Zagari
Utenti-
Conteggio contenuto
2 -
Registrato
-
Ultima attività
Informazioni su Zagari
- Compleanno 01/03/1990
Informazioni Profilo
-
Località
Casale
-
GdR preferiti
Tekken
Obiettivi di Zagari
-
Il mio settimo libro: Strade Mortali
Zagari ha risposto alla discussione di Zagari in Prosa e Poesia
Sebas si tolse il cappello con rabbia, e si allontanò per sedersi appoggiato ad un muro, con lo sguardo basso e minaccioso. Akiane sussurrò “ Forse è colpa mia. Gli ho fatto ricordare delle cose molto spiacevoli prima “ Eos ribattè serio “ A me basta che non faccia inutili scenate. Così sembra un bambino. Non durerà molto nel nostro gruppo. Quindi vedi di addolcirlo un po’ “ Niro disse “ Gia! Altrimenti Eos lo butta fuori ! “. Dorina era molto nervosa “ Ragazzi, sono preoccupata per Zagari. Di solito sarebbe tornato prima. Questo ritardo vuol dire che è successo qualcosa “ Casmer le toccò una spalla “ Dai, andiamo. Mi raccomando, Akiane “. Casmer e Dorina erano nelle vicinanze del parco principale della città. Stavano parlando del gruppo rivale “ Sono informazioni che posso condividere solo con Eos. Sono informazioni che servono a lui “ disse Dorina. “ Ma mi hai detto che avete parlato di me, tu e Heite, l’ ultima volta “. “ Certo, e ti ho anche detto quello che devi sapere. Tutto quello che mi ha detto su di te. Devi fare molta attenzione. Le loro minacce sono sempre reali “. “ Non per sembrare troppo sicuro di me, ma…Saprei come cavarmela. Sono cintura nera di karate “ “ Sulla storia del mio doppio gioco devi tenere cucita la bocca. Se scoprono che sai, saranno grossi guai per te. E’ meglio non rischiare. Non cercare di fare l’ uomo solo perché sei con una donna “. “ Io penso che sia tu quella che stai rischiando maggiormente. Eos ti ha ordinato di farti reclutare nel gruppo rivale, e Heite ti ha ordinato di restare nel gruppo di Eos. Sei una pedina delle loro strategie, e questo è chiaramente sbagliato. E riguardo alle tue amicizie nel gruppo rivale, se Eos lo scopre si arrabbierà molto “. “ Guarda, questo te lo posso dire. L’ unica con cui ho fatto amicizia di loro, è Rebby, la sorella di Zagari. Lei sembra davvero fuori luogo in quel gruppo “. “ Questo mi fa sentire un po’ meglio. Anche se difficilmente ci si può fidare di tutte le persone. Guarda Sebas, come ha reagito al furto di bici di Zagari. Mariele sembrava sul punto di prendersele. E non aveva alcuna colpa, tranne che forse, avrebbe potuto dire qualcosa a Zagari “. Dorina si fermò di colpo ad osservarlo “ Ti piaccio, Casmer? Zagari ha un carattere molto diverso dal mio e non credo che una storia con lui possa funzionare. Io ti voglio bene “. Casmer sorrise “ Come mai questa domanda? Vuoi sapere se hai un ammiratore in più prima che io muoia e non possa più parlare? “. Dorina gli tirò un pugno sul braccio, accennando un sorriso “ No, stupido. Voglio che tu mi dica la pura verità “. “ No, stupido non è un aggettivo che mi si addice…” rise Casmer, ma Dorina lo interruppe. “ Silenzio “ e i due si baciarono. Zagari aveva le mani sul viso, le strusciava, sconvolto, toccandosi gli zigomi gonfi e brucianti. Era ancora in quell’ angolo del parco dove Colin lo aveva quasi ammazzato di botte. Ancora una volta, solo quasi. Si teneva le gambe fra le braccia, con le ginocchia rivolte verso il petto, ancora tremante. Non riuscì a trattenere un attacco di pianto. Fu allora che Dorina e Casmer lo sentirono. “ Zagari ! “ urlò Dorina “ Oh, mio Dio, cosa ti è successo? “ . “ No! No, non ti avvicinare ! “ Zagari la allontanò con una mano, con l’ altra coprendosi il volto distrutto dai lividi. Dorina lo aveva capito che era sconvolto. “ Come sei ridotto !? Cosa ti è successo? “ era molto allarmata e parlava con tono acuto. Zagari pianse ancora, coprendosi il volto con entrambe le mani, cercando di asciugarsi le lacrime con la maglia grigia. “ Ti ho detto che non ti devi avvicinare! Mi ha demolito il naso, gonfiato gli occhi…E’ troppo da vedere! “ Zagari cominciava ad avere panico da agitazione, e tremava visibilmente. Casmer si inginocchiò davanti a lui, cercando di togliergli le mani dal volto per vederlo bene “ Zagari, sono Casmer. Calmati adesso, va tutto bene, non c’è nessuno vicino a noi. Chiunque sia stato, si è allontanato “. Dopo un po’ di resistenza, Zagari abbassò le mani rivelando un volto violaceo e trasformato. C’ erano addirittura delle linee di bruciatura. Dorina si mise le mani alla bocca, dilatando gli occhi, inorridita. “ Perché a me? Perché è successo a me? “ piagnucolava Zagari. “ Dai, amico, cerca di stare calmo ora. Mi fai preoccupare se continui a tremare. Fratello…Fratello…Va tutto bene ora “ disse fermamente Casmer, guardandolo negli occhi. Dopodichè Zagari lo abbracciò e scoppiò a piangere a dirotto. Dorina si mise le mani ai fianchi, cupa “ Dimmi chi è stato. Dimmelo, Zagari, e ti assicuro che la pagherà “. Zagari si staccò da Casmer e sussurrò a fatica “ Oh, mio dio…E’ stato…E’ stato Colin, il fratello di Sebas. E non è la prima volta. Quella è stata addirittura…Peggio “. Casmer e Dorina impallidirono sentendo le parole “ fratello di Sebas “. Si rivolsero un’ occhiata molto tesa. “ Una buona impressione “ Colin camminava nei dintorni della via principale del centro cittadino. Il cappuccio nero sulla testa nascondeva gli occhi chiusi, mentre ascoltava la musica. Cercava di ascoltare la canzone, voleva concentrarsi per non pensare alla fame. Lo stomaco gli dava molto fastidio. Non si era ancora accorto che la via che aveva preso era piena di topi bianchi e piccolini che correvano negli angoli. Ad un tratto avvertì un’ odore assolutamente nauseabondo. Fece una smorfia di disgusto, e si guardò intorno. Con celato orrore guardò topi e piccoli ragni che correvano vicinissimi ai muri intorno a lui. Clang…Clang…Ta-klak…Clang… Sentiti questi rumori Colin si irrigidì. Cominciando a sentirsi molto teso e innervosito, nell’ ombra notò adagiata a terra una mazza da baseball. Non poteva non afferrarla. Controllò dapprima che non ci stessero sopra di ragni velenosi, che avevano invaso la città poco dopo l’ arrivo del primo gruppo di soldati a inizio Settembre. Colin strinse la sua fredda possente mano sulla mazza. “ Aaah! “ Esclamò una ragazza poco lontano. Colin si irrigidì. Chi si trovava in pericolo? Colin si avvicinò cercando di non fare rumori calpestando dei sassolini per terra. Guardò davanti a se’ con molta prudenza, mantenendo uno sguardo impassibile. Una ragazza con una bandana nera in testa stava contro il muro, non sapendo cosa fare. Tutti intorno a lei, una banda di ragazzi sopra i vent’ anni, armati di catene e pistole. Un ragazzo dall’ aria aggressiva le si avvicinò “ Avresti dovuto pensarci prima. Questa sera i tuoi amici rimarranno senza cibo. E senza di te, ragazzina “ poi si voltò verso uno dei suoi amici “ Jade, passami la pistola “. “ Aaaah! “ si lamentò la ragazza con la bandana nera. “ Hai il diritto di fare una scelta. Una morte veloce e indolore oppure…E tu sai cosa preferirei…La tortura e la morte alla fine “. Il suo amico strattonò una catena con fare minaccioso. La ragazza era bianca in faccia. Colin decise coraggiosamente di farsi avanti “ Non te lo consiglio “ disse fermamente, tenendo davanti a sé la mazza da baseball con entrambe le mani. In quella, Heite e Growler stavano osservando la scena “ Vediamo se l’ eroe riuscirà a impressionarci “ commentò Heite “ Quello non dura un secondo. Assisteremo a morte sicura “ commentò anche Growler. Colin continuò a parlare “ Adesso mettete giù catene e pistole “ . Quando disse questo, i ragazzi più grandi si voltarono, infastiditi dal suo atteggiamento. La ragazza fissava Colin negli occhi, incredula. “ Gente, qui abbiamo un completo imbecille “ commentò il leader di quei ragazzi. Detto ciò, altri sette ragazzi uscirono da un angolo; uno di loro aveva un lungo coltello affilato fra i denti, uno una frusta, altri pistole e l’ ultimo un pezzo di tronco incendiato. Colin fece mezzo passo indietro, ma non si lasciò impaurire. Li guardava con fare molto minaccioso, la musica che gli batteva ancora nelle orecchie. Il leader afferrò la ragazza per la bandana e la tirò a sé “ Aaaurgh! “ ; “ Sei venuto a salvare lei !? “ gli chiese il ragazzo. Le puntò la pistola alla testa. Il suo compagno strinse la catena ancora una volta e sibilò “ Forza, cosa aspetti? Facci vedere cosa sai fare ! “ ; “ Non ti puoi più tirare indietro. Altrimenti lei ci rimarrà “ sibilò il leader. La ragazza lo guardava con uno sguardo tesissimo e preoccupato. Colin lasciò cadere la mazza con un suono rimbombante. Poi si lanciò allo sbaraglio contro i ragazzi a mani nude. “ Esibizionista “ commentò da un altro lato Growler. Colin sentiva moltissima forza dentro di sé. Afferrò la catena di quel ragazzo che l’ aveva provocato e cercò di fargliela mangiare. In un attimo venne accerchiato e assalito anche da tutti quelli con le catene. Allora Colin si mise a sferrare pugni con tutta la sua potenza, scaraventandone a terra solo alcuni, però. Quando uno di quei ragazzi gli mise una catena al collo, lui si mosse per liberarsi e gli morse una mano, accerchiato completamente e fuori di sé dalla rabbia. Quando passò a sferrare calci, riuscì a spingerli via con forza. Si buttò allora a terra per afferrare la mazza da baseball. Su di lui si avventò quello con la torcia infuocata. Immediatamente Colin si girò e gli spaccò la faccia, facendo cadere la torcia a terra, incendiando il terreno. Si allontanò bruscamente da una fiammata, poi tirò via dalle mani di uno dei ragazzi la sua catena. Si mise allora a praticare un po’ di mosse da arti marziali con quest’ arma. Li aveva quasi messi a terra tutti, quando la fiammata si estese fino ad arrivare a lui “ Uuurgh! “ allontanò il piede destro dal calore, ma questa distrazione non gli fece bene. Il leader lo afferrò per i capelli e lo scaraventò contro il muro “ Tu con me non fai questi scherzetti “. Colin riuscì a sferrargli un calcio di sotto, poi gli sputò addosso. “ Ah, no? “ commentò acidamente. Heite commentò “ Direi che ci ha fatto una buona impressione. Ma se continua così ci rimette la pelle. Ci serve “ Growler finì il suo commentò “ Dunque interveniamo “. Growler partì all’ attacco di corsa “ Rrrawl! “ , atterrando con il suo corpo gli altri membri di quel gruppo. Dopodichè cominciò a prenderli a pugni, tramortendoli tutti. Heite afferrò la mazza da baseball di Colin, e si avvicinò a quel ragazzo che lo stava prendendo a pugni, ancora schiena al muro. “ Ehi, dico a te! Voltati e combatti! “. Quando quello si voltò, Heite gli lanciò un colpo possente di mazza sulla bocca, tramortendolo all’ istante. Colin era finito seduto per terra, accanto alla ragazza che gli disse il suo nome “ Mi chiamo Rebby. Ma purtroppo so già chi sei tu “. Colin la guardò con un’ espressione stranita e confusa, tutto insanguinato. Heite gli si avvicinò “ Avanti, alzati. Andiamo nel nostro rifugio. Adesso fai parte dei nostri. Lasciamo che questi deficienti vengano avvelenati da ragni e topi. Vedo che ce ne sono un sacco qui “. “ Alta Tensione “ Casmer stava ancora parlando con Zagari, mentre Dorina andava a recuperare la bici di Sebas. “ Adesso stai tranquillo. Dobbiamo tornare al rifugio. Forse ci staranno già aspettando “. Zagari aveva lo sguardo basso “ Me la pagherà quell’ animale, non so ancora in che modo, ma me la pagherà “ Casmer lo calmò “ No, adesso devi controllare la rabbia. Basta, non pensarci più. Alzati… Ce la fai? “ Zagari rispose acidamente “ Ma certo che ce la faccio. Non mi ha spezzato le gambe. Ecco, è quello che gli farò…Con qualsiasi cosa troverò “ Casmer “ Adesso datti una controllata sul serio. Non è con la violenza che si risolvono questi problemi “. Zagari ribattè “ E allora come? Quel massacratore è ancora in giro per la città. Se qualcuno lo fa arrabbiare potrebbe eliminarlo. Dovremmo cercare di impedirglielo “. Casmer aveva da ribattere “ Gli starai alla larga, come tutti noi. Non ci andiamo a cercare guai grossi “. Dorina gli prese un braccio “ Guarda che qui c’è la bici di…Sebas “; “ Sì…Non l’ avessi mai presa…”. Dorina lo guardò ancora un po’ in viso, asciugandogli il sangue con un fazzoletto bianco. Casmer disse “ Avviamoci “. Una volta arrivati al rifugio, Sebas e gli altri erano esterrefatti, vedendo come era stato ridotto Zagari. Eos aveva capito tutto “ Sei stato menato di nuovo dalla stessa persona? “ Zagari commentò acidamente “ Si vede che è il suo stile, vero? “ Mariele gli porse un panino “ Vuoi mangiare qualcosa? “ Lui rispose subito, freddamente “ No, voglio parlare con Sebas “. Niro fece una faccia confusa “ E perché? “ “ Fatti privati. Chiaro? Non voglio che nessuno di voi altri si metta ad ascoltare. Altrimenti se la vedrà con me “ Annunciò pubblicamente. “ Ah, e Sebas “ continuò “ Casmer ha la tua bici intatta. Peccato che io sia quasi deceduto oggi. E sai perché? SAI PERCHE’ ? “ Tuonò. Sebas si fece avanti molto serio “ Cosa vuoi da me, si può sapere? “ Zagari lo prese per la nuca e lo invitò poco gentilmente ad allontanarsi con lui dal resto del gruppo, fino a quando non si trovarono completamente soli. Sebas allontanò bruscamente la mano di Zagari, arrabbiato. Zagari lo spinse violentemente contro il muro “ Tuo fratello. Quel maledetto figlio di madre