Vai al contenuto

Samirah

Circolo degli Antichi
  • Conteggio contenuto

    3.585
  • Registrato

  • Ultima attività

  • Giorni vinti

    12

Tutti i contenuti di Samirah

  1. [MOD] - Ho ripulito il topic, visto che eravate OT; per la discussione sulle cadute, potete continuare qui, mentre in regole trovate questi: http://www.dragonslair.it/forum/showthread.php?t=12732 http://www.dragonslair.it/forum/showthread.php?t=11252 http://www.dragonslair.it/forum/showthread.php?t=4637
  2. Samirah

    Help Desk

    Allora, la tipa del servizio tecnico mi ha detto di provare a resettare il router. L'ho fatto e ora ho un altro problema. Usando la connessione con cavo lan al router invece del wireless riesco a navigare tranquillamente e mi va anche msn (quindi era un problema del router evidentemente). Solo che ora non mi va più la connessione wireless. Non si connette proprio.... Edti: tutto a posto! Ho ripristinato la connessione wireless, reimpostando tutto, e ora sembra che sia tutto a posto. Forse col passaggio dalla rete Telecom alla rete Infostrada il router aveva sbarellato un po'.
  3. Samirah

    Help Desk

    Sto aspettando di parlare con qualcuno al servizio tecnico, anche se temo attese molto lunghe. Per il momento posso dire che msn mi dà l'errore 81000306, ma cliccando su "Risoluzione dei problemi" non ne rileva nessuno (ci sono solo spunte verdi, nessuna croce rossa). Inoltre anche il telefono di casa ci mette qualche secondo in più per la composizione del numero e per prendere la linea.
  4. Samirah

    Help Desk

    Io ho un problema simile a quello di Nadrim, con la differenza che DL è uno dei pochissimi siti che mi va normalmente. Gli altri, o non si aprono o ci mettono una vita. Inoltre non mi va msn, mentre skype si apre ma poi non mi invia i messaggi. Ho anche l'upload praticamente a 0, visto che non riesco neanche a caricare cosette piccole come la foto del profilo. Questo problema è cominciato giovedì, dopo che Infostrada ha fatto il distacco definitivo da Telecom. Colpa loro? O semplicemente si è sfasato qualcosa nei dati di connessione? Il problema è che non posso usare google per fare ricerche, perché poi non mi apre le pagine dei forum che trova..... =_='
  5. Samirah

    A qualcuno interessa?

    Eeeehhhh tutte queste scuse!!
  6. Samirah

    A qualcuno interessa?

    Nelle quali farei un particolare accenno ad una giornata afosa in cui voi romani vi siete distinti per il vostro sicuro senso dell'orientamento!
  7. Samirah

    A qualcuno interessa?

    Non è mai troppo, quando si scrive di se stessi
  8. Trovato! E' proprio Arcani Rivelati! E' a pagina 58 del manuale inglese, nel capitoletto "Other Class Variants", paragrafo sul chierico.
  9. Io ho votato ladro, intendendolo in senso lato. Mi piacciono i personaggi furtivi, tattici, con molte abilità a disposizione. Anche quando faccio classi diverse, quasi sempre punto ad ottenere queste capacità.
  10. Samirah

