Manwar il Mezzelfo
Penso sia passato un secondo, dal momento in cui ho finalmente chiuso gli occhi dal sonno fino a quando li ho riaperti, svegliato dal canto di un gallo poco lontano. Sarà stato il lavoro fino a tardi sulle due pergamene, fatto sta che le lunghe ore nell'ocurità sono trascorse con glifi e colori che mi danzavano dietro le palpebre. O forse è solo la disabitudine a dormire lontano dalle confortanti, antiche mura di Skywatch.
Con le membra un po' intorpidite, ma il sonno definitivamente svanito dalla mente, cerco di recuperare dalle cucine una tazza di caffè forte dalle mani amorevoli di Svetlana, che ringrazio di cuore. La colazione verrà più tardi. A questo punto mi inerpico su una delle torri della palizzata, mi siedo tra le strutture di una delle catapulte e cerco la solitudine e la concentrazione necessarie per lo studio della magia, accompagnato dalla brezza del mattino, dalla vista sui prati infiniti e dall'intenso aroma che si sprigiona dalla tazza.
DM