Alhena
Fai due dico a Kattle prendendo posto accanto a Kylee.
Non so se ci si possa considerare proprio amiche, ma ho visitato la sua officina abbastanza volte per le riparazioni delle macchine perché, tra una chiacchiera di circostanza e l'altra, si sia creato quel minimo di familiarità tale da consentirci qualche battuta, sorriso e confidenza. Giornata dura anche la tua? Le dico con un sospiro sbuffato mentre sposto le ciocche bagnate dal viso. L'umore è nero. Mi hanno strappato dal tavolo della cucina nel pieno della cena, l'unico momento desiderato della giornata, quando mi siedo con Brigitte e papà. "Lavoro" aveva berciato la voce di Bonnie al telefono, convincendomi a mollare di malavoglia il piatto fumante a metà. Salvo poi che Bonnie all'appuntamento non si era mai presentato. Un'ora e mezza dopo aveva richiamato liquidando tutto con un "un'altra sera". A quel punto la voglia di rientrare a casa era sparita e i passi mi avevano condotta in automatico al Bar 88.
Non so perché abbia cominciato a frequentare l'88. Non è un posto che mi piaccia, anzi, è esattamente il contrario. Forse avevo bisogno di scendere ancora più in basso nella grettezza di questa città per poter meglio sopportare il resto della giornata. La musica è uno schifo, come al solito, ma Kettle dice che ai clienti piace e questo basta. Alla fine un po' di umanità l'ho trovata anche qui, non solo Kattle. C'è Marisa, una delle ballerine, dal sorriso sincero e angosciante allo stesso tempo, per via delle labbra artificialmente turgide. Fred, uno dei Dj che bazzica il sabato: all'inizio avevo dovuto tenerlo a bada, poi aveva diretto l'ormone altrove e ne era nata una piacevole amicizia.
@Cronos89
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