    Quando si mette il punto finale

    Ebbene sì, finalmente ce l'ho fatta. Avevo iniziato questo racconto mesi fa, con l'idea nata per caso da una conversazione su msn. C'erano i personaggi, ma mancava tutto il resto. I personaggi hanno cominciato a muoversi, a vivere, e hanno dato vita alla storia. Ma la storia non stava vivendo sul serio e tutto si è fermato. Inoltre mancava un mondo in cui dare forma a questa storia. Domande. Dubbi. Nubi che si sono dissipate nelle ultime settimane. E' nato un mondo, sono nate nuove razze e nuovi dei, e di lì, sono rinate anche le parole. In questi due giorni di febbrile rilettura ho sistemato le vecchie pagine e ho dato vita a quelle nuove, fino ad arrivare, oggi, alla conclusione. Quasi sicuramente ci saranno parti da rivedere, forse da riscrivere in toto. Probabilmente il finale stesso è carente e ci sarà la necessità di modificarlo. Ma questo non sminuisce la soddisfazione del completamento, una sensazione che riempie di orgoglio, indipendentemente dal risultato. E scrivo qui solo per atteggiarmi un po', per vantarmi di questa piccola conquista. Spero che chi leggerà queste righe vorrà perdonarmi la mancanza di modestia del momento, ma soprattutto la mia speranza è che quelle righe possano veramente trasmettere qualcosa. Vorrei che la storia vivesse per chiunque abbia voglia di assaporarla.
  11. Forse perché nella prima puntata si sente la voce si Sylar al telefono e sembra proprio lui... Comunque, anch'io mi sono messa a seguirlo solo per pura curiosità e devo dire che mi sta piacendo parecchio. Considerando che non sono una facile agli entusiasmi per i telefilm (mai guardato Lost e compagnia bella, seguo quelli di stampo medico per deformazione professionale e Ugly Betty per consolarmi un po' :megreen:), devo dire che mi sembra ben riuscito e che, se anche si ispira agli x-men come concetto di base (super poteri derivanti dall'evoluzione), sono comunque riusciti a portare la cosa su un piano più legato all'evoluzione mentale che fisica (a parte la rigenerazione, che forse è il potere che stona un po' lì in mezzo, ma va bè ). Insomma, per ora piace, poi vedremo come andrà avanti.
  12. Puoi essere più preciso? Le mie informazioni provengono dal numero di luglio di Focus, per cui puoi capire i dubbi che mi ritrovo. A cercare su internet mi fido ancora meno, perché spesso ho l'impressione che su questi argomenti ognuno scriva di tutto di più.
  13. In questi giorni mi sto letteralmente facendo fumare il cervello, presa da mille pensieri e dall'idea di cominciare a buttare giù qualcosa di serio. Vorrei fare una domanda a chi avesse già avuto modo di interessarsi dell'argomento. Ho letto che l'impaginazione migliore con cui mandare manoscritti sarebbe con un carattere classico (tipo Times New Roman), dimensioni 12 e interlinea 1,5, lasciando i margini laterali abbastanza ampi per eventuali correzioni a mano. Ok, ho fatto tutto questo e in effetti la lunghezza del mio racconto è quasi raddoppiata. Però poi mi sono ritrovata a leggere anche che una pagina, in media, contiene 200 parole. Le mie ne contengono più di 300. Possibile? Se stringo ancora di più i margini non si legge più niente! Ho interpretato male qualcosa? Dovrei considerare la pagina di default non come A4? Boh... Lo so che sembrano paranoie assurde, ma in realtà si tratta più che altro di curiosità.
  14. Samirah

    Blog opened!

    Ho provato a sistemarlo, ma non ci son riuscita...
  15. Samirah

    Laryel Angspar

    Il sole si accinge al riposo. Mi sembra quasi di dargli il cambio della guardia, mentre esco dalle porte di Silverymoon per i pattugliamenti notturni. I miei compagni sono tutti elfi, come me. Gli umani vedono male al buio e quindi a loro spettano i turni di giorno. Siamo divisi in due squadre e proseguiamo decisi lungo la strada che si allontana dalla città, dopo aver scelto la zona di foresta che perlustreremo questa notte. Salutiamo l'altro gruppo, che si sposterà verso sud, mentre i nostri piedi deviano lungo uno dei primi sentieri battuti che incrociamo, puntando nella direzione opposta. Mezz'ora di cammino e ci inoltriamo in mezzo ai primi alberi. Qui è già buio, le folte chiome imprigionano i residui raggi solari come in una ragnatela e impediscono loro di raggiungere il terreno. Mi metto in testa al gruppo, come al mio solito. Fin dai primi mesi dell'arruolamento, si sono divertiti a chiamarmi “l'ombra cacciatrice” e ho sempre portato questo soprannome a testa alta, perché sono pochi quelli che possono vantare un'abilità pari alla mia nel muovermi inosservata nel sottobosco. E allo stesso modo, è sempre stato più naturale per me camminare con gli occhi puntati sul terreno alla ricerca di tracce, piuttosto che avanzare con la spada brandita e lo scudo al braccio come i miei compagni. Nonostante l'addestramento delle reclute sia impostato in modo che ognuno riceva rudimenti in ogni campo, in seguito ogni elemento viene ottimizzato per ciò che è più portato. Soltanto le stupide civiltà degli orchi e dei goblin pensano che tutti debbano saper fare le stesse cose. I guerrieri devono impugnare l'acciaio... e le ombre devono strisciare nell'oscurità. Vivo per attraversare la notte, per sentire l'affondare leggero dei miei passi nel sottobosco, per avvertire la tensione dei muscoli quando l'arco diventa naturale prolungamento delle mie braccia. Vivo per respirare l'aria umida del vapore acqueo che si condensa al calare del sole, per ascoltare le voci degli alberi che innalzano inni eterni alla madre terra. Vivo per questo. E ogni volta, affronto la morte per questo. Dopo quasi otto anni, conosco questi terreni quanto il mio stesso corpo, il frusciare delle foglie è in armonia con il mio pensiero ed il pulsare della vita in questi boschi è all'unisono con i battiti del mio cuore. Ma ora, questo non mi basta più. I vasti territori attorno a Silverymoon mi stanno ormai stretti come vestiti di bambino su un corpo che è ormai cresciuto. Ho amato e continuo ad amare queste terre, ma la mia mente sogna nuovi spazi, nuovi luoghi da scoprire. Il vento mi porta odori e suoni di foreste lontane, gli uccelli percorrono strade impalpabili che conducono verso picchi montani su cui il mio occhio non si è ancora posato. E io devo vedere, devo conoscere. Spinta da questo desiderio ormai troppo pressante, questa mattina, al termine del turno della notte scorsa, ho chiesto il congedo. E, senza stupore alcuno, mi è stato concesso. Sono tanti gli elfi che abbandonano la terra natia per posare i piedi su terreni mai calpestati, come altrettanti sono quelli che giungono qui da altri lidi. Siamo un popolo di viaggiatori, di menti curiose che non possono soffermarsi troppo a lungo nello stesso posto. E nel viaggio noi riviviamo lo spirito di libertà di coloro che ci hanno creati, ampliando le nostre conoscenze e facendo sbocciare appieno la nostra natura. Per questo domattina, quando torneremo in città, finirò di preparare le mie cose, abbraccerò mio padre e mia madre, e mi metterò in cammino, lasciando che i Seldarine traccino il mio percorso e guidino i miei passi. Perché io sono Laryel, “l'ombra cacciatrice”, e seguirò le orme che il destino ha lasciato per me.
  16. Samirah

