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Aerys II

Circolo degli Antichi
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Inserzioni blog inviato da Aerys II

  1. Aerys II
    Abbiamo la fortuna di possedere sinapsi elettrochimiche, il che ci permette di decidere quale dei tanti impulsi derivanti dall'ambiente esterno assecondare. Ne ascoltiamo uno e uno soltanto: la sua parola è legge.
  2. Aerys II
    Inizia (o prosegue?) la pubblicazione di racconti "in continuity" con UDFO su Spacciastorie
    Da oggi online in primo capitolo, breve e introduttivo, di quella che si prospetta essere una non troppo breve novella dal titolo "Il Sentiero", che narrerà la sorte di un personaggio a modo suo non secondario all'interno dell'economia del Diario.

    Per ora, solo una brevissima introduzione, il resto del racconto necessita di essere concluso e revisionato prima di essere reso pubblico. Ma niente mi impedisce di provare a incuriosirvi un po'...

    Al prossimo mese (o prima se fate i bravi) per un altro breve estratto.
  3. Aerys II
    Maestro del Disegno

    Egli aveva ricevuto un dono. Non gli era stato mai consegnato ufficialmente, né si trattava di qualcosa di tangibile: questo era molto importante, perché il fatto che nessuno glielo avesse mai consegnato significava anche che nessuno avrebbe mai potuto portarglielo via. Mai.
    Non ricordava certo il momento in cui era cominciata quella sua avventura, l'avventura di un uomo dotato di un'arte che tutti ammiravano, qualcuno invidiava, moltissimi amavano.
    Tuttavia, aveva la chiara e innegabile percezione di essere nato per quell'arte, di essere veicolo di qualcosa di superiore.
    Egli disegnava, per farla breve. Facile a dirsi, una semplice parola. Eppure, nella sua matita quella semplice parola, il verbo disegnare, assumeva infinite declinazioni: i tratti delle sue opere erano note di una voce cristallina, i volti che incorniciava in lastre di carta erano autentici, perfetti, vivi.
    E così era sempre stato: negli anni della sua infanzia, ad esempio, altri bambini erano bravi a disegnare un sorriso, lui lo sapeva. Nessuno di loro però, per quanto si sforzasse, riusciva a far sorridere veramente i volti delle proprie figure. Ecco, figure, questo abbozzavano gli altri: solo figure. Le sue invece, erano molto di più, erano ritagli di un Universo lontano, un Universo vivo e palpitante, smisurato e tuttavia accogliente. Egli non raffigurava, egli creava: c'era una sostanziale differenza. C'era differenza tra i draghetti fiammeggianti sputati dalla penna delle altre persone, e i suoi Draghi, eleganti e belli e terribili, vincolati al foglio di carta da qualche incantamento potentissimo, non certo semplici macchie di colore... C'era differenza tra le traballanti pareti dei castelli altrui e le solide mura dei suoi: quelli non si abbattevano tanto facilmente...
    Foglio dopo foglio, viveva regalando agli occhi altrui quegli scorci di dimensioni inarrivabili: bruciando il carburante dei propri sogni egli alimentava una fornace di creatività, o meglio di Creazione: egli era un Eletto della Creazione, uno di quei rari uomini prescelti dal Signore (o da chi per Lui) per continuare la propria opera, uno di quelli destinati ad annoiarsi del grigio del Mondo e a scegliere di contribuire a farlo più bello, destinati ad aggiungere dettagli a un Universo altrimenti spoglio. Ecco perché di quella sua magia faceva dono a chi ne voleva: una volta compreso il suo immenso potere, aveva deciso di mostrare a chi ne aveva bisogno che i sogni, da qualche parte, sono destinati a prendere vita.
    Aveva tanti amici, tante persone gli volevano bene. Ecco perché quando sparì tutti vollero cercarlo: sembrava impossibile che se ne fosse andato... Ancora risuonava l'eco delle sue risate, come poteva non esserci più? Lo cercarono a lungo, sperando all'inizio in uno dei suoi scherzi e pian piano arrendendosi alla propria incapacità di raggiungerlo: nella sua stanza, trovarono pile di fumetti, libri, schizzi, quaderni, matite... Lui però non si vedeva, e così uscirono dalla stanza e lo cercarono altrove. Non lo trovarono da nessuna parte, e dopo un po' smisero di cercarlo.

