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Aerys II

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Aerys II

  1. Io l'ho sfiorato per preparare una parte del bagaglio necessario per UDFO, devo dire che mi sento abbastanza in colpa per non aver dedicato il tempo necessario alla lettura, ma al momento sto leggendo in parallelo un mattone omni-scientifico, un libro sul Go, un testo di filosofia, degli appunti di informatica, quindi devo posticipare... Vorrei avere tre cervelli.
  2. No, anche a me piace! Soprattutto, non vedo l'ora di scoprire cosa sia successo sul serio nel suo passato.
  3. 1)Eh, sto sbirciando, purtroppo con poco tempo non ho potuto studiare bene. Ripasso tra qualche giorni con un dubbio consolidato. 2)Anche io ho pensato alla RAM, ma (qui arriva la mazzata) Windows va che è un piacere, anche lanciando applicazioni su applicazioni... Forse Windows tira avanti ignorando le avvisaglie di pericolo e invece Ubuntu pianta tutto prima che arrivino i danni seri? In ogni caso, proverò a staccare un banco per volta. Bella la trovata del server ssh devo dire!
  4. Uppo, sperando serva a far ricomparire The Penguin. Due problemi distinti, uno dettato da ignoranza (su Sabayon, distro in prova dell'Estate 2008) e uno dalla mia solita sfiga con *buntu. Allora, nel caso di Sabayon vorrei se possibile qualcuno che mi desse delucidazioni riguardo all'aggiornamento della distro, a certi errori dati da emaint e alla teoria dei pacchetti mascherati, non scendo nei dettagli perché a meno che non passi un Gentoo-ista o un Sabayon-aro, ha poco senso. Comunque, questa è una questione. Riguardo all'altra, il problema è molto inquietante, poiché mi porta a dire "Su nessun mio computer Ubuntu e derivate funzionano". Se il portatile è stato definitivamente dedicato ad altre distro (Sabayon stessa per ora, OpenSuSE in passato, non escluderei Slackware in futuro...), sul fisso no, lì una Ubuntu based la voglio. Che succede però? Sia Ubuntu 8.04 che Kubuntu 8.04 mi mandano in "freeze" il pc. All'inizio pensavo fosse un problema di Gnome, o di qualche funzione tipicamente Ubuntiana, poiché Kubuntu sembrava "reggere" di più, ma oggi ho avuto conferma che anche Kubuntu si arrende alla mia rogna. In pratica dopo T tempo, con T arbitrariamente deciso dal PC, tutto si pianta. Non c'è un'applicazione precisa che mandi in crash il sistema, ma ho notato che da modalità testuale i crash sembrano non verificarsi (dovrei fare un test più approfondito, ma al momento non ho potuto). Pensavo fosse un problema di scheda video (Radeon 9500), visto che so che in passato la stessa ha dato problemi, ma come potrei verificare? Ho pensato poi che potesse trattarsi di un problema di altro tipo, ma surriscaldamento non è (ho aperto il case e piazzato un ventilatore verso il pc), e comunque da quanto mi ricordi io in quel caso ci sarebbe un reboot, non un blocco: qui lo schermo si congela, permettendomi soltanto di muovere il puntatore del mouse come un inutile ammasso di pixel. Nessuna risposta a comandi dati da tastiera, naturalmente, l'unica è togliere l'alimentazione. Aggiungo un inciso: mentre mi illudevo che Kubuntu funzionasse, ho deciso di tenere sott'occhio il monitor con le prestazioni di sistema, e ho notato una cosa che sarà una stupidaggine ma mi ha messo in subbuglio lo scroto. Praticamente il blocco sembra coincidere con un aumento a picco del consumo di memoria, o comunque avviene quando il computer è un pochino sotto sforzo (adept che fa il suo sporco lavoro e Firefox che parte, per dire). Che ho notato, nel mio piccolo? L'area di SWAP è ferma, inutilizzata: Ubuntu (Kubuntu) di colpo mi riempie la RAM (1GB, sarà poco ma è un pc assemblato tanto per assemblare) e si pianta, e la SWAP rimane impassibile, non viene minimamente "tirata in ballo". Non è forse il ruolo dell'area di SWAP quello di fare da "finta RAM aggiuntiva"? C'è da dire che non ho mai osservato l'uso della SWAP stessa in azione, ma così speculando sulle mie scarse nozioni supponevodi vederla attiva proprio per evitare un overflow simile... Idee? Esperienze? Consigli? Affetto?
  5. Uppo (sperando che Arghot mi faccia di nuovo felice ) per segnalare l'editor collaborativo Gobby, utile per quanti vogliano una mano a programmare online e si fidino di far mettere le mani a qualcuno sui loro filessssssssssss...
  6. Sto combattendo con Sabayon da qualche giorno, a tempo perso. Quanto mi diverto! Nel frattempo, aggiorno la mia lista: ho provato anche Ubuntu, e mi piaceva pur essendo vagamente instabile dalle mie parti (diciamo che l'ho installata su un pc al solo scopo di recuperare un'installazione Windows donandole un boot loader, mi piaceva ma mi andava spesso e volentieri in freeze. Problema risolto (pare, oggi non ho avuto tempo di lavoricchiarci su) installando Kubuntu, evidentemente era un problema di qualche servizietto del cavolo o di Gnome...). Attualmente sto ripartendo con la succitata Sabayon, su cui mi sto impratichendo di Gentooaggine a poco a poco. Tanto per provare, avendo già KDE sul fisso a questo punto, provo a installare con Gnome e non KDE.
  7. Aerys II

