Lentamente riapro gli occhi, la vista annebbiata come se gli occhi mi si fossero seccati. D'istinto provo a tirare un respiro, ma è come se l'aria non possa fluire più attraverso il mio corpo, i polmoni rinsecchiti. Eppure non avverto dolore, fastidio, paura, o rimorso. Sento solo fame, profonda, e soprattutto un odio feroce che mi sconvolge la mente.
Poi arrivano le parole. Prima scritte sulla pergamena, parole di potere e di scherno, che riescono a far ardere ancor di più l'odio bruciante che avverto dentro. I nomi non mi dicono nulla.
Quindi quelle udite oltre la porta, confuse, enigmatiche, prive di significato apparente.
Infine c'è lui, una creatura dalla forma umana e dalla pelle color della pietra. L'istinto è di ucciderlo, strangolarlo, mangiarlo. Invece sibilo soltanto Chi sei? trattenendomi a stento.
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