    La gente era poco attenta ai dettagli, come sempre: l'avevano cercato nel posto sbagliato, o meglio nel Mondo sbagliato. Non avevano notato il disegno sulla scrivania, non si erano soffermati a osservare le mille volte di quegli edifici sinuosi, popolati da migliaia e migliaia di creature fantastiche delle più disparate. Su quel foglio di carta, un grandioso ricevimento era iniziato: c'erano cavalieri e dame, e Draghi in quantità. C'erano sirene e gnomi e spiriti, e diversi nobilotti di provincia, ognuno col suo calice. Tutti erano emozionatissimi, poiché un ospite di riguardo era arrivato, e occorreva rendergli omaggio nel migliore dei modi. Gli dovevano moltissimo, gli dovevano tutto: gli dovevano la loro stessa esistenza. Perfino qualche re si stava inchinando in direzione di quell'ometto sorridente, in direzione di quell'uomo dotato di due maestose ali di fenice, un grandioso angelo pronto a spiccare il volo nel cielo limpido e azzurro. Se avessero guardato attentamente, quelli che erano venuti a cercarlo si sarebbero accorti della familiarità di quel volto, l'avrebbero riconosciuto in mezzo a quella marea di piccole figure dettagliatissime. Egli era là, minuscolo eppure titanico tra le sue creazioni, incontrastato imperatore della fantasia. Egli era là, libero dai vincoli della realtà limitata delle persone comuni: ora che aveva disegnato un Cielo proprio, Claudio poteva volare finalmente senza limite alcuno.


    A Claudio “Gideon Rowhan” Trangoni, Eletto della Creazione, Maestro del Disegno e persona unica. Ovunque tu sia ora, possa la Fenice accompagnarti.

  4. Aerys II
    C'è chi mi chiede da dove trovo ispirazione per tante storie (anzi, per tante ca**ate direi). Non lo so, non so quando ho iniziato a scrivere né come.
    Ecchissenefrega in fondo?
    So solo che per quanto indietro vada con la memoria, trovo sempre una storia scritta da qualche parte: ecco allora che potrei rievocare il ciclo di parodie di Batman con cui svolgevo la mitica traccia Tema a piacere alle elementari, o potrei cercare di ricordare com'erano le vicende degli Amici Parolaccia, elaborato pantheon dalla volgarità sconcertante con cui attorno ai sette anni stupivo la mia comprensiva madre (di quelle vicende, che se poteste sentire vi chiarirebbero molte cose sulla mia psiche disturbata, mi ricordo il neologismo "Drinare" a intendere "Suonare il campanello": ero già un genio ).
    Cercando tra i ricordi di un'era più recente, frugando dunque tra i meandri di hard disk dimenticati da secoli, si trovano cose risalenti alla fine degli anni '90 (avevo 14 anni mi pare) tipo questa:


    Cento tori contro l’argento

    Era mezzanotte. Stavano ancora risuonando gli ultimi rintocchi del campanile, quando uno chef-illusionista scese da una vettura di formula uno ed esclamò: “AAAAAAAAAMANEEEEETTA!”. Un topo, vista la scena, commentò: “Che mi prenda un coccolone!”. In quella due giovani panda minori iniziarono a cuocersi un toast.

    Morale: Puoi impegnarti quanto vuoi che c’è sempre qualcuno che ti fa fare la figura del cogli°ne. E non fatemi aggiungere altro.



