Beh, ma si sa che gli scout sono "amici del prete" (passatemi la semplificazione), non vedo perché andare vivere delle esperienze con loro se non se ne condivide l'ideologia.
Io non sono mai stato "amico del prete" (passatemi sempre la semplificazione, su), non sono mai stato Scout né mai ci ho pensato perché la cosa non fa per me e perché non condivido le loro ideologie. Penso che se uno come me fosse stato "costretto" a fare lo Scout non sarebbe semplicemente arrivato al momento della Partenza (che arriva, mi pare di capire, dopo l'età per cui si può dire "Basta mamma, non ce la faccio più, mi sono rotto i co*lioni" da persone mature), perché si suppone che prima della convenzione sociale arrivi il buonsenso: mi rompo lo stracacchio ogni volta che si va a Messa? Smetterò di andarci, non aspetterò il momento in cui arriva Don Pedro a chiedermi "Soldato Joker, tu vuoi bene alla Vergine Maria?" per farlo. Come dice tra le righe Merino il Sagace, non serve professarsi cristiani per agire con compassione "cristiana", così come (aggiungo io) non serve essere Scout per piantare una tenda, stantuffare una giovincella e suonare la chitarra acustica dopo aver cancellato delle pitture rupestri credendo fossero opera di una banda di vandali, nonché per tutte le altre attività Scout. Se per essere formalmente Scout occorre professarsi X Y Z, vorrà dire che chi non è X Y Z non potrà esserlo. Altrimenti saremmo tutti Scout: portasse solo vantaggi e divertimento che attività formativa sarebbe? Una qualche forma di impegno/sacrificio/costanza ci dev'essere, credo.