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Dedalo

Circolo degli Antichi
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  1. Dedalo replied to Dedalo's post in a topic in Dungeons & Dragons
    Fair enough. Ma si può essere malvagi solo per le prime o anche solo per le seconde? Ma l'allineamento che "aveva" perchè lo aveva? Per le azioni o per i fini? Perchè se le azioni, come dici, non bastano a sviarlo dal suo allineamento, significa che queste non lo costituiscono. Ciò significa che su un piano logico la morale malvagia ha un peso maggiore di quella buona. Come ti poni rispetto a ciò? Quindi un CB ucciderebbe con sommarietà? Diventano tali per le loro azioni o per i loro pensieri? Perchè gode del dolore altrui. Un'estrema codardia e il timore a cui essa si accompagna d'esser colpito dalla legge, morale e giuridica, può impedirglielo eccome. E di gioco stiamp larlando. Il paladino che si imbattesse nel detto contadino come lo individuerebbe a tuo avviso? E se invece d'essere un malvagio fosse un personaggio di cui non conosci l'allineamento? Come lo giudicheresti? Quindi il fine malvagio rende tutto malvagio, mentre il fine buono non necessariamente? Confermi, dunque, che sul pianmo logico, scevro da conettualismi etici, la malvagità ha più peso della bonta. Google is your friend. Il credo è l'etichetta che si dà alle proprie azioni secondo il fine, questo emerge dalle tue parole. Ergo conta il fine. Come il fine. Quindi prevale il fine, ciò che egli ritiene più importante nel lungo termine. Rispondi e ti risponderò, per correttezza credo sia lecito chiederlo, visto che ho posto io la domanda in prima istanza. Ma cosa accade se tale mutamento interiore non avviene? Ciò significa che talvolta il fine giustificherà i mezzi, giusto? Di occasioni per fare il bene ce ne sono a iosa in D&D come nella vita reale. Eppure...
  2. Dedalo replied to Dedalo's post in a topic in Dungeons & Dragons
    Questa è una petizione di principio. Perchè affermi che sia malvagio? Per ciò che pensa o per ciò che ha fatto? Ma le azioni per sè stesse? Inoltre, posso ribaltare il discorso: chi agisse facendo del male ma perseguendo il bene, ad esempio un agente sotto copertura, secondo il tuo punto di vista sarebbe buono e compirebbe azioni buone? Troppo semplice. Parliamo di soggetti non affiliati ad alcunchè. E la sua moralità da cosa è dettata? Dalle sue azioni o dai suoi pensieri? Una persona che muoia senza aver mai comemsso alcunchè di male potrebbe essere malvagia? Compiendo opere di carità tutta la vita è comunque possibile finire negli inferi? Perchè è malvagio? Ergo un malvagio vigliacco non esiste? O un malvagio furbo che ottiene il proprio tornaconto facendo del bene? E un buono accidioso o anch'egli vigliacco? Poniamo un contadino che vive in campagna il 99% del suo tempo con le sue pecore, e ha uno spirito buono ma mai un'occasione per far del bene. Sarebbe buono? In altri termini, è l'azione o il fine? Siam sempre lì. Pardon? In questo caso..quale? E poi perchè alla prima affermazione aggiungi un'eccezione? Perchè il fine vale solo in un senso? Quindi conta solo il fine. Rimaniamo sui fatti senza se e senza ma. Egli non ha mai compiuto alcun gesto malvagio eppure per te è malvagio: ergo conta solo il fine. Quindi è possibile compiere atti buoni per una vita e finire all'inferno? Non credo tu mi abbia risposto: chi è migliore dei due, moralmente parlando? Poniamo che il riccone che non dà nulla non lo faccia perchè non sente di farlo. E quale legge lo consentirebbe? Quindi il buono che compie azioni malvagie rischia di mutare allineamento, ma così non è per il malvagio che compia azioni buone? Ma può far sì che il fine giustifichi i mezzi, così hai scritto. Ergo ci si merita l'inferno anche avendo condotto una vita integerrima?
  3. Dedalo replied to Dedalo's post in a topic in Dungeons & Dragons
    E se le intenzioni sono malvagie solo per chi le ha? Ad esempio, nell'ipotesi in cui un soggetto goda dell'altrui dolore ma sia un codardo, e si prodighi come medico, aiutando e salvando da morte certa migliaia di vite, sol perchè egli gode del loro dolore mentre le cura? Che significa "diverso da come ci si comporterebbe"? Agire per i propri scopi significa comportarsi..come ci si comporta. Se voglio far colpo su una donna e soccorro un malato il mio atto è sol per questo non buono? Se faccio della beneficenza per un ritorno d'immagine la mia azione è peggiore di chi invece non dà nulla pur avendo miliardi a disposizione? Quindi a tuo avviso un paladino di St Cuthbert potrebbe anche colpire con violenza anche chi covi un animo malvagio ma non abbia mai commesso alcuna azione empia in vita sua? Qui non si tratta di fingere, Klunik, ma di azioni oggettivamente riscontrabili e testimoniabili. Di quelle dobbiamo parlare. E cosa accade al non malvagio che le compie? Quindi, a conti fatti, il fine pur sempre giustificherebbe i mezzi, che egli pur sempre ritiene in generale errati? E cosa dovrebbe fare? Inoltre, questo significa che si è malvagi per ciò che si pensa e non per ciò che si fa? Ma atuo avviso questo "grilletto facile" eventuale sarebbe giustificabile e/o ammissibile?
  4. Dedalo ha pubblicato un messaggio in una discussione in Dungeons & Dragons
    Prendo spunto dal quesito di un altro utente: Voi che ne dite? Potrebbe un paladino colpire e uccidere il soggetto dell'esempio prima che egli effettivamente attenti alla vita del bambino, ove non sapesse delle sue intenzioni? Sarebbe costui individuato come malvagio ad un controllo dell'allineamento? E' il malvagio a fare azioni malvagie, o sono le azioni malvagie a qualificarci come malvagi?
