vecchio malvissuto è Maestro Tethan-O. Simpatico e Cordiale come un'epatite Vedo che il gelido freddo dell'inverno ha sferzato il vostro volto fino a renderlo una maschera di putridume Lord Stark. L'avete trovato. Quello invece è Nate Rivers il NORMODOTATO Che ci faccio qui? L'avete trovato. Gli altri due sono Braccobaldo e Lucas, il nostro seguito. Bene, vi daremo delle stanze e troveremo un buco per il seguito. Braccobaldo e Lucas vengono stipati negli alloggi delle guardie. Ci portano a 4 stanze. Ah, noi Stark non ci siamo presentati. Io con lo spadone sono Lord Willam Stark. Lui è mio fratello Altos Stark. Mi soggengono racconti di Altos Stark: detto L'IMPLACCABILE perchè non ha mai avuto le placche in gola nemmeno da bambino. Il giovane imberbe è Nate Stark. Bel nome ragazzo. Anche il vostro signor normodotato. Bene entrate nelle vostre stanze. Riposatevi che poi se magna. Ci barrichiamo dentro tranne il maestro che è troppo lento. Maestro, Maestro, la conosco di fama, lei è quello a cui è stata affidata l'educazione del cavaliere del drago? Si Complimenti Grazie A dopo. --------------------------------------------------------- CONTINUA...
  10. No, nel capitolo dei PNG c'è la ricchezza per livello dei PNG. Quello per i PG è nel capitolo Campagne (nelle prime pagine), non mi chiedete il perché.
  11. Questo è quello che si dice "dare un'idea precisa delle cose". L'ho letto tutto d'un fiato e l'ho trovato... semplicemente bello. Bello e triste. Da che mondo è mondo, chi è costretto a vedere, chi è condannato a vedere (come tu dici), porta dentro di sé la consapevolezza, che genera tristezza. Quanto è umano tutto questo in fondo... Ma in fondo, non avremmo creato le famiglie di Vampiri così come sono, se non avessero rappresentato l'esasperazione dei svariati aspetti della natura umana.
  12. Samirah

    Nuovo sito

    Di Stomaci Roboanti 8 ho trovato solo una foto di Dusdan... mi sembrava un po' poco... Quelle della Devolùscion II sono in "lavorazione"!.
  13. Martell! Mio!!
  14. Samirah

    L'arrivo nel gelido Nord

    Siamo ancora sul mercanteli. Le 3 Caravelle ci stanno venendo addosso. Panico, Urla, Strepiti, Varie ed Eventuali. Il capitano si mette una maglia di Matarazzi e si avvicina al Maestro e gli dice qualcosa all'ORECCHIO. (nota come ho evidenziato il termine ORECCHIO). il Maestro si mette una maglietta di Zidane e colpisce il capitano con una testata. Poi si volta verso di noi e ci urla: riunione supersegreta nella stiva. Giunti nella stiva ci dice che il capitano ha detto che non ha intenzione di farsi prendere dalle 3 caravelle perchè si è rotto i coglini di signori braghettosi che fanno i porci comodi loro sul ponte della sua nave. Facciamo notare che: A) Le 3 Caravelle fanno più veloci di noi Le 3 Caravelle sono armate fino ai denti C) Le 3 Caravelle sono Le 3 Caravelle e noi siamo Il Mercantile... Ma il maestro ci dice che il capitano gli ha detto che un amico del cugino del nipote del pescivendolo ad Approdo del Re gli ha detto che nella stiva, imboscata da qualche parte, vi è una sostanza strana e quasi maggika capace di prendere fuoco da sola e di bruciare forte e tanto. Siccome i marinai non lo sanno perchè se no impazziscono di paura tocca a noi eroi impazzire di paura. Dopo aver congetturato sei ore sul perchè sta roba non è esplosa durante la tempesta iniziamo a cercarla e troviamo fra le n casse di vino n-(n-2) casse di ampolle in ferro pesantissime che supponiamo contengano la mistica sostanza. A questo punto parte l'angolo della demenza. Maestro come si usa questa roba? Boh! Ah! Potremmo lanciarla da 800 metri e colpire senza essere a tiro! Come? Boh! Ah! Potremmo travasarla in ampolle meno pesanti e lanciarle! Idiota! Scusate... Potremmo berne a volontà per poi gettarci contro una nave! Ehi, che ci fa Alkaida nella stiva? Potremmo legare un ampolla ad una botte vuota, cospargere la botte di pece, gettare la botte in mare e poi quando la nave è a tiro Marik, infallibile arcere, potrebbe scoccare una freccia infuocata di quelle che aveva preparato in precedenza alla botte e incendiare così la nave! Zitta donna! Potremmo chiedere un parere al Capitano! Ottima idea Nate, vai! e mentre la nave trema io salgo di sopra, il capitano mi dice che i tremori erano dovuti al fatto che abbiamo appena evirato non so chi ma che ora grazie a sta mossa stiamo cercando pateticamente di fuggire a navi che vanno il doppio rispetto a quanto andiamo noi. Chiedo al Capitano come usare la robba e lui mi dice: Potreste legare un ampolla ad una botte vuota, cospargere la botte di pece, gettare la botte in mare e poi quando la nave è a tiro Marik, infallibile arcere, potrebbe scoccare una freccia infuocata di quelle che aveva preparato in precedenza alla botte e incendiare così la nave! Ottima idea Capitano! Torno di sotto e spiego nei dettagli la fine arguzia del capitano: Il capitano ha detto che potremmo legare un ampolla ad una botte vuota, cospargere la botte di pece, gettare la botte in mare e poi quando la nave è a tiro Marik, infallibile arcere, potrebbe scoccare una freccia infuocata di quelle che aveva preparato in precedenza alla botte e incendiare così la nave! Ma è quello che ho detto io! Zitta donna! Facciamo quello che dobbiamo fare e due minuti dopo ci sono 3 bombe botti a galleggiare nel mare. Le navi si avvicinano e Marik apre le danze centrando la prima botte proprio mentre la prima nave ci passa sopra. La botte prende fuoco, l'ampolla prende fuoco, la nave prende fuoco. I nostri marinani sono in preda al panico. I marinai di queglialtri sono in preda al fuoco. La nave cola a picco come una barca di carta nello sciacquone. Marik centra anche le altre due botti e anche se le altre due navi non esplodono sono comunque costrette a rallentare e quindi noi cogliamo l'occasione di defilarci. Il Capitano ringrazia il bracconiere e ci informa che non ne può più di noialtri e che ci sbarca presso la foce del fiume sconosciuto con tanti saluti, arrivederci e grazie. Saccheggiamo la stiva e la cabina di abiti invernali, provviste e un mestolo e ci apprestiamo a sbarcare. A contatto con l'acqua gelida ho una crisi isterica ma i ceffoni di Lucas mi aiutano. Intirizziti come non mai, dopo esserci cambiati d'abito, cominciamo la lunga marcia. Il bracconiere, indossati i suoi vestiti da squadrista, ci impone una marcia forzata degna del peggior regime totalitario e mentre il bastardo e il prete organizzano un prototipo di sindacato per i nobili caduti in disgrazia la marcia prosegue lenta e inesorabile. Durante la pausa Marik ci solleva un pò il morale con i suoi consigli: 1)Asciugate gli stivali o vi cadranno le dita dei piedi. 