    Funny Games

    Mah, secondo me in dvd non ti perdi granché dell'esperienza, anzi è forse meglio... Quando l'ho visto io, eravamo in sala in sette (poi ridotti a cinque dalla prematura uscita di una coppia di anziani evidentemente fuori posto fin dai primi secondi, che se ne sono andati al momento dei titoli di testa), penso che parte dell'apprezzamento derivi anche dal vederlo senza troppa gente attorno. Insomma, forse in dvd è anche meglio.
  8. Aerys II

    Capitolo 6: Strani incontri

    Eh, è permalosetto, sì...
  9. Aerys II

    Funny Games

    Visto oggi, assieme a Lady Isabel, e devo dire che con Arancia Meccanica non c'entra una fava. Detto da un estimatore di Stanlio Cubricco come me, questa affermazione potrebbe sembrare preludio a una stroncatura, e invece a me non è dispiaciuto devo dire. Adoro Naomi Watts, questo credo di averlo già scritto da qualche parte, Michael Pitt l'ho sempre apprezzato (sono uno di quelli che non hanno disprezzato The Dreamers), Tim Roth è un mito. Insomma, per quanto mi riguarda, gran bel cast. Venendo al film... Spoiler: L'assenza di colonna sonora, sembra dire "Questo non è un film, è un documentario", e uno quasi ci casca finché Paul non sfonda per la prima volta la barriera tra finzione e realtà (anzi, tra Universo della Materia e Universo dell'Antimateria, saltando subito alle conclusioni e riallacciandomi al dialogo finale tra le due maschere multiple Paul e Peter) e fa capire il senso meta-cinematografico dell'opera. A me è piaciuta questo oscillante altalenarsi tra le dimensioni, questo continuo strappare dal baratro di iper-realismo del film lo spettatore per poi reimmergercelo, così come il telecomando, momento del definitivo ed esplicito "Niente speranza, niente provvidenza, ci divertiamo a torturare questa famiglia modello Mulino Bianco, con mamma giovane e bella, papà che fa a gara a chi è più intenditore di musica lirica con mamma e figlio felice col suo bel cane simpatico". In quel momento si raggiunge l'apice, eppure uno continua a crederci fino in fondo, uno fino all'ultimo continua a pensare al coltello rimasto sulla barca e alle mamme eroine da film d'azione, fino alla definitiva burla (funny game) della stupenda e sbrigativa morte di Naomi Watts, gettata via come una bambola vecchia (Trentasette anni? Trentacinque? Moglie del "Vecchietto", il tranquillo Roth/George sr., il Capitano, quello che avrebbe dovuto fare l'eroe e invece è stato messo fuori uso da subito, e non ha fatto che piangere). Il figlio, eliminato nel tempo di farsi un sandwich, rappresenta un'altra bella presa di distanzadai luoghi comuni: perfino negli horror i bambini si salvano, ma qui no. Qui, dove non c'è colonna sonora (l'unico pezzo esplicitamente di commento sonoro è anche nel cd che Paul fa partire per dare teatralità alla sua caccia al bambino: che anche la prima volta si trattasse in realtà di un ennesimo far sentire l'audio della violenza spostando la camera su tutt'altro?), dove non si capisce se si stia guardando un attore o un maniaco, dove qualcuno ci parla come parla ad Ann, quel qualcuno che ci usa una violenza simile a quella inflitta a George, costretto a stare seduto a guardare con una mazzata iniziale e sbattacchiato qua e là a piacere. Stilisticamente... Spoiler: ...Haneke (si chiama così? ) non inventa nulla: che a non mostrarla la violenza raddoppi l'effetto inquietante, lo