  5. Mi citi un passaggio dei manuali dove la tua tesi trova sostegno? Le sue azioni sono buone e tali rimangono. Vedi sopra cosa? Hai confermato che il fine modifica la valutazione dell'azione. Grosso errore da parte tua. Sei pregato di citarmi il passaggio in cui lo dico, o dovrai ammettere l'ennesimo errore. Dunque, xendor, a questo non hai risposto: gli assassini e i ladri sono per definizione malvagi? Per ogni fazione i propri sono morti innocenti. Come decidi quale guerra ha i propri militanti innocenti? Altro passo falso. Come ti spieghi che nelle regole che hai citato più volte a tuo sostegno, quelle del BoED, il martirio è ammesso come azione exalted adatta e confacente ai paladini? Però. Di che tipo di conseguenze parli? P.S. Legittimo ha una sola "g". Lo dico nel tuo interesse, per migliorare la tua già notevole rendita scolastica. Perché? Non sequitur. Perché? Da come parli pare che la tua conoscenza delle forme di stato e di governo sia piuttosto annacquata. Ma a 15 anni sarebbe straordinario il contrario. Dare una valenza etica ad una forma di governo e/o di stato stato in maniera così semplicistica farebbe rabbrividire qualunque filosofo del diritto e non. Come Letbloodline tenta con scarso successo di farti notare, tu passi da un estremo all'altro. Non abbiamo mai scritto che il fine giustifica i mezzi in ogni occasione, ma solo che il tuo non giustificarli mai sia errato. Affermare qualcosa di diverso dal non andare mai in piscina non è solo dichiarare di andarci sempre, ma anche di andarci talvolta. E che etichetta apponi al fatto che l'esito, tuttavia, cambi? Non usi il termine "giustifica", quindi che termine usi? Non torna valido, dico sul serio, perché non c'è validità in gioco. Infatti le tue affermazioni sono descrittive e non dimostrative. Non hanno aggiunto nulla al discorso. Rileggere per credere. Riprendi le redini del discorso. Ti si chiedeva di giustificare il perchè un fine malvagio rendesse tutta l'azione malvagia, anche in caso di mezzi buoni. Affermare in risposta che un fine malvagio sia più malvagio di un fine buono è...senza senso. Ti si chiede perchè l'aggiunta di barbabietola ad un piatto renda la pietanza nel suo complesso squisita, e tu affermi che la barbabietola è più viola di mele e pere. Sei un campione del non sequitur, e mi sto iniziando a chiedere se tu non lo faccia apposta, sperando ti sia evidente che applicare le regolette di Schopenhauer con me sia, quanto meno, ingenuo. Ancora vorrei sapere cosa è a tuo avviso un'azione malvagia. Ma non esempi, una definizione. Davvero qualcuno ti ha detto una cosa del genere? Sei certo di ben conoscere il fenomeno dell'inquisizione? Sbagli, perché dimentichi che la legge è interpretabile. Sai che la Corte di Cassazione emette sentenze uguali e contrarie financo ad un mese di distanza l'una dall'altra, applicando ed interpretando la stessa, identica norma in casi identici? Come ti poni rispetto a tale realtà? Da diversi anni nel nostro paese. Perché l'inconsapevolezza rende il tutto neutrale? Il paladino può uccidere solo malvagi? Il che significa che il LB si disinteressa in toto della libertà altrui, anche quando questa si allinei alla legge che egli segue? Hai buoni risultati "scolatistici" (sic!), quindi non ti sarà difficile citare il passaggio in cui io affermerei quanto sostieni. Sei in grado di farlo? Hai buoni risultati scolastici, quindi pensavo avessi letto con attenzione. C'è scritto che è un caso di emergenza, e il paziente è in fin di vita. Che analisi avrebbe potuto fare il cerusico con pochi minuti a disposizione, quando servono giorni? Sai che il caso è tratto da un episodio realmente accaduto? Riprova a rispondere. Perché è innocente? Ha comunque ucciso, seppur per errore, poiché ha somministrato una tossina che ha cagionato la morte del paziente, senza possibilità di dubbio. Hai scritto che l'assassino per definizione in D&D è malvagio. Parlavi della CdP? Se parlavi della CdP sei in errore, perché vi hai affiancato anche il ladro, ergo hai affermato che la classe del ladro è sempre malvagia. Se invece parlavi dell'assassino come colui che assassina, hai appena dimostrato che non sempre è malvagio. Come gestisci questa ennesima contraddizione? Macchè. Rileggila. Che tu ci creda o meno, leggere che qualcuno pensa di potermi insegnare qualcosa sulla 3.x mi porta indietro nel tempo, e mi lascia un piacevole senso di nostalgia. Perché è neutrale, se i suoi fini sono buoni? E non voglio esempi, voglio un perchè, per una volta. Altrimenti è come dire: i mammiferi hanno gli artigli. Guarda: leoni, linci e orsi hanno gli artigli. Come se anche gli uomini o le balene li avessero. E' una csa che fai con preoccupante persistenza, nonostante anche Letbloodline te l'abbia fatto notare: esempi in un senso non dimostrano una regola. Devi portarci regole generali e principi etici, non affermazioni apodittiche sorrette da casi limite. Ergo, pensaci bene: hai un principio o una regola generale che dimostri che il fine buono applicato ad un'azione neutrale renda il tutto neutrale? Inoltre, perché hai scritto che solo l'azione determina la valenza dell'azione nella sua interezza, quando poi il fine malvagio rende il tutto malvagio? Le due affermazioni si contraddicono. E ancora, non spieghi perché la scelta di lasciar morire un innocente, quando si scelga di salvarne un altro al suo posto, non sia malvagia, dato che si è comunque scelto di lasciar morire un innocente. E ancora, sei in grado di dimostrare che esistono azioni malvagie di per sé stesse? Questa ultima domanda è molto importante.