    Ecco, se consideriamo che non mi drogavo per niente, la cosa ha dell'incredibile...
  5. Aerys II
    Lo Iaido è un'arte eccezionale, secondo me. Al di là dell'antica valenza culturale, al di là della bellezza intrinseca dell'immagine di un uomo con la sua spada, al di là dei benefici psicofisici che sa donare a molte persone, la bellezza di tale disciplina risiede (a mio modestissimo parere) nell'intimità che regala: premessa una certa conoscenza marziale generica, per così dire, ossia supponendo già acquisita la forma mentis dello studente di arti marziali, e avendo acquisita una certa rapidità di apprendimento, l'apprendimento dello Iaido è squisitamente personale.
    Lo Iai-do, ovvero via dell'estrazione, ma anche (omofonicamente) via dell'esistenza armoniosa o anche via dell'unione (con l'avversario) va appreso in solitudine, è il coronamento di una vita solitaria, ne è causa ed effetto. L'atto di imparare da soli (chiaramente una volta instradati da chi viene prima di noi) è detto "risveglio del Maestro interiore": in potenza, tutti noi siamo dei Maestri (in qualche campo), ma prima di insegnare ad altri sarebbe certo il caso di insegnare a noi stessi, no? Ecco dunque che lo iaidoka trascorre la maggior parte del tempo allenandosi nella sua mente: credo che un buon 75% del lavoro dello Iaido sia interiore, si parla di controllo della respirazione e della contrazione, di equilibrio, di calma, di una miriade di dettagli che la mente deve elaborare. Un tempo, la pena per un movimento troppo brusco o una distrazione anche lieve in duello, era la morte. Calma. Calma. Calma.
    Esiste un ulteriore Maestro per il budoka: c'è l'ovvio Maestro Esteriore (e immagino tutti possiate intuirne il ruolo), esiste il Maestro Interiore di cui abbiamo appena parlato, ed è presente infine quello che taluni chiamano Maestro Universale.
    E' il Mondo, l'Universo, la Natura.
    Ecco con quale spirito poco fa, non senza rilevare l'affinità dei tre Maestri del Budo Classico Giapponese con i tre Conflitti del Karate di Okinawa (l'arte dei contadini, dei pirati e dei pescatori di un'isoletta sperduta è mentalmente affine a quella degli shogun e dei ricchi vassalli del Sol Levante: ha del notevole), mi sono avviato con il mio iaito lungo un sentiero immerso nei campi.
    C'è del verde, dietro la mia casa: mi separa dalle montagne all'orizzonte, ed è tagliato con irregolarità da un fiumiciattolo calmo.
    Un posto ideale per stare in santa pace, almeno finché non ci costruiranno degli orribili condomini in mezzo...
    Camminavo tranquillo, non senza notare una nuvola blu alta in cielo, alla mia destra. Passo dopo passo, la lama celata dal fodero ben annodato e dalla sacca viola scuro che lo protegge, già mi immergevo nei pensieri: troverò l'erba troppo alta? Troverò del fango? E intanto il cielo si raddensava.
    Il primo tuono si è fatto sentire che avevo appena superato le vie deserte dell'isolato in favore della strada bianca. Camminavo e camminavo, ogni tanto alzavo lo sguardo e vedevo il cielo inesorabile. Ho camminato un quarto d'ora, credo.
    Sono arrivato al posto. Una folata di vento freddo mi ha portato aria di pioggia. Altri tuoni, più vicini.
    Mi sono girato, e sono tornato a casa: allenarsi ogni giorno è saggio, ma ancora più saggio è evitare di sollevare trecento volte un parafulmine giapponese sotto un temporale.

    Ho fatto un passo lungo la via della katana.
    Potrei dire "un altro giorno è passato": sarebbe perfettamente la stessa cosa.


    Spoiler:   Ciò non toglie, che un giorno o l'altro ci torno e lo faccio sul serio.
  6. Aerys II
    La mia carriera di prostituta letteraria prosegue.
    Anzi no, non è vero: intanto non ho una carriera, e secondariamente non mi ritengo un voltafaccia.
    Ricordo ai tempi delle superiori, quando a una traccia dal titolo che faceva più o meno "La fantasia fa ca°are, il moderno è una figata" risposi con uno svolgimento del tipo "Ma non diciamo ca**ate, va..." e presi un nove e mezzo, mentre quasi tutte le mie compagne di classe, che aderendo al movimento noto come "lecchismo intellettuale" avevano fatto temi tipo "Sì, ha ragione come sempre prof!", tornarono a casa con le pive nel sacco.
    Cosa insegna questa cosa? Intanto che le mie compagne di classe spesso facevano figure meschine, specie cadendo in tranelli di insegnanti sagaci e vagamente ostili al loro perbenismo come quella, e poi che uno se scrive ciò che pensa non sbaglia mai.