si sapeva dai tempi di Velluto Blu, gli si può concedere di aver dato piglio indifferente da documentario alla cosa lasciando la fine del figlio desumibile soltanto da un "Ha cercato di scappare", cosa che di certo il padre non poteva fare, ma in generale credo che registicamente si possa definire "Senza infamia e senza lode", suvvia. Tra i personaggi, riprendendo concetti già accennati... Spoiler: ...abbiamo due categorie, parimente anonime e dunque universali: abbiamo le vittime e i carnefici. E basta. Le vittime sono anonime perché perfette, felici (inizialmente), passive. Ciascuno di noi potrebbe essere una vittima in Funny Games, a suo modo, perché ciascuno di noi teme l'assurda interruzione della propria felicità, piccola o grande. I carnefici sono anonimi e universali poiché indefiniti: non hanno dei limiti, non sono inquadrabili, hanno forse un nome ma niente più. Si divertono a sparare ca**ate sul proprio conto, a dare dieci versioni diverse (e ugualmente ininfluenti/fasulle) delle proprie ragioni (e noi anche a indagarci sulle ragioni stesse: che ragione può esserci per agire come loro? Che scusante potranno mai avere? Nessuna, ovviamente, eppure uno quasi lo ascolta Paul mentre parla...). Non è neppure chiaro se siano personaggi o attori, vista la succitata confusione dimensionale. Non è banalissimo, insomma.[ Perché siano universali le due maschere dei killer, non lo dico nemmeno, si sa: chi non ha mai sognato, giusto un pochino, di vagare a proprio piacimento in un mondo artefatto dove essere instoppabile? Perché, a questo punto lo posso esplicitare, per me il film (non dirò il senso del film, credo sia semplicemente la mia interpretazione) è questo, ed è riassumibile con il dialogo di cui parlavo sopra, un dialogo che parla di difficoltà di comunicazione (a.k.a. noi che non capiamo perché Paul ci parli) tra due Universi, uno vero e uno fasullo, ossia uno di Materia e uno di Antimateria. Peter e Paul sono due di noi, sono due persone reali immerse in un mondo da sogno (il loro sogno, un sogno di violenza grottesca), un mondo in cui la polizia non arriva mai, in cui una villetta dietro l'altra appare in riva al lago su cui possono navigare a vela, in cui una famigliola dietro l'altra è pronta a farsi macellare. Un mondo (e qui arriva, nel finale, un'altra indicazione) in cui non occorre dormire tra un massacro e l'altro. Peter e Paul sono riusciti a entrare nella Playstation, ragazzi. Detto questo, a me non è dispiaciuto. Non do voto, ma non mi è dispiaciuto. Con buona pace di quelli che "E' disturbante", io ho riso in diversi frangenti. Ma sono particolare, si sa.
  10. L'apparenza esteriore, è come il bussare del nostro essere alle porte della altrui percezione: il più vigoroso degli ospiti sarà inizialmente ben poco considerato se si presenterà bussando con poca convinzione, se colpirà l'uscio con debolezza; se invece, prima di infilarsi nella casa cui vuole accedere, l'ospite darà una bella tuonata decisa, allora da dentro lo considereranno da subito con un certo occhio di riguardo. Questo, naturalmente, evitando per semplicità di considerare i citofoni. Non bisognerebbe giudicare un libro dalla copertina, ma spesso è ciò che la gente fa, soprattutto di primo acchito. L'impressione iniziale, istintiva, sebbene non immortale è sicuramente ben radicata e difficile da estirpare, e contamina di dubbio ulteriori possibili