  6. A quanto pare i i miei interventi sono troppo stupidi o di scarso valore perché xendor li degni di una risposta. Altrimenti dovrei pensare che non sa come replicarvi. Riassumo in breve i punti che ancora egli non ha chiarito: 1) xendor afferma che il fine malvagio per ciò solo rende tutta l'azione malvagia, indipendentemente dal fatto che l'azione sia buona o meno. Quindi soccorrere dei feriti e aiutare ammalati per un'intera vita, se si gode del dolore altrui mentre lo si cura, (azione buona con fine malvagio, quindi tutto malvagio) è sempre un gesto peggiore che ignorare il prossimo tutta la vita per disinteresse (azione neutrale con fine neutrale). 2) xendor non spiega perché, allora, un'azione buona non renda il tutto buono, per lo stesso ragionamento. 3) xendor ha posto due esempi di affermazioni che dimostrano come a parità d'azione il fine muta la valenza dell'evento nella sua interezza. Però poi afferma solo l'azione determina la valenza dell'azione nella sua interezza. 4) xendor afferma che uccidere un innocente è sempre un atto malvagio, ma non si sofferma sul perché. Prima aveva affermato che anche ferire un innocente è sempre un atto malvagio, poi ritrattando. 5) xendor non spiega come mai i miei diversi esempi, presenti nel mio post immediatamente precedente, di un'azione in cui il fine giustifica i mezzi per un LB non siano adeguati al detto allineamento, affermando laconicamente che si tratta di azioni non da LB, senza altro aggiungere; 6) xendor non spiega perché la scelta di lasciar morire un innocente, quando si scelga di salvarne un altro al suo posto, non sia malvagia, dato che si è comunque scelto di lasciar morire un innocente; 7) xendor, per negare validità ai miei esempi in cui è coinvolto un soggetto che avrebbe apparentemente violato la legge, giunge ad affermare che il che significa che Robin Hood e i Caotici Buoni in generale che rubano sono per ciò solo malvagi. Inoltre anche i paladini che assassinano gli orchi malvagi in aperta battaglia sono malvagi. 8) xendor, dovendosi basare solo sui manuali base, e non potendo richiamare regole varianti e opzionali come quelle presenti sul BoED, non si sofferma su un esempio come questo: Il paladino sa che il negromante è legato a lui da un vincolo spirituale indissolubile, e scopre che privandosi della vita ucciderà per sempre l'odiato nemico. Pervaso dallo spirito della fede, decide di immolarsi con il negromante, togliendosi la vita, e così eliminando la terribile minaccia dalla faccia della terra. Questo sarebbe un gesto buono o malvagio? Ne abbiamo diversi esempi nei manuali. 9) xendor afferma che: ma non spiega cosa significhi per lui "rende giustificate", dato che un mutamento nella valenza etica in positivo del gesto secondo lui non "giustifica" affatto. 10) xendor afferma che esistono azioni malvage di per sé, senza dimostrare come ne esistano al di là del fine perseguito. E' emerso, infatti, che anche la più terribile delle azioni può generare esiti neutrali a seconda del fine attinto. Questi sono solo i principali punti su cui egli sorvola, ergo auspico che altri prendano posizione, o la discussione si chiuderà con un sospetto silenzio.
  7. Qualcuno ha parlato di scale di valori delle azioni? Inoltre, devo ricordarti che tu hai ammesso che l'azione in sè e per sè non vuol dir nulla, dato che anche ferrie, che tu ritenevri fosse sempre malvagio, hai ammessopossa essere un'azione neutrale. Puoi fare un esempio di azione sempre e comunque malvagia, giusto per chiarire? E ancora, è un peccato che tu abbia scritto: Prima era un fine, ora è un'azione. Deciditi. Inoltre, parli come se il fine malvagio per ciò solo debba rendere tutta l'azione malvagia. E mi chiedo, allora, perchè un'azione buona non renda il tutto buono, per lo stesso ragionamento. Sei confuso. Fai una scala delle azioni, e metti al top l'azione buona. Poi mi chiedi se un'azione buona possa migliorare la situazione dal fine malvagio, come se la risposta fosse scontata. Decisamente un caso di non sequitur. Per me un fine buono migliora e giustifica l'azione malvagia. Cosa puoi rispondere a questo? Vedi sopra cosa? Tu hai posto due esempi di affermazioni che dimostrano come a parità d'azione il fine muta la valenza dell'evento nella sua interezza. Me lo sono sognato? Io ho detto di non averti mai contraddetto?!? Rispettare la legge e la volontà dei compagni non è legale? Non vedo come ciò sia chiaro. Puoi spenderci due parole? Tanto perchè sarei io quello a non argomentare! Che contraddizione? Che c'entra l'esempio dei macigni col nuovo esempio? Come mai qui la situazione non è LB? Posso avere qualche spiegazione? Sembra tu risponda a caso. Tu mi hai chiesto esempi ed io li ho portati. Non aveva più Rimuovi malattie quel giorno. Perchè non è LB? Basta uccidere perchè non si sia LB? ? Un ladro è per ciò solo malvagio? Questa è da approfondire. Quindi Robin Hood è malvagio per D&D? Occhio alla risposta. Inoltre, un paladino che assassina un orco malvagio è malvagio? E ancora, sei sicuro di ricordare i prerequisti dell'assassino? Sembri sempre più confuso, in crisi. Ergo anche la vita del paladino stesso, giusto? Ossia? Approfondisci. Cosa intendi per "rende giustificate"? Sei tu a scegliere quelli che sono davvero santi? Come posso esser certo che tu non dica a posteriori che non sono santi soggetti che tu magari ritenevi tali ma che così dopo non ti appaiono quando ti vengano rivelati certi eventi? E ancora non vedo come un soggetto che soccorre i feriti e aiuta i malati per tutta la sua vita, unicamente perché gode del sentire il loro dolore ma è troppo vigliacco per infliggerne, debba essere malvagio, mentre chi se ne frega del prossimo tutta la vita ma nutre un animo sensibile, ma venato da una profondissima accidia, debba essere buono. Hai modo di dimostrare che i manuali sostengono questa tua tesi?
