Scusami, come fa un giocatore, come il tuo spellcaster in questione, a sapere se il TS superato dal nemico è stato fatto dal dado o dal DM? E quindi come avverte la sensazione di finto?
E da giocatore preferisci una storia ben costruita o una inventata sul momento in maniera approssimativa da un DM alle strette?
Secondo me in alcuni casi a barare ci guadagna anche il divertimento dei giocatori.
Visto che D&D non è un gioco competitivo, e il DM non è contro i giocatori (per lo meno a mio modo di vedere, magari mi sbaglio) si può barare per rendere la storia più avvincente, non per vincere a tutti i costi (per il DM vincere non sarebbe nemmeno difficile, basterebbe tarare scontri fuori dalle possibilità dei giocatori...).
Ovviamente concordo che da giocatore barare non ha senso.
Nota a piè pagina, di lettura facoltativa:
Ero ancora in 3a edizione quando i miei PG sono arrivati al "mostro finale", ovvero il capo di tutti quelli che avevano affrontato nelle ultime 20 sessioni di avventura, l'autore di tutti i vari enigmi ecc...
Si trattava di un aboleth potenziato in modo da essere una sfida impegnativa. Al secondo turno di gioco allo stregone del gruppo entra una disintegrazione, e il mostro potrebbe fallire solo con un "1", quindi il DM è tranquillo. Ma il d20 rotola rotola e si ferma sulla faccia opposta al 20. L'aboleth muore.
I giocatori sono delusi di aver "battuto facile" un nemico che doveva essere tanto temuto e invece non ha fatto loro nemmeno un graffio.
I giocatori non possono più avere informazioni da lui com'era necessario per recuperare delle date cose che cercavano.
Le facce dei giocatori esprimono emozioni del tipo "che mer_a!!", tranne lo stregone che ovviamente si sente iper-figo...
Da allora baro.
Nota2:
"barare" implica di truccare il gioco per danneggiare gli avversari e avantaggiarsi per ottenere la vittoria; tecnicamente, quindi, quanto ho descritto sopra non rientra nel barare, visto che anzi ha l'intento di aumentare il divertimento.