valutazioni di un individuo. E' importante, dunque, essendo la vista il senso primario dell'essere umano, apparire in un certo modo agli occhi di chi ci vede per la prima volta. Esiste tuttavia una categoria di persone, io credo, in cui la valenza visiva di questo imprinting è mitigata: alludo a quelle persone ancora prive o quasi di categorie mentali in cui incasellare una persona in base alla sua apparenza, ossia i bambini: quante volte sentiamo dire che i bambini riconoscono al volo le persone buone da quelle cattive? Spesso, mi pare. Allo stesso modo, un cane solitamente scodinzola ai nostri amici e abbaia agli estranei e ai malintenzionati/disturbatori, pur incontrandoli per la prima volta. Perché? Perché un cane non ha categorie, ecco perché, dunque deve fare attenzione doppia nel giudizio. Un cane non si basa esclusivamente su un senso primario (nel suo caso l'olfatto) per giudicare un individuo al momento dell'impatto con la sua esistenza, quindi spalanca la percezione in libertà. Chiaro, questa percezione è limitata in altri modi, ma in generale un cane sente in modo più libero. Così i bambini: non voglio dire che i bambini siano simili a bestie, ma sicuramente sono più istintivi, più liberi, più percettivi. I bambini sentono. Da quello che sentono, deriveranno le proprie categorie, invecchiando come noi e finendo per diventare colmi di pregiudizio. Capita. Come integrare questo discorso nella digressione sull'educazione che (penso si sia capito) è filo conduttore di questa serie di post? Estendiamo il concetto di bambini, e ibridando nuovamente concetti occidentali a terminologia orientale (per comodità: in una cultura di poche parole come quella nipponica è importante caricare ogni singola sfumatura del discorso di significati enormi) parliamo ora di kohai. Il rapporto tra kohai e senpai meriterebbe lunghe divagazioni, e forse un giorno arriveranno, ma per ora mi limito a riportare una brutale traduzione dei due termini, premettendo che dato il sovraccarico informativo della lingua nipponica di cui sopra le traduzioni saranno sempre insoddisfacenti: kohai, da una sbrigativa analisi dei kanji componenti il termine, significa "compagno (hai) che segue (ko)", nel senso di "persona che segue il nostro stesso percorso (lavorativo, di studi, marziale...) da meno tempo"; senpai, significa "compagno (hai, qui letto pai per motivi linguistici) che precede (sen, stesso kanji della parola sensei)", sempre in riferimento a un percorso di crescita. Ecco riportati, tanto per curiosità, i due termini scritti in kanji: Kohai: Senpai: Dicevamo, il discorso introduttivo può essere applicato alla generica categoria dei kohai: un kohai, specie agli esordi, non ha l'esperienza necessaria per giudicare con cognizione di causa un altro individuo (chiaramente nell'ambito del percorso intrapreso), dunque troverà nell'impressione iniziale, quella esteriore, la base per il posizionamento dell'altro lungo propria scala di valori. Ecco che considererà una persona dall'apparenza forte come un pilastro, e al contempo come un punto cui tendere: tutti vogliamo essere migliori, no? Come essere migliori, se non imitando i migliori? Ancora emerge il parallelismo tra inesperto e bambino: non è forse per imitazione che il bambino impara a parlare, a camminare, a vivere? Non sembri dunque frivolo dire che l'apparire (un apparire regolato da un certo stile, non