Concerto metabolizzato, dopo 24 ore dal ritorno a casa da Bologna: grandissimi.
Il batterista è un genio, una fo**uta macchina (sposta accenti con facilità disarmante, facendo alla fine lui a mio avviso il grosso del lavoro strumentale), basso e chitarra ipnotici come di consueto... Maynard spaziale, un vero animale da palco: emotivo, tecnicamente strepitoso, matto come un cavallo.
Un artista strepitoso e fuori dagli schemi.
Concerto non troppo lungo, ma nemmeno corto. E' durato il giusto per riempirmi di sudore senza uccidermi per un pelo (caldo, caldo, caldo... la folla mi pressava senza sosta, in un pogo disumano che sapeva di metallo e di psichedelia, in un mare di corpi...). Hanno sfoggiato brani presi da ogni album, praticamente, partendo con la malatissima e nuova "Rosetta Stoned" e chiudendo come di consueto con il cavallo di battaglia "Aenima".
Nel mezzo, un caleidoscopio praticamente ininterrotto di cori, pogo, luci, tempi dispari e arpeggi malati.
Nel mezzo, grandissimi pezzi, feedback e bassi a palla.
Nel mezzo, sedici anni di storia di un gruppo d'eccezione, inclassificabile.
Insomma, un'esperienza eccellente. I Tool non sono i soliti metallari da headbang, nè i soliti prog da assoli di un quarto d'ora, regalano sofferenza, delirio, maxischermi psichedelici, chitarre ribassate, riff ipnotici, tecnica, rabbia, divertimento, noise...
Un concerto da otto e mezzo, per lo meno.