2)Asciugate i guanti o vi cadranno le dita dei piedi. 3)Non allontanatevi dal campo o vi cadranno le dita dei piedi. 4)Dormite vicino al fuoco o vi cadranno le dita dei piedi. 5)Comunque sia, a dispetto delle precauzioni prese, è altamente probabile che prima della fine qualcuno perde qualche dita dei piedi. Io cerco di accendere il fuoco imitando Marik ma fallisco poichè si scopre che io sono un asso non ad accendere il fuoco ma a renderlo stabile. Da questo momento in avanti sia messo agli atti che ho sempre mantenuto stabile ogni fuoco menzionato nel riassunto. Dopo poco la marcia riparte. Marcia. Pausa. Marcia. Pausa. Marcia. Pausa. Disperazione. Ci accampiamo per la notte e il bracconiere inizia con le false promesse: vi porterò una lepre, qui vicino ci deve essere un autogrill ecc. La notte tutti i nobili sono in preda agli incubbi e io sogno di magnare e bere ma poi arriva mio kuggino karmine frey che butta un'ampolla di sbobba altofocosa nel camino e scoppia tutto. Mi sveglio e mi accorgo che Marik mi sta prendendo a calci perchè dormeno sono finito sul fuoco. Il maestro guarda il mio braccio e nota pelliccia bruciata vestito bruciato e pelle intonsa. ci rimane male ma non dice niente e tutti tornano a dormire. Il giorno dopo stessa storia a base di calli, marce forzate, freddo, duroni e lepri che non arrivano. A un certo punto Marik in esplorazione trova case bruciate e cadaveri di disgraziati e quindi accelleriamo il passo. Alla fine ci accampiamo e il bracconiere se ne va a comprare le sigarette. Mentre è via noi siamo li che ci facciamo i ***** nostri quando sentiamo un rumore provenire dalla bosca. Senza pensarci un attimo Lucas estrae la spada e noi lo imitiamo sfoderando i nostri pugnalini demodè. A questo punto il prete avvista nella bosca un enorme barbaro barbuto e ricoperto di pelli che ci fissa incarognito brandendo una colossale ascia bipenne. Il prete rinfodera il pugnale ed esibisce la mano alzata, segno diplomatico ufficiale in tutti i paesi del mondo. Il barbaro risponde col suo segno diplomatico personale ovvero afferra un accetta da lancio e la lancia contro il prete. Il risultato è il prete da una parte e il suo orecchio dall'altra. A questo punto mentre il prete urla in preda al panico e mentre il maestro accorre per cercare di prestare un primo soccorso al ferito, il bastardo e la gentil pulzella cercando di nascondersi, chi meglio (lei) e chi peggio (io). Lucas invece si prepara a ricevere la carica dell'energumeno. Mentre il resto del mondo (il maestro e la pulzella) cerca invano di consolare un prete impazzito, io assisto incredulo alla pugna fra Lucas e il barbarazzo. Lucas lavora di precisione mentre Barbarazzo lavora di gnoranza. Nonostante Barbarazzo sia in canotta e Lucas chiuso in uno scaglione risulta evidente che dopo poco il combattimento volge a favore di Barbarazzo. A questo punto medito la fuga ma poi mi sovviene che sicuramente questo tizio corre sei volte me e poi alla fine non mi va di lasciare a morire il maestro che mi vuole bene e chi ha portato in mezz alla tundra a patire il freddo e la fame e a farmi ammazzare senza nemmeno spiegarmi il perchè e poi non voglio nemmeno che Lucas muoia perchè Lucas è mio amico e mi vuole bbene. Alla luce di questo mi scaglio alle spalle di Barbarazzo e lo molesto con il mio stuzzicadente samurai. Questo si volta e cerca di massacrarmi ma io riesco a tenerlo impegnato al modico prezzo di una ubercrocchia sul mascellone e intanto da dietro Lucas fa quel che può per ucciderlo. Siccome Lucas però è ferito marcio non riesce a concludere e si limita a fornirmi un ottimo assist colpendo Barbarazzo alla Gambazza e facendolo vacilllare. Io colgo l'occasione e pianto il Pugnalazzo nell'Occhiazzo di Barbarazzo che ha subito un Collazzo e si accascia nelle neve mentre poco più in la il prete continua a urlare: il mio Orecchiazzo! Subito torna Marik, guarda il macello e fa: beh visto che state tutti bene io vado a comprare i fiammiferi per le sigarette e si mette a seguire le tracce dell'energumeno arrivando a 4 cadaveri di barbaro fatti a pezzi da un manipolo di uominia cavallo. A questo punto sulla base di non so quale principio matematico il bracconiere riesce a computare che mancano 3 barbari all'appello. Mianwail (notare l'inglese) io mi curo la mascella bevendo e il maestro prepara vin brule per il moribondo Lucas e il prete areodinamico. Lucas è messo male ma il maestro fa i numeri e lo salva anche se per un giorno ci tocca stare li ad aspettare che si riprenda un po. Inoltre pare che non sarà mai più in grado di usare il braccio destro... Torna Marik e ci racconta che in giro ci sono Barbarazzo 2, 3 e 4 e che quindi non appena Lucas sta bene è il caso di telare. Intanto il maestro pastrocchia con l'orecchio del prete ma non si sa bene se lo ricuce o no. Lucas si riprende e tutti quandi ripartiamo allegramente. Marce brevi e pause lunghe ed è di nuovo sera...
  15. Non so perché, ma l'ho sempre pronunciato "Geimi", mi suonava meglio del classico "Geim". PS: io sono a metà de "Il portale delle tenebre", dai che piano piano mi rimetto in pari. Devo dire che mi fa molto piacere vedere come gli elementi fantasy si stiano insinuando nella storia in maniera sempre più preponderante, ma un poco per volta.
  16. Samirah