  8. Mi sovviene il dubbio che tu non conosca il significato della parola "inalberarsi". A parte questo, la tua replica mi lascia basito: mi accusi di non controbattere (?!?) e di non saper dimostrare quel che dico (?!?) quando penso di aver fatto più esempi in questa discussione che in qualunque altra. Non a caso sono io ad averti fatto ritrattare ben due volte la tua precedente posizione: o ci sono riuscito per magia, oppure l'ho fatto argomentando le mie posizioni. Ravviso almeno tre errori di fondo qui: 1) chi sostiene una tesi deve fondarla e dimostrarla, non chiedere agli interlocutori di dimostrare il contrario. E' come se io affermassi che i popoli dell'africa siano inferiori a quelli europei, così, e poi chiedessi ai miei interlocutori di dimostrare che sono quelli africani ad essere superiori a quelli europei. 2) non ho scritto che la tua affermazione non sia corretta.. Ti sto chiedendo di dimostrare che lo è, altrimenti è una frase priva di valore, non meno che quella sopra citata sugli africani; 3) porre una richiesta come la tua conduce la discussione nell'ambito del confronto mirante a far emergere "un vincitore", quando non mi pare fossero queste le premesse. Tu sostieni una posizione forte e dai toni assoluti, che per ora ha già mostrato due falle. Ti chiedo, per verificare non ve ne siano altre, di giustificare le premesse da cui muove il tuo ragionamento, altrimenti come posso aderirvi o contestarlo? Dovrei prenderlo per buono, come il "perché sì" che si dice ai bambini? Questo "ho ragione io" è preoccupante, ma sorvoliamolo. Devo farti notare che questa "ragione" non c'è, perché fai affidamento ad un manuale che propone regole varianti, ossia del tutto opzionali, che non esprimono il canone di D&D. Non più della regola che prevede che con 3 20 naturali di fila l'avversario muoia sul colpo. Basarti sulle regole del BoED significherebbe imbastire una discussione sulla regola dei 3 20 di fila: il che è ovviamente portare la discussione fuori dai binari delle regole base, condivise tra tutti, diversamente da quelle, appunto, opzionali ,che sono stretto appannaggio di chi le voglia utilizzare. Dato che qua nessuno ha espresso la volontà di basarsi su regole opzionali, il richiamo ad esse è del tutto inconferente. ancora noto un problema logico non da poco. Hai proposto due affermazioni che contraddicono la conseguenza che ne scaturisce. Ci dici che u'azione neutrale con fine buono rende il tutto neutrale. Poi che un'azione neutrale con fine malvagio rende il tutto malvagio. Poi ci porti esempi che, a tuo dire, confermano le due affermazioni. Va benissimo, ma nessuno le ha contestate. Ti è stato solo fatto notare che se le due affermazioni sono esatte, come i tuoi esempi vorrebbero dimostrare, allora ciò ti va contro, perché dimostra che il fine è in grado di mutare la valenza etica dell'azione. Il che è un giudizio meramente logico, del tutto avulso da soggettivismi etici. Ecco perché ancora non capisco il tuo ostinarti a voler dimostrare affermazioni che ti vanno contro. Questa tu la poni come "dimostrazione". Ora, non so cosa a te abbiano insegnato, ma a me così non pare. Poni una domanda, e ti dai una risposta, alla Marzullo. "Cosa c'è di più buono della barbabietola? Nulla. Ecco dimostrato che è il cibo più buono del mondo". In ogni caso non vedo ancora come un soggetto che soccorre i feriti e aiuta i malati per tutta la sua vita, unicamente perché gode del sentire il loro dolore ma è troppo vigliacco per infliggerne, debba essere malvagio, mentre chi se ne frega del prossimo tutta la vita ma nutre un animo sensibile, ma venato da una profondissima accidia, debba essere buono. Questa è una domanda particolare, perché pecca sotto un fronte: non si basa sulla logica. Chiedendoci di portarti esempi di situazioni da vagliarsi eticamente, ci chiedi di sottoporre al tuo personale giudizio etico situazioni che potrai giudicare come meglio credi. E' come chiederci di dipingere un quadro che a te piace. Potrei proporti 7 esempi: 1) un paladino è in viaggio con sei compagni paladini. Durante la missione i 5 compagni vengono catturati, e sottoposti a un rituale che li tramuterà in macchine da guerra assassine. Mentre il rituale sta per compiersi il paladino superstite decide di utilizzare un potente artefatto che, azionato, ucciderà tutti i presenti, compresi i malvagi e i paladini in atto d'esser trasformati. E' da precisare che i paladini avevano già espresso più volte la loro intenzione e volontà di sacrificarsi ove necessario per fermare la terribile minaccia. 2) Il paladino viene incaricato di trovare e uccidere il colpevole di un grave delitto. Uno straniero ha calunniato la moglie di un conte, creando prove false perché venisse condannata per adulterio, un reato punibile con la morte. Nel corso dei mesi necessari per scovarlo, l'adulterio viene eliminato dalla lista dei reati. Secondo il re questo non priva di gravità la calunnia dello straniero, ergo il paladino esegue la missione. Tuttavia in seguito si scopre che secondo i dettami della legge quando la calunnia si riferisce ad un reato venuto meno per legge anche la calunnia cade. Si è ucciso un innocente. 3) In una situazione simile a quella dell'esempio 2 ci si avvede che il presunto colpevole è vittima di un complotto e che a suo carico sono state abilmente costruite prove false schiaccianti, ma il paladino viene contattato troppo tardi, quando ormai ha già eseguito l'ordine del re. 4) In un regno in cui l'omicidio colposo è punito con la morte, un cerusico durante un'emergenza di pronto soccorso ha somministrato ad un paziente in fin di vita una tossina invece che un anestetico, e viene condannato a morte. Il paladino viene incaricato di scovarlo, perché fuggitivo. Questi, trovato, reagisce con violenza e attacca il paladino, che difendendosi lo uccide eseguendo gli ordini del re. Successivamente la moglie della prima vittima rivela che anche ove gli fosse stato somministrato dell'anestetico, il paziente sarebbe morto, perché vi era allergico. Ergo il cerusico non avrebbe potuto salvarlo in alcun modo, ed è stato vittima di una sentenza ingiusta. 5) Il paladino, invocato da un amico morente, vittima di un male incurabile che porta ad atroci sofferenze e tramuta in zombie malvagi al termine del suo corso, accoglie la sua richiesta e pone fine senza dolore alla sua vita. 6) un marito tradito dalla moglie infedele invoca un duello d'onore all'ultimo sangue, che la legge prevede. Il marito sceglie come proprio campione il paladino, che nello scontro uccide il campione scelto dalla moglie, che, di fatto, muore innocente. 7) un qualunque omicidio posto in essere durante una guerra ingiusta, frutto di un inganno a corte, genera morti innocenti. Da ultimo, per poterti rispondere con l'ultimo esempio mi serve che tu risponda a due semplici domande: a) tutte le vite degli innocenti sono sacre e inviolabili per il paladino? 2) esiste una vita di un innocente che valga più o meno di quelle degli altri innocenti per il paladino? Mi sovviene un dubbio. Tu per "il fine giustifica i mezzi" cosa intendi? A questo ha risposto LetBloodline. E consentimi di rinnovarti l'invito a non usare regole varianti. Ti faccio ritrattare per ben due volte le tue affermazioni con ragionamenti ed esempi e mi becco questo? In ogni caso, premettendo fin d'ora che non vuol essere polemico, avrei diversi esempi tratti da testi storici di persone ufficialmente sante e di rara bontà, non certo gli inquisitori, che dimostrano come il concetto di bontà sia molto lontano da quel che molti credono. Se mi viene richiesto li posterò.