    Julie Briawyr

    Era bella la vita a castello. Vita agiata, divertimento, spensieratezza. Non si poteva desiderare niente di meglio. Certo, il castello della famiglia Numisir non era dei più grandi, ma aveva il suo prestigio fra i piccoli territori feudali delle Montagne del Ghiaccio e il Duca William Numisir faceva in modo di valorizzare al meglio ciò che possedeva. Julie non conosceva niente del mondo al di fuori del castello dei Numisir. Non aveva sangue nobile nelle vene, ma per fortuna la sua non era tra le famiglie costrette a lavorare nei campi o nelle miniere per vivere. Suo padre era un esploratore che viaggiava per lunghi periodi dell’anno per conto del Duca. Julie attendeva sempre con molta trepidazione il ritorno del padre, non solo per poterlo riabbracciare, ma anche per ascoltare le storie su paesi lontani e popoli a lei sconosciuti. Amava in particolare i racconti sugli gnomi, che trovava buffi e pieni di iniziativa. La madre invece era una sacerdotessa di Pelor e questo permise alla piccola Julie di godere di una vita agiata. Già da bambina, Julie avrebbe voluto seguire le orme della madre. Ma il fuoco sacro non bruciava in lei. Pregava ogni mattina al sorgere del sole, richiamava a sé il potere del sole durante il giorno, ma nulla. La frustrazione cresceva in lei e soltanto nei brevi momenti in cui suo padre era a casa, il suo animo si rasserenava. Dopo aver ascoltato i racconti del padre, correva in camera sua a scrivere. Riportava su fogli di pergamena quelle storie belle e fantastiche, esaltandole, manipolandole, trasformandole ogni volta in racconti leggendari. Sembrava il passatempo di una bambina, ma che presto si rivelò come un vero e proprio talento. Fu durante una lunga sera d’inverno, mentre fuori imperava la tempesta ed il cantastorie di corte era a letto con una brutta influenza, che Julie poté mostrare la propria abilità. Aveva ormai 16 anni e, vincendo la sua timidezza, si presentò di fronte al Duca, proponendo di intrattenere i presenti con un racconto. Il Duca, fra lo scettico e il divertito, acconsentì. Julie si sentiva tremendamente in imbarazzo, le sue prime parole furono incerte e senza pathos, ma ben presto il racconto cominciò a scorrere, come sospinto da una forza invisibile. Tutti gli sguardi, tutte le menti erano rivolti a quella voce melodiosa. Le parole di Julie risuonavano come musica nell’ampio salone, le fiamme del grande camino sembravano più rilucenti del solito ed il freddo sembrava scomparso. Alla fine della narrazione nella sala il silenzio era interrotto solo dal vento che soffiava feroce all’esterno. Ma durò solo pochi secondi, perché un fragoroso applauso si levò da tutti i presenti. Julie si sentì scossa, si sentiva come se fosse appena stata svegliata bruscamente. Vedeva le persone indistintamente di fronte a sé, come impazzite. Il rumore era insostenibile, le girava la testa. Si svegliò nel suo letto, sormontata dal viso della madre, preoccupata e più pallida di lei. La donne le teneva la mani sospese sopra, bisbigliando parole sacre. Il calore era piacevole e Julie sorrise. Sua madre si sentì sollevata e le chiese come si sentiva. Le accarezzò dolcemente i capelli, scherzando sui brutti effetti dell’emozione. La tensione si sciolse e Julie si sentì improvvisamente completa, soddisfatta. “Mamma” le disse, “voglio viaggiare il mondo insieme a papà e raccogliere ancora tante storie da raccontare”. La madre divenne improvvisamente seria, ma comprese il desiderio della figlia, dopo aver vissuto tanti anni a fianco di un uomo sempre smanioso di partire e viaggiare. Non tentò di fermarla, ma la pregò almeno di seguire un percorso spirituale prima di partire. Julie non capì, non era mai stata capace di creare un legame stretto con la divinità, ma si sentiva talmente felice della concessione, che non trovò nulla da obiettare. La sacerdotessa di Pelor stupì completamente la figlia. Julie non si sarebbe mai aspettata di trovare in lei una guida così attenta e preparata. La donna la guidò attraverso un percorso difficile ma gratificante. Le insegnò a incanalare in modo diverso il potere del dio. Se la via ecclesiastica non faceva per lei, poteva però