    Il viaggio verso il freddo Nord

    Ci eravamo lasciati alla partenza in nave da Approdo del Re. E ora, il continuo della storia. Da qui, cominciano i riassunti del nostro prode scribacchino (aka Nate Rivers), molto più accurato della sottoscritta nel fare i riassunti. Siccome c'è il rischio di collasso cardio-circolatorio da lol, ne metterò uno per volta a distanza di tempo. Non voglio responsabilità!! Per completezza, riporto la richiesta che ha dato il via a questo delirio (sì, insomma, è colpa mia! ): "Sarebbe possibile avere un riassunto meno drammatico di quello che mi ha fatto padishar poco fa? O siamo veramente nella cacca? Un'altra volta? =_='" ________________________________________________________________ su su non è il caso di abbandonarsi a pianti e singhiozzi. siamo sulla barca. il bracconiere ruba legno adibito alle riparazioni della nave per fabbricare rudimentali pugnali ed uno zufolo per rallegrare la traversata. Il bracconiere viene da te e ti dici: ue donnetta al mi paese anche le sciure sanno mena, mo ti faccio vedere come si fa. tu prendi un pugnalino di legno e gonfi come una zampogna mistica il bracconiere. il tuo fratello frate va da lucas e gli dice: eu comè che se fa qui con sti coltelli de legna? lucas gli tira un ceffone e lo stende. appurato che peggio del frate non potevo fare mi lancio contro lucas che mi riempie di legnate ma io sono grosso grasso e ubriaco e quindi tengo botta e gli dico: marendo. il maestro fa a botte con un barile e perde. parte una rissa reale tutti contro tutti il capitano elron si tasta le parti basse. arriva il terzo giorno. arriva la bufera. tu sei lievemente imbarazzata di stomaco. io sono l'avatar del dio del vomito. il bracconiere dice: vo a dare una mano sul ponte che la vedo dura. il bracconiere fa mezzo metro, e rischia di morire. il bracconiere esclama: "morirò ma almeno lascero un danno ingente alla nave" e così dicendo pianta un pugnale sul ponte. arriva il fedel lucas e lo salva. arriva il fedel lucas e aiuta i marinai. arriva il fedel lucas e placa la tempesta. arriva il fedel lucas e guarisce un lebbroso. dal vangelo secondo lucas: egli era in quei giorni salpato dalla giudea a bordo di un mercantile... finisce la tempesta. mancano marinaio C e marinaio F. tuo fratello frate fa un sermone. la barca è rotta. la barca viene riparata. il giorno dopo compare una galea da guerra dietro di noi che ci sta inseguendo e raggiungendo. ci cachiamo addosso. elaboriamo un piano vincente ovvero quello solito del cuggino frey che non può fallire perchè mio cuggino mio cuggino è amico di tutti. introduciamo piacevoli varianti nel piano fra le quali: tu sei nuda nel letto ed indisposta, tuo fratello è muto e il maestro è un assuefatto compulsivo al latte di papavero. la galea porta lo stemma dei BRAGHEN (ovvero un paio di mutande a righe su sfondo marroncino) la galea si affianca e salgono a bordo n armigeri seguiti da un energumeno barbuto che inizia a cagare il ***** a tutti ma soprattutto al bracconiere. insoddisfatto dal bracconiere il tizio viene a cercare me. io, bello come il sole, dò il via alla fase a del piano: "Salve, sono thomas frey, riconsco le braghe dei braghen, con chi ho il piacere di parlare?" i sette dei giocano con delle bamboline voodoo fatta a nostra immagine e somiglianza. "Ma come? tu sei Thomas Frey e non mi riconosci?" ... ... ... il maestro salva la situazione: certo che vi conosce lord Braghetten in persona, è solo che vi siete imbruttito come una prugna sotto sale e non è facile riconoscervi cosi mostruosamente mutilato. lord braghetten inizia a fare cenni ovunque compreso al fedel Lucas. lord braghetten inizia a fare terzi gradi a chiunque ma soprattutto a me. volano balle talmente grosse che ad un certo punto uno urla: è crollata la barriera. lord braghetten non crede a una parola di quello che diciamo ma noi non ce ne accorgiamo. proseguno le balle in rapida successione e siamo costretti a dire che andiamo a porto bianco. lord braghetten ci dice che sa tutto di approdo del re e che sta cercando una nave con un carico prezioso. palesi allusioni al fatto che il carico prezioso siamo noi. offro una botte di vino non nostro a lord braghetten. lord braghetten ci offre un passaggio per l'inferno sulla sua galea. rifiuto. insiste. rifituo. insiste. rifiuto. insiste. rifiuto. insiste. io gli dico che non posso accettare un favore che comporterebbe un debito cosi grave per la mia casata se no nonno Edison Frey (amico di Volta, Tesla e protettore degli elettricisti) mi farebbe scorticare vivo e a quel punto lui dice: vabbeh non cè problema grazie addio. lord braghette se ne va canticchiando "quanto è bello fare i blocchi navali da porto bianco in giu" riunione in cabina. il prete è terrorizzato io sono ubriaco altrimenti sarei terrorizzato il bracconiere non teme niente e nessuno tanto sa che il fedel lucas lo salverà. il maestro è in bagno con certi suoi giornaletti che non mi ha mai voluto far vedere. tu sei li ma è come se non ci fossi. si decide che sicuramente braghetten ci aspetterà a porto bianco e serve un alternativa. si decide di sbarcare prima o dopo ma non a porto bianco. il bracconiere ci propone di partecipare ad un edizione di survivor nella bosca fra bisce cinghiale mostri e piante velenose. io e tuo fratello prete gli facciamo gentilmente notare che noi giriamo sulla strada col cavallo altrimenti tanto vale morire affogati in una botte. il maestro esce dal bagno e partorisce un piano geniale che nessuno ascolta ma a cui tutti dicono si va bene facciamo cosi. arriva il fedel lucas e mi prende in disparte e mi dice che il drago nero (che suppongo sia spitfire il nemico del tuo sogno erotico proibito da teenager ovvero un albino gracilino chiamato blodreiven.) sta da un pezzo cercando di comprare spie e controspie in ogni dove compresa casa Frey e che ha tentato di comprare pura lucas ma lucas è bbuono ed è mio ammico e quindi non ci ha venduto. aumento la busta paga di lucas. riprendiamo il viaggio verso la nuova meta che è il picco della vedova o qualcosa di simile ma sicuramente della vedova. secondo le previsioni dovremmo sbarcare proprio quando ad approdo del re ammazzano tuo marito cosi da tener fede al nome del picco. quando siamo in prossimità di arrivare partono verso di noi tre galee da guerra. brivido. terrore. raccapriccio. fine della sessione
  17. Samirah

    L'inizio... della fine!

    E' tra mille aspettative e curiosità, che inizia la campagna di AGoT, ambientata cento anni prima della ribellione di Robert Baratheon. I protagonisti di questa storia sono i due fratelli Martell, Gael e Daeveron (il cui bg è in un post precedente), la prima persona curiosa ed elusiva, il secondo personaggio insicuro e diviso tra la vita pia del septon e il contrasto con la propria nemesi, Leo Baratheon; abbiamo poi il maestro Ethan, persona dal passato costellato di nomi importanti, e, per scopi sconosciuti, tutore di Nate Rivers, un giovine di vent'anni suonati, dedito alle feste e al buon vino. Abbiamo infine Marik, un cacciatore di frodo beccato nei boschi del re e destinato alla Barriera, ma la cui strada si incrocia con il bastardo Frey e il maestro. Costoro, attaccati da alcuni briganti, hanno perso alcuni uomini della loro scorta, per cui stanno cercando nuove guardie. E così, nella difficile scelta tra il cacciatore dal viso sfregiato e lo stupratore, prendono il primo (non senza rimpianti). Nel gruppo delle guardie è però presente un personaggio che farà storia: il prode Lucas! Sentirete ancora parlare di lui... ma non adesso! Giungono quindi nella bella e puzzolente Approdo del Re, dove i due fratelli (cugini della regina, ricordo) si stanno intanto infognando in losche vicende. La piccola e discreta Gael, difatti, è nientemeno che un'abile (abilissima, oserei dire!) spia al servizio del fighissimo Brynden Rivers, altresì noto come Bloodraven. Costui la invia a spiare il Primo Cavaliere del re, sospettato di essere in mezzo alla congiura che Blackfyre (fratellastro del re e di Bloodraven) sta ordendo per prendere il potere. Ovviamente il pedinamento fallisce (ah, che abilità!), per cui la donzella se ne torna tutta triste al castello, dove viene accolta dal fratello Daeveron. Costui è tutto agitato perché ha scoperto che, nel torneo che si sta per tenere in onore dei dieci anni di regno di Daeron II, parteciperà anche la sua nemesi. "Uccidiamolo!" "Ok, se proprio ci tieni" Arriva il torneo, gli scontri sono entusiasmanti, c'è anche il solito baldanzoso cavaliere mascherato. Il marito di Gael, Marq Dayne, si fa valere, disarcionando un avversario dietro l'altro. Ma ecco che, proprio contro Leo Baratheon, succede la disgrazia. Qualcuno ha scambiato le lance e il Baratheon viene trafitto a morte. Di qui, inizia la veloce discesa verso l'inferno. Leo Baratheon è in realtà il fratello maggiore Robert (che ha disobbedito al paparino partecipando al torneo), mentre Leo se la svigna da dietro gli spalti (aggiungo che il terzo fratello è nella guardia reale, per cui non sarà lui ad ereditare il casato, ma Leo!). Marq viene arrestato, Gael viene arrestata, Daeveron viene arrestato. Tutti insieme allegramente nelle segrete della Fortezza Rossa! E tutti allegramente accusati di omicidio! "Ma non è vero, siamo innocenti!" "Avete detto che volevate ucciderlo" "Sì, ma tra il dire e il fare..." "Morirete tutti!" "Ma porc..." Passano i giorni, i secchi si riempiono (naturalmente, visto il rango, noi abbiamo il secchio personalizzato Martell...), finché Bloodraven non va a fare visita ai poveri derelitti, proponendo una soluzione. I due fratelli dovranno recarsi al nord e convincere gli Stark a scendere in campo a favore di Daeron II contro il pretendente Blackfyre. "Ah ma è facilissimo!" "Gli Stark hanno un carattere di *****..." "Ah ok..." Per farla breve, ci prelevano di peso e ci imbarcano su una nave diretta al nord, insieme al maestro Ethan e a Nate (pare che Nate abbia insistito per voler vedere il nord e maestro Ethan GIURA di non aver influenzato questa sua scelta). Ovviamente Marik e Lucas fanno parte della spedizione. Bene, saluti, baci e abbracci... si parte! ... segue nella prossima puntata...
  18. Samirah

