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Dedalo

Circolo degli Antichi
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  1. No, in quanto avere una CA più alta non significa affatto poter agire prima dell'avversario. Sarebbe bello sapere quali. Il limite lo gestisce il giocatore. Se pensa che l'altro gli stia per sferrare un pugno mentre al massimo rischiava uno scappellotto, farà quanto accade anche nella realtà: avrà una reazione esagerata ad una tenue minaccia. Mentre col tuo metodo non c'è criterio, e si è sempre perfettamente consapevoli di cosa sta accadendo. il che è del tutto inverosimile anche in D&D. Da cosa lo ricavi? Hai regole a supporto?
  2. Qui pare sfugga che concedere così facilmente il round di sorpresa significa, come già detto, che non potrebbe mai presentarsi lo scenario, presente anche nella realtà, in cui l'addestramento, l'intuito, o altri fattori fanno sì che l'aggressore sia sopraffatto dalla rapidità di reazione dell'aggredito prima di riuscire a perfezionare il proprio attacco.
  3. Ma che sta per partire. Da qui l'iniziativa. Ricordo di anni or sono il seguente episodio. Un giovane pugile di mia conoscenza passeggiava nei pressi di casa mia. Badava ai fatti suoi, e non aveva visto sopraggiungere un tizio poco raccomandabile alle sue spalle. Questi, per motivi che appresi successivamente, intendeva dargli una lezione senza affrontarlo apertamente: così tentò di colpirlo vigliaccamente di sorpresa. Poggiatogli una mano sulla spalla per farlo voltare e meglio colpirlo, venne atterrato con un gancio senza se e senza ma. E questo mentre vedevo la scena in diretta dalla mia finestra. Nella realtà fu l'allenamento del giovane pugile a consentirgli quella che a me appare una prodigiosa velocità di reazione: in game verrebbe espressa tramite l'iniziativa. Non ritardare, ma preparare l'azione, che comunque presuppone che tu sia già stato più veloce dell'avversario nella reazione, in quanto richiede un conteggio di iniziativa. Che, guarda caso, conferma che qui è proprio in gioco la velocità di reazione all'inatteso. Non capisco perché usare regole a caso quando c'è una meccanica creata appositamente per situazioni come questa. Se l'avversario non è consapevole della presenza dell'aggressore il problema non si pone. E questo ce lo dicono sempre le regole.
  4. Io faccio sempre tirare l'iniziativa in questi casi. Altrimenti non potrebbe mai presentarsi lo scenario, presente anche nella realtà, in cui l'addestramento, l'intuito, o altri fattori fanno sì che l'aggressore sia sopraffatto dalla rapidità di reazione dell'aggredito prima di riuscire a perfezionare il proprio attacco.
  5. Vediamo se posso darti un'idea. Magazzini e centri commerciali sono macchine, che garantiscono la suprema univocità e l'assoluta calcolabilità. L'uomo non incontra l'altro uomo, ma la visibile fisicità delle cose. Egli non parla e non dialoga: sceglie cose, cioè preferisce l'una all'altra tra le merci esposte. Venditore e compratore non si conoscono: così, i rapporti raggiungono l'estrema funzionalità dell'anonimia e del silenzio. Il dialogo linguistico è sostituito dalla realità di due atti: l'esposizione e la preferenza. Le merci sono esposte; una merce è preferita all'altra. La scomparsa della parola conferisce al rapporto una rigorosa univocità, poiché le cose, nel loro materiale offrirsi, ed il gesto, che tra di esse sceglie e preferisce, posseggono significati stabili e incontrovertibili. C'è, nei luoghi degli scambi silenziosi, una sorta di meccanica ritualità, di spersonalizzante ripetitività, che annulla qualsiasi attrito psicologico e volontaristico. Anche qui talun giurista non rinuncerà a manovrare con lo schema dell'accordo, e tornerà a ripeterci che l'accordo c'è, poiché l'una parte ha deciso l'esposizione delle merci e l'altra manifestato una propria preferenza. L'incontro nella cosa, e le unilaterali decisioni di vendere e di comprare, farebbero le veci dell'accordo. Un accordo senza dialogo, ma sempre un accordo, giacché