  9. Mi sto allontanando dal computer, e risponderò compiutamente più tardi, ma una cosa devo chiederla: sono io a non leggere una giustificazione alle affermazioni di xendor che ho citato per ben due volte, o sono diventato cieco? Cosa devo fare? Citarle una terza volta? Sono davvero perplesso. Hai risposto al mio lungo posto saltando completamente la parte centrale, la domanda, in cui ti chiedo di giustificare o ritrattare le tue affermazioni che dimostrano come, mutando il fine, muta la valenza etica dell'azione. Addirittura tu le riconfermi scrivendo: Qui il fine buon rende neutrale nel complesso un'azione che, ove diretta a fini malvagi, renderebbe il tutto malvagio. Quindi il fine giustifica i mezzi, tant'è che rende neutrale un'azione che altrimenti sarebbe stata malvagia. Insomma, è nero su bianco, lo scrivi tu che l'azione nel suo complesso è neutrale. Invece cosa aggiungi? Eh....bizzarro. Sembra tu non segua i fili del tuo stesso discorso, e non scorga le conseguenze del tuo stesso ragionamento. In ogni caso ripeto la domanda, magari a LetBloodline: sono io che ho una cecità improvvisa, oppure la parte centrale del mio precedente post è stata saltata in toto? Completamente. Ho chiesto di giustificare o ritrattare due affermazioni, e sono state completamente ignorate. Io le riporto, non si sa mai: Magari è la volta buona e ottengo che le si giustifichi nel loro dimostrare che il fine muta la valenza etica dell'azione, ergo giustifica i mezzi. Oppure le si dovrà ritrattare. In ogni caso abbiamo un nuovo passo indietro di xendor, il terzo ormai, che già di per sé conduce la discussione verso la fine:
  10. Sbagli proprio in questo punto. Poniamo che un nemico di un LB sia un innocente. Ciò è possibile perché egli è legale, ergo un nemico del suo regno o della sua legge potrebbe comunque essere una persona di per sé innocente. Ora, questo innocente è stato catturato da un "Saw" medioevale in stile D&D. Questo folle omicida ha applicato all'innocente un congegno magico e meccanico, che gli impone due scelte: se preme un tasto verrà torturato dal congegno, che gli provocherà un dolore indicibile per alcuni minuti, al termine dei quali sarà liberato e ogni ferita guarirà per incanto. Se egli non riesce ad autoinfliggersi tale dolore premendo il tasto, il congegno rilascerà all'interno del suo corpo un acido che lo scioglierà dall'interno entro un'ora. Il Paladino sopraggiunge prima dello scadere dell'ora, e trova le "istruzioni" del congegno, che il macabro rapitore ha deliberatamente lasciato a uso e consumo dell'innocente. L'innocente, tuttavia, non ha retto al dolore auto-inflittosi e ha perso i sensi. Il Paladino tenta in ogni modo di liberarlo dal congegno, ma senza successo, e vede che manca un solo minuto. Ha due scelte: torturare l'innocente perché poi sia liberato, premendo il tasto, oppure lasciarlo morire in modo orribile. Ritieni che torturarlo qui sarebbe un'azione malvagia? Ti stai inalberando, e questo lascia sospettare che tu non sappia rispondere. Quel che dici è puramente emotivo, e condivisibile solo a chi non si soffermi a leggere i tuoi precedenti interventi. Se fai delle affermazioni e poi non sei in grado di giustificarle, è normale che chi discute con te rimanga perplesso. Qui si parla di logica. Se fai delle affermazioni che seguono una tua logica, devi poi poter dimostrare che portano alle soluzioni che tu proponi. Se ti si chiede di far collimare affermazioni discordanti non puoi imbastire un panegirico solo perché la soluzione proposta dal tuo interlocutore ti ripugna: è un dato di partenza che le nostre posizioni sono contrarie, ribadirlo sol perché non puoi controbattervi non aggiunge nulla al discorso. Anzi, è proprio perché stiamo tentando di mostrarti una diversa ottica che stiamo discutendo. Se arrivati al dunque ti ripugna una conseguenza logica ed ineccepibile dei nostri ragionamenti posso anche capirti, ma devi accettarla per onestà intellettuale. Ora, mi trovo a chiederti per la terza volta di dimostrare logicamente la collimanza delle seguenti tue affermazioni col decantato principio secondo cui il fine non muta la valenza dell'azione (e quindi non giustificherebbe i mezzi), valenza che, tuttavia, tu stesso proponi: Per "giustificare" le precedenti affermazioni dai per scontate le seguenti dichiarazioni: 1) un fine malvagio rende il tutto malvagio: il che è da dimostrare; 2) un fine buono non rende tutta l'azione buona: il che è da dimostrare. Ma c'è di più: qui non si discute sulla validità o meno delle tue asserzioni, che può essere lungamente discussa, dato che ancora non hai neppure dimostrato che uccidere un innocente sia sempre un'azione malvagia, quando hai già dovuto ammettere che ferire un innocente non è sempre un'azione malvagia. Qui si discute di un'altra cosa importantissima: sulla coerenza e logicità del tuo discorso. La logica è assolutamente avulsa dai personali giudizi di valore, che variano da persona a persona e non possono portare a nulla di condiviso: si basa su un canone proprio di collimanza mentale comune a tutti, quindi base fondamentale per uscire dalla propria nicchia di pensiero e allargare il proprio orizzonte. Ora, questa collimanza manca nelle tue affermazioni. Come si può leggere, tu proponi due statuizioni dove, a parità d'azione neutrale, il fine muta la valenza del'azione nel complesso. Nel primo caso il fine buono rende tutto neutrale, nel secondo caso il fine malvagio rende tutto malvagio. Tu poi porti esempi dell'uno e dell'altro, ma così non fai che dimostrare che le due affermazioni possono essere esatte. E questo ti gioca contro, perché se le due affermazioni sono esatte, ti sei dato la zappa sui piedi, perché ciò dimostra che il fine muta la valenza dell'azione nel suo complesso, il che nega la tua iniziale affermazione, ossia che "il fine non giustifica mai i mezzi". Questo significa, dunque, al di là di ogni personale giudizio etico, che il fine è in grado di mutare la valenza etica dell'azione nel suo complesso. Ora poi tu intervieni a dire che non è vero, negando le tue stesse parole, affermando che è solo l'azione a valere per valutare la bontà dell'azione. Ma se così fosse ferire un innocente sarebbe sempre malvagio, affermazione che hai già ritrattato. Dunque, rimanendo solo su un piano squisitamente logico, perché solo tramite essa si può discutere, altrimenti è un urlarsi contro, sei in grado di far collimare le tue affermazioni qui citate, oppure le vuoi ritrattare?
  11. xendor, mi basta una citazione per smontare tutta la tua esposizione. queste sono parole tue. Tutti le stanno leggendo. E tutti leggono che qui, a parità di azione neutrale, abbiamo fini diversi. E si legge perfettamente che mutando il fine muta la valutazione che tu dai all'azione nel suo complesso. Ora, o ritratti queste affermazioni, o le giustifichi. Tertium non datur.