    Ancora all'opera

    Graaaaaaaaande!! Gli Stark sono troppo i migliori! E la firma, con la frase del giuramento, dice tutto...
  19. Samirah

    Insonnia

    http://www.scheletri.com/racconto1615.htm Qua verranno fatti i commenti... speriamo bene
  20. Gael Il vociare di cavalieri e scudieri si miscelava ai rumori tintinnanti del metallo e al frusciare dei tessuti. La famiglia reale si era trascinata dietro circa duecento persone, tra nobili e servitori e Gael trovava quella confusione assordante ma allo stesso tempo incredibilmente affascinante. Si muoveva a passi rapidi in mezzo a quella folla, tentando di carpire volti, nomi, stemmi. La sua curiosità sembrava amplificarsi ad ogni metro, mentre i suoi occhi neri frugavano in ogni angolo. Quando sentì la pesante mano sulla sua spalla, pensò che qualche cavaliere si dovesse essere infastidito per la sua presenza estranea. Invece si voltò e si trovò faccia a faccia con suo padre. Il breve sguardo perplesso con cui la scandagliò, la indusse ad osservarsi e si ricordò solo in quel momento che sarebbe dovuta andare a cambiarsi già da parecchi minuti. “Ehm... ti chiedo scusa, io... mi ero dimenticata...”, cercò di giustificarsi. “Come sempre”. Il tono di suo padre la lasciò quanto mai sorpresa. Di solito utilizzava quelle parole per rimproverarla e, quasi sempre, alle parole seguiva una schiarita di gola, segno inconfondibile della pazienza ormai terminata. Invece questa volta il tono di voce era calmo, dolce, e la ragazzina osservò incuriosita il volto del padre, in cerca di una spiegazione. E vi trovò un'espressione malinconica, un inequivocabile addio che Elimond le stava lasciando. Perché non avrebbe sprecato molte parole per congedarsi dai suoi figli, lei lo sapeva bene, e quello sguardo portava con sé l'affetto di mille abbracci e mille saluti. Ma poi, come una staffilata improvvisa, Elimond parlò: “Ho parlato con Decan Dayne. E' d'accordo per il tuo matrimonio con suo figlio Marq”. Gael sentì una stretta allo stomaco. Sapeva che suo padre le avrebbe combinato un matrimonio, soprattutto in vista del suo allontanamento da Lancia del Sole, ma l'affermazione rese reale quella che fino ad allora era solo stata un'ipotesi per lei lontana, evanescente. Conosceva abbastanza bene Marq Dayne ed aveva deciso da tempo che non gli piaceva per niente. Troppo serio per i suoi gusti, troppo interessato alle “cose da adulti”, come definiva, con disprezzo, gli affari di palazzo e la politica. Inoltre era decisamente troppo vecchio. Lei aveva appena otto anni e lui invece andava già per i dodici. Come aveva potuto suo padre scegliere un simile pretendente? Ma si guardò bene dal protestare, non solo inutile, ma probabilmente anche controproducente. Oltre alla costrizione al matrimonio, le sarebbe toccata anche una punizione. Decise che era comunque ancora abbastanza giovane per poter rimandare il pensiero agli anni successivi, quando sarebbe stata in età da marito. Età che in quel momento le sembrava infinitamente lontana. Elimond non aggiunse altro e Gael gli fu grata per aver reso la notizia breve a sufficienza per non angosciarla più del dovuto. L'uomo le fece un breve gesto con la mano, per incitarla a sbrigarsi e lei corse verso le sue stanze, dove una cameriera la stava attendendo con un abito di raso giallo in una mano e una spazzola di legno nell'altra. Mentre la servetta le pettinava i capelli, Gael osservò dalla finestra alla sua destra le pianure che si intravedevano oltre le cinta murarie. Un groppo in gola fu l'ennesimo sintomo della nostalgia che già la stava pervadendo. Avrebbe dovuto abbandonare il caldo e soleggiato sud per una città che, a detta dei più, era fredda e grigia. Aveva anche sentito alcuni ragazzi in uno dei cortili dire che ad Approdo del Re non c'erano cavalli belli e scattanti come a Dorne, ma suo padre l'aveva rassicurata che avrebbe potuto portare con sé Aurora, la sua puledra saura che le era stata regalata per il compleanno passato. Cercò di rilassarsi, al ritmo cadenzato della spazzola sui suoi lunghi capelli neri, mentre i profumi dalle cucine si facevano sempre più intensi. Ma il groppo in gola non l'abbandonò. Daeveron Il banchetto aveva occupato le ore centrali della giornata e, quando i commensali si alzarono da tavola, il sole era già sceso verso l'orizzonte. Ma le ore di luce sarebbero state comunque sufficienti per il piccolo torneo. Prima ci sarebbe stata la giostra dei cavalieri, per sfruttare al meglio l'illuminazione diurna ed evitare incidenti. In seguito, sarebbe stato il turno dei bambini, momento che Daeveron temeva più di ogni altra cosa. Assistette agli scontri tra cavalieri come in trance, senza neanche badare a chi stesse vincendo o meno. Sentiva il cozzare delle lance contro gli scudi, il rumore del legno spezzato, i battiti degli zoccoli sulla terra nuda, ma i suoi occhi non vedevano altro che gli allenamenti infruttuosi a cui era stato sottoposto. Per un attimo desiderò sgattaiolare via, cercando di passare inosservato, salire a cavallo e fuggire il più lontano possibile. Era un dorniano, sarebbe sopravvissuto anche nelle terre selvagge. Ma subito comprese come questo assurdo pensiero non fosse neanche lontanamente da accarezzare. Era sì un Dorniano, figlio di antichi guerrieri, ma era pur sempre soltanto un bambino. Inghiottì amaro e pregò in silenzio, muovendo appena le labbra, affinché il suo turno passasse rapido e il più indolore possibile. Non fu mai troppo lunga l'attesa di quando venne chiamato dal maestro d'armi e gli venne fatta indossare un'armatura imbottita con lo stemma dei Martell ricamato sul petto, gli fu posto in testa un elmo di metallo leggero e gli venne data in mano una lancia a strisce rosse e arancioni. Si sforzò di tenere l'arma salda in pugno, ma la tensione gli faceva tremare la mano. Ciononostante, con estrema determinazione, salì a cavallo e si preparò ad affrontare quell'odiosa sfida. Di fronte a lui vide posizionarsi un ragazzo decisamente più robusto di lui, che portava sul petto l'immagine di un cervo. La sua mente preparata gli portò alla mente il nome della Casa Baratheon, una casata vicina ai Targaryen. La massa del suo sfidante lo mise a disagio, ma si sforzò di portare a termine quel compito nel miglior modo possibile. Quasi non ebbe il tempo di sistemarsi adeguatamente sulla sella, che la gara ebbe inizio. I puledri si mossero scattanti l'uno contro l'altro, alzando altra polvere sugli astanti e portando i due contendenti ad avvicinarsi rapidamente. La lancia di Daeveron sembrava allineata abbastanza bene, ma quella del giovane Baratheon lo era decisamente meglio. L'arma si schiantò sullo scudo legato al braccio di Daeveron, che accusò il contraccolpo e si sentì sbalzare dalla sella. Riuscì a stringere le ginocchia a sufficienza per non cadere, ma il primo punto era andato al suo avversario. Girò il cavallo, deciso a fare ancora meglio. Doveva dimostrare a suo padre che lui non era da meno. Si preparò, questa volta con maggior concentrazione, e durante la carica mantenne lo sguardo fisso sul suo obiettivo. Non avrebbe sbagliato, non poteva sbagliare. E difatti la sua lancia centrò in pieno lo scudo dell'altro cavaliere, ma non sufficientemente forte da frantumarsi, mentre la lancia del giovane Baratheon andò a segno con prepotenza ancora una volta, e ancora una volta schegge di legno schizzarono in ogni direzione. Aveva perso. Daeveron aveva perso e l'umiliazione bruciò improvvisa in lui. Scese da cavallo con furia, ignorando l'avversario, che, sceso a sua volta, si stava avvicinando a lui per stringergli la mano, come da etichetta. Sentì vagamente suo padre che gli gridò tra i denti di complimentarsi con Leo Baratheon per la vittoria, poi vide Leo avvicinarsi a lui con la coda dell'occhio, con l'aria soddisfatta del vincitore. La rabbia si impossessò di Daeveron, così improvvisa ed incontrollata che le sue tante ore di meditazione nel tempio svanirono neve gettata al sole del mezzogiorno. Contrasse il pugno che reggeva la lancia, premendo forte il legno contro la pelle avvolta in un morbido guanto, si girò di scatto e colpì con tutta la forza che poteva esercitare il suo braccio. La punta della lancia andò a piantarsi sulla spalla sinistra di Leo, pestando pelle e muscoli e spingendo l'omero fuori dalla sua sede. Il suono sordo della lussazione lo colmò di soddisfazione, ben presto soppiantata però dalla consapevolezza di quel gesto folle. Leo emise un grido di dolore, mentre si afferrava istintivamente la spalla. Il suo sguardo sprezzante si posò su Daeveron, che si sentì schiacciato sotto il peso della vergogna. I minuti che seguirono furono convulsi e