le parti hanno "voluto" lo scambio. L'accordo arretra dal dialogo, e s'impoverisce fino a risolversi nell'esposizione e nella preferenza di cose. Qui vengono soccorrevoli le vecchie figure del contegno concludente e della dichiarazione tacita. Eppure qualche dubbio, qualche brivido problematico, ha toccato la nostra dottrina, se appena si ricordi che il 1901, all'alba del secolo, Antonio Cicu (un giurista, nel quale lo spirito conservativo non era certo inferiore alla finezza dell'analisi), indagando gli "automi nel diritto privato" e proponendo la categoria del "negozio automatico", era costretto a misurarsi con due fatti: l'esposizione dell'apparecchio e l'immissione della moneta (il c.d. iactus pecuniae). Ebbene, il Cicu - ancorché indulga al barocchismo di configurare tante offerte al pubblico quante le merci esposte nell'automa, e di scorgerne l'accettazione nello iactus pecuniae capace di far funzionare l'apparecchio - è colpito dall'assenza di parole, e finisce per concludere nella realità del contratto. Insomma, un contratto di compravendita non consensuale, ma reale, stipulato con lo scambio tra "oggetto contenuto nell'automa" e "moneta gettatavi dall'utente" (...). Irti Natalino, Scambi senza accordo, in Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, 1998, fasc. 2, pp. 347 ss. "Tanti, tantissimi (troppi, ahimè!) anni or sono, assistetti ad una rappresentazione del dramma Vita di Galileo di Bertold Brecht, interpretato dall’indimenticabile Tino Buazzelli, con una memorabile regia di Giorgio Strehler, il quale concepì, tra gli altri, questo coup de théatre: nel bel mezzo del secondo atto, irrompevano sul palcoscenico, su alti trampoli, due comparse, che circondavano Galileo, incutendogli timore.La scena suscitò negli spettatori, e in me per primo, meraviglia e sconcerto, mentre la critica disquisì a lungo circa il significato delle comparse suitrampoli, se, cioè, esse, per avventura, rappresentassero Tolomeo e Papa Paolo V, che schiacciavano il povero Galileo, dall’alto del loro potere. Oggi che ne ho viste e sentite tante, ma proprio tante, e di tutti i colori, sono certo che quelle comparse e soprattutto quei trampoli non significavano un bel niente. Si trattava solo di un brillante artificio registico per épater le bourgeois, attirando l’attenzione degli spettatori. Anche i giuristi hanno il problema di attirare l’attenzione, sicché assai spesso l’originalità della tesi sta proprio in ciò, che essa, a prescindere dal merito, è in grado di suscitare discussioni, se non altro al fine di ristabilire la verità ed eliminare i metaforici trampoli, sui quali poggia. In tal senso ammirevoli sono le doti dell’Irti, quale ideatore di scenari originali, sorretti da una capacità di invenzione linguistica tale, da farli apparire plausibili o, comunque, suggestivi, come suggestivi sono, di per sé, i fonemi, se solo si pensa alla poesia. Quando però si passa dalla fonologia al diritto è come se si passasse, appunto, dalla poesia alla prosa, perché ci si deve misurare con il dato normativo, con regole tecniche, che lasciano un margine ristretto alla fantasia. Sotto questo aspetto, allora, le teorie dell’Irti si appalesano assai meno suggestive, al punto che esse ricevono puntualmente compatte critiche. (...)" Gazzoni Francesco, Contatto reale e contatto fisico (ovverosia l'accordo contrattuale sui trampoli), in Rivista del diritto commerciale e del diritto generale delle obbligazioni, 2002, fasc. 11-12, pt. 1, pp. 655 ss.
  6. Macché. Sol perché si parla di giochi di ruolo ognuno è autorizzato a riempire pagine di scemenze? Mi spiace, ma non condivido l'equazione chiacchiere da Gdr=chiacchiere da bar. Addirittura mi si concede il perdono. Manco il padre eterno. Significa che io dal canto mio perdono chi mi appare troppo banale, ignorante o, semplicemente, tonto? Sbagli nella misura in cui ritieni che Ronaldinho potrebbe allenarsi a giocare a calcio con Stevie Wonder. Senza offesa, è un dato tecnico.
  7. Esattamente.