di strada. Mi aveva quasi ammazzato di botte il 21 Agosto e l’ ha fatto di nuovo oggi “ Zagari si era fatto molto minaccioso e i suoi occhi luccicavano d’odio. “ Hai incontrato mio fratello Colin? “ Zagari rise acidamente “ Sì, hai capito subito. Lo conosci bene, vero, quell’ imbecille? Eh? Conosci bene le sue maniere forti. Ma non conosci affatto le mie “ Sebas “ Io non c’ entro niente con la faccenda fra te e mio fratello. Non c’ ero quella notte d’ Agosto insieme a lui e ai suoi amici “ Sebas continuò “ E le tue maniere forti quali sarebbero? Vorrei proprio saperne di più “ commentò acidamente. Zagari gli strinse le mani al collo “ Attento a non provocarmi, perché potresti non uscirne vivo “. Sebas “ Continua ad offendere la mia famiglia e vedrai che continuo io quello che ti ha fatto mio fratello “ “ Sono contento che i tuoi genitori siano morti. Almeno la smetteranno di sfornare mostri da combattimento. Sì, hai capito bene “ sussurrò freddamente “ Sono contento che i tuoi genitori siano morti e stiano marcendo a casa tua “. Sebas impallidì, ma allo stesso tempo i suoi occhi divennero cupi, luccicavano di odio puro. Zagari tirò fuori il suo coltellino “ Non sai quanto mi piacerebbe vedere il sangue uscire dalla tua testa. Basterebbe un solo movimento molto veloce di questa lama qui “ lo minacciò. Sebas sibilò “ Questa è una minaccia di morte, Zagari. Stai attento, perché me la legherò al dito per sempre “. Zagari gli sussurrò nell’ orecchio “ Non solo a te, Sebas. Troverò tuo fratello, gli spezzerò le gambe e lo ammazzerò molto lentamente. Questa non è solo una minaccia, è una promessa “. E in quella cominciarono a picchiarsi selvaggiamente. -
Ciao, ragazzi, sono Matteo, ho quasi 20 anni, e sto inoltrando l' inizio del mio settimo libro avventura-horror ad alcuni forum... STRADE MORTALI “ La mano più veloce “ Heite fissava Sebas dritto negli occhi. Due sguardi carichi di tensione, che lasciavano trasparire una lunga e difficile storia di vita, per entrambi. I due erano in una stanza buia del vecchio albergo dimenticato. Solo la luce bluastra della finestra accanto a loro illuminava le loro facce, dando all’ atmosfera un che di immobilità. Solo le loro menti macinavano un pensiero dopo l’ altro, totalmente all’ erta. Sebas gli stava mantenendo una pistola davanti alla faccia, pronto a colpire in ogni momento. Heite appariva impassibile. Sebas invece riusciva a stento a mantenere tutta la furia compressa dentro di sé, tanto che i suoi occhi erano addirittura inondati di lacrime, lacrime amare. Sebas mormorò “ Non sai quello che hai fatto! Non…Non riesco ancora a crederci! Sei il peggior verme schifoso che abbia mai incontrato…Non sei affatto degno di vivere…Saluta il mondo perché la tua ora è arrivata “ Heite aveva uno sguardo serissimo, gli occhi luccicavano d’odio. La bocca chiusa in un segreto digrignar di denti. Poi aprì bocca “ La mia ora? Vorrei tanto che tu ti girassi a guardare alle tue spalle. Scacco matto, Sebas. Sei già morto…” Sebas lo interruppe “ Basta! Taci! Non hai neanche il diritto di parlare! No! I vermi non parlano! “ digrignava i denti cominciando ad essere molto più teso di prima “ Scaricherò tutti proiettili nei tuoi occhi se non taci in questo momento! “ Heite disse piano “ Spara “ E il cuore di Sebas si fermò per un attimo che appariva interminabile. “ Il destino comincia a farsi strada “ Sebas pedalava velocemente sulla sua bici, non badando agli strani, intensi sguardi che i passanti gli rivolgevano. Erano passate due settimane da quando i suoi genitori erano morti, sterminati dalle truppe di soldati Inglesi nel Settembre 2012. Il mondo come lo conosceva era già nettamente cambiato, la Terza Guerra Mondiale aveva già trasformato ogni luogo della terra, troppi gli attacchi che Sebas aveva dovuto vedere sugli articoli di Internet, nei notiziari che dal 23 Agosto del 2012 erano spariti, insieme all’ intera connessione Internet globale. Sebas non sapeva neanche che genere di attacco poteva aver avuto tale conseguenza, nessuno venne più informato di niente da quel giorno, e la guerra si fece sentire ogni giorno più freddamente, la vita si trasformò ogni giorno di più, fino a quando nella sua tranquilla cittadina Olandese, dei soldati Inglesi non arrivarono, a saccheggiare tutto quello che trovavano, lasciandosi dietro sangue e tragedie di ogni tipo. Ognuno degli abitanti aveva perso qualcuno. Lo sguardo di Sebas lasciava pochi dubbi sulla sua storia recente. Scioccato. Aveva visto i suoi genitori difendere quel poco che il totale collasso economico gli aveva lasciato, per poi venire eliminati a sangue freddo da dei totali sconosciuti. Proprio davanti a Sebas. Non riusciva a togliersi il pensiero. La pistola puntata alla sua tempia mentre i suoi genitori ricevevano dei colpi fatali. Il terrore puro e semplice che lo attanagliava. Le lacrime più tremende della sua vita sui corpi morti dei genitori. L’ urlo che aveva lanciato, fuori di sé dal terrore, quando sentì degli spari provenire da una zona vicina, temendo che un secondo gruppo di soldati venisse a mettere il dito nella piaga. “ Dove siete? Venite fuori! Venite fuori, non c’è più pericolo. Non c’è più…” Sebas faceva fatica a parlare, guardandosi intorno, cercando i suoi fratelli e sua sorella, ma la casa era vuota. Era buio pesto, e Sebas non aveva mai tremato così tanto. Era completamente fuori di sé dalla paura più pura. Una paura solitaria nel suo cuore. Solamente essa rimaneva a farlo battere a tutta velocità. Prese uno zaino e ci infilò velocemente tutto quello che riusciva a toccare intorno a sé, nella sua stanza, l’ unica che i soldati avevano lasciato intatta. Tutte le altre stanze erano state quasi svuotate. I soldati avevano messo tutto quello che ci stava nei loro grossi zaini e avevano calpestato la mano di suo padre, mentre lui ancora piangeva. “ Animali! “ pensava dentro di sé Sebas. Se si fosse azzardato a dirlo ad alta voce sarebbe morto istantaneamente. Si chiedeva ancora perché lo avevano lasciato in vita. Un momento di miracolosa pietà? No. Sapevano di avergli tolto tutto, ogni dignità e ogni emozione positiva che poteva mai avere. E si sentiva ugualmente morto. Era mattina. E la calma della sua città non esisteva più. Tutto il quartiere centrale era immerso in un caos fragoroso. Niente più regole. Davanti ai suoi occhi accadevano furti e uccisioni in ogni angolo. Gente che si litigava il cibo, che si tirava ciottoli e donne e ragazze che si disperavano davanti alle porte delle case colpite dai saccheggi, e sui balconi. Quella notte i soldati erano tornati, e avevano dato fuoco a un terzo della città, incenerendo