Daeveron sentì mano che lo trascinavano via, lontano dal putiferio che seguì il suo gesto, via fino alla sua stanza, che gli parve improvvisamente fredda e grigia come una prigione. E altrettanto freddo e grigio fu il tono della voce di suo padre, mentre riversava su di lui rimproveri graffianti come la sabbia del deserto gettata sul viso da un vento sferzante e improvviso. E quelle parole cariche di delusione furono l'addio che Elimond Martell riservò a suo figlio. Gael Le possenti mura attorno alla Fortezza Rossa erano dello stesso colore vermiglio del sole nella luce del tramonto. Gael osservò il disco luminoso scendere lentamente oltre la linea dell'orizzonte. Dopo sedici anni, l'immagine delle pianure di Dorne come fiamme brucianti nella luce rossastra riviveva nella sua mente. Ogni giorno provava nostalgia per la sua terra, ma aveva imparato, se non proprio ad amare, ad apprezzare i lati positivi di Approdo del Re. Quando erano giunti in città, ai tempi del matrimonio di sua cugina Myriah con il futuro re Targaryen, non aveva impiegato molto tempo a rendersi conto come la vita di corte fosse immensamente più complicata rispetto a quella di Lancia del Sole. Daeveron era assorto nei suoi studi e lei prese ad impiegare il suo tempo esplorando il palazzo e i suoi dintorni. Fu per gioco che si ritrovò a raccogliere alcuni pettegolezzi, che riferì a Myriah durante i loro pomeriggi assieme. Trovò divertente spiare le dame di corte, coi loro piccoli e insulsi segreti, per poi riderci sopra assieme alla cugina, che, più grande di otto anni, le faceva un po' da sorella maggiore e un po' da mamma. Ma il divertimento si spense quando, invece del solito pettegolezzo, si ritrovò ad origliare voci femminili che raccontavano di incontri segreti della regina con un giovane cavaliere di una casata minore, che Gael non conosceva né di nome né di vista. Quando si recò da sua cugina per riferirle quello spiacevole pettegolezzo, Myriah, che all'epoca aveva diciotto anni ed era sposata da appena sei mesi, lo trovò squallido e assolutamente denigratorio, ma dovette ammettere di non stupirsene affatto. Gael rimase altrettanto amareggiata e cominciò a comprendere che, se avesse voluto veramente guardare le spalle della regina, avrebbe dovuto farlo da una posizione insospettabile. Fu così che, insieme, decisero di inscenare una piccola discussione, in cui Gael accusava Myriah di essere la causa del suo allontanamento dalla terra che amava. Da quel momento, i rapporti ufficiali tra le due donne rimasero freddi e scostanti, cosa che sortì i suoi effetti in breve tempo. Le nobildonne più velenose si recarono da Gael per sputare sentenze sulla regina, mentre quelle più pettegole le riferirono ogni sorta di storia, dalle più innocenti ed ironiche, a quelle talmente assurde da non riuscire neanche a comprendere come qualcuno potesse crederci. Gael si immerse sempre più nelle voci, nelle dicerie, distaccandosi però dalla vita di corte, che cominciava a disgustarla per la falsità e l'ipocrisia che vi regnava. Ascoltava e osservava, ma allo stesso tempo costruiva attorno a sé una barricata di diffidenza sempre più alta ed impenetrabile. Sapeva perfettamente che le persone che più si confidavano con lei, erano anche quelle di cui poteva fidarsi meno. Chi non era in grado di mantenere un segreto con qualcuno, non sarebbe riuscito a mantenerlo neanche con qualcun altro. E con questo pensiero costante, continuava a raccogliere pezzetti di malignità in ogni corridoio, in ogni salotto, per poi unirli come in un mosaico, raffigurante gli artigli pronti a ghermire la tranquillità della famiglia reale, ma anche quella sua e di suo fratello. Fu proprio mentre si recava da Myriah, in un piovoso pomeriggio della lunga primavera ormai avanzata, che fu bloccata, in uno dei corridoi della fortezza, da un'apparizione. Brynden Rivers, anche detto Bloodraven, le era comparso davanti, facendole intendere col suo solo sguardo che era proprio lei che cercava. Gael sussultò. Aveva già visto Bloodraven, in qualche rara occasione, ed era rimasta colpita dal suo aspetto. Ma trovarsi di fronte l'albino, con quegli occhi simili a braci ancora incandescenti, la mise profondamente a disagio. Ma fu la sensazione di un attimo. Brynden, con un semplice sorriso, sciolse la tensione che si era creata e la invitò a seguirlo in un luogo appartato. Gael si chiese per quale motivo quel corridoio non potesse ritenersi un luogo appartato ed un campanello d'allarme nella sua mente le fece rivedere tutti gli incontri segreti, o presunti tali, con la regina. Comprese immediatamente, prima ancora che Bloodraven le spiegasse il motivo del loro incontro, che quelle sortite non dovevano essere sfuggite ai fantomatici occhi che popolavano le mura delle fortezza. Bloodraven fu chiaro e diretto. A lui un paio di occhi e di orecchie in più sarebbero sempre stati utili, mentre a Gael avrebbe fatto comodo una garanzia per la sicurezza dei suoi incontri con Myriah. Chi avesse tentato di complottare contro i reali, avrebbe potuto utilizzarla come strumento per portare a Myriah notizie errate e fuorvianti. Lui le avrebbe garanto informazioni sicure e pulite per la regina, mentre lei avrebbe dovuto fare la sua parte nel contribuire a raccoglierle, quelle informazioni. Gael fu colta di sorpresa dalla proposta. Si trattava di un patto di fiducia, valore che riteneva cancellato da Approdo del Re (e probabilmente da buona parte del regno). Ma l'offerta di Bloodraven era stata diretta e, in fondo, una parvenza di protezione era sempre meglio di niente. Decise di accettare. E la barriera si ispessì. Daeveron Per Daeveron gli anni passati nella Fortezza Rossa parvero infinito, peggio del più lungo inverno che avesse investito il Westeros. Più e più volte aveva chiesto al sacerdote del Grande Tempio di essere iniziato come septon, e più e più volte gli era stato risposto che avrebbe dovuto approfondire ulteriormente i suoi studi. Era palese che dietro quella sentenza, c'era una forte volontà nel vedere bloccata la sua possibilità di carriera nel mondo ecclesiastico. Una volontà di cui lui sospettava l'origine. Quando fu abbastanza grande per prendere il posto di diplomatico di Dorne, i suoi impegni lo portarono spesso a trascorrere anche intere giornate lontano dal suo studio, ma se Daeveron non era un gran combattente, era comunque contraddistinto da una tenacia non indifferente e non tralasciò mai, neppure per un giorno, i suoi studi, a costo di rimanere fino a notte fonda sui suoi amati libri, alla tenue luce delle candele. Quando poi aveva abbondante tempo libero, lo trascorreva nel tempio, pregando incessantemente. E nelle sue preghiere, in maniera ligia e metodica, non tralasciava mai di ricordare Leo Baratheon, il ragazzo che gli aveva tolto l'ultimo spiraglio di dignità di fronte a suo padre. Pregava la Madre perché tenesse Leo lontano dal suo cammino, pregava il Guerriero perché, in caso di un nuovo, per quanto improbabile scontro, la sua mano non fallisse di nuovo. E, di nascosto alla sua stessa coscienza, pregava lo Sconosciuto perché portasse il ricordo di Leo nell'oblio ed il suo corpo sotto terra. Diviso tra la pietà che si dovrebbe confare a un religioso ed il desiderio di rivalsa, covò la sua vendetta per anni, fermamente convinto che dietro i suoi recenti fallimenti si muovesse la mano infierente dei Baratheon. Era certo che Leo non lo avesse perdonato per quella dolorosa ferita, che probabilmente aveva avuto ripercussioni, anche se non gravi, sul suo seguente addestramento. Ed era altrettanto certo che stesse cercando di fargliela pagare in ogni modo. Il pensiero di quel giovane uomo, della sua espressione sprezzante, lo tormentava nei ricordi di giorno e nei sogni di notte. A volte la preghiera sortiva da palliativo ed i pensieri di Daeveron si dirigevano verso soggetti più lieti, ma altre volte era inefficace, aumentando il suo tormento. E ora, mentre saliva le scale verso gli appartamenti di sua sorella, l'ansia era più viva che mai. Il torneo in onore dei dieci anni di regno di Daeron II. Doveva parlarle. Doveva condividere la sua angoscia con chi poteva comprenderlo fino in fondo.