    Questo per dire con un largo giro di parole che ho scritto un paio di racconti calati in un'ambientazione che non conosco, Midnight.
    Me ne parlano molto bene, ma ne so pochissimo.
    Perché ci ho ambientato dei racconti? Innanzitutto, per fare un favore a Dees che mi sembrava ci tenesse alla cosa, secondariamente perché se uno ha le idee, gli archetipi, poi svilupparli non dipende dal contesto. Chiaro, ci sono dei limiti, ma penso che gli stessi fiori crescano altrettanto bene su terreni diversi, purché vengano curati a dovere... No?

    Ok, la botanica è più complicata in realtà, ma spero di essermi spiegato.

    Gloria all'ipnorospo.


    P.S. Nel caso voleste leggere i racconti, uno lo trovate sul mio molto elitario blog http://lospacciastorie.blogspot.com e l'altro è top secret, nel senso che partecipa al concorso di un forum e non penso di poterlo sbandierare ai quattro venti prima dell'esito dello stesso. Prima o poi, se vi va lo leggerete.
  7. Aerys II
    Non sono uno di quelli per cui "è bello se non si capisce": mi piacciono le opere letterarie/poetiche/cinematografiche/altro che facciano lavorare le meningi, ma ritengo che solitamente un senso, un significato, si possa e debba trarre dalle opere.
    Chiaro, l'ambiguità è bella. C'è però chi non sa coglierla, o peggio la coglie e ne è spaventato, e me ne rammarico.


    velo pallido
    gocciare di ciliegia
    prima d'estate


    Vi sembra forse immorale?

    Spoiler:   C'è chi l'ha letta come una storia di sesso... Evidentemente pensano che le parole siano messe giù a caso. Sono felice, in ogni caso, di aver instillato il germe del dubbio in tali lettori: essere ritenuto disturbante è quasi come essere amato, da un certo punto di vista.

  8. Aerys II
    Siccome ho rotto tanto a SamiraH perché creasse un topic di segnalazioni letterarie, ho deciso di sfruttarne un paio. Uno dei due componimenti non mi convince particolarmente, devo ancora rivederlo.
    L'altro l'ho inviato a chi di dovere.
    Siccome la partecipazione al concorso relativo a questo secondo componimento non è preclusa da un'eventuale pubblicazione online potrei anche ficcarlo da qualche parte, ma preferisco tenerlo lì, tanto non ho urgenza di dare visibilità alla cosa.
    Se a qualcuno interessasse, un pdf "demo" è lì pronto ad essere spedito.

    E il titolo di questo post? Beh, non è messo a caso, ma mica ve lo vengo a spiegare?

    Gloria all'ipnorospo.
  9. Aerys II
    Terminato un racconto non brevissimo, Il Ritratto dell'Angelo, sul solito blog.

    Vi pregherei di leggerlo prima di, eventualmente, aprire lo spoiler...


    Spoiler:   La terza parte, riassume i vari indizi lasciati qua e là, e completa l'opera di progressivo incupimento che ho voluto conferire: se la prima parte è prettamente "delicata", limitandosi al punto di vista di una bambina inconsapevole, la seconda già spezza l'atmosfera con l'iniziale immagine del cadavere gonfio della madre. E' la terza, infine, a farsi portatrice di sangue e follia. Parallelamente all'oscurità che va infittendosi (ripresa nei riferimenti al tramontare del sole nella terza parte), si delinea in una proporzione inversa il tema della consapevolezza. E' un percorso che mi piace fare, o meglio che ho intenzione di riprendere: il racconto è diviso in diverse parti, e in ciascuna si fa più acuta la percezione delle cose da parte dei protagonisti, o meglio del lettore. Questo, inevitabilmente, fa scoprire l'orrore. Così, se nella prima parte il quadro è una bellissima sorpresa per Emily e per chi legge, nella seconda diventa quasi un'innocente ossessione per la bambina (e inizia a dare spazio a indizi per il lettore), e nella terza si svela come l'incarnazione della follia del padre, che ormai precipita a valanga in un oblio di cui non siamo sicuri: saranno visioni allucinatorie, le sue? Saranno davvero immagini di altri mondi devastati da infinite variazioni dell'Apocalisse? Non lo sappiamo.
    Ciò che sappiamo, e qui sta l'ultimo e reale tema, è che la sua opera degenerata è vana: non c'è modo di evitare il decadimento, la morte. Il tempo scorre, e noi non possiamo ingannarlo. Così, la tela che ha prodotto con tanti folli sacrifici, l'altare alla vita fatto di cadaveri, non è altro che un'illusione, un pezzo di materia destinato, come tutto, a sparire.