  8. ?!? Su quali basi affermi una cosa del genere? Senza contare che in Italia l'omicidio colposo prevede la pena della reclusione da sei mesi a cinque anni.
  9. Aggravanti a cosa?
  10. Mah. Qui non ci sono valutazioni di sorta, o dichiarazioni degli imputati. Ci sono, come espressamente specifica in apertura Silver, dei fatti. Abbiamo addirittura l'elemento psicologico della condotta, ossia l'intenzione omicida come percepita dagli astanti, che, unitamente a circostanza univoche, conduce ad un solo esito. Affermare che da quanto sopra riportato si evinca la richiesta di una valutazione quali ipotetici giurati è, a mio avviso, decisamente imbarazzante.
  11. Hai letto cosa chiede chi ha aperto il topic? La domanda non è posta in chiave processuale, ma sostanziale. Non ci viene proposta un'impalcatura probatoria e un'accusa, ma uno scenario preciso, indefettibile. A ciò si è risposto. Il resto sono chiacchiere da bar. Come risulta evidente da quanto riportato supra, l'intento omicida, unito al brandire un'arma palesemente offensiva, non lascia spazio a discussioni. A meno che tu non sia in grado di portare valide argomentazioni per sostenere che tu nel caso di specie ti saresti ritenuto del tutto al di fuori da una situazione di pericolo. In questi termini è stata posta la questione, e ad essa è stata fornita risposta. Se invece l'autore continua affermando: Allora la questione è di matrice processuale, non sostanziale. Ergo, ricapitolando: - ove si accerti che gli eventi si sono svolti come descritto in apertura, la soluzione esatta è quella da me proposta; - se si vuole discettare sulle difficoltà processuali, ci deve essere spiegato qual'è il sistema procedimentale presente nell'avventura. A parte il commento bislacco su "movente e arma del delitto", che possono serenamente mancare senza che ciò debba apparirti come un evento straordinario, va precisato che dove tu vedi iattanza io scorgo solo preparazione sul tema, in cui tu mostri di peccare con preoccupante evidenza. Non solo: perché si possa impostare la questione come tu affermi, confondendo in un calderone caotico aspetti sostanziali e processuali, è imprescindibile conoscere quale sistema legale è accolto nello scenario in oggetto. Ergo, sei ancora in torto, in quanto le tue precedenti risposte si sono basate su aspetti squisitamente sostanziali, e ora volti improvvisamente verso una questione procedurale, operando un'incongrua commistione di piani che genera solo crescenti perplessità in chi ti legge.
  12. Stai contestando la norma del codice penale? O la mia preparazione in diritto? La legittima difesa elide la responsabilità penale e civile, ove non vi sia eccesso. Da come parli pare tu neppure immagini esistano le scriminanti putative. Ti informo di una realtà: se un soggetto impugna una pistola giocattolo e ti minaccia di morte (e di fatto non può nuocerti né intende farlo, perché è in realtà un tuo amico che ti sta giocando uno scherzo), e tu lo ammazzi perché temi per la tua vita, e le circostanze oggettivamente portavano a credere si trattasse di una reale minaccia, non sei punibile e verrai assolto. Sono fatti realmente accaduti. Quando leggo commenti come questo sono stretto in una morsa di disperazione: ecco perché il comune cittadino continuerà a non capire l'operato dei giuristi, e commenterà le sentenze, mentre pranza ascoltando il tg, come se si trattasse dell'ultimo derby, non immaginando che ci sono millenni di storia dietro tante norme.
  13. E' omicidio, ma non punibile per la scriminante della legittima difesa. Art. 52 c.p. Non è punibile chi ha commesso il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. Ci sono tutti gli elementi, e il mezzo, per quanto vietato, è irrilevante. Ragionate: io non ho il porto d'armi. Se un aggressore minacciasse di uccidermi, ed io avessi una pistola, potrei sparargli ed ucciderlo. Sarei passibile di condanna per l'uso di arma da fuoco senza le opportune autorizzazioni, ma non certo per omicidio. Fossero tutti così semplici i casi. Morale: va assolta.
  14. Dedalo