tutto. Tutto quello che faceva parte della vita di Sebas era stato cancellato dal fuoco. Tutto il suo quartiere, la sua scuola, il suo skate park, andati per sempre. Sebas non sapeva neanche come faceva ad essere vivo. Le prime notti aveva vissuto di semplici furti, ma dalla seconda settimana si ritrovò persino, una volta, ad avventarsi su un cane. Non sapeva più dove andare. Girava voce che i soldati sarebbero tornati quel pomeriggio per mettere in atto uno sterminio totale. “ Concentrati, Sebas. Concentrati. Guarda avanti e stai molto attento “ si diceva, fra sé e sé. “ Ehi, tu! Ehi, tu con quel cappello! “ urlò un ragazzo di circa 25 anni. Sebas si congelò. Si girò alla sua destra. Uomini armati. “ Lasciatemi stare! Andate via! Vi ho detto di lasciarmi stare! “. Diceva così, mentre si avventavano su di lui e lo sollevavano di forza dalla bici per poi sbattere la sua schiena contro la parete del vicolo. “ Aprite il suo zaino e buttate tutto a terra. Voglio vedere chiaramente, cosa ci ha portato questo ragazzo “ Uno degli uomini si avventò su di lui per togliergli lo zaino dalle spalle, non facendo caso al suo divincolarsi. “ Ma cosa sono queste robe? Dov’è il cibo? Cosa sono questi affari? “ “ Sono la mia vita, razza di deficiente! “ mormorò Sebas. Dallo zaino venivano fuori tutti gli oggetti più cari nella sua vita, foto, libri, agende e utensili di sopravvivenza, medicine, tutto ciò che poteva servirgli. Il coltello lo teneva in una tasca molto piccola e segreta. Non lo avevano trovato. Per sua enorme fortuna. No, al contrario. Ora Sebas stava inorridendo. Quella mano rovistava ancora nel suo zaino, aprendo tutte le cerniere zip, le dita si stringevano sul manico. L’ uomo tirò fuori il coltello stringendolo minacciosamente. Poi un digrignare di bestia gli contorse il volto. “ Ora. Tu. Mi. Dici. Dove. Trovo. Il Cibo! “ “ Sono settimane che non mangiamo niente! Io dico che ci mangiamo lui! “ sussurrò minacciosamente l’ altro. “ O Dio, no! “ mormorò scioccato Sebas. “ Uuurgh! “ la lama gli pizzicava la gola. “ Non so cosa mi trattiene dal non farlo! “ disse l’ uomo con il coltello in mano. “ Noi! “ esclamò un giovane ragazzo all’ improvviso. Questo aveva distratto i due uomini, che si ritrovarono un paio di ragazzi che li aggredirono alle spalle. Sebas non si lasciò sfuggire la miracolosa occasione. Un solo gesto della mano fece sì che tutto il contenuto del suo zaino vi ritornasse dentro, poi saltò sulla sua bici e esclamò ai due ragazzi. “ Gambe levate! Andiamocene! Lasciate stare questi animali! “ “ Non prima di averli tramortiti per bene! “ esclamò il ragazzo con i capelli biondi corti. “ Ora! Forza! Via da qui! Ehi, tu, gira a sinistra e vai dritto finchè non te lo diciamo noi! “ Sebas si girò, gli occhi dilatati. Compresa la situazione, il ragazzo di prima gli disse “ Ehi, con noi sei al sicuro! Sebas cominciò a calmarsi un poco. “ Grazie, amici “. Poggiò la mano sulla spalla del ragazzo con i capelli brizzolati corti. “ Ci sono altri con noi. Sono sicuro che vorrai conoscerli “ disse l’ altro, quello con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e molto alto. “ Benvenuto nel club di quelli di strada “ disse il ragazzo di prima. Sebas e i due ragazzi erano arrivati alla fine di un altro vicolo. Dietro ai ragazzi che stavano loro davanti c’ era un muro di mattoni. Uno di quei ragazzi stava scrivendo con i graffiti una scritta “ Morte non ci avrai “ lungo tutto il muro, con vernice viola. Il ragazzo che stava scrivendo sul muro aveva i capelli castani un po’ lunghi, la faccia pallida e non era molto alto. La sua faccia era particolarmente smagrita. Si girò a fargli un cenno “ Ehi “, poi continuò a scrivere. “ Lui è Zagari “ lo guardò negli occhi il ragazzo dai capelli biondi e corti. “ Puoi chiamarmi Eos “. Una ragazza bionda e bella sorrise a Sebas. “ Ciao ! Io sono Akiane! ” A Sebas sfuggì un sorriso di piacere, cercava di nasconderlo, ma l’ altro ragazzo alla sua sinistra aveva capito e aggiunse “ Un vero schianto! “ ammiccando e sorridendo. “ Io…Io sono Sebas, Sebastian “ provò a dire lui. Zagari, notando il suo imbarazzo solo dalla voce, accennò un sorriso beffardo, socchiudendo gli occhi, divertito. “ Ciao Sebas ! Io sono Niro ! “ salutò incuriosito un ragazzino che gli somigliava particolarmente, capelli castani lunghi e un cappello scuro in testa che quasi gli copriva gli occhi. “ E’ mio fratello. Io sono Mariele “ disse il ragazzo alto con i capelli lunghi. Mariele appariva molto atletico. Una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi dolci sembrava disinteressata al nuovo arrivato. Si stava toccando le mani pensierosa. Poi gli sorrise e disse “ Dorina “. L’ ultimo che rimaneva era un ragazzo che si stava togliendo le cuffie da musica dalle orecchie, vagamente incuriosito. Aveva degli occhi molto intelligenti, capelli biondi un po’ lunghi, una camicia azzurra e un piede appoggiato al muro. “ Chiamami Casmer “ Zagari aveva terminato di scrivere, e si voltò facendo qualche passo verso di lui “ Carina la bici. Ti Fermi qui ? “ “ Certo che si trattiene. Dove vuoi che se ne vada? “ disse Eos. “ Be’, certo, non voglio tornare nella selva che una volta chiamavamo centro città “ confermò Sebas. Zagari si strinse le spalle, ancora osservando attentamente la bici, uno sguardo indagatore si dipinse sui suoi occhi per un secondo, per poi tornare a sembrare tranquillo “ Fumi? “ Sebas lo guardò negli occhi, mentre lui attendeva una risposta. “ Parole di fumo “ I ragazzi si erano messi in cerchio, tranne il piccolo Niro, che stava mangiando con Dorina e Akiane. “ Ehi, Mariele! Perché non fai fumare anche Niro? Eh? Ahhaaha! “ Mariele lo guardò un po’ scocciato, ma non ribattè. Eos gli diede un pugno sul petto per farlo tacere. Sebas sembrava molto imbarazzato “ Io…Io non l’ ho mai fatto…” Zagari ribattè “ Che te ne frega, tanto non ci sono più i vecchi a rompere “ Eos gli diede un pugno ancora più forte, gli occhi che luccicavano di sorpresa. Sebas sospirò “ Già, certo, lo so “ Zagari notò il suo sguardo triste, e lo osservò “ Scusa, fratello. Certo, lo sappiamo tutti “ I due si scambiarono un lungo sguardo, ognuno lasciando trasparire preoccupazione. Zagari riprese a parlare “ Rilassati, dai. Pensa a Stand By Me . Lo hai visto il film? “ Sebas annuì “ Sicuro. Stavo pensando che in questo momento assomigliamo molto ai personaggi di quel film “ Eos attaccò conversazione “ Qual è la tua storia? “ Sebas “ Sto cercando i miei fratelli e mia sorella. Sono fuggiti. La scena a cui abbiamo dovuto assistere era troppo, troppo scioccante. Saranno andati in panico “ “ E tu sei rimasto? “ mormorò Mariele come se sapesse esattamente di cosa stava parlando. Tutti gli occhi erano incollati su Sebas. “ Sì “ si interruppe un attimo per fumare “ Mi avevano puntato una pistola alla tempia. Mentre uccidevano i miei genitori. Dieci spari “ Tutti e tre gli altri ragazzi impallidirono. “ Assurdo “ commentò Mariele. Sebas continuò “ Mi hanno buttato a terra sui loro corpi. Hanno preso tutto quello che potevano, mentre io ovviamente ero andato fuori di testa. Non so neanche come sono ancora vivo. Una mossa sbagliata e mi facevano secco “ “ Maledetti animali “ sibilò Zagari. Sebas stava cominciando ad innervosirsi e si premette il cappello sulla faccia. Eos gli mise una mano sulla spalla. “ Mi dispiace “ Mariele aggiunse “ Posso confermare per tutti noi “. Eos disse “ Sono tutti animali. Come quei ragazzi che mi tiravano bottiglie di vetro sulla schiena nuda, quando non ubbidivo ai loro ordini esattamente come avevano detto di fare, quando appartenevo ad un gruppo diverso “ “ Io ormai questo mondo lo detesto “ disse Zagari, sospirando. In quel momento arrivò Casmer con uno zaino riempito di cibo rubato. Casmer disse " Ora ne abbiamo per qualche giorno. Il proprietariodi questo zaino è stato ucciso " Eos si sorprese " Se lo avevano attaccato per il cibo, come hai fatto a impadronirtene? " Casmer " Con molto ingegno, credimi " Anche Dorina, Akiane e Niro si avvicinarono per osservare lo zaino. Zagari disse " No, no, no, fermi lì, avete appena mangiato e non credo che possiate fare il bis. Ora tocca a noi, gente ". Akiane però osservava una firma scritta sullo zaino " Avete visto di chi è? Di uno del gruppo rivale " Dorina sussultò, e tutti la guardarono per un momento. Dorina si mise davanti a Casmer e gli prese una mano, agitata " Dobbiamo parlare ". Mentre si allontanavano, e gli altri cominciavano a mangiare, compreso Niro che aveva ancora fame, Sebas chiese " Come mai Dorina si è così agitata quando Akiane ha detto quella cosa ? ". Niro prese parola " Le femmine sono facilmente impressionabili, Mariele me lo diceva sempre" ; " Interessante opinione " commentò sarcasticamente Akiane. Intanto Dorina e Casmer stavano parlando: " Ascoltami attentamente, dimmi che cosa hai visto " Casmer " Jexer stava cercando di derubare degli umomini dei loro averi e questi lo hanno scoperto e lo hanno assalito " " Casmer, lui era un mio amico. Devo andare a fare una cosa ". Casmer la fermò " Tu piuttosto ascoltami un secondo. Come mai sei così legata al gruppo rivale? " Dorina si strinse nelle spalle " Eos mi ha chiesto di svolgere qualche indagine " Casmer si faceva sempre più serio " Sai che non ti farà bene fare il doppio gioco ". Dorina disse infastidita " Ti chiedo di non dire niente di quello che sai. Prendendo quello zaino, poi, hai privato l' altro gruppo del loro cibo ". " E' proprio questo che vorrei farti capire. A me interessa il bene del mio gruppo soltanto " " Non ti preoccupare, collaborerò con Eos, ma ormai mi sono fatta degli amici ". " Non credo che tu sia una buona amica, allora ". " Non sei tu che devi spiegarmi cos'è l' amicizia. Torniamo dagli altri prima che ci prendano troppo sul serio ". Quando tornarono in mezzo al gruppo, Zagari disse " Finalmente, Casmer, perchè non prendi la tua razione invece di parlare di cose...Chiaramente private? " " Ci siamo detti solo due parole, non pensare a chissà che " commentò ui. " Basta, Zagari, mangia e stai zitto, per favore " mormorò Dorina. " Parole nel buio " Durante la notte, i ragazzi del gruppo dormivano su dei cuscini e coperte, per terra. Accanto a Sebas , appoggiata a un muro, stava la sua bici. C' erano solo due persone sveglie, Zagari e Casmer. Zagari continuava a girarsi da una parte e dall’ altra, sentendosi nervoso e scomodo, mentre Casmer faceva il suo turno di sentinella, completamente tranquillo. Ad un tratto Zagari si alzò senza fare troppo rumore e si avvicinò a Casmer, che lo vide arrivare. “ Adesso me lo spieghi “ sibilò Zagari “ Quella conversazione con Dorina “. “ Io non ho proprio niente da dirti “ ribattè lui. “ Oh, sì, invece, e lo sai molto bene “ lo stava mettendo al muro “ Stai molto attento quando parli con lei “ ; “ Credo che tu abbia inteso male “ ; “ Lo devi sperare. Perché io ho i miei metodi per farti parlare e se scopro che c’è qualcosa fra voi due …“ ; “ C’è molto che non sai di lei “; “ Non mi provocare, ragazzino “. Zagari tirò fuori un coltellino dalla tasca “ Adesso stai esagerando “ disse Casmer sorpreso, gli occhi dilatati. “ Un giorno riuscirò a scalfire quel controllo che hai. Si sa che non sei quello che sembri “. “ Neanche io credo che tu conosca bene te stesso “. “ E adesso non so di cosa stai parlando “. “ Credi che io stia solo giocando con questo coltellino che si agita davanti alla tua faccia? Pensi davvero che io non possa farti del male ? “. “ Lo sai, anch’ io ho i miei metodi, come dici tu. Eos mi ascolta molto bene, e se gli riferisco come ti comporti, sarai buttato fuori “. Zagari e Casmer tornarono alle attività di prima, proprio mentre Sebas apriva gli occhi. Girandosi si voltò nella direzione di Akiane. Lei aveva gli occhi chiusi, Sebas continuò ad osservarla, quasi desiderando rivedere quei magnifici occhi. Pochi secondi dopo Akiane si svegliò. Sebas aprì la bocca, poi sussurrò “ Scusa, non volevo svegliarti! “. “ Non credo che tu mi abbia svegliata guardandomi “ sorrise “ Sono stati i passi dello Zagari a svegliarmi “. “ Uhm…Sì…” mormorò lui. Non se n’ era neanche accorto. Era tutto assorto nei suoi pensieri. Zagari stava tornando alla sua coperta. Akiane si toccò la guancia, poi la sua mano passò sulla sua bocca. Sorrise mestamente “ Se ho qualcosa di strano sulla faccia puoi dirmelo. Non mi impressiono “. “ No, no, il tuo viso è perfetto “ si sorprese Sebas. Akiane si girò meglio verso di lui, avvicinando il suo viso a quello di Sebas, sostenendosi la testa con una mano, il gomito poggiato a terra. “ Guarda che me ne sono accorta. So quale impressione ti ho fatto “. “ Ebbene, sentiamo “; Lei si avvicinò ancora di più “ Ma lasciamo questa notte al solo pensiero. Pensiamoci molto bene. Ci vuole più tempo per far nascere qualcosa e desiderarci l’ un l’ altro fino a quando non possiamo resistere. Solo allora…Solo allora…Quello che stai pensando diventerà realtà “. Sebas era rimasto completamente stupito da queste parole. I suoi occhi avevano un’ espressione indefinibile. Poi si decise a ribattere “ Non un minuto prima? Solo allora? “ ; “ Solamente allora. Non ci saranno eccezioni “; “ Sarai tu a dover scoprire quando non saprò resistere. Non lo capirai immediatamente “. “ Non essere così sicuro