  12. Mi limito a rispondere a questo ora perchè sto uscendo, e perchè qui la contraddizione è stridente al punto da far male. Dunque: Tu affermi che: In queste due frasi l'azione è identica, ma muta il fine. Mutando il fine muta anche la valutazione che dai all'azione: nel primo caso il fine buono, e l'azione è neutrale. e il tutto diviene neutrale. Nel secondo caso il fine è malvagio, e l'azione è neutrale, e il tutto diviene malvagio.. Quindi è il fine a determinare la valutazione dell'azione. Però poi leggiamo: quasi a dire che il fine non muta il risultato dell'azione, quando hai appena affermato il contrario! A questo punto è meglio porre una domanda semplice e diretta: a parità d'azione, il fine buono o malvagio può determinare una diversa valutazione dell'azione nella sua interezza? Inoltre c'è una grave crepa logica: tu affermi che un fine malvagio rende tutta l'azione malvagia. Ma se ciò fosse vero allora varrebbe anche per un un fine buono, che renderebbe l'azione buona. Altrimenti dovrai dimostrare perchè un fine malvagio ha una valenza logica maggiore di un fine buono. Dico sul serio, il tuo discorso inizia a fare acqua da tutte le parti. 1) Che il fine non giustifichi i mezzi è affermazione tua, quindi sei tu a doverla giustificare; 2) Che senso ha dire che il fine non giustifica i mezzi quando in realtà l'azione è usata per perseguire uno scopo buono, il che è buono di suo? Edit: No, ovviamente è stato assolto. Pensavo avessi letto e compreso l'art. 54. Mors tua vita mea. Affermazione apodittica. Presagisci uno scenario, lo descrivi, e vi attribuisci un giudizio di valore, ma non spieghi come ciò infici la tesi. Il fatto che lo scenario risultante dall'applicazione della regola ti appaia eticamente insoddisfacente non significa che non sia uno scenario logicamente ineccepibile. Consentimi, inltre, di farti notare che tu stesso affermi che il fine malvagio rende tutta l'azione malvagia. Ergo logica vuole che il fine buono faccia altrettanto. Se non accetti il secondo devi ritrattare il primo. Questa è logica: cosa decidi di fare? L'esempio diventa inutile, visto che non contribuisci in alcun modo alla causa del male. Ti sei accorto che le due affermazioni sono in contrasto? Ma se sopra fai tu stesso l'esempio di due azioni neutrali che, mutando il fine, mutando la valutazione dell'azione nell'interezza! Qui ti contraddici troppo palesemente, xendor, riprenditi o il discorso sembrerà grottesco a chi ci legge. Uccidere per errore o inconsapevolmente.
  13. Quindi se si accetta il rischio che l'altro anneghi il gesto non è malvagio? Cosa significa? Non l'ha preso? Veramente sono fatti realmente accaduti, ed erano in due sulla stessa tavola che stava cedendo al loro peso e quindi Tizio ha sferrato un pungo a Caio e l'ha allontanato, facendolo annegare. Non cambiare i fatti a tuo favore, non è dialetticamente proficuo. Dai l'impressione che tu non voglia ammettere di aver (eventualmente) torto, e non contribuisci alla discussione. Facciamo dei passi avanti, andiamo. Quindi esiste un bg che consente a che l'azione risulti neutrale, ma non malvagia? Noto una cosa molto spiacevole: hai eliminato un mio passaggio fondamentale. Temo ti abbia messo in difficoltà, quindi hai preferito glissare. Se non vuoi mutare idea non perdo tempo: mi sto intrattenendo con te perché mi hai dato l'idea d'essere un ragazzo intelligente. Spero tu non voglia deludermi, e ti concedo il beneficio del dubbio, riportandoti le mie parole a cui non hai risposto: E' molto importante che tu risponda a questo. Perché se sacrivi: "Come vedi, però, il fine non giustifica i mezzi comunque: il complesso del ferire e salvare è non buono." scrivi il falso, perchè: 1° CASO Fine: salvare l'innocente (buono) Mezzo: ferire (non buono) La risultante dell'azione nel suo complesso è: azione non buona. 2° CASO Fine: torturare l'innocente (malvagio) Mezzo: ferire (non buono) La risultante dell'azione nel suo complesso è: azione malvagia. Dato che qui fin dall'inizio si è discusso sulla valutazione dell'azione, il fatto che il fine diverso muti, come si legge dalle tue stesse parole ed esempi, il carattere non buono o malvagio dell'azione nelle sue risultanze, dimostra inequivocabilmente che il fine giustifica i mezzi, dato che porta ad un mutamento nella valutazione dell'azione. Ove così non fosse a parità di mezzo il fine non potrebbe mai condurre ad una diversa valutazione dell'azione nelle sue risultanze. Altrimenti, inoltre, in che modo potrebbe giustificare il mezzo se non teleologicamente, a posteriori, valutando le risultanze dell'azione? Invece per te il diverso fine muta eccome la valutazione dell'azione. O risolvi questa antinomia, o devi ritrattare il tuo precedente affermare che "il fine non giustifica mai i mezzi". Come se non bastasse ti avevo chiesto: Qui ti scaldi un po', sembri in difficoltà: Ho solo la cittadinanza italiana, grazie. Andare con una prostituta "malvagia" è un gesto malvagio?!? Quindi se acquisto frutta da un fruttivendolo malvagio favorisco la causa del male? Questa è fantastica. Hai fatto un esempio del tutto fallace. Riprova a dimostrare che non buono è diverso da neutrale. Fammi un esempio di azione non buona e di azione neutrale. Dunque neutrale = non buono = non malvagio? Appunto. Ma tu hai ammesso che non stai sostenendo più l'ottica del manuale. E ancora non hai spiegato perchè hai scritto: Confermi l'affermazione? E hai saltato un'altra domanda: vedo che il cerchio si stringe: Dunque?