    Attacco Furtivo

    Nella 3.x non esiste il concetto di "attacco alle spalle" in combattimento. Si presuppone che i combattenti si voltino attorno a sé. Pertanto se nel tuo caso Grr 1 e ladro si trovano in posizione di fianchegghiamento il ladro potrà godere dei furtivi, fermo restando che ciò non comporta affatto per il Grr 2 la perdita del proprio bonus di Dex.
  15. Dedalo

    Campo antimagia

    Veramente anche nella 3.0 solo Polymorph other ha durata permanente, mentre Polymorph self no. Occhio ai dettagli, altrimenti le risposte non potranno essere esaurienti. Dissolvi magie può dissolvere gli incantesimi con durata permanente, scanso sia specificato altrimenti.
  16. Peccato che il Manuale dei Mostri dica esattamente che "il suo creatore può sempre riprendere il controllo della sua creatura ordinandogli di obbedire solo a lui". Vedi che la tua ignoranza sui dati del gioco porta a discussioni infruttuose? E' come se io mi mettessi a discettare di Botanica. Non ne comprendo la ratio. Ecco un'altra osservazione che mostra non conoscenza del gioco e delle sue regole. 1) I Tiri Salvezza non seguono solo ad effetti magici; 2) L'immunità alla magia non opera contro gli incantesimi che non prevedano resistenza agli incantesimi. Dunque, come ti poni ora che hai i dati necessari? Ma a me interessa sapere come la risolveresti tu. Quindi i Golem, e tutte le creature prive di intelligenza, sono prive di volontà e sono immuni a qualsiasi effetto che comporti un tiro salvezza sulla volontà nelle tue campagne? Senza contare che le regole dicono espressamente che "Wisdom (Wis): Wisdom describes a character’s willpower, common sense, perception, and intuition." Quindi chi ha almeno un punteggio di Saggezza pari a 1 ha forza di volontà. E un Golem di ferro ha 11 in Saggezza.
  17. E ciò come accade? Il mago creatore che cosa ordina? Come potrebbe, ad esempio, ordinargli di farsi teletrasportare da uno stregone lì presente? Potrebbe, inoltre, ordinargli :"Tieni questo oggetto ben stretto in mano, e opponiti a chiunque o a qualunque cosa o effetto tenti di sottrartelo, in qualunque modo ciò accada"? Come ti dovrei rispondere? Sollevo un'obiezione basata sul gioco di cui stiamo discutendo e tu ti tiri fuori dal problema affermando che neppure ne conosci le implicazioni? Poco produttivo ai fini del tuo punto di vista. Mi ricordi quel tizio che propugnò l'idea di risolvere i problemi dell'economia "stampando più banconote". Quando gli fecero notare che era un'idea folle sotto svariati punti di vista, prettamente economici naturalmente, perché di quello si parlava, rispose che lui "non se ne intendeva".
  18. Ergo abbiamo un consenso del Golem. Lo stesso consenso che tu non ammetti in prima istanza per farsi teletrasportare, e che risulta implicito nel fatto che anche i Golem possono effettuare tiri salvezza sulla Volontà. Ora sta a te decidere: quale soluzione ritieni più congrua e logicamente incardinata in un sistema armonioso? La tua che prevede che i Golem non abbiano volontà e quindi niente tiri salvezza sulla stessa, e che possano esprimere il consenso a che altri diano loro ordini ma non a che questi li teletrasportino, oppure la mia, che è perfettamente in linea con le suddette situazioni?
  19. Quindi crei un problema che non sai risolvere? Questo "rituale" cosa comporterebbe? Che il golem consenta che altri gli diano ordini?
  20. E come si delega questo legame?
  21. Il potere psionico Retrieve, ad esempio.
  22. Dedalo

    Attacco Furtivo

    In D&D 3.x non esiste un direzionamento effettivo dei personaggi, che si postula si guardino, ai fini del combattimento, sempre intorno. Ergo la tattica non funzionerebbe.
  23. Ma se a tuo avviso è praticamente un oggetto? Sarebbe come separarsi dal proprio asciugacapelli.
  24. Se ti avessi capito sarei una guardia nera della logica. In ogni caso ancora attendo risposta: come potrei trasferire le mie facoltà di proprietario del Golem a terze persone? A me le compagne sotto il banco in prima media hanno dato tutt'altro che pizzicotti.
  25. Non sono certo di seguirti.
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