ascolto bach. il violoncello sembra dare vita alle note: alti , bassi,di nuovo alti, un ritmo spassionato guida le mie dita, facendomi diventare un maestro d'orchestra improvvisato, maestro della mia vita. le note sono i ricordi e io li governo, ne faccio rivivere più intensamente alcuni, altri li enfatizzo, fino a dimenticarli. le diapositive della mia breve vita mi scorrono davanti, sempre accompagnate dalle note, che rendono ogni gesto sublime, anche il più banale o il più imbarazzante. ogni azione compiuta viene ora esaltata, anche quelle più ingenue, come un'espressione del volto buffa, quasi distorta dall'infantile divertimento del momento, che all'epoca poteva aver provocato un qualche imbarazzo, viene ora ricordata per quello che è stata: un semplice atto di un adolescente; e viene ricordata con nostalgia, con rammarico. per anni si è cercato di dimenticarla, si è sempre cercata la perfezione di ogni singolo gesto, di ogni singolo passo, non troppo cadenzato, nè troppo affrettato,si è cercata l'armonia dei movimenti, l'uso proprio del verbo, tutto per apparire diversi da quello che siamo veramente. è in momenti come questo che si rimpiangono i momenti dell'infanzia e dell'adolescenza e, sebbene abbia solo 19 anni mi rendo conto che tutto cambia continuamente, ma ciò non mi spaventa, mi affascina anzi, quello che ho davanti a me è un mondo interamente da scoprire. ma allora perchè ripenso ai momenti passati, come potrebbe fare un uomo di mezza età insoddisfatto della sua vita? è la musica che mi prende per mano e mi riporta alla mente tutti gli episodi vissuti, compio in tal modo un'analisi di me stesso, di quello che ho fatto, di quello che potrei fare, sogno, divago, continuo a sognare. continuo a scrivere a tempo di musica, ad attimi di perfetta razionalità si sostituiscono attimi di frenesia, bisogno di scrivere, come se avessi in mano personalmente strumento e archetto e facessi scivolare dolcemente le dita sulle corde, sempre più velocemente, ancora, ancora e ancora. vedo i polpastrelli rossi di sangue, ma non smetto di suonare, non smetto di scrivere, non so neanche più cosa sto facendo da quanto mi son calato in questa superba sinfonia, scrivo o suono? non lo so, ma so che devo ancora dirvi molte cose, è in momenti come questi che ci si può considerare maestri di vita e ci si può permettere di insegnare a vivere agli altri. che poi ti considerino pazzo o ti elogino è un altro discorso, lo si fa per sè stessi, per evitare di perdere atimi come questo, attimi in cui si ha la forza di scrivere, non importa cosa, si può anche vaneggiare, si può anche essere presi per folli, ma questo non importa, importa solo scrivere qualcosa, non importa che qualcuno capisca subito, lo capirà poi. non è solo il contenuto del testo, che spesso on segue neppure un filo logico, non è la sintassi, ma è la passione co cui si scrivono i propri pensieri, lo stile vien da sè. approfittate di momenti come questi, in cui avete il coraggio di rendere pubblico ogni vostro pensiero, senza aver paura di essere giudicati dagli altri, siate egoisti e sentitevi superiori per un attimo, anche solo per un mentre, rispetto agli altri. è adesso signori, è adesso che il ritmo si alza e si susseguono gli accordi che potete sentirvi essesri superiori e per una frazione di secondo riuscite a sentirvi importanti, riuscite a non rimanere in soggezione di fronte ai grandi nomi che sempre, nella vostra vita avete sentito nominare, ma vi sentite anzi sul loro stesso piano, vi sentite loro pari. è l'aaroganza di questi istanti che mi dà soddisfazione, a voi no? in istanti come questi esprimo interamente la mia personalità, soffocata nella realtà dalla rigida disciplina della società, che tanto rispetto, ma che odio al tempo stesso. divagare, divagare, divagare, è a questo che mi sta portando il violoncello, ma è così che deve essere, riempire ogni riga con i propri pensieri, senza riflettere, farsi accompagnare dalla musica, ripetersi se necessario, non importa. il sangue sta colando sullo strumento, il ritmo è proibitivo, ma lo seguo, è delirante, ma non mi interessa... urlate, tutti insieme, tirate fuori tutto ciò che avete, finchè non cadrete come fuscelli per terra, senza più forze, ma con un sorriso mai presente sul vostro viso, provato solo dopo che si è fatto l'amore con la donna o l'uomo che sempre avete idealizzato, a cui avreste consacrato o consacrereste la vostra vita, morireste o sareste morti per loro. la musica risveglia in me tutti questi momenti, ma non c'è tempo di soffermarmi, perchè mi vedo catapultato in una partita, sempre la musica mi accompagna, e i momenti di gioia e di dolore passati mi tornano in mente e una lacrima forse scende, ma non c'è tanto tempo per rimpiangere questi momenti, purtroppo la magia di questa sera non durerà per sempre.
siete soddisfatti? ne avete abbastanza? io no, ammetto, per un attimo ho ceduto alla tentazione di continuare a scrivere, l'idea di scivere fandonie si è insinuata per qualche secondo nella mia testa, ma il maestro Bach ha stretto più saldamente la mia mano e son tornato in questo spazio fatato. probabilmente un giorno di questi dipingerò le visioni che ho avuto questa sera. penso che i più grandi artisti mi invidierebbero adesso, loro per creare i loro capolavori avevano bisogno di alcool e droga, a me basta la musica.ma non c'è tempo neanche er criticare. tempo, tempo, tempo, è una parola che ci ossessiona, e allora per una frazione di TEMPO, immaginate di dare una forma al tempo, di comprimere le ore, i minuti, i secondi, ma anche gli appuntamenti, gli orari e tutto ciò che ci limita come valore temporale: io in questo ATTIMO gli ho dato la forma di una sfera, mi sento al centro dell'universo e sento di poter plasmare tutto ciò che voglio, il tempo è diventato una sfera generica, che non ha più nessuna importanza; la scaglio lontano, con tutta la forza e la rabbia che ho in corpo, e, dopo, provo una sensazione di onnipotenza. mi sento dio. molte volte lo diciamo, lo dico, per gioco, per vantarsi di qualcosa... per una volta fatemi il favore, invece di dirlo solamente, crediate di esserlo,anzi, SIATELO, sentitevi delle divinità, tutti voi ne avete il diritto...
...purtroppo il mio genio creativo si ferma qui, la magia è finita, mi sento comunque molto più leggero e sereno, in pace con me stesso, e non mi importa come ho detto di quel che penserà la gente; ho avuto solo il coraggio di dare sfogo alle mie pulsioni e alla mia passione infinita, non credo ci sia di che vergognarsene per cui non siate banali e superficiali nel giudicare,e, se sarete così mediocri, anzi, infimi, vi conviene pensare a quello che avete vissuto finora, e capire se, come me, anche per poco,avete scoperto il significato di vivere e avete assaporato il midollo della vita.
N.B.
premetto che è da tanto che non scrivo e che questo aforisma è parecchio datato, però riascoltandolo con la stessa atmosfera ho rivissuto quei momenti e volevo rendervi partecipi. prendetelo come il mio pezzo di presentazione. buona lettura