  14. Quindi il ferire un innocente in sè e per sè non è un gesto malvagio. Con questo no nrispondi alla domanda, te lo devo dire. Il solo fatto che si voglia vivere fa sì che il gesto del paladino venga equiparato al salvataggio di un avventurieiro, sempre che salvare questi ultimi conceda più spazio che salvare innocenti che fanno i fruttivendoli? Vorrei un sì o un no. Cosa c'entra? Esiste un bg che consentirebbe al gesto di no nessere malvagio? E cosa determina che sia non non malvagia nvece che malvagia? Un altro passo avanti. Ed ecco che ne puoi fare anche un terzo: hai scritto in precedenza che: Ora, invece, ammetti che ferire per salvare non è un gesto malvagio, mentre ferire per torturare o uccidere sì. Ergo il fine modifica la valutazione del mezzo, è prvato dalle tue stesse affermazioni. Ergo il fine giustifica i mezzi, oppure ferire un innocente non potrebbe portarti a valutazione diverse a seconda del fine stesso, per la contraddizion che nol consente. La tua spiegazione è tautologica. Pretendi di spiegare "non buono" affermando che l'azione "non buona" comporta un'azione "non malvagia" ma allo stesso tempo "non buona". Cosa è "non sparagnaus"? E' una cosa al tempo stesso "non baraumba" e "non sparagnaus". Credo tu debba approfondire il concetto, oppure non potrai usarlo, perchè per ora si mostra totalmente arbitrario, e lo usi con troppa frequenza perchè non sia chiarito nei dettagli. Esattamente. Entrambi. Art. 54. Stato di necessità. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo. La disposizione della prima parte di questo articolo si applica anche se lo stato di necessità è determinato dall'altrui minaccia; ma, in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata risponde chi l'ha costretta a commetterlo. Quindi non ti attieni al manuale. Ma non esiste "non buono", e tu stesso affermi che neutrale è diverso da "non buono". Ad esempio? Apodittico, e ripete l'errore già fatto in precedenza. Avevi detto anche che ferire un innocente è un'azione malvagia, per poi correggere il tiro. Lo correggi già adesso oppure vuoi aspettare qualche pagina? Lo condurrà su una scelta malvagia? Hai scritto "su una strada fuori dal suo allineamento", ma non usi il termine "malvagio". Neutrali. Quindi gli studi sul male e sui giudizi di disvalore, e l'esperienza in tribunale con tali aspetti sono irrilevanti o meno rilevanti dell'esperienza con un gioco di ruolo? Ok. In ogni caso credo tu debba rivedere le tue ultime affermazioni, perchè ti contraddici un poco qua e là, e tendi a ritornare ad affermaizoni generali e dogmatiche quando ne hai già dovute ritrattare due. Lo dico perchè fare due passi avanti e uno indietro rallena il progresso del discorso.
  15. Avevi detto che ferire un innocente era un atto malvagio. Poi che l'avventuriero non è come l'innocente, ma ora l'innocente, sol perchè vuole vivere, è paragonato all'avventuriero. Quasi che invece se avesse voluto morire il salvataggio del paladino sarebbe stato un gesto malvagio! Son rimaneggiamenti palesi i tuoi, puoi ammetterlo e nessuno punterà il dito contro di te per questo. Hai smontato tu stesso frase e concetto, del resto. Non deludermi, stai mostrando tanta maturità per la tua età. Affermazione tautologica, non attinente, dato che postula la bontà di quanto stiamo invece mettendo in dubbio. Idem come sopra. Continui incessantemente a celare il tuo fare passi indietro dietro la categoria del "non buono", che il manuale non conosce. Deciditi: ti attieni al manuale o no? Perchè se citi questi fantomatici atti "non buoni" devi scegliere su che piano ti poni. Decisamente un caso di non sequitur: cosa avrei detto io perrchè tu mi attribuissi tale pensiero? Rispondi alla domanda con un un sì o un no, grazie. Altrimenti appari cercar scappatoie, e il dialogo si mostra falsato dall'emotività. Ma pensa. Quindi ferire per salvare è ammissibile per un paladino? Mi sembri stupito. Hai ben compreso, la mia risposta era impeccabile: se io e te ci trovassimo al largo, dopo un naufragio, e ci fosse solo un'asse di legno che potesse reggere il peso di uno solo di noi, io potrei sferrarti un pugno in pieno volto e allontanarti dall'asse per condannarti a morte certa per salvarmi la vita. Benvenuto nella realtà. Quella vera, quella grigia. Continui a non rispondere alla domanda: sei conscio del fatto che il paladino opera una scelta tra i due malati? Allora altrettanto sarebbe uccidere un innocente per salvarne milioni. Abbiamo appurato insieme che il gesto commissivo ha lo stesso disvalore di quello omissivo. Qui affermi che un gesto omissivo è un gesto non buono. Ergo, logica vuole che legando le due constatazioni anche uccidere l'innocente per salvare milioni di vite, atto commissivo, sia gesto non buono, ma non malvagio. Hai proposto tu la visione del BoED. Ti vorrei far notare l'inconferenza del tuo porti ora coi manuali, ora contro di essi nel momento in cui usi categorie di tua personale invenzione. E' come se io affermassi che un gesto è nè buono nè cattivo, bensì sparagnaus. Su che basi discutiamo? Hai affermato che omettere di aiutare è malvagio. Rileggere per credere. Ferire e uccidere sono equiparati nella morale del paladino: tu sembri distinguerli. Oppure ho capito male io e a tuo avviso ferire o uccidere un innocente uguali son: sono azioni malvagie tranne dove ci si trovi a dover contemperare il male inflitto con altri esiti? Lo dici come fosse un vanto. Ergo ferire per salvare porta a salvare una vita che è un esito non buono? E questo "da mezzo non buono risultato non buono" da dove emerge? Piuttosto inconferente. Peccato che se "non buono" comprende "malvagio", ma non è vero il contrario, la tua affermazione è falsa, e riscrivendola appare evidentissimo: "Le eccezioni sono poi mele portano a frutta, ma al tempo stesso non è eccezione ma regola visto che frutta comprende ma non è soltano mele". Quindi le mele possono diventare pompelmi, perchè nella frutta sono ricomprese le mele? Inoltre, a tuo avviso azioni malvagie possono portare a qualcosa di meglio di un esito malvagio, ma un'azione no nbuona, che è meglio di un'azione malvagia, non può portare a niente di meglio di sè stessa? Un'errore di scrittura, capisco. Buffo che sia tu a dirlo, quando parti da assunti apodittici come "il fine non giustifica i mezzi", e "in ogni caso qui, in ogni caso lì. Deciditi: si deve avere un approccio casistico, o per principi dogmatici e assoluti come quelli da te inizialmente proposti? Anche qui vedo un cambio di rotta. Pensi io stessi parlando di gioco di ruolo?
  16. Dedalo replied to Baito's post in a topic in D&D 3e regole
    Stai scherzando? Se il tuo DM avanzasse pretese così bislacche potrebbe anche richiedere regole dettagliate che affermino che anche gli animali fiancheggiano, e che forniscono fiancheggiamento anche le guardie svizzere, le prostitute norvegesi, gli hobbit con le emorroidi e Nilla Pizzi. Piuttosto, giusto per poi inviare il tutto a Riza Psicosomatica, chiederesti al tuo DM quale regola gli suggerisce di ignorare il fiancheggiamento fornito dalle creature evocate? Qual'è la sua linea argomentativa?