    Almeno, questa è a grandi linee la mia idea.

    Riguardo alle indicazioni geografiche e storiche, ho voluto renderle palesi solo in questa terza parte...


    Spoiler:   Per i bambini, il cronotopo non ha senso, come asserisco esplicitamente nella seconda parte, ed è dunque nella parte in cui compare il PoV del padre, adulto, ad avere senso l'inquadratura. Questa non è esplicita, ma per chi conosce la storia d'Irlanda (sappiamo con certezza di trovarci di fronte a personaggi irlandesi dalle ultime righe) la presenza (o meglio, il ricordo) del "Re Parnell", unitamente a "Sackville Street" (vecchio nome della via principale di Dublino) da un'idea, volendo indagare un attimo, riguardo gli anni d'ambientazione...
    Qualche piccola citazione qua e là...

    Spoiler:   Una su tutte "Nell'uscire dalla porta, egli causò un riflesso", immagine presa dall'immenso INLAND EMPIRE, del regista David Lynch. Per altro, Lynch è anche il nome di un personaggio secondario del Ritratto dell'Artista da Giovane di Joyce. Opera in cui si parla del "povero Re Parnell". Una combinazione, ma mi faceva piacere sottolinearle.

    EDIT: Dimenticavo!

    Spoiler:   La figura del Divoratore di Sogni è ispirata al Baku, mostro della cultura sino-giapponese che si nutre di sogni (belli e brutti). Non ha una valenza prettamente negativa, e si dice possa guarire da diversi mali. Anche una delle immagini ritratte dal pittore, il cetaceo scheletrico, è ispirato a una creatura del mito nipponico, ovvero la Bakekujira. Entrambe le creature sono descritte in Enciclopedia dei Mostri Giapponesi, di Shingeru Mizuki. Emily, invece, me la immagino simile alla bambina sulla copertina di Images & Words, dei Dream Theater, pur avendo il nome della protagonista di una canzone dei Pink Floyd.
  10. Aerys II
    L'idea di pubblicare un racconto al mese sembrava molto gestibile, ma non avevo calcolato gli altri impegni numerosisssssssssssssimi...

    BTW, è arrivato il racconto di Febbraio. Chi volesse dare una letta, lo trova su
    http://lospacciastorie.blogspot.com/

    Besos!
  11. Aerys II
    Sarebbe bello a questo punto scrivere un intervento sulle molteplici incarnazioni fantastiche che l'intelletto umano può assumere: incubi, deliri, sogni, poesie, fraintendimenti... Sono innumerevoli le inclinazioni che il deltaplano del pensiero può assumere nei suoi voli.

    Sarebbe appropriato con lo spirito di Dragons' Lair?
    Io dico di sì, ma finirei per dire cose che tutti voi sapete, credete, immaginate o pensate di conoscere.

    Meglio una riflessione un po' amara, la riflessione di uno che si sente riferire di come ci siano persone qui che arrivano a fantasticare su sue ipotetiche relazioni da cui derivano favoritismi sul forum, o altre che forse limitandosi a ciò che è alla loro (limitata?) portata permette loro di cogliere, si spingono a fare illazioni su atteggiamenti che dire infantili sarebbe poco.

    Limitiamoci a smentire queste due voci.
    No: non ho alcun rapporto con nessun membro femminile dello staff.
    No: non "scambio reputazione con i miei amici".

    Voi che l'avete pensato (e che naturalmente siete andati a dirlo ad altri, non a me di persona), decidete dove preferite essere inseriti: ho due elenchi tra cui scegliere, quello degli ingenui e quello degli stron*i.

    Grazie per l'attenzione.
  12. Aerys II
    "Il 2008? L'anno della patata. E non solo", titola il Corriere della Sera, e io mi emoziono un po'.
    Soprattutto per quel "non solo".


    Sì sa: noi siam di bocca buona, ci piace il... Beh, per la fine dell'adagio scrivetemi un mp.

    Buon Anno della Patata, patatini miei!
  13. Aerys II
    ...o forse "Lessico Famigliare"?
    O addirittura "Jessica Fu Migliore"?
    Non è ben chiaro.