  21. “Adoro il profumo delle candele.. mi piace passare ore e ore dinanzi all’effige del Padre ed inspirare a pieni polmoni il profumo della cera che si scioglie lentamente. La quiete del Tempio dei Sette è oramai da tempo il mio luogo preferito... Qui posso sentire davvero la presenza degli Dei... cosa servono mai duelli, sfide o intrighi di fronte alla placida contemplazione del mistero divino? Mah… non capirò mai mia sorella... la persona più cara al mondo è anche quella che, a volte, stento a comprendere...” Prologo Le terre a nord di Dorne giacevano indolenti nel freddo che li cingeva ormai da anni, a causa del lungo inverno di cui ancora non si intravedeva la fine. Uomini e bestie lottavano contro il gelo e contro la mancanza di cibo, ma non nel caldo sud. Da Lancia del Sole a Vecchia Città i campi erano rimasti fertili ed il clima clemente. La penuria di alimenti non era un problema che la popolazione di Dorne aveva dovuto affrontare, anche se la guerra con cui il Regno era riuscito a riconquistarsi la libertà dal dominio Targaryen aveva lasciato le sue ferite anche a distanza di anni. Ferite che ora stavano per essere risanate, in un modo che i Dorniani non si sarebbero mai aspettati. Difatti il Principe delle terre di Westeros, Daeron Targaryen II, stava per giungere a Lancia del Sole, per incontrare per la prima volta la Principessa di Dorne Myriah, sua futura sposa e simbolo di pace duratura fra le terre del sud e il regno instaurato dalla dinastia del drago. Una nuova sottomissione, ottenuta non con la forza ma tramite la diplomazia, stava per riportare Dorne sotto il dominio dei Targaryen e molti Dorniani, seppure storcendo il naso, attendevano comunque impazienti l'esito dell'evento. Ed era proprio nel palazzo della capitale che il fermento era maggiore. La famiglia reale era ormai vicina e tutti affollavano le strade, più per curiosità che per vero desiderio di accogliere coloro che erano sempre e comunque considerati degli invasori. Daeveron Invece il piccolo Daeveron Martell, a differenza degli altri bambini della sua età, si era rifugiato nel tempio della città, dove i rumori assordanti dell'esterno arrivavano attenuati. Sapeva che quel giorno sarebbe stato molto importante per la sua Casa, che sua cugina sarebbe andata in sposa ad un re e, per questo, sarebbe diventata regina. Ma sapeva anche che questo l'avrebbe portato via da casa sua, lontano dalle calde piane che circondavano Lancia del Sole, dove aveva cavalcato tante volte di fianco a suo padre e sua sorella Gael. Anche se Daeveron non era un amante della fatica fisica, andare a cavallo gli dava la sensazione di potersi scrollare di dosso il peso che sentiva costantemente dentro di sé. A soltanto otto anni, aveva già compreso che la sua strada non avrebbe ricalcato quella del padre e che, per questo, il genitore non l'avrebbe mai considerato al suo pari. Ma Daeveron aveva già chiaro il sentiero che si stava per aprire davanti a sé e, incurante delle prese in giro di Gael, trascorreva ogni giorno almeno qualche minuto nel tempio, pregando e chiedendo ai Sette Dei di aiutarlo a vedere sempre un po' più in là lungo quel sentiero. Ma quel giorno le preghiere non presero forma, non uscirono dalla sua bocca, tanto era il suo disagio per gli avvenimenti che stavano per presentarsi. Osservava incantato le fiamme delle candele, incurante della loro luce accecante, affascinato dal ritmo lento con cui consumavano la cera, per dar vita a filiforme fumo nero, che saliva fino al soffitto e si confondeva con i chiaroscuri creati dai costoni. Il rumore fuori stava crescendo, la folla si stava accalcando e Daeveron comprese che il corteo reale era ormai giunto in città. Si alzò riluttante dall'inginocchiatoio ed immediatamente ebbe la sensazione di non essere solo nel tempio. Si voltò di scatto, sussultando leggermente per la sorpresa. Sua sorella gemella, Gael Martell, era appoggiata ad una colonna con aria divertita. Anche questa volta era riuscita a spaventarlo, cosa che le fece sfuggire una risata di soddisfazione. Daeveron, dopo un primo momento di disappunto, le restituì il sorriso e si avvicinò a lei. “Che fai qui?”, le chiese, sul serio incuriosito dalla presenza della sorella nel tempio. “Ho sentito una cosa, mentre correvo fuori dalle cucine” “E perché correvi fuori dalle cucine?” “Cosa importa?”, ribatté pronta, “Stai piuttosto a sentire cosa ho da dirti”. Si sistemò per bene sulla panca più vicina, facendo crescere l'apprensione nel fratello. “Dai, dimmelo. Cosa hai sentito?” Lo sguardo della bambina si posò malizioso su di lui, facendo intendere di essere in possesso di uno di quei segreti per cui vale la pena aspettare qualche secondo prima che vengano rivelati. “Allora, come dicevo, stavo correndo per i corridoi del piano terra, quando ho sentito nostro zio parlare con il maestro d'armi”. “Sempre a ficcare il naso negli affari degli altri, eh?” “Allora, vuoi sentire o no cos'ho scoperto?” “Sì, sì, dimmelo”, ma Daeveron era sempre meno desideroso di saperlo. Aveva l'impressione che non gli sarebbe piaciuto quello che stava per ascoltare. “Insomma, stavano parlando di combattimenti e di cose del genere. Allora mi sono avvicinata un po' e ho scoperto che oggi pomeriggio, in onore del re e della sua famiglia, verrà allestito un torneo”. Daeveron impallidì. Sapeva benissimo cosa significava ciò, perché comprendeva finalmente la finalità degli allenamenti particolarmente faticosi a cui il padre l'aveva sottoposto nelle ultime settimane. Pensava che fosse soltanto per fargli assumere un migliore portamento, invece ora era certo che volesse farlo partecipare. Scorse con la mente tutti i probabili contendenti, ripassando i nomi dei rampolli delle famiglie che sarebbero state presenti, ma il panico non gli permise di metterne a fuoco nemmeno uno. Gael notò lo stato di smarrimento del fratello e gli mise una mano sulla spalla: “Su, dai, tranquillo, vedrai che sarà solo una formalità. Ti faranno fare un giro a cavallo, un paio di mosse con la spada di legno e basta”. Lo disse con poca convinzione e Daeveron sprofondò nello sconforto. “Grazie per avermi avvertito, credo che passerò un altro po' di tempo qui al tempio”. “Non dovresti andare ad allenarti piuttosto?” “No”. La risposta categorica del fratello la convinse a non insistere. Lo salutò con un sorriso solidale e si allontanò in fretta, diretta verso il castello, lasciandolo solo. Daeveron avrebbe voluto piangere, ma l'ansia e l'orgoglio glielo impedirono. Si sentiva smarrito e, in qualche modo, tradito dal suo stesso padre. Aveva sperato che avesse finalmente compreso che il combattimento non avrebbe mai fatto della sua vita. Senza avere la minima idea di come agire, si limitò a fare l'unica cosa che gli riusciva veramente bene: pregare. Gael Gael Martell si allontanò in fretta dal tempio, decisa ad arrivare all'ingresso del palazzo prima del corteo, per poterlo osservare con attenzione. Mentre correva per le strade affollate, sfruttando i vicoli per evitare il grosso della calca, pensò con pena al fratello, comprendendo appieno lo stato di prostrazione in cui si trovava. Il loro padre, Elimond Martell, ultimo erede di quel ramo cadetto della casata Martell, aveva sempre confidato nei propri figli per poter camminare a testa alta di fronte ai suoi cugini di più alto rango. Non aveva mai potuto sopportare di non essere lui a capo della casata dominante il caldo e prosperoso sud. Non aveva mai accettato il fatto di essere secondo. Ma i suoi eredi non erano stati all'altezza delle sue aspettative. Daeveron aveva sempre trovato più coinvolgente il tempio del campo di allenamento e lei era forse stata una delusione ancora peggiore, sempre in giro per il castello o per le strade della città, piuttosto che nel palazzo insieme alle altre bambine, che trascorrevano il loro tempo a ricamare e imparare le regole della vita nobiliare. In realtà Elimond amava profondamente i suoi figli e li aveva cresciuti con fermezza ma anche con affetto. Aveva sempre pensato che l'essere cresciuti senza madre, morta di parto, sarebbe stata per loro una sofferenza già sufficiente, per cui non aveva mai cercato di ostacolarli. Però ora non poteva più tollerare il loro stile di vita, stavano crescendo e presto sarebbero stati abbastanza grandi da poter affrontare le responsabilità della vita. Avrebbero dovuto abbandonare le loro mire anarchiche e la testardaggine di evitare in ogni modo la vita di corte. Gael, seppure nel piccolo dei suoi otto anni, era a conoscenza dei pensieri e delle preoccupazioni del padre. Tante volte l'aveva sentito parlare con la septa a cui era stata affidata l'educazione delle bambine Martell, andata a lamentarsi per l'ennesima volta per l'assenza di Gael alle lezioni di ricamo. Ma tante altre volte l'aveva sentito sussurrare parole di sconforto sulla tomba della loro madre, una donna che appariva a Gael quasi mistica, per la nostalgia che leggeva negli occhi di Elimond ogni volta che veniva nominata. Gael scrollò le spalle per liberarsi di quei pensieri scomodi. Era arrivata all'ingresso del palazzo dei reali di Dorne. Si intrufolò in mezzo a lord impazienti e