Alcuni di voi si occupano di lenire le ferite del duro scontro appena terminato, che rimangono comunque importanti: squarci e tagli che continuano a sanguinare, il dolore di contusioni e fratture, il respiro affannoso. E' comunque andata meglio a voi che ai mannari, i cui corpi sono ritornati alle loro esotiche fattezze umane con il sopraggiungere della morte.
Ed ora che le vostre vite non sono minacciate, potete porgere l'occhio verso un'altra guerra, quella tra gli spiriti degli elementi che abitano il cratere. Sotto il pelo dell'acqua incendiata, scossa da continue ondate di energia e percorsa da tremori irrequieti, si agitano amorfe figure cremisi preda di una frenesia primordiale. Laddove la roccia si spacca e magma rovente fuoriesce, in mezzo a bolle di lava e sbuffi di gas brucianti, corpi di fiamma compaiono e svaniscono in una danza caotica e terribilmente violenta.
Chi tra voi distoglie lo sguardo e si reca alle tende, incontra una macabra scoperta nella tenda centrale: il corpo di un nano privo di vita, il corpo segnato dalla lotta e la gola squarciata. Dorn Crownshield, cacciatore di orchi, ha incontrato la fine dei suoi giorni per mano, o meglio per artiglio, del popolo delle steppe Turani. Il suo corpo è coperto soltanto da stracci ormai laceri, la barba strappata in più punti insieme alla carne delle guance, un occhio manca. Poco lontano un fagotto con i suoi averi, accanto a questi spiccano una bella ascia da battaglia, una corazza di scaglie e un piccolo scudo romboidale di legno rinforzato, tutti di chiara fattura nanica. I simboli della compagnia delle Barbe Insanguinate campeggiano su di essi. In una delle altre tende trovate anche una piccola cassetta, il cui coperchio è inciso con rune di un alfabeto a voi sconosciuto. Il resto sono poche vesti ed utensili di poco conto, lame di poco valore e un paio di archi lunghi di betulla e corno di ottima fattura.
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