certo l'apparire frivolo del vecchio west) occorre e anzi è fondamentale nell'educazione del kohai. Chiaramente, se la buccia è lucida ma la polpa è marcia, la mela deve essere gettata nel cestino, dunque è chiaro che la sostanza conta molto più che l'apparenza: la polpa (sostanza) nutre, la buccia (apparenza) attira. Il kohai, però, non ancora pronto a "sbucciare" il senpai, non conoscerà la polpa, giudicherà dalla buccia, e solo poi potrà trarre beneficio dalla mela intera. Vorrà essere una mela proprio come quella, e se il senpai sarà un buon senpai, allora il kohai imparerà a migliorare la propria polpa, e anzi si curerà a un certo punto soltanto della propria polpa. La buccia verrà poi: il kohai crescerà bene. Ecco perché i bambini del dojo devono vedermi grande e forte come Raoul, ecco perché è giusto che quando mi vedono con una spada pensino che sono una specie di super-eroe: l'immagine che lascio loro li accompagnerà, nascosta in qualche taschino della loro personalità, per tutta la vita. Forse, quando dovranno scegliere a chi chiedere un consiglio o una mano, quando imiteranno qualcuno, non sceglieranno uno spacciatore per strada. Qualcuno avrà notato, però, come abbia lasciato in sospeso il discorso della percezione più ampia dei bambini. Cosa percepiranno in più, rispetto agli adulti, che allo stesso modo mi vedranno grande e armato di spada? Con cosa percepiranno questa dimensione ignota agli adulti? Come elaboreranno queste informazioni occulte? Cosa li aiuterà a distinguere me (che ho lo scopo, pur senza nemmeno parlare loro, di contribuire a educarli) da un passante identico a me? Pensateci. La vita è un cerchio di cui non conosciamo il raggio, quindi pur percependone l'avanzare (e conoscendo il valore di pi greco) si chiude quando meno ce l'aspettiamo, ed è sempre notevole osservare come le percezioni dei principianti assoluti non siano troppo diverse da quelle dei Maestri.
  11. Vero Aramil, il monologo di Orihime è davvero un bel momento... E Urahara è uno dei più fighi!
  12. Risolto nel modo sopra citato: ridimensionato via GParted la partizione dov'è installato Windows, installato Ubuntu 8.04 sullo spazio libero così creato (avrei potuto usare un'altra distro, ma non avevo mai provato Gnome ed ero abbastanza curioso, KDE ce l'ho già sulla Sabayon...), e Grub ha rilevato l'installazione XP. Ora se ne prende cura e la avvia lui, amorevole come una mamma anatra. Giuro che non dubiterò mai più del Sacro Pinguino, nemmeno per un secondo, e che farò di tutto per diffonderne il Verbo dopo averlo meglio compreso.
  13. Più che lungo è una bella rottura di minc+ia direi... Pensavo in realtà a questo punto di intraprendere la Piccola Via: ho l'hard disk diviso in due partizioni, e via Ubuntu Live mi sono spostato a manina tutti (o quasi) i dati imprescindibili nella partizione D:, tanto per sicurezza. Nel farlo, ho notato come rispetto ai vecchi tempi Ubuntu gestisca la scrittura di filesystem NTFS, nonché ho realizzato che sulla live è presente il tool ntfsresize... Insomma, sto meditando sul ridimensionare C:, installare Kubuntu nello spazio così liberato e pian pianin mandare in disuso definitivamente Windows anche da questo pc (sull'altro (ossia quello da cui sto postando ora) sto attualmente testando con non poca gioia Sabayon Linux). Però mi secca, prima vorrei capire come risolvere sto problema.
  14. Aerys II

