@giak74: ora che sei IT permettimi di dire che sono perfettamente d'accordo con te, soprattutto con l'ultima riga.
Riguardo al non confrontare i generi, mi pare che il discorso di giak74 non fosse relativo a questi, bensì fosse una valutazione riguardante la sfera fantastica in toto, e onestamente non vedo dove stia il problema nell'innalzarsi di livello con le proprie astrazioni, considerare il macrogenere della letteratura fantastica anziché i suoi singoli sottogeneri e fare una valutazione dell'opera in questione all'interno di questo contesto: la divisione in generi è del tutto convenzionale, quindi elastica. Non per forza il capolavoro definitivo di un sottogenere non può essere confrontato con esponenti di altri sottogeneri, a mio parere, basta specificare che si sta considerando il macrogenere come campo di indagine.
In parole povere, il fatto di essere parte di un certo filone narrativo non salva Twilight, IMHO, dall'essere una ca*ata epocale. Il fatto che io scriva una lista della spesa migliore di quella degli altri non mi fa essere un buono scrittore, mi fa semplicemente essere il migliore a scrivere una lista della spesa. E una lista della spesa non regge il confronto con Il Maestro e Margherita o Grandi Speranze.
Il solito discorso "re degli schiavi o schiavo dei re?", insomma.
EDIT - sulla faccenda dell'aver visto il film senza leggere il libro, c'è una sostale differenza tra i due media, tale da rendere il discorso su un film e il discorso sul corrispondente libro del tutto incompatibili: per vedere un film mi bastano due ore, per di più si tratta nel caso del cinema di un'esperienza "pubblica" (dunque disturbata, dunque poco profonda). Passatemi inoltre questa definizione: nel caso di storie relativamente "facili" (leggasi: non parlo di Mulholland Dr.), per me vedere un film è un'esperienza più "esterna" rispetto a leggere un libro, perché essendo il film un mezzo sinestetico ci fornisce/impone a livello più alto le sensazioni che trasmette. Il film parla ai sensi, se è stato fatto un buon lavoro allora qualcosa di questo dialogo sensoriale filtra fino alla parte profonda ed emotiva del cervello. Leggere un libro è invece un'esperienza "interna", perché le lettere mettono in moto in maniera del tutto differente il cervello e spingono a costruire internamente alla nostra mente il mondo in cui è ambientata la storia. Il libro ci mette alla prova, ci lascia soli con noi stessi. In più leggere un libro richiede più tempo, più concentrazione. Più sforzo, insomma.
Credo sia del tutto giustificato rifiutarsi di continuare/affrontare la lettura di qualcosa che sappiamo non essere di nostro gradimento (quel "sappiamo" ha un certo grado di astrazione, ma non voglio dilungarmi troppo e spiegare cosa intendo: capitemi ), perché avremo sprecato molto più tempo ed energie rispetto a vedere il film pensando di continuo "Che palle... ma almeno dopo la tizia cui ho pagato il biglietto me la da, e i pop corn non sono malaccio...". Insomma, a mio avviso è masochismo leggere un brutto libro.
La vita è troppo breve per bere cattivi vini e per leggere brutti libri.
Nel caso in questione, pare (da quanto si legge online) che ci sia un certo isomorfismo tra l'esperienza Film Twilight e l'esperienza Libro Twilight (cioè il film "ci ha preso" tentando di catturare le sensazioni del libro, pur con gli ovvi limiti del cinema convenzionale), dunque non vedo perché dover affrontare la (masochistica per quanti non hanno apprezzato il film) lettura del libro, poiché sarebbe una perdita di tempo imperdonabile.
Postilla che scatenerà i benpensanti se non letta con giusto spirito: a volte il pregiudizio è un'ottima schermatura dalle delusioni, soprattutto in virtù della brevità della vita di cui sopra.