  17. Adesso stai operando un discrimine arbitrario tra due categorie che nulla hanno a che vedere tra loro. L'innocenza è un aspetto relativo alla propria condotta sull'asse etico/penale. L'essere avventurieri è una professione, un modo di guadagnarsi da vivere, al punto che, citando le tue parole, egli risulterebbe "innocente" anche ad un individuazione dell'allineamento. Che tu ora dica che un avventuriero debba essere trattato diversamente da un generico "innocente" mi lascia perplesso, e apre crepe colossali nella tua posizione sul paladino. Non fosse altro che mi basta un niente per smontarla: invece che il compagno del paladino poni un bambino del villaggio che egli stava portando con sé e tutto crolla. Stai iniziando a capire perché la morale manichea proposta nei manuali non solo è sciocca, ma non è neppure applicabile? Ottimo. E il paladino come si pone rispetto a ciò? Sarebbe malvagio assistere senza reagire all'altrui suicidio? Il diritto penale lo consente per salvare sé o ad altri. Come ti poni rispetto a ciò? Neanche prima la conoscevi, eppure hai detto che la volizione di ferire è mirata alla tortura o all'uccisione, ed era malvagia. Fai un altro dietro front? Invece scegli di farlo morire volontariamente, perché hai i mezzi per salvarlo, eppure decidi di salvare un altro. Decidi, quindi c'è volontà. Come ti poni rispetto a questa realtà? Secondo la mia visione? La sua coscienza. Ma io non ho i tuoi problemi: il mio è un mondo a tinte grigie. E il bello è che lo è anche il tuo, ma ancora non lo sai. Dalla tua iniziale granitica posizione manichea hai già fatto due concessioni: all'omissione di aiuto e al ferire "un avventuriero". Ne vuoi fare altre finché non arriviamo all'inevitabile fine "già decreta", o accetti che qualcosa non va nel tuo assunto di partenza? Io ho una batteria di situazioni ed esempi vastissima, frutto di anni di esperienza.
  18. Dunque, il paladino e un compagno sono in fuga in un ambiente di montagna. Si calano in un pendio scosceso, ma dalla sommità gli inseguitori scatenano una frana. I primi smottamenti raggiungono il paladino e il compagno: mentre il primo ne esce con qualche graffio, la seconda roccia colpisce il compagno, il cui braccio viene a trovarsi gravamente ferito e schiacciato sotto il peso di un macigno. Il paladino scorge le manovre degli inseguitori su di loro, e vede che stanno per liberare altri macigni, che non lascerebbero loro scampo. Decide quindi di estrarre la spada e con un sol fendente netto trancia il braccio dell'amico dalla spalla, per liberarlo dalla morsa del macigno e portarlo in salvo. Da quel che hai scritto questo è un gesto malvagio. Pare tu confonda la volizione dell'atto col fine perseguito tramite l'atto stesso. Se Tizio allontana Caio da un asse di legno tramite la quale Caio si tiene a galla perchè non sa nuotare, e Caio muore, il gesto è malvagio? La volizione qual'è? E l'intenzione? E' molto più comune di quanto tu creda. Salvare qualcuno lasciando volontariamente morire qualcun'altro, che tu stesso hai equiparato all'uccidere commissivamente. Siamo molto vicini all'esito argomentativo che ti ho proposto. Chi ha detto che non può scegliere? Io, infatti, non l'ho mai sostenuto. La posizione estremistica e assoluta è tuo appannaggio, non mio. A mio avviso? Secondo un calcolo che ponga su due piatti della bilancia le due vite. Le variabili per preferire l'una o l'altra sono innumerevoli.
  19. Pare tu distingua le due ipotesi, ma non ti soffermi a pensare che anche il lasciar morire per mancanza di mezzi comporta una scelta, e comporta un "lasciar morire con volontà". E' sempre il paladino a scegliere chi morirà. Chi gli dà questo diritto? Perchè dovrebbe potersi ergere a giudice di vita e di morte? Come ti poni rispetto a tale sua scelta? Non ho parlato di infierire. Ho parlato di ferire. Ferire un innocente è sempre un'azione malvagia?
  20. Sei fuori strada. L'omissione di soccorso è una fattispecie a sè, del tutto avulsa dall'omicidio commesso tramite condotta omissiva. Fai bene a porti in termini di legge: ti avvicini al culmine del ragionamento. Tu prima hai affermato si tratti sempre di un'azione malvagia, non "non buona". Ritratti la precedente affermazione? O accetti che quel che tu chiami "impossibilità" è in realtà una scelta, perchè è il paladino a scegliere chi vivrà, e chi morirà. Ti sembra una scelta da poco? Se ci fossi tu al posto di uno dei malati, o i tuoi genitori, come la vedresti? La scelta è l'elemento chiave: riflettici. Potrei anche chiederti: uccidere o ferire un innocente, tramite condotta commissiva, è sempre un atto malvagio?
  21. La stupidità umana non ha limiti. Ricordo alcuni anni or sono un episodio che mi è rimasto nel c...uore. Gita fuori, casa di un amico disponibile a passare una settimana in relax con rispettive compagne. Giorni dopo, per pura coincidenza, tutte le donzelle, tranne una, devono lasciarci per tornare ai rispettivi impegni di vita. Una di esse cosa fa? Si rivolge al proprio ragazzo e gli intima, sibilando velenosamente, "adesso che me ne andrò potrai divertirti coi tuoi amici a quello stupido gioco, vero? Non mi fa piacere l'idea che tu ci giochi solo perché me ne sono andata. Sarebbe rispettoso che tu non ci giocassi affatto!." E' un peccato che lui non abbia il mio stesso carattere, perché l'abitazione in cui ci trovavamo si trova in una dolce salita. Raggiungerne la sommità per poi precipitarmi giù e sferrarle un rigore in pieno deretano sarebbe stato sublime.
  22. E' un errore voluto, vero? Perchè è fantastico.
  23. A questo arriviamo. Perchè ti sfugge che devi badare al secondo piatto della bilancia: gli altri innocenti che morirebbero ove io non uccida il mio amico. Rimaniamo sul piano che stiamo seguendo con profitto. Rispondi alle mie domande e lo scopriremo insieme. Il "non poterne salvare uno" è solo un'impalcatura semantica che non muta la sostanza degli eventi: il paladino sceglie chi salvare, e sceglie chi condannare a morte certa e dolorosa. Sì, anche giuridicamente. Se Tizio stacca il tubicino con cui Caio ottiene il sangue che gli viene trasfuso e Caio muore, è omicidio. Se Tizio non attacca il tubicino con cui Caio ottiene il sangue che gli viene trasfuso e Caio muore, è omicidio. Atto commissivo e omissivo sono irrilevanti. Come ti poni di fronte a questa realtà? Questa domanda è il gradino successivo del nostro percorso.
  24. Come fai collimare le due affermazioni?
  25. Eccellente. Dunque, se il paladino ha di fronte a sè due malati terminali, che moriranno entro pochi minuti, e un solo Rimuovi Malattia, e non ha alternative tranne che quella di scegliere chi salvare, deciderà effettivamente di lasciar morire uno dei due innocenti. Tale scelta è malvagia?