trasformare in parole e musica ciò che provava dentro di lei. Così le preghiere diventarono poesie, le invocazioni si plasmarono in canti che scaldavano l’animo. E poi, arrivò anche la magia. All’inizio furono soltanto luci fluttuanti, la capacità di individuare la magia, poi Julie imparò ad utilizzare il proprio talento per ravvivare gli animi, affinando la propria abilità. Non erano le grandi magie spettacolari a cui puntava, quanto piuttosto la capacità di portare la luce in modo diverso, meno plateale rispetto ad un chierico, ma efficace allo stesso modo. Ci vollero alcuni mesi perché Julie potesse considerare completo il suo addestramento. Attese con pazienza il ritorno del padre e poi, alla sua partenza, si unì a lui. Julie era estremamente entusiasta, ma ben presto si rese conto di come le sue fantasie si erano spinte troppo oltre. Non incontrò nulla di fantastico, nulla di leggendario. Soltanto qualche goblin e animali selvatici. Julie cominciava a pentirsi della sua decisione. Era molto più divertente stare a casa, scrivendo storie assurde ma avvincenti, piuttosto che viaggiare nella scomodità, costretta ad usare l’arco piuttosto che pennino ed inchiostro. Il viaggio verso sud proseguiva lentamente, le deviazioni erano tante e noiose. Julie cominciò a pensare sul serio a tornare a casa. Una sera, davanti al fuoco, lei e suo padre stavano in silenzio. Cercava le parole per dirgli che non voleva più proseguire il viaggio, quando un rumore secco la distolse dai suoi pensieri. Fu un attimo, soltanto una piccola distrazione, e si ritrovarono circondati da un gruppo di orchi. Una lama luccicò al riflesso delle fiamme e il corpo dell’uomo cadde pesantemente a terra. La voce le si strozzò in gola. Come poteva essere? Cosa stava succedendo? Mani forte e ruvide l’afferrarono, trascinandola via nel folto della foresta. Era troppo buio, e lei era troppo spaventata per capire dove stavano andando. Fu gettate rudemente sulla nuda roccia, all’ingresso di una caverna. Gli orchi le stavano intorno, guardandola pieni di cupidigia. Julie cominciò a piangere, colma di terrore, alimentando il divertimento di quelle bestie. Ma quando uno di loro avvicinò la sua mano sporca verso di lei, Julie riprese improvvisamente il controllo. L’immagine della madre si ravvivò in lei e le parole cominciarono a fluire una dopo l’altra, senza sosta. Gli orchi rimasero come incantati. Piano piano Julie modificò il tono della sua voce, trasformandola in una dolce nenia, che fece cadere gli orchi in un sonno profondo. Si alzò con fatica e fece qualche timido passo verso l’uscita. Quando si rese conto che non sarebbe stata fermata, corse come una furia all’esterno della grotta. Voleva tornare da suo padre, voleva abbracciarlo, voleva far tornare indietro il tempo. Trovò il corpo e pianse il suo dolore tutta la notte. All’alba trovò la forza di cercare un villaggio, perché l’aiutassero a seppellirlo. Non si prese neanche un giorno per riposarsi, ma ripartì subito diretta verso casa sua. Fu straziante tornare da sua madre e raccontarle quanto era accaduto, ma ancora una volta trovò in lei una donna forte in grado di sostenerla. Fu però dura per entrambe superare il dolore della perdita e si appoggiarono l’un l’altra sempre più saldamente. Julie ricominciò così il suo cammino, ora indirizzato ancora di più verso una purificazione prima di tutto interiore. Passò così un altro anno e le sofferenze di Julie sembravano essersi attenuate, ma qualcosa ancora non andava. Sua madre se ne rese conto e si decise a proporre alla figlia una nuova via: la via della ricerca. Julie non ne voleva sapere di ripartire, ma sua madre le spiegò che soltanto viaggiando avrebbe potuto ritrovare se stessa. Le diede un incarico preciso: trovare le sale dei cori angelici. Un luogo leggendario, forse addirittura inesistente, ma la cui ricerca le avrebbe comunque permesso di riacquistare sicurezza e fiducia. Julie era molto dubbiosa, ma si fidò della donna che tanto la amava e tanto le era stata vicina. Partì quindi di nuovo, questa volta con un obiettivo, ma senza meta. Non aveva vie da seguire, solo il suo istinto e la fede che portava nel cuore.
  17. Samirah