di te “ sorrise, poi si girò dall’ altra parte. “ Un confronto “ Dorina, verso l’ alba si alzò da terra, completamente sveglia. Prese il suo zaino e si allontanò piano dal vicolo, stando attenta a non calpestare le mani di nessuno degli altri ragazzi sdraiati a terra. Guardava prudentemente a destra, dove cominciava un altro breve vicolo, ma che era un posto veramente pericoloso. Appoggiandosi al muro, mise in avanti il viso per guardare dietro di lei. Nessuno in vista. Si incamminò allora, accelerando il passo, fingendosi piuttosto disinvolta. Stava per girare l’ angolo a sinistra, quando ad un tratto sussultò “ Aaah! “ emise un urlo acuto. Un ragazzo stava accasciato al muro, moribondo, con gli occhi incredibilmente arrossati e con strane orripilanti bolle su tutto il corpo. La bocca era spalancata in una smorfia strana, e lo sguardo era proprio rivolto verso Dorina, completamente terrorizzata, che si stava allontanando. Un grande ragno zampettava sul corpo del ragazzo, e Dorina faceva fatica a controllarsi e si mise a correre per scappare via, cercando di togliersi quell’ immagine dalla sua mente. “ Oh mio Dio “ sussurrava “ Oh mio Dio, no! “. Erano ormai 30 metri che continuava a correre a perdifiato, quando all’ improvviso un ragazzo apparve ad un angolo e le afferrò i capelli, scaraventandola contro il muro. Lo sguardo era malvagio, e la faccia sembrava quella di un criminale. Dorina stava cercando di prendere fiato, e aveva la bocca spalancata in un’ espressione di paura. “ Buono, Growler “ ordinò fermamente Heite. Il respiro di Growler sul suo viso faceva tremare Dorina. Growler le stava stringendo i capelli con le sue mani enormi. Growler era anche molto alto e robusto. Growler lasciò la presa, e sbattè il palmo della mano contro il muro. Dorina sussultò. Heite si avvicinò a Growler, che si fece da parte. Lo sguardo di Heite era nebuloso e freddo. La stava scrutando attentamente. “ Cosa ci dici oggi? “ Dorina si riprese dallo spavento “ Hanno un nuovo membro, reclutato ieri sera “ Heite allungò la mano e le prese il mento,sollevandole il viso: “ Lo sai cos’è successo ieri? “ “ Jexer è morto, sì, lo so “ “ E perché non sei venuta da noi per accompagnarli nella loro missione ? “ stava stringendo forte i suo mento, guardandola con crescente rabbia. “ Non potevo allontanarmi. Eos e Zagari mi stanno sempre alle costole “. “ Lo sai cosa mi ha detto Rebby? Era in giro con Jexer, quando si erano avvicinati all’ accampamento di quegli uomini. Anche Casmer era lì. E quando hanno ucciso Jexer ha rubato il suo zaino pieno di cibo “ Dorina sussultò “ A me non piace stare una giornata intera senza mangiare, mi sono spiegato? “ “ Ti ho portato quello che è avanzato. Anch’ io penso che non sia giusto quello che Casmer ha fatto“. Heite disse “ La prossima volta che capita una cosa del genere, ci sarò io o Growler, cioè Sid, e lo fermeremo. Dopodichè porteremo il suo corpo morto e lo lasceremo alla fine del vostro vicolo, proprio davanti a voi “ Dorina “ Non ci sarà bisogno di arrivare a tanto “ Heite “ Questa non è una minaccia. E’ una promessa “ stringeva ancora più forte il suo mento, poi lo lasciò e Dorina appoggiò la testa al muro, poiché il viso di Heite si avvicinava “ Ho già eliminato tutto il gruppo a cui appartenevo mio malgrado prima. Tutti tranne Eos. Riferisci al tuo amico Casmer che la prudenza non è mai troppa, quando si tratta di questioni come queste. E se viene a sapere che tu fai anche parte di questo gruppo lo faccio secco. Sarà morto stecchito prima che tu possa dire Attenzione “. Poi si allontanò dal suo viso, lasciandola libera. “ Parlami di questo nuovo membro “ “ Avrà circa 17 anni, si chiama Sebas e si è portato con sé una bicicletta “ “ Una bicicletta? Davvero interessante. Non se ne trovano molte in giro, incustodite o di gente disponibile a prestarla “ “ E chi ci dice che Sebas sia disponibile a prestarla? “ “ Trova una maniera “ Heite si avvicinò di scatto “ Una cosa, importante “ Dorina era sorpresa. “ In questi giorni stai cominciando a non piacermi. Sii più ubbidiente, o lascerò che Sid si inventi una maniera di farti fuori “ fece una smorfia di disgusto “ Bleah. Vattene prima che faccia altri commenti “. Dorina corse via piangendo. Entrando nel vicolo dove si trovava il suo gruppo, andò quasi a sbattere contro Zagari. “ Aaah! “ si spaventò lei. “ Dorina, ma cosa succede? Dove te n’ eri andata? “ Lei lo guardò impietrita; non poteva dirgli niente. Ricordandosi di cosa aveva visto nel giro di andata, parlo “ Un ragazzo moribondo. Sembrava avesse preso una strana malattia. Era orribile “. “ Che schifo “ lui fece una smorfia di disgusto “ Be’, lo avresti evitato se non ti fossi allontanata “ “ Ora non ho tempo per le tue domande, devo parlare con Casmer “; “ Ancora? “ si arrabbiò lui. Lei reagì “ Ascoltami. Casmer non mi piacerà mai. E ora hai la mia parola. Spostati, per favore “ l’ ultima parte della frase era più gentile. Si allontanò, mentre lui la guardava male. Se ne accorse. Lei stava piangendo fino a poco prima. “ Casmer! Casmer, vieni qui, subito! Presto! “ mormorò Dorina. Lui la raggiunse immediatamente, chiedendosi cosa non andava. Zagari non poteva sentire, e si mise affianco a Eos “ Dimmelo tu…Secondo te di cosa stanno parlando? “ “ Non ne ho la minima idea. E anche io vorrei saperne qualcosa “. Zagari lo guardò immediatamente con sospetto. “ Dorina stava piangendo, prima, prima di venire addosso a me “ “ Non credo di poterti dire dove stava. Dorina sta lavorando per conto mio “ “ E perché non hai assoldato me? Dorina sta avendo dei problemi, evidentemente “ Eos gli lanciò una frecciata “ Non aggredire i miei amici con la tua idiota arroganza “ Zagari si arrabbiò “ Io non ho fatto niente a Casmer. Quello parla troppo. Lo sai perfettamente che non mi piace “ Eos urlò di colpo “ Ficcati in quella testa che ti devi comportare decentemente quando ti trovi nel mio gruppo! Hai capito bene? “ ponendo l’ enfasi sull’ ultima parola. Zagari commentò acidamente “ Sai una cosa? Io non mi trovo bene nel tuo gruppo. Per quanto mi riguarda siete voi che mi dovete rispettare “ “ Non eri così arrogante quando ti ho conosciuto. Ti menavano così forte che forse ti hanno fatto troppo male alla testa. Ricordati bene chi ti ha salvato. Pochi altri pugni e potevi morire “ Zagari lo guardò male “ Non sono stato fortunato a conoscerti, sai? Mia sorella Rebby ha litigato con te e se ne è andata con l’ altro gruppo “ Fortunatamente Camper li interruppe “ Eos, dobbiamo parlare. Ora “. Anche Dorina passò davanti a lui, e gli lanciò uno sguardo infastidito del tipo “ Non voglio parlare “. Zagari