    Recentemente, su Libere Associazioni, ho posto una domanda bizzarra (strano, eh?) ma accolta con molto entusiasmo da voi plebei scalzi e maleodoranti: nell'intimità, avete mai usato/vi hanno mai dato un soprannome al pistolino?
    Ovviamente sì.
    Sono emersi inquietanti scenari (da ovvie metafore aviarie a gradi militari...), ma soprattutto è emerso come sia spontanea, all'interno di una coppia, la nascita di (e qui torniamo al titolo) un personale vocabolario.
    Ecco quindi che se dirò alla mia ragazza "Ho comprato i Kinder Happy Hippo", lei saprà di che parlo, così come io capirò al volo il "Divieto di Balneazione"... Non parliamo poi di "Josephine"!

    Credo faccia parte della "Complicità", parametro che a sua volta rientra nei meccanismi che mandano avanti tutto l'ambaradan del duo.
    O del trio, del quartetto e così via: il discorso si adatta naturalmente ad ogni agglomerato umano.

    Ma se si vuole parlare di pistolino, generalmente ci si ferma al duo.

    Evviva il rumore.


    P.S. Per inciso, esperienze di vita vissuta saranno ben accette nei commenti.
    Se vi vergognate di ammettere che nell'intimità vi riferite al vostro membro virile chiamandolo "Il Bastoncino tutta forza che piace tanto alle mamme", potete sempre ricorrere alla pletora di menzogne tipiche di queste tematiche: "a un mio amico è successo", "dicono che molti", "le voci nella mia testa dicono che", "su Baywatch una volta ho visto che", e così via.
  14. Aerys II
    Questo blog è un po' come un ipotetico bambino di sette anni che mi piomba in casa e mi dice "Ciao papà, ti ricordi il capodanno del 2000? Sorpresa! Mamma dice che non le servono alimenti...".
    Insomma, un effetto collaterale di qualcosa di divertente.

    (...pausa riflessiva per cancellare la terrificante ipotesi di prematura paternità dalla mia mente...)

    Dicevo, un effetto collaterale.
    Non sgradito, naturalmente (non quanto lo sarebbe l'avverarsi dello sconcertante scenario di cui sopra, per lo meno), ma comunque imprevisto, e da affrontare.
    Ho voluto la tessera DL? Bene, mi cucco anche questo nuovo blog.
    Non è il primo blog della mia carriera (ne trovate ad esempio uno qui), quindi lo definisco "Ridondante": a rigore, se un blog venisse utilizzato come si suppone venga utilizzato, non ne servirebbero due.
    E' un diario, non servono due diari a una sola persona (salvo voler ripetere le gesta di Laura Palmer).

    Inutile, quindi? Sarà questo l'unico intervento?
    No, non credo proprio.

    Ho trovato una soluzione.
    Quale soluzione?
    Schizofrenia, ovviamente!
    Un diario per ciascuna personalità, uno per ciascuna sfaccettatura della mia presenza in rete (che poi saranno due o tre al massimo, ma va bene lo stesso).

    Questo blog, quindi, non è mio.
    E' il blog del Re Folle, e di conseguenza il vostro.

    Ora vado a preparare il pranzo per mio figlio, buona giornata.
  15. Aerys II
    Sì, c'è sempre qualche macchia sulla tua vita.
    Anche quando tutto sembra andare bene (dunque quando ti illudi che vada bene, perchè i problemi veri, quelli seri, li puoi solo ignorare per un po'), a ben guardare c'è un alone come di caffè, sulla tua vita.
    Allora che fare?

    Puoi scegliere: puoi ricordarti dei problemi veri, quelli seri, quelli che non si risolvono; puoi iniziare a lamentarti di quelle piccole macchioline fino a farle ingrandire, fino a dilatarle piangendoci sopra; puoi voltarti dall'altra parte, anzi, verso il cielo, e ringraziare che non sia invece piombato sulla tua testa una nuova mazzata, che non sia stato inciso per te un nuovo problema di quelli veri, di quelli seri.

    Oggi mi mangio una fetta di panettone, ringrazio letteralmente che un paio di persone siano ancora vive in questa fine del 2007, e penso che se un cavolo di lettorino mp3 centrifugato è il prezzo da pagare alla sorte per questo in termini di "bilancio gioie/dolori", allora mi è andata decisamente bene.

    A saperlo, l'avrei centrifugato prima!
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