    Juno

    Non l'ho visto, e cerco di non girarne il remake. A parte questo, tutti ne dicono un gran bene, dovrò dare un'occhiata.
  15. Il problema dei DNS si è risolto da solo (a.k.a. erano guai Telecom grazie al cielo), ma ora arrivano le nuove grane. Pare che il Boot Record di un pc Windows Xp in casa mia sia andato a cogliere margheritine, e nel farlo sia stato investito da un tir tipo quello nero e indemoniato dei film horror anni '80. Mi trovo col problema di ripristinare il master boot record, ma la procedura standard (accedere con disco di Windows XP alla console di emergenza e dare un fixboot seguito da fixmbr ) non da alcun risultato, il computer rimane non avviabile. Idee, satana onomatopeico?
  16. Per inciso, qui trovi le combinazioni per svolgere diverse funzioni usando il tasto Windows per varie funzioni, bypassando le icone. Tanto per non fare troppo il Tex Willer a colpi di Mouse all'avvio, finché non risolvi.
  17. Che vuoi farci, si fa quel che si può! ;-) Scherzi a parte, grazie della reputa virtuale.

  18. Non sono un Maestro, ma al momento sono un quasi-istruttore, diciamo. Cosa ben più importante sono un Senpai. Non mi monto la testa: non so insegnare nulla né tanto meno so nulla, ho soltanto appreso qualche rozza nozione in alcuni anni. Ciononostante, pur non avendo pretese di sapienza o saggezza, nel momento in cui sono invitato a trasmettere ad altri ciò che è stato trasmesso a me è mio dovere dimostrare il mio rispetto verso Quelli che mi hanno insegnato, verso le loro strategie e modalità, verso la loro ha. Da noi non si impara a fare del male, si impara a divenire persone migliori. Non a essere persone migliori, a divenire persone migliori. Ecco perché quando mercoledì inizierò la lezione di Iaido al mio Kohai, gli farò riporre la spada e gli farò leggere una poesia. Spero contribuisca a cancellare i lati negativi della sua esperienza nell'esercito, spero che capisca che la guerra che impara a combattere ora è di tutt'altro tipo rispetto a quelle cui è abituato. Non so ancora bene quale poesia sarà, non lo saprò prima di mercoledì: un budoka non si prepara mai, poiché è sempre pronto.
  19. Eh Shar, ti sei perso qualcuno mi sembra... Diciamo che dei vecchi amici era tornato.
  20. Ma dai, l'hanno fatta davvero?!? E io che ho sempre disprezzato Oriental Adventures con tutte le mie forze! @K3yserS0ze: Si traslittera wakizashi
  21. Eh, ho capito, ma da qui a gabolare dandogli il Voto di Povertà secondo me ce ne passa...
  22. Mah, sinceramente no... Rassicurati Shar, siamo ancora tutti interi.
  23. ...che per altro è un ladro, quindi direi che non è poi così disinteressato ai beni materiali...
  24. Per inciso bisognerebbe dargli il talento di rinfoderare con una azione gratuita, o ancora meglio di fare sfodero-attacco come azione che ha dei bonus: come insegna tra le varie cose il Cavaliere d'Oro del Toro, l'attacco più forte è quello che parte con la spada nel fodero, e il cuore dello iaido (che è l'arte che sfoggia praticamente sempre Goemon) sta proprio nello sfoderare e colpire con un unico movimento. Chiaro, poi una volta estratta continua a usarla, ma di solito l'attacco "serio" lo fa con un'estrazione, e poi rinfodera. Si potrebbe (se non esiste già da qualche parte) elaborare un talento che permette di impiegare un'azione di round completo per sfoderare, attaccare con dei bonus e rinfoderare. Magari rendere la cosa base di una progressione di talenti di classe: come talento di primo livello si concede un bonus all'azione estrai-taglia-rinfodera, al terzo si può fare prima un'azione di movimento "limitata" (puoi camminare fino al bersaglio e fare la tua azione), al quinto livello permettere di dividere l'azione di movimento prima e dopo il taglio (tipo Spring Attack: cammino, incontro un nemico, lo ammazzo senza fermarmi e proseguo serenamente), e al settimo conferire la mitica corsetta a passi brevi che sicuramente ogni fan di Goemon conosce (tratatatata...SHUISSSSSSSSSSH...ZAN!!!). Solo idee buttate lì, chiaro.
  25. Secondo me la realtà è che andrebbe creata una classe apposita, un samurai fatto bene. Non i parti fantasiosi delle menti americane, ma proprio una classe realistica.
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