si incupì e andò a sedersi vicino a Mariele e Niro. “ Ehi, ragazzi, avete visto quel tipo, Sebas, e Akiane? “ Mariele gli rispose “ Sono andati a fare un giro. E’ evidente che si piacciono “ Niro chiese a Zagari “ Ci sono problemi con Dorina e Casmer? “ Zagari gli rispose “ Oh, sì, e tanti. Con me ce li hanno, prima di tutto “ si indicò toccandosi il petto con un dito. “ Fai un favore a te stesso, piccolo Niro. Ricordati che maschi e femmine appartengono a mondi diversi. Incomprensibili l’ un l’ altro “ Poi si alzò e si avvicinò alla bici di Sebas “ Ragazzi, io ci faccio un giro “. “ Colin “ Zagari pedalava tutto fiero e contento con la bici di Sebas, in giro per la città. La bici era davvero di ottima qualità, e lui si stava divertendo a provare le sette marce. Cercava di evitare accuratamente la via centrale, sfrecciando invece nei viali alberati. Vedere il parco dove era cresciuto lo faceva stare bene. In quel momento non voleva pensare ai segreti che il suo gruppo manteneva con lui. L’ autunno era appena cominciato, e a Zagari piaceva molto il vento fra i capelli e aria fresca sulla faccia. Stava arrivando quasi a dimenticare tutto, la guerra, la sua situazione famigliare, il suo gruppo e tutto quello che secondo lui era costretto a sopportare. Non si era accorto, che dall’ alto di un albero, qualcuno lo stava osservando. C’ era un ragazzo seduto su un grosso e resistente ramo, con un cappuccio sulla testa, che ascoltava una canzone rock ad alto volume, con le cuffie e un mp3 recuperato da casa, a cui aveva cambiato l’ ultima batteria. Appariva molto giù di morale. Ad un tratto aveva notato un ragazzo che sfrecciava per il viale sotto di lui, avanti e indietro, con una bici che lui conosceva bene. Stava cercando di decidere che cosa fare. Andare a parlargli, chiedergli spiegazioni? Sì, sembrava proprio la cosa giusta da fare. Saltò giù dal ramo, e si fermò in mezzo alla strada. Zagari se lo ritrovò davanti, e sorpreso fece una frenata brusca a mezzo metro da lui. Seguì un breve silenzio. “ Allora? Ti vuoi spostare? “ “ Voglio chiederti una cosa “ disse fermamente Colin “ Fammi dare un’ occhiata alla bici “; “ Non è mia” “ Muoviti. Dammela qua. Voglio controllare una cosa “. Zagari decise che era meglio scendere dalla bici “ Eccotela qua, amico. Che cosa dovresti controllare? Hai intenzione di rubarmela? “ A Colin bastarono pochi secondi per sapere con certezza di chi fosse quella bici. Poi si voltò con fare minaccioso verso Zagari. “ Come ti chiami? “ Lui fece un passo indietro “ Zagari “. “ A chi l’ hai presa questa bici? “ Colin aprì la bocca con sorpresa “ Aspetta un momento. Io ti riconosco ora “. Zagari si fece agitato “ Restituiscimi la bici e vattene. Non ho intenzione di restare qua “ “ Tu sei quello che io e i miei amici abbiamo quasi ammazzato di botte poco prima dell’ Attentato, quello di cui nessuno sa niente. Mi hai fatto passare una notte in prigione, poi tutto quel casino è successo “. “ Che cosa ne hai fatto ? “ aggiunse con acidità “ Tu sai di chi è questa bici? “. Mentre diceva questo, si faceva sempre più minaccioso e arrabbiato, faceva dei passi avanti,mentre Zagari si faceva sempre più intimidito e faceva dei passi indietro. “ Parla! Hai paura di me? Sì, vero? Hai ancora una paura panico di me? Te lo si legge in faccia “ Ma Zagari stava ancora zitto, e cominciava addirittura a tremare, mentre i ricordi di quella giornata d’ Agosto correvano nella sua mente. “ Oh, miseria, se non ti decidi a parlare, solo Dio saprà quanto avrai sofferto. Ti ammazzo di botte sul serio “ Continuava a minacciarlo “ Siamo soli in questo parco. Nessuno sentirà i tuoi lamenti da vigliacco. Voglio che tu mi dica se conosci il vero proprietario di quella bici “. E finalmente Zagari potè mormorare “ Volevo provarla. So bene chi è il proprietario, lo conosco da ieri, non gliel’ ho detto che la volevo provare…Ma insomma, fra dieci minuti gliela riporto intatta. Si può sapere perché è tanto importante per te? “. Colin si bloccò estrerrefatto “ Tu conosci mio fratello? Sebas? “ Zagari dilatò gli occhi, completamente stupito “ Quel tipo è tuo fratello? “ Colin lanciò un pugno contro il palmo dell’ altra sua mano “ Adesso ci facciamo una chiacchierata “ Colin afferrò violentemente il collo di Zagari e lo scaraventò con tutta la sua forza contro il tronco di un albero. Zagari sentì un dolore fortissimo e strinse gli occhi chiusi e si morse le labbra. “ Devi rispettare mio fratello. Adesso che lo conosci, non ti azzarderai più a “ prendere in prestito “ la sua bici senza chiederglielo. Anzi, ne starai bene alla larga. Mi sono spiegato ? “ Allentò la presa quel che bastava per farlo parlare “ Dove si trova? “ Lui gli rispose immediatamente “ E’ entrato nel mio gruppo. Lo hanno trovato due miei compagni, che girava con la sua bici per la via centrale. Sta bene. Non gli è successo niente “. “ Molto bene. Sai cosa mi ricorda questa mattina questa bella scena della tua faccia che diventa blu? Quella sera d’ Agosto “. Continuò, mentre Zagari faceva fatica persino a lamentarsi per quanto forte era la presa sul suo collo “ Il secondo round continua adesso. Chissà se ne vedrai la fine. Io ti odio. In prigione mi hai fatto finire “. Zagari cominciò a pregarlo “ No, per favore, lasciami andare…Lasciami…Non farmi questo…”. Colin cominciò a prenderlo a pugni in faccia, sempre più forti, ad un certo punto così forti che Zagari non riusciva più neanche a rialzarsi. Aveva gli occhi gonfi, e si sentiva improvvisamente stremato, senza alcuna forza. Ad un certo punto, il dolore divenne così forte che quasi non ci sentiva più dalle orecchie. Temeva addirittura che Colin lo avesse preso a coltellate. Il che si avvicinava alla sofferenza che gli provocavano quei pugni. Zagari finì con la faccia per terra, piagnucolando silenziosamente. La vista di Colin lo cambiava completamente. Lo terrorizzava. Colin gli mise una mano enorme sulla faccia, mentre tirava fuori un accendino e cominciava a disegnargli bruciature sulla faccia con le fiamme. Una linea scura apparve sullo zigomo sinistro di Zagari. Lui ormai non sentiva più niente, e tutto ciò sembrava avvenire al rallentatore. Colin lo sollevò di peso e lo lanciò con la faccia contro un tronco, facendogli uscire sangue a fiotti dal naso. Ripete l’ azione ignobile diverse volte. Poi lo guardò in faccia. “ Non mi affiderò a te per cercare mio fratello “. Zagari svenì, e Colin lo lasciò cadere a terra, andandosene. “ Ricordi del passato “ Akiane aveva portato Sebas a fare un giro in uno dei quartieri del centro storico della città. I due camminavano leggermente distanti, guardandosi