nobildonne imbellettate frettolosamente alla notizia dell'arrivo del Principe Daeron, cercando un buon punto di osservazione. Si arrampicò, come se niente fosse, dietro alla statua di un cavaliere impettito che reggeva il suo spadone dritto di fronte a sé, fece presa sul suo collo di pietra e si issò fino a puntare i piedi sulla sua cintura. La posizione non era delle più comode, ma avrebbe potuto guardare il passaggio del re e del suo seguito senza dover saltellare dietro a spalle troppo alte e teste troppo cotonate. Nessuno l'avrebbe notata, come sempre d'altronde. Il silenzio improvviso che invase la sala preannunciò l'ingresso della famiglia reale. A precederla, con passo scandito e petto in fuori, furono i Mantelli Bianchi, le guardie personali del re. Marciarono a ritmo coordinato, con lo sguardo puntato in avanti, aprendo la strada a re Aegon IV, un uomo dal ventre largo e di statura elevata, imponente nel suo abito di raso giallo e arancione. Portava alla cintura una spada, racchiusa in un fodero ricoperto di velluto nero, ricamato con filo dorato. I capelli si univano alla folta barba ad incorniciare il viso austero, vivacizzato dagli occhi sempre vigili e pronti a scattare come un serpente sulla propria preda. Gael non riuscì a capire se il suo fosse disgusto per il luogo in cui si trovava o semplicemente quell'uomo possedesse di natura quell'espressione. Alla sua destra procedeva, elegante e diafana, sua sorella e moglie Naerys Targaryen. La sua pelle candida splendeva radiosa, sotto la chioma argentata lasciata libera e fluente sulle spalle nude. L'abito di organza violetto, leggero e adatto al clima caldo del sud, richiamava il colore degli occhi, dandole un aspetto etereo e quasi angelico. Dietro di loro, tra altri due Mantelli Bianchi, i loro tre figli. Il maggiore, Daeron Targaryen, secondo del suo nome, aveva quasi vent'anni, qualcuno in più dell'età solita in cui venivano contratti i matrimoni, ma sicuramente dell'età giusto per prendere in sposa la Principessa Myriah, di due anni più giovane. Il suo viso disteso e sorridente era talmente diverso da quello del padre, da dar adito alle malelingue che volevano Daeron come figlio segreto di Aemon, fratello minore del re. Il suo sguardo incuriosito si spostava sugli astanti, avido di particolari, come se volesse memorizzare ogni volto che incrociasse. Dietro di lui camminava sua sorella Thiaral, stessi occhi gelidi del padre ma stessa bellezza evanescente della madre. Aveva quattordici anni e gli sguardi di molti uomini si posarono desiderosi su di lei e sulla candida pelle lasciata scoperta dal leggero abito di seta bianca. Uno scossone improvviso fece perdere la concentrazione a Gael, che, per tenersi in equilibrio, dovette interrompere la sua osservazione e cercare un appiglio migliore. Ma ormai il suo interesse era stato sedato e l'ultima cosa che desiderava era trovarsi incastrata nel salone dei ricevimenti insieme a tutta quella folla. Con agilità scese dalla statua, le diede una pacca sul sedere in segno di ringraziamento e sgattaiolò fuori, di nuovo all'aria aperta. Daeveron Daeveron, in realtà, era rimasto per poco tempo in preghiera, sapendo che non sarebbe potuto rimanere in quel luogo a lungo. A breve si sarebbe tenuto il banchetto in onore della Casa Reale, a cui lui e la sorella avrebbero dovuto presenziare. Incurante del fiume in piena di nero, rosso e acciaio che passava dalle porte della fortezza, aveva raggiunto il palazzo dei Martell e si stava dirigendo verso l’interno della fortezza. La vita politica, l’intrigo, non facevano per lui. Preferiva la calma innaturale del tempio a tutto ciò che era mondano e questo, sia il padre che la gemella, lo avevano capito da tempo. Con passo veloce si immerse nelle ombre della fortezza, senza prestare attenzione al rumore, sempre più forte, che arrivava dall’esterno. Camminava senza prestare attenzione a ciò che gli si parava dinanzi, preso solo dai suoi pensieri, dalla preoccupazione per il torneo. Aveva deluso troppe volte suo padre, ma questa volta con l’aiuto del Guerriero sarebbe riuscito a rendere giusto onore al padre che tanto si era prodigato per rendere lui un uomo d’arme. Qualcuno gli pose una mano ferma e decisa sulla spalla per fermarlo e Daeveron in tutta risposta sobbalzò per la sorpresa. Alzò lo sguardo e vide Elimond Martell che lo squadrava da capo a piedi con uno sguardo deluso. Ma oramai Daeveron ci aveva fatto l’abitudine a quel genere di occhiate. Un tempo Elimond era stato un uomo molto attraente, ma il tempo lo aveva reso grigio, con la pelle spenta e solcata di rughe contorte. “Figlio, dove pensi di andare conciato così? Fra poche ore vi sarà il banchetto in onore degli ospiti. Vedi di prepararti a dovere. L’etichetta innanzi tutto”. “Sì padre, andrò nelle mie stanze a cercare un abito più adatto all’occasione. Se posso porre una domanda, dopo il banchetto, è prevista qualche altra attività in onore del sovrano Targaryen?”. Daeveron non poteva dire al padre di sapere per certo cosa lo attendeva, in quanto avrebbe messo nei guai la gemella, che tanto si era prodigata per passare l’informazione al suo spaventato fratello. A Daeveron piaceva pensare, a volte, che era lui a proteggere Gael, ma la realtà era ben diversa. Molte volte era stata proprio lei a togliere Daeveron dai pasticci ed era sempre lei che ascoltava pazientemente le lamentele e le confessioni del gemello. Senza la sorella, Daeveron si sarebbe sentito perduto e avrebbe sacrificato anche se stesso per vederla al sicuro da tutto e da tutti. Elimond socchiuse gli occhi, come se avvertisse la menzogna del figlio: “No, nulla di cui tu ti debba preoccupare. Lascia fare ai grandi e non ti impicciare ulteriormente. Ti stavo cercando per un altro motivo... Come già vi ho accennato, a breve voi partirete verso Approdo del Re, per fortificare il sodalizio che si creerà fra la Casa Martell e Casa Targaryen. Voglio ed esigo che tu, figlio mio, impari alla perfezione l’etichetta e l’arte della diplomazia, onde prendere il posto, alla giusta età, di diplomatico di Dorne nella capitale Targaryen. Ho già preso accordi con tutori d’alto rango per renderti abile nel tuo futuro impiego”. A Daeveron crollò il mondo sotto i piedi. Aveva già visto il suo futuro, un futuro di contemplazione e di serenità fra le mura del Tempio dei Sette... Ma questo cambiava tutto. “Ma padre… io…” “Taci! Non importunarmi con le tue stupide suppliche! Tu farai ciò che io ti comando, per gli Dei! So che non vedevi l’ora di andartene da Lancia del Sole per perseguire quel tuo stupido sogno. Vedi di scordartelo... Ho già preparato tutto. Dopo che avrai servito al meglio la Casata, per quanto mi riguarda, potrai anche scomparire dalla faccia di Westeros e potrai fare ciò che vuoi. Ma finché la Nobile Casata Martell avrà bisogno di te, tu non ti potrai nascondere dai tuoi impegni. Sono stato chiaro?”. Daeveron sentì le lacrime farsi strada nei suoi occhi e tentò invano di ricacciarle indietro. “Come vuoi tu padre... ai tuoi ordini”. Detto questo corse via, in direzione delle sue stanze, non curandosi dei passanti che andavano e venivano lungo il corridoio. Voleva andarsene. Doveva andarsene. Pregò in silenzio la Madre affinché gli desse il sostegno di cui aveva bisogno in quel triste momento. No, non avrebbe abbandonato il suo cammino... se doveva diventare diplomatico di Dorne per volontà del padre, lo sarebbe diventato. Ma avrebbe anche proseguito gli studi per diventare un giorno Septon. Raggiunta la sua stanza, si precipitò allo scrittoio. Intinse la penna d’oca nell’inchiostro e scrisse in un pezzo di pergamena vergine, con calligrafia sicura: ”Prima la volontà degli Dei. Poi quella degli uomini”. Sarebbe diventato ciò che suo padre voleva, ma non avrebbe mai dimenticato qual’era la sua vera strada. Avrebbe affiancato al suo dovere nei confronti del Casato la propria realizzazione personale. Con un sorriso stampato in volto si asciugò le lacrime che gli rigavano il volto e chiamò la sua serva, ordinandole di portargli il più bel vestito da cerimonia che possedeva. Il banchetto sarebbe iniziato a breve. Nel corridoio, Elimond Martell rimase ad osservare il figlio che fuggiva tra le lacrime. Per la prima volta dall’inizio della giornata, il volto del padre dei gemelli assunse uno sguardo malinconico: ”Figli miei, so cosa pensate… Ma ciò che faccio, lo faccio per il vostro bene. Mi dispiace Daeveron, ma non si può fare in diverso modo. Per ora dovrai accantonare i tuoi sogni, ma in un futuro mi ringrazierai”. Elimond cancellò l’espressione dal viso, ritornando ad essere quello di sempre. Ora doveva trovare Gael. segue...
  22. Samirah

