Mi sento di dare un +1 al commento di fenna.
Tornando in topic, valuto i "punti critici" dell'approccio di un potenziale neofita al mondo dei GDR.
1- Ne sente parlare. Un suo amico gli spiega come funziona. Risultato (per esperienza personale): nella maggior parte dei casi viene associato a Monopoli o a qualcosa di eccessivamente fuori dal comune. Insomma, se raccontato, non ispira quasi mai.
2- Mettiamo però caso che sia intrigato dalla cosa. Oppure che capiti per caso ad una sessione di gioco durante la quale partecipa al 90% come esterno (cioè non gioca ma guarda). Solo qui può trovare una prima risposta concreta sull'argomento. Potrebbe pensare a "idioti che giocano con le statuine" qualora, ad esempio, il gruppo di giocatori si incentrasse soprattutto sul PP. E qui sono d'accordo, tanto meglio un videogioco. Alternativamente di fronte a un gruppo di ruolatori potrebbe trovarli troppo bizzarri: come si fa ad inventarsi tutte queste cose? QUAL E' LO SCOPO? e a questa seconda domanda non rispondi, se non dicendo che lo fai per puro divertimento. Qui potrebbe storcere il naso. Oppure cogliere il gusto, ma nella maggior parte dei casi, almeno per esperienza personale, sono di più le volte in cui qualcuno storce il naso. Ci vuole troppo tempo per calarsi nel clima del gioco di ruolo.
3- Mettiamo che accetti l'invito alla sessione dopo come giocatore. Viene a contatto con le regole. Si ritrova impacciato rispetto agli altri anche nel solo ruolare, perché se ci pensate bene mantenere una linea logica completamente immaginaria è davvero difficile. Potrebbe volersi impegnare e quindi continuare, oppure trovare la cosa troppo complicata (per quanto gli piaccia) e mollare.
4- Mettiamo che affronti le regole e gli piaccia giocare di ruolo. Qui entrano in campo altri problemi.
a- trovare una routine settimanale: non per tutti è facile;
b- trovarsi bene col gruppo di gioco: io non giocherei mai di ruolo con qualcuno che mi sta sulle palle;
c- riconoscere che D&D non ti lascia nulla in mano, se non una memoria. Memoria che se diventa collettiva, diventa una delle cose più belle di cui ricordarsi insieme agli amici.
A grandi linee la vedo così.
Mettendomi nei panni di un 14enne o giù di lì, aggiungerei altri dati. Provo a immaginare i suoi pensieri:
- "Ma cos'è che fanno questi? sono degli emarginati, gli altri escono, loro stanno qui. Se sto con loro quindi sono un emarginato anche io".
- "Se sto con loro non mi troverò mai una ragazza".
- "Se devo raccontare in giro di che cosa faccio come hobby, verrei deriso a parlare di questo".
- Altro che ora non mi viene in mente.
Sunto? I GDR sicuramente piacciono a molte più persone di quante in realtà non lo pratichino. Soltanto che queste non lo sanno