attorno. Ogni tanto si scambiavano qualche occhiata. Si stavano avvicinando ad una piazzetta alberata e malmessa. “ Quella era casa mia “ indicò Akiane, puntando il dito verso una casa gialla alla loro destra. Akiane si fermò a guardarla per qualche secondo, rassegnata “ Non ci entrerò mai più. Non vorrei che fosse abitata da qualche senzatetto vecchio, malato…” “ Siamo tutti senzatetto “ le fece notare Sebas, alle sue spalle. Sebas commentò “ Da qui sembra una casa molto grande “; “ Sì “ lei abbassò gli occhi “ Era bello vivere lì, era pieno di comodità…Tutte cose appartenenti ormai al passato “. Akiane gli fece cenno di sedersi sulla panchina affianco a loro, accanto a lei. “ Pensa che avevo anche una simpatica governante. Cucinava, lavava, eh sì…Perché i miei genitori erano spesso impegnati con il loro lavoro…E io con loro…Erano i miei manager…Stavo cercando di registrare e incidere il mio disco musicale “. Sebas era abbastanza impressionato “ Complimenti. E sei riuscita? “ Akiane “ No…Non abbiamo potuto…Eravamo proprio alla fine di tutto quel lavoro, quando il 23 Agosto…E’ cambiato tutto…La governante dichiarò che voleva cercare informazioni su suo marito scomparso, pensava che fosse stato coinvolto in quell’ attentato sconosciuto…E ci ha lasciati nel caos. Pochi giorni dopo, i soldati sono arrivati, mia madre è stata eliminata e mio padre è stato rapito da loro “. “ Cosa potevano volere da tuo padre? “ e lei gli rispose “ A quanto pare si era messo nei guai con le persone sbagliate. Sembra che la sera facesse un secondo lavoro che forse era meglio se avesse evitato di accettare. Non so altro “. Akiane alzò lo sguardo verso il cielo, osservando uno stormo di uccelli volare sopra di loro. Sebas stava guardando le sue mani “ Come mai porti un solo guanto ? “ Akiane sorrise ricordando “ Ah, questo è il mio guanto fortunato! Apparteneva a Demi Lovato, la famosa cantante degli Stati Uniti…Mentre lavoravo al disco, ho fatto un viaggio, lei ha saputo e mi ha regalato questo guanto. Lei ne aveva due paia uguali, e li portava sempre sul palco. Sai, i sogni di una volta…Incontrare le celebrità…Tutte cose che non avrebbero senso adesso “. Sebas la guardò serio “ Nessun sogno non ha senso. Sono tutti importanti “. Akiane gli sorrise, poi abbassò lo sguardo. Poi si avvicinò a lui “ E dimmi, tu, prima di Agosto eri un cattivo ragazzo o uno bravo e gentile, un po’ come ora? “ Sebas abbassò lo sguardo verso le sue ginocchia “ Frequentavo gli amici di uno dei miei fratelli. E avevo anche amici miei. I miei erano tutti bravi, sì, e anche io…Ma quando ero con mio fratello non lo ero affatto. Ma poi, una sera che non sono andato con loro, mio fratello ha passato la notte in prigione, ma subito dopo era già il 23 Agosto. Ora non so dove sia. Ma devo ammettere che era piuttosto pericoloso “ “ E perché non hai detto a tuo fratello che pensavi che lui stesse davvero esagerando, che era arrogante? “ “ Non avrei mai potuto. Era come una specie di dittatore, alla mia famiglia ne faceva passare sempre una, ho preferito essergli amico “ “ Be’, la tua amicizia non era sincera, allora. Gli amici dicono la verità in qualsiasi situazione, non cambiano opinione per paura . Sai, mia sorella è morta, per aver seguito un gruppo di amiche ribelli. Andavano troppo veloci con l’ auto. E’ stata una vera tragedia, ha segnato tutta la mia famiglia, me soprattutto. Ma lei non se la sentiva di dire alle sue amiche che stavano esagerando, che era meglio se andavano un po’ più piano “. Sebas si era fatto cupo “ Mi dispiace molto, va bene? Ma ora cambiamo argomento “. “ Be’, e che cosa vuoi fare adesso ? “ “ Magari è meglio se torniamo dal gruppo. Mi sono appena ricordato di come Zagari guardava la mia bici “. “ Non preoccuparti di Zagari. Anche se avesse fatto un giro sulla tua bici, te la riporterà tutta intatta “. “ Lo spero bene “ Sebas sembrava piuttosto arrabbiato. Mentre si allontanavano dalla piazzetta, Akiane lo osservò attentamente. Ad un tratto Sebas si mise a parlare a bassa voce “ Non voglio che giudichi mio fratello. L’ ex-marito di mia madre lo ha trattato molto male, ed è per questo che si comportava così. Con me non è mai stato violento. Io ero il suo migliore amico. Non sai quanto mi sono arrabbiato per tutta questa storia quando è finito in prigione. Il suo padre naturale, quell’ uomo, è ancora in prigione “. Sebas aveva una strana espressione negli occhi, che fece leggermente preoccupare Akiane. “ Okay. Non lo nominerò più se non ti va di parlarne “ disse seria. “ Alla ricerca di Zagari “ Mariele si mise a parlare con Eos, un poco preoccupato: “ Zagari ti ha per caso detto dove sarebbe andato? Volevo andare a fare un giro con lui, sai, per controllare i dintorni. Ho un po’ di fame “ Eos controllava una leggera tensione “ In effetti non sta tornando. Aveva la cibi di Sebas. Chiama tuo fratello. Andiamo io e te a cercare qualcosa da mangiare. Dorina ! “ Chiamò lei; “ Sì, Eos? “ ; “ Fai un po’ un giro per cercare Zagari. Se ne è andato in bici più di un’ ora fa “; “ Va bene “ rispose lei, poi rivolta a Casmer “ Fai molta attenzione “. Casmer la fermò “ Posso venire con te? “; “ Ma poi non ci sarebbe nessuno a sorvegliare il nostr rifugio…”. Ma in quel momento Sebas e Akiane svoltavano l’ angolo e si dirigevano verso di loro. Sebas non vedeva più la bici dove l’ aveva appoggiata “ Che ti stavo dicendo, eh, Akiane? L’ ha presa quello lì “. Dorina si girò verso di lui “ E se gli fosse successo qualcosa? Lo sappiamo tutti, come sono le strade, ora. Molto pericolose “ Casmer aggiunse “ Direi addirittura mortali. E’ per questo che io non mi allontano mai troppo da qui. Ma se è per cercare Zagari, ragazzi “ rivolto a Sebas e ad Akiane “ Vi chiederei di fare un turno di sorveglianza del rifugio “. Mentre i due si giravano alle loro spalle, Eos aggiunse “ Sì, infatti io, Mariele e Niro andiamo a cercare un po’ di cibo. Loro due invece si occuperanno di Zagari “. Sebas era scocciato “ Chi gli ha permesso di prendersi la mia bici? “ Rivolto a tutto il gruppo. Mariele alzò la mano, indeciso. Sebas gli rispose subito acidamente “ Sei un deficiente “ a cui seguì qualche secondo di stupito silenzio. Niro prese parola “ Ehi, cosa dici a mio fratello, novellino? “ ; “ Taci, tu “ rispose seccamente Sebas. Akiane gli strinse leggermente il braccio, intimandogli di fermarsi. “ Scusa, fratello, va bene? Pensavo che Zagari sarebbe tornato un po’ prima…Così non te ne saresti neanche accorto “ Mariele era un poco seccato. “ Io non sono tuo fratello, ma di qualche altro. Se Zagari non torna con la bici intatta, me la pagherai “. “ E come ? “ lo sfidò Niro.