    A Game of Thrones GdR

    Da qualche mese abbiamo iniziato una campagna di questo bellissimo GdR, incentrato sulla narrazione e l'interpretazione. Certo, per chi non legge Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin può risultare forse troppo anonimo e anche poco stimolante giocare in un'ambientazione tipicamente medievale quasi priva di elementi fantasy. Chi invece ha letto i romanzi si trova catapultato in un mondo ricco di nomi e luoghi conosciuti, con l'emozione particolare di poterli vivere e respirare direttamente. Il mio progetto iniziale era di scrivere un resoconto delle sessioni a mo' di racconto, in stile Martin, ma purtroppo la mancanza di tempo non mi ha permesso di cominciarlo fin dall'inizio ed ora gli avvenimenti accaduti sono talmente tanti che non sarebbe fattibile. Ma mi dispiaceva molto non rendere partecipe gli altri delle nostre vicende avventurose, per cui posterò... un altro tipo di resoconto! Per cominciare, riporto il bg del mio PG e di quello di padishar, che nella campagna sono due fratelli gemelli della casa Martell (ramo cadetto, quindi un po' sfigatelli! ). Dopo seguiranno invece i riassunti mirabili di uno dei giocatori e vi assicuro che ne rimarrete soddisfatti! PS: informazioni e commenti sul gioco sono in questo topic.
  23. Scusate ma... http://www.tvblog.it/tag/cancellazione+heroes O__O
  24. Samirah

    Il pesce palla

    Guarda, le tue perplessità sono anche le mie. Ne parlavo anche l'altro giorno con Loth. Questo racconto è assolutamente inclassificabile e forse è proprio questo che lo rende così particolare. Devo dire che il divertimento con cui l'ho scritto probabilmente si riflette nelle parole scritte e lo rende più speciale di quello che in realtà sarebbe. Non lo so. So che ogni volta che ripenso a questa storiella mi viene da ridere ed è una sensazione che mi dà molta soddisfazione. Vorrei mandarlo a qualche concorso, ma onestamente, non saprei proprio come presentare una cosa del genere! PS: sì, sono, anzi ero, un'esperta. Ho avuto l'acquario per tanti anni ed è una passione che mi è rimasta nel cuore.
  25. Anch'io ho problemi con gli allegati in questi giorni e presumo sia un problema di tutti. Purtroppo l'apocalisse che sta per calare su di noi si preannuncia con questi segni nefasti!
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