    Alia

    L'autunno dell'Anno del Drago era ormai inoltrato, ma nella calda Almraiven, città portuale e metropoli del Calimshan, il freddo dell'inverno non sarebbe mai giunto. Selune, il suo disco argenteo pieno e splendente, diffondeva la sua fredda luce, sugli edifici, tra cui spiccava la torre dell'Accademia Arcana. Dall'interno della torre, le cui finestre erano chiuse da semplici e leggeri tendaggi di pizzo, provenne un grido lancinante, il grido di una donna partoriente. Kameela, una giovane calishita di diciassette anni, diede alla luce, quella notte, una bambina, che chiamò Alia. La ragazza era apprendista all'Accademia da appena due anni ed aveva avuto una breve storia, durante l'inverno precedente, con un marinaio che si era fermato un po' di tempo in città in seguito ad un infortunio sul lavoro. In realtà, l'uomo aveva confessato a Kameela di essere un pirata, ma la giovane donna non ne aveva mai fatto menzione, per paura di essere cacciata dall'Accademia o, ancora peggio, di essere messa in prigione per essere entrata in combutta con un furfante. Di certo, lei non sapeva che nel Paese erano più frequentemente gli individui onesti a finire dietro le sbarre, piuttosto che ladri e assassini. Ma comunque sia, Kameela mantenne il segreto ed osservò il suo uomo prendere di nuovo il largo nella tarda primavera, mentre nel suo ventre prendeva forma la nuova vita. La protezione offerta dall'Accademia fu sufficiente a far crescere Alia lontana dai pericoli della città calishita, ma proprio questa sorta di segregazione le fece accrescere una curiosità incontrollabile riguardo alla grande metropoli che vedeva estendersi in ogni direzione dalle finestre della torre. La madre, scambiando la sua inquietudine per smania di comprendere i segreti arcani, cominciò a impartirle piccole lezioni private, insegnandole le basi della magia e svelandole gli inganni più infidi che un mago può perpetrare grazie alla sua arte. Ma per Alia c'era solo la città. Strade, palazzi, vociare di gente dal viso sconosciuto. E, soprattutto, bambini. Invidiava con forza l'indipendenza dei piccoli straccioni che scorrazzavano per le vie strabordanti di mercanti e di cianfrusaglie. Fu così che, dapprima col terrore di essere scoperta, poi con sempre maggiore sicurezza, trovò una piccola porta secondaria, che dava sulle cucine, per poter uscire indisturbata dall'Accademia. Le prime uscite furono brevi ed incerte, troppo spaventata dall'immensità della folla per addentrarsi in essa. Ma ad ogni escursione la sicurezza di Alia aumentava e le sue uscite diventavano sempre più lunghe, sempre più azzardate. Finché non si spinse troppo oltre. Per quanto intelligente e dotata di una naturale agilità, era troppo inesperta per comprendere la malizia che serpeggiava nelle strade del Calimshan e, senza rendersene conto, finì nel quartiere sbagliato. Afeef il Grasso stava contrattando con dei ladri per l'acquisto di alcuni gioielli sottratti a una qualche nobildonna di Almraiven, quando adocchiò la piccola Alia, un fuscello di appena sette anni, che osservava rapita i trucchetti di un illusionista all'angolo della strada. I suoi abiti semplici ma tutt'altro che poveri la tradirono ed il mercante di gioielli e di schiavi non si lasciò scappare l'occasione. Fece un gesto rapido, quasi impercettibile, al grosso hobgoblin che gli faceva da guardia del corpo ed il bestione si mosse senza indugio. Alia sentì una stretta dolorosa alla spalla e non ebbe neanche il tempo di urlare che si ritrovò con una mano lercia che le chiudeva la bocca, mentre l'altra la teneva saldamente e la spingeva verso l'uomo grasso che sogghignava. “Bene, direi che oggi la pesca è andata proprio bene”, disse con soddisfazione Afeef il Grasso. Alia era diventata una schiava. Trascorsero sei anni, che ad Alia parvero un'eternità. Al contrario di molti altri ragazzini tenuti schiavi da Afeef il Grasso, a lei non era stato imposto di pulire pavimenti e di spaccarsi le mani nei grandi lavabi delle cucine. No, il suo compito era rubare. Afeef la mandava in giro vestita come una piccola principessa, dopo averla istruita a dovere su come attirare su di sé l'attenzione dei viandanti. Girava assieme a Yaaseen, un ragazzino di appena un anno più grande di lei, discretamente bravo col flauto, ma dalla mano svelta e dagli occhi sempre bene aperti. Si piazzavano agli angoli delle strade, lui suonava e lei danzava al suo meglio per attirare gli sguardi e le mani dei passanti. E quando una di quelle mani sfiorava il suo giovane corpo, le sue, più piccole e rapide, svuotavano le tasche del malcapitato, mentre il suo sguardo era rapito dai grandi occhi scuri di lei. Col tempo, Alia si abituò alla vita da strada e in fondo, danzare per guadagnare qualche spicciolo non le dispiaceva più di tanto. Ma la natura fece il suo corso, le sue forme si svilupparono e cominciarono ad arrotondarsi. Quando compì i tredici anni, Afeef il Grasso decise che era giunto il momento di sfruttare meglio le doti delle sua belle e giovane schiava. Alia venne quindi venduta ad un altro mercante, che si occupava di riempire i letti di vecchi e ricchi uomini annoiati dalle solite ragazze dei bordelli. Le vergini erano pagate il doppio ed una ragazza come Alia avrebbe portato lauti guadagni al suo nuovo padrone. La giovane venne quindi caricata su una carovana, diretta al nord, dove le donne calishite erano apprezzate ancor di più, per la loro bellezza esotica. Iniziò così il lungo viaggio di Alia verso nord, lungo la Via del Commercio e poi lungo la Strada della Costa, fino a Baldur's Gate. Le schiave calishite non avevano alcuna libertà di movimento ed erano costrette a trascorrere le giornate e le notti all'interno delle carovane. La noia ed il tempo riempito a malapena con racconti e lamentele portarono la sua mente ad aprirsi verso un progetto, finora mai sfiorato: la fuga. Pregò Selune, la dea il cui nome aveva sentito mormorare tante volte dalla madre. La pregò per la prima volta in vita sua, affidando a lei quel viaggio verso l'ignoto. La pregò di proteggerla e che, se fosse riuscita a sfuggire ai suoi aguzzini, avrebbe vissuto sempre sotto la sua luce benefica e chiarificatrice. L'occasione però sembrava non presentarsi mai ed Alia stava quasi per decidere di rassegnarsi, quando, a un solo giorno di cammino da Baldur's Gate, la carovana venne attaccata da una banda di briganti. Un colpo d'ascia mandò in frantumi lo sportello posteriore del carro e le facce di due uomini dalla barba nera ed ispida fecero capolino dall'apertura. Alia, senza neanche riflettere, balzò giù dal carro, gridando alle altre di fare lo stesso, si divincolò dalle mani dei briganti che cercarono di afferrarla e si lanciò in una corsa sfiancante per la campagna, senza neanche voltarsi per vedere se la seguivano. Non seppe mai se qualcun'altra delle ragazze che erano con lei si fosse salvata, ma non poteva permettersi di lasciarsi sopraffare dai sensi di colpa. Non avrebbe certo potuto portarle in braccio, dopotutto. Camminò a passo spedito fino a sera, quando le luci in lontananza le rivelarono la direzione della grande città. Lei prese un sentiero che proseguiva dalla parte opposta. Era ormai notte fonda, ma non voleva fermarsi, per la paura di addormentarsi e di trovarsi addosso uno dei suoi aguzzini o qualche altro brigante. Ma era ormai sfinita, con i muscoli che le dolevano. Stava per crollare a terra, quando individuò la luce di un fuoco, probabilmente un accampamento. Si avvicinò con cautela e vide che si trattava di una piccola carovana, composta da tre carri in tutto. Si accorse subito che erano tutti elfi, abbigliati però in modo diverso da quelli che aveva visto a Almraiven. Improvvisamente qualcosa l'afferrò alle spalle ed un brivido di terrore le percorse la schiena, mentre ricordava il momento in cui aveva perso la sua libertà. Si voltò di scatto, facendo leva sulla paura che le era esplosa dentro, e si trovò faccia a faccia con uno degli elfi. E vide in che cosa queste creature erano differenti da quelle che aveva visto al sud. Aveva gli identici occhi verdi e gli stessi capelli neri, ma la sua pelle era ramata, con una leggere sfumatura di verde. Fu il suo primo incontro con un elfo dei boschi. Venne portata verso i viaggiatori accampati e, sopraffatta dalla stanchezza, disse senza remore chi fosse e che cosa l'aveva condotta sin lì. Uno degli elfi seduti a terra si alzò in piedi e calò il cappuccio. La pelle ed i capelli erano degli stessi colori del suo compagno, ma gli occhi erano castani, come la corteccia degli alberi circostanti. Indossava una tunica di un marrone chiaro, ricamata con tralicci e foglie di vite di un verde profondo, scuro. Sopra alla tunica portava una corazza di cuoio impreziosita di intarsi metallici, che scintillarono nella danza delle fiamme. L'elfo accolse Alia concedendole di proseguire il viaggio con loro, fintanto che avesse voluto proseguire verso nord. La ragazza sarebbe voluta tornare a sud, nella terra che conosceva, ma che, in fondo, non amava. E scelse quindi la compagnia degli elfi. Le fornirono abiti più adatti al clima decisamente più freddo del nord: una lunga tunica di lana verde, ricamata con foglie di quercia color rame, disposte irregolarmente sulle spalle, come appena cadute da un albero e prossime a scivolare a terra. Durante i giorni seguenti scoprì che si trattava di una piccola delegazione, che stava recandosi verso le Marche d'Argento per una questione di vitale importanza (sulla quale però Alia non ottenne alcun particolare). La compagnia di quelle creature la fece sentire a proprio agio, come non accadeva da tanti anni. E osservare l'uso discreto che facevano della magia le riportò alla mente i dolci ricordi degli anni passati con la madre e di come avesse perso tutto per pura stoltezza. Rimembrò i suoi insegnamenti e la promessa alla dea della luna. Non comprese come avrebbe potuto mantenerla, ma la presenza di quegli strani compagni di viaggio le riempiva il cuore di speranza e di intraprendenza. La carovana attraversò villaggi e paesi, finché non giunse presso un piccolo centro abitato, ormai molto distante dalla Costa della Spada. Alia era libera di gironzolare come desiderava, quando i carri si fermavano e gli elfi si accampavano per la notte. Siccome preferivano rimanere fuori dalle zone abitate, per quanto piccole, percorse a piedi la distanza che la separava dal villaggio, decisa a guardarsi attorno. I suoi abiti, addosso ad una persona dai tratti marcatamente calishiti, attirarono l'attenzione su di lei, che cercò di liberarsi da quegli sguardi con sorrisi e gesti discreti. Un uomo la notò. Non era più giovane, le rughe gli solcavano il viso segnato dagli anni e dall'esperienza. Alia ebbe un sussulto quando si accorse dello sguardo dell'uomo, ma, per qualche strano motivo, non ne ebbe paura. E fu così che Alia trovò il suo nuovo maestro e poté adempiere alla promessa. Il resto è scritto nei libri del destino.
  18. Vi ringrazio per i vostri ultimi consigli, ma il PG è già stato messo in campo ed è già di 3° livello (tutti da scout). Il multiclasse sout/ranger era stato proprio il punto di partenza, con una build simile a quella proposta sopra. Non che non mi piaccia, anzi, è sicuramente più competitivo, ma dello scout mi piacciono anche altre capacità di classe, non solo la schermaglia, per cui volevo provare a fare la classe pura. Inoltre, visto che Tiro in Movimento è risultato praticamente inutile, in quanto non abbinabile alla schermaglia, avevo eliminato dalla build la sequenza di talenti per averlo. Grazie comunque a tutti! Anche se penso che siate malati, per le vostre conoscenze dei manuali!
  19. Samirah

    Nuove skin disponibili

    Oltre al tasto "nuovi messaggi", manca anche il tasto "esci". Comunque la titanium si sposa troppo bene con il banner!
  20. No, nessuna fretta, era solo per capire se sono impedita io (cosa probabile) o se è comunque meno immediato di quello che pensavo.
  21. Salve a tutta la comunità Dragons' Lair. Questo annuncio è rivolto a tutti coloro che si dilettano con programmi di grafica. Come molti di voi sapranno, i prodotti DL cercano sempre di proporsi con una qualità elevata, cosa che richiede impegno e capacità. Abbiamo uno Staff Illustratori di tutto rispetto, su cui non possiamo però far gravare tutti gli aspetti dell'elaborazione grafica delle nostre avventure, soprattutto per quello che riguarda le mappe che le accompagnano. Ciò che fondamentalmente cerchiamo sono dei mappisti, che possano garantirci elaborati di buona qualità in tempi non troppo lunghi. Chiunque fosse interessato, può contattare direttamente lo Staff via mp, il quale potrà assegnare il lavoro a seconda delle necessità. Grazie a tutti per l'attenzione!
  22. Samirah

    Cercansi mappisti!

    Salve a tutta la comunità Dragons' Lair. Questo annuncio è rivolto a tutti coloro che si dilettano con programmi di grafica. Come molti di voi sapranno, i prodotti DL cercano sempre di proporsi con una qualità elevata, cosa che richiede impegno e capacità. Abbiamo uno Staff Illustratori di tutto rispetto, su cui non possiamo però far gravare tutti gli aspetti dell'elaborazione grafica delle nostre avventure, soprattutto per quello che riguarda le mappe che le accompagnano. Ciò che fondamentalmente cerchiamo sono dei mappisti, che possano garantirci elaborati di buona qualità in tempi non troppo lunghi. Chiunque fosse interessato, può contattare direttamente lo Staff via mp, il quale potrà assegnare il lavoro a seconda delle necessità. Grazie a tutti per l'attenzione!
  23. Sì, ho del testo in .doc o .odt e vorrei importarlo su Scribus, per poterne fare un'impaginazione semplice, con qualche immagine.
  24. Rievoco il topic per chiedere una cosa. Ho scaricato ieri Scribus e ho cominciato a fare qualche tentativo di comunicazione tra me e il programma =_=' Premetto che ho sempre e solo usato word (e corrispondente openoffice), per cui mi trovo un po' in difficoltà, soprattutto con i termini. Ho anche trovato un tutorial in italiano, che sembra fatto bene, ma non riesco a fare una cosa: importare un testo di più pagine. L'unica via che ho trovato per inserire del testo, è di creare appunto la cornice testo. Però poi la cornice, a seconda delle sue dimensioni, contiene più o meno testo. Ora, io non posso fare copia/incolla di ogni singola pagina (visto che ho anche documento di qualche decina di pagine), ma ingrandendo la cornice testo per più pagine, mi inserisce il testo anche nello spazio tra le pagine. Cosa sbaglio? La comunicazione è fallita miseramente o c'è qualche speranza?
  25. Samirah

    Prerequisiti e Requisiti

    Scusa? Forse non ho capito la tua domanda. Intendevo dire che, se il requisito per il mistificatore arcano è +2d6 da furtivo, non so se il livello di sostituzione (che quei danni li dà solo a distanza e non in mischia) possa essere considerato valido. Che la capacità sia equivalente non penso ci siano dubbi, però, come ho scritto sopra, il furtivo che si guadagna al 1° livello di sostituzione è, per così dire, "incompleto", per cui non so se lo si possa ritenere valido per il fatto che ALMENO una parte è soddisfatta oppure no.
×
×
  • Crea nuovo...