Che certi videogiochi ormai siano delle opere d'arte è sempre più vero: questo è un'ottimo momento, in cui i titoli che escono sono solitamente ben curati, e a volte veramente originali.
Il bello del videogioco (inteso in senso moderno) è l'interattività. Molti giochi sono simili a film, per la bellezza della grafica e della trama, ma soprattutto permettono una profonda immedesimazione, e proprio questo dovrebbe essere il punto di forza su cui i videogiochi futuri dovrebbero puntare.
La 4° edizione ha senza dubbio delle caratteristiche di "videogiochismo" come qualcuno ha detto, ma a pensarci è D&D stesso che le ha sempre avute.
Per come è fatta questa nuova edizione, può sembrare meno personalizzabile se uno si ferma ai manuali, ma anche qui vale lo stesso discorso: i vecchi manuali erano a loro modo chiusi e restrittivi. D&D è fatto si da un manuale, ma soprattutto da quello che master e giocatori ci mettono dentro; è proprio lì, nel modo di affrontare il gioco, che io vedo lo spirito, quella R di cui si parla.
Insomma, D&D per me rimane lui: la R non manca se uno la vuole.