Lariel annuì con un lieve cenno del capo e si dispose al centro della stanza, per riuscire ad osservarla meglio. Anche senza la luce magica di Veck, i suoi occhi di elfo le permisero di raccogliere qualche informazione, anche se la stanza non aveva molti particolari degni di nota: l’arredamento era semplice, come probabilmente i suoi abitanti. Ma in un angolo spiccava un’ampia bruciatura circolare, che aveva rovinato il pavimento ed annerito uno specchio a muro.
Passarono alcuni minuti di silenzio e Veck sbuffò per l’impazienza: “Dai, non perdere tempo, usa le tue divinazioni, così ce ne possiamo tornare a casa e tu non dovrai sopportarmi oltre”.
Lariel avrebbe voluto mandarlo a quel paese, ma si impose di non perdere il controllo.
“Per interpretare correttamente le divinazioni, bisogna prima osservare attentamente la realtà, altrimenti si corre il rischio di incappare in pericolosi fraintendimenti”.
Dopo questa seccata risposta, si rimise al lavoro e si accorse di un particolare che le era sfuggito alla prima occhiata. Sopra ad un tavolino era appoggiato uno strano oggetto. L’elfa si avvicinò incuriosita e lo prese tra le mani, rimanendo a bocca aperta quando si rese conto che era una sorta di copricapo formato da tante piccole penne intrecciate.
Si girò con aria interrogativa verso Veck e gli mostrò lo strano oggetto, sperando che potesse identificarlo come un indumento tradizionale umano, ma il ragazzo non poté fare altro che scuotere la testa perplesso.
Lariel lo osservò ancora una volta, poi chiuse gli occhi e si concentrò sull’incantesimo che l’aveva avvertita in precedenza dell’aura magica. Ora poteva percepirla con maggiore chiarezza, sentiva la presenza di un potere che andava piano piano svanendo. Poi vide qualcosa che le fece perdere la concentrazione e spalancò gli occhi, spaventata. Cercò di riprendere il controllo il prima possibile, ma non fu abbastanza veloce e Veck la osservò dapprima incuriosito, poi preoccupato.
“Lariel, che succede?”
La giovane sbatté le palpebre un paio di volte per ricomporsi, ma quando parlò la sua voce era visibilmente scossa: “L’aura magica qui dentro è decisamente forte”.
“Bella scoperta! Tanta scena solo per questo? O c’è dell’altro?”
“No, assolutamente niente. Se vuoi fare qualche rilievo anche tu, poi possiamo anche andarcene” fu la sua risposta sbrigativa.
Non sapeva se era il caso di dirgli ciò che aveva visto, ma soprattutto non sapeva come dirglielo.