Dalla stanza nordorientale, uno stretto cunicolo scende nelle viscere della terra. Un soffio leggero di aria pesante e fresca ne emerge, attirandovi con le sue promesse di requie dal calore tremendo del santuario degli orchi. Constatato come non ci sia più nulla da fare, abbandonate il corpo senza vita di uno dei ragazzi. Un fardello in meno da trasportare. Pare poco, ma fa la differenza, consentendovi di muovervi un poco più veloci. Mentre scendete nell'oscurità più completa, rumori orrobili giungono alle vostre spalle, dove una battaglia si sta consumando. Urla feroci e disperate, grida di morte, gutturali ululati di lupi come se interi branchi siano scesi dalle montagne nelle sale della fortezza grigia. Poco dopo venite raggiunti da due orchi in condizioni così pietose che vi basta un soffio per spegnere le loro vite. Non vi inseguono, fuggono. Hanno arti a brandelli, piedi ridotti a moncherini sanguinolenti, volti come maschere da cui la carne è stata strappata fino ad esporre le ossa sottostanti. Affrettate il